Il genio comico di Nino Frassica: presentato il suo ultimo libro “Piero di essere Piero”

Sabato 21 dicembre, l’Aula Magna del Rettorato ha ospitato la presentazione dell’ultimo libro dell’attore comico messinese Nino Frassica, dal titolo Piero di essere Piero,  organizzato dalla Feltrinelli Point di Messina, regalando ai presenti all’evento una serata di risate e momenti di grande coinvolgimento.

L’evento ha avuto inizio con l’intervento della Magnifica Rettrice, la Prof.ssa Giovanna Spatari, che ha accolto “il genio comico surreale” di Frassica in un’aula gremita di persone, in un sabato pomeriggio a pochi giorni dal Natale.

Tra il pubblico erano presenti alcune delle personalità del mondo accademico e culturale, tra cui Titti Batolo, associata alla libreria Feltrinelli Point e il presidente del Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina il dr. Egidio Bernava Morante.

 

Nino Frassica
Nino Frassica durante la presentazione del suo libro Piero di essere Piero. ©UniVersoMe

 

IL LIBRO E LA SUA CREATIVITÀ

Piero di essere Piero: un’opera che si presenta come una raccolta di racconti su numerosi personaggi chiamati Piero. Ma chi è Piero?

«Piero è un nome di fantasia, un nome simpatico», ci dice Frassica. Nella narrazione ricorrono il Piero Gigio, Piero Luperto, Piero Fois, San Piero Cavaliere, Piero il timido, Piero Moscati, ognuno dei quali è descritto con una fantasia sfrenata.

 

Nino Frassica
Nino Frassica nell’Aula Magna del rettorato. ©UniVersoMe

                                                             

  TRA DIALOGO, DIVERTIMENTO E TANTI RICORDI

Moderato dal professore Dario Tomasello, coordinatore del Dams, l’evento ha visto alternarsi momenti di dialogo con l’autore, racconti di aneddoti e storie divertenti che hanno portato alla memoria l’inizio della carriera di Nino Frassica, iniziata proprio a Messina, sua città natale. Ricordando i suoi trascorsi  messinesi «nel cabaret locale alla discoteca El Toulà, la sala Laudamo, il Vittorio Emanuele, il giornale il Soldo, in cui tenevo una rubrica umoristica e il giornalino dello Jaci, la scuola che frequentavo», Frassica ha confermato la sua innata capacità d’improvvisazione.

 

L’ARTE DELL’IMPROVVISAZIONE E LA SCRITTURA DEI LIBRI

«Penso che un bravo attore si riconosca anche dalla sua abilità nell’improvvisare. Il paragone che faccio è tra un prodotto fresco e uno surgelato: il prodotto fresco è l’improvvisazione, quello surgelato è la recitazione».

Tra risate, divertimento, qualche domanda e curiosità dal pubblico, Frassica afferma:

«quando scrivo, ma anche quando recito , non voglio lanciare nessun messaggio. La gente pensa che ci sia qualche significato nascosto nei miei libri, ma voglio solo far ridere e mi diverto anche io. Non c’è nessun copione; ogni tanto mi annoto qualche frase e quando sono pronto inizio a scrivere. Mi sento più libero così».

La presentazione si è conclusa con un numeroso firmacopie, durante il quale Nino Frassica ha dimostrato ancora una volta la sua disponibilità e accoglienza con i suoi lettori, confermando il profondo legame con la sua terra.

 

Il 7 e l’8 maggio la prima Student Conference del DICAM, “Il Conflitto”

Il 7 e 8 maggio si terrà al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina un convegno dal titolo Il conflitto: prospettive storico-antropologiche, filosofico-sociali, filologico-letterarie e archeologiche”. L’evento è organizzato dal dottorato in Scienze Umanistiche.

L’inaugurazione sarà nell’Aula Magna del Dipartimento alle ore 9.30 alla presenza della Magnifica Rettrice Giovanna Sparari, del Direttore del Dipartimento Giuseppe Ucciardello e della Coordinatrice del Dottorato in Scienze Umanistiche Caterina Malta. Subito dopo, la sessione plenaria sarà inaugurata dalla prof.ssa Caterina Resta, già ordinario di Filosofia Teoretica, e dal prof. Antonino De Francesco, ordinario di Storia Moderna e già presidente della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna; a moderare il prorettore vicario Giuseppe Giordano.

Per gli studenti che parteciperanno alla Student Conference è previsto il rilascio dell’attestato di partecipazione per il riconoscimento dei CFU nei corsi di laurea triennali e magistrali del Dipartimento.
Gli studenti che vorranno fare richiesta ai coordinatori devono registrarsi presso la segreteria generale del convegno allestita in Sala Mostre.

Locandina del convegno

Le tematiche del convegno

Abbiamo chiesto a tre dei dottorandi che si sono occupati dell’organizzazione, la dott.ssa Rosita Castelluzzo, il dott. Giovanni Di Bella e la dott.ssa Francesca Rodolico, cosa ci si dovesse aspettare da questi due giorni. “Il termine conflitto verrà declinato da ogni relatore afferente a diversi campi della ricerca. Ognuno darà la sua visione dal punto di vista concettuale, ma anche metodologico, su come affrontare il conflitto e come trovare le linee guida per risolverlo”.

