The Shape of Water

È candidato a 13 oscar la visionaria pellicola del maestro Guillermo Del Toro ed ha già vinto il Leone d’oro al miglior film alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Nella Baltimora degli anni ’60, in piena guerra fredda, russi e americani si contendono il dominio sul mondo. All’interno di un laboratorio segreto avvengono esperimenti su una strana creatura marina catturata in Amazzonia, dove era venerata come un dio.
Nel laboratorio lavora la giovane Elisa Esposito (Sally Hawkins) orfana, muta e con una vita estremamente solitaria che divide solamente con la collega nera Zelda (Octavia Spencer) e il vicino di casa Giles (Richard Jenkins), omosessuale discriminato.

Sarà proprio Elisa la prima ad avvicinarsi alla creatura, spinta da una forte curiosità che la porterà a scoprire che quel “mostro” è in grado di farsi capire, provare emozioni ed innamorarsi.
La storia si divide quindi tra la dura realtà della guerra e la dolcezza di quell’inverosimile amore subacqueo.
L’interpretazione della Hawkins è impeccabile. La donna può esprimersi solamente attraverso gesti ma riesce benissimo a far comprendere e far arrivare al pubblico le emozioni e la passione che la attraversano.

Lo stesso regista ha definito il film “una fiaba per tempi difficili”.

Ed è proprio così che ci appare: una fiaba, una storia d’amore surreale calata in un’atmosfera onirica e fantastica.Tale atmosfera è ottenuta grazie ad un fotografia e ad ambientazioni eccellenti.
Il sole sembra non sorgere mai, la luce è sempre bassa, tenue, proprio a voler sottolineare come tutto avvenga in maniera nascosta, alle spalle del mondo reale.

È una storia che ha come protagonisti gli ultimi, gli emarginati, dei reietti che spinti da un reciproco senso di solidarietà riescono a riscattarsi.
È un film che resta dentro, che colpisce per la sincerità dei sentimenti e per l’alone di magia che lo circonda.

 

Benedetta Sisinni

Eventi della settimana

28 febbraio

APERIBOOK IN MUSICA: DAVID BOWIE

Dove: La Feltrinelli Point via Ghibellina 32

Quando: ore 20:00

Cosa: aperitivo del mercoledì sarà accompagnato dal rock glam dell’indimenticabile duca bianco, David Bowie.
Per info e prenotazioni 090-2400841
Drink+buffet 10 euro.
Consultazione libri e wi-fi free.

ERASUMS IN RETRO – TARANTINO’S PARTY

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: ore 23:30

Cosa: Tarantino: dialoghi, violenza, salti temporali nella narrazione, ossessioni della cultura pop. Ma anche soundtracks originali, coinvolgenti, evocative.
Da qui l’idea divenuta un “cult” delle serate Esn: sulla consueta selezione musicale proietteremo sequenze sceniche tratte dai film di Quentin che cattureranno sempre più il vostro interesse fino a coinvolgervi totalmente con la riproduzione di alcuni brevi ma intensi dialoghi in cui la musica si interromperà.

E’ GRADITO IL MASSIMO SILENZIO IN QUEGLI ISTANTI IN CUI CIO’ ACCADRA’ per raccogliere al massimo gli effetti scenici della videoproiezione.

<<< TARANTINO QUIZ >>>
– Nel corso della serata verranno proiettate alcune domande inerenti i film (incluse le soundtracks) di Tarantino, il primo/a che dirà la risposta giusta alla cassiera vince un cocktail!
– Occhio alla bacheca dell’evento! Chi risponde correttamente per primo ad alcune nostre domande (orientativamente all’ora di pranzo e all’ora di cena) vince (a seconda delle difficoltà) un chupito (o una birra) o un cocktail (da richiedere solo all’ingresso e solo uno a persona!)

– ingresso omaggio per chi verrà vestito da iena, drink + ingresso omaggio per coloro che saranno vestiti come Beatrix Kiddo o come Django Freeman

– ingresso GRATIS entro 00.00 per le donne! Per liste, tavoli, agevolazioni o informazioni contatta gli admin!

IMPORTANTE
L’ingresso è garantito solo con il nome in lista e fino ad esaurimento del limite di capienza del locale

2 marzo

RETRODISCO SOUNDS FROM GOLDEN AGE OF DISCO

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: ore 22:30

Cosa: Dal 1970 al 1999, una carica di stili e tendenze che hanno creato il principio di dancefloor moderno.
★Funk, Disco per arrivare alla primissima forma di House music, ricalcando i modelli dei locali che hanno fatto la storia come il The Loft di David Mancuso, il Paradise Garage di Larry Levan e il Music Box di Ron Hardy.

★ Oltre tre ore di full immersion di vintage sound, una cavalcata inarrestabile di pezzi che hanno segnato un’epoca e tante gemme rare, in versione originale o re-editata.

Ingresso gratuito entro 00.00
6€ con drink incluso da 00.00 in poi
In consolle:
Davide Patania
Lorenzo Macrì
Kate

3 marzo

FABIO MACAGNINO E MIMÌ STARRANTINO IN CONCERTO

Dove: Clan Off Teatro via Trento 4

Quando: ore 21:30

Cosa: FABIO MACAGNINO E MIMI’ STARRANTINO – LIVE CONCERT
Voice & Guitar
in collaborazione con PLAY MUSIC FESTIVAL

È consigliata la prenotazione al 388 811.06.18 (chiamando ovvero mandando sms o messaggio whatsapp) oppure tramite email all’indirizzo info@clandegliattori.it, indicando il nome, il giorno e l’orario per il quale si intende prenotare il posto.

Il Clan Off avvia una collaborazione con il Play Music festival, quest’anno alla sua settima edizione, che unisce le città di Messina e Reggio Calabria in un cheek to cheek culturale.
Quattro cantautori dei nostri tempi, capaci di catturare storie e di trarne linfa per i loro testi, da regalare a spettatori sognanti.
Tra storie di tutti i giorni e scenari immaginari, melodie popolari si affiancano e si mescolano a sonorità d’oltre oceano, echi di blues, di country.

Tre gli appuntamenti musicali previsti in teatro, due a marzo ed uno ad aprile: si parte sabato 3 marzo alle ore 21:30 con il live di due artisti, uno siciliano Mimì Sterrantino e l’altro calabrese Fabio Macagnino, in un doppio concerto che unisce le due rive dello Stretto.
Per il programma completo www.playmusicfestival.it

Mimi Sterrantino è un cantastorie. Un menestrello di un paesino della Sicilia, che con allegria e semplicità racconta la vita, in tutte le sue sfumature, il dolce e l’amaro, le zone d’ombra e i guizzi di luce. Un viaggio a cavalcioni tra il reale e l’immaginario, inseguendo storie e raccontando un futuro dal finale incerto.

