Riaperture termini per l’ammissione ai corsi di laurea

 

Riaperti i termini per l’ammissione per i seguenti corsi di laurea con le relative date di scadenza:

  • SCIENZE MOTORIE, SPORT E SALUTE con pre-immatricolazione dal 04/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/19 — per info e-mail areamedica2@unime.ittel. 0906768554-8555-6494

 

  • FARMACIA con pre-immatricolazione dal 04/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/19 — per info e-mail areamedica2@unime.ittel. 0906768554-8555-6494

 

  • CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE con pre-immatricolazione dal 04/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/19 — per info e-mail areamedica2@unime.ittel. 0906768554-8555-6494

 

  • SCIENZE BIOLOGICHE con pre-immatricolazione dal 04/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/19 — per info e-mail scienzeetecnologie@unime.it tel.090/6768514-5-6

 

  • SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE CLINICHE E PREVENTIVE con pre-immatricolazione dalle ore 13.00 del 05/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/2019 — per info:  e-mail areeumanistiche@unime.ittel. 0906768512

 

  • LINGUE, LETTERATURE STRANIERE E TECNICHE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA con pre-immatricolazione dal 04/11/19 e scadenza alle ore 13.00 del 25/11/19 — per info: e-mail areeumanistiche@unime.it  – tel. 0906768511

 

  • SCIENZE E TECNICHE PSICOLOGICHE (sede di Messina) con pre-immatricolazione dalle ore 13.00 del 05 /11/19 e scadenza alle ore 16.00 del 12/11/19 — per info: e-mail: areeumanistiche@unime.ittel. 090/6768512

 

Ammissione al Corso di Laurea:

– per via telematica

-procedura di pre-immatricolazione online con Esse3 secondo le istruzioni indicate > https://unime.esse3.cineca.it

 

Posti diponibili per CDS:

  • Scienze motorie, sport e salute: 29
  • Farmacia: 14
  • CTF: 24
  • Scienze biologiche: 152
  • Scienze e tecniche psicologiche cliniche e preventive: 40
  • Lingue, letterature straniere e tecniche della mediazione linguistica: 22

 

Jessica Cardullo

 

 

 

 

Donato il primo defibrillatore in ricordo di Giuseppe Sorrenti al liceo “Felice Bisazza”

 

Martedì mattina al liceo “Felice Bisazza” è stato donato il primo DAE grazie ad una raccolta fondi organizzata dagli amici di Giuseppe Sorrenti, ex studente dell’istituto venuto a mancare l’ottobre scorso a causa di un infarto.

 

Nella mattinata di ieri si è svolta, all’interno dell’aula magna dell’istituto, una toccante cerimonia, fortemente voluta dal dirigente scolastico, Anna Maria Gammeri che ha riunito familiari, amici e rappresentanti di tutte le classi.

 

«Giuseppe è stato un alunno esemplare ed un ragazzo che ha dato tanto a questa scuola per la sua bontà d’animo e generosità. Il nostro amore adesso deve essere trasmesso ai familiari e ai tanti amici che hanno scelto di partire con queste donazioni proprio dal “Bisazza”. Gli amici di Giuseppe presenti qui oggi, molti dei quali ex studenti del liceo, spero possano percepire questo luogo come una casa nella quale tornare a ricordarlo tutte le volte che lo desidereranno.»

Ha parlato così la Gammeri, ricordando Giuseppe e sostenendo la magnanima iniziativa dei suoi amici.

Proiettati poi in sala momenti di vita del ragazzo, un giovane brillante e buono, il cui ricordo è indelebile e impossibile da dimenticare.

Ex studente del liceo, 29 anni, Giuseppe era diventato un ingegnere navale; lo scorso 10 ottobre dopo una semplice partita di calcetto, il suo avvenire è stato portato via da un infarto.

 

 

«Donare questo defibrillatore al “Bisazza”, la nostra scuola e la nostra casa, è stato un atto sentito e dovuto da parte di tutti noi.»