È stato allestito un programma ricco di panel, che procederà per sessioni parallele mettendo in dialogo anche settori scientifici relativamente diversi uno dall’altro. “Abbiamo avuto un grosso riscontro” ci dicono i dottorandi “e ci sono state anche risposte da dipartimenti prettamente scientifici. Ovviamente poi il Comitato Scientifico ha dovuto restringere il campo per questioni tempistiche. Sulle 142 risposte ricevute, abbiamo potuto accogliere “solo” la metà dei relatori, purtroppo.”

Un convegno non soltanto locale, con relatori dalle università di Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Milano “Bicocca”, Napoli, Palermo, Perugia, Roma “La Sapienza”, Salerno, Torino, Venezia, dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dalle università di Belgrado (Serbia), Gent (Belgio) e Malaga (Spagna).

La genesi

Questo è il primo convegno organizzato dal dottorato di Scienze Umanistiche. I dottorandi dicono: “Il progetto è nato diversi anni fa, i colleghi dei cicli precedenti lo hanno pensato, ma poi per varie difficoltà non è stato possibile realizzarlo. Quest’anno, però, abbiamo tentato nuovamente e con l’aiuto di varie figure ci stiamo riuscendo, anche perché, essendo il primo, abbiamo dovuto fare tutto da zero.”

Lo stesso convegno pone in dialogo le quattro macro-aree del dottorato, risolvendo già in qualche modo un conflitto e creando comunità su più fronti. I dottorandi ci dicono: “Sono subito state coinvolte diverse forze dell’Ateneo e della Città, creando una sinergia forte, che non è sempre una cosa facilissima. Per questo un forte grazie va intanto alla Coordinatrice, la prof.ssa Caterina Malta, ai proff. Giuseppe Ucciardello e Giuseppe Giordano, al Comune di Messina, per averci dato la possibilità di visitare i luoghi più importanti della città.” Alla fine della prima giornata di lavoro, infatti, non mancherà la visita al centro storico di Messina con la guida dei proff. Roberto Cobianchi, ordinario di Storia dell’Arte Medievale, e Giovanni Giura, ricercatore in Storia dell’Arte Moderna.

I ringraziamenti continuano: “Si deve dire grazie al Palazzo Arcivescovile, all’Arciprete della Cattedrale, ma anche all’E.R.S.U, che offrirà i due pranzi a tutti i relatori, e all’A.T.M. per le linee potenziate. Il convegno è stato organizzato dai Dottorandi e dalle Dottorande di Scienze Umanistiche, ma l’aiuto di persone esterne è stato prezioso dal punto di vista pratico e spirituale, una su tutte il dott. Francesco Galatà.”

Ci sono già delle prospettive per il futuro di questo convegno? L’idea sarebbe quella di riproporlo ogni due anni, l’auspicio è quello che i posteri abbiano interesse nel perseguire questo progetto. A questo punto, non resta che augurare buon lavoro ai Dottorandi e alle Dottorande!

Programma del convegno 1/2

Programma del convegno 2/2

Giulia Cavallaro

SSD Unime: al via un torneo di pallavolo primaverile. Come partecipare

Le lezioni sono iniziate da pochi giorni, ma per chi avesse già bisogno di svagarsi c’è una bella notizia! Il 17 marzo dalle ore 10:00 si svolgerà il 1° Torneo di Pallavolo organizzato dalla coalizione studentesca ORUM in collaborazione con SSD UNIME e CSASU presso il Palazzetto Polivalente della Cittadella sportiva universitaria in Viale Giovanni Palatucci 13. È possibile iscrivere la propria squadra al seguente form di Google entro il 15 marzo.

Il regolamento

Il torneo si svolgerà nell’osservanza delle norme generali dettate dal regolamento della Federazione Italiana Pallavolo (FIP), con alcune regole aggiuntive predisposte dagli stessi organizzatori.

Anzitutto, è prevista la partecipazione gratuita per Studenti, Dottorandi e Specializzandi regolarmente iscritti ad UNIME per l’A.A. 2023-2024. È poi prevista l’iscrizione di un massimo di dodici squadre, ciascuna delle quali dovrà essere composta da dieci giocatori, con almeno tre giocatori di sesso opposto.

Le prime tre squadre in classifica riceveranno in premio delle coppe e delle medaglie. Sono previsti ulteriori premi per il miglior giocatore e la miglior giocatrice del torneo. A tutti gli studenti partecipanti verranno riconosciuti 0,25 CFU; requisito obbligatorio per riceverli è la presenza costante al torneo.

Da ultimo – ma non meno importante – il torneo sarà accompagnato da DJ SET, interviste e foto presso lo stesso SSD Unime!

L’SSD Unime

La Società Sportiva Dilettantistica Unime nasce nel 2020 e da allora gestisce gli Impianti Sportivi della Cittadella Sportiva Universitaria, del Centro Equitazione presente presso il Polo Universitario Annunziata, del Complesso Sportivo Primo Nebiolo e di Palazzo Mariani. La società offre una serie di servizi e agevolazioni agli studenti interessanti alla pratica di vari sport, che potete consultare anche sul sito web dell’ente.

Ulteriori informazioni nonché il regolamento dettagliato sono disponibili sulla pagina Instagram @orum_unime. 

Valeria Bonaccorso

“A 68 anni ho riiniziato l’università” … la meravigliosa storia di Fulvio!

Non sopporta che gli si dia del “lei”, perché: “tra colleghi ci si dà del ‘tu’ “; non accetta quasi la referenza che i suoi vicini di banco, spesso di decenni più piccoli, gli riconoscono in onore della sua veneranda esperienza; vuole costantemente accreditarsi giovane tra i giovani, avendo tutte le carte in regola per esserlo…

Fulvio Arena, un allegro studente-nonno dell’Università degli studi Messina, è una realtà da conoscere!