I desideri, i sogni, la locride, la sensualità. Sono questi i temi che il calabrese Fabio Macagnino racconta con la tipica calma degli uomini del sud; l’occasione per un lento viaggio dentro se stessi, per lasciar venire a galla sogni impolverati e desideri rinnegati, per inseguire una musica sconosciuta ma familiare.

4 marzo

FLAVIO GIURATO – LE PROMESSE DEL MONDO TOUR

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: 21:30

Cosa: Flavio Giurato sul palco full band per riprodurre dal vivo il suono del nuovo disco.

Flavio Giurato – chitarra e voce
Federico Zanetti – basso elettrico
Daniele Ciucci Giuliani – batteria e percussioni
Mattia Candeloro – chitarre elettriche

Flavio Giurato è senza dubbio il segreto meglio custodito della scena musicale italiana. Artista di culto per addetti ai lavori e appassionati, torna con un nuovo album di inediti dal titolo “Le promesse del mondo” per l’etichetta discografica Entry, a distanza di due anni dal precedente “La scomparsa di Majorana”. “Le promesse del mondo è un concept album sul fenomeno migratorio, sullo spostamento, sul viaggio e sul movimento degli esseri umani in tutto il mondo, raccontato dai fatti e non informato sui fatti, visto da numerosi lati e non da un unico angolo, tirato fuori a forza dalla carneria del migrante e del migrato, dello scafista e del caporale, del volontario e del militare, del medico e del cappellano, di chi accoglie e di chi raccoglie. Nel disco il fenomeno è preso a tutte le latitudini e longitudini ed in diverse epoche storiche, dall’antica Roma alla Seconda Guerra Mondiale, dai Balcani degli anni ’90 fino al Messico e al Mediterraneo dei nostri giorni.”

 

Arianna De Arcangelis

Da Messina a Greenwich: la parabola letteraria di Bartolo Cattafi

Una delle pagine migliori riservate a figure poco raccontate e adornate da orpelli di inchiostro della storia della letteratura italiana del’900 reca il nome di Bartolo Cattafi; personalità, all’interno di questa, tra le più inquiete e singolari. Estraneo alle scuole e alle etichette dei critici, il suo lascito poetico ha coinciso con una ricca avventura umana costellata da viaggi negli anni della giovinezza e della maturità, in primo luogo all’interno del mediterraneo, senza mai sfuggire al richiamo dello Stretto, nonostante le esigenze di trovare un posto nel mondo lo portarono per un certo periodo di tempo, dopo una laurea in Giurisprudenza conseguita all’UniMe, a trasferirsi a Milano, arrivando a stringere contatti importanti coi letterati Giovanni Raboni e Vittorio Sereni, continuando a scrivere versi “in preda a non so quale ebbrezza, stordito da sensazioni troppo acute, troppo dolci”. In un bel volumetto che è stato pubblicato da pochi anni, curato da Nino Sottile Zumbo – Le isole lontane – si è tenuto conto di questo suo vagabondare come di un serbatoio capace di nutrire fascinazioni dalle quali Cattafi ha tratto memorie organizzate e trasferite sul verso e nei dettagliati reportage, alcuni tuttora inediti.

In una nota autobiografica, del resto, aveva scritto di sé: “Nato il 6 luglio 1922 a Barcellona Pozzo di Gotto (Me) (…). Si reca all’estero ogni volta che può e come può (…). Tra i paesi visitati predilige Irlanda, Inghilterra e Scozia”. Gli anni ’50 e ’60 furono quindi per Cattafi un girovagare dettato da un vero e proprio bisogno, come è stato detto, “biologico”, di far coincidere l’attività poetica con l’esistenza in movimento. La poesia per Cattafi nasce, con parole sue, “sotto il segno dell’imprevisto” ed è di conseguenza “avventura, scoperta” per tentare di approdare a “una decifrazione del mondo”. Questo amore per il viaggio è rivolto più che agli ambienti come entità materiali al modo di percepirli e rappresentarli. Una delle isole lontane di Bartolo Cattafi è proprio l’Inghilterra esaltata nelle prose dai titoli Sbarcare a Londra e Ordinata campagna inglese contenute nell’ultima sezione del volumetto. Per lo scrittore Londra rappresenta un punto cardine non solo geografico, poiché: “Si parte sempre da Greenwich/dallo zero segnato in ogni carta e in questo/ grigio sereno colore d’Inghilterra” (poesia omonima contenuta nella raccolta Partenza da Greenwich, 1955).

Poeta prolifico, pubblicò, fino alla sua morte (avvenuta precocemente nel 1979), un notevolissimo numero di raccolte. Prima tappa cruciale è il volume L’Osso, l’anima (1964), al quale è seguito un lungo periodo di silenzio, non privo tuttavia di una brillante vena creativa espressa nelle opere grafiche e in alcuni oli e acquarelli. Il ritorno alla poesia avvenne con L’aria secca del fuoco (1972): la prima sezione dal nome “lo stretto” comprende sedici poesie dedicate a Messina e al suo mare. Una di queste, Cancro, parla del tram a vapore che collegava la linea Barcellona Pozzo di Gotto – Messina, leggibile sulla targa posta oggi dalla Pro Loco, nella città di nascita del poeta, dove un tempo c’era la stazione e adesso si trova la villa comunale. Tutta la produzione di Cattafi abbraccia sovente colori e immagini che fanno capo a Messina, anche quando il suo autore non amò mai rimanere avvinghiato a un solo paese. A questo proposito occorre citare alcuni versi della poesia intitolata Da donna Giovanna, storica trattoria della città dello Stretto, frequentata anche da Salvatore Quasimodo (“una granita di caffè con panna” diceva “è un endecasillabo perfetto”) che recita: “Qui da Donna Giovanna trattoria/ mangio all’ombra d’eucalipti e di palme assenti/ macerie di terremoti e fumanti sciagure/ fatti d’arme commerci alghe e malcerte/ creature d’abisso marino.”

