I Diritti Conquistati dalle Donne

 

Le Donne hanno incominciato ad avere Diritto di voto, quando fu esteso il Suffragio Universale Femminile, ricordandoci questo movimento, femminista con le “Sufraggette”.
La Donna incomincia ad avviarsi come “Cittadina” del mondo, sia nell’ambito sociale che nell’ambito politico da come ci narra la storia .

Ma sfortunatamente tutt’oggi, il ruolo della Donna nell’ambito “Sociale –politico” viene rappresentata come “Antagonista” della sua vita, dimenticandosi che essa ha un ruolo “Storico –Rivoluzionario”

Un genere che ha sempre lottato per i suoi Ideali e che tutt’oggi , ogni giorno affronta le piccole “Disuguaglianze” che ancora la nostra società rileva in maniera eccessiva, senza notare che il “Ruolo Femminile” resterà sempre quella rivelazione che nessuno si aspettava prima d’ora .

Hanno intrapreso battaglie per un futuro migliore. Essere Donna non significa essere diverse ma essere unicamente forti.

 

Dalila De Benedetto

Torino: tetraplegico recupera l’uso delle mani grazie a un nuovo intervento

La procedura, eseguita in pochi centri ospedalieri al mondo e per la prima volta in Italia, prevede di aggirare la lesione del midollo spinale ricollegando i nervi ancora sani con quelli non più in funzione, permettendo un più ampio recupero delle capacità motorie e sensitive.

Un ex pasticcere di 52 anni, rimasto tetraplegico a causa di un incidente d’auto, recupererà la funzione delle mani grazie a un innovativo intervento effettuato presso l’ospedale Cto della Città della Salute di Torino. Il paziente è stato sottoposto ad una nuova metodica, la quale bypassa la lesione del midollo spinale ricollegando, come fili elettrici, i nervi sani a nervi non più funzionanti. In questo modo, come spiegato anche dai sanitari stessi, è stato possibile reinnervare interi distretti muscolari precedentemente non recuperabili.

L’operazione, durata circa tre ore e mezza, è stata eseguita su entrambi gli arti superiori dai chirurghi Bruno Battiston, Diego Garbossa, Paolo Titolo e Andrea Lavorato.

Il paziente aveva subito una lesione midollare completa a livello cervicale in seguito a un incidente avvenuto circa sei mesi fa, che gli aveva procurato la perdita della capacità di aprire e chiudere le dita delle mani, e al tempo stesso, rendendogli impossibili semplici azioni quotidiane, come afferrare gli oggetti o provvedere alla propria cura personale.

La chirurgia utilizzata prevedeva e basava la propria attenzione sul trapianto di tendini, ma ciò consentiva solo un recupero parziale della funzione motoria. La nuova tecnica, invece, permette un recupero maggiore e più fisiologico della capacità motoria e sensitiva degli arti.

L’intervento è riuscito perfettamente e si è concluso senza alcuna complicanza.

Nei prossimi mesi il paziente sarà sottoposto a trattamenti fisioterapici, possibili solo in centri di riferimento, in cui il recupero della funzione motoria che solitamente necessita di molti mesi, sarà facilitato dalle moderne cure atte a preservare e favorire la motilità dei diretti interessati.

Gianluca Vitale

                                    

 

 

Speciale FRU 2019: diario di bordo – giorno 1

I cinque speaker di Radio UniVersoMe sono partiti con una valigia carica di adrenalina, emozione, e tanta voglia di imparare e mettersi in gioco nell’evento che chiama a raccolta tutte le emittenti radiofoniche universitarie italiane. Taccuino e penna alla mano, i nostri fantastici 5 (Francesco Burrascano, Giuseppe Cannistrà, Alessio Caruso, Elena Perrone, Ilaria Piscioneri) ci hanno raccontato le loro prime testimonianze sul FRU, che si sta rivelando all’altezza di tutte le alte aspettative e sta rappresentando un’opportunità formativa per i nostri giovani speaker.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

La prima giornata è cominciata subito a pieno regime con una cerimonia di apertura e i saluti di due delle personalità che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento: il Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre Prof. Luca Pietromarchi, e Martina Esposito, presidente RadUni.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