Queste le parole di uno degli amici di Giuseppe, nonché uno degli organizzatori della raccolta fondi.

Un gesto di forte solidarietà che non si ferma qui; la raccolta infatti continua e ha superato quota 7 mila euro, ciò permetterà l’acquisto di almeno altri 6 defibrillatori, parte dei quali verrà donata, già nelle prossime settimane, al liceo Archimede e all’istituto Caio Duilio.

Benedetta Sisinni

 

Elezioni di tre rappresentanti del personale Tecnico-Amministrativo

Si aprono le votazioni telematiche per eleggere  di tre rappresentanti del personale Tecnico-Amministrativo e dei lettori e collaboratori esperti linguistici in seno al Senato Accademico, per il triennio 2019/2022.

Si può votare nei giorni 26 e 27 novembre 2019, gli orari di apertura e chiusura dei seggi  va dal numero di  ubicazione dei seggi stessi, nonché alla nomina dei loro componenti, verranno espresse con un successivo Decreto.

Tutti quelli che  intendono proporre la propria candidatura dovranno presentarla con l’apposito  modulo e presentarla presso l’Unità Operativa Procedure Elettorali dell’Ateneo, entro le ore 12 di giovedì 7 novembre 2019. Tutte le richieste presentate saranno ammesse o escluse dalla Commissione Elettorale e gli elenchi degli elettori saranno resi pubblici mediante pubblicazioni sul sito web dell’Ateneo entro venti giorni dalla data del presente Decreto.

Modulo: https://www.unime.it/sites/default/files/D.R._indizione_elezioni_PTA_2019-2022_0.pdf

 

Carmela Caratozzolo

Se rimani non giudichi, se te ne vai non giudichi

Una delle poche certezze che ha Messina è la retorica di fine estate. C’è sempre il poeta polemico di turno, la scrittrice nostalgica, lo zio d’America che sentenzia, sul finir di Agosto. Molte testate dello Stretto hanno preso questa abitudine – noi forse l’abbiamo addirittura iniziata questa tradizione – di pubblicare le lettere “rendiconto” delle condizioni e delle sensazioni che si provano quando si ritorna e si parte da Messina. 
Quando si supera la soglia dei 30 giorni di permanenza in quel di Zancle, scatta l’impellente necessità delle parole di farsi spazio tra le dita.

Premetto che questo filo narrante di analisi di critica costruttiva riguardo i movimenti migratori dal Sud non era stato deciso ma si è creato da solo: già da Settembre avevo in mente di affrontare tale argomento dal punto di vista “interno”, mentre il mio collega Alessio Gugliotta, penna dell’editoriale precedente, ha riportato nero su bianco dati rilevanti e critici della nostra attuale comunità, senza esserci messi d’accordo.

Che il mio discorso non venga travisato perché riconosco esserci tanti, troppi punti di vista: chi voglio affrontare sono quei cittadini che rimangono ma puntano il dito senza fare distinzione, sostenendo che tutti coloro che se ne sono andati siano deboli. Le ragioni dell’emigrazione sono diverse e personali, chi si permette di giudicare chi rimane sbaglia, sopratutto se ha avuto l’opportunità di andarsene senza la necessità di farlo, e viceversa chi rimane pur avendo la possibilità di andarsene ma preferisce giudicare come moralmente scorretto chi riempie la valigia. Questa forma di bullismo antiquata e sempre più ancorata nel dilagante malcontento generale che sconvolge i rapporti sociali, alimenta l’aggressiva reazione di una parte di nazione che viene illusa continuamente come se fosse drogata. Ed il primo punto di riflessione che sorge spontaneo è: quanto noi giovani meridionali subiamo e soffriamo le condizioni precarie offerte dalla nostra terra? I punti di vista sono infiniti, e più che opinioni sono critiche elevate a giudizi supremi che vanno in netto contrasto tra loro.

Partendo da chi sceglie di rimanere: mi chiedo perché chi rimane è meglio di chi se ne va? L’assunto incontestabile che ognuno è artefice del proprio destino nel momento in cui prende una decisione deve essere il sottofondo di lettura di questa opinione, cari lettori.