Tirreno e Jonio

 “Si cambiano sovente i connotati

diventano violenti

schiumano sul luogo dello scontro 

e le seppie schizzano inchiostro

le triglie s’aggirano torve come squali

i passeggeri si tengono alle maniglie

se l’acciuga avanza come un mostro”

 

La stessa scrittura in prosa (spesso con accenti lirici) degli articoli apparsi su varie riviste manifesta questo legame verso quei luoghi dell’infanzia. In un volume fotografico dell’Automobile Club d’Italia,Lo stretto di Messina e Eolie” (1961), l’autore nell’introduzione delinea i tratti geografici e storici della città. Ma Cattafi è uno scrittore che sorpassa la dimensione locale, e se la sua Barcellona gli ha intitolato il Palacultura e lo ricorda (sempre mai abbastanza!) con periodici reading di poesie, aumentano al contempo le traduzioni in lingua straniera. E’ Carlo Bo a usare questi termini: “Quando si tireranno le somme del libro della poesia del Novecento, a Cattafi spetterà un posto privilegiato”. E a noi non rimane che adoperarci per riscoprire un autore a lungo dimenticato nell’attesa di una nuova edizione che consegni la ristampa dell’intera opera.

 

 

Eulalia Cambria

Siamo tutti un po’ fanatici. Siamo tutti un po’ altruisti

Quando c’è troppa carne al fuoco è sempre difficile scegliere quale pietanza assaggiare per prima.

Questo 2018 è iniziato inserendo tranquillamente la prima per poi mettere improvvisamente la quinta non appena il calendario ha segnato 1 Febbraio. Ci avete fatto caso? Con le elezioni sempre più vicine, il web ci bombarda di notizie ricche di opinioni discordanti e soluzioni vane, giusto per farci arrivare in cabina elettorale con gli attributi a terra e la testa immersa in nuvole dense come quelle che hanno coperto la città negli ultimi giorni.

Il lunedì, per la nostra redazione, è fondamentalmente il giorno dell’opinione, del pensiero che racchiude i momenti salienti che stiamo vivendo, raccontati da un punto di vista fresco, a volte goliardico, ma sicuramente di chi non ha un “futuro sicuro”. Ed escludendo la politica, escludendo Sanremo che anche quest’anno ce lo siamo tolto, escludendo il proliferare delle condivisioni di canzoni di Faber subito dopo il film – ma non erano tutti fissati con la trap? Da quando questa passione per il cantautorato? -, ed escludendo le solite lamentele di Messina, su Messina, perché Messina (BAAASTAAAAAA!! Aggiornate lo Zanichelli, abbiate pazienza signori miei): di che parlo?

Alchè qualcuno che segue la mia vita con pozioni magiche, ha ben deciso di mandarmi un segnale divino, per non impazzire in piena sessione d’esami (E HO DETTO TUTTO). Durante la scorsa settimana, in uno di quei giorni che passano esattamente come quelli precedenti (in cui la cognizione del tempo la si ha solo “grazie” al countdown per il giorno dell’esame, yu-hu) mia madre, tornando da lavoro, mi ha posto un quesito << Secondo te sono una persona fanatica? >> ed io, con la mia atrofizzazione mentale, le ho chiesto << In che senso? Non hai fissazioni >> e mi ha fatto leggere un passo di un libro che non conoscevo:

“Ritengo che l’essenza del fanatismo stia nel desiderio di costringere gli altri a cambiare. […] Il fanatico è un grande altruista. Il fanatico è più interessato a te che a se stesso, di solito. Vuole salvarti l’anima, vuole redimerti, vuole affrancarti dal peccato, dall’errore, dal fumo, dalla tua fede o dalla tua incredulità, vuole migliorare le tue abitudini alimentari, vuole impedirti di bere o di votare nel modo sbagliato” – Contro il fanatismo, Amos Oz

L’avevate mai notato? Avete mai dato questo significato alla parola fanatismo? Capita spesso di dire <<Quell* è un fanatico di … non parla d’altro!>> vedendo questo modo di fare con un’accezione negativa. E non è del tutto sbagliato. Secondo Oz la volontà di aiutare gli altri è propria dei fanatici come una forma deviata di altruismo. Nessuno pensa all’altruismo con degli aspetti che potrebbero diventare nocivi per la società, eppure dobbiamo ammettere che ogni cosa ha i suoi pro ed i suoi contro. Persino il “fare del bene”. L’autore spiega anche che il fanatismo è un bisogno di appartenere a qualcosa, esso si riscontra con la tendenza ad omologarsi, a “difendere” un ideale in apparenza supremo, che è seguito dalla massa, e si cerca in qualsiasi modo di iniettarlo nella mente di chi non lo segue.

Fanatismo – Unknown Artist, 2018

Perché ci riguarda? L’introduzione che ho fatto sembra una supercazzola. In realtà quelli che ho elencato sono atteggiamenti di fanatici, che ci portano a regredire noi stessi o, nel peggiore dei casi, a provare una totale indifferenza nei confronti del nostro ecosistema, di quel che ci sta intorno divenendo copie, di chissà cosa, fatte male. E nel nostro piccolo siamo tutti un po’ fanatici, per sentirci apprezzati, per sentirci utili, per dire la nostra senza ascoltare appieno gli altri – che gli altri, in fondo, siamo sempre noi – . Ciò che va contro il fanatismo è il mettersi nei panni dell’altro, vedere il punto di vista del prossimo. Lo scontro eterno insito nella natura umana è quello tra fanatismo e pragmatismo, tra fanatismo e tolleranza, tra fanatismo e pluralismo. Non ci sono un buono ed un cattivo, ci sono solo due mondi opposti in continua lotta per la supremazia. “La storia ci insegna” – qualcuno direbbe “Ma che ci insegna?” – che le creature dell’universo, forse inconsciamente, hanno sempre proiettato il proprio antagonismo ed il proprio protagonismo nella vita di tutti i giorni. Il progresso ha solo cambiato i mezzi.

Non è mia intenzione fare morale o dispensare saggezza, cambiarvi la vita o migliorarvela…no, in quel caso sarei una fanatica che ha ben poco da insegnare. Vorrei solo darvi uno spunto di riflessione, poi sta a voi decidere se prenderlo o lasciarlo tra queste parole.

