Per un appello in più

WhatsApp-Image-2017-01-23-at-15.35.04-840x420Com’è che dice quella canzone? Ah sì “ti lamenti, ma che ti lamenti, pigghia lu bastuni e tira fora li denti”.
Uno degli obiettivi principali di ogni programma delle liste presentatesi durante le elezioni, era l’aggiunta dell’appello di Marzo che era stato eliminato per il calendario d’esami dell’A.A.2016/2017. Tanto hanno fatto e tanto hanno detto, che i neo eletti consiglieri di giurisprudenza hanno ottenuto l’aggiunta di un post-appello per la sessione invernale.
Il sit-in organizzato il 23 gennaio davanti ai cancelli della facoltà di Giurisprudenza, al grido degli hashtag #ridatecilappello e #MAVpagatoappellonegato, ha ricavato i suoi frutti per la gioia (e aggiungerei anche salvezza) di tutti gli studenti di Piazza Pugliatti.
Giorno 1 febbraio il direttore del dipartimento De Vero, in seduta di consiglio straordinaria (alla quale, però, non hanno potuto partecipare i rappresentanti degli studenti perché ancora non proclamati) ha proposto ai professori l’aggiunta di nuove date per sostenere gli esami; questi ultimi hanno deliberato a favore dell’introduzione del post-appello per tutte le materie relative alla sessione di Febbraio.
Nel comunicato ufficiale del Consiglio dei rappresentanti di Giurisprudenza, i consiglieri hanno esposto le modalità di prenotazione: “Ferme restando le date prefissate da calendario (sia per gli appelli che per i termini di prenotazione) i docenti, il giorno stesso del loro esame daranno la possibilità a tutti coloro i quali vogliano usufruire del Post-appello, di presentarsi in altra data da loro comunicata lo stesso giorno.
Sottolineamo che è necessaria comunque la presenza il giorno della prima data prevista da calendario per via delle difficoltà, da parte del sistema esse3, nella registrazione delle assenze, per cui gli studenti che vogliano usufruire del suddetto Post-appello dovranno comunque recarsi il giorno dell’esame prestabilito e comunicare la loro volontà di sfruttare la data successiva che verrà comunicata il giorno stesso (L’intervallo sarà, presumibilmente, tra i 7/10 giorni).
Purtroppo su questa situazione i docenti non possono fare altrimenti e si sono premurati di sottolineare ciò, ferma restando questa loro apertura rispetto le esigenze da noi portate avanti.”
Inoltre, chi si presenta all’appello ufficiale di Febbraio sostenendo l’esame, anche se ritirato, non potrà sostenerlo nelle date del post-appello, che dovrebbero rientrare tra il 20 ed il 28 Febbraio (salvo discrezione del professore). 
Questo risulta un grande traguardo raggiunto dagli studenti e per gli studenti. Certo non è nel mese di Marzo, nè risulta un appello ufficiale che verrà aggiunto con certezza nei calendari degli anni a venire, ma è sempre un passo avanti, che sicuramente non si fermerà qui. Come ci disse una volta il Magnifico RettoreGli studenti SONO l’Università”: che sia in concreto così. Ad maiora! 
Giulia Greco

L’influenza del divo

lucas-senza-maglietta-uomini-e-donne-trono-classico-gossipDivo: Cantante o attore di teatro, del cinema, del varietà, o campione sportivo di grande popolarità.

Con il termine divo ci riferiamo più frequentemente a quelle persone che incarnano gli ideali della società contemporanea, sempre più disposta a spersonalizzarsi, a massificarsi. Anche grazie ai media ed internet ormai, nascono e muoiono sempre più velocemente simboli e bisogni creati a nostro uso e consumo. Una societas la nostra, piena di bisogni quantomeno superflui ed eroi inutili. Si è passati dall’ammirare i divi del cinema che a loro modo incarnano valori di patriottismo, amore, giustizia, coscienza civile, a i nuovi personaggi creati dalla stampa, dalla radio, dalla TV e dai social network. Protagonisti questi, di una curiosa strategia di vendita del colosso commerciale di turno.

Vi sono certamente molteplici tecniche per dare vita ad un pinocchio qualsiasi, però la più ripetuta è certamente questa: si crea un personaggio, si dà corpo ad un mito, lo si usa per imporre gusti e ideali. Non è importante a che ambito appartenga, in quanto questa tecnica può essere applicata in senso trasversale. Facciamo un esempio: il “cantante rap” che si fa sponsorizzare da una qualunque società e ne pubblicizza i prodotti, innesca un mimetismo che lascia poco spazio all’espressione della personalità del singolo individuo. Si assiste poi ad una serie di suddivisioni in gruppi della società, gruppi formati dai sostenitori di un divo e di un altro, magari a lui contrapposto, così chi non fa parte di questi talvolta viene escluso e trascurato dai suoi stessi coetanei.

Mi viene in mente la diatriba fra Fedez e J-Ax da una parte, e Marracash e Gue Pequeno dall’altra, dove un penoso battibeccare a colpi di storie su Instagram ha dato vita alla solita guerra tra fan, dove però ad uscirne sconfitto è un altro protagonista: la musica. Ritorna questo mantra della superficialità dove tutto si misura sulla base di “quanto ho guadagnato”, “quanto vendo io e quanto vendi tu” (che poi bisognerebbe parlare quando i platino si assegnavano per le vendite e non per gli streaming Spotify e le views su Youtube ma lasciamo perdere), e si perde così il senso del fare musica, specialmente il senso del Rap, dove tutto spesso partiva da un disagio che si esprimeva in metrica e si comunicava negli ambienti intrisi di questo malessere. Questi invece si scaccolano alle sfilate di Moschino e poi si invidiano i dischi d’oro.

Ora emulare, non è solo una tendenza dell’essere umano, ma è realmente un bisogno. I bambini assorbono dal mondo esterno le regole che lo governano ancor prima di vedersi impartire una lezione, iniziano attraverso l’emulazione, una possibilità di apprendimento supportata da un apparato neuronale dedito solo a questo. Purtroppo non è un problema che il divo si pone quello di essere un esempio per gli altri, specialmente per i giovani.

Quindi alla fine del giro di giostra, in una società dove il quarto ed il quinto potere spesso creano dei miti che non traducono grandi ideali bensì futili bisogni, ci ritroviamo pieni di giovani e giovanissimi che volano basso (o meglio sguazzano nella bassezza) perché non sono in grado di affermarsi come individui. Preferiscono mettersi in coda, assomigliare in tutto al vicino, senza preoccuparsi di dimostrare le loro reali capacità e peculiarità, negandosi così la possibilità di operare per il progresso sociale, civile e culturale. Negandosi così la possibilità di scendere in piazza emulando i cittadini rumeni insorti nei giorni scorsi per l’approvazione delle leggi che depenalizzavano il reato di corruzione. Negandosi la possibilità di protestare e proporre soluzioni al problema della disoccupazione giovanile. Riportiamo al centro di tutto la curiosità, per la cultura, per il sapere. Riportiamo al centro di tutto l’amore per la propria cultura e per il proprio sapere. Che sia anche un movimento d’orgoglio dei più giovani, per smentire coloro i quali definiscono queste generazioni come quelle che: “vivono nel galleggiamento del presente, tra lo smartphone e lo spritz”.

