La Monaco Energy Boat Challenge: una competizione da non perdere

Il 24 febbraio 2023 si è svolto, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina,
l’evento: “Monaco Energy Boat Challenge: il debutto del team Messina Energy Boat”, nel quale gli
studenti dell’Università di Messina hanno presentato ufficialmente il loro progetto che è stato
ammesso a partecipare alla decima edizione della “Monaco Energy Boat Challenge”, nella categoria
“Energy Class”.
La Monaco Energy Boat Challenge è una competizione internazionale, organizzata dallo Yacht Club di
Monaco, nella quale si sfidano team universitari, selezionati dal comitato tecnico, provenienti da tutte
le parti del mondo. Lo Yacht Club di Monaco si occupa di fornire lo scafo dell’imbarcazione a tutti i
team selezionati, sfidandoli a progettare un cockpit ed un sistema di propulsione, utilizzando solo fonti
di energia a zero emissioni e materiali ecosostenibili.

Fonte. universome.it

Dopo l’apertura della giornata da parte del prof. Salvatore Cuzzocrea, Magnifico Rettore dell’Università
degli Studi di Messina, hanno preso la parola il prof. Eugenio Guglielmino, Direttore del Dipartimento di
Ingegneria, presentando alcuni “Progetti didattici-sportivi” realizzati in questi ultimi anni dal
Dipartimento di Ingegneria e il prof. Vincenzo Crupi, Faculty Advisor del team di Messina Energy Boat,
nonché Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie della Navigazione, che si è
soffermato sul tema della “blue growth” e sulle opportunità di crescita che questa presenta.
Sono poi intervenuti l’Ing. Giulia Palomba, Vice Faculty Advisor del team Messina Energy Boat, con una
presentazione su “Messina e il mare” e il prof. Pasqualino Corigliano, docente del corso di laurea in
Scienze e Tecnologie della Navigazione, su tema delle professioni collegate al mare.

 

Fonte: universome.it

La mattinata ha visto poi come protagonisti gli studenti del corso di laurea triennale in “Scienze e
tecnologie della navigazione” e magistrale in “Scienze e logistica del trasporto marittimo ed aereo” che
hanno avuto la possibilità di presentare il progetto ed il team Messina Energy Boat. In particolare
Angelica Sparacino, Team Leader del team MEB e Giuseppe Brando, MEB Logistics Team Leader,
hanno presentato le vari fasi del progetto, mentre gli studenti Gabriele Cama, MEB Design Team Leader
e Vittorio Geraci, MEB 3D Modeller, si sono soffermati su “Il progetto MEB: strutture e materiali
innovativi”. Marco Pavan, MEB Propulsion Team Leader e Umberto Salpietro hanno centrato
l’attenzione sul sistema di propulsione a zero emissioni dell’imbarcazione in fase di realizzazione e
infine, Antonio Piras, MEB Management Team Leader, ha esposto le strategie di comunicazione e
marketing che sono state poste in essere.

 

Fonte: universome.it

In un Aula Magna del Rettorato gremita erano presenti autorità, docenti e rappresentanti di aziende del
territorio di Messina e provincia oltre che numerosi studenti degli istituti nautici I.T.T.L. “Caio Duilio” di
Messina accompagnati dal Dirigente scolastico Daniela Pistorino, I.S.I.S. “Duca degli Abruzzi” di
Catania accompagnati dal Dirigente scolastico Brigida Morsellino, I.T.E.T. “Leonardo Da Vinci” di
Milazzo insieme al prof. Giuseppe Gentile e I.I.S. “F. Severi” di Gioia Tauro con il prof. Espedito
Valentino Pettinato.

 

 

Alessandra Cutrupia

Il team “Messina Energy Boat” al MEBC 2023

Torna anche quest’anno uno degli eventi che dell’innovazione e della sostenibilità in mare ne fa una costante, ovvero la “Monaco Energy Boat Challenge” (MEBC).  Quest’anno alla decima edizione parteciperà, tra le 16 squadre in gara, anche il team “Messina Energy Boat” (MEB), selezionato da un comitato tecnico d’eccellenza. Sarà un onore per l’Università degli studi di Messina, che parteciperà come prima Università del Centro/Sud d’Italia.

Professionisti e studenti di ingegneria di tutte le università del mondo competono tra loro, attraverso nuove tecnologie a sostegno dell’imminente transizione energetica. In un momento di grave crisi climatica come questo, la nautica dovrebbe contribuire ad abbattere le emissioni inquinanti. Bisognerebbe “tendere ad un approccio eco-responsabile, per il nostro pianeta, per gli oceani e per le nuove generazioni”, come dichiara il segretario generale dello Yacht Club di Monaco, Bernard d’Alessandri. La competizione internazionale è organizzata dallo Yacht Club di Monaco, il quale motto è “nuove tecnologie per un mondo migliore”.

In cosa consiste la competizione del MEBC?