Uno speciale rappresentante dei valori eterni della cultura e della dottrina del “tutto è possibile” … a qualsiasi età!

 La storia di Fulvio: la passione nascosta ma mai abbandonata

Fulvio, messinese doc, dopo aver conseguito, da adolescente, la maturità classica presso i padri gesuiti, fu spinto dal padre a intraprendere gli studi universitari in Scienze Biologiche.

Al tempo – dichiara lui stessogli ordini di scuderia non erano discutibili. Pertanto, mi dovetti adeguare a studiare ciò che mio padre pensava fosse meglio per me e per il mio futuro”.

Così ripose in un cassetto la sua passione letteraria e il suo desiderio di darle qualsiasi adito accademico per vivere una vita di altri impegni: costretti, onerosi, ma mai sino in fondo distruttivi.

Il primo periodo universitario, comunque, fu per Fulvio una vera odissea: collezionai bocciature in fila in svariate materie, riuscii a proseguire solo grazie ai continui sacrifici a cui mi sottoposi”. Quando, però, nel giugno del 1977 finì il primo tortuoso viaggio, riuscì di colpo a volgere la sua vita, dando un taglio ai maggiori patimenti fino ad allora subiti.

Il nuovo lavoro, che lo ha accompagnato per diversi decenni, non gli pesò quanto i rigidi studi scientifici. E anzi, per la sua flessibilità, gli concesse pure dei modi per riprendere le sue passioni letterarie.

Passioni che, alla soglia della pensione, ha potuto finalmente sfogare!

Ai 62 anni, infatti, Fulvio si è finalmente riscritto all’UniMe, nell’occasione, nel corso di studi da lui bramato: ovvero filosofia!

Così, in meno di un triennio ha conseguito la sua laurea, mantenendo fede alla promessa che da piccolo si era fatto.

Dulcis in fundo, da settembre, al momento in cui di anni ne ha compiuti 68, ha riiniziato l’ennesimo ciclo didattico: corso di lettere, curriculum storico.

Immolandosi di fatto nella sua terza sfida culturale: “più tosta della precedente” – per quanto afferma l’esperto studente – ma a cui sono certo che non abdicherà.

Fulvio
La seconda laurea di Fulvio

Un esempio da seguire

Chi, oggi, frequenta le lezioni assieme a Fulvio afferma che fra tutti gli studenti, lui, è “probabilmente il più curioso e certamente il più partecipe con domande e interventi mai fuori luogo”.

Una descrizione, mi vien da pensare, coerente rispetto alla realtà che ci si può immaginare.

D’altronde, chi studia solo per amore dello studio come potrebbe comportarsi se non in questa maniera?

Raccontando di lui ho avuto il piacere di far miei dei dogmi fondamentali:

-Mai niente potrà impedirci di rivivere o ripartire, in nessun tempo!

-Il momento che cerchiamo potrà esserci distante, ma possiamo essere sicuri che, se vorremo, ci apparterrà!

-L’amore per le persone, o la passione per le cose muovono il mondo e spesso lo fanno in senso positivo.

Che tu sia da stimolo per i tanti giovani che ti conoscono e ti conosceranno, grazie per l’esempio che sei Fulvio.

Gabriele Nostro

FRU22. La radio si evolve ma resta evergreen

Il Festival delle Radio Universitarie, conosciuto anche come FRU, è un evento molto speciale per i radiofonici universitari, un appuntamento fisso ogni anno dal 2007 che permette a tantissimi ragazzi, sparsi per tutta l’Italia, di poter si ritrovare e coltivare insieme una grande passione: quella per la radio.

Lo scopo del Festival è quello di analizzare attraverso dibattiti e panel l’esperienza della radiofonia italiana, lasciando la parola agli esperti del settore, che individuano nella comunicazione multimediale un valido strumento per la diffusione di valori culturali. Un Festival che non si rivolge solo agli universitari, ma coinvolge tutti coloro che sono interessati al mondo della radio e della comunicazione.

I tre inviati di UVM al FRU di quest’anno. Da sinistra: Roberto Fortugno, Sarah Tandurella e Carmen Nicolino. Foto di Carmen Nicolino

FRU22: si riparte da Catania

L’edizione di quest’anno ha avuto tutto un altro sapore: è stata la prima in presenza dopo due anni di pandemia e si è svolta a Catania per la seconda volta. La manifestazione, tenutasi dal 19 al 22 maggio e organizzata grazie alla sinergia delle radio universitarie che fanno parte del circuito RadUni, ha avuto come sede l’Università degli Studi di Catania, permettendo a tutti i suoi partecipanti di trascorrere un divertentissimo weekend all’insegna della musica, con un’atmosfera tipicamente siciliana. Il capoluogo etneo è stato invaso da oltre 150 giovani che per tre giorni sono stati immersi in momenti di approfondimento, workshop, musica e socializzazione.

Il badge dell’edizione del Festival delle Radio universitarie di quest’anno. Foto di Sarah Tandurella

L’appuntamento più atteso è stato quello della Speaker Challenge: 22 ragazze e ragazzi provenienti da varie radio universitarie si sono sfidati a colpi di sketch radiofonici per eleggere la miglior voce dell’anno. Ad avere la meglio è stato Flebs, nome d’arte di Marco Fleba, studente universitario radiofonico proveniente da Radio 6023, la radio dell’Università del Piemonte Orientale. È stato poi assegnato un secondo premio, quello per il Miglior Format Radiofonico 2022, alla trasmissione Dietro Le Quinte di Unica Radio dell’Università di Cagliari.