È seguita una sessione plenaria in cui ospiti del calibro di Giorgio Zanchini (Rai Radio 1), Massimo Giannini (Radio Capital), Maria Latella (Radio 24) e Caterina Moser (Europhonica e RadUni) hanno proposto un confronto sulla trattazione del tema dell’Europa in radio. A proposito di spirito europeo e di Europhonica, inevitabile è stato il ricordo e il tributo dedicato ad Antonio Megalizzi, giornalista e speaker per Europhonica (il format internazionale delle radio universitarie europee), rimasto vittima l’11 dicembre scorso in un attentato a Strasburgo. Per questo motivo il festival quest’anno assume una connotazione ancora più profonda, con l’intento di perpetuare l’impegno di Antonio e sensibilizzare sul concetto che l’Europa non è politica estera, ma domestica. La sollecitazione sembra essere proprio pertinente, in coincidenza con le elezioni europee di qualche settimana fa, argomento ancora caldo. La riflessione suggerita è che dovrebbe essere interesse di tutti sentirsi coinvolti nelle dinamiche d’attualità europea, soprattutto noi giovani figli di una generazione sempre più proiettata verso l’internazionalizzazione, e per questo rinominata “generazione erasmus”.

©UVM, FRU 2019 festival delle radio universitarie italiane, Università degli Studi Roma Tre

In un workshop successivo alla plenaria dal titolo “Radio o Audio”, Mirko Lagonegro (Digital MDE Audio strategy) e il Prof. Tiziano Bonini (Università di Siena) hanno dibattuto sul rapporto tra audio e radio, interrogandosi sulla funzione e i valori che può assumere la radio, come strumento dal forte potere comunicativo. È stata anche analizzata la questione delle trasmissioni radiofoniche in podcast, valutando se questi ultimi possano essere delle soluzioni adatte per il target al quale si rivolgono le radio universitarie. Durante la conferenza, tra i vantaggi e gli svantaggi emersi riguardo all’uso dello strumento podcast, è stata specificata la necessità di saper costruire un’audience di ascoltatori presenti e partecipi, ancora prima di divulgare i podcast. La giornata si è conclusa con un workshop sulla potenza della voce, in cui sono intervenuti i vincitori del Prix Italia, che da 70 anni premia i programmi radio che riscuotono più successo. Ad allietare le ore serali è stato un concerto sulle note di brani cantati da Renzo Rubino, The Shalalalas, Silvia Oddi e The Leading Guy.

Giusy Boccalatte

Il Senato approva la mozione sul clima, ma dice no allo stato di emergenza climatica

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Respinte le mozioni di PD, FI e LeU. Approvata quella del M5S

Si è svolta proprio in occasione della Giornata dell’Ambiente, lo scorso 5 giugno, la seduta del Senato avente all’ordine del giorno la discussione delle mozioni sui cambiamenti climatici. Il resoconto? Il problema c’è, ma non l’emergenza

Quattro le mozioni che sono state presentate dai diversi gruppi parlamentari. Quella del PD chiedeva al Governo di dichiarare lo stato di emergenza ambientale, quella di FI rivendicava la necessità di interventi urgenti per non incorrere in procedure di infrazione da parte dell’UE, garantendo al contempo un’autonomia finanziaria agli enti locali per investimenti nel settore. LeU ha invece proposto di rivedere le imposte sull’energia e sull’uso delle risorse ambientali, nella direzione della sostenibilità. Il Senato ha deciso di respingere tutte e tre le proposte delle opposizioni per approvare mozione di maggioranza:

“Richiamando in premessa l’allarme sugli effetti irreversibili dei mutamenti climatici, nella consapevolezza che il fenomeno del “global warming” richieda azioni incisive per contrastarlo, la mozione di maggioranza impegna l’Esecutivo ad accelerare la transizione energetica verso la riduzione delle emissioni inquinanti e la progressiva decarbonizzazione dell’economia promuovendo un nuovo modello energetico-ambientale; a ricorrere all’eco-design; a favorire l’autoproduzione distribuita di energia da fonti rinnovabili; a promuovere campagne di sensibilizzazione/informazione rivolte ai cittadini in sinergia con gli enti locali, anche mediante l’introduzione dell’educazione ambientale nelle scuole“.

Secondo le opposizioni, la mozione di maggioranza si limiterebbe a elencare dichiarazioni di principio. Non sono d’accordo i padri della mozione vincente, che rivendicano: “abbiamo individuato piccole azioni, ma concrete”.