Ho notato che chi continua a vivere al Sud è sinonimo di chi crede nel territorio, di chi non abbandona le radici, di chi lotta, di chi ha sani principi. Sono quelli del “nonostante tutto”, del “il problema non è la mia città ma i cittadini, le istituzioni”, del “io amo la mia cittàslogan che ormai hanno perso identità. Come in questa lettera l’autrice sente la necessità di dire la sua che lievemente sfocia nell’accento sulla mancata valorizzazione del territorio. Io stessa mi sono ritrovata a scrivere qualcosa su quello che di buono c’è, che può aiutarci a vivere armoniosamente un luogo indipendente e selvaggio, ma la dura verità che noi non accetteremo mai è che viviamo una terra che sta implodendo e continuerà  fino a quando non si inizierà a fare fronte comune.

Non è giusto che io mi debba sentire in colpa perché sono figlio del mondo e come tale voglio conoscerlo. Se la mia colpa è quella di scegliere di essere chi non posso essere dove sono nato, devo obbligarmi ad essere chi non sono perché altrimenti sono un disertore delle radici?

Perché deve essere visto come una sconfitta andarsene? Siamo figli di questa terra, cittadini del mondo e come tali abbiamo l’obbligo morale di conoscerlo, visitarlo, esprimere il meglio di noi stessi attraverso la conoscenza del nostro ecosistema, un luogo che stiamo pian piano distruggendo a causa di una radicalizzazione controproducente. Tutte le buone intenzioni si trasformano in ipocrisia. É una croce per tutti il prendere una valigia e partire senza sapere come andrà, con la consapevolezza che quel biglietto di andata non avrà un ritorno. 

La più grande paura dei “terroni” è il cambiamento, un cambiamento che perde di significato nel momento il cui viene bloccato in tutti i modi. Si ne sono consapevole, subiamo ingiustizie e vessazioni solo per il fatto di essere nati in un punto geograficamente troppo ricco per poter essere appieno sfruttato, è un territorio scomodo per il Mangiafuoco di turno. 

Forse c’è troppa carne sulla brace, ma ciò che vorrei “mangiaste” è solo l’atteggiamento supponente e presuntuoso che ognuno di noi ha nei confronti di novità che vediamo solo dall’esterno o che, peggio, influenziamo con le nostre esperienze elevandoli a concetti supremi. 

Il confronto è le fondamenta di una comunità che vuole crescere, migliorarsi e cambiare ciò che di male c’è. 

Proprio ieri su Repubblica di Bari è stata pubblicata questa pillola 

https://bari.repubblica.it/cronaca/2019/11/02/foto/murales-240066470/1/#1 

L’opera artistica dello street artist Daniele Geniale è stata realizzata e dedicata a chi è costretto a lasciare la propria terra per ragioni di lavoro, e solo loro riconoscono il motivo della coraggiosa decisione. 

 

 

Immagine in evidenza: fonte La Repubblica, Bari

 

Giulia Greco

Messina, suora scopre di essere incinta. Il sindaco: “C’è il rammarico per quanto avvenuto”

Risultati immagini per suora incinta

 

Una suora durante una visita medica a Sant’Agata di Militello, in un paese dei Nebrodi (in provincia di Messina), a causa di fastidi a livello addominale, avrebbe scoperto di essere incinta.

La notizia è stata riportata da diversi giornali locali siciliani. Come riferisce la Gazzetta del Sud, la monaca, recentemente sarebbe stata in Africa, suo paese d’origine: «Una volta riscontrati alcuni problemi legati a sue patologie, i medici si sono accorti contestualmente dello stato di gravidanza iniziato, pare, da poche settimane. La suora è stata sottoposta alle cure del caso e successiva trasferita in altra sede dal suo ordine».

La donna, 34 anni, era ospite di un convento a Militello Rosmarino, piccolo comune dei Nebrodi. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte dell’ordine religioso al quale appartiene, che ha preferito trasferire la suora a Palermo.

