Passano in zona gialla altre Regioni italiane, mentre il governo pensa alle misure per le festività

Veneto, Liguria, Marche e Provincia di Trento passano oggi, 20 dicembre, in zona gialla. La misura è stata disposta principalmente per l’aumento dei ricoveri, avendo superato la soglia di sicurezza: 10% per la terapia intensiva e il 15% per i reparti ordinari. Lombardia ed Emilia-Romagna hanno evitato il giallo per poco.

La cartina di oggi, 20 dicembre (fonte: periodicodaily.com)

 

Nelle scorse settimane, avevano già subito il passaggio di colore: Friuli-Venezia Giulia il 29 novembre, la Provincia autonoma di Bolzano il 6 dicembre e la Calabria il 13 dicembre.

Con le festività alle porte, il governo cerca di capire quali siano le misure migliori da adottare, per evitare un drastico peggioramento della situazione, mentre si osserva con preoccupazione l’aumento dei casi di variante Omicron. Anche se i sintomi da essa provocati non sono più gravi, gli esperti temono che la sua veloce corsa possa mettere in crisi il Paese.

In Italia, l’incidenza dei contagi per 100 mila abitanti nelle ultime tre settimane è, infatti, salita da 155 a 176. Poi il salto netto, venerdì scorso, a 242. L’incidenza più alta si registra nella Provincia di Bolzano, 566 casi a settimana ogni 100mila abitanti. Seguono il Veneto (506), il Friuli (376), la Valle d’Aosta (330) e la Liguria (313).

Il bollettino di ieri, domenica 19 dicembre, emanato dal Ministero della Salute, ha registrato 24.259 nuovi positivi su 566.300 tamponi effettuati. I decessi sono stati 97, i guariti 9.403.

Ora si attende giovedì 23 dicembre per la cabina di regia presieduta dal premier Mario Draghi, organizzata appositamente per prendere le decisioni definitive in vista delle festività.

(fonte: leggo.it)

Lombardia ed Emilia-Romagna sventano la zona gialla. Altre Regioni rischiano quella arancione

Successivamente, la prossima segnata sul calendario dal governo è lunedì 27 dicembre, giorno entro cui le Regioni che hanno sventato oggi il passaggio in giallo, potrebbero subirlo, appunto, la prossima settimana,

LEmilia-Romagna ha superato solo il livello di guardia per le terapie intensive e per questo si attende ancora prima di reintrodurre la zona gialla. A rischiare di più, alla luce degli ultimi dati, è la Lombardia avendo il 14 % dei reparti ordinari occupati e il 9,5 % di quelli nelle rianimazioni.

Ciò che ha fatto evitare per ora il tracollo è la manovra eseguita nelle ultime ore: sono stati aumentati i posti letto ordinari a disposizione, così da abbassare la percentuale di occupazione di quest’ultimi per passare da una percentuale del 15 al 14%. A dare la comunicazione l’Assessorato regionale al Welfare “Un aumento di 1.752 posti, il nuovo valore è di 10.237, vicino al tetto massimo di 10.500”. Non ci sono, invece, variazioni nel numero di posti in terapia intensiva, che restano 1.530.

Non si annulla, però, il rischio del cambio di colore nella prossima settimana, tutto dipenderà dall’eventuale peggioramento dei dati. A parlare dell’ipotesi, è stato lo stesso governatore lombardo Attilio Fontana, nella giornata di ieri:

“È possibile che ci sia il giallo dopo Natale, per fortuna grazie al cielo siamo in una situazione ancora abbastanza controllo, tutto dipende dai prossimi due giorni perché i numeri vengono inviati a Roma martedì e penso che ci siano buone possibilità di rimanere in bianco, ma è chiaro che siamo abbastanza al limite.”.

Il governatore Fontana annuncia aumento dei posti letto (fonte: rtl.it)

 

Il governatore ha, inoltre, dichiarato che un Capodanno in zona giallanon sarebbe una cosa drammatica”, perché, d’altronde, poche e non molto stringenti misure dovrebbero essere introdotte. Peraltro, l’obbligo di mascherina all’aperto è stato già riattivato finora da molti sindaci lombardi nei propri Comuni, in caso di situazioni di assembramento per strada. Fontana ha, però, voluto sottolineare, nonostante la situazione sia ancora sotto controllo, essere ora necessario non abbassare la guardia, considerando che “la variante Omicron corre veloce”.

Anche il Lazio rischia una fine dell’anno in giallo. Entro Natale verrà probabilmente adottato l’obbligo di mascherina all’aperto, anche con il perdurare della zona bianca.