Alessio Gugliotta

“Appello si, appello no, se famo du spaghi”

71gu332b-NL._SX355_C’è da chiedersi: poteva essere tutto evitato? Poteva andare diversamente? Ogni azione che compiamo ci porta, in modo irrimediabile, ad una serie di eventi che poi formano il quadro generale di una qualsiasi situazione attualmente vissuta, ma prima, cambiando qualche passaggio, era possibile variare il finale? Lasciando stare roba come l’effetto farfalla, il non incrociare i flussi e mai fare viaggi nel tempo da soli ma sempre in gruppo, è davvero possibile risalire alle cause effettive del nostro presente?

Me lo sono chiesto quando per la prima volta mi sono interfacciato con la spinosa questione dell’appello di marzo a giurisprudenza che da giorni ormai, più di una settimana, occupa le pagine telematiche dei social. Dove sta il disagio? Dove sta la verità? Probabilmente non sono quesiti a cui effettivamente si può rispondere, considerando le due campane (ragazzi ed amministrazione centrale). Due domande, però, giornalisticamente parlando, è lecito farsele. La storia non parte mica adesso, neanche da settembre scorso, siamo nel 2015 circa e si vota per il calendario unificato. In senato infatti dirigenza e portavoce degli studenti sistemano nuovamente l’assetto degli esami da collocare nei mesi dell’anno accademico, considerando lo svolgimento delle lezioni e le tempistiche delle prove, oltre che il carico di studi e la preparazione necessaria.

Un lavoro che alla fine vede l’accettazione del piano d’esami come lo conosciamo oggi, suddiviso per facoltà e con una media di due appelli per sessione, invernale, estiva, primaverile ed autunnale, con qualche piccola concessione per gli studenti fuori corso. In senato, quel giorno, ovviamente, anche le rappresentanze studentesche, che pongono il loro “placet” sul progetto (secondo il verbale, su 5 senatori 3 erano favorevoli, uno astenuto e uno contrario). Da qui in poi è il caos, il provvedimento scatena il panico tra le associazioni e si arriva alla richiesta dei giovani di giurisprudenza: due date a marzo che possano essere collocate in due venerdì del mese, così da non ostacolare il lavoro dei docenti in aula. Dopo un sit–in e vari incontri però la linea è sempre la stessa: nulla si farà, almeno per ora. Nei prossimi giorni gli studenti avranno un altro colloquio con Perconti, prorettore alla didattica, per cercare nuovamente di mediare. Ci vorrà quindi tempo, ancora, e la scena è decisamente incrinata.

Un appello in più a marzo sarebbe una possibilità davvero tangibile per i ragazzi di smaltire il carico di studi su più livelli, ma l’amministrazione non vede di buon occhio lo spostamento di lezioni e l’allargamento della sessione perché, come dichiarato dallo stesso rettore Navarra, “il calendario didattico è ampio”. Si sfonda quindi una porta aperta o si cerca solo una vetrina universitaria? Armando Falliti e Alessandro Salvo, rappresentanti di giurisprudenza, ai microfoni di radio UniVersoMe hanno spiegato come non ci sia nessuna passerella, anzi, una vera e propria battaglia aperta per i diritti degli studenti. Secondo la dirigenza UniMe, invece, la richiesta è ingiustificata.

La domanda però reale, lasciando stare gli altri quesiti, è: il problema sta a monte? De Vero, direttore del dipartimento di giurisprudenza, ha certamente un ruolo fondamentale all’interno della vicenda, ma va considerata la scelta sbagliata dei ragazzi in senato. Perché non prevedere lo spazio limitato per gli studenti sotto esami? Perché votare un calendario che si sapeva, perché era prevedibile, non avrebbe soddisfatto le matricole? Perché quindi non lottare più in senato e meno in piazza, ai tempi, per delle date che fossero pregnanti o per un’elasticità maggiore per un inserimento di esami straordinari? Hanno realmente risposto tutti, rettore, prorettore, direttore di dipartimento, rappresentanti degli studenti ma dall’ambiente senatorio tutto tace. Insomma, è finita a mangiata comunitaria, dove “vogliamo l’appello, e si, ci mettiamo tutti insieme a chiederlo”, ma perché allora non farla prima, questa mangiata comunitaria, ed evitare adesso di apparecchiare? Che poi, alla fine, una bella mangiata è stata fatta ed il conto lo hanno pagato gli altri. Chi vuole intendere intenda, chi non comprende si prenoti all’appello di febbraio, che poi se ne parla a giugno.

Claudio Panebianco

Relazioni Universitarie: le coppie che scoppiano (prima o poi)

È sabato. Forse vi siete appena alzati, forse state prendendo il 20esimo caffè della giornata. State preparando una materia, pulite la camera, aspettate il pranzo. L’unica certezza è che sia sabato. Questo vuol dire che, volenti o nolenti, ci siamo noi a farvi compagnia.

Questo vuol dire che, nella maggior parte dei casi, volenti o nolenti, voi stasera uscirete.

E quindi perché, ci chiedevamo, se l’occhio vi cade (magari mentre fate la cacca, Elisia Lo Schiavo docet) su oroscopi riguardo l’affinità tra segni scritti da nomi come Brezsny, Paolo Fox, Simon & Stars, il tipo di Tv Sorrisi e Canzoni… Dicevo, se vi cade su questi oroscopi e sogghignate davanti le coppie predette, disperati e speranzosi, perché noi, giusto noi, non dovremmo proporvi la stessa cosa?

E, infatti, ecco qua! Il nostro oroscopo che nulla ha di oroscopo, le nostre affinità non tra segni… Ma tra facoltà!

Così ci riserva il futuro? Chi dovete andare a cercare questo sabato sera? Da chi dovreste scappare? Chi dovreste lasciare su due piedi?

Scopritelo con noi: Elena Andronico e Vanessa Munaò, astrologhe per un giorno.

 

  • Studente in Giornalismo – Studente in Scienze Politiche

Queste due categorie di studenti sono molto particolari, per questo abbiamo deciso che, una relazione sentimentale fra i studenti che appartengano ad esse, non sarebbe cosa buona e giusta. Entrambi vivono nella più totale incertezza del proprio futuro, a metà tra il sogno e la realtà. L’uno sogna di firmare le pagine dei più importanti quotidiani nazionali. L’altro immagina di varare decreti legislativi che cambieranno la storia del nostro paese. Voi direte, dove sta il problema? In realtà, la questione è molto più sottile di quello che sembra.