Gli stessi ambienti ecclesiastici fanno sapere che la donna, dopo aver partorito, potrà scegliere di abbandonare l’ordine e fare la mamma a tempo pieno.

«C’è il rammarico per quanto avvenuto. Sono cose che dispiacciono. La nostra comunità di 1.200 abitanti è sconcertata. La situazione è stata gestita male e non in modo riservato come si doveva», ha detto all’Adnkronos Salvatore Riotta, il sindaco di Militello Rosmarino, nel messinese.

Il primo cittadino ha, poi, raccontato di conoscere bene la suora che «meno di un anno fa ha preso i voti e si fa da sempre volere bene da tutti». «Il collegio Bambin Gesù è un istituto molto serio. Nel tempo — conclude — è sempre stata la realtà più positiva del paese. Nel collegio si occupano anche di famiglie indigenti e bambini in difficoltà. Anche per questo siamo delusi per l’accaduto e per come sia stata gestita la notizia ma il buon dell’Istituto non va discusso».

Un episodio analogo ha sorpreso la comunità di un comune del Ragusano dove un’altra suora, originaria del Madagascar e responsabile di un servizio di assistenza per anziani, ha anche lei scoperto di aspettare un bambino. La notizia risale a circa un mese fa. La donna fungeva anche da madre superiora e ha lasciato l’istituto di cui era ospite facendo ritorno nel suo paese d’origine.

 

Santoro Mangeruca

Il terzo gemello a metà strada tra etica, genetica e mistero

Un thriller tra scienza ed etica. Voto UvM: 4/5

 

 

 

Il terzo gemello è un’opera dello scrittore britannico Ken Follet pubblicata nel 1996.

L’autore ci propone un accattivante thriller che affascinerà il lettore già dalle prime pagine.

La trama ha come ambientazione Baltimora in cui si presenta sulla scena una giovane e brillante ricercatrice universitaria, Jeannie Ferrami, alle prese con un ambizioso esperimento che si occupa di esaminare gemelli monozigoti separati per caso dalla nascita e cresciuti in contesti sociali ed educativi totalmente diversi.

Attraverso l’esame di questi gemelli, la nostra protagonista scoprirà se il carattere, l’indole o ancor di più la personalità di un individuo possano dipendere esclusivamente da fattori genetici oppure da fattori esterni al soggetto quali l’educazione impartita e il contesto familiare e sociale in cui ha vissuto.

Qualora convivessero questi due fattori, Jeannie dovrà capire in che misura possano essere determinanti oppure quale dei due potrà essere prevalente. Siamo esclusivamente ciò che viene codificato dal nostro Dna o siamo anche il risultato di quello che è il “nostro vissuto”?

 

Per riuscire a portare avanti la propria ricerca Jeannie si imbatte in una matassa da districare, un intrigo “all’americana” che vede come al solito coinvolta la Cia, il Pentagono, gli apparati militari e la tanto agognata corsa alla Casa Bianca.

L’arco temporale della vicenda si dilata in una settimana. Il racconto è lineare: non sono presenti flashback o ring composition; lo stile è scorrevole con una terminologia intellegibile anche quando lo scrittore si cala nel lessico di settore.

L'autore, Ken Follet
L ‘ autore Ken Follet, Wikipedia.org

 

Ken Follet propone al lettore un thriller a sfondo scientifico; non possono non fare da perno alla vicenda esperimenti di ingegneria genetica e il frequente ricorso alle biotecnologie. Fino a che punto sarà possibile utilizzare questi ingegni che il progresso ci ha fatto conoscere? Ed è qui che entra in gioco l’etica.

Dunque genetica, scienza, etica e mistero diventano grazie a Ken Follet “cornice di un quadro” che il lettore non potrà fare assolutamente a meno di ammirare.

                                                                                                                                                                                   Ilenia Rocca

Traffico di stupefacenti tra Calabria, Messina, Emilia e Abruzzo

Sono state richieste 10 condanne dalla procura di Messina per un totale di 118 anni di reclusione e una assoluzione nel processo abbreviato dell’operazione antidroga, condotta dalla Guardia di Finanza lo scorso aprile: l’operazione “sfizio”. 