I team premiati nella scorsa edizione avevano gareggiato su fronti e in categorie differenti come:

  1. La “Solar Class”, una sfida tra imbarcazioni alimentate a energia solare;
  2. La “Energy Class”, una sfida in cui ad ogni team viene fornito lo stesso scafo, sfidando i giovani ingegneri a progettare la cabina di pilotaggio ed un sistema di propulsione. Utilizzando fonti di energia a zero emissioni e materiali ecosostenibili;
  3. La “Open Sea Class”, una gara aperta riservata alle barche con motore elettrico. È una prova di resistenza per mettere in risalto l’autonomia data dalla motorizzazione elettrica.

Nella precedente nona edizione l’Italia ha trionfato nella “Energy Class”. Categoria per la quale è stato selezionato quest’anno il team “Messina Energy Boat”.

Da spettatori a protagonisti. Qual è il progetto del  “Messina Energy Boat” (MEB)?

Il Messina Energy Boat (con l’acronimo MEB) è nato proprio lo scorso settembre. Dopo che alcuni studenti e docenti, del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Navigazione dell’Ateneo messinese, partecipando da spettatori all’edizione 2022 si sono voluti dare una possibilità. Il team, coordinato dal prof. Vincenzo Crupi, del Dipartimento di Ingegneria di UniMe, è composto da dottorandi, ricercatori, docenti ma principalmente da studenti dell’Ateneo peloritano. La determinazione e la voglia di fare contraddistingue questi giovani ragazzi. Dalle parole della team leader MEB, Angelica Sparacino, lo si può intuire

Siamo felici ed orgogliosi di poter rappresentare l’Università e la città di Messina e di interfacciarci con il resto del mondo, in questa competizione basata sull’innovazione e la sostenibilità.

 

Il team del “Messina Energy Boat”, Fonte: UniMe

 

Lo Yacht Club di Monaco si occuperà di fornire ai team, come al MEB, un catamarano. Questo dovrà essere allestito nel rispetto del regolamento con limiti di peso, potenza erogata e energia accumulata. L’imbarcazione dovrà essere alimentata da una fonte di energia rinnovabile (come energia solare o idrogeno). L’intero progetto deve essere realizzato con materiali e materie prime Eco-Friendly, in modo da ridurre l’emissione di CO2. Verranno eseguiti test sull’equilibrio e la rigidità della barca, per garantire la massima sicurezza a bordo. Infatti il pilota prescelto dovrà avere grande esperienza nel mondo nautico ed ingenerale delle imbarcazioni.

Quando e dove si terrà il Monaco Energy Boat Challenge?

La competizione si terrà nel Principato di Monaco, nei giorni del 3 e 8 luglio 2023. Il Principato negli anni è diventato protagonista assoluto, centro di eccellenza internazionale della nautica a impatto zero. Sono previste conferenze e talk, dove verranno trattate tematiche a sostegno dell’ambiente, per una nautica ecosostenibile. Partecipare anche come solo spettatore a questa competizione mondiale è un’esperienza da non perdere. Perché non farlo? Che vinca il migliore!

Per maggiori informazioni sul Monaco Energy Boat Challenge 2023 clicca qui. Se vuoi conoscere meglio il progetto dei giovani ragazzi del MEB clicca qui.

Marta Ferrato

Premio miglior tesi di laurea “Elisabetta Paoletti” 2023

Hai una laurea magistrale in Giurisprudenza, conseguita in Italia nel 2021?
Allora quest’articolo fa proprio per te!

Anche per l’anno 2023 il Comune di Bientina (Pisa) ha indetto la nona edizione del Concorso nazionale dedicato “alla memoria della Dott.ssa Elisabetta Paoletti”, Vice Segretario Comunale, Responsabile del Servizio Affari Generali e Legali di questo Ente. Questo premio vuole tenerne vivo il suo “ricordo”. Una donna dalle grandi qualità umane, professionali e morali, purtroppo scomparsa prematuramente il 24 aprile del 2009.

Premio miglior tesi/Condizioni di accesso e finalità  

Il premio consiste nell’erogazione di una borsa di studio di euro 4.000,00. Possono accedere al bando di concorso, tutti coloro che sono residenti in Italia e hanno conseguito nell’anno solare 2021 una laurea magistrale in giurisprudenza, in un qualsiasi Ateneo italiano. La tesi discussa deve avere come oggetto temi riguardanti le funzioni degli Enti Locali nel quadro della riforma della Pubblica Amministrazione, sotto il profilo: giuridico, organizzativo, economico e finanziario.                                                                      Le finalità sono molto chiare! L’obiettivo è quello di offrire un contributo ai giovani laureati, per incoraggiarli al proseguo della propria formazione accademica e/o professionale.

Cosa bisogna fare per poter partecipare?

Bisognerà inoltrare la domanda di partecipazione (scaricabile dal sito del Comune di Bientina),entro e non oltre le ore 12:00 del 16 marzo 2023. 