Il governo valuta le decisioni da prendere il 23 dicembre

Il rischio di zone arancioni sembra comunque abbastanza probabile, alla luce della nuova evoluzione. Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid, Figliuolo, ha infatti ribadito esservi esigenza di rafforzare le misure sempre per evitare la sofferenza degli ospedali.

Intanto si punta sempre più sulle terze dosi di vaccino, affinché la copertura sulla maggior parte della popolazione sia sufficiente a far sì che la variante Omicron non diventi un nuovo problema a causa della sua alta contagiosità.

“Se la Omicron buca il vaccino è praticamente un altro virus, e allora tutto può cambiare, anche questo Green pass potrebbe non bastare più.” ha dichiarato Rasi.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato che il governo ascolterà gli scienziati e si valuteranno tutte le possibili misure, che verranno poi discusse ufficialmente giovedì 23, come suddetto.

Tamponi obbligatori per chi partecipa a eventi pubblici – misura che, però, non convince né molti politici né esperti – mascherine obbligatorie all’aperto e riduzione della durata del certificato verde, con lo scopo di spingere i cittadini ad andare a fare la terza dose, sono le misure che si stanno ponderando. C’è anche la possibilità dell’estensione dell’obbligo di vaccino ad altri ambiti lavorativi oltre a quelli sanitari, delle forze dell’ordine e della scuola. Inoltre, si inizia a parlare di eventuali lockdown e coprifuoco durante le feste per i No Vax.

I sindaci dell‘ “Ali” (Autonomie locali italiane) lanciano un appello al governo, firmato anche da Roberto Gualtieri, Beppe Sala, Dario Nardella e Gaetano Manfredi e molti altri, richiedendodi introdurre subito il Green pass anche nelle scuole per salvare la didattica in presenza. C’è il rischio concreto, visto l’aumento dei contagi, che da gennaio tutte le scuole italiane vadano in Dad. Non possiamo permetterlo. È nostro dovere tutelare sia il diritto al lavoro che il diritto all’istruzione.”.

Per la giornata di oggi, 2o dicembre, convocato anche il vertice Stato-Regioni. Diversi governatori avevano annunciato l’intenzione di richiedere al governo nazionale più personale per poter potenziare il sequenziamento e il tracciamento del virus, ma alcuni potrebbero voler l’aiuto dell’esercito.

 

 

Rita Bonaccurso

Variante Delta: quarta ondata alle porte?

La variante Delta, anche conosciuta come B.1.617.2, è una delle varianti emergenti di Sars-Cov-2 ed appartiene ad un ceppo virale apparso per la prima volta in India.
Il virus ha causato oltre 400.000 casi al giorno, mostrando una moderata resistenza ai vaccini.
Due mesi dopo la comparsa, ha indetto una vera e propria terza ondata nel Regno Unito, costringendo il Governo a ritardare la riapertura.

  1. Le altre varianti
  2. Cosa caratterizza la variante Delta
  3. Diffusione globale
  4. Previsioni

Le altre varianti

La variante Alpha è stata identificata per la prima volta alla fine del 2020 nel Regno Unito. Essa mostrava una rapidità di diffusione che poi paradossalmente non si è rivelata tale negli altri Paesi. La variante Beta, di origine Sudafricana, e la variante Gamma, brasiliana.
A destare maggior preoccupazione sono le varianti Alpha e Delta.

Cosa la caratterizza?

E’ stato difficile per i ricercatori individuare le caratteristiche proprie della variante.
Attualmente la variante Delta sembra essere il 60% più trasmissibile rispetto alla Alpha, con il doppio della probabilità di essere ospedalizzati.
Risulta “moderatamente” resistente ai vaccini nelle persone che hanno ricevuto una singola dose del vaccino.
Uno studio, pubblicato il 22 maggio da “Public Health England”, mette in evidenza che una singola dose del vaccino AstraZeneca o Pfizer riduce del 33% il rischio di sviluppare sintomi COVID-19, mentre una seconda dose di AstraZeneca aumenta la protezione al 60%. Di contro, due dosi di vaccino Pfizer coprono al 90%, analoghi risultati con J&J e Moderna.

Da qualche tempo si parla del “mix di vaccini”. Ad oggi, sono presenti tre studi (uno inglese, uno tedesco ed uno spagnolo) che sostengono una migliore risposta anticorpale e secondo cui, con grande probabilità, permetterà di arginare l’impennata della variante nei prossimi mesi.

