Fantasmi

Nella mente
la malinconia,
a dover rimarginarsi
è rimasta la ferita.
Il nostro legame
l’ha portato via
il vento improvviso.
Hai colpito il mio cuore
e ne hai fatto polvere,
hai frantumato i ricordi
e li hai resi schegge.
Il lieto fine ormai
svanisce nell’oblio.
Non c’è più amore,
solo silenzio
e tanto rancore.
Siam due fantasmi
che hanno vissuto
un sentimento parallelo
che non s’incontra mai.

Alda Sgroi

immagine in evidenza: Illustrazione di Marco Castiglia

Approvato il DDL contro violenza sulle donne: cosa prevedono le misure

Nel pomeriggio di mercoledì 7 Giugno il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo disegno di legge che introduce misure più dure per contrastare la violenza sulle donne. Tra le nuove misure: priorità nei processi, arresti in “flagranza differita“, braccialetto elettronico applicato di norma e obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima. Non solo, anche un ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure cautelari, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido.

Il tema della violenza sulle donne in Parlamento

Già nell’agenda politica di governo da qualche mese, le misure volte a contrastare la violenza sulle donne diventano disegno di legge. Ad averne velocizzato l’approvazione il caso di Giulia Tramontano, uccisa a 29 anni dal fidanzato quando era incinta di sette mesi, una fra le quasi 129 donne che nei primi sei mesi del 2023 sono state uccise in Italia.

Il disegno di legge non entrerà subito in vigore, che sarà presto consegnata al Parlamento, per poterla discutere e successivamente approvare. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio dichiara, per quanto riguardano le tempistiche, che:

Il governo chiederà al Parlamento la procedura urgenza per l’approvazione del disegno di legge sulla violenza contro le donne, procederemo nel modo più rapido possibile. Sappiamo che queste cose non possono essere regolate con decreto legge, però vi sarà una corsia preferenziale, una dichiarazione di urgenza. Si tratta di provvedimenti che devono avere l’attuazione più rapida possibile, soprattutto per l’aspetto procedurale

A sostegno del ministro Nordio, la ministra per le pari opportunità e della Famiglia Eugenia Roccella afferma che «queste misure sono utili, ma non bastano: serve un cambiamento culturale. Per questo, con il ministero dell’Istruzione faremo una campagna di informazione, sia sulle nuove norme, sia portando nelle scuole le vittime di violenza per raccontare la loro esperienza».

panchina rossa violenza sulle donne
Una panchina rossa per ricordare tutte le donne vittime di violenza, iniziativa per la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, sito davanti al Palazzo Chigi Zondadari, San Quirico d’orcia (SI). Fonte: wikipedia

  • Rafforzamento delle misure di ammonimento

L’articolo 1 del ddl prevede il “rafforzamento delle misure in tema di ammonimento da parte del questore”, una misura di prevenzione prevista per tutelare le vittime di atti di violenza domestica, cyberbullismo o stalking. Lo scopo è quello di garantire una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione dei processi penali tipici. Ad oggi, si estendono i casi in cui si può applicare l’ammonimento, tra cui i cosiddetti reati-spia, che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive: percosse; lesione personale; violenza sessuale; violenza privata; minaccia grave; atti persecutori; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; violazione di domicilio; danneggiamento.

  • Arresto in flagranza differita

Per flagranza differita si considera “sulla base di documentazione video fotografica dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto” [Fonte: Gazzetta Ufficiale]

In virtù di ciò, l’articolo 9 del DLL disciplina l’arresto in flagranza differita prevedendo che anche i video e le foto possano essere utilizzati per far scattare l’arresto in flagranza differita nei casi di maltrattamenti in famiglia.

  • L’uso del braccialetto elettronico

Previsto nel disegno di legge anche l’utilizzo del braccialetto elettronico e al divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Mentre prima il braccialetto elettronico veniva applicato solo su richiesta del magistrato, ora lo sarà di norma tranne che il magistrato ritenga che non vi sia una reale necessità, e comunque con il consenso della persona interessata.