<< Stefa’, madre e donna, hai cinquantatré anni e una vita devastata, come tutti noi. Allora invece di farci la morale, di guardarci con antipatia, dovresti guardarci… con affetto. Siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che guardarci in faccia, farci compagnia, pigliarci un poco in giro… O no? >> –  Jep Gambardella, La grande bellezza

 

Giulia Greco

 

50 Sfumature di Rosso: (Finalmente) la fine della trilogia (si spera).

 

L’8 febbraio scorso, in Italia, è uscito il terzo capitolo della saga di “50 Sfumature di”.
In questo caso il colore è il rosso, come la rabbia che mi ha scatenato saperlo al primo posto nel box office nazionale dopo solo un weekend di programmazione.

Ogni anno, nel nostro Paese, si è posizionato tra i film più visti e io continuo a chiedermi il motivo.
Sono fautrice del fatto che non bisogna avere pregiudizi su un qualcosa senza averla vista, ma in questo caso credo che si possa fare abbondantemente un’eccezione.

L’opera da cui questi “film” sono tratti è di livello alquanto mediocre (e sono anche gentile a dire questo), basati su un’idea poco originale. Infatti, per chi non lo sapesse, la saga “più hot” (ma anche no) degli ultimi anni nasce da una fanfiction di Twilight. Converrete con me che comunque le basi non sono delle migliori.
Ammetto di aver visto solo il primo capitolo della saga, e non al cinema, ma in TV per curiosità, per cercare di capire il successo che ha riscosso.
Ebbene, non riesco a capacitarmi perché milioni di persone, soprattutto donne, sono letteralmente impazzite per questi due personaggi. Non è una storia d’amore, ma nemmeno una storia basata sul bondage.
Vedo solo un’accozzaglia di roba condita con dialoghi inconsistenti e delle interpretazioni a caso.

Posso sembrare veramente cattiva a dire certe cose, ma io non andrò a vedere un film del genere al cinema, da donna non posso assolutamente accettare certe cose e non mi sento rappresentata da una ragazza come Anastasia; né tantomeno vorrei al mio fianco un uomo come Christian Grey.
In questa storia non c’è realtà e non c’è morale; non perché ci sono scene di sesso “spinto” (nemmeno quelle ci sono), ma perché vengono calpestati valori come rispetto della persona, meritocrazia, amore, parità tra i sessi e tantissimi altri.
Perché una donna vorrebbe questo? Diciamocelo, se Christian Grey fosse stato un semplice operaio, avrebbe riscosso così tanto successo o lo avrebbero arrestato per stalking o altro?
E mi consola il fatto che sia il terzo e ultimo capitolo.
A meno che non vogliano fare tutta la trilogia con il punto di vista di lui, considerando che “l’autrice” ha riscritto i libri identici, ma con la prospettiva di Grey, vendendo, tra l’altro, milioni di copie, inspiegabilmente secondo me.

Ora vi chiedo, perché ha così successo? Perché io non ho una risposta, spero l’abbiate voi.

Serena Saveria Foti

La frutta: dono preziosissimo della Natura

Immaginiamoci in una giornata afosa, a mezzogiorno e nella beata Sicilia. Unico cibo, che abbiamo voglia di mangiare in queste condizioni, è la frutta, quel meraviglioso dono che alcune piante ci fanno da millenni. Ma cosa sono realmente i frutti? Perché le piante dovrebbero utilizzare le loro preziose energie per darci del cibo? Da cosa sono fatti? Perché sono colorati? Ha più calorie un frutto maturo o uno acerbo? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste ed ad altre curiosità. Cercherò di farvi comprendere che l’arancia, non è solo bella, dolce e nutriente, è anche viva!

Il frutto è quell’organo della pianta che ha la funzione di fornire protezione, nutrimento e mezzo di diffusione al seme che contiene. Tuttavia, se torniamo ad osservare la nostra amata arancia, notiamo che essa non ha semi. Il motivo è dovuto al fatto che l’uomo, ormai da secoli, crea ibridi, per migliorare sempre di più il sapore di tali pietanze. Un altro esempio sono le banane, che hanno subito le stesse modifiche genetiche delle arance, attraverso infiniti incroci avvenuti nei secoli. La riproduzione di queste piante è assicurata, quindi, non dal frutto, che ha perso i suoi semi, ma dall’uomo, attraverso procedure artificiali come l’innesco.

Questa è una foto della ancestrale Musa Balbisiana, dalla quale derivano, attraverso l’incrocio con un altra specie (Musa Acuminata), quasi tutte le moderne banane. Quando si genera un ibrido (come il caso della “moderna” banana), questo, quasi sempre, non ha i semi.

Attraverso i semi, contenuti nei frutti, le piante si riproducono. Più un frutto riesce a proteggere e a nutrire a lungo il seme, più sarà garantita la sopravvivenza e la diffusione di quella specie. Nella riproduzione delle piante entrano a far parte anche altri organismi viventi, come l’uomo. L’uomo è un animale egoista. Se qualcosa gli piace, tenta in tutti i modi di preservare quel qualcosa. Se una pianta è in grado di fornire frutti belli, dolci e saporiti, state pur certi che quella pianta avrà vita lunga. Inoltre è stato dimostrato che molti semi riescono a sopravvivere all’azione dei succhi digestivi di molti esseri viventi. Questo significa che anche i semi di un frutto ingerito possono, se raggiungono il terreno dopo aver attraversato l’intero canale alimentare, dar vita ad una pianta. Inoltre, in questo modo, il frutto sfrutta un organismo vivente come un mezzo per raggiungere territori ancor più vasti e ciò non può che essere positivo ai fini della diffusione della specie.

Penso che in natura non esista organo più incline al volersi far mangiare da altri organismi viventi, per rispondere a tale desiderio il frutto va incontro a maturazione. Nella prima fase di crescita, il frutto diventa sempre più voluminoso, mentre il seme si perfeziona rendendosi funzionale. Importante che tale fase avvenga sull’albero, poiché il frutto nei primissimi momenti di vita è dipendente dai nutrienti che la pianta gli dona. Successivamente, quando il frutto ha raggiunto un minimo stadio di maturazione, può continuare questo processo da solo.

La maturazione di tale organo, una volta staccato dall’albero, è garantita dal fatto che le cellule del frutto riescono a respirare e a vivere anche dopo che il frutto ha lasciato l’albero. Questo è possibile grazie alla parete cellulare delle cellule vegetali, non presenti nelle cellule animali, che conservano al loro interno più a lungo acqua e altre molecole indispensabili. Quindi quando poniamo sul carrello della spesa la nostra bellissima frutta, questa è ancora viva: le sue cellule stanno effettuando la respirazione, ovvero quell’insieme di reazioni chimiche che generano energia sotto forma di ATP, partendo da substrati come zuccheri e ossigeno. E’ inoltre interessante notare che la resistenza di un frutto al di fuori della pianta è inversamente proporzionale all’intensità della respirazione, ovvero più un frutto matura velocemente, al dì fuori della pianta, quanto prima esso deperirà.