COVID: VARIANTE DELTA, CONTAGI in AUMENTO. Rischia anche l'ITALIA? Gli AGGIORNAMENTI » ILMETEO.it
Fonte: https://www.ilmeteo.it/

Diffusione globale

Un aumento crescente dei casi si registra negli Stati Uniti, in modo particolare nel Midwest e nel Sud-Est, tanto da essere definita “una variante di preoccupazione”. Utilizzando test di genotipizzazione rapida (che identifica sequenze geniche caratteristiche della variante) si è osservato che la percentuale di Alpha è scesa dal 70% al 42% cedendo il posto alla più temibile variante Delta.

Il rischio maggiore resta in Africa, dove il limitato accesso ai vaccini fa fatica a rallentare la forte impennata del virus. Diverse sequenze della variante sono state segnalate nella Repubblica Democratica del Congo traboccando negli ospedali della capitale. La medesima variante ha già raggiunto altri Paesi, soprattutto dell’Africa orientale, nonchè quelli che hanno stretto rapporti economici con l’India. La variante Delta in alcune zone, a seguito della fusione del ceppo indiano e sudafricano, si è trasformata nella variante Delta Plus ancora più virulenta.

Vede un aumento dei casi anche il Brasile, già impegnato a fronteggiare la variante gamma (brasiliana). In Italia, due sono le regioni in cui si è registrato il maggior numero di casi: Molise e Campania. In realtà, i dati suggeriscono che il 90% dei soggetti colpiti non sono vaccinati, mentre il 10% ha ricevuto solo la prima dose. Ad oggi la Sicilia conta una trentina di casi.

Ci si aspetta che la variante Delta diventi dominante, ma in qualche modo attenuata dalla vaccinazione.

ReggioTV - News - Variante Delta Italia, Iss: "Gran parte contagi tra non vaccinati"
Fonte: https://www.reggiotv.it/

Previsioni 

Ad oggi a preoccupare gli esperti è una possibile “quarta ondata” al termine dell’estate, così come quella a cui abbiamo assistito lo scorso settembre. In più, l’aggravante è data dalla estrema rapidità di diffusione della variante e dalla tendenza a prediligere adolescenti e giovani adulti. Non a caso ai ragazzi, parte viva della stagione estiva, non può che essere fortemente consigliata la vaccinazione.

Le riaperture economica e sociale non equivalgono al concetto di “virus scomparso”, ma sono solo un tentativo disperato di ri-sollevamento delle Regioni, di ripresa in mano della tanto agognata vita di tutti i giorni. La pandemia ha dato importanti implicazioni psicologiche nei soggetti più vulnerabili e non, in primis ragazzi, ma questo non implica l’essere autorizzati ad un comportamento sregolato.
Il virus non scompare, non segue l’alternanza di colori tra regioni, ma è sempre presente in misura più o meno maggiore. Il “non obbligo di mascherina nei luoghi aperti” non è sinonimo di metterla definitivamente da parte, ma si auspica il suo utilizzo in presenza di affollamenti.

Ecco che l’aumento delle temperature e le vaccinazioni tentano disperatamente di contenere l’incessante dilagare del virus, ma sta in primis all’uomo tenere le redini di questo cavallo in preda alla corsa!

Alessandra Nastasi

 

Fonti: https://www.medimagazine.it

Nuovo accordo Ue: consentito il turismo ai vaccinati, ma il green pass europeo è ancora in trattativa. In Sicilia nuove iniziative sulle vaccinazioni

Fonte: Il Messaggero

Gli Stati membri dell’Unione Europea permetteranno – in seguito ad un accordo preliminare raggiunto dagli stessi – i viaggi turistici ai cittadini dei Paesi che non fanno parte dell’Unione: lo ha annunciato, ieri 19 maggio, il portavoce della Commissione Europea Christian Wigan, mentre è ancora aperta la disputa tra Consiglio ed Eurocamera, per l’accordo sul pass vaccinale Covid per i viaggi degli europei nell’Unione.

A livello locale, invece, arriva la nuova iniziativa ‘’Proteggi te e i nonni’’ promossa dalla Regione siciliana per dare ulteriore impulso alla campagna vaccinale nell’Isola.

L’Ue approva la proposta della Commissione

L’accordo raggiunto dall’Unione riguarda la proposta avanzata dalla Commissione il 3 maggio, ovvero, quella di ammettere l’ingresso nei Paesi dell’Unione per fini turistici, a tutti i visitatori che potranno dimostrare di aver completato, 14 giorni prima del viaggio, tutto il processo di vaccinazione anti-covid, con uno dei vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

I vaccini attualmente autorizzati sono: Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson & Johnson. Mentre non sono autorizzati né il vaccino russo Sputnik V né quelli cinesi di Sinovac e Sinopharm.