Il Giornalista è politologo. Sa di avere nella sua carriera di studio, materie di ogni campo disciplinare possibile. Deve sostenere esami in due lingue diverse da quella madre, deve conoscere i principi fondamentali di economia, diritto, sociologia, filosofia, antropologia e POLITICA. Si, perché’ per quanto nell’immaginario collettivo, per fare il giornalista basta conoscere più o meno bene lo sport per avere una brillante carriera sul quotidiano dalle pagine rosa, è proprio la politica a complicare le cose.

Specie con chi la politica la studia e pensa di conoscerla meglio di chiunque altro essere umano del mondo. I politici (chiameremo così gli studenti di scienze politica) hanno già comprato i completi da indossare durante il loro insediamento in Parlamento. Sono conoscitori esperti di tutti i problemi che affliggono il Paese perché’ oh, l’ho letto sul libro che parla di politica.

Il problema? I giornalisti ed i politici (ricordatevi che ho chiamato così gli studenti delle rispettive discipline) non solo non possono avere relazioni sentimentali, non potrebbero nemmeno cenare allo stesso tavolo. Il Politico conosce, critica, si schiera, manda avanti lotte e battaglie di ideali e perché no, “rubare” il lavoro al collega giornalista. E lui MUTO, che mannaggia alla deontologia deve stare sopra le parti.

Se siete bravi, ma molto bravi, potreste anche provarci a far funzionare le cose. Ma se non volete rischiare di mandare tutto a monte per i vostri approcci alla vita diametralmente opposti, consigliamo ai politici, una relazione sentimentale con qualsiasi studente che non abbia materie politiche sul proprio libretto. Ai nostri cari amici giornalisti, consigliamo di comprare un taccuino ed una penna ed andare alla ricerca di uno studente di scienze della comunicazione che NO, non sono la stessa cosa (so che ve lo stavate chiedendo)

 

  • Studente in Medicina- Studente in Medicina.

Avete presente quando, davanti alla Ps1, giocavate a Tekken e, ignari dell’esistenza di sequenze logiche tra i vari tasti, premevate a caso L1, R1, X, O; fino a quando Nina Williams non faceva esplodere direttamente lo schermo della tv? Ecco, così, per caso, avevi fatto la tua prima combo, lasciando in cenere non solo Jack, ma anche l’amico seduto accanto a te.

È quello che può succedere se due studenti in Medicina decidono di mettersi insieme. Una relazione del genere può portare ad un cataclisma, ad un’esplosione stile Goku quando cerca di sconfiggere Majinbu.

Si staranno tanto simpatici all’inizio, si supporteranno a vicenda come due marinai che navigano nello stesso mare di ansia, si lasceranno andare nei sedili delle loro macchine tra una pausa studio e l’altra. Dopotutto, l’unione fa la forza: quindi, se con te c’è un tuo collega, i rimorsi della procrastinazione si sentono di meno. C’è anche da capirli, eh: gli studenti di medicina non vedono altri esseri umani che siano al di fuori di medicina. Si fa amicizia mentre si reggono le pareti del policlinico (caso mai potessero crollare).

Ma poi, sono due: o uno dei due si annulla, cala le ali, si sottomette… Oppure è la fine. La competizione riempirà ogni secondo: ognuno dovrà dimostrare all’altro di essere migliore, di essere più bravo. Li si può vedere competere anche a chi finisce prima di bere la bottiglietta d’acqua. Chi si brucia prima la lingua bevendo il caffè alla macchinetta. Chi finisce prima l’evidenziatore. Chi cuce prima il povero pollo Amadori comprato per esercitarsi. Chi dice più in fretta ‘’sternocleidomastoideo’’ o ‘’ciclopentanoperidrofenantrene’’.

Tu, studente in medicina, se stai con un tuo collega goditela finché l’altro non ti taglia la giugulare. E non ti azzardare a prendere 30. Se il tuo/a fidanzato/a prende 28 sei costretto a rifiutare il voto. Nella maggior parte dei casi l’amore lascerà spazio a suo fratello odio. Eh, ma che ci vuoi fare: sono persone incasinate i medici. Mica siamo su Grey’s Anatomy: qua siamo su ‘’Unime, licenza di uccidere’’. Quindi niente ‘’prendi me, scegli me’’; più un ‘’vade retro, Satana’’. Quindi no, noi sconsigliamo la coppia studente in medicina- studente in medicina. Lo studente in medicina lo vediamo di più con un compagno di professioni sanitarie, di fisioterapia, di biotecnologia: dopotutto sono abituati a lavorare insieme in equipe, a vedersi sperduti e spaesati per i padiglioni, condividendo il flagello delle aule inesistenti. Un po’ come gli animali che convivono nello stesso habitat. Gli studenti di professioni sanitarie sono abituati ai folli atteggiamenti megalomani degli studenti di medicina, sanno come tranquillizzarli (lorazepam nel bicchiere e tanti saluti). Consigliamo anche lo studente di Giurisprudenza: entrambi alzeranno la coda da pavone sfidandosi a chi la ha più bella ma, alla fine, parlando due lingue così diverse, finiranno per arrendersi entrambi e buonanotte.

  • Lettere, Storia, Filosofia – Scienze motorie

Il pensiero che queste due categorie di studenti non potessero essere compatibili è stato più che immediato. No, non è uno stereotipo (o forse sì) ma proviamo ad immaginare insieme una relazione sentimentale fra uno studente di lettere, storia o filosofia ed uno di scienze motorie.

Le probabilità che queste due categorie possano entrare in contatto non sono poi così basse. Entrambi si muovono nel circoscritto spazio della cittadella Universitaria, e riconoscerli non è poi così complicato.

Gli umanisti (li chiameremo così per comodità) vestono così bene che sembra che con Hegel o Garibaldi debbano andare a farci una video conferenza. Sono attenti: Ogni foglia spostata dal vento diventa un sonetto endecasillabo che Foscolo ti spiccia casa. Arrivano con una pila di libri e li portano a spasso sempre, come se fossero un’arma letale. Che poi, diciamolo pure, dovessero lanciartene uno addosso farebbero un baffo alle catapulte dell’antica Roma.

Gli atleti (chiameremo anche loro così per comodità) sono anime libere. Fluttuano nell’aria che nemmeno un fringuello a primavera. Sono belli. Fighi. Atletici. A loro bastano una tuta ed una maglietta aderente per farsi riconoscere (Alcuni indossano anche il fischietto al collo) Gli studenti di scienze motorie sanno quanto sia importante l’attività fisica, la vita all’aria aperta, la salute mentale.

Lo avete già capito da soli, no? Si ritroverebbero in conflitto perenne. A litigare davanti al televisore per decidere se vedere Piero Angela o l’ultima maratona di fitness proposta da Jill Cooper (se non ricordi chi sia, ti consiglio di chiedere a Google). Sarebbero sempre arrabbiati l’uno con l’altro. Il sabato sera, l’umanista vorrebbe trascorrerlo al circolo di poemi cavallereschi, l’atleta vorrebbe andare in palestra a tonificare i muscoli deltoidi.