Immediata la reazione – negativa – delle associazioni ambientaliste.

https://www.facebook.com/FridaysItalia/posts/442128503253042

 

Secondo Fridays For Future Italia, l’emergenza climatica va dichiarata per rendere le persone consapevoli. “I politici e i media hanno trattato il cambiamento climatico come una semplice lotta ambientalista”, denunciano su Facebook. E continuano: “Dovete cambiare il modo di trattare la crisi climatica e dovete chiamarla per quello che è: un’emergenza”. Nel frattempo alcuni comuni tra cui Milano, Lucca, Napoli e Aosta hanno dichiarato lo stato di emergenza climatica. Altri comuni ci stanno lavorando. L’obiettivo è quello di mettere alle strette il Parlamento “dal basso”: “Siamo convinti che con migliaia di comuni in emergenza climatica il Governo non potrà più mettere la testa sotto la sabbia”, affermano ancora i Fridays For Future su Facebook.

Negli stessi giorni la Finlandia si è posta l’obiettivo di raggiungere la neutralità di emissioni nette di carbonio entro il 2035. Determinanti saranno la piantumazione delle foreste, la tutela del patrimonio naturale e l’abbandono dei carburanti fossili.

 

Francesco D’Agostino

 

Lolita – Vladimir Nabokov

Un libro che ami o che odi, non ci sono vie di mezzo per Lolita. Voto UvM : 5/5

 

 

 

 

Lolita, la ninfetta che fa perdere la testa professor Humbert.

Non appena pubblicato, il libro creò subito scandalo per via della storia che lega i nostri due protagonisti: un uomo maturo innamorato di una bambina di soli 11 anni. Tutto questo va oltre la morale che lega ogni essere umano.

Humbert farà di tutto per avere la sua giovane fanciulla.

Quest’opera ci fa entrare dentro la mente di un pedofilo e capiamo che questa è una malattia orribile, ma è un’azione involontaria; il lettore prova disgusto ma allo stesso tempo compassione verso il professore.

L’autore, Vladimir Nabokov, ci fa comprendere che l’amore è l’entità più strana al mondo e ti porta a fare cose fuori dall’ordinario andando contro la società in cui vivi.

Ed è proprio il lettore il giudice di questo libro.

                                             Alessia Orsa

Cinque studenti UniMe in trasferta nella caput mundi per il FRU 2019

Il countdown è ufficialmente finito. Tutto pronto per il FRU 2019. Oggi si è dato inizio ai lavori del FRU, il festival delle radio universitarie italiane, che si concluderà il 9 giugno. L’evento è organizzato da RadUni, l’associazione che riunisce gli operatori dei media radiofonici universitari italiani, la cui mission è quella di rispondere a un’esigenza di legame e di condivisione di buone pratiche tra i promotori delle prime esperienze di web radio universitarie italiane. A distanza di un anno, per la seconda volta consecutiva, l’Università degli Studi di Messina rinnova l’adesione al festival giunto alla tredicesima edizione, inviando una delegazione di cinque studenti universitari, membri della redazione UniVersoMe, la testata giornalistica degli studenti UniMe, nonché tutti e cinque speaker radiofonici di Radio UniVersoMe, la web radio di UniVersoMe.

Dopo l’entusiasmante esperienza del FRU 2018 a Cagliari, Radio UVM presenzia ancora all’affezionato appuntamento, ma con diversi partecipanti e in una diversa location. È la capitale, nell’Università Roma Tre, lo scenario scelto per ospitare lo svolgimento dell’edizione 2019 del FRU. Quest’anno tocca agli studenti Francesco Burrascano, Giuseppe Cannistrà, Alessio Caruso, Elena Perrone e Ilaria Piscioneri, che saranno protagonisti attivi, insieme ai rappresentanti di altre emittenti universitarie provenienti da tutta Italia, di quattro intense giornate che prevedono un programma fitto di attività, consultabile nel seguente link al sito: https://www.raduni.org/fru19/.