In particolare, si disciplina l’utilizzo del braccialetto elettronico con la prescrizione di ”mantenere una determinata distanza comunque non inferiore a 500 metri dalla casa familiare e da altri luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro”. Si prevede, inoltre, l’applicazione della misura cautelare in carcere non solo nel caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari ma anche nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti di controllo disposti, e per il delitto di lesioni personali.

  • Velocizzazione dei processi

Si assicura, d’altronde, il rapido svolgimento dei processi in materia di violenza sulle donne, ampliando le fattispecie per le quali è assicurata priorità, includendo: costrizione o induzione al matrimonio; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso; violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; stato di incapacità procurato mediante violenza; lesione personale. Sarà assicurata priorità anche alla richiesta e trattazione delle richieste di misura cautelare personale.

Non solo: c’è anche l’intenzione di formare dei magistrati che si occupino di violenza sulle donne con continuità. Inizialmente, si cercherà di affidare sempre agli stessi giudici i casi di violenza domestica. In più, è previsto che le donne che subiscono violenza ricevano tempestivamente tutte le informazioni sui centri antiviolenza presenti sul territorio.

Si inserisce, nel Codice di procedura penale, un nuovo articolo, con la previsione che il pubblico ministero abbia un massimo di 30 giorni dall’iscrizione della persona indagata nell’apposito registro per valutare se richiedere l’applicazione delle misure cautelari. Ulteriori 30 giorni al massimo saranno a disposizione del giudice per la decisione sull’istanza. Anche qualora il pubblico ministero non ravvisi i presupposti per la richiesta delle misure cautelari, dovrà proseguire le indagini preliminari.

Victoria Calvo

Promising Young Woman: chi è il mostro?

Davanti al male nel mondo, ai crimini più efferati della storia, ci si consola facilmente nella convinzione che il colpevole sia un mostro, un pazzo, un individuo atipico affetto da chissà quale disturbo psichico che l’ha portato a perdere il lume della ragione. Possiamo sentirci al sicuro nella folta schiera dei comuni mortali, noi esseri “normali”, noi persone ragionevoli a cui non capiterà mai di diventare i cattivi di una brutta storia.

Lo deduciamo più volte leggendo diversi libri: Hitler era un folle. Ma dov’era un’intera nazione che si è resa complice col silenzio di un genocidio? Lo riscontriamo spesso nelle pagine di cronaca: stupratori e assassini assumono le sembianze di demoni da film horror che raramente ci capiterà di incontrare aprendo la porta di casa. Ma dov’è la società che ha educato quei mostri, la brava gente che si volta dall’altra parte quando un uomo osa aggredire una donna?

Promising Young Woman: immagine promozionale. Fonte: Universal Pictures

Una critica spietata e originale a una società che si adagia sui comodi allori del proprio perbenismo, complice della rape culture, è Promising Young Woman (2021), film della regista esordiente Emerald Fennel, premiato agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale e trionfante anche ai BAFTA come miglior film britannico.

Una giovane promettente

Cassandra “Cassie” Thomas (una talentuosissima Carey Mulligan) è una giovane donna alla soglia dei trenta che lavora in una caffetteria e vive ancora con i suoi genitori, ma fino a qualche anno addietro sembrava “promettere bene”. Studentessa modello di medicina, si distingueva per intelligenza tra i suoi mediocri compagni di corso che però adesso sono tutti laureati e pienamente realizzati nella loro vita professionale e relazionale. Il treno che ha fatto deragliare l’esistenza di Cassie è stata la tragedia dell’amica di una vita, Nina, suicidatasi perché stuprata dallo “studente modello” Al Monroe (Chris Lowell) mentre si trovava ubriaca e inerme ad una festa universitaria.

Carey Mulligan in “Promising Young Woman”. Fonte: LuckyChap Entertainment

Da quel momento Cassie ha rinunciato al sogno di diventare medico e si è posta un solo obiettivo: vendicare la propria amica. Una piccola vendetta che mette in atto già ogni sera quando si finge ubriaca nei locali lasciando che qualche uomo gli si avvicini con l’intenzione di approfittarsene, per poi “svegliarsi” e rivelare di essere sobria, terrorizzando il tizio in questione. Ma la vendetta non si fermerà qui e i piani della protagonista riveleranno il suo carattere di donna promettente.