Fonte: Fanpage

Wigand ha detto che i membri del COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) hanno approvato la proposta della Commissione, che dovrà però essere ora adottata dal Consiglio Europeo ed, in seguito, anche dai governi dei singoli paesi.

L’annuncio è stato accolto favorevolmente al Parlamento europeo dal capogruppo socialista, Iratxe Garcia, che all’Europarlamento rilascia le seguenti parole:

«Qualsiasi accordo che miri a normalizzare la situazione … con tutte le garanzie sanitarie, ovviamente, e con il supporto di medici esperti e ricercatori … penso sia positivo».

Le specifiche dell’accordo

La trovata intesa tra gli ambasciatori europei prevede la raccomandazione ai governi dei singoli Paesi di rimuovere le restrizioni vigenti nei confronti dei turisti extra-Ue (provenienti da fuori dell’Unione) ed il permesso, all’arrivo, delle persone vaccinate con i sieri approvati dall’EMA.

Il Consiglio ha poi deciso di espandere la lista di Paesi – che non fanno parte dell’Unione – da considerarsi con una buona situazione epidemiologica e dai quali sono permessi i viaggi per motivi turistici.

La lista verrà stilata «sulla base di nuovi criteri» benché questi ultimi non siano ancora del tutto chiari, secondo quanto detto da Wigand. Con le nuove regole, comunque, si dovrebbe compiere un significativo salto da 25 a 75 Stati che riceveranno il nullaosta, qualora dovessero registrare 75 casi Covid ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni.

Ha poi aggiunto che, al fine di limitare il rischio che nuove varianti del coronavirus facciano il loro ingresso nell’Unione Europea, «è stato previsto un meccanismo di freno di emergenza, che consente ai Paesi di agire rapidamente e in modo coordinato» per ripristinare le restrizioni.

Nuovi spostamenti consentiti

Finora gli arrivi da paesi terzi nell’Unione Europea sono il più delle volte proibiti per motivi che non siano di salute, lavoro e necessità. Ma laddove la situazione epidemiologica risulta essere particolarmente buona, indipendentemente dalla situazione vaccinale del viaggiatore, gli spostamenti verso l’Unione sono consentiti ai cittadini.

Otto sono i Paesi da cui è attualmente possibile partire anche per altri motivi, non necessariamente prioritari: si sta parlando di Israele, Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina (per quest’ultima solo se confermata la reciprocità per i turisti europei). Chiunque arrivi deve comunque presentare il risultato negativo di un test o, se le regole del Paese d’ingresso lo prevedono, sottoporsi ad un periodo di quarantena.

Secondo una simulazione circolata tra i diplomatici a Bruxelles, poi, sulla base dei nuovi criteri rientrerebbero nell’elenco anche Giappone, Marocco, Albania, e Regno Unito, ma non gli Stati Uniti (la cui soglia va ben oltre). Ciononostante, il premier britannico Boris Johnson continua a ribadire le sue raccomandazioni per i cittadini inglesi di non viaggiare per turismo nei 170 Paesi e territori inseriti nella cosiddetta ‘’lista arancione’’, comprendente pressoché tutta l’Ue (Italia inclusa) ad esclusione del Portogallo.

Green Pass europeo

Fonte: Il Messaggero

L’Unione Europea si sta organizzando affinché sia possibile realizzare un sistema che permetta di muoversi nei Paesi europei tramite un green pass europeo dei viaggi, che consista in un semplice QR Code.

Il Certificato EU Covid-19 – documento che attesta se una persona ha completato l’intero ciclo vaccinale contro il Covid-19 oppure se è guarita dall’infezione – dovrebbe essere già disponibile entro giugno, sia in versione fisica che digitale.

Tuttavia, le istituzioni Ue sono ancora in trattativa per via di alcuni punti che ostacolano il raggiungimento di un accordo finale. Tra questi, il prezzo dei test PCR (test molecolare che evidenzia la presenza di materiale genetico del virus), alto, soprattutto per i giovani, ma necessario ai fini dell’ottenimento del green pass.