Dalle conferenze e i dibattiti sui temi della radiofonia, delle nuove tecnologie e della comunicazione, agli workshop interattivi, i nostri inviati avranno modo di confrontarsi con altri appassionati aspiranti radiofonici e giornalisti, e di prendere parte a momenti altamente formativi di incontro con relatori d’eccellenza e professionisti esperti del settore che sveleranno alcuni segreti del mestiere. Ma non finisce qui. La manifestazione rappresenterà anche un banco di prova stimolante in cui poter esercitare e dimostrare le proprie competenze, cimentandosi in delle sfide, le cosiddette speaker challenge. Durante il festival saranno premiati il miglior format radiofonico universitario e la migliore voce. Ultimo ma non meno importante elemento immancabile sarà la musica, componente fondamentale non solo in radio, ma anche come forma di intrattenimento che farà da cornice ad alcune serate, grazie ad artisti del panorama musicale nazionale che si esibiranno in concerti dal vivo.

Le anticipazioni possono bastare. Non si può rivelare troppo. Il resto dovrete scoprirlo leggendoci sul sito https://universome.unime.it. Per restare aggiornati e non perdervi contenuti inediti in diretta da Roma, collegatevi sui canali social di UniVersoMe:

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Giusy Boccalatte

Trump e la regina Elisabetta celebrano i 75 anni del D-Day

 

I leader del mondo occidentale radunati attorno a una regina di 93 anni per rendere forse l’ultimo tributo, in piedi e con gli occhi lucidi, ai titani superstiti ormai ultranovantenni del D-Day. Si è chiusa così la visita di Stato nel Regno Unito di Donald Trump, debordante presidente-tycoon che per qualche ora ha dovuto cedere la prima fila del proscenio, ma ha suggellato in gloria una tre giorni da archiviare nella sua ottica sicuramente come un successo: segnato dal tappeto rosso che un governo britannico in piena transizione gli ha concesso aggrappandosi alla sua sponda per il dopo Brexit e ai fasti d’immagine dell’accoglienza in pompa magna del protocollo regale di casa Windsor.

Tra lezioni di storia, momenti di intrattenimento e solenni tributi alla memoria, la cerimonia ha coinvolto truppe, danzatori e bande militari, per concludersi con uno spettacolo di aviazione. Veri protagonisti dello spettacolo sono stati i veterani ormai anziani sopravvissuti a quella decisiva campagna militare i quali hanno dichiarato di essere alquanto sorpresi di tutta questa attenzione: fecero semplicemente il loro lavoro. “Ero solo una piccola parte in una macchina molto grande”, ha detto il 99enne John Jenkins, veterano di Portsmouth mentre riceveva una standing ovation. “Non dimentico mai i miei compagni perché eravamo qui tutti insieme”, ha proseguito. “È giusto che il coraggio e il sacrificio di così tanti sia onorato dopo 75 anni. Non dobbiamo mai dimenticare.”

Jenkins era tra i 300 veterani della seconda guerra mondiale, di età compresa tra 91 e 101, che hanno partecipato alla cerimonia a Portsmouth, la città portuale inglese da dove molte truppe si sono imbarcate il 5 giugno 1944 destinazione Normandia. La 93enne regina, che durante la guerra servì come meccanico dell’esercito, ha ricordato che alla commemorazione del 60esimo anniversario 15 anni fa, molti pronosticavano che sarebbe stato l’ultimo di questi eventi: ” Ma la generazione del tempo di guerra la mia generazione – è resiliente“, ha detto. “L’eroismo, il coraggio e il sacrificio di coloro che hanno perso la vita non saranno mai dimenticato. È con umiltà e piacere, per conto dell’intero paese anzi di tutto il mondo libero che io dico a tutti voi grazie.” L’evento, che ha dato il via due giorni di celebrazioni per l’anniversario del D-Day, ha reso omaggio alle truppe che cambiarono la storia consentendo agli Alleati di combattere nella Francia occupata dalla Germania. Il D-Day vide più di 150.000 truppe alleate trasportate da 7.000 imbarcazioni sbarcare sulle spiagge della Normandia nel nord-ovest della Francia il 6 giugno 1944. La battaglia di Normandia, nome in codice Operazione Overlord, fu un punto di svolta nella guerra, e contribuì in modo determinante a provocare la sconfitta della Germania nazista nel maggio 1945.