Quei bravi ragazzi

La vendetta di Cassie si articolerà in un crescendo di colpi astuti in cui i personaggi che la circondano si riveleranno a poco a poco complici di un sistema più grande che copre col silenzio il carnefice ed è pronto ad affibbiare la colpa ad una povera ragazza ubriaca.

La sceneggiatura tagliente – firmata dalla stessa Fennel – di questa commedia dalle tinte noir, non risparmia nessuno dalla macchia della responsabilità nel dramma di una donna abusata. Nessuno ne esce pienamente innocente. A partire dai “bravi ragazzi” che si avvicinano ogni sera a Cassie perché la credono incapace di difendersi, passando per Ryan (Bo Burnham), il dolce collega dagli occhi chiari che dopo anni riprende a corteggiare la protagonista, finendo con le donne. Donne omertose, donne complici e sorde alla verità scomoda che preferiscono liquidare con uno stereotipato “se l’è cercata!”.

Cassie si “mette nei guai”

In Promising Young woman non esiste un mostro (al massimo uomini stupidi e volgari), perché mostruosa è l’intera situazione nonostante i toni a volte divertenti. Mostruosa è un’intera società figlia di secoli di cultura maschilista, che va avanti cieca e silenziosa di fronte alla violenza sulle donne.

Al di fuori di questo giro di ipocrisia e perbenismo, che insabbia un reato per innalzare sul trono della scala sociale quello che in realtà è solo un delinquente, si “salva” solo Cassie, decisa ad andare contro tutto e tutti pur di far trionfare il suo ideale di giustizia e di amicizia sincera. Cassie, anche nelle scelte apparentemente più folli, dimostra la dignità e la perseveranza di un’eroina classica, disposta a sacrificarsi ad un tragico destino pur di rimanere voce fuori dal coro che grida una verità che nessuno vuole sentire. Ci piace pensare che la scelta del suo nome non sia un caso: Cassandra nell’Iliade era infatti la profetessa inascoltata dal proprio popolo.

Sguardo di donna

Azzeccate anche le scelte stilistiche della regista a partire dai colori pastello delle scenografie fino a canzoni pop come Toxic rivisitate dai violini, passando per i visi puliti di molti attori che evocano allo spettatore la “banalità del male”. Emblematico a questo proposito Jerry, il primo uomo che rimorchia Cassie ubriaca in un locale. Il personaggio è interpretato da un più maturo e inedito Adam Brody (il Seth Cohen di The O.C.), volto che per ovvie ragioni associamo al bravo ragazzo di buona famiglia.

Adam Brody e Carey Mulligan in una delle prime scene del film

In Promising Young Woman nessun dettaglio è lasciato al caso e ogni piccola inquadratura, ogni primo piano rivela lo sguardo femminile su quello che è “il peggior incubo per ogni donna.” Un incubo in cui non esistono mostri o pazzi furiosi, ma solo un inquietante silenzio in cui tutti rischiamo di cadere. A meno che non decidiamo di svegliarci.

Angelica Rocca

Til It Happenes to You: una denuncia trasformata in arte

Domani 25 Novembre ricorre la giornata contro la violenza sulle donne e noi di Universome abbiamo deciso di parlarvene in diversi modi: attraverso la musica, il cinema e tanto altro.

La rubrica di recensioni oggi ve ne parlerà con una canzone: Til It Happenes to You dell’artista Lady Gaga. Per chi non lo sapesse, il brano è stato candidato agli Oscar 2016 come migliore canzone originale.

Immagine promozionale del brano. Fonte: facebook

Til It Happenes to You è un brano scritto da Lady Gaga assieme a Diana Warrren (compositrice), per il documentario The Hunting Ground (2015), che mostra le testimonianze in prima persona di studentesse universitarie vittime di violenze e molestie sessuali, nei campus statunitensi. Ragazze che hanno avuto il coraggio di denunciare gli orrori commessi sulla loro pelle e sulla loro psiche, riuscendo a far tacere quella vocina che diceva : “è tutta colpa mia”.