Ci sono due grandi famiglie di frutti: i climaterici ed i non climaterici. I primi, dopo essere stati raccolti, producono un ormone volatile chiamato etilene che è in grado di far continuare la maturazione del frutto. I secondi continuano la maturazione solo grazie all’etilene esogeno, che può essere somministrato dall’uomo o da frutti climaterici posizionati vicini.

 

L’etilene è un ormone vegetale la cui principale azione è quella di favorire la maturazione del frutto. Tale processo è notevolmente dispendioso dal punto di vista energetico, e per questo motivo con essa aumenta anche la respirazione delle cellule del frutto.

La produzione di etilene è favorita da alcuni fattori:

  • l’Auxina, altro ormone vegetale.
  • Stress, come ferite e urti. Infatti se notate una mela ammaccata matura molto più velocemente.
  • Ritmi Circardiani (si ha un picco di produzione diurno, un po’ come il nostro cortisolo).
  • Infine lo stesso etilene ha un azione permissiva sulla propria produzione.

Come fanno questi fattori ad aumentare la formazione di etilene? Andando ad attivare l’enzima ACC sintasi

 

Quali sono gli effetti all’interno della cellula di questo ormone?

L’etilene, attraverso una via di trasduzione, va a regolare la trascrizione di specifici geni che codificano determinati enzimi, indispensabili per la maturazione del frutto e per altre funzioni.

Gli enzimi a questo punto sintetizzati cosa faranno?

  • La clorofilla, pigmento notoriamente verde, viene ridotta in molecole più semplici, talvolta con formazione di nuovi pigmenti, come carotenoidi, xantofille e antociani, che impartiscono ai frutti maturi la loro colorazione.
  • Alcune cellule cominciano ad accumulare nei vacuoli diverse sostanze, aumentando di volume e arricchendosi di molecole fino a raggiungere la composizione caratteristica del frutto maturo (questo solo quando il frutto è ancora posto sulla pianta).
  • L’amido, presente nella banana, viene ridotto in carboidrati più semplici. Rendendo, in questo modo, il frutto più dolce.
  • Le macromolecole di pectina vengono idrolizzate in acidi pectici, rammollendo la polpa e la buccia del frutto.

Spero che da adesso in poi vedremo la frutta con occhio diverso. Penseremo al fatto che essa sia viva, che essa stia sintetizzando etilene ai fini di continuare il suo processo di maturazione, al fini di apparire più bella ai nostri occhi e più saporita, per il solo unico suo scopo di essere mangiata da noi. Vi lascio con un’ultimissima interessante nozione: un frutto più maturo è più dolce, ma non più calorico di uno acerbo. Le calorie si basano sulla quantità di zuccheri e non sulla qualità. Durante il processo di maturazione la frutta non aggiunge zuccheri, ma li idrolizza soltanto, rendendoli “semplici”. Gli zuccheri semplici entreranno prima nel circolo sanguigno rispetto ai zuccheri complessi di un frutto più acerbo, donandovi subito più energia e vitalità. Per non parlare del sapore, ma a chi piace la banana quando è ancora verde? Forse abbiamo, davanti a noi, l’unico caso, in cui, un qualcosa di buono, non per forza fa “ingrassare” di più, anzi, fa stare bene.

Francesco Calò

Puncture

“Puncture” è una pellicola datata 2011 diretta dai registi Adam e Mark Kassen, incentrata sulla figura degli avvocati Mike Weiss e Paul Danzinger.

L’AIDS è un tema abbastanza forte, che forse non è ancora del tutto chiaro.
La prevenzione è più che necessaria e tutti dovrebbero esserne al corrente. In America vi è un elevato numero di persone affette da questo tipo di malattia comprese infermiere o infermieri che nel solo tentativo di eseguire un prelievo, rischiano la vita.

Ed è proprio con un evento analogo che la storia di Mike Weiss (Chris Evans) e Paul Danziger (Mark Kassen)ha inizio. Mike e Paul sono entrambi degli ottimi avvocati che amano il proprio lavoro e sono dediti ad esso. Tuttavia i problemi non mancano.
Paul è in attesa del suo primogenito e per questo è sempre in attesa della fatidica chiamata con conseguente apprensione nei riguardi della moglie, mentre Mike è un tossico dipendente che passa le proprie serate a divertirsi fra alcol, droga e ragazze.
Benché egli sembri essere un ragazzo tutt’altro che affidabile, è sempre dedito al lavoro ed è proprio in quelle serate di baldoria e divertimento sfrenato che, paradossalmente, fa emergere le sue straordinarie qualità come avvocato, arrivando anche ad inscenare un processo con l’aiuto dei sui “conviviali”.

Un giorno Mike e Paul vengono contattati da una cliente, Vicky Rogers (Vinessa Swan). Questa donna si rivela essere un’infermiera (comparsa all’inizio della pellicola) affetta da AIDS dopo essersi punta con un ago a contatto con un paziente affetto dalla suddetta malattia.
I due, grazie alla testimonianza della donna, vengono a conoscenza di un uomo Jeffrey Dancort (Marshall Bell) che ha ideato un ago usa e getta che previene incidenti come quelli capitati a Vicky, ma che, per motivi legati ai costi, nessun ospedale vuole adottare.
Da qui in poi comincerà la battaglia di Mike e Paul per dare giustizia a Vicky e cercare di far utilizzare negli ospedali americani l’ago di Jeffrey nel tentativo di prevenire situazioni analoghe.

Questo film, per nulla pretenzioso, cerca di raccontare una storia realmente accaduta cercando di arrivare dritto al punto, senza girarci intorno. Purtroppo, non riesce a farlo in maniera perfetta.
La caratterizzazione dei personaggi lascia un po’ a desiderare, poiché malgrado il protagonista sia, in fondo, principalmente Mike, l’eccessiva focalizzazione su di esso fa passare in secondo piano personaggi, quali lo stesso Paul, che invece avrebbero meritato molta più attenzione e dedizione.
L’interpretazione di Chris Evans (probabilmente una delle migliori) riesce a coinvolgere lo spettatore in maniera disarmante.
Forse l’unico aspetto negativo è proprio il fisico possente dell’attore che, probabilmente, non era fra i più adatti per rappresentare un tossico dipendente.