La cerimonia di mercoledì ha riunito presidenti, primi ministri e altri rappresentanti dei paesi che hanno combattuto al fianco della Gran Bretagna in Normandia: Stati Uniti, Canada, Australia, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lussemburgo, Danimarca, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia e Polonia. Alla commemorazione ha partecipato anche l’attuale leader del Paese che allora era il nemico da battere, la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un simbolo della riconciliazione postbellica in Europa. Viceversa il presidente russo Vladimir Putin, che aveva partecipato alle commemorazioni del 70esimo anniversario in Francia cinque anni fa in ricordo del contributo decisivo dell’Unione Sovietica alla vittoria degli alleati contro il nazismo sul fronte orientale, questa volta non è stato invitato. Donald Trump ha letto per l’occasione la preghiera che il presidente Franklin D. Roosevelt pronunciò in un appello radiofonico del 6 giugno 1944, in cui esaltava l’arduo compito davanti a cui le truppe alleate si trovavano.

La cerimonia si è conclusa con la cantante Sheridan Smith che ha eseguito la celebre canzone del tempo di guerra “We’ll Meet Again” che molti dei veterani hanno cantato in coro. Poi gli Spitfire della seconda guerra mondiale e le frecce acrobatiche della Royal Air Force hanno sorvolato il luogo della celebrazione .

https://twitter.com/UniVersoMessina/status/1136634325510889472

Antonio Gullì

The Voice Of Italy, vince Carmen

Ieri sera, 4 giugno, è andata in onda la finale di the voice of italy, che è stata divisa attraverso tre manche: la prima dedicata ai duetti, la seconda ai brani cover, concludendo con gli inediti dei finalisti.

Nel corso della puntata, il palco ha ospitato vari ospiti tra cui Arisa, Holly Johnson, Lizzo, Lost frequencies, Planet Funk e Shaggy.

La sedicenne Carmen, che fino all’ultimo ha mostrato il suo talento scontrandosi con gli altri finalisti del talent, si è aggiudicata il primo posto, ma in quanto minorenne a causa dell’orario di chiusura del programma, ha dovuto rinunciare al suo momento di gloria sul palco collegandosi brevemente dal suo albergo per un saluto.

Il premio le sarà consegnato fisicamente dal suo coach, Gigi D’alessio, che lo ha ritirato al suo posto dalle mani di Simona Ventura.

Inoltre, è stato ripetuto più volte nel corso della finale, toccherà alla Universal Music Italia, che ha messo in palio a «The Voice Of Italy» un contratto discografico, provare a realizzare il suo sogno: un disco… poi chissà.

 Eleonora Genovese

Cibo “sano e biologico”: ecco come gli elenchi degli ingredienti ingannano i consumatori

Quante volte ci rassicuriamo di mangiare cibo sano, o meno nocivo di altri, perché riportano sull’etichetta slogan come “Naturale” o “Biologico“. Oppure leggendo gli ingredienti troviamo basse quantità di zucchero o la presenza di cereali e bacche che ci rassicurano circa la salubrità del prodotto.

In realtà tutto questo ci dovrebbe far star altro che tranquilli, poiché risultano essere tutti trucchi, sapientemente studiati dai produttori, ai fini di marketing.

Il punto è proprio questo: i prodotti vengono presentati come salutari non perché danno realmente giovamento alla salute del consumatore ma per migliorare le vendite dei produttori. E’ proprio partendo da questo monito che bisogna capire la realtà che sta dietro determinate etichette ed elenchi di ingredienti.
Ciò che ci rassicura, probabilmente, è il fatto che i produttori alimentari sono tenuti, per legge, a riportare sulle schede nutrizionali informative dei loro prodotti, tutte le sostanze contenute al loro interno, ma in realtà esistono dei trucchi nel commercio alimentare, in grado di camuffare, omettere, imbellire alcune realtà che ci farebbero desistere dall’acquisto.
Ecco allora alcuni dei più comuni trucchi usati dalle aziende alimentari, per ingannare i consumatori.
Dividere gli zuccheri presenti tra molti ingredienti così che la loro quantità non compaia nei primi tre dell’elenco ( che riportano le quantità maggiori). Per esempio un’azienda può usare una combinazione di saccarosio, fruttosio, sciroppo di cereali, sciroppo di grano, zucchero di canna non raffinato, destrosio e altri zuccheri per essere sicura che nessuno di essi sia presente in quantità sufficienti da arrivare nelle prime posizioni dell’elenco.
Questo inganna il consumatore sul fatto che il prodotto non sia fatto principalmente da zucchero, mentre in realtà i principali ingredienti potrebbero essere differenti tipologie di zucchero.
Gonfiare l’elenco con minuscole quantità di ingredienti ridondanti, principalmente presenti nei prodotti per la cura personale. Ad esempio in uno shampoo le aziende possono dichiarare che il prodotto sia alle erbe quando in realtà ne presenta una quantità quasi inesistente.
Nei prodotti alimentari le aziende gonfiano la lista degli ingredienti con salutari bacche o erbe che molto spesso sono presenti solo in piccolissime quantità. Alla fine la presenza degli ingredienti della” spirulina”, il superfood benefico del momento, non è abbastanza elevata per produrre reali effetti sulla salute.
Questo trucco è chiamato “etichetta imbottita” ed è comunemente usato dai produttori di “junk-food“(cibo spazzatura), che vogliono saltare illegittimamente sul carro dei prodotti biologici.