«Abbiamo bisogno di un certificato a livello europeo, altrimenti rischiamo di avere una frammentazione dei documenti e questo non è nell’interesse di nessuno in Europa. Ecco perché abbiamo bisogno di un certificato. Ma per il Parlamento è chiaro che il certificato deve significare qualcosa, deve significare che le persone hanno il diritto di viaggiare nell’UE, che ha libertà di movimento», afferma il leader del gruppo PPE Manfred Weber.

‘’Proteggi te e i nonni’’, l’iniziativa siciliana

Dopo l’avvio alle prenotazioni vaccinali per gli over 40 e i diversi open day degli ultimi giorni, la Regione Sicilia presenta un nuovo progetto intitolato ‘’Proteggi te e i nonni’’, indirizzato agli ultra 80enni e ad i loro accompagnatori (anche più di uno) over 18, non necessariamente legati da un vincolo di parentela.

Fonte: Antenna Uno Notizie

Da venerdì 21 a domenica 23 maggio, gli interessati potranno presentarsi in tutti gli hub provinciali della Sicilia per ricevere il vaccino anti-covid, senza che sia necessaria alcuna prenotazione. Sarà loro riservata un’apposita corsia in modo tale da ridurre i tempi di attesa. Per gli accompagnatori verranno utilizzati, previa adesione volontaria, vaccini “a vettore adenovirale’’ (vale a dire Johnson & Johnson o AstraZeneca).

Nel frattempo, in provincia di Messina, è già in corso la nuova iniziativa “on the road’’, che prevede il giro di un camper ‘’anti-covid’’ tra tutti i piccoli paesini del messinese, per portare il vaccino praticamente sotto casa dei residenti. La prima tappa si è svolta lo scorso 18 maggio a Roccafiorita. Per sapere le successive tappe è possibile cliccare sul seguente link: https://normanno.com/attualita/vaccini-a-km-0-nella-provincia-di-messina-arriva-il-camper-anti-covid/ .

Gaia Cautela

Vaccinazioni Anti COVID-19, Sicilia e isole minori: le novità annunciate da Musumeci

La Sicilia apre, da domani, giovedì 6 maggio, alle prenotazioni per i vaccini anche ai cittadini dai 50 anni in su, ‘’smarcandosi’’ così dal piano vaccinale nazionale, stabilito dal generale Figliuolo. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Nello Musumeci durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

Nello Musumeci lancia un appello a Figliuolo. Fonte: Normanno.com

Dal prossimo weekend verrà inoltre dato il via alla vaccinazione di massa nelle isole minori, con una somministrazione di dosi prevista per tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Per quanto riguarda la provincia di Messina sono state finora somministrate 194 mila dosi, mentre la psicosi da AstraZeneca spiega le 250 mila dosi inutilizzate nei frigoriferi siciliani.

Da giovedì vaccini agli under 60

La prenotazione per la vaccinazione sulla piattaforma nazionale potrà essere effettuata da tutti i cittadini tra i 50 e 59 anni, a partire dalle ore 20 di questo giovedì (anche se inizialmente era stato indicato il 5 maggio come giorno di avvio).

Fonte: RomaSette

Le somministrazioni saranno effettuate con il siero AstraZeneca e cominceranno a partire da giovedì 13 maggio, secondo l’ordine di prenotazione. In base a quanto previsto poi dalle raccomandazioni del Piano Nazionale, le vaccinazioni per i soggetti con patologie pregresse, della stessa fascia di età, saranno effettuate a partire dal 7 maggio, durante gli open day organizzati nei Punti vaccinali dell’Isola e negli Hub, con Pfizer-Biontech. In quest’ultimo caso, non sarà necessaria la prenotazione.

Queste le parole del governatore siciliano Musumeci in merito ai nuovi provvedimenti:

«Abbiamo chiesto al commissario Figliuolo, con due lettere, la possibilità di ammettere al vaccino anche le persone al di sotto dai 50 ai 60 anni. Ci è stato sempre risposto che non è possibile, e che può essere consentito solo quando avremo messo al sicuro gli ultra 80enni ma è chiaro che non abbiamo poteri sanzionatori o coercitivi, per convincere i riottosi, i diffidenti, gli ultraottantenni e persino i soggetti fragili, a sottoporsi al vaccino. Quindi noi abbiamo deciso di aprire, a partire da domani, la prenotazione ai cittadini dai 50 in su».

«Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c’è alcuna volontà di essere disobbedienti – continua – ma avvertiamo tutti il peso della responsabilità della specifica condizione epidemiologica dell’isola ma anche di carattere sociale. Dobbiamo correre, altrimenti non ce ne usciremo più da questo tunnel».