Ogni candidato dovrà mandare, attraverso raccomandata A/R, corriere o consegna a mano presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Bientina (Area Affari Generali e Legali), una busta sulla quale dovrà espressamente indicare:

  • Mittente, a favore della protocollazione
  • Come riferimento: Premio “Elisabetta Paoletti” tesi di laurea

Al suo interno il candidato dovrà riporre tre buste distinte (A,B,C) e sigillate, ognuna contente a sua volta la seguente documentazione:

  1. Busta A: qui inserisce la domanda di partecipazione in carta semplice, con i dati anagrafici (titolo della tesi, copia del documento d’identità in corso di validità, copia del certificato di laurea).
  2. Busta B: qui inserisce il testo integrale della tesi (preferibile su supporto informatico).
  3. Busta C: qui inserisce un abstract, cioè una sintesi dei contenuti della tesi e delle conclusioni (massimo dieci cartelle o facciate).

In nessuna delle tre buste interne si deve riportare il nome del candidato. Si verrà esclusi se la documentazione delle buste “B” e “C” presenterà un nominativo o altri riferimenti, che potrebbero identificare il candidato.

Tutti gli elaborati e la documentazione inviata non saranno restituiti. La titolarità intellettuale degli elaborati rimane in esclusiva proprietà dell’autore della tesi stessa. In virtù della vigente normativa italiana sulla “protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo servizio”.

Come e chi giudicherà l’elaborato di ogni candidato? 

Il Sindaco nominerà una commissione giudicatrice, composta da membri interni ed esterni del settore. Quest’ultima avrà la possibilità di attribuire un massimo di 25 punti sulla base di diversi criteri, tra cui: pertinenza del contributo alla conoscenza in materia di Enti Locali, gli approfondimenti bibliografici, la metodologia adottata per la trattazione. Inoltre, si terrà conto della qualità stilistica, della correttezza, della leggibilità e chiarezza dell’esposizione.

Verrà stilata una graduatoria di merito delle tesi presentate.

Premio miglior tesi/Esito finale e premiazione 

L’esito raggiunto, dopo le consultazioni della commissione giudicatrice, verrà pubblicato all’albo online e sul sito web del Comune di Bientina, per 15 giorni consecutivi.

La premiazione avverrà pubblicamente con un’apposita cerimonia. Il vincitore sarà tenuto ad esporre il contenuto della propria tesi. Infatti, proprio per questo dovrà garantire la presenza. In mancanza di questa il premio verrebbe revocato.

Cosa aspetti, candidati! Se vuoi ulteriori informazioni e chiarimenti clicca qui.

Marta Ferrato

Un Natale che profuma di sessione

Tra pochi giorni avranno inizio le feste, il periodo più atteso da molti perché racchiude in sé momenti di gioia, convivialità e spensieratezza, tranne per lo studente universitario che si prepara per la sessione invernale.

Quante volte abbiamo sentito che ciò che ci manca di più del periodo scolastico sono proprio le vacanze natalizie? Si, proprio quelle vacanze che profumavano solo di vacanze, in cui ci si svegliava tardi senza bisogno di alcuna sveglia e ci sentivamo liberi. Le giornate scorrevano ma sentivamo di averle vissute.

Lo studente universitario invece approfitta di questi giorni un pò confusionari, tra una tombolata e l’altra, per poter studiare, organizzando la propria routìne al meglio per recuperare tempo e prepararsi al prossimo esame della sessione imminente. Tra questi una condizione particolare la vive il così detto fuori sede che, mentre da un lato grazie allo stand by natalizio può finalmente tornare a casa, rivedere i propri cari e godersi il paesino d’origine costellato di luci natalizie, dall’altro vive questa pausa con la consapevolezza di dover rientrare presto in sede perché gli esami di gennaio incombono.

Insomma, alla fine dei conti, non ci si può concedere molte distrazioni a Natale e Capodanno!

Il punto è che noi studenti facciamo molti sacrifici per costruire il nostro futuro e corriamo, corriamo così forte che spesso perdiamo il senso dell’orientamento. Tanto  le giornate passano in fretta, quanto più iniziamo a correre ancora più velocemente con la costante paura di rimanere sempre e comunque indietro e di non farcela. 

Ma cosa succede quando si corre?

Se corriamo di certo saremo in vantaggio ma non scorgeremo ciò che ci sta intorno. Perdiamo alcuni profumi e immagini. Iniziamo ad essere stanchi e la stanchezza, soprattutto se accumulata, ci fa perdere parti di noi ad un punto tale che spesso non ci ritroviamo più.

Impariamo a fermarci, a fare un respiro profondo. Riflettiamo sul fatto che non dobbiamo correre, che non è vero che abbiamo poco tempo perché la verità è che abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Posticipare un esame non significa aver fallito ma aver scelto. Nella costrizione non c’è scelta, non c’è libertà.

Allora caro studente che stai leggendo: fermati, respira, prendi in mano il tempo e la tua capacità di scelta ricordando l’importanza di ogni momento, l’importanza della tua vita e di come questa meriti di essere vissuta!