Nascondere ingredienti dannosi dietro nomi dal suono innocente. L’estremamente cancerogeno nitrito di sodio (conservante E250), sembra perfettamente innocente ma è dichiaratamente causa di tumori al cervello, cancro al pancreas, colon e molti altri tipi di cancro.
“Carminio” suona come un’innocente colorante per alimenti, ma in realtà è fatto con le carcasse frantumate di scarafaggi rossi della cocciniglia. Naturalmente nessuno mangerebbe yogurt alle fragole se sulla etichetta leggesse “colorante rosso per alimenti a base di insetti“.
Allo stesso modo “estratto di lievito” suona abbastanza salutare ma in realtà è un trucco per nascondere il glutammato monosodico (sale di sodio dell’acido glutammico).
Essere ingannati dal nome dei prodotti, i quali includono sapientemente parole che descrivono ingredienti in realtà assenti all’appello. Un cracker al formaggio non deve necessariamente contenere formaggio, un prodotto alla frutta, può benissimo non contenere una sola molecola di frutta. In sostanza, i nomi sono creati per vendere i prodotti giocando su banali associazioni mentali, e non per descrivere gli ingredienti contenuti in esso.
La lista degli ingredienti non include gli inquinanti chimici, metalli pesanti, bisphenol- A, PCBs, perclorato o altre sostanze tossiche trovate nei cibi. Il risultato è che le etichette non elencano quello che in realtà c’è nei cibi, ma soltanto quello che, i produttori, vogliono che tu creda ci sia.


Manipolare le quantità delle porzioni per nascondere ingredienti nocivi. La FDA(Food And Drug Administration) ha creato un sotterfugio per (non) riportare gli acidi grassi nell’etichetta: ogni cibo che contiene fino a 0.5 grammi di acidi grassi per porzione, è permesso dichiararlo, sull’etichetta, a contenuto ZERO di acidi grassi, secondo la logica della proporzione FDA dove 0.5=0.
Sfruttando questo trucchetto, le aziende arbitrariamente riducono le porzioni dei loro cibi a livelli ridicoli, quanto serve per tenere gli acidi grassi sotto lo 0.5 grammi per porzione, così da poter dichiarare in grande sulla confezione “ZERO Acidi Grassi“. Se un biscotto contiene 0.5 acidi grassi, il produttore può dichiarare che l’intero pacco di biscotti è “SENZA Acidi Grassi”. In realtà il pacco può contenere 30 biscotti, che porta a 15 grammi di acidi grassi saturi totali per l’intero pacco.
Le richieste per elencare gli ingredienti nei cibi fu prodotto da uno sforzo congiunto tra il Governo e l’industria privata. Inizialmente le aziende alimentari non volevano fosse obbligatorio indicare tutti gli ingredienti. Chiesero che gli ingredienti fossero considerati “proprietà riservata”, e che elencarli, svelando così i loro segreti modi di produzione avrebbe distrutto i loro affari.
In Europa, sino all’emanazione del Regolamento UE n. 1169/2011, l’etichettatura nutrizionale era facoltativa, a meno che sulla confezione o nella pubblicità del prodotto alimentare si facesse riferimento a specifiche indicazioni nutrizionali. Il Regolamento ha dato inizio, il 16 dicembre 2014, ad un periodo transitorio nel quale i prodotti che fino a quel momento erano obbligati ad indicare in etichetta le informazioni nutrizionali dovevano adeguare le indicazioni presenti alle nuove disposizioni. Dal 16 dicembre 2016 invece tutti gli alimenti hanno dovuto riportare l’etichetta nutrizionale.

Giusi Villa

 

E’ lo “Spirito di Messina” ad aver formato l’Unione Europea

E’ il giugno del 1955, dieci anni dopo la fine della seconda guerra mondiale; la nazione, sconquassata fin dalle fondamenta, sta cercando di rimettersi in piedi, in modo dignitoso e decoroso. Gli animi degli italiani, seppur stanchi ed affranti, in quegli anni vedono la speranza per un futuro migliore, ci credono e ci lavorano su, affinché quello che era accaduto non si ripetesse, affinché i loro figli non vedessero né subissero le atrocità che erano loro toccate. Il popolo vuole gli stati più uniti, spera in un unione che sancisca che nessun conflitto trovi più menti sulle quali attecchire e insidiare le sue malsane brame.

© Belga Photo – da sinistra a destra: Paul-Henri Spaak (Belgio), Walter Hallstein (RFA), Antoine Pinay (Francia), Joseph Bech (Lussemburgo), Gaetano Martino (Italia) e Johan Willem Beyen (Paesi Bassi)

Sono i primi due giorni del mese di Giugno, del 1955, e a Messina, per volere dell’allora Ministro degli Esteri Gaetano Martino, si tiene quella che passerà alla storia, sia italiana che europea, come Conferenza di Messina. A molti messinesi “Gaetano Martino” può far venire in mente il policlinico universitario, nonché l’ospedale più grande della città. Ma Martino fece molto di più che dare il nome ad un policlinico.

Martino, nel suo intento e desiderio di unione, convoca la Comunità Europea del Carbone e dell’acciaio (CECA) costituitasi nel 1951 e tiene per l’appunto la Conferenza di Messina; questa procederà all’avvio dei Trattati di Roma, che porteranno, dopo soli due anni, alla costituzione della Comunità Europea per l’Energia Atomica (EURATOM) e la Comunità Economica Europea (CEE).

Fonte: Archivio Storico del Senato della Repubblica – sicilyineurope.eu Conferenza CECA, Messina 1-2 Giugno 1955

«Siamo tutti ansiosi di estendere sempre più la nostra integrazione… Mi auguro che in questa Conferenza aggiungeremo un’altra pietra alle fondamenta della costruzione europea», dichiara Martino in apertura dei lavori. Della CECA fanno parte 6 stati membri, Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Inizialmente, come in qualsiasi progetto di vasta scala e di grande portata, i Ministri degli Esteri dei sei Stati si sono trovati in difficoltà sulla linea da seguire. I Paesi Bassi premevano per un unione di tipo doganale, mentre la Francia, portatrice indiscussa di integrazione fra popoli, che tuttora innalza la sua bandiera contro qualsiasi forma di discriminazione e razzismo, insisteva per un’integrazione totalizzante. Dopo una fase di stallo, il piano di avviamento è partito, e nel 1992, con i Trattati di Maastricht, nasce quella che oggi è l’Unione Europea.

Eppure, in periodi di diffidenza come questi che viviamo ora, è difficoltoso parlare sia di Unione che di Europa, per di più se si uniscono le due parole. Qualsiasi studioso di storia o di antropologia, sa bene che già gli antichi accomunavano le popolazioni dei diversi Stati europei sotto un’unica forma mentis.

Fonte: strettoweb.com

Siamo “Unione” da un punto di vista linguistico, qualsiasi linguista può affermare che gli idiomi che oggi utilizziamo, seppur diversi, derivano quasi tutti dal latino e prima ancora dall’indoeuropeo. Siamo “Unione” da un punto di vista storico; nessun evento di grande rilevanza per i nostri paesi ha mai lasciato, nei secoli, indifferenti gli altri che lo stavano ad osservare. Siamo “Unione” sotto l’aspetto scientifico, con scambi frequenti tra i nostri migliori intelletti.

Ma l’Europa, è bene dirlo, in un momento in cui uno degli stati membri propone un referendum per uscirne fuori (con esiti ancora incerti, nonostante il popolo si fosse espresso favorevole) è primo di tutto “identità” e – l’identità non coincide col passaporto – dice la scrittrice Dacia Maraini – e tanto meno con una bandiera o una religione. E’ un insieme di valori in continuo cambiamento -; ed è in onore di quei valori che dobbiamo ricordare chi siamo, e sempre in nome di quelli, quando vi sono delle incertezze e sfiducie durante le Conferenze, che si ripete e ricorda “lo spirito di Messina”.

 

Ilaria Piscioneri