C’era una volta il commercio…poi arrivò l’isola pedonale

Da parecchio tempo ormai tiene banco la questione sull’ampliamento delle piste ciclabili in centro e l’inaugurazione di nuove aree pedonali. La città appare divisa, ma un punto d’incontro è necessario.

La rabbia dei commercianti

Lo scorso 12 aprile il Comitato 3 S – Sviluppo Sostenibilità Sicurezza – ha organizzato un flash mob a Piazza Cairoli per richiedere una revisione sulle politiche della viabilità cittadina.

Oggetto di scontro è la realizzazione dell’Isola pedonale lungo il Viale San Martino, che secondo i commercianti danneggerebbe le attività del salotto cittadino. Ai microfoni di TempoStretto, l’ingegnere Gaetano Sciacca, a capo del movimento civico Messina3S, si è scagliato contro l’amministrazione Basile, a suo parere colpevole di aver soffocato un’arteria vitale per i negozi del centro. Il timore dei commercianti è che la nuova area pedonale possa sottrarre parcheggi ai clienti, allontanandoli così dai loro negozi. Sulla stessa linea anche Emilio Andaloro, amministratore della società che gestisce Bar Casaramona, storico ritrovo del Viale. “A noi l’isola ha ridotto il fatturato – lamentava Andaloro in un’intervista rilasciata a StrettoWeb – stiamo decidendo di chiudere e trasferirci in un’altra città”.

Intanto i lavori di pedonalizzazione del Viale procedono spediti, e presto l’asfalto verrà ricoperto da una nuova pavimentazione che rivestirà la strada sino all’incrocio con il Viale Europa. Per recuperare i posti auto sacrificati, si dovrà attendere il potenziamento del Fosso, parcheggio multipiano della vicina Via La Farina. Vi è infatti un progetto, in fase di definizione, che prevede l’ampliamento da due a sette livelli, dei quali cinque dedicati ai posteggi.

 

Amazon piglia tutto

È vero che il nuovo Viale free auto stravolgerà le abitudini di negozianti e consumatori, ma ridurre la crisi dell’imprenditoria locale al solo problema dei parcheggi è una visione semplicistica di un problema molto più complesso.

Secondo Osservatori, nel 2024 gli acquisti online in Italia hanno superato i 58,8 miliardi di euro, con Amazon sempre più padrone del mercato. L’azienda fondata da Jeff Bezos annovera nei propri cataloghi un’infinità di articoli, stroncando sul nascere ogni tipo di concorrenza. Custom service su misura e spedizioni rapide hanno ormai fidelizzato milioni di clienti, trasformando l’acquisto su Amazon in una prassi consolidata. A soffrirne sono inevitabilmente le realtà locali che, spesso a conduzione familiare, possono poco o nulla contro lo strapotere del colosso americano.

 

Il Viale Offline

L’esplosione del mercato online impone alle realtà cittadine di non sottovalutare la propria presenza digitale. La pervasività di Amazon & Co preoccupa i piccoli – medio imprenditori, ma può trasformarsi in opportunità di rinnovamento per intercettare target diversi da quelli del proprio quartiere. Tuttavia, i commercianti del Viale San Martino sembrano non pensarla così: i negozi con una chiara immagine social si contano sulle dita di una mano (monca) e in molti non possiedono nemmeno un sito web. Si palesa dunque una scarsa consapevolezza dell’enorme potenziale di internet che i venditori del Viale pagano a caro prezzo.

Eppure fra rolex dorati, dolci food porn e abiti stilosi non mancherebbero certo i presupposti per creare profili social accattivanti, in grado di attrarre nuovi clienti da ogni angolo della città e non solo.

Al giorno d’oggi appare impensabile reggere un’impresa sul semplice passaparola o sulla clientela tradizionale che, per necessità, deve salvaguardare il proprio portafoglio.

 

 

Giovanni Gentile Patti

Immaginare una Messina del futuro

Troppe volte abbiamo ripetuto ora per rassegnazione, ora per scherno la frase «a Messina non c’è nenti» senza riflettere sul suo senso profondo. Profondo perché connotato da un forte atteggiamento di immobilismo: verità innegabile che Messina non presenta le stesse opportunità di altre città europee o connazionali, ma anche segno di accettazione passiva di uno status quo che è diventato fin troppo comodo per il messinese.

Eppure, recenti notizie sembrerebbero portare una certa aria di cambiamento. Si sta muovendo davvero qualcosa o sarà l’ennesimo buco nell’acqua? Prima di scoprirlo, proviamo ad immaginare quel che potrebbe essere una Messina del futuro, proiettata nell’arco temporale che va da qui al 2034.


Il Ponte sullo Stretto

Fonte: WeBuild

Favorevoli o contrari, convinti della buona riuscita di questo progetto o meno, i recenti passi avanti del Ministero delle Infrastrutture nel progetto del Ponte sullo Stretto hanno contribuito a scrivere la – già millenaria – storia di quest’opera gigantesca, destinata ad essere il più lungo ponte sospeso del mondo (come riportato dal Wall Street Journal).