Il tutto è racchiuso in una buona regia, cali a parte, che completa l’opera.
Il grande rammarico è che in pochi sono a conoscenza di questa pellicola che non esente da difetti riesce comunque a lasciare il segno nella mente dello spettatore e la scarsa pubblicità su di esso non ha certo giovato.
Puncture si rivela essere un discreto tentativo di far emergere un problema sociale abbastanza delicato con l’ausilio di un lodevole cast e una regia ancora da curare in alcuni aspetti, ma che può solo migliorare.

Giuseppe Maimone

Eventi della settimana

14 febbraio

#innamoratidiME

Dove: Messina

Quando: dalle ore 16:00 del 14 febbraio con iniziative anche il 17 e 18

Cosa:  Un sogno che fluttua con tenerezza infinita sulle ali della Fata Morgana!
Un canto che si diffonde nell’aria limpida di una notte di luna piena sulla bocca delle sirene.
E’ Messina che sussurra: innamorati di me! Si può resistere alla seduzione di una città che si snoda tra i Peloritani e il mare dello Stretto e che si riflette nel cielo con i laghi di Ganzirri e carezza le nuvole e le onde dai colli di Sarrizzo? E perché non cedere alle lusinghe di una città che ti porta per mano alla Badiazza, nella chiesa dei Catalani o di Santa Maria Alemanna e ti trattiene, silente e gioiosa, di fronte a un quadro di Antonello a una scultura di Montorsoli e del Gagini?
Non si può.
E allora rispondiamo alla domanda della città e confessiamole che ne siamo innamorati da sempre.
Innamorati dolenti per le ferite che la città si porta dentro – baracche, povertà, degrado, incuria, istinto di rassegnazione, e poi speculazione edilizia, inquinamento, corruzione.. – ma innamorati decisi a non accettare che la propria amata venga deturpata o abbandonata.

Il 14 febbraio, festa degli innamorati, la vogliamo dedicare alla città di Messina.
Innamorati di ME. Un pensiero, una parola, un gesto d’amore per la città. #innamoratidiME”

Una tre giorni dedicata all’amore per Messina, tante attività e performance per scoprire e amare di più la nostra città, questo e molto altro è “Innamorati di ME” iniziativa promossa da Cambiamo Messina dal Basso, Puli – AMO Messina, Associazione Zaleuco e Assessore Collettivo Antonello.

Un evento che vede la collaborazione di diverse realtà e che accompagnerà per tre giorni le/i messinesi, 14 – 17 e 18 febbraio, tre giorni che saranno un primo gesto di riscoperta di amore per la città.

Una tre giorni che ha già avuto idealmente il suo inizio con la richiesta, fatta tramite social network, a cittadine e cittadini di raccontare la loro “storia d’amore” con la città dello Stretto con una foto o una poesia (anche in dialetto) e di inviare il loro elaborato, edito o inedito, alla mail innamoratidime2018@gmail.com entro sabato 10 febbraio alle ore 10.00 per partecipare gratuitamente ad un contest.

CALENDARIO:

Il 14 febbraio alle ore 16:00 sarà il momento della visita guidata, a cura dell’associazione “Lalleru”, a zona Cammarata e Via Belle Arti; un momento per ricordare ma anche scoprire dei luoghi simbolo della messinesità.

Alle 17:00 presso largo San Giacomo, luogo riportato alla luce e ridonato a cittadine e cittadini, si terrà “Amo Messina perché…” iniziativa a cura di Puli-Amo Messina, che vedrà in contemporanea una performance con i gessetti a cura di Martina Karamazov.

Alle ore 18:00 presso l’atrio di Palazzo Zanca sarà il momento dell’esibizione dei cantastorie Annamaria Pugliese ed Anthony Greco.

Alle 18:00 ci saranno ben due eventi, il primo sarà un laboratorio di scrittura “I luoghi della mia città nella mia storia” condotto da Mimma Stornanti, a cura dell’Associazione culturale “Intervolumina” presso la Biblioteca dei Cappuccini di Pompei; il secondo una visita guidata a Piazza Duomo a cura di Christian Mangano ed un Minitour su trenino turistico, evento che richiede la prenotazione vista la disponibilità di soli 28 posti, con partenza e arrivo Piazza Duomo e con soste presso Cristo Re e zona Street Art, a cura di Discover Messina.

Alle ore 20:00 la Galleria Vittorio Emanuele si animerà con “Amor de tango: milonga in Galleria”, a cura dell’associazione TangoQuerido e sempre alle 20:00 sarà anche l’isola pedonale di via I° Settembre si svolgerà la Coreografia yoga a cura del Centro Tao Messina.

Alle 21:30 ci sará ” I cuntastorie”, Performance teatrale e Musicale a cura del maestro Nino Pracanica, attore; di Federico Chiofalo e Sebastiano Pietrini, Santino Scardino, musicisti, presso la Chiesa SS. Annunziata dei Catalani ed allo stesso orario sempre in via I° Settembre Performances di arte in strada: alle 22:00 Messaggi damore – perché ogni amore è unico e irripetibile: da unidea di Daniele Gonciaruk con gli allievi della scuola sociale di teatro Officine Dagoruk e alle 22:30 MEmorie, a cura dell’associazione Le Ronde.
Vogliamo valorizzare l’importanza dell’arte di strada e in strada e degli spazi pedonali, luoghi di socializzazione, incontro e cultura.

Sabato, 17 febbraio, appuntamento alle 09:30 sul viale Boccetta per la Passeggiata naturalistica Badiazza – Colli Sarrizzo con pranzo da don Minico a cura di “Cammina con Paolina”; alle ore 16:30 presso la libreria Colapesce si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note dImprovvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

Domenica, 18 Febbraio, alle ore 09:00 Passeggiata naturalistica Forte S.Jachiddu e Monte Ciccia a cura del CAI di Messina e alle 20:00 presso la Galleria Vittorio Emanuele performance di danza di Oltredanza a.s.d. a.p.s. di Claudia Bertuccelli e Tilia Ruggeri ed a seguire performance di “Esostheater- Il teatro degli Esoscheletri” diretto da Sasá Neri. .

Un segno tangibile per le cittadine ed i cittadini verrà lasciato da due interventi di Street Art che come focus avranno l’amore per la Messina che verranno realizzati dalle allieve e dagli allievi del liceo artistico “Ernesto Basile” e dagli street artist MaCa e NessunNettuno.