Buon natale a tutti noi, augurandoci un natale che profumi di libertà.

 

Marta Zanghí

 

 

Vita da pendolare, non è tutto oro ciò che luccica. L’indagine di UniVersoMe

All’indomani dell’esame di maturità chiunque si è ritrovato a dover prendere una serie di decisioni, più o meno sofferte, sull’ipotetico futuro universitario. Le realtà sono varie, esattamente quanto la disponibilità economica di ognuno. Queste decisioni, ponderate con i propri genitori, sono volte a scegliere, nella maggior parte dei casi, il male minore: ad esempio un classico dilemma potrebbe essere “trasferirsi o no in una grande città per studiare oppure far vita da pendolare?”

A diciotto anni, soprattutto per chi proviene da una realtà piccola e di provincia, essere uno studente in una grande città sembra un sogno da dover inseguire, ma alla fine questo si rivela più che altro un incubo per svariati motivi.

Per una proficua indagine, abbiamo somministrato una serie di domande a risposta mista a circa venti studenti universitari tra i 19 e i 23 anni, nella provincia di Catania, Messina e Reggio Calabria, avviando un’indagine sulla tematica.

Vita da pendolare/ I temi più a cuore

Le tematiche affrontate si sono incentrate sui pro e contro della vita da pendolare, sul rapporto con i mezzi, sui costi e sulle proprie abitudini quotidiane. La maggior parte degli intervistati ha riscontrato tra i pro sicuramente il senso di socialità ed empatia che si viene a creare con tutti gli altri studenti pendolari. Ma i contro sono molti di più. Infatti, gli intervistati fanno presente che le difficoltà maggiori sono date dai mezzi di trasporto spesso in ritardo, coincidenze che non corrispondono, la stanchezza fisica e mentale che molte ore di viaggio comporta, le sveglie all’alba e i rientri la sera tardi.

Di conseguenza, analizzando i contro, il focus si è concentrato sui mezzi di trasporto.  Gli studenti nella provincia di Catania hanno risposto positivamente circa il rapporto con i mezzi pubblici. Invece, gli studenti sul territorio dello Stretto hanno risposto negativamente. Quest’ultimi, infatti,  lamentano sia difficoltà con i ritardi dei treni, sia per le corse soppresse a causa del maltempo. Altri lamentano qualche problema a livello del tratto ferroviario, come la tratta Giarre-Messina. Molti di loro ogni giorno percorrono più di 100 chilometri considerando andata e ritorno ed altrettanti per recarsi alla stazione ferroviaria più vicina alla loro abitazione.

Vita da pendolari
Fonte: indagine condotta tramite Google Moduli

Vita da pendolare/ Abitudini e testimonianze

Le abitudini giornaliere dello studente universitario sono molto simili tra loro. Infatti, la maggior parte degli intervistati si sveglia molto presto e, di corsa, cerca di incastrare tutti gli impegni per poter partire all’orario stabilito, spesso con sacrifici non indifferenti. Il tutto in una cornice universitaria in cui supporti verso i pendolari sono scarsi; spesso lo studente è costretto ad andare via dalla lezione prima per non perdere le coincidenze e poter rincasare.

Alcune testimonianze:

Mi sveglio alle 5:25, mi lavo e mi vesto, successivamente faccio colazione e dopodiché vado in stazione per prendere il treno delle 6:30. Appena arrivo a Messina compro il pranzo e mi dirigo in facoltà dove la mattina svolgo il tirocinio e il pomeriggio seguo le lezioni. Appena finisco vado in stazione e prendo il treno per poter tornare a casa e finalmente rilassarmi e passare del tempo con la mia famiglia.

“Mentre ero pendolare c’era la sveglia alle 5 che suonava ogni mattina, un treno alle 6.30 ogni mattina, ma quando andava bene era alle 8.15. L’arrivo in facoltà a Messina era per le 9, perché una volta arrivati in stazione bisognava pregare affinché le coincidenze corrispondessero pienamente. Il ritorno, continuando a pregare e a piangere, si prospettava durante l’ultimo anno quasi sempre per il primissimo pomeriggio, durante il primo anno invece, molto spesso anche dopo quasi dodici ore.”

Quanto si riesce a conciliare lezioni, studio e vita sociale?

In questo caso la maggior parte degli studenti ha risposto negativamente.

Alcune testimonianze:

“Sicuramente per riuscire a conciliare il tutto ci vuole molto impegno! Alzandomi tutti i giorni molto presto e avendo tutte le mattine tirocinio e il pomeriggio le lezioni, durante la settimana sono troppo stanca per riuscire a fare qualcosa. Ma nel fine settimana cerco sempre di ritagliarmi del tempo da poter dedicare alla mia vita sociale.”

“Ci vuole molta organizzazione, ed essere pendolare complica molto le cose, dato che tornando spesso tardi per via dei mezzi non è affatto facile mettersi a studiare. Spesso mi sono ritrovata a saltare delle lezioni proprio per trovare il tempo per studiare, per me stessa e per la mia vita sociale.”