Un consiglio: Non accoppiatevi mai con gli studenti della categoria opposta alla vostra. Potrebbe essere divertente si, ma non duraturo. Accoppiatevi piuttosto fra di voi. Fra di voi funziona benissimo. Gli umanisti con gli umanisti. Gli atleti con gli atleti. Nei vostri piccoli micro cosmi. Fidatevi.

 

  • Studente In Giurisprudenza- Studente in Economia.

Bah, non so perché ci siamo fissate con questa non- coppia. Non ci piace, punto. Dico, Paolo Fox le spara un po’ come più lo aggrada, dicendo di Saturno in opposizione e la Luna parallela alle sfighe ecc, quindi il principio è lo stesso. Mia madre, ad esempio, è un avvocato e si pizzica ogni due e tre con il suo commercialista. Almeno, penso sia il suo commercialista… Sai che non lo so?

Comunque, gli studenti in Giurisprudenza sono pragmatici, hanno una parlantina infinita e sanno esattamente come portarti dove vogliono loro. Questa strana scienza insegna loro che da A a B puoi arrivare passando per Z, poi un breve pit-stop su 2x e infine arrivi a B. Se la sanno girare bene la frittata. Ad uno studente di Economia che gliene sbatte poco, perché gliene sbatte poco, ce lo immaginiamo che stramazza a terra dopo 2 minuti. Quindi no, coppia bocciata.

Però entrambi potrebbero fare all’ammmore con uno studente di Lingue, ad esempio. Gli studenti in Lingue sono sui generis, sono dei tipetti ok, dove li metti stanno che tanto capiscono tutti. Ti sparano due cose in spagnolo e via, ti hanno conquistato.

  • Chimica, Matematica, Fisica – DAMS

Queste due categorie di studenti hanno delle doti non indifferenti e questo potrebbe giocare a loro favore. Hanno talento, coraggio, fiducia in sé stessi. Sono lì, seduti ad un caffè del centro. Sono carini sì, ma di che staranno parlando?

Lo studente di Chimica, Matematica o Fisica sa di avere conoscenze sovra umane. Conosce i principi che regolano il mondo: formule, assiomi, logaritmi, configurazioni elettroniche, tavole periodiche, equazioni, teoremi, moti circolari uniformi, gas nobili. Prova a spiegarne l’importanza agli umani. Sa che i comuni mortali non potranno mai comprendere, ma ci prova lo stesso. Lo scienziato (continuo ad utilizzare nomignoli per comodità, senza offesa) somiglia un po’ ad uno scienziato vero, uno di quelli tipo Einstein. I capelli elettrizzati (non a caso), lo sguardo perso nel vuoto che se ci guardi all’interno sembra di vedere una marea di simboli scorrere ad un ritmo elevatissimo. La tracolla. Indossano sempre, inspiegabilmente una misteriosa tracolla (dove, secondo me, nascondo affari nucleari da fa tremare l’Isis).

Lo studente del DAMS ha fatto dell’arte un mestiere. O per lo meno, l’oggetto dei propri studi. È un sognatore, uno che con il concreto ha ben poco a che vedere. Ve lo avevo anticipato che ha coraggio. Si, perché’ l’artista (studente del DAMS ndr.) combatte con orgoglio i pregiudizi della gente, di coloro che pensano che il mondo stia in piedi solo grazie alla scienza; alle formule, gli assiomi, i logaritmi…

Un momento… Cosa stavano facendo di sti due davanti al caffè? Ah, giusto… Hanno sbagliato tavolo. Relazione bocciata. Non siete anime gemelle, ma non disperate, per voi abbiamo alcuni consigli interessanti. Per gli scienziati, tutti numeri e calcoli, abbiamo scelto gli studenti di psicologia (ma proprio quelli bravi, ma proprio bravi bravi, oppure si mischiano tra loro mentre sintetizzano sostanze). E per gli artisti? Per voi non c’è niente di meglio che l’amore spirituale, trascendentale, ispiratore… (solo Dio lo sa, solo Dio…)

 

 

  • Studente in Ingegneria- Studente in Architettura.

Questo matrimonio non sa da fa. Ma popo popo pe niente. Sarebbe come mettere, non so, un pollo ed una tartaruga in una stanza e costringerli ad avviare una danza dell’accoppiamento. Lo studente di Ingegneria sappiamo essere un po’ sprezzante nei confronti del collega Architetto, che tende a farsela scivolare addosso sapendo la quantità di quattrini in più che possiede (ma, in realtà, il disprezzo è totalmente ricambiato). La dinamica è veloce e lo scontro più che mai precoce: ‘’Che materia stai preparando?’’ ‘’Scienze degli alieni 2, guarda che malloppo’’ ‘’Beh, noi ad Ingegneria l’abbiamo già data. È il sestuplo. Fallito.’’ Fine.

Certo, anche gli studenti di Informatica devono stare attenti al civettuolo futuro ingegnere. Loro però sono un pochino più tranquilli, sono calmi e, talvolta, riescono a moderare bene i conflitti intellettuali che il loro compagno d’amore vuole scatenare.

Comunque, caro Ingegnere, per te nessuno ha un cervello degno del tuo. Altro che figa d’oro, sostanza grigia d’oro. Quindi ti consigliamo una banana o una pera, o magari un ficus come compagno di vita. Se trovi un essere respirante disposto a starti vicino, pure se in stato vegetativo, ti preghiamo di tenertelo stretto. Grazie, la direzione.

  • Psicologia – Odontoiatria

L’associazione di queste due facoltà, devo essere sincera con voi, è stata, in un primo momento (forse anche in un secondo, terzo e quarto) un pochetto casuale. Come quando tutti hanno già scelto il compagno di briscola per il mega torneo della domenica che chi perde paga da bere a tutti, e gli ultimi, quelli che nessuno ha scelto, si accoppiano di conseguenza.

No, non ce l’abbiamo con voi. Non crediamo siate studenti di serie B che non meritano di essere considerati. Semplicemente, in questa lista di relazioni improponibili, voi siete quelli con una vasta gamma di scelta per il vostro partener universitario. Poi, l’illuminazione…

Lo studente di psicologia ha la tendenza a vedere il mondo come se fosse sintonizzato sulla Terra direttamente dallo studio di Freud. Vai per tre volte di fila in un negozio? Disturbo da shopping compulsivo. Mangi le unghie per non annoiarti? Problemi con i tuoi genitori. Piangi davanti al finale de “I passi dell’amore”? Disturbo dell’abbandono che oh, provaci tu a non piangere davanti a quel film.

Ve li immaginate, no? “Amore, oggi ho estratto due denti cariati, ho otturato un buco, trapanato una gengiva e mi sono divertito da morire”. Ed è subito psicoanalisi…

Trovare un compagno ad uno studente di psicologia non è cosa facile. Potremmo consigliare qualsiasi caso umano sopracitato che dedichi la propria vita a facoltà pressoché patologiche (vedasi matematica chimica o fisica) Per voi odontoiatri, invece, la strada è tutta in discesa. Uscite allo scoperto. Noi studenti aspettiamo che curiate le nostre carie del cuore.