16 febbraio

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI

Dove: Teatro Vittorio Emanuele

Quando: dal 16/02 al 17/02 ore 21:00 ; giorno 18/02 ore 17:30

Cosa: Adattamento teatrale dell’omonimo libro di Eric-Emmanuel Schmitt firma la regia Michele Placido che interpreta uno dei protagonisti insieme ad Anna Bonaiuto.
Sinossi :
Sull’altalena del matrimonio fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati si consuma la vita dei due protagonisti. Un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe.
Gilles e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo menàge familiare.
Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a.
Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane.
Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro.
I tentativi di Lisa di aiutare il compagno a riappropriarsi della sua identità e del loro vissuto comune diventano, un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei. Gilles e Lisa avranno un bel da fare per cancellare l’immagine di sé che ciascuno ha dell’altro, attraverso rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate, ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, in una lotta senza esclusioni di colpi, sostenuta, per fortuna loro, da una grande attrazione fisica che li tiene avvinti.
Il testo di Schmitt è un veloce e dinamico confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute, ora amorevoli ora feroci, ora ironiche ora taglienti, uno scontro che si genera dove una grande passione inespressa cerca un modo per sfogarsi. Il battibecco è necessario, vitale.
Il confronto incessante, il dire apertamente quello che era percepito da tempo, la consapevolezza chiara ed intelligibile di alcune realtà e verità prima solo intuite sono momenti necessari alla vita di coppia, per permettere a due persone di crescere insieme, di rispettarsi, di convivere.

 

17 febbraio

CUSUNIME-WP CATANIA

Dove: Cittadella sportiva Annunziata

Quando: ore 15:00

Cosa: campionato nazionale di pallanuoto serie B

 

COLAPESCE E #innamoratidiME

Dove: Libreria Colapesce via Mario Giurba 8/10

Quando: ore 16:30

Cosa: all’interno della manifestazione #innamoratidiME  si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note d’Improvvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

 

HÅN al Retronouveau

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: ore 22:30

Cosa: Classe 1996, è una ragazza accompagnata dalla sua chitarra e dal suo computer.
La musica di HÅN si riversa sull’ascoltatore con la delicatezza di un ruscello di acqua limpida, fresca e cristallina.
Anticipato dal singolo The Children in anteprima streaming da The line of best fit e 1986 lanciato dallo statunitense Gorilla vs. Bear, l’EP di debutto è un’intensa creatura synth-pop in cui i tappeti di synth e le chitarre si uniscono ai ritmi pulsanti della drum-machine. Con questi brani HÅN ha superato il milione di ascolti su Spotify.

“Ascoltarlo è d’obbligo, apprezzarlo quasi scontato” (SENTIREASCOLTARE)

“Evocative and atmospheric guitar work and pulsating drum beats cry out Daughter in their influences, met by a minimalism in its airy synth that draws comparisons to The XX”. (When The Horn Blows)

APERTURA PORTE: 22.30
START SHOW: 23.30
INGRESSO: €5

PROMO: BIRRA OMAGGIO per chi entra PRIMA DELLE 23:30

 

Arianna De Arcangelis

 

Black Panther

Se volete passare un San Valentino differente giorno 14 febbraio uscirà in sala Black Panther.

Il film della Marvel trae origine dall’omonimo supereroe apparso per la prima volta nel 1966 su Fantastic Four n. 52.
Pantera Nera è il sovrano e protettore del Regno di Wakanda, nazione dell’Africa subsahariana tra le più ricche e tecnologicamente avanzate della Terra. È dotato di abilità sovrumane dopo averingerito “l’erba a forma di cuore” , spesso combatte affianco degli Avengers.
La trama del film vede T’Challa (Chadwick Boseman) tornare a casa a causa della morte del padre, diviene così re del Wakanda.
Wakanda è una città ricchissima ed molto più evoluta rispetto al mondo intero, è un luogo semi mitico, definita la “città dorata”.
T’Challa deve combattere due nemici che cercano di detronizzarlo Erik Killmonger (Micheal B. Jordan) e M’Baku e così veste i panni di Pantera Nera. Farà squadra con l’agente della CIA Everett K. Ross (Martin Freeman) e con il corpo speciale wakandiano delle Dora Milaje, tra le quali figura anche l’amata Nakia (Lupita Nyong’o).

Il regista del film è Ryan Coogler (Creed) e l’ensamble è la crème della crème degli attori afroamericani, ai nominati aggiungiamo l’immensa Angela Bassett (Malcom X, AHS, La musica del cuore), il grande Forest Whitaker (L’ultimo re di Scozia, Goodmorning Vietnam),  Daniel Kaluuya (candidato quest’anno all’oscar come miglior attore protagonista per “Get Out!- Scappa!”), Letitia Wright e Danai Gurira (The Walking Dead).

La critica internazionale  ha acclamato questo film:
il NYT “L’etnia è importante in Black Panther, molto importante non solo in termini manicheistici di buoni /cattivi, ma anche come modo di esplorare preoccupazioni umane più ampie come il passato, il presente e l’abuso di potere. Anche solo questo rende il film molto più riflessivo sul modo in cui funziona il mondo di un mucchio di film mainstream.”
Collider invece “Black Panther non è un trionfo solo perché è un film importante e senza precedenti, ma anche perché è un film di supereoi pazzesco e splendido da vedere. Un equilibrio delicato e impressionante. Ci sono dei difetti, ma sono frutto dello stile Marvel – il film dura 20 minuti di troppo e ci sono troppi villain minori, ma sono piccoli difetti che non distolgono l’attenzione dal successo di Coogler.”

Il pubblico su Rotten Tomatoes gli ha dato un punteggio di 99%.

Insomma non resta che andare a vederlo per poter concordare o meno.

 

Arianna De Arcangelis

Eventi della settimana

8 febbraio

LA SCIARRA (CAFFÈ FILOSOFICO)

Dove: Libreria Colapesce via Mario Giurba 8/10

Quando: 18:30

Cosa: Colapesce e UDU Messina presentano La Sciarra.