Vita da pendolari
Fonte: indagine condotta tramite Google Moduli

Economicamente parlando, è meno dispendiosa la vita da pendolare piuttosto che quella da studente fuorisede?

Le risposte sono varie. Infatti, gli studenti intervistati, in base alle risposte fornite, si dividono in due categorie. Ci sono coloro i quali pensano che la vita da pendolare sia più economica rispetto alla vita da fuorisede. Questo perché non c’è un affitto da pagare, quindi un eventuale alloggio con tutti quei costi extra che comporta (bollette, condominio, spesa). Mentre l’altra categoria ritiene che la vita da pendolare sia, alla fine dei conti, altrettanto dispendiosa.

Queste risposte hanno delineato un quadro molto simile tra i pendolari intervistati.  Il comun denominatore è il tempo. Quello perso durante i viaggi spesso diventa scoraggiante ed è totalmente condizionato da fattori esterni. La stessa cosa vale per le giornate, che sono interminabili. Per non dire che spesso i viaggi sono anche a vuoto, a causa delle lezioni annullate con poco o nullo preavviso.

Oggi la percentuale degli studenti frequentanti i vari atenei è per un 50% ricoperta da studenti pendolari. Questa soluzione, seppur come sopra riportato, all’apparenza potrebbe sembrare maggiormente economica, sicuramente richiede un maggiore dispendio di energie perché spesso la stanchezza è demotivante. L’opinione degli intervistati è quello che la vita da pendolari, non facendo vivere pienamente gli anni universitari,  possa essere una delle cause che rallenta il processo di autonomia e indipendenza dei giovani . 

L’unica soluzione sarebbe un’organizzazione migliore da un punto di vista delle lezioni, dei ricevimenti, delle pause e delle comunicazioni ed un briciolo di empatia in più nei confronti degli studenti pendolari. E’ veramente solo miraggio?

 

Marta Ferrato e Giorgia Fichera

Inaugurate le nuove sale di Cardiologia Interventistica dell’AOU “G.Martino”

Lunedì 12, presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Gaetano Martino” di Messina, sono state inaugurate le nuove sale ibride di cardiologia interventistica collocate al secondo piano del Padiglione E. Una realizzazione strutturale significativa, un microcosmo di tecnologia e innovazione.

Questo è  “un giorno importante per l’Azienda”, hanno dichiarato il Direttore Amministrativo dell’AOU, la Dott.ssa Elvira Amata, insieme al Direttore Sanitario, il Dott. Giuseppe Murolo. È stato raggiunto “un obiettivo significativo per la salute dei tanti pazienti che ogni giorno afferiscono al nostro ospedale e che qui troveranno competenze e professionalità”.

Quali sono le finalità e le nuove tecnologie offerte nelle sale? 

All’interno di queste sale potranno essere eseguiti interventi di vario tipo come: coronarografie, angioplastiche, occlusioni dell’auricola, chiusura del forame ovale pervio, chiusura di leaks endovascolari e interventistica extracardiaca.

Questi spazi fanno parte di un progetto ancora più ampio. Infatti, si punta alla strutturazione di un’intero piano adibito per tutte le specialità connesse alle patologie cardiache. Nella stessa area è previsto il reparto di Cardiologia, l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, l’Emodinamica e i relativi ambulatori.

Fonte: UniMe

Le nuove sale sono dotate di angiografi di ultima generazione. I maxi schermi touchless presenti consentono agli operatori di ingrandire i campi visivi e lavorare con più precisione.

Questo sistema multimediale, definito di video integrazione e collegato ai database medici multimediali d’azienda, permette all’operatore sanitario di visualizzare, anche in sala operatoria, le informazioni relative allo stato dei pazienti. Infatti, durante l’intervento, i medici potranno controllare personalmente TAC, risonanze e radiologie. Il sistema integrato conta sulle telecamere che riproducono in streaming gli interventi eseguiti per scopi di formazione e didattica.

Accoglienza, comfort e mobilità per il paziente 

Sentirsi in un ambiente confortevole anche in ospedale sembra un’utopia. In questo senso infatti le nuove sale puntano proprio a garantire tutti i comfort necessari al paziente. Per rendere gli ambienti meno ospedalieri, troviamo a far da sfondo grandi pannelli che ritraggono lo stretto di Messina e alcuni scenari dell’isola di Filicudi.

Fonte: UniMe

Per garantire autonomia e mobilità fin dai primi istanti è presente una sala risveglio. In questa spazio, adibito all’osservazione nelle fasi pre e post trattamento, troviamo anche attrezzature proprie delle terapie intensive per affrontare qualunque emergenza.

Il nuovo complesso è trasversale. Al suo interno il corridoio che collega le sale di Emodinamica all’UTIC (Unità di terapia intensiva cardiologica) permette un trasporto semplice ed immediato.