 

  • Studenti in Farmacia- Studenti in Ctf.

Questi due sono un po’ come Ingegneri e Architetti. Lo scarto nella preparazione è di poco ma c’è, quelli in Ctf si sentono toghi perché possono fare quello che fanno i farmacisti e molto altro. La loro laurea da più sbocchi e, di conseguenza, perché non fare sempre presente ad un collega in Farmacia che è così? Figurati, mica ognuno si può limitare semplicemente a guardarsi il suo. E quindi, anche qua, coppia che scoppia. Beh, in realtà non diventa manco una coppia.

Si schifano a priori per cui il problema non si pone. Per cui, con chi possono fare la danza del ventre questi due soggetti? Noi, da grandi espertone (Vane, oh, ma come può mai essere che siamo ancora single?), consigliamo vivamente di trovare l’altra metà della mela in un ramo umanistico. Che poi, per esempio, anche con il medico è meglio che rimanga sul piano ‘’traduco le tue ricette con la stele di rosetta’’.

Ci può essere lo scontro e noi non ne vogliamo. Quindi, bon, un bel letterato che vi legge i bugiardini degli antibiotici prima di andare a dormire… Magari in greco antico. Tipo ninna nanna: sogni tranquilli.

 

In sostanza, comunque, fate un po’ come vi pare. Che se la dovete prendere nel di dietro, la prendete comunque. C’è poco da fare.

Un abbraccio ,

Elena Anna Andronico

Vanessa Munaò

Messina e Reggio, due sponde differenti unite da uno stile di vita: l’Avis.

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Antonio Romeo e Francesco Previte, i rispettivi presidenti comunali Avis di Reggio e Messina, ci chiariscono le idee sulla donazione di sangue e sul futuro della associazione.

 

Come si è avvicinato al mondo Avis?

Pres. Previte: “ Entrai a far parte dell’avis come semplice socio, intorno agli inizi degli anni 80. Avevo promesso al mio insegnante di elettronica che, dopo i 18 anni, sarei entrato a far parte del mondo Avis. E così, dopo la mia prima donazione, mi resi conto dell’importanza del dono.

Pres. Romeo: “Con l’esempio in famiglia, con la “dipendenza” che ti prende la prima volta che arrivi in sede, quello spirito di servizio che mi ha sempre contraddistinto nella vita scout.”

Da quanti anni è presidente e quali altri incarichi ha ricoperto in questa associazione?

Pres. Previte: “Son presidente comunale dallo scorso mandato, per quanto riguarda le cariche rappresentative avisine, da semplice socio a tesoriere, dirigente regionale, consigliere ragionale e potrei continuare. Posso affermare che sotto questo punto di vista ho fatto molta gavetta e ne vado fiero.”

Pres. Romeo: “Dal 2013 sono presidente dell’Avis comunale di Reggio. Abbiamo assistito alla trasformazione dell’Avis da semplice associazione ad impresa sociale, l’avvento dell’accreditamento ci ha portato sulla strada della qualità e della programmazione, ma anche sulla strada della burocrazia. Questo sacrificio viene richiesto dall’Europa e noi ci buttiamo con grande coraggio. In quattro anni abbiamo dovuto cambiare sede, costruirne una nuova ed ottenere per primi in Calabria l’accreditamento all’assessorato alla sanità della Calabria, ed ora mantenerlo con la visita biennale. Tutto ciò, durante il mio primo mandato in assoluto, ma le sfide non mi hanno mai impaurito, anzi mi hanno sempre affascinato e stimolato.

La donazione a Reggio come si svolge?

Pres. Romeo: “E’ un ambiente familiare ma contemporaneamente professionale, il donatore è accolto nella nuova sede dai primi interlocutori che sono i nostri amministrativi, compila il questionario, viene visitato dal nostro medico selezionatore svolgendo un colloquio in maniera riservata, gli viene effettuato un emocromo a 18 parametri da sangue capillare, che in italiano significa, che non ci fermiamo alla semplice misurazione dell’emoglobina, per sicurezza controlliamo altri 17 parametri. Il donatore viene reso idoneo e passa in sala prelievi dove effettua il suo gesto d’amore. Successivamente in sala ristoro, dove gli viene offerta una calda colazione.”

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Per quanto riguarda la donazione i Messinesi sono attivi?

Pres. Previte: “Una domanda da 1 milione di dollari! I dati non sono incoraggianti, dal 1 Gennaio ad il 26 Novembre 2016 sono state 2686 le donazioni di sangue, pochissime rispetto agli abitanti. E’ strano perché di fronte all’emergenza, il donatore messinese si presta, ma è un po’ pigro e distratto. Un ulteriore problema è che i nostri giovani donatori finito il primo ciclo Universitario vanno a trovare lavoro fuori, quindi la fuga di cervelli implica anche una grossa perdita di donatori. Ad esempio, uno studio effettuato dall’Avis nazionale, ha dimostrato che i primi ed i secondi della classifica donatori piemontesi sono rispettivamente calabresi e siciliani, dunque sulla generosità di noi meridionali c’è poco da lavorare.

Quanti donatori ha l’Avis Reggio e quanti l’Avis di Messina?

Pres. Romeo: “Circa cinque mila, numero esiguo rispetto la popolazione reggina e rispetto all’esigenze della azienda ospedaliera. Quasi 8000 prelievi annui tra emazie, plasma e piastrine, adesso però, ne serviranno circa undici mila data l’apertura del reparto di cardiochirurgia presso l’azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli.”

Pres. Previte: “Circa due mila i donatori messinesi, un dato che non rispecchia per nulla la mole di questa città.”

Le raccolte di sangue nelle scuole e come pensa di riavvicinare i giovani alla donazione?

Pres. Previte: “Per quanto riguarda i giovani siamo andati meglio negli anni passati, con il coinvolgimento di università e scuole, non entrando nelle aule, ma coinvolgendo le società studentesche abbiamo potuto implementare l’affluenza giovanile. Anche con borse di studio, per creare quel tipo di sana concorrenza per stimolarli al massimo. Ed infine informazione fatta tramite i nostri infermieri e medici, attuando una propaganda il più professionale possibile. Ricordo che Messina, è un città metropolitana, ma ancora non autosufficiente. Le grandi città hanno dei problemi per quanto riguarda la comunicazione dell’importanza del dono. Ma mi domando: perché in Piemonte siamo i primi e qui gli ultimi?

Pres. Romeo: “Continueremo a divulgare tutte le informazioni attraverso ogni nostro mezzo a disposizione, attraverso il nostro magazine, rispondendo sempre presente ad ogni manifestazione, ad essere promotori di una cultura solidale, come quella della donazione, essendo protagonisti nelle scuole e nelle università. E tutto questo è possibile grazie al nostro Gruppo Giovani, che da quindici anni è parte fondante del nostro reparto Avis.

Propositi per il nuovo anno..