Questa settimana alla “Sciarra” discuteremo di come sia mutato l’uso delle immagini nella comunicazione scritta. Un tempo utilizzate come aiuto nella comprensione dei testi (anche in virtù di una scarsa alfabetizzazione), oggi utilizzate come principale mezzo di comunicazione tanto negli ambienti informatici quanto in quelli gionalistici e pubblicitari. Abbiamo accantonato testi complessi focalizzandoci su illustrazioni e fotografie alle quali alleghiamo poche righe per conferirgli spessore, siamo diventati pigri o ci siamo evoluti in una forma di comunicazione internazionale e più efficace?
Sciarra è un termine quasi onomatopeico.
la sola pronuncia crea confusione e fa rumore.
Nel momento in cui la pronunci tutti improvvisamente accorrono per prenderne parte, far valere le proprie ragioni o semplicemente assistere.
La sciarrà è fondamentalmente un confronto, un dibattito animato durante il quale tutto può accadere.
Dalle peggiori sciarre nascono le migliori amicizie, gli amori travolgenti e le idee più brillanti.
Un attrito che crea energia, che stimola confronto e arricchisce il nostro linguaggio e la nostra sete di sapere.
Ogni due giovedì una parola verrà srotolata dalle nostre/vostre lingue grazia alla Sciarra.
La parola di questa settimana è CULT.
Cosa rende Cult un film, un libro, un oggetto?
Con un buon bicchiere di vino o una rillassante tisana lasciamo a voi il ring di Colapesce.

 

DEED MEETUP REALTÀ VIRTUALE AUMENTATA

Dove: Innesta via università 1

Quando: ore 19 fino alle 20:40

Cosa: Ha finalmente inizio il ciclo di Design & Development meetup (DEED) presso Innesta; il primo degli incontri sarà giorno 8 febbraio 2018, main topic Realtà Virtuale e Aumentata.
Vedremo come si progetta un’esperienza di realtà aumentata usando due strumenti dell’approccio Human Center Design, già utilizzato per la progettazione di User Experience. Parleremo delle interfacce, di come siano completamente diverse rispetto alle normali interfacce web e infine, racconteremo un’esperienza di sviluppo con ARKit di Apple.

PROGRAMMA

[10 min] Introduzione a cura di Francesco Stagno d’Alcontres (Founder di iDIB Group)

[30 min] – “Personas e Scenarios nella creazione di un progetto di Realtà Aumentata”
– Donatella Ruggeri (UX Designer iDIB Group e Psicologa)

[30 min] – “Designing for Augmented Reality”
– Andrea Angemi e Gianluca Cosetta (UI Designer iDIB Group)

[30 min] – “Sviluppo su Apple ARKit: la mia prima volta”
– Davide Sugullo (Developer iDIB Group)

Cos’è DEED?

Il primo meetup di Design & Development in cui Designer e Developer si cercano, si parlano e si confrontano. Un ponte tra silos troppo spesso isolati, per far emergere il vero valore della collaborazione. Tematiche tecniche che incontrano concetti di progettazione visuale e ritorno. Visti gli argomenti birra e taralli sempre presenti, come ogni meetup che si rispetti!

9 febbraio

1 HOUR OGNI ORA UNA FESTA DIVERSA

Dove: Retronouveau via croce rossa 33

Quando: dalle ore 22:30

Cosa: Sul palco, un maxi countdown di 60 minuti detta la durata di uno specifico e delirante party, al termine del conto alla rovescia una sirena, accompagnata da una cascata di coriandoli, accompagneranno l’inizio della nuova tipologia di festa! Tutto cambierà, ogni ora.
(l’ordine lo scoprirete solamente durante la giornata)

ROCK’N’ROLL
90’s
TRASH / ITALIANA
80’s

alla voce il nostro affascinante: Mark David

OGNI ORA UN DRINK DIVERSO SCONTATO AL BAR
Ingresso: 10euro

 

CUNTI SHOW OFF LAUDAMO

Dove: Teatro Vittorio Emanuele via Garibaldi

Quando: ore 21

Cosa: “CUNTI”
Mata e Grifone, Li tri soru, Cronache 1908

SALA LAUDAMO
9/10 FEBBRAIO ORE 21:00
11 FEBBRAIO ORE 17:30

Testi tratti da: “Badiazza” di Giuseppe Cavarra e “Cronache da una città scomparsa” di Valeria Alessi.
Un unico spettacolo, composto da tre testi che raccontano mito, tradizione e fatti storici. La lingua italiana si mescola al dialetto, l’azione teatrale viene arricchita dalla musica dal vivo, dal canto e dalla coralità.
La tradizione popolare è presupposto del racconto e della tecnica della messa in scena.
Lo spettacolo è agile ma ricco di elementi teatrali. Insieme agli attori, maschere e pupi cuntanu li cunti.

Con
Valeria Alessi ,Romana Cardile, Francesco Coglitore, Mariachiara Millimaggi

Costumi a cura di Romana Cardile
Interventi musicali di Mariachiara Millimaggi
Regia di Valeria Alessi

Immagine locandina: particolare da “Mia Mata e Nostro Grifone” di MaCa (Manuela Caruso)

BIGLIETTI AL BOTTEGHINO DEL TEATRO VITTORIO EMANUELE
10,00 €/ridotto 8,00€
Biglietteria tel. 090 2408836

10 febbraio

CARNEVALE 2018

Dove: Perissa via Consolare pompea

Quando: ore 23:00

Cosa: È tempo di elezioni, di campagna elettorale, di scelta tra destra e sinistra, è tempo soprattutto di promesse.
L’unica promessa che vogliamo farvi è il divertimento assoluto!
Dopo il successo del Capodanno 2018, il Perissa si riconferma la venue perfetta per un Carnevale eccezionale.
Ingresso con invito
– 10€ consumazione inclusa IN MASCHERA
– 10€ senza consumazione SENZA MASCHERA
POSSIBILITA’ DI PRENOTAZIONE TAVOLI.

13 febbraio

A CARNEVALE OGNI LIBRO VALE

Dove: Libreria Colapesce via Giurba 8/10

Quando: ore 18:30-21:30

Cosa: Qual è il personaggio letterario più amato che occupa un posto speciale nel vostro cuore e nella vostre librerie?
Jay Gatsby o Daisy Fay? Guendalf o Albus Silente? Benjamin Malaussane o Arturo Bandini? Emma Bovary o Anna Karenina? Josef k o Stephen Dedalus?
La libreria Colapesce in occasione del Carnevale vi invita non solo a svelarci chi sia ma anche ad interpretarlo anima e corpo. Quindi smettete i vostri panni, indossate quelli del vostro eroe o della vostra eroina e gettatevi senza indugio nella lettura del vostro brano più amato.
E chi lo sa magari potrete brindare con James Bond, prendere un caffè con il giovane Holden e bere una birra con Chinaski.

 

Arianna De Arcangelis