Tecnologie e innovazione per salvare la vita 

Fonte: UniMe

Il Rettore dell’Università degli Studi di Messina, il Prof. Salvatore Cuzzocrea, ha affermato che l’Università ha camminato di pari passo, non solo sul piano strutturale, ma anche cercando di dare a tali strutture i grandi professionisti che qui vi operano”. Un nuovo padiglione davvero all’avanguardia, poiché dotato di tecnologie e risorse umane competenti per andare incontro alle esigenze di salute delle persone, come egli stesso l’ha definito, oltre ad aggiungere che a breve verranno inaugurate le nuove sale di chirurgia vascolare: “tutto ciò si inserisce in una logica di sistema e sinergia complessiva anche in ambito cardio vascolare. Competenze che fanno del nostro policlinico una vera eccellenza”.

Il Prof. Antonio Micari, Responsabile dell’UOSD di Cardiologia Interventistica, ha dichiarato che “queste sale sono le più moderne al momento oggi presenti da Roma in giù”. Questo è motivo d’orgoglio per un sud spesso condannato in ambito sanitario. Attraverso queste tecnologie si consente “di eseguire in modo poco invasivo interventi cardiologici complessi e spesso SALVA VITA”.

Marta Ferrato

UniMe: la Cittadella sportiva si rinnova

L’offerta formativa sportiva di UniMe per i suoi studenti si rinnova grazie alla recente ristrutturazione dei campi da tennis inaugurati lo scorso 11 novembre.

I tre campi (per una superficie complessiva di 2718 mq) sono stati rivestiti in una resina che migliorerà la qualità e il comfort di gioco. Il restyling rientra in una rete di progetti che hanno l’obiettivo di rimodernare gli impianti sportivi.

Fonte: unime.it Alcuni momenti della cerimonia di inaugurazione

La cerimonia d’inaugurazione si è svolta alla presenza del Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, numerosi docenti e prorettori, il presidente SSD UniMe, dott.ssa Silvia Bosurgi, il Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Messina, Mons.Cesare Di Pietro e gli atleti messinesi Simona Cascio, Capitano della Nazionale di pallacanestro femminile sorde, e Fausto e Giorgio Tabacco, tennisti del Circolo Tennis & Vela Messina e alcuni rappresentati dei circoli tennistici locali.

“Ringrazio i tre atleti che ci hanno voluto dedicare il loro tempo e sono presenti oggi a questa inaugurazione che si è resa possibile grazie agli sforzi del personale dell’Ateneo che è riuscito ad attuare i lavori in un solo mese” – ha affermato il Rettore ringraziando i presenti e l’intero personale dedicato al progetto.

Ornella Venuti

Ritorna la cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea: aperte le iscrizioni

Hai conseguito, tra maggio 2019 e maggio 2022, una laurea triennale, magistrale o magistrale a ciclo unico presso l’Università degli Studi di Messina?

L’Ateneo ha organizzato ancora una volta, dopo la pausa forzata dovuta alla diffusione della pandemia, la cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea. L’evento sarà l’occasione perfetta per condividere con la comunità accademica, amici e parenti l’orgoglio e la felicità per il traguardo raggiunto.

Dove e quando si terrà l’evento

La cerimonia si terrà la sera del 26 luglio, a farle da cornice sarà lo splendido Teatro Antico di Taormina che anche nelle precedenti edizioni aveva accolto l’evento.

Come partecipare

I neolaureati interessati a partecipare dovranno seguire una semplice procedura accedendo a questa piattaforma: https://code.unime.it/taormina2022/ tramite le proprie credenziali ESSE3.

Durante la procedura sarà possibile comunicare il numero di accompagnatori (fino ad un massimo di 4) e decidere se avvalersi dei servizi di trasporto messi a disposizione dall’Ateneo.

N.B. la procedura di iscrizione sarà attiva fino alle 23,59 del 31 maggio (o fino alla disponibilità di posti).

Procedura per gli studenti che non sono più in possesso di un account istituzionale

I laureati che, essendosi laureati nelle sessioni precedenti, non si trovassero più in possesso dell’account istituzionale UniMe, per partecipare alla cerimonia dovranno inviare una mail al seguente indirizzo welcomepoint@unime.it

In allegato bisognerà inserire queste informazioni con le rispettive risposte:

  • Nome, cognome e numero di matricola dell’interessato;
  • Numero accompagnatori: 0, 1, 2, 3, 4;
  • Eventuali disabilità degli accompagnatori:  NO, SI;
  • Interesse ad utilizzare il servizio di trasporto: NO, SI;
  • Interesse degli accompagnatori al servizio di trasporto: NO, SI;
  • Altezza in cm (per toga);
  • Eventuali disabilità dell’interessato: NO, SI. 

Prima della cerimonia

Prima della cerimonia ai partecipanti verranno consegnati la toga, i biglietti d’ingresso e i tagliandi nel caso si usufruisca del servizio di trasporto.