Pres. Previte: “? Perché non un gemellaggio? Con Reggio condividiamo quasi tutto, basti pensare allo stretto, alla nostra cultura, le Università, l’aeroporto, la buona cucina, e mi fermo per non risultare noioso. La collaborazione è la chiave per cercare di dare una mano a chi ne ha veramente bisogno.”

Pres. Romeo: “Concordo pienamente con il Presidente Francesco Previte, mi impegnerò in prima persona affinché questo gemellaggio si possa fare prima di Febbraio. Condividiamo davvero tanto, perché non condividere anche un gesto d’amore come la donazione?”

Un saluto a tutti i donatori..

Pres. Previte: “Buon anno a tutti! Spero possiate dedicare tempo della vostra vita per salvarne un’altra. Donare è un azione concreta che giova al ricevente e al donatore. Il dono è vita, fate qualcosa che possa fare la differenza, venite a donare!”

Pres. Romeo: “Vorrei augurare a tutti i nostri donatori e non, un anno pieno di salute e felicità, ma vorrei sottolineare, che purtroppo, nonostante questi giorni di festa, <il malato non va in ferie>. C’è sempre bisogno di dare una mano per salvare più vite umane possibili. Il donatore reggino non ha ancora ben compreso l’importanza della donazione programmata e assidua. Sperando che in futuro questo trand possa cambiare, abbraccio di cuore tutti coloro che donano e che si avvicineranno a questo stile di vita. Donate e vi sentirete dei supereroi.”

 

Vincenzo Romeo

L’infinito CUS spicca il volo

foto4Anno nuovo, classifica nuova. Nella prima giornata dell’anno solare 2017, il CUS UniMe Calcio spicca il volo, agganciando la vetta della classifica del campionato di Terza Categoria, vincendo 4-3 un infinito match casalingo contro la rivelazione Ludica Lipari. Con questa vittoria, adesso, la rappresentativa studentesca dell’Università di Messina si trova al comando della classifica in concomitanza del Real Zancle a quota 19 punti.

La nona giornata di campionato, disputata al Nicola Bonanno di Messina di domenica 15 gennaio alle 12:30 e arbitrata dal Sig. Paratore, offre pioggia di gol e di emozioni non indifferenti.

Nel primo tempo la gara si sblocca subito in favore dei padroni di casa: il Capitano Iacopino sfrutta una pregevole torre di Di Bella su palla inattiva e insacca la rete del vantaggio. Vantaggio che, però, dura appena 60 secondi. Un’indecisione difensiva, frutto di un equivoco di comunicazione tra portiere e difensori del CUS, offre la possibilità del pari alla Ludica Lipari dagli 11 metri. Dinnanzi a Bruno si presenta Omar Dady, che non sbaglia ed è 1-1.

foto3Nell’ultimissima occasione di un bel primo tempo, il CUS torna nuovamente in vantaggio. Meravigliosa conclusione al volo di Arena di prima intenzione che non lascia scampo al portiere eoliano. 2-1 e la prima frazione di gara si conclude così.

Quindici minuti più tardi riprende l’incontro e, mentre gli ospiti creano le più nette palle-gol, i padroni di casa trovano un quasi rassicurante terzo gol: discesa fulminea di Vinci sulla sinistra, palla a rimorchio per Di Bella, tiro e palo-gol, 3-1.

Il Lipari prova a non gettare la spugna e prova a restare aggrappata alla partita realizzando in maniera astuta il gol del 3-2 con Rosi che appoggia facilmente in rete. La tensione aumenta, la partita è in bilico e la posta in palio è troppo alta per rischiare da ambedue le parti, causando inevitabilmente eccessivo nervosismo in campo. Al minuto 85, una bella combinazione sull’asse Vinci-Insana-Creazzo manda in porta proprio quest’ultimo, che a tu per tu col portiere ospite non fallisce. 4-2!

foto2A nulla gioverà il gol (autore Marchionni) del finale 4-3 di un orgoglioso Lipari, il quale ha dimostrato di meritare l’alta posizione che occupa in classifica.

Una vittoria bellissima, figlia di un gruppo che come una fisarmonica si muove con sincronia e melodia dentro e fuori dal campo. Una vittoria importantissima, che, oltre alla vetta della classifica, regala al CUS anche maggiore consapevolezza dei propri mezzi e delle proprie forze.

Il sesto risultato utile consecutivo (5 vittorie e 1 pareggio) è un segnale a tutto il campionato e a tutte le compagini. Vincere aiuta a vincere. Appuntamento alla prossima settimana, quando il CUS sarà ospitato dal Città di Antillo.

 

 

Formazione CUS (4-5-1): Bruno 1; Arena 3, Iacopino 4, D’Agostino 5, Rodà 2;

Nucera 10, Iamonte 8, Tiano 6, Vinci 7, Insana 11; Di Bella 9.

Lo Voi 12, Russo 13, Lombardo 14, Cardella 15, Condò 16, Al Hunaiti 17, Creazzo 18.

 

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Pagelle:

BRUNO 7: Sette come i chili presi nelle feste natalizie, sette come i minuti che ci mette per recuperare una palla, sette come gli infarti che procura a tutti in ogni uscita, ma alla fine mette sicurezza quando serve pur mischiando qualche piccolo errore con una prestazione buona… MOVIOLA

 

Arena 7: Non ne vuole sapere di passare palla quando parte in progressione, ma poi ci mette la solita zampata che riporta in vantaggio il cus con un bel tiro al volo. Finché la prestazione regge e i gol arrivano può fare tutti i festini che vuole. Brutto il calcio di reazione che regala all’avversario meritandosi ampiamente il rosso, da non ripetere… GRAZIATO

 

Iacopino 8: Oggi capisce che serve il suo carattere per tirare su la squadra e tenerla viva, ma decide anche di metterci la testa e mettere la partita in discesa, dietro perfetto come sempre… CAPITANO QUELLO VERO

 

D’agostino 6,5: Da centrale soffre sempre, ma oggi è concentrato e lo si vede. Un po’ fuori posizione, ma tanti ottimi interventi e una parata di petto sul possibile 4-4 nel finale… HIGHLANDER

 

Rodà 6,5: Cartellino giallo, tibia del 7 avversario portata a casa, svirgolata comica… C’è tutto ciò che ci ricordavamo di lui nel ritorno in campo dopo 8 mesi per l’operazione subita… G.M.RANDELLATORE

 

Tiano 6,5: Crescita continua, carattere e buone geometrie, dialoga poco con i compagni ruolo ma tanti bei lanci e un tiro al volo che sfiora di poco la traversa . Scompare sul finale quando gli avversari provano a recuperare il risultato…GEOMETRA

Iamonte 6,5: Match di grande sofferenza per il ragazzo, poca corsa ma tanta grinta e tanto lavoro sporco. Spicca qualche lancio dei suoi ma oggi ha pensato più a spezzare il gioco e le sortite offensive avversarie… INCONTRISTA

Vinci 7: Inizia il suo match con il suo solito fuso orario di 20 minuti, ma quando entra in partita mette una marcia in più per il Cus. Due assist fondamentali per la vittoria, notevole il primo dopo una discesa sulla fascia… ALTRUISTA

 

Nucera 6,5: Partita di sacrificio, ma lui ce la mette tutta e corre , fino al 43esimo quando il “nuovo” ragazzo di casa Cus crolla al suolo in preda ai crampi… ALLENATI!

