Simonetta Agnello Hornby ci invita per un “caffè amaro”

Universome Redazione
UNIVERSOME REDAZIONE
Attualità
eventi feltrinelli libreria

Messina, ore 18:30 di un pomeriggio afoso dell’8 Giugno. Una folla gremita riempie la Feltrinelli Point. Dentro, a catturare l’attenzione di tutti, c’è Simonetta Agnello Hornby. La scrittrice, palermitana di nascita ma naturalizzato britannica, presenta “Caffè amaro” (€ 18.00, Editore Feltrinelli, p. 348), romanzo d’amore ambientato in Sicilia a metà dell’Ottocento. Con molta chiarezza ed al contempo con l’animo di chi certi problemi, certi disagi ma anche certe passioni li sente dentro, Simonetta ha raccontato il suo libro, sviscerandone i vari aspetti. C’è Maria, appena quindicenne, con le sue forme acerbe ma perfette ed una sensualità che emerge (“La bellezza è, prima di tutto, armonia”. È l’armonia che muove il mondo, che ci fa innamorare. Come in un romanzo, ciò che colpisce è l’equilibrio tra le parti”). C’è Pietro, ricco 34enne proprietario di alcune zolfatare, che inizierà Maria alle arti dell’amore. E, a incorniciare questa travagliata storia, c’è il contesto, un secolo buio, difficile per l’Italia ed in particolare per la Sicilia che, come sostiene la stessa Simonetta, soffre i postumi dell’unificazione. Ed è proprio qui, in mezzo a tutti questi lettori, che l’autrice descrive le passioni, le esperienze, le idee che dominano in “Caffè Amaro”. Simonetta non ci risparmia di darci una parte di sé stessa e ci racconta della sua famiglia, del suo lavoro da scrittrice, della sua predilezione per protagoniste femminili (“Le mie protagoniste sono sempre donne perché ho sempre conosciuto donne interessanti, fonti d’ispirazione per me”), facendoci conoscere la mente che c’è dietro il romanzo. Ed è proprio qui che, di fronte al suo pubblico siciliano, anzi messinese, Simonetta conclude dimostrando l’attaccamento alla sua terra d’origine, alle sue tradizioni ed anche al tanto amato dialetto, che nemmeno i suoi anni lontana dalla patria le hanno fatto dimenticare. (“Abbiamo il dovere di trasmettere ai nostri successori il folklore. Solo così possiamo creare un’identità, solo così possiamo far nascere una mente sana”).

Edvige AttivissimoIMG-20160609-WA0001