Ulteriori dettagli verranno comunicati nelle prossime settimane. Per chiedere informazioni rivolgersi al seguente indirizzo email:  consegna.diploma@unime.it

Ornella Venuti

CCGrid 2022: un evento internazionale ospitato a Messina

L’Università di Messina insieme al team di ricerca Future Computing Research Laboratory organizza il CCGrid 22, il 22° Simposio internazionale di informatica in collaborazione con ICFEC 2022. L’evento, sponsorizzato dalla IEEE Computer Society ed il Technical Committee on Scalable Computing ACM SIGARCH, si svolgerà in quattro giorni; il 16 maggio a Messina al Rettorato vi saranno una serie di Workshop, invece, dal 17 al 19 maggio a Taormina avrà luogo un evento ad accesso limitato che vedrà la partecipazione di ricercatori internazionali: verranno trattati argomenti innovativi e ci si confronterà su tematiche di Cluster, Cloud and Internet Computing.

Digital Day

Il 16 maggio si terrà al Rettorato il Digital day, un evento dedicato alla presentazione di soluzioni e tecnologie digitali che oggi sono sempre di più all’avanguardia, con lo scopo di condividere la vision dei Ricercatori internazionali più influenti nella comunità scientifica.
Parteciperanno docenti e ricercatori dell’Ateneo messinese, saranno presenti diverse realtà aziendali leader nel settore digitale che interverranno sui temi della Digital Transformation. Durante la giornata saranno 2 i momenti principali: i talk della mattina organizzati presso l’Aula Ex-Chimica del dipartimento di Giurisprudenza sita presso il Polo Centrale dell’Università di Messina (Rettorato), in cui gli ospiti internazionali dialogheranno in lingua inglese sulle tematiche principali, e la presentazione di un Panel sul tema della mobilità urbana.

Tra i docenti dell’ateneo prenderanno parte all’evento della mattina il Prof. Massimo Villari e la Prof.ssa Maria Fazio del Dipartimento MIFT. Nel pomeriggio prenderanno parte invece la Prof.ssa Francesca Pellegrino e la Prof.ssa Adele Marino docenti del Dipartimento di Giurisprudenza, rispettivamente Presidente CUST-UNIME e Mobility Manager UinME, ed il Prof. Gaetano Bosurgi e il Prof. Massimo Di Gangi del Dipartimento di Ingegneria esperti nei rispettivi ambiti nel tema della mobilità urbana.


Sarà disponibile una diretta streaming dell’evento sul canale YouTube ufficiale di UniMe.

In concomitanza, nell’aula dell’Accademia dei Pericolanti si terranno dei workshop sulle tematiche affrontate dal simposio, tra cui:

  • Sistemi Cloud;
  • Sicurezza degli IoT;
  • Intelligenza artificiale.

L’evento è patrocinato dall’Università di Messina, dall’Ordine degli Ingegneri di Messina e dall’Ordine degli Architetti di Messina.

Per partecipare è richiesta la registrazione mediante un modulo disponibile all’indirizzo https://fcrlab.unime.it/ccgrid22/digital-day-in-messina/

Agli studenti UniMe che parteciperanno verranno riconosciuti 0.5 CFU, mentre per gli iscritti agli Ordini Professionali saranno rilasciati Crediti Formativi Professionali (CFP).

IEEE-CCGRID 2022

La conferenza IEEE-CCGRID 2022, ad accesso riservato, si terrà, per la prima volta in Italia, a Taormina dal 17 al 19 maggio all’Hotel Diodoro. Numerosi i ricercatori e scienziati che lavorano nel campo della Computer Science, Engineering e Data Science, provenienti da tutto il mondo, parteciperanno all’evento in cui verranno affrontate tematiche su:

⦁ Artificial intelligence, Machine Learning and Deep Learning
⦁ Future Internet and Computing Systems
⦁ Security, privacy, trust and resilience: Blockchain
⦁ Scientific and industrial applications
⦁ Distributed middleware and network architectures: Cloud, Edge, Fog Computing and Internet of Things (IoT)

Ospiti anche membri di Università del calibro della University of Chicago, Argonne National Laboratory, University of Melbourne, University of Cardiff, The State University of New Jersey, Ohio State University, Stanford University, University of São Paulo, ETH Zürich, solo per citarne alcune, così come i Laboratori di ricerca IBM di Haifa (Israele) e Santa Clara (California), Oracle, Intel, AMD, NVIDIA, in California, Fujitsu.