 

Insana 6: Con la testa fra le nuvole e poco presente per 70 minuti, entra nel match quando gli avversari si stancano e offre un delizioso assist per il gol di Creazzo. Può fare di meglio e lo sappiamo… IN AFTER

 

Di Bella 7: Calma piatta e un gol fatto in estrema serenità. Lotta come sempre, lotta anche con la maglietta che lo costringe a mettersi il ghiaccio nel gomito dopo essere caduto nello spogliatoio ancor prima di entrare in campo… BALOTELLI

 

Creazzo 7: Entra, segna e dedica il gol alla sua donna costretta e prendere pioggia e vento per il Cigno. Sfiora anche la doppietta ma un rimbalzo fasullo glielo nega. Tanta corsa, finché stremato non finisce la benzina… CIGNO BIANCO (come i capelli sporchi di fango)

 

Lombardo s.v.: Entra e come prima palla gli tocca una punizione. Fortunatamente la tira fuori sennò “chi lo sopportava più?”. Rischia la vita sotto le mani di uno Iacopino fuori di se in seguito ad una punizione battuta in modo folle in pieno recupero… IN PERICOLO

 

Condó 6,5: Pochi palloni per il rientrante attaccante in casa Cus, ma il suo compito era tenere la palla in avanti e ci riesce per 3/4 volte… DILIGENTE

 

Russo 6: Pochi minuti per sostituire lo psicopatico Arena, qualche sbavatura e qualche palla spazzata per come si deve. Troppi pochi minuti per il sombrero giornaliero, poi una brutta caduta e tanto dolore alla spalla… ACCIACCATO

 

La Rosa – Burrascano 8: In assenza di Mister Smedile per motivi personali, siedono loro due in panchina alla guida Cus. Soffrono uno accanto all’altro per 90 minuti, sorrisi e sguardi spaventati, ma vivono la situazione a pieno e pur non essendone costretti vivono la partita al 100% come se fossero in campo a lottare con tutti gli altri… Penso che gli tocchi un sentito… GRAZIE

Mirko Burrascano,Federico Cardella

My Cicero ed ATM, splendida combinazione. Peccato per la grammatica

sottomyciceroMessina si avvicina sempre di più alle altre grandi città italiane nel settore dei trasporti pubblici, finalmente i titoli di viaggio dell’ATM sono acquistabili anche da smartphone. Sembrano così lontani i tempi del minimo storico con una quindicina di Bus nel 2013, ormai le corse non vengono più saltate, girano per la città mezzi nuovi ed affidabili e quando si può si trova anche il tempo di istituire nuove corse o ripristinarne di vecchie.

Recentemente l’ATM ha presentato “Messina viaggia in smartphone”, informando la cittadinanza che è adesso possibile acquistare i biglietti per Bus e Trama tramite l’applicazione “myCicero”. Una volta scaricata, bisogna accedere alla sezione Trasporto e poi alla sezione Biglietteria, selezionare “Atm Messina”, e scegliere il biglietto più consono alle proprie esigenze e successivamente bisogna scegliere la modalità di pagamento ed il gioco è fatto. Non resta che obliterare il biglietto prima di salire a bordo premendo il pulsante Attiva presente nel titolo, oppure per i biglietti a corsa basta inquadrare il Qr-code presente sui pannelli informativi affissi sul mezzo.

MyciceroIn occasione della presentazione l’ATM ha anche rilasciato un video esplicativo per spiegare passo dopo passo come acquistare il biglietto con il proprio telefono. Ecco, questo è forse più simile ad un cortometraggio che non ad un tutorial di quelli che si trovano on-line. Poco accattivante per i ragazzi che sono rinomatamente molto intuitivi per quello che è il mondo delle applicazioni, ma di certo più che dettagliato per persone appartenenti a quelle generazioni che non sono propriamente nate con il telefonino in mano. A me in quanto Millennials però non è sfuggito un dettaglio più importante, un errore in una battuta di questa scena muta, precisamente quando la signora impreca “No! Ne ho perso UN’ALTRO”. Ecco, non è per fare il Paolo Sorrentino o il Tullio De Mauro della situazione, ma posto che le cose fondamentali sono la nascita, lo sviluppo e la resa di una idea, anche la comunicazione di questa è importante, no?

Comunque lodi e plausi per l’ATM che un passo dopo l’altro risale la china e ci da ogni giorno un motivo in più per rivalutare la nostra Messina…peccato per il video.

Alessio Gugliotta

Sessione Invernale: i pensieri dello studente sotto esami

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Metà gennaio. Lo studente vacilla tra la paura di non farcela e l’angoscia di non farcela. Sono giornate uggiose. Mancano più o meno 4 giorni al giorno dell’esame.

E tutti, tutti, in loop, senza saperlo, pensiamo le stesse cose.

 

-Perfetto, questa volta ce l’ho fatta. Sono in tempo per poter fare la seconda ripetizione, magari anche la terza.

-Oh merda, mi sono addormentato!! Che ora è?? Magari sono solo le 16. LE DICIANNOVE? Vabbè dai, sono in anticipo, non fa niente, calma.

-Non mi siedo.

-Vediamo un po’ le date, che vuoi che cambia se lo do ora o più in là…

– Ok questo lo so.

-Ansia.

-Questo non lo chiede.

-Vabbè, meglio ripassare che non si sa mai.

-Ma mi sono prenotato?!

-Non vado nemmeno.

-Questa volta è 30, lo so!

-Anche 22 va bene.

-Ma perché non ci ho pensato prima?!

-Dio prendimi.

-O la va o la spacca.

-Questa volta i miei mi buttano fuori di casa.

-Devo stare calmo.

-Dal prossimo esame cambio regime.

-Sonno.

-Fame.

-Pipì.

-Solo una puntata.

-Ok, pausa.

-Solo un’altra…

‘’Allora che facciamo, verbalizzo il 18?’’

‘’Dove devo firmare?’’

Elena Anna Andronico

Angolo di strada

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La ragazza con i capelli lunghi correva nella strada come se fosse rincorsa da un segugio; attorno al collo indossava una sciarpa colorata ad occhio un po’ troppo lunga per la sua minuta statura, e la si vedeva svolazzare per qualche centimetro dietro di lei; stringeva dei libri al petto, che sembravano pesarle più del dovuto.

È bastato un incrocio su quella via trafficata ad interrompere il suo passo svelto: la fretta di due impacciati giovani si era trasformata in un fortuito incontro a ridosso di un angolo di strada.

Il cielo d’argento sopra di loro prometteva pioggia, ma quell’urto di sguardi era sole fra le nuvole cupe.