Assieme all’impalcato che svetterà sulla punta della Sicilia orientale è prevista la costruzione di una sede ferroviaria a doppio binario, nonché di altre opere di collegamento quale una stazione metropolitana di Messina con tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa).

Una vera e propria rivoluzione che colpirà il tessuto urbano dello Stretto per un ammontare del 40% del finanziamento dell’intero progetto.

Rigenerazione del Waterfront

Anche uno dei punti più suggestivi della città costiera è destinato a cambiare volto attraverso un piano di riqualificazione dell’ex Fiera internazionale di Messina seguito dall’architetto Giovanni Lazzari, ex presidente dell’Ordine degli architetti.

Fonte: Gazzetta del Sud

La ex Fiera, in questo momento in demolizione, diverrà infatti un Parco urbano e naturale continuazione della passeggiata a mare. La realizzazione del parco verrà preceduta da una riqualificazione con messa in sicurezza della corrispettiva zona dell’ex Fiera che consisterà in intervento di manutenzione e di restauro, la cui gara è ancora in corso.

Lo scopo ulteriore dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto sarebbe di portare all’unisono l’intero waterfront della città con degli interventi di riqualificazione architettonica e paesaggistica dei compendi edilizi e delle aree demaniali esistenti tra il torrente Boccetta ed il torrente Giostra, sulla base di una progettazione che si trova nelle fasi finali di aggiudicazione.

MaXXI Med

La cultura che scende da Roma e si colora di blu e d’azzurro, i colori del Faro. Le Torri Morandi, testimonianza di una remota architettura industriale, diverranno quel ponte figurativo tra l’Italia insulare e continentale che accoglierà un polo museale incentrato sull’arte contemporanea denominato “Polo della Creatività del Mediterraneo”, sede distaccata del MAXXI Med di Roma.

Il museo MAXXI di Roma e le Torri Morandi a destra

L’area della riserva di Capo Peloro, già luogo di numerose manifestazioni culturali (si pensi al Festival degli Aquiloni e ai diversi concerti estivi ospitati proprio dove sorgeva la vecchia zona Sea Flight), sarà protagonista assieme ai Laghi di Ganzirri di un progetto quadriennale di riqualificazione che prevede non solo la manutenzione ordinaria a cadenza mensile, ma anche continui lavori di spazzamento e pulizia manuale dei fondali e delle sponde. Un progetto, quindi, volto a dare nuova vita alla bellezza naturale della zona.

Restyling del Viale San Martino e della linea tranviaria

Abbiamo già parlato delle opere di collegamento che verranno realizzate in concomitanza col ponte, ma anche il manto stradale cittadino avrà un aspetto tutto nuovo.

Per migliorare la viabilità cittadina, infatti, il Consiglio comunale ha deciso di partire dalla totale pedonalizzazione del Viale San Martino, che quindi verrà portato ad un unico livello; seguirà la riqualificazione della linea tranviaria inaugurata nel 2003 e che da quel momento non è mai stata oggetto di grandi innovazioni.

Rendering del Viale San Martino pedonalizzato e livellato. Fonte: LetteraEmme

L’intero impianto sarà per questo motivo soggetto ad un’opera di “restyling”, con il rifacimento dei due capolinea, Bonino e Annunziata, e delle pensiline. Proposto anche il passaggio al binario unico, che però è in attesa di un parere del Ministero delle Infrastrutture.

Lo scopo principale dell’opera sarà ridurre i disservizi causati dagli innumerevoli ritardi delle vetture e dovuti, in parte, al percorso tranviario ricco di curve e semafori che ne ostacolano la circolazione. Anche per questo l’ATM Messina sta continuando a dotarsi di nuove vetture che suppliscano ad eventuali malfunzionamenti di quelle più vecchie.

Riqualificazione Messina
Il parco Aldo Moro. Fonte: Gazzetta del Sud

La stessa Cortina del porto potrebbe cambiare grazie all’abbattimento delle barriere per favorire l’accesso al mare. Potremmo vedere più interventi dedicati all’ampliamento del verde pubblico, come quello che di recente ha interessato il parco Aldo Moro.

Servizi di sharing

Da ultimo (ma non meno importante), l’intensificazione dei servizi di sharing potrebbe scrivere la storia di una città più verde e più sostenibile. Da qualche giorno circola la notizia dell’arrivo di mille nuovi mezzi dalla società Verde Mercurio, la prima a fornire il servizio cittadino già dallo scorso ottobre.

A Verde Mercurio si aggiungeranno altre tre aziende: Voy Technology, Toogo e Vento.


Non possiamo ancora definire con chiarezza che piega prenderanno i progetti appena elencati, né quelli che verranno presentati in futuro. Dopotutto, la storia di Messina è una storia di occasioni mancate. È la cosiddetta “città dei rendering”, di progetti che solo in piccola percentuale vengono poi realizzati.

Se il cambiamento infrastrutturale sfugge dai poteri dalla cittadinanza messinese, lo stesso non vale per l’atteggiamento psicologico di fatalismo e immobilismo che spesso ci definisce. In fin dei conti, riuscire anche solo ad immaginare una Messina del futuro ci spinge a non ignorare più il grande potenziale che cela il bel territorio peloritano.

Valeria Bonaccorso