I keynote della Conferenza sono disponibili all’indirizzo https://fcrlab.unime.it/ccgrid22/keynote-speakers/

Gianluca Carbone

La mia “favola storta” e il lieto fine che sono stata capace di costruire

C’era una volta un’universitaria

 Ho sempre amato le favole: “Cappuccetto rosso”, “La Bella Addormentata”, “Cenerentola”, ma quella che mi ha più illuso è stata sicuramente “La favolosa vita di un’universitaria”. Diciamo che non è propriamente adatta per i bambini; di solito gli adulti iniziano a raccontartela quando hai più o meno sedici anni, solo che a questa ci credi (perché sei fomentata dal trilione di serie tv ambientante nei college americani). Nella maggior parte dei casi questo “e vissero felici e contenti” esiste davvero nella vita reale, fatta eccezione per chi come me ha iniziato a frequentare l’università nel 2019 e adesso sta per laurearsi. Noi matricole di quell’anno non lo abbiamo vissuto il lieto “inizio”, siamo stati catapultati nella versione aggiornata al 2020 della “favola”. Non c’è neanche stato il tempo perché passasse la paura dei primi esami universitari che una pandemia globale ci ha relegati in casa. Totalmente alienati dalle lezioni online, tra un circuito per gli addominali e un impasto per la pizza ci siamo imposti di studiare e andare avanti, pensando che, forse in seguito, saremmo riusciti a viverla anche noi quella “favolosa vita universitaria”. Settembre 2020: nuovo anno, nuove restrizioni, un po’ meno speranza. Il nostro Paese si faceva spazio tra una vasta gamma di colori e noi studenti vivevamo però in una scala di grigi. Dopo l’ennesimo picco di contagi, il grigio è scomparso, vedevo solo nero. Mi stavo perdendo una favola che mi spettava di diritto, allora ho deciso di riscriverla cogliendo l’occasione di partire in Erasmus. Ho vissuto per sei mesi una storia diversa da quella che mi aspettavo, parallela e alternativa. La “sliding doors” della “favolosa vita di un’universitaria”. Il mio periodo in Spagna più che la “reconquista” di abitudini da studentessa è stato lo “spin off” dell’estate dopo la maturità: bellissimo ma pur sempre differente. Andavo a “scuola”: la mattina in classe, il pomeriggio i compiti. Niente. La favola non iniziava! Poi, al rientro, il dipartimento in ristrutturazione mi ha fatto diventare ospite nella mia stessa università. Una matricola attempata che sta per laurearsi… altrove, seguendo le lezioni con una modalità mista che rende i colleghi icone evanescenti del mio laptop. Niente in questa favola sembra andare come dovrebbe, tra un “c’era una volta” mancato e un “vissero felici e contenti” solo promesso.

Eppure: ci sono tanti “eppure” in questa favola un po’ storta. Eppure, se fosse stata una di quelle favole in ordine, avrei perso più tempo ad organizzare lo studio da sola dopo il liceo. Eppure non avrei macinato tutti i libri che mi hanno permesso di essere in corso con le materie. Eppure non avrei saputo intrecciare rapporti con persone fisicamente lontane. Eppure, senza questa “ingiusta detenzione” da pandemia, forse mai e poi mai mi sarei imbarcata sul transatlantico Erasmus, perché non ne avrei sentito il bisogno, e a questa favola sarebbe comunque mancato un pezzo.

È vero che l’isolamento forzato ti toglie il sostegno del gruppo e quel cameratismo che spinge e tira. Eppure, con tutte le difficoltà del caso, questa situazione un po’ anomala mi ha costretto a contare sulle mie forze, a verificare da sola la mia preparazione, a supportarmi nelle decisioni da prendere senza confronto coi miei pari e, infine, a fidarmi di me e delle mie capacità. Ho toccato con mano i miei limiti e i miei momenti di sconforto, ma la mano non ha tremato quando finalmente ho potuto aprire la porta e uscire.

In questa favola storta non c’è una strega cattiva, è una di quelle in cui eroe e antagonista coincidono: la forza maturata all’interno di quella solitudine è stata l’espediente eroico che mi ha consentito di essere creativa e produttiva, nonostante mi sentissi fuori da quel mondo che mi ero immaginata.  La principessa si è salvata da sola ed è scesa dalla torre con le sue stesse trecce.

Aprile 2022: entro in un dipartimento non mio e mi stupisco di vedere gente intorno, mi sembra un sogno interagire con i miei colleghi e con i professori, scambiare chiacchiere e informazioni tra un caffè e l’altro… un sogno ad occhi aperti!

Adesso sto preparando la tesi, inizio a dare un’occhiata al mondo del lavoro; insomma sto temperando la matita per disegnare il bozzetto del mio futuro. Questo tempo, seppure vissuto in maniera inusuale, imprevedibile, inaspettata, è trascorso, e non invano. Ha lasciato le cicatrici della pandemia ma anche le medaglie dei traguardi. Ha investito indistintamente tutti e in particolare quelli che, come me, erano allo start di una gara fondamentale. Ma in un modo o nell’altro al traguardo ci sono arrivata. Sulle mie gambe, con le mie forze, con le trecce di Raperonzolo e col cavallo bianco di ogni principe che si rispetti. Perché in questa favola un po’ storta, che mi sono raccontata da sola, c’è una sola morale: il “vissero felici e contenti” l’ho scritto da me.

* Articolo pubblicato il 28/04/22 all’interno dell’inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud.

                                                                                                                     Sofia Ruello