Il PM, pubblico ministero Massara, ha proposto al gup, giudice dell’udienza preliminare Tiziana Leanza, pene dai 20 fino ai 3 anni e mezzo di reclusione. Associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacente con episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, le accuse contestate a vario titolo.

Indagini della Guardia di finanza, iniziate con appostamenti nei pressi di un locale del centro, hanno permesso di scoprire il traffico e lo spaccio di droga, in particolare marijuana, che partica da Calabria, Abruzzo e anche Emilia Romagna.

Il gruppo sembrerebbe stato gestito da una famiglia, padre e figli; tramite dei corrieri la droga arrivava a Messina per la distribuzione.

Alberto Cavarra

Convenzione UniMe FlixBus

https://www.flixbus.it/

Tutti conosciamo FlixBus, il sempre più famoso servizio di trasporti che ci permette di raggiungere mete nazionali e internazionali a prezzi low cost. Ed è proprio con questa azienda che UniMe ha siglato una convenzione che sarà decisamente interessante agli studenti fuori corso e non solo.

Questo accordo permette agli studenti, al personale docente, non docente e tecnico amministrativo dell’ateneo di acquistare biglietti a prezzo agevolato su tutte le tratte disponibili di FlixBus, richiedendo un codice sconto al mese del valore del 10%.

Le modalità di richiesta sono abbastanza semplici:

  • cliccate sul primo link alla fine dell’articolo;
  • nella pagina che verrà aperta, cliccate sul riquadro in cui trovate scritto “richiedi il tuo codice sconto”;
  • sarete portati ad un’altra pagina dove dovrete inserire negli spazi disponibili un indirizzo email istituzionale; (quello registrato su esse3, per intenderci) e il partner convenzionato (uniME nel nostro caso).

Vi verrà inviata una mail che conferma la vostra richiesta e otterrete il codice entro 4 giorni; il codice può essere utilizzato direttamente al momento dell’acquisto del biglietto online, prima del pagamento, tramite sito web o applicazione.

I codici sconto saranno attivi per tutto il periodo della convenzione, vengono esclusi solo i giorni che vanno dal 20/12/2019 al 06/01/2020. Ricordate inoltre di richiedere il codice ogni mese poiché ogni codice può essere utilizzato una sola volta.

Per richiedere il codice potete andare sul sito https://mailchi.mp/467cd6faf7ef/convenzioni ;

Per verificare i percorsi disponibili ed acquistare il vostro biglietto inserendo il codice sconto potete andare direttamente sul sito FlixBus: https://www.flixbus.it/ .

Federica Cannavò

 

Museo regionale di Messina, “biglietto sospeso” per i più disagiati

 

Nuovo progetto promosso dal Museo regionale di Messina, che da la possibilità anche alle persone meno fortunate di poter ammirare le opere presenti al suo interno.

Un “biglietto sospeso”, pagato in anticipo da chiunque voglia sostenere questa iniziativa.

Le persone che potranno godere della generosità di chi vorrà offrire un biglietto, verranno scelte da associazioni di volontariato dalla Caritas e dai centri di assistenza sociale.

La novità è stata presentata dal direttore del Museo regionale, Orazio Micali, ed inserita nel nuovo programma triennale per la gestione, fruizione e valorizzazione del museo.

 

 

«Un gesto di solidarietà a beneficio di un visitatore sconosciuto, persona alla quale le condizioni di vita non consentono di poter vivere l’esperienza del museo per ragioni principalmente economiche, ma anche sociali e culturali.»

 

 

 

Benedetta Sisinni

 

Mito o realtà: quant’è vera la regola dei 5 secondi?