 I temi dell’edizione

Temi centrali del FRU di quest’anno sono stati la sostenibilità, l’evoluzione della radio, il ruolo dei giornalisti e ovviamente la musica. I tantissimi panel organizzati da RadUni hanno avuto come moderatori illustri professionisti.

La professoressa Tricomi dell’Università di Catania ha spiegato la necessità di trattare argomenti scientifici anche in radio nonostante la difficoltà di non poter usare immagini, utilizzando un linguaggio semplice, in modo che il pubblico percepisca l’utilità di tali informazioni. Angelo Di Benedetto di RTL 102.5 e il giornalista Stefano Rossini (Gruppo Icaro) hanno affrontato il tema della sostenibilità, riassunto nel concetto di “consumare meglio, non meno”.

Il giornalista Danilo De Biasio ha costruito un dibattito sull’obbligo morale del giornalista di essere imparziale ma – allo stesso tempo – di riuscire ad imporsi con “un intervistato che dice la cosa sbagliata al momento sbagliato”.

Infine il giornalista e fondatore di Igers Roma, Matteo Acitelli, ha illustrato come utilizzare i vari social per fare informazione.

L’inviata e redattrice di UniVersoMe Sarah Tandurella. Foto di Roberto Fortugno

Tra informazione e intrattenimento: un mezzo antico e moderno

Ma la vera, unica e indiscussa protagonista del FRU rimane la radio: potente mezzo di comunicazione, che molti danno per scontato, ma che continua ad essere fonte di informazione e di intrattenimento. Come ogni altro medium, anche la radio si sta evolvendo, dal punto di vista uditivo attraverso i podcast, ma anche attraverso un punto di vista visivo con l’uso di immagini.

La radio continua ad essere uno strumento che si affida esclusivamente alla voce ma – come dicono lo speaker radiofonico Wad e la producer Marta Boffelli di Radio Deejay, ospiti anche loro del festival – «nulla vieta di spostare il materiale su altre piattaforme e diffondere ulteriormente il messaggio che si vuole trasmettere». Basti pensare che ormai da tempo è possibile “ascoltare” un programma radiofonico in televisione, guardando quello che accade dentro uno studio radiofonico durante una puntata, e sono in molti ormai a repostare contenuti radiofonici su social network come Instagram e Tiktok.

Una parte dei partecipanti al FRU e gli ospiti Wad e Marta Boffelli di Radio Deejay. Foto di Radio Frequenza Libera (Politecnico di Bari)

I momenti migliori sono quelli di conoscenza, di confronto e di scambio di idee con gli altri partecipanti. Il FRU permette di apprendere nuovi concetti o di perfezionare quelli che già sono stati assimilati, di accrescere le proprie competenze e di confrontarsi con gli altri. Per questo motivo, per noi studentesse e studenti di Radio UniVersoMe è stato facile conoscere gente con le stesse passioni, con gli stessi sogni e soprattutto con la stessa voglia di fare radio.

Non si tratta di accendere un microfono e parlare, ma di voler comunicare un messaggio importante e di cambiare il mondo attraverso uno strumento che è allo stesso tempo antico e moderno. Ecco cosa trasmette veramente il FRU: un’energia che ti invoglia a dare tutto ciò che sei in un continuo flusso di creatività e innovazione.

Sarah Tandurella

* Articolo pubblicato su Gazzetta del Sud nell’inserto Noi Magazine il 26/05/2022

Atm: entità libere, indipendenti e sovrannaturali

I 23 dell’atm sono genericamente riconosciuti dagli studenti diretti verso il Polo universitario Annunziata come entità libere, indipendenti e sovrannaturali, guidati da autisti con superpoteri ancora non del tutto chiari a noi semplici babbani.

© Alessandra Cutrupia

È possibile dunque elencare solo alcuni dei superpoteri fin ora scoperti:

  1. Fluidità/ Trasfigurazione; i nostri rossi compagni d’avventura posseggono questo dono che permette loro di assumere deliberatamente le sembianze di un qualsiasi altro atm. Non esiste una tratta precisa che il conducente possa indicarti una volta salito sul magico mezzo a sei ruote. La tratta è semplicemente fluida, variabile, indefinita. Potresti essere diretto all’Annunziata e ritrovarti tranquillamente al Papardo a seguire lezioni di biotecnologia perché “Caronte” (n.d.r. autista) ha compiuto l’opera di trasformazione della tratta che si presuppone ingenuamente predefinita. Perciò il 23 su cui stai viaggiando assumerà le sembianze di un 24 che svolterà verso Paradiso invece di percorrere la rotatoria e salire verso l’università. Voi, ingenui studenti del Dicam, siete in errore se credete che alla domanda “qual è l’ultima fermata?” qualcuno vi possa rispondere con certezza. E qui, “Caronte di turno”, alzerà le spalle in segno di dubbio e contatterà qualche collega per chiedere a che ora deve giungere alla misteriosa “ultima fermata”. Che poi, raccontata così, somiglia più ad un’allegoria della morte. Chissà che gli autisti non annuncino mai l’enigmatica meta proprio perché esseri dotati di immortalità.
  2. Invisibilità; superpotere del mitico bus a sei ruote che fa sì che esso si possa nascondere agli occhi di qualsiasi essere umano che sia disperatamente in cerca di un mezzo di trasporto che lo riporti a casa e lo salvi dalla pioggia e dal vento di Messina (che non è un elemento da sottovalutare).
  3. Restringimento; non se ne comprendono ancora bene le dinamiche, ma l’autista è capace di attraversare la strada più stretta, occupata sia a destra che a sinistra da una serie di macchine parcheggiate in doppia fila, senza danneggiarsi minimamente. Da ciò ne consegue il quarto superpotere.
  4. Invulnerabilità; una capacità che ha un secondo risvolto: gli atm sono indistruttibili e allo stesso tempo incapaci di distruggere. Se per puro caso l’autista dovesse strisciare contro un’automobile, essa rimarrebbe inspiegabilmente intatta.
  5. Telecinesi;  la capacità di spostare gli oggetti, in questo caso le persone e i gatti, con il pensiero. Provate una compassione smisurata per gli anziani che attraversano sulle strisce pedonali aiutandosi con un bastone in legno o per i gattini spelacchiati che fanno le fusa? Nessuno dei due è un ostacolo per il conducente dell’ atm. Con la mente riesce a spostare qualsiasi forma tangibile che ostruisca la carreggiata. Da qui ne deriva un sesto superpotere.
  6. Precognizione; la capacità di prevedere eventi futuri, in questo caso, di prevedere qualsiasi incidente, ingorgo stradale o corteo studentesco che possa danneggiare l’efficienza dell’autista.
  7. Capienza illimitata; gli atm, a quanto pare, sono immuni alle leggi della fisica. Per il teorema della relatività di Einstein, secondo cui lo spazio si dilata e il tempo si restringe, è possibile comprendere come all’interno di un 23 possano entrare seimila studenti nel giro di venti secondi.
Fonte: UniMe.it

Il superpotere tipico degli autisti del tram: la cronomanzia.   

Si tratta della capacità di piegare il tempo a proprio piacimento. Vi accorgerete immediatamente di questo superpotere una volta varcate le porte di un tram poiché la percezione che voi avrete del tempo sarà inevitabilmente diversa da quella dell’autista. Esso sarà volubile, astratto, congelato. Sebbene voi siate di fretta e stiate calcolando i minuti che mancano al prossimo mezzo di trasporto da prendere per giungere a casa vostra, al conducente sembrerà che il tempo all’interno del tram abbia smesso di scorrere. Avete fretta? Le rotaie sono libere? Perché correre quando si può fare un lento giro turistico di Messina e fermarsi a qualsiasi semaforo  seppur non funzionante?                                                                                                                                                                                              Non avrete mica un treno da prendere? Semmai uno da perdere. 

Alessandra Cutrupia

Miti e magia delle isole Eolie nell’incontro con l’antropologa Marilena Maffei

Sì è svolto giorno 12 aprile al Dicam l’incontro con l’antropologa Macrina Marilena Maffei, autrice dell’opera La maga e il velo. Incantesimi, riti e poteri del mondo magico eoliano, frutto della ricerca ventennale della studiosa sul fenomeno del magismo nelle isole Eolie. L’incontro ha visto la partecipazione attiva di studenti, dottorandi e cultori della materia, nonché del direttore del dipartimento di civiltà antiche e moderne Giuseppe Giordano, del professore Mario Bolognari e dell’antropologo Sergio Todesco che hanno aperto l’evento con dei brevi saluti.

Locandina dell'evento
Locandina dell’evento. Fonte: unime.it

A Mauro Geraci,  ordinario di Antropologia Culturale è spettato invece l’onore di introdurre l’intervento dell’autrice, di cui ha tracciato un profilo biografico alquanto interessante.

Laureatasi a Roma nel 1978 con una tesi sugli elementi fiabistici in Basilicata, sua terra d’origine, Maffei non è una studiosa inquadrata nei ranghi dell’ambiente accademico, bensì una ricercatrice che tocca con mano il suo ambito di interesse. Lo dimostra il suo approccio che documenta in maniera rigorosa le testimonianze dirette di un mondo contadino che ancora permea la modernità e a cui nelle sue opere è dedicato ampio spazio.

Nell’incontro con gli studenti del Dicam le dissertazioni astratte hanno lasciato il posto alla voce reale degli abitanti delle Eolie: i documenti sonori raccolti dalla studiosa durante il suo periodo di ricerca hanno intervallato più volte il racconto della studiosa su un mondo apparentemente arcaico e lontano. Un mondo che però, contrariamente a quello che siamo portati a credere, esercita ancora una forza di suggestione così potente negli abitanti delle isole che a un certo punto non è più possibile tracciare un confine netto tra mito e realtà talmente il primo permea la seconda e la asservisce ai suoi motivi.

Il professor Mauro Geraci accanto all’autrice Marilena Maffei. © Angelica Rocca

L’autrice, che prende la parola dopo il professor Geraci, ci parla di “figure fantastiche, oniriche, che raggiungono la densità del reale.” E sono proprio quelle che secondo i racconti popolari, abitano le Eolie, locus amoenus in cui terra e cielo si toccano, ma allo stesso tempo realtà costantemente minata dai terremoti, dai vulcani e fino a non molti anni fa dalla fame e dalla miseria.

Eolie e magia: il libro di Maffei unisce due mondi meravigliosi ed enigmatici che la studiosa ha avuto modo di conoscere tramite quei “cunti” della tradizione che ha portato alle orecchie e all’attenzione degli studenti in un incontro vivace e partecipato. 

Porte per l’aldilà, serpi chiomate e streghe volanti: i miti delle Eolie 

Il percorso tracciato dall’intervento di Maffei parte da un’immagine potente nelle credenze eoliane: il tópos del fuoco e del vulcano come porta per l’al di là. A conferma di questa tradizione che affonda le radici nell’antichità, la studiosa cita tra gli altri Jacques Le Goff che racconta nella sua opera famosa “La nascita del Purgatorio” di un crociato che tornando da Gerusalemme volle far tappa nelle Eolie convinto che qui si trovasse l’accesso agli Inferi. Ma immagine certamente più bizzarra e anche questa trais d’union tra mondo dei vivi e mondo dei defunti è quella della “serpe con i capelli”, caratteristica proprio dell’immaginario eoliano e concepita come reincarnazione di qualche “animicedda”.

Una credenza che trova riscontro anche in altre località meridionali ( basti pensare alla vicina Calabria dove anche qui si raccomanda di non uccidere i serpenti), ma che qui assume una forma particolare e insolita. Perché nelle Eolie queste anime imprigionate nei serpenti avrebbero addirittura capelli umani ( e qualche volta anche volto e mani)? Maffei risponde a questo legittimo interrogativo affermando che il contesto eoliano è talmente fragile e precario che qui la credenza nel mito non basta: diventa necessario allora avere prove, certezze concrete, conferme visibili di quanto si tramanda oralmente.

© Angelica Rocca

La discussione entra nel vivo quando ci avviciniamo a un altro personaggio degno delle migliori opere fantasy: quello della strega eoliana. Quali sono le sue peculiarità rispetto ad altre streghe o “befane” che popolano le leggende del Bel Paese? In realtà qui alla strega, non è associato alcun potere malefico, carattere diabolico o tratto mostruoso.

Nei racconti dei pescatori che hanno avuto la “fortuna” di avvistarle, emergono invece figure femminili bellissime, il più delle volte nude, le cosiddette “majare”, accomunate tutte da una caratteristica: la capacità di volare, ora per cielo grazie ad un unguento speciale, ora per mare su delle imbarcazioni.

Ed è proprio qui che la realtà storica delle isole, quella che viene spesso taciuta e rinnegata, trova uno sbocco nel mito di queste donne libere che volando sfidavano le regole di una società rigidamente patriarcale. Nelle Eolie erano proprio le donne ad andare per mare e a conoscere l’arte della pesca e della navigazione, mentre agli uomini era lasciato il lavoro dei campi. Questa consuetudine è taciuta dalla storiografia ufficiale e dalla tradizione popolare, ma si ritrova eco persino in qualche novella del Decameron ed è stata riportata alla luce proprio da Maffei che si è battuta tanto per farla riconoscere.

Oggi nel 2022 arriva finalmente una “grande vittoria per l’antropologia”: Clara Rametta, una sindaca di Salina, ha deciso di finanziare una statua dedicata alle donne che andavano per mare. Donne prostrate dalla fame e dalla miseria, ma capaci con la loro libertà di incutere timore negli uomini e per questo trasfigurate in streghe. Da qui il potere esorcizzante del mito, la sua capacità di farsi valvola di sfogo delle paure e delle speranze inconsce di un popolo che lo custodisce e lo tramanda ai posteri. Un potere così forte che continua ad affascinare e a incuriosire.

L’opera dell’autrice.© Angelica Rocca

Non sono mancate, al termine della giornata, le domande all’autrice sulla magia e il suo desiderio di dominare la realtà. Perché cosa fa un mago se non cercare di piegare la natura al suo volere? E cosa distingue a questo punto l’incantesimo dall’esperimento, la formula chimica da quella magica se entrambe si basano su un rapporto “causa-effetto” tra i fenomeni naturali? La magia con i suoi miti si può quindi definire la “sorella bastarda” della scienza. Conoscerla ( che non significa praticarla!) può aiutare a capire tanto anche della nostra contemporaneità.

Angelica Rocca

Torna il Taobuk Festival: tutte le attività formative per gli studenti

Il Festival Internazionale del libro Taobuk si rinnova per la XII edizione e come ogni anno, le opportunità per gli studenti UniMe sono numerose e diversificate.

Il Festival avrà come tema la ‘Verità’ e si svolgerà dal 16 al 20 giugno coinvolgendo il centro storico di Taormina e più di 100 autori e ospiti provenienti da diversi Paesi.

Gli eventi delle giornate renderanno possibile l’incontro tra la letteratura, il cinema, il giornalismo, l’arte, la musica e la cultura enogastronomica. Una serata da non perdere sarà di certo quella del 18 giugno in cui verranno presentati i vincitori dei Taobuk Awards 2022: Paul Auster, Michel Houellebecq e Giorgio Parisi, lo scienziato italiano che ha esplorato i ‘sistemi complessi’ ottenendo il Premio Nobel per la Fisica nel 2021.

Per presentare le stimolanti iniziative è stata trasmessa sulle pagine Facebook del Festival e dell’Ateneo una diretta a cui hanno partecipato il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, il Presidente e Direttore Artistico Taobuk, dott.ssa Antonella Ferrara ed il Direttore esecutivo Taobuk, dott. Alfio Bonaccorso.

Durante l’incontro sono state descritte le attività del campus e degli stage attraverso una presentazione video (clicca qui per vedere). Gli studenti avranno a disposizione una vasta gamma di esperienze formative in cui cimentarsi, oltre al contatto diretto con gli illustri ospiti.

Attività per gli studenti

Partecipare, come volontario al Festival, prevede due diverse aree:

  • Collaborare con la Direzione artistica in un’attività di “Stage”;
  • Dare il proprio contributo alle attività del “Campus”;

Le attività dello Stage inizieranno nei mesi che precedono l’evento per poi continuare nelle giornate dell’evento stesso. Per questo è richiesta disponibilità già da Aprile 2022.

I ruoli da ricoprire, in base alle personali inclinazioni e preferenze, saranno:

  • Segreteria organizzativa ( collaborare con l’ Ufficio del Cerimoniale, affiancamento alla Direzione artistica);
  • Responsabili di progetto (ad. es., Taormina Design Promenade, Taormina Cult, Mostre antologiche e personali);
  • Supporto alle attività dell’Ufficio stampa;
  • Social Media Management;

Le attività del Campus comprendono le seguenti mansioni:

  • Info-point (es. dare informazioni sul calendario e sugli eventi connessi a Taobuk);
  • Assistenza Eventi (essere di supporto agli autori e al pubblico);
  • Squadre Mobili (allestimento e gestione degli appuntamenti, distribuzione di programmi e locandine prima e durante il Festival);
  • Supporto logistica e allestimenti (supporto alle squadre di lavoro);
  • Taobuk Family – attività per i più piccoli: ( intrattenere i più piccoli nelle varie attività);
  • Accompagnamento Autori ( assistenza in caso di problemi di comunicazione, accoglienza dell’autore);
  • I fotografi del Festival;
  • Taobuk Operatori Video;
  • Free-lance (es. affiancare le attività dell’ufficio stampa);

Vitto e alloggio per gli studenti universitari saranno a carico dell’organizzazione.

Come partecipare

Per partecipare basterà registrarsi attraverso un form disponibile sul sito del Festival, a questo seguiranno dei colloqui one-to- one, svolti dall’organizzazione.

Agli studenti che parteciperanno verranno riconosciuti Crediti Formativi (CFU).

Per un’ulteriore presentazione del Taobuk Festival e per coinvolgere maggiormente gli studenti interessati, si terrà un webinar mercoledì 30 marzo alle ore 12:30.  È possibile seguirlo su teams cliccando il seguente link

oppure tramite diretta Facebook.

Per ulteriori domande o dubbi scrivere a: info@taobuk.it.

 

 

Ornella Venuti

 

Inaugurazione del blocco operatorio del Padiglione F del Policlinico: ecco i risultati di un progetto ambizioso e innovativo

“Oggi inauguriamo questa struttura che fa parte di un progetto molto più ampio.”

Inizia così l’intervento del Rettore, il Prof. Salvatore Cuzzocrea, che stamane all’inaugurazione del blocco operatorio del Padiglione F (quarto piano) del Policlinico universitario “G. Martino” ha espresso la sua più sincera gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato ai lavori iniziati l’aprile scorso. Di particolare rilevanza sono stati i ruoli ricoperti dal progettista e direttore Ing. Franco Trifirò e dall’Avv. Simona Corvaja.

Un progetto all’avanguardia

“L’ambiente è dotato di quattro sale chirurgiche munite di tecnologie sofisticate e di due sale, una di preparazione ed una di risveglio, con quattro posti letto ciascuna.” -spiega il Rettore.

Fonte: UniMe

Innegabile l’accuratezza del progetto, all’interno del quale è stato inserito un percorso riservato ai pazienti rigorosamente separato da quello riservato ai materiali di rifiuto delle sale al fine di evitare il rischio di contaminazioni.

Presenti al taglio del nastro anche il Commissario straordinario del Policlinico, Dott. Giampiero Bonaccorsi, il direttore del DAI di Chirurgia, Prof. Eugenio Cucinotta, il Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Messina, Mons. Cesare Di Pietro che si è occupato della benedizione del padiglione affiancato da Padre William, il cappellano del nosocomio.

Monsignor Cesare di Pietro. Fonte: UniMe.it

Il Prof. Eugenio Cucinotta, con il suo intervento ha messo in evidenza l’efficienza di un sistema di ultima generazione, installato nella sala operatoria, che consente di eseguire quattro interventi contemporaneamente ripresi grazie ad un monitor posizionato sul tavolo operatorio e permette di gestire le procedure chirurgiche tramite un unico pannello di controllo.

Fonte: UniMe.it

“Con un solo strumento vengono coniugate le esigenze di efficienza, velocità, controllo immediato ed intuitivo, tracciabilità delle procedure e riduzione del rischio clinico.” -illustra il prof. Cucinotta.

Inoltre, ogni sala operatoria è abbellita da immagini che manifestano lo splendore della Sicilia: le Isole Eolie, il Duomo, la Madonnina del porto, Taormina con l’Etna; un omaggio alla nostra terra.

Fonte: UniMe.it

Innovazioni in grado di salvare vite

Si potrebbe pensare che si sia trattato di una semplice inaugurazione, un rito di passaggio tra un vecchio e un nuovo progetto che mette unicamente in risalto l’attività svolta in questi mesi. Si tratta invece, di un nuovo inizio che dà speranza non solo ai pazienti dell’ospedale Policlinico, ma anche ai dottori, che grazie ai nuovi macchinari e ai nuovi spazi saranno in grado di salvare delle vite.

Le quattro sale operatorie costruite nel Padiglione F un giorno, potrebbero equivalere a quattro vite risparmiate dall’impossibilità di effettuare interventi chirurgici necessari.

 

                                                                                                                                                                 Alessandra Cutrupia 

Docenti UniMe: i recenti progetti, incarichi e riconoscimenti

L’Università degli Studi di Messina conferma ancora una volta il prestigio e l’eccellenza del proprio corpo docente.

Negli ultimi mesi del 2021, infatti, diversi docenti dell’Ateneo peloritano sono stati insigniti di prestigiosi riconoscimenti e incarichi e hanno preso parte ad importanti progetti.

I riconoscimenti e gli incarichi ottenuti dai docenti

Il “Premio 100 Eccellenze italiane” alla Professoressa Spatari 

Durante la settima edizione del “Premio 100 Eccellenze Italiane 2021” ideata e promossa dall’Associazione Liber, in collaborazione con la casa editrice Rde e con il contributo dell’Official Partner Sanity System, tenutasi giorno 16 dicembre 2021 alle ore 16 presso la Sala della protomoteca del Campidoglio, la Professoressa Giovanna Spatari, docente di Medicina del Lavoro, Prorettrice al Welfare e Politiche di genere dell’Università di Messina e Presidente della Società italiana di Medicina del lavoro è stata insignita del “Premio 100 Eccellenze italiane” nella “sezione personaggi”.

La Professoressa Giovanna Spatari. – Fonte: unime.it

Il prestigioso riconoscimento viene assegnato a 100 nomi rappresentanti la “bella Italia” che contribuisce quotidianamente allo sviluppo e al prestigio del nostro paese.

Il premio “Karl Jaspers” alla Professoressa Ricci

Durante la prima edizione del Premio Karl Jaspers svoltasi nell’Aula Magna della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti dell’ Università Federico II lo scorso 24 Novembre, la professoressa Paola Ricci Sindoni, ordinario di Filosofia morale dell’Ateneo peloritano e nota per i numerosi studi sul filosofo tedesco, è stata insignita del Premio Nazionale per il volume: “Un filosofo tra i filosofi. Karl Jaspers e il pensiero occidentale”. Si tratta di una raccolta di saggi scritti da Karl Jaspers negli anni fra il 1947 e il 1955, tradotti per la prima volta in italiano che approfondiscono il rapporto fra la filosofia e la sua storia.

Da sinistra, la Professoressa Paola Ricci Sindoni, ordinario di Filosofia Morale e il Professore Giuseppe Cantillo Presidente della Società italiana Karl Jaspers. – Fonte: unime.it

La “A.J.P. Martin Medal” al Professore Luigi Mondello 

La “Chomatography Society” ha conferito la prestigiosa “A.J.P. Martin Medal”, al Professore Luigi Mondello, docente di Chimica Analitica presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, farmaceutiche ed Ambientali dell’Università degli Studi di Messina, già inserito nella “The Analytical Scientist Power List” cui appartengono i 100 nomi più influenti nel campo delle scienze analitiche. La A.J.P. Martin Medal viene assegnata, annualmente dal 1978, a scienziati che si sono distinti per l’eccezionale contributo nel campo della scienza delle separazioni.  Il professore Mondello, lo scorso settembre aveva già ottenuto la “Medaglia Canneri”, uno dei riconoscimenti più importanti tra gli studiosi della Chimica Analitica (clicca qui per leggere l’articolo).

Il Professore Luigi Mondello, docente di Chimica Analitica presso il Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche ed Ambientali – Fonte: unime.it

Il Professore Ing. Massimo Villari nominato nel “Comitato Italiano Ingegneria dell’Informazione”

Lo scorso 1 dicembre il Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri di Messina ha nominato il Professore Ing. Massimo Villari, delegato dell’ODI di Messina, docente ordinario per il settore INF/01 e delegato ai servizi ICT del Rettore presso l’ateneo peloritanodelegato nel Comitato Italiano per l’ingegneria dell’Informazione (C3I). La nomina è motivata dall’egregia attività che il Professore Villari svolge da anni all’interno e all’esterno dell’Università e dall’illustre curriculum.

Il Professore Ingegnere Massimo Villari. – Fonte: unime.it

Tre docenti UniMe con Airett progettano il primo software per la teleriabilitazione nella Sindrome di Rett

Il progetto TCTRS (Teleriabilitazione, consulenza e formazione nella Sindrome di Rett) nato nel 2019 e realizzato da Airett (Associazione Italiana Rett) in collaborazione con l’Università di Messina ha impegnato la Professoressa Rosa Angela Fabio e i professori Giancarlo Iannizzotto e Andrea Nucita dell’Università di Messina nella progettazione di un software specifico per i soggetti affetti dalla Sindrome di Rett, in grado di coniugare intelligenza artificiale, dati clinici e pratiche riabilitative. L’obiettivo del progetto è quello di aiutare centinaia di famiglie su tutto il territorio nazionale ad accedere alle terapie di specialisti, che spesso si trovano a centinaia di chilometri di distanza.

La sindrome di Rett è una rara patologia neurologica dello sviluppo che interessa il sistema nervoso centrale ed è una delle cause più diffuse di grave o gravissimo deficit cognitivo. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile.

La Professoressa Rosa Angela Fabio. – Fonte: unime.it

Elidia Trifirò