La voce di Don Ciotti: una scossa per Messina

Ipse Dixit

Si è svolta ieri, con un esito sorprendente, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime  innocenti delle mafie nella nostra città. Capitale della grande manifestazione, Messina non ha solo risposto positivamente, ma sembra esserne uscita con un volto nuovo

Nel primo momento della mattinata le strade principali di Messina, svuotatesi di veicoli e riempitesi di gente, hanno accolto il corteo che, delineato da un cordone di scout, ha abbracciato calorosamente i familiari delle vittime della violenza mafiosa

Con l’arrivo in Piazza Duomo, le persone, che sembravano già essere tante, hanno letteralmente inondato il cuore di Messina: oltre 30.000 i presenti provenienti da tutta Italia e non solo.

Un palco eretto in Piazza ha ospitato la seconda fase della giornata: in contemporanea ad altri 2.000 luoghi d’Italia e in diretta TV, sono stati letti gli infiniti nomi delle vittime della mafia. 

Dopo il dolce-amaro momento, la tanto attesa voce di Don Luigi Ciotti, fondatore delle reti di associazioni Libera e padre dell’evento, si è alzata. “La mafia riesce abilmente ad adattarsi ai cambiamenti: non è un mondo a parte, ma è parte del mondo.” Forte e penetrante, il grido del presbitero ha percorso le strade e scosso gli animi. 

Segue poi un’incitazione a rompere il silenzio, ad aprire gli occhi su una realtà che spesso si crede lontana ma che, purtroppo, è presente nella vita di tutti, in ogni aspetto: “Mafia e corruzione non sono un corpo estraneo, ma un corpo che noi stessi alimentiamo. Non possiamo parlare di mafia senza denunciare. Dobbiamo denunciare anche se siamo piccoli, – sottolinea –  ma proprio tanto piccoli, di fronte ai problemi della nostra società”

Deluse sembrano le parole del sacerdote, quando, parlando dell’approvazione ufficiale dell’Istituzione della Giornata Della Memoria e Dell’impegno da parte del Senato, mette tutti a conoscenza del fatto che sia stato omesso l’aggettivo “innocenti” al titolo completo della manifestazione. 

Volgendo lo sguardo ai giovani, Don Ciotti invita ad “amare la Costituzione” che definisce il primo testo antimafia del nostro paese: “bisogna farla diventare sempre più cultura e costume. Le mafie e la corruzione non troveranno spazio in comunità solidali inclusive”. Ha seguito un momento di ringraziamento alle autorità, alle istituzioni, a Messina e a tutti coloro i quali contribuiscono a fare “la parte vera dell’Italia”

Un discorso catartico, il cui risultato è stato il totale silenzio, segno di assoluto rispetto unanimemente condiviso dai presenti. Noi di UniVersoMe siamo riusciti ad avvicinarci al sacerdote che calorosamente ci ha accolti. 

– “Come pensa sia stata l’accoglienza di Messina e come pensa abbiano risposto i suoi giovani?”: 

“Messina la conosco da anni. La partecipazione oggi dei familiari delle vittime della violenza mafiosa è stata straordinaria ma voi giovani in prima fila, con facce pulite, serie e coraggiose stavate lì a dire da che parte bisogna stare per essere dei cittadini veri e responsabili. Siete una meraviglia! Però bisogna dare continuità a tutto questo e ricordarsi che è il “noi” che vince, non l’opera di navigatori solitari. Grazie.” 

Una giornata che non può non aver lasciato il segno e che ha sicuramente dato una mano a sgretolare il luogo comune di “Messina città apatica” e a dirigere l’opinione comune verso “Messina città dell’impegno”. 

Martina Galletta

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