A tutti voi sarà capitato, almeno una volta, di vedere cadere giù dalle vostre mani qualche prelibatezza che stavate gustando con tanto amore, peggio ancora se era l’ultimo pezzo di una torta o l’ultimo biscotto presente in casa. Ed ecco che una domanda comincia a risuonare in testa: “Che faccio lo raccolgo e lo mangio o lo butto?”. Se per alcuni il dubbio è praticamente amletico, altri si fiondano alla velocità di Usain Bolt e lo mangiano soddisfatti. È proprio questo il principio su cui si basa la famosissima Regola dei 5 secondi: se questo lasso di tempo non è passato, il cibo non è stato contaminato e non si corre alcun rischio. Ma questo è proprio vero o è solo un modo per sentirsi autorizzati a fare qualcosa di non propriamente sano e sicuro, riuscendo così a dormire tranquilli la notte?

Se da una parte c’è chi sostiene che raccogliere il cibo da terra possa far aumentare le difese immunitarie o addirittura “arricchire di gusto il pasto”, altri trovano questa pratica disgustosa ed addirittura pericolosa.

Ma cosa ne pensa la Scienza?

Diversi sono gli studi e le teorie che si sono avvicendate sulla questione, ma la ricerca più dettagliata a tal proposito è stata quella condotta da Robyn C. Miranda e Donald W. Schaffner e pubblicata sulla rivista Applied and Environmental Microbiology (American Society for Microbiology).

Questa spiega come, seppur sia vero che tempi più lunghi comportano un maggior rischio di trasferimento batterico dalle superfici ai cibi stessi, altri fattori, inclusa la natura del cibo e della superficie, siano di uguale o maggiore importanza e meritino di essere attenzionati.

La Natura del cibo

Gli alimenti scelti sono stati: anguria, pane bianco, burro spalmato sul pane e caramelle gommose. Tutti e quattro caratterizzati dalle stesse dimensioni, in modo d’avere la stessa superficie di contatto con il pavimento.

Il cibo con la più alta velocità di trasferimento è stata l’anguria, indipendentemente dal tempo di contatto, il che potrebbe essere giustificato dal fatto che, appena tagliata, essa si presenta molto umida. L‘umidità facilita il trasferimento, non importa se la superficie di contatto sia asciutta o bagnata. Inoltre l’anguria può anche presentare una superficie più piatta e uniforme a livello microscopico rispetto al pane o alle caramelle gommose, facilitando la colonizzazione.

La natura della superficie

Le superfici analizzate erano invece: acciaio inossidabile, piastrelle smaltate in ceramica, legno laminato di acero e tappeti/moquette.

Sorprendentemente, secondo lo studio, i pavimenti in moquette trasmettono meno batteri rispetto ai pavimenti in piastrelle e acciaio inossidabile e questo sembrerebbe essere motivato dall’attaccamento o dall’infiltrazione batterica profonda delle fibre assorbenti della moquette stessa, che “intrappolerebbero” i batteri. Al contrario, il tasso di trasferimento batterico era maggiore per le piastrelle, per l’acciaio inossidabile e per le superfici in legno.

Anche la pressione, non inclusa nelle variabili citate nelle studio, sembrerebbe portare un maggiore trasferimento quando applicata con una forza pari o superiore ai 20 g/20 cm^2.

Nonostante nessuno sia mai morto per avere seguito questa regola, nelle condizioni igieniche peggiori, diventa reale la possibilità di contaminarsi con ceppi di Escherichia Coli e Salmonella, che sono spesso causa di enteriti di varia entità e sintomatologia.

Ceppo di E. Coli
Ceppo di Salmonella

Lo studio sembra dunque confermare la validità della Regola dei 5 secondi nella misura in cui il tempo è una variabile importante, ma risulta comunque una pratica limitata non considerando le altre condizioni. Si rimanda piuttosto al buon costume dei consumatori per la valutazione del rapporto rischio-beneficio.

È un cibo che vale davvero la pena di recuperare e mangiare? È caduto in una zona con un’alta probabilità di contaminazione che non viene pulita troppo spesso? Ma soprattutto, è davvero così lontano il supermercato per comprare un nuovo pacco di biscotti, evitando così qualsiasi pericolo?

 

Claudia Di Mento