La ragazza bassina, chinata a terra per raccogliere i libri, aveva trovato il suo silenzio in una città rumorosa solo guardando gli occhi dello sconosciuto davanti a lei.

L’assurdo del caso aveva fatto incontrare due persone perfettamente conformi ed i loro cuori stavano facendo il resto.

I sorrisi si accoglievano l’uno nell’altro e nelle parole riecheggianti c’era la bellezza di una nuova primavera.

Poi, l’ardore delle chiacchiere li accompagnò per mesi; anche quando l’odore dei ciliegi profumava la brezza delicata sui loro volti.

Se i due erano stati perfetti sconosciuti, adesso i loro occhi vedevano gli stessi colori.

Le mani si intrecciavano mentre il Tevere vicino scorreva incurante dell’amore che si stava scatenando.

Fra i vicoli di Campo de’ Fiori, un chitarrista per strada accompagnava quella apparente normale passeggiata, che per loro era la più bella di sempre.

 

 

  • “ Io sono Elio”
  • “ Io Giulia” – rispose la ragazza con i capelli lunghi.

Era incappata negli occhi smeraldo di quello straniero fino a sprofondarci dentro.

In quel pozzo verde speranza, aveva trovato la sua felicità anche se per un breve idilliaco momento, ma sapeva che avrebbe voluto inciamparci per altre mille volte ancora.

 

 

Jessica Cardullo

Messina Glaciale: il ritorno della Neve

15941827_10211535316008158_849274161_nTutti muniti di berretti di lana, guanti, sciarponi, plaid e chi più ne ha più ne metta. Siamo passati dai selfie in spiaggia il 25 dicembre, che manco alle Canarie, dove sfottiamo i nordici sbattendo sui social i nostri +20° anche d’inverno, a rinchiuderci in casa con i termosifoni ‘’a palla’’.

Altro che bianco natale, bianca befana: porterà via pure le feste ma ha lasciato pure mezzo metro di neve. Il 6 pomeriggio siamo usciti stupefatti e incantati che, per quanto mi riguarda, mi sembrava fossimo tornati indietro di 15 giorni e jingle bells jingle bells.

Non solo il Sud, ma tutta l’Italia, che questo anno ha visto un clima abbasta mite, è stata investita da un freddo glaciale. Freddo dato da una perturbazione proveniente dalla Siberia, accompagnata da un vento freddo che fa percepire meno gradi rispetto a quelli reali.

Da un lato c’è l’arrivo di aria gelida dal Nord Europa, dall’altro però, secondo gli esperti, a influire potrebbe essere l’aumento dei gas serra nell’atmosfera. L’inquinamento insomma potrebbe causare eventi climatici estremi: dal caldo afoso (come quello che ha contraddistinto il 2016) alle ondate di freddo improvvise.

Noi tutti, dal canto nostro, ci siamo riversati sulle strade a fare pupazzi di neve, selfie, boomerang, arricchire le Instagram Stories, fare Snap su Snapchat come se non ci fosse un domani, ignari e felici. E, soprattutto, essere accuratamente e immediatamente presi in giro dai polentoni (che li vorrei vedere se arrivasse il nostro mare da loro).

Se avete alzato il naso e guardato il cielo, tra l’altro, avete potuto notare un banco fitto di nuvole grigio biancastre: questo è un fenomeno particolare detto “Tirreno sea effect snow”. Scorrendo sopra le tiepide acque del basso Tirreno l’aria gelida, d’estrazione artica continentale, è la causa che dà vita a questa peculiare manifestazione. Si sviluppano questi imponenti annuvolamenti cumuliformi carichi di rovesci e temporali, che possono assumere carattere nevoso fino a bassissima quota. Queste dense nubi bianche sono all’origine delle nevicate che durante il periodo invernale, a volte, colpiscono la Sicilia settentrionale e la stessa città di Messina.

E, per quanto è stato bello uscire e scatenare i nostri lati da fashion bloggers, disagi ce ne sono stati e anche parecchi: dalla chiusura dell’autostrada fino ad alcuni quartieri in centro città.

Impreparati o preparati? Ovviamente la risposta definitiva non la sapremo mai. Certo è che, al solito, ci distinguiamo per la confusione e il panico che sopraggiunge appena veniamo colpiti da qualcosa di anomalo. Per quanto in questo caso, sembrerebbe, non sia una questione di impreparazione. La Regione, preparata, infatti, non è riuscita, semplicemente, a contrastare appieno la situazione.

Così, tra un allarme meteo e l’altro, c’è stata la chiusura delle autostrade (fino all’uscita di Rometta direzione Palermo, fino ad Acireale e Giarre direzione Catania), ma anche del tratto fino a Dinnammare che ha reso impraticabile il raggiungimento del Centro Neurolesi. In tilt anche alcuni treni, servizi pullman e traghetti, specialmente per le Eolie, trovatesi quindi completamente isolate.

Tutti ne stiamo, dopo l’eccitazione iniziale, risentendo, ‘’intrappolati’’ in casa. All’eccitazione è subentrata la frustrazione. Se non fosse che noi un tetto sulla testa lo abbiamo: le zone dei terremotati sono quelle di cui maggiormente la protezione civile si sta occupando, cercando di aiutare gli accampati il meglio possibile.

Ancora, i senza tetto. Il sindaco Accorinti ha disposto, per l’emergenza freddo, l’apertura di Palazzo Zanca di modo da ospitare tutti i clochard e le persone in difficoltà e proteggerle dal freddo. Grazie Sindaco: sono dovuti scappare 8 morti, letteralmente dal freddo, in tutta Italia, perché qualcuno facesse qualcosa. Touché.

A parte tutto questo, come per il caldo, anche il freddo ha le sue regole: esattamente come le pubblicità estive in cui dicono ‘’bisogna idratarsi molto ed evitare le ore più calde’’, ora al telegiornale consigliano cosa fare e cosa non fare.

Non fare attività fisica all’aperto senza il giusto abbigliamento, idratare la pelle e non mollare il nonnino di 95 anni su un lago ghiacciato che poi scivola e si rompe il femore. Comunque, Corriere della Sera docet, sembrerebbe che il freddo aiuta a prendere meglio le decisioni complesse (penso valga solo per il sesso femminile, comunque. Se già voi maschietti avete difficoltà normalmente, figuratevi se vi si congela là sotto).

Inoltre si diventa meno concilianti e ci si sente più soli (stesso discorso di su, però mi sa che questa volta vale di più per noi ragazze. Fan Alert: spero per voi che non ci capitano le-nostre-cose insieme a un’altra bella nevica).

15941547_10211535316048159_1266268732_nSiamo realisti: in ogni caso a noi non rimane che, in questo periodo, la sessione invernale. Quindi, molto probabilmente, ci rivediamo in primavera. I nostri consigli? Serie tv, libri, radio UniVersoMe per rimanere collegati con il mondo e, al diavolo l’inverno, termosifone e pigiama is the new uscire il sabato sera!

Elena Anna Andronico