Guida pratica all’inserimento dello stress‏

Redazione UniVersoMe

La vita dello studente medio Unime è davvero stressante. E no, non mi riferisco allo studio intensivo dovuto alla sessione invernale che da poco si è conclusa (spero per tutti), né al dover rincorrere qualche prof di qua e di là, e neppure al dover necessariamente seguire questo o quel seminario per raffazzonare qualche CFU necessario al completamento della propria carriera universitaria. Ciò di cui oggi vorrei parlarvi è frutto della difficoltà mia e di tanti ragazzi nel relazionarsi con le modalità di calcolo del saldo/conguaglio delle tasse universitarie. Tutto è nato quando la mattina del 16 febbraio facendo scorrere la home di Facebook (da bravo universitario sotto esame) e mi imbatto in un post della pagina dell’Università degli Studi di Messina, nel quale vi era un link riferito al sito unime.it dove veniva spiegato che entro il 29 febbraio bisognava autorizzare l’acquisizione tramite la piattaforma Esse3 dei dati relativi all’Isee. Vengo pervaso da un sentimento misto tra il “finalmente, aspettavo questo momento da Dicembre” e il “Esse3…speriamo stavolta qualcosa possa funzionare”. Partendo quindi con i dovuti pregiudizi, mi tuffo (in apnea) per provare il meccanismo, e noto con piacere che la pagina non viene caricata a causa di un errore. Penso “ci risiamo, non dovevo fidarmi, ma aspettiamo ancora qualche minuto…”. Dopo un’ora abbondante riprovo e finalmente riesco ad accedere. Immagino, da (bravo) informatico che o il servizio offerto sia così semplice che non abbia la necessità di essere accompagnato da un libretto delle istruzioni (come Apple insegna, talmente ritengono semplice il loro sistema operativo) o che l’assenza di un “how-to” sia frutto di una dimenticanza, ma senza soffermarmi troppo su questi particolari inizio la procedura. Trovandomi in aula studio, e non potendo usufruire quindi di una adeguata connessione Wi-Fi, vengo disconnesso dalla rete proprio mentre ero nel bel mezzo dei miei tentativi di inserire i miei dati Isee. Quando dopo qualche minuto vengo riconnesso, noto (sempre con piacere) che la pagina mi bloccava e non mi permetteva quindi di modificare i dati inseriti, che in realtà non avevo però ancora inserito. Chiamo la segreteria, invano, per una giornata intera, e invio una mail all’indirizzo preposto nella speranza che qualche anima pia avesse un minuto da dedicarmi, cosa che avviene la mattina dopo. Il calvario si conclude il giorno successivo, con l’inserimento andato (si spera) a buon fine. Nella stessa giornata intorno alle 18 nella stessa pagina Facebook dell’Università appare un link che rimandava a una guida “pratica e semplice” all’inserimento del consenso per l’inserimento dei dati. Inizio a farmi delle domande. È normale che la guida non sia saltata fuori il giorno stesso del rilascio della possibilità di esprimere il consenso per l’inserimento dei dati? È normale che questo consenso debba essere espresso entro due settimane dalla scadenza? È normale che l’attesa da Dicembre ad oggi sia valsa questo servizio? Ma soprattutto, è normale che per inserire i dati in una prima e unica pagina sia stata necessaria la creazione di altre due inutili pagine precedenti a questa, nelle quali bisognava solo cliccare sul bottone “prosegui” senza avere alcuna possibilità di modifica? Sono consapevole che queste domande si aggiungano alle classiche “siamo soli in questo universo?” e simili, e ognuno può trarne le proprie conclusioni. Una delle tante a cui sono arrivato è la seguente: il caso Isee che si sta venendo a creare è paradossale, perché dal conguaglio scaturiranno i fondi necessari per il sostentamento dell’Ateneo, ma garantiranno anche diritti di cui lo studente gode, tra i quali anche il diritto ad essere circondato da un sistema efficiente, efficienza che è stata ancora una volta disattesa. Quanto tempo dovranno aspettare gli studenti per avere dei servizi all’altezza delle tasse che (quando messi in condizione) pagano?

“Ai posteri l’ardua sentenza”.