La priorità vaccinale alle isole minori

Con il via libera alla campagna di vaccinazione di massa nelle isole minori siciliane – annunciato da Musumeci – le prime somministrazioni verranno effettuate il prossimo venerdì a Lampedusa e Linosa, mentre per il resto delle isole sarà possibile a partire da lunedì prossimo.
La decisione del Presidente Musumeci è stata accolta con grande soddisfazione dal referente di Eolie in Azione e responsabile organizzazione provinciale messinese del partito di Calenda, Francesco De Pasquale, il quale spiega:

«Non più tardi di una settimana fa avevamo incalzato e chiesto a gran voce al Governo regionale di procedere in questa direzione, in considerazione delle grandi fragilità che caratterizzano i sistemi sanitario e infrastrutturale delle nostre isole siciliane. Due punti sui quali, certamente, la pandemia ha acceso fortemente i riflettori. E non è più tempo di nascondere la testa sotto la sabbia: certe criticità, adesso, vanno affrontate una volta per tutte, con massima urgenza e profonda serietà. Da troppo tempo gli isolani sono trattati, inaccettabilmente, come figli di un Dio minore».

Fonte: Gazzetta del Sud Sicilia

«Intanto, applaudiamo alla scelta di buonsenso del Presidente Musumeci, auspicando una sempre maggiore attenzione per la Sicilia tutta e per i suoi territori con bisogni speciali e urgenti; e, in special modo, per quelli che sono zone di frontiera (come, ad esempio, Lampedusa) o i centri di grande affluenza turistica. Una politica seria non è certamente quella che attende inerme si verifichino le tragedie prima di intervenire. Dunque, se è possibile, tentare di ridurre i rischi (e conseguenti costi) non solo è giusto ma assolutamente doveroso» conclude.

I dati sulle vaccinazioni in provincia di Messina

Le dosi di vaccino anti Covid somministrate finora in provincia di Messina sono 193.750, di cui 127.188 sono prime dosi e 66.562 seconde dosi. Per quel che riguarda le prime, 90.355 sono Pfizer, 24.390 AstraZeneca e 12.443 Moderna, mentre ancora non è stata registrata alcuna dose Johnson. E ancora, 29.949 sono state le dosi somministrate agli ultra 80enni, 52.420 alle persone che hanno tra i 60 e i 79 anni e 44.819 a persone di età inferiore ai 60 anni.
La Sicilia, comunque, resta la regione con la peggiore percentuale nazionale di somministrazioni rispetto alle dosi disponibili: dall’inizio della campagna vaccinale sono stati somministrati circa un milione e mezzo di vaccini (poco più di un milione come prima dose e il resto come seconda) su una disponibilità di 1 milione 923mila 625. Tali numeri corrispondono ad una percentuale del 78.3 %, contro una media nazionale del 85.6 %. Al momento nell’Isola risulta già immunizzato (con doppia dose) il 10% della popolazione, mentre la percentuale sale a 21 se si tiene conto soltanto della prima somministrazione.

Il problema dosi di AstraZeneca

In Sicilia, sono 250 mila le dosi di AstraZeneca chiuse nei frigoriferi e per il momento inutilizzate. A comunicare il dato aggiornato è il dirigente generale del Dasoe, Mario La Rocca, in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana.
Il Presidente Musumeci ha ritenuto dunque necessario fare chiarezza su alcuni decessi non legati in alcun modo alla somministrazione dei sieri AstraZeneca:

«Abbiamo avviato l’open day tre settimane fa per dare forza e impulso alla campagna di vaccinazione e a quella con AstraZeneca in modo particolare, la cui scorta nei frigoriferi è sempre stata abbondante. Verso AstraZeneca c’è stata e c’è una comprensibile ma ingiustificata psicosi, a fronte di 5-6 decessi la cui connessione con il vaccino comunque è stata esclusa».

Fonte: ANSA.it

Gaia Cautela

Vaccini e trasmissibilità dell’infezione: cosa ci dicono i numeri?

Fin dai primi giorni della somministrazione del vaccino ad oggi una domanda aleggia tra la popolazione: sarà in grado di combattere la trasmissione del virusCiò che preme alla gente comune è sicuramente quello di tornare alla normalità, ma ciò non è possibile senza una riduzione dei contagi.
I detrattori interpretano l’incertezza della comunità scientifica come l’inconfutabile prova della poca efficacia del vaccino, ma le cose non stanno proprio così. Continua a leggere “Vaccini e trasmissibilità dell’infezione: cosa ci dicono i numeri?”