“Finchè non accade a te, non sai come ci si sente”

Ma torniamo a noi: la canzone non è solo una denuncia ma anche un inno a tutte quelle donne che hanno subito violenza.  E’ una ballata pop accompagnata da archi; la voce di Lady Gaga all’inizio è dolce, come se avesse timore a parlare dell’abuso, ma andando avanti diventa più grintosa e allo stesso tempo delicata col suo timbro indimenticabile e ci trasporta in un viaggio difficile da comprendere.

Solo chi ha subito un simile dramma può comprendere al 100% quel dolore che non ti lascia e rimane con te.

Dentro la violenza in bianco e nero

Il video musicale, disponibile su Youtube, è stato girato interamente in bianco e nero.

Nell’incipit compare la scritta in inglese: «Il seguente video contiene contenuti grafici che possono essere emotivamente inquietanti ma riflettono la realtà di ciò che accade quotidianamente nei campus universitari.»

Il videoclip è molto forte, mostra al telespettatore delle violenze sessuali e come vengono superate. Vediamo le storie di quattro ragazze in sequenza alternata: la prima è una studentessa che parla con un suo collega, quest’ultimo a poco a poco le si avvicina e la violenta. La seconda è una ragazza trans-gender, che va in bagno e dalla porta sbuca un ragazzo che l’afferra e la violenta; abbiamo altre due protagoniste dirette a una festa, che vengono drogate e intontite prima che i loro carnefici si fiondano su di loro, come fossero carne da macello pronta per essere venduta.

Scena tratta dal vidoclip del brano.

Il video non mostra solo questi atti codardi, ma ci presenta il coraggio di queste quattro giovani studentesse: infatti le ragazze esprimono le loro emozioni scrivendo parole positive sulla loro stessa pelle e chiedendo una mano ai propri amici: il primo passo per uscire dal tunnel. 

A fine video compare un’altra scritta in inglese :”Una donna universitaria su cinque sarà aggredita sessualmente quest’anno a meno che non cambi qualcosa”

L’urlo di Lady Gaga

Lady Gaga ha voluto urlare non solo il dolore di tante donne ma anche il suo! L’artista, infatti, a 19 anni, per vari mesi, è stata molestata verbalmente e fisicamente e infine è stata violentata; da questa violenza è rimasta incinta e per ovvie ragioni ha deciso di abortire.

Dopo la violenza subita, la cantante è stata abbandonata per strada da sola, inerme e incapace di reagire.  Il mostro è stato proprio il suo produttore, che l’aveva minacciata, dicendole : “Togliti i vestiti!”.

L’episodio di Lady Gaga non è il primo e per nostra sfortuna non sarà nemmeno l’ultimo: noi donne nel mondo del lavoro il più delle volte veniamo minacciate e molestate, come se il nostro corpo appartenesse agli altri e fosse lì a loro disposizione, secondo il loro credo. Proprio come quando a un colloquio chiedono: “Lei ha intenzione di avere figli?”

 Lady Gaga tuttavia dopo un po’ di tempo è riuscita a confessare il suo dolore e di come si sentisse sporca in seguito a quell’atto compiuto da un piccolo omuncolo. L’artista ha inoltre dichiarato di essere diventa autolesionista e di essersi chiusa in sé stessa dopo la violenza subita.

Lady Gaga alla trasmissione “Che tempo che fa”. Fonte: cinematographe.it

Ma la nostra cantate, proprio lei che con la sua umiltà e dolcezza ci ha emozionato a Che tempo che Fa, è riuscita ad andare avanti e tendere una mano verso quelle ragazze che hanno vissuto il suo stesso incubo. 

“Credo che la gentilezza sia davvero il sistema perfetto. Va in tutte le direzioni. Si muove tra me e te, ma non si muove in cerchio. Collega tutti.”

                                                                                               Alessia Orsa