Jova “trip” party: una pedalata alla volta

 Fonte:  Instagram @lorenzojova

Ancora una volta Jovanotti crea qualcosa di unico: questo docutrip è l’ennesima conferma della sua arte e del suo amore per la vita e per la libertà.

È davvero un ragazzo fortunato, ma il suo sogno lo condivide con noi.

Sulla piattaforma Rai Play è disponibile in esclusiva : “Non voglio cambiare pianeta, Dagli Appennini alle Ande, 4000 km fa”,  16 puntate girate on the road, tra orizzonti sconfinati e alberghi improvvisati che in quindici minuti ci portano dall’altra parte del mondo a chiacchierare con Jovanotti… di cosa? Beh, un po’ di tutto.

Ma come si potrebbe descrivere la novità di un grande artista, se non attraverso i titoli delle sue stesse canzoni?

SI PARTE, SI PARTE, IL DITO SULLE CARTE

L’idea di un viaggio in solitaria che nasce dalla confusione: il nostro caro Lorenzo, comincia a progettarlo dietro le quinte del Jova Beach Party, con l’aiuto dell’amico Augusto (con cui farà una tappa del viaggio).

Sembrerebbe strano ma lui dice: “Dopo ogni cosa importante ho voglia di fare un viaggio per stare da solo e farmela risuonare dentro”, l’emozione di un grande evento che l’ha impegnato per tutta l’estate pare poter essere elaborata solo in 4000 km tra Cile e Argentina, lungo la panamericana e le Ande.

Fonte: @lorenzojova

SEI COME LA MIA MOTO, SEI PROPRIO COME LEI

La sua moto stavolta sarà una bici, amica fedele e silenziosa.

Da montare e smontare, da caricare con una tenda , la “telecamerina”, cibo e bandierine: italiana, cilena e argentina. Compagna di viaggio e di camera, rispettosa dell’ambiente ma super attrezzata. Certo che di km ne hanno fatti, ore ed ore; la co-protagnonista di questo viaggio.

“Ma lo sai che c’hai una bella moto?” 

Fonte: @lorenzojova

La stanchezza e la fatica si sono fatte sentire e certamente la pioggia o il sole battente non lo hanno fermato: lui, la bici e inaspettatamente noi.

IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG

Luoghi di un altro mondo, albe gratuite e tramonti mozzafiato. Jova, che: “saluti dallo spazio, le fragole maturano anche qua”, sembra aver capito di non voler cambiare pianeta. Ringrazia il sole di sorgere e saluta gli animali come se fossero suoi fratelli: lui stesso si descrive come un tale, riscoprendosi come una parte del tutto.

Fonte: @lorenzojova

Lama, lumache giganti, terra dei cactus, verde psichedelico e tropico del capricorno: perché qualcuno vorrebbe cambiare o maltrattare la nostra terra, soprattutto senza conoscere tutto quello che ci propone?

“Voglio stare qui, perché questo pianeta è un dono, è un miracolo in questo sistema solare”.

E IO SONO PROPRIO NEL MEZZO, NELLA TERRA DEGLI UOMINI

Nel suo percorso non sarà proprio solo; oltre la natura che lo abbraccia e lo rende parte di sé, incontrerà qualcuno, come Ilse: donna olandese di 70 anni che pedala da mesi e che in solitaria ci ha passato gran parte della sua vita; nelle persone del nuovo mondo rivede il viso “del mio babbo” e si presenta come Lorenzo, non come Jovanotti, svestendosi della fama e ritrovando la semplicità di andare al supermercato  o di comprare un piccolo lama da appendere alla bici, fa il turista e fa anche da guida.

Fonte: @lorenzojova

PAROLA MAGICA, METTILA IN PRATICA

Quello di Jova è un inno alla continua ricerca dell’arte e alla sua scoperta in tutte le forme.

Dal titolo della mini serie stesso: Dagli Appennini alle Ande, che è ripreso dal libro cuore ( che ci confessa essere uno dei suoi preferiti); al titolo di ogni puntata: nome di una grande opera inerente a quella tappa e al suo viaggio.

Da poeti italiani come Primo Levi: di cui sceglie Lunedì, per il KM 0;  a poeti sud americani come Pablo Neruda: da cui prenderà in prestito un verso de il Pigro, per intitolare il suo “filmino”, fino a concludere con un: “vola solo chi osa farlo” del cileno Luis Sepulveda, in piena attualità e in pieno stile Jova, come a voler onorare e ringraziare la terra su cui sta pedalando.

fonte: ivoltidipas.it

IN QUESTI GIORNI IMPAZZITI DI POLVERE E DI GLORIA

Tra gennaio e febbraio, sono tanti giorni e tante “salitone e discesine”, Jovanotti pedala per tutti noi e ci rende partecipi di cosa vuol dire: la fatica, stare lontano dalle sue ragazze e di come è bella la vita se si “fa una pedalata alla volta”.

Ma oltre la filosofia, c’è la realtà di un uomo che non ha mai smesso di credere nella fantasia e nell’arte e ancora una volta ci stupisce, stupendosi egli stesso della bellezza del nostro mondo.

Barbara Granata 

Aumentano i prezzi dei beni di prima necessità durante la quarantena. L’Antitrust apre un’indagine

È successo ancora penserete voi. Dopo le mascherine e i gel disinfettanti, stavolta sono i generi alimentari e di prima necessità a subire un aumento di prezzo incontrollato.

Controllo che ha voluto prendere in mano l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’Antitrust – questo il nome più identificativi dell’AGCM–  ha avviato l’indagine preistruttoria, inoltrando richieste di informazioni a numerosi operatori della grande distribuzione per acquisire dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e quelli di acquisto all’ingrosso, relativi ai prodotti sopracitati. Un rincaro relativo a marzo 2020 che non ha alcuna giustificazione, se non quella di speculare in un momento di bisogno e così delicato per il paese.

Tant’è vero che come dichiarato dall’AGCM:

Non tutti gli aumenti osservati appaiono immediatamente riconducibili a motivazioni di ordine strutturale, come il maggior peso degli acquisti nei negozi di vicinato, la minore concorrenza tra punti vendita a causa delle limitazioni alla mobilità dei consumatori, le tensioni a livello di offerta causate dal forte aumento della domanda di alcuni beni durante il lockdown e dalle limitazioni alla produzione e ai trasporti indotte dalle misure di contenimento dell’epidemia”.

I principali destinatari delle richieste di informazioni sono:

– Carrefour Italia SpA, MD SpA, Lidl SpA, Eurospin SpA, F.lli Arena srl,

– alcune cooperative Conad (Conad Sicilia, Conad Nord-Ovest, PAC 2000, Conad Adriatico, nonché Margherita Distribuzione),

– alcune cooperative e master franchisor Coop (Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia, Coop Liguria, Novacoop, Coop Alleanza 3.0, Tatò Paride)

– diversi Ce.Di. aderenti a SISA (p.es. SISA Sicilia), SIGMA (p.es. Ce.Di. Sigma Campania) e CRAI (p.es. CRAI Regina srl).

(AGCM)

 

AGCM - Autorita' Garante della Concorrenza e del Mercato

Paradossalmente il rialzo si registra in aree non interessate dazone rosse” o da misure rafforzate di contenimento della mobilità. Inoltre la Codacons segnala impennate oltre il 200% su alcuni prodotti ortofrutticoli come: cavolfiori (+233%), carote (+100%), zucchine e broccoli (+80%), poi traslati sui prezzi al dettaglio. Grazie al loro esposto, l’Antitrust potrà intervenire per verificare eventuali anomalie circa le speculazioni durante l’emergenza coronavirus.

Agricoltori, industrie e supermercati insieme contro le ...

 

Parole incoraggianti anche da parte del presidente dell’Unc (Unione Nazionale Consumatori) Massimiliano Dona che afferma: “Dopo il procedimento sulle mascherine ora vengono accolte anche le segnalazioni su disinfettanti e guanti, per i quali, non per niente, avevamo chiesto prezzi imposti come per le mascherine. Quanto ai beni di prima necessità, a marzo, mese oggetto dell’indagine dell’Authority, avevamo denunciato il rialzo preoccupante dei prezzi dei prodotti alimentari, passati dal +0,3% tendenziale di febbraio all’ 1,1% di marzo, più di tre volte e mezzo. Una situazione che ad aprile è ulteriormente peggiorata, con un +2,9%. In termini di costo della vita, per una coppia con due figli, significa avere un aumento annuo di 221 euro per i soli acquisti alimentari, 194 euro per una coppia con un figlio, 161 per famiglia media”  prosegue Dona. “Non parliamo, poi, di frutta e verdura. Ad aprile, in un solo mese, sempre secondo i dati ufficiali Istat, la frutta fresca è salita del 3,5% (9,4% su base annua), i vegetali freschi +7,1%, la farina dell’1,3%, i prodotti per la pulizia della casa dell’1,7%. E questo in media, a fronte di prezzi fermi in molte zone e speculazioni inaccettabili in altre, dove, approfittando dell’impossibilità di spostarsi del consumatore, si sono alzati vergognosamente i prezzi” conclude Dona.
(RAI NEWS)

Santoro Mangeruca

1° maggio virtuale e i diversi modi per affrontarlo

OK!Mugello: 1 Maggio. Riflessioni e iniziative: Qui Vicchio

 

Nata il primo maggio del 1899, a seguito di numerose rivolte (spesso represse col sangue) per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore, la festa  – da allora –  si celebra in quasi tutto il mondo con manifestazioni in piazza, cortei e successivamente concerti musicali. Tuttavia quest’anno assisteremo ad una ricorrenza insolita a causa dell’emergenza da coronavirus.
Nonostante ciò, in molti si sono prodigati comunque per mantenere vivo il senso di questa giornata.

Ad esempio il comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti insieme ai direttori artistici della manifestazione pugliese, Michele Riondino, Roy Paci e Diodato hanno scelto di sostituire l’appuntamento dal vivo con un evento streaming. Grazie alla potenzialità dei social infatti, si è deciso di declinare l’evento tarantino in diverse forme. «La pagina facebook (FB @liberiepensanti) e tutti i profili social del comitato (FB e IG @unomaggiotaranto TW @liberiepensanti) – ha detto Riondinodiventeranno una piazza virtuale nella quale si alterneranno interventi  e tutti i contributi di questa edizione virtuale 2020 sotto la rubrica “Voci dei Territori” su www.liberiepensanti.it. La giornata culminerà con il docufilm “Liberi e pensanti – uno maggio Taranto” prodotto da Pulse Films in collaborazione con Indiana Production e realizzato da Giorgio Testi, Francesco Zippel e Fabrizio Fichera che andrà in onda su La 7 come spin off di “Propaganda Live”.
(la Stampa)

 

Concerto 1 maggio 2020 a Roma: tutti gli artisti sul palco del ...

Non ci sarà nemmeno il consueto bagno di folla in Piazza San Giovanni a Roma, dove al posto del concerto si terrà una diretta su Rai3 dalle 20 alle 24 e in contemporanea su Rai Radio2, anticipata da una sorta di Primo Maggio Story con le immagini più belle dei live degli anni scorsi. La conduttrice sarà Ambra Angiolini in contemporanea su Rai Radio2 con Ema Stokholma e Gino Castaldo. I live si susseguiranno principalmente nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, oltre che in altre location sparse per l’Italia e scelte dagli artisti. Per la serata sono previsti grandi nomi della musica e dello spettacolo come Gianna Nannini, Vasco Rossi, Zucchero ma anche Aiello, Alex Britti, Bugo ,Nicola Savino, Ermal Meta, Fabrizio Moro e tanti altri artisti in collegamento da tutta la penisola.

 

Vasco, Nannini e Zucchero per il Concertone virtuale del Primo Maggio

Non solo musica ma anche cultura, come l’iniziativa del Parco Nazionale Gran Paradiso, il quale ci offre la possibilità  – stando comodamente a casa –  di una fuga virtuale attraverso il proprio canale Youtube, sul sito www.pngp.it e sulla loro pagina Facebook che trasmetteranno il documentario “Tutto è più chiaro visto da quassù” a partire dalle ore 21. Un film che racconta la storia dei guardaparco del Gran Paradiso, realizzato nel 2017, in occasione del settantennale dell’istituzione di tale figura professionale. Alla regia Marco Andreini e Paolo Fioratti. Un documentario che ci porta alla scoperta dei paesaggi spettacolari dell’area protetta valdostana. Ricca di biodiversità vegetale e animale. (Montagna.tv)

Parco Nazionale Gran Paradiso | Emozioni senza fine

Anche il mondo delle due ruote si mobilita con il Vespa raduno del primo maggio, che torna oggi ma lo fa in versione virtuale. Si sarebbe dovuto svolgere ad Arezzo, ma a causa della pandemia non potremo gustarci le carrozzerie scintillanti e gli specchietti cromati del mitico mezzo a due posti. Tuttavia l’evento non andrà sprecato. Infatti il programma prevede che alle 12 di oggi, ogni partecipante metta la fascia del raduno alla propria Vespa e poi scatti una foto che va inviata all’indirizzo mail arezzo@vespaclubditalia.it. Queste verranno pubblicate tutte sul sito e sul calendario 2021 del Vespa club. Non solo, alle 18 ci saranno le premiazioni su Facebook: dove si riconosceranno la foto più bella e i vespa club più numerosi che avranno aderito. Le iscrizioni sempre aperte online sul sito vespaclubarezzo.it, prevedono un contributo di 8 euro per ricevere a casa fascia, toppa e adesivo ed un contributo di 18 euro per fascia, toppa adesivo e placca. Inoltre l’intero ricavato del Vespa raduno 2020 sarà devoluto per un sussidio all’emergenza covid 19 con il contributo anche del Rotary club Arezzo.

(La Nazione Arezzo)

L'immagine può contenere: motocicletta e spazio all'aperto, il seguente testo "VESPA CLUB AREZZO"

Insomma sono parecchie le opportunità offerte nel rispetto delle disposizioni ministeriali; le quali vanno colte con il solito spirito di sacrificio, con la speranza che di questo alternativo primo maggio resti puramente un insolito ricordo.

Santoro Mangeruca

 

Il grande ritorno del drive-in: i cinema all’aperto potrebbero salvare il mondo dell’intrattenimento

Il famoso Paramount Drive-In in California

Come scriviamo oramai da quasi due mesi a questa parte, l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha inevitabilmente segnato la storia delle nostre vite.  Dalla sfera più intima della quotidianità fino alla semplice modalità di fruizione di prodotti e servizi. Anche in quest’ottica ci ritroviamo a dover ripensare, ma soprattutto a prevedere, quali saranno gli effetti del coronavirus e ancor di più i cambiamenti che ci attendono nell’imminente Fase 2 dove inevitabile sarà il distanziamento sociale che comporterà l’impossibilità di stare in luoghi affollati.

Questo comporterà alla rinuncia di qualche divertimento. O forse no.

Per questo c’è chi già pensa a delle soluzioni alternative per non rinunciare in toto a cinema, concerti e teatri.

La prima proposta avanzata è quella di un ritorno in grande stile del drive-in come possibile soluzione per non rinunciare all’intrattenimento, ovvero della messa a punto di cinema all’aperto dove chi segue la pellicola puó stare comodamente seduto nella propria auto. Una modalità vintage che, volendo, sarà applicabile anche per quel che riguarda i teatri ed i concerti.

Affidarsi al passato per progettare il futuro.
Si tratterebbe appunto di un ritorno di fiamma nel mondo dell’intrattenimento: i drive in, infatti, nacquero negli Stati Uniti tra gli anni Cinquanta e Sessanta diventando luoghi in qualche modo mitici, immortalati in numerosi film.
Adesso, invece, potrebbero addirittura diventare una soluzione per concerti e spettacoli che, altrimenti, non potrebbero tenersi per la necessità di mantenere una distanza di sicurezza tra le persone, causando una grande perdita per gli ambienti della settima arte, del teatro e della musica.
Coronavirus: nasce Live Drive-In, il concerto che si guarderà dall ...

L’obiettivo, infatti, è anche e soprattutto quello di sostenere tutta la filiera di cinema, teatro e musica live, ad oggi in ginocchio con più di 300mila lavoratori disoccupati e perdite per decine di milioni di euro ogni settimana.

Con le sale chiuse, l’industria cinematografica aveva già pensato di correre ai ripari proponendo le nuove uscite in streaming. Ma è una soluzione parziale e in ogni caso altri impiegati del settore, con la chiusura delle strutture, sarebbero costretti a subire ancora a lungo gli effetti della crisi. La formula drive-in appare dunque ideale: sia per garantire la sicurezza degli spettatori, sia per rimettere in moto le attività dei cinema. E non si parla di un’idea, bensì di un progetto che ha già raggiunto uno stato avanzato di realizzazione e che mira ad esser condiviso con quante più realtà locali possibili: Comuni, Assessorati, promoter locali che stanno aderendo con grande entusiasmo e partecipazione.

Il primo progetto avanzato è  “Live Drive In“, un’idea per l’estate 2020 che mira a trasformare alcune location in spettacolari drive-in attrezzati con mega schermi e palcoscenici. Il format nasce da un’idea di Utopia Srl, Zoo Srl, Italstage, e 3D Unfold, aziende leader nei rispettivi campi legati alla produzione, all’allestimento e alla progettazione di eventi.

Le città che finora hanno aderito al progetto sono: Milano, Roma, Firenze, Torino, Bologna, Napoli, Verona, Catania, Genova, Bari, Cagliari, Cosenza, Mantova, Avellino, Reggio Calabria, Lamezia Terme, Lido di Camaiore, Olbia, San Benedetto del Tronto e Palermo. Cosi come già sperimentato in Norvegia e in Germania, dove i primi passi verso questa direzione sono stati già mossi, “Live Drive In” è una risposta concreta al bisogno di divertimento all’aperto, di leggerezza, di positività e speranza nel futuro, per ricominciare a vivere le nostre città nel rispetto delle misure di distanziamento sociale necessarie a farci sentire tutelati. Dunque la domanda è: Come accoglieremo quest’iniziativa tanto affascinante quanto anacronistica? La risposta risiede nel buon senso e nella capacità di adattamento, che ancora una volta gli italiani affronteranno con diligenza.

Santoro Mangeruca

Estate e Covid-19: il caldo rallenterà la pandemia?

Gli studiosi si sono posti un importante quesito riguardante il Covid 19, cioè se l’estate, per via delle alte temperature, possa essere utile nel contenere e rallentare la pandemia.

Non esiste ancora una risposta chiara, ma un’analisi del “Massachusetts Institute of Technology” suggerisce che la trasmissione del SARS-CoV-2 possa ridursi in modo non indifferente nei Paesi con il clima più mite.

Amante del freddo?

Gli studi del MIT hanno evidenziato che in un periodo compreso tra il 22 gennaio 2020 e il 21 marzo 2020 il 90% dei contagi di COVID-19 sarebbe avvenuto in un range specifico di temperatura compreso tra i 3 e i 17 °C, e a un livello di umidità assoluta tra i 4 e i 9 g/m³.

Il numero di casi dei positivi erano inferiori tra 0° e 30° latitudine Nord rispetto al numero dei casi registrati tra 30° e 50° latitudine Nord.

Si possono elencare varie ipotesi per spiegare questo minor numero di casi registrati nei paesi più caldi, alcune esulano dal semplice aspetto climatico come ad esempio il minor numero di tamponi eseguiti per valutare l’aumento del 2019-nCoV. Difatti il numero dei tamponi effettuati nei paesi tropicali con un’elevata densità demografica (India, Brasile, Indonesia etc.) sono stati molto bassi ed è presumibile che la differenza di casi tra i paesi del Nord e quelli del Sud possa essere proprio legato a questo.

Un’altra potrebbe riguardare il notevole sviluppo di infrastrutture sanitarie e validi protocolli di quarantena successivi all’epidemia SARS del 2003 a Hong Kong, Singapore e Taiwan e questo può aver contribuito a contenere l’aumento del virus in questi paesi.

Altre ipotesi però sostengono che il basso numero di casi fino ad ora registrati nei paesi ad alta densità popolare tra 0°N e 30°N (con una popolazione totale di circa 3 miliardi di persone) possa essere realmente causato da fattori naturali e che la trasmissione virale sia quindi più bassa ad alte umidità e alte temperature; difatti la maggior parte dei paesi tra 0°N e 30°N hanno climi temperati e umidi.

Uno studio pubblicato da un team guidato da ricercatori dell’Università di Beihang in Cina, ha evidenziato che le alte temperature ed elevata umidità riducevano la trasmissione del COVID-19 entrambe con un livello di significatività statistica dell’1%. Questa scoperta va di pari passo con l’evidenza che le alte temperature e l’alta umidità riducano la trasmissione dell’influenza, e ciò può essere spiegato con due possibili motivi:

  1. Il virus dell’influenza è più stabile alle basse temperature, e le droplets, come contenitori del virus, rimangono infettive più a lungo nell’aria secca.
  2. Il clima freddo e secco può anche indebolire le proprie difese immunitarie e rendere le persone più suscettibili al virus.

Queste osservazioni possono anche essere applicate alla trasmissione del COVID-19 e sono anche avvalorate dal fatto che l’alta temperatura e umidità hanno ridotto anche la diffusione della SARS.

Previsioni matematiche

Nello stesso studio, secondo il modello osservato in Cina, i ricercatori hanno creato due cartine che mostrano la diffusione del virus nel mondo a marzo e la previsione (su stima solo matematica) di come sarebbe a luglio se considerassimo che il virus seguisse la variabile clima nel modo ipotizzato.

Cautele su più fronti

Nessuno di questi articoli ha ricevuto una revisione scientifica cosiddetta “da pari” e le correlazioni tra diffusione e condizioni climatiche potrebbero essere dovute a variabili di altro tipo: ad esempio le risposte dei governi, le linee di contagio, la mancanza di test da sottoporre alla popolazione.

In un recente post, Marc Lipsitch, direttore del Center for Communicable Disease Dynamics presso la Harvard School of Public Health, ha fatto eco a questa analisi: «Anche se possiamo aspettarci modesti ribassi nella contagiosità di SARS-CoV-2 in condizioni climatiche più calde e umide, non è ragionevole aspettarsi che questi ribassi da soli rallentino la trasmissione abbastanza da creare l’abbassamento della curva». Anche gli scienziati inoltre sottolineano che tra l’11 e il 19 marzo si è osservato un aumento del numero di casi in regioni con temperatura> 18 ° C di almeno 10mila persone.

Non vi sono quindi chiare evidenze scientifiche, ma si tratta di ipotesi basate su diverse osservazioni. In ogni caso per l’emisfero settentrionale la strada da percorrere non cambia: isolamento e distanziamento sociale più la chiusura quasi totale, misure che sembrano funzionare al di là delle bizze del tempo. Peraltro non potremmo – noi in Italia – permetterci di non agire per aspettare l’estate. La buona notizia è che se il clima contasse, anche la natura sarà a nostro favore nei prossimi mesi.

Carlo Reina

Bibliografia

https://arxiv.org/ftp/arxiv/papers/2003/2003.05003.pdf

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3556998

 

Coronavirus: quando e come riprenderemo a viaggiare

7 dei migliori paesaggi italiani di mare | Luoghi e Paesaggi

 

La primavera è iniziata già da qualche settimana e nessuno di noi, purtroppo, potrà approfittare delle splendide giornate di sole tipiche di questo periodo dell’anno. Anche se siamo ancora al 9 Aprile, in molti si chiedono come e quando riprenderemo a viaggiare. Non c’è dubbio che le conseguenze di questa crisi si faranno sentire a lungo, ma in molti, tra esperti e analisti economici, già sono convinti che la società dopo la pandemia sarà molto diversa da quella che ci siamo lasciati alle spalle.

Secondo Ivana Jelinic, presidente di Fiavet, la Federazione italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo, “già dal mese di giugno si potranno vedere i primi segnali di ripartenza con i connazionali che cominceranno a muoversi all’interno del Belpaese“. Il ritardo dell’esplosione del Covid all’estero influirà invece sulla ripresa del turismo degli stranieri: “ci aspettiamo che possano ritornare per l’estate inoltrata, se non addirittura in autunno”.
Un sondaggio di Confturismo-Confcommercio, realizzato tra il 18 e il 23 marzo, rileva che appena l’emergenza sanitaria finirà e l’allarme sarà cessato ci sarà un 83% di persone che sceglierà l’Italia per le sue vacanze, anche se il 16 percento teme di non avere una disponibilità economica sufficiente. “Sostenere il turismo adesso“, spiega il presidente Luca Patané, “significa investire in un settore che mette in moto a sua volta altri consumi portando ossigeno all’economia dell’intero Paese“.

Com’è successo dopo l’11 settembre, saranno le regole di viaggio a cambiare pesantemente. L’industria aeronautica è stata la prima a essere colpita con il blocco dei voli da e per molti Paesi, in primis la Cina, dove il virus si stava diffondendo. All’inizio dell’emergenza, molte compagnie continuavano a far volare i loro aerei, anche se vuoti, per non perdere il loro turno all’interno della programmazione degli aeroporti, ma oggi, con metà mondo in quarantena e la maggior parte dei grandi scali occidentali fermi, non mancano le compagnie che hanno fermato la loro flotta, come ha fatto, ad esempio, EasyJet. Ci dovremo abituare all’idea del controllo della temperatura, ai tamponi veloci e alla quarantena forzata (se positivi) una volta arrivati in un aeroporto straniero. C’è anche chi ipotizza una sorta di passaporto “sanitario” da esibire insieme a quello che utilizziamo di consueto, ma è troppo presto per dirlo: certamente, luoghi affollati come aeroporti e stazioni diventeranno sempre più “contactless”, privi di contatto, e lo stesso succederà alla maggior parte dei luoghi pubblici.

 

Aeroporti italiani, un 2019 da record con 193 milioni di ...

 

Quel che sappiamo con certezza è che l’emergenza coronavirus ha di fatto messo ko il settore del turismo, il quale fino al 2018 incideva per il 13,2% sul Pil nazionale e che oggi, di fronte all’emergenza, ha chiesto aiuti economici e fiscali al governo, tra cui maggiori protezioni per i lavoratori, l’accesso rapido ai prestiti e la possibilità per i tour operator e le agenzie di rilasciare voucher di viaggio che sostituiscano le tantissime prenotazioni cancellate.

L’ASTOI  (Associazione Tour Operator Italiani) prevede una ripresa parziale delle attività tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno e un ritorno progressivo alla normalità solo nel 2021, con una perdita di fatturato che va dal 35 al 70 percento circa. Inoltre vengono chieste al Governo misure urgenti ed efficaci per supportare le aziende e i lavoratori del settore.

Lo stesso augurio è quello che si fanno gli italiani, fortunati di vivere nel “più bel Paese al mondo”, fiduciosi che presto  – anche se con le dovute precauzioni –  ritorneranno a viaggiare e ad ammirare le innumerevoli bellezze che ci affascinano dall’estremo settentrione fino alla punta dello stivale.

 

Santoro Mangeruca

Coronavirus: da oggi in Lombardia entrata in vigore l’ordinanza che obbliga l’uso di mascherine.

Provvedimento importante in Lombardia dove i cittadini da oggi in poi saranno obbligati a coprire naso e bocca ogni volta che escono di casa, multe da minimo 400 euro per chi non rispetta l’ordinanza.

Un provvedimento obbligatorio per evitare l’aumento di contagi in una delle zone più colpite dal Covid-19. Il promotore di questa ordinanza è stato il governatore della regione, Attilio Fontana .

fonte anteprima24

L’Ordinanza recita testualmente: “Ogni qual volta che ci si rechi fuori dall’abitazione vanno adottate tutte le misure precauzionali adeguate a proteggere se stesso e gli altri dal contagio utilizzando la mascherina o qualunque indumento che copra naso e bocca, contestualmente ad una puntuale disinfezione delle mani”.  Questa ordinanza rimarrà valida fino al 13 Aprile e i trasgressori saranno puniti con multe dai 400 euro.

fonte La stampa
Attilio Fontana Governatore Lombardia

Importanti a tal riguardo sono state le dichiarazioni del Sindaco di Milano Beppe Sala: “Mascherine obbligatorie in Lombardia scelta che disorienta, bisogna fornirle alle farmacie e controllarne i prezzi arrivati a questo punto”.
Incertezza e disorientamento trapelano dal provvedimento Regionale odierno che ha spostato gli equilibri e l’organizzazione sia dei cittadini che degli amministratori sull’applicare e rispettare questa ordinanza.

fonte la stampa
Beppe Sala Sindaco di Milano

Il nuovo provvedimento inoltre ha dato il via alla vendita di prodotti di cancelleria anche nei supermarket, e obbliga i negozianti a fornire di disinfettante a tutti i clienti mentre all’interno dei negozi continua il rispetto dell’ordinanza che prevede che si entri uno per volta almeno che non si é in compagnia di minori o di anziani che non possono permanere fuori dai punti commerciali. Per quanto riguarda le regole da rispettare al di fuori delle attività commerciali rimane quella di stare a un metro di distanza l’uno dall’altro, di poter uscire nei pressi della propria dimora per effettuare attività motorie.

Infine é assolutamente vietato il commercio di distributori automatici tranne quelli di acqua potabile e latte sfuso.

Da Mario Girotti a Terence Hill: nascita di un’icona

Fonte: Secolo d’Italia- Terence Hill

Terence Hill potrebbe tranquillamente essere il nome di un noto personaggio statunitense… invece no. Terence Hill è il nome d’arte di Mario Girotti, uno dei più celebri attori italiani. Nasce a Venezia – come oggi – ben 81 anni fa da madre tedesca e padre italiano. Per sfuggire ai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale si trasferisce in Sassonia (Germania) con la famiglia per poi tornare in Italia durante gli anni del liceo, anni in cui si dedicherà ad una delle sue più grandi passioni: il nuoto.

Ma cosa lo ha spinto a cambiare totalmente carriera?

Ripercorriamo insieme le sue fortunate esperienze cinematografiche e televisive!

I primi esordi

Nel corso di una gara di nuoto viene notato da Dino Risi, il quale lo sceglierà per un ruolo nel film “Vacanze col gangster, (1952)”. Cosciente ancora del fatto che la sua vera passione sia il nuoto e non la recitazione, Mario Girotti continuerà ancora a recitare solamente con lo scopo di  pagarsi gli studi classici. Nel 1957 recita in Lazzarella di Carlo Ludovico Bragaglia per arrivare successivamente allo sceneggiato televisivo “Il ritratto di Dorian Grey” , tratto dall’omonima opera di Oscar Wilde, in cui ottiene il ruolo principale e verrà conosciuto così dal grande pubblico.

Galeotto però fu Luchino Visconti che scelse il giovane per il ruolo del Conte Cavriaghi ne “Il Gattopardo”; da qui Mario Girotti capirà di volersi dedicare alla carriera cinematografica.

 

Gli anni degli spaghetti western

Alla volta della Germania per studiare recitazione l’attore qui verrà scritturato per alcuni film western.

Tornato in Italia dopo l’esperienza tedesca  diverrà quello che forse potremmo definire l’antesignano di un western tutto all’italiana; con lui prenderà piede infatti il genere “spaghetti western” caratterizzato dall’uso della comicità.

Il nome Mario Girotti risultava molto provinciale per il genere di film che si accingeva a fare. Serviva qualcosa che avesse il “sapore di America”, qualcosa che sapesse di vecchio west insomma, e così Mario Girotti diviene Terence Hill.

Complice del suo successo sarà anche il sodalizio artistico con Carlo Pedersoli in arte Bud Spencer con il quale condivide anche la passione per il nuoto.

Fonte: Everyeye Cinema- Bud Spencer e Terence Hill in Lo chiamavano Trinità

Fu nel set de “Dio perdonaio no!” che i due si conobbero.

Ma il film che identifica la coppia Bud SpencerTerence Hill con il western all’italiana è Lo chiamavano Trinità, pellicola del 1970 in cui Terence Hill, in un approssimato ambiente western in un parco naturale fra Lazio e Abruzzo, interpreta il giovane pistolero Trinità che dovrà difendere, insieme al fratello Bambino (Bud Spencer) un  gruppo di mormoni perseguitati dalle intimidazioni del maggiore Harriman.

Da questi lavori è visibile la tempra risoluta di Terence Hill, capace, per interpretare al meglio il suo personaggio, di digiunare per tre giorni per la riuscita della scena iniziale, ovvero Trinità che entra in un saloon e divora una scodella piena di fagioli al sugo.

Fonte: Ristorazione con Ruggi- Terence Hill nella scena cult dei fagioli

Numerosi film dello stesso genere seguirono Lo chiamavano Trinità, complici sicuramente le doti attoriali di Terence Hill, il sodalizio con l’amico e collega Bud Spencer, ma sicuramente anche le caratteristiche fisiche; non tanto per essere possente, quanto per i connotati del viso: gli occhi azzurri acceso, i capelli biondi e il tipo di carnagione olivastra sono propri nell’immaginario collettivo degli attori dei western americani.

 

Dagli spaghetti western alle fiction della maturità

È riduttivo sicuramente identificare il personaggio di Terence Hill solamente con il western all’italiana, sebbene questo abbia rappresentato una fase significativa della sua carriera e abbia contribuito alla sua crescita attoriale. Negli ultimi 20 anni lo vediamo infatti protagonista di molte fiction di successo nel piccolo schermo.

Tutti ormai conosciamo le vicende del prete detective in bicicletta giunte ormai alla dodicesima stagione. Don Matteo è famoso per riuscire a scovare i colpevoli prima dei carabinieri che conducono le indagini. Non ha bisogno di particolari indizi e prove, il nostro prete fa molta attenzione, giocando d’astuzia, alla psicologia della vittima e di chi gli sta attorno.

Fonte: Ciak Generation- Terence Hill in Don Matteo

 

Un’altra fiction con protagonista Terence Hill che merita di essere menzionata è “L’uomo che sognava con le aquile” (2006) andata in onda in due puntate su Rai 1 e ambientata nella splendida cornice dell’Aspromonte. L’attore questa volta interpreta Rocco Ventura, un avvocato che si è dedicato alla pastorizia, impegnato su tutti i fronti per difendere la sua azienda e la sua proprietà davanti a chi vorrebbe renderla un complesso residenziale.

Fonte: Amazon.it

Personaggi astuti che combattono contro le intimidazioni dei potenti, dinamismo nelle scene, tempra risoluta e figure carismatiche sembrano tutti elementi costituenti la cifra stilistica dei personaggi di Terence Hill partendo dagli spaghetti western a questi ultimi che abbiamo definito come fiction della maturità, sebbene siano generi tra loro diversi.

Nel fare gli auguri a Terence Hill, ci auguriamo anche che continui a regalare capolavori sia nel piccolo che nel grande schermo.

                                                                                                                                                                                          Ilenia Rocca

Viceversa e… viceversa

Fonte: Shockwave Magazine – Cover album

Il 14 febbraio è uscito il quarto album in studio di Francesco Gabbani dal titolo “Viceversa” come l’omonimo singolo che ha permesso all’artista di classificarsi secondo al 70° Festival di Sanremo.

L’album prodotto da BMG RIGHTS AND MANAGEMENT contiene 9 tracce tra cui il successo sanremese “Viceversa”, il brano dal ritmo estivo “E’ un’altra cosa rilasciato come singolo a maggio, e il brano Duemiladiciannove” lanciato per volontà del cantautore sui social a novembre.

Andiamo a scoprire più da vicino l’ultima fatica discografica del cantautore carrarese che dopo una lunga gavetta nel mondo della musica è emerso da cinque anni a questa parte nel panorama del pop italiano.

Fonte: Gogo Magazine – esibizione a Sanremo 2020

Sicuramente l’ascolto della title track “Viceversa”, che anche se recentissima si prepara ad essere annoverata tra le ballate romantiche della musica italiana, ci induce a pensare ad un cambio di rotta del cantautore, sia a livello di testo che di musica.

Gli arrangiamenti del brano portano la firma di Matthew Sheeran (fratello di Ed Sheeran). A livello sonoro in questa traccia non sono presenti sintetizzatori (spesso utilizzati da Gabbani nei precedenti dischi “Eternamente ora, 2016”  e “Magellano, 2017” ) ma abbiamo il classico accompagnamento al piano nella prima strofa e il predominio del basso nella seconda. La novità che potrebbe trarci in inganno e far pensare ad un cambio di stile di Gabbani è visibile a livello testuale. Il cantautore qui abbandona la critica sociale, l’ironia e “la profonda leggerezza” che lo contraddistinguono nei testi per mostrare, attraverso una canzone d’amore, una versione più introspettiva di sé giocando all’interno del verso tra concetti, parole e loro contrari: “up con un po’ di down, silenzio rotto per un grande sound”.

Fonte: Wikipedia.org – videoclip brano Viceversa

 

Ad aprire l’album troviamo il pezzo “Einstein”. In questo brano, come è tipico nella cifra stilistica di Gabbani, ciò che non viene trascurata è l’orecchiabilità. Sono presenti variazioni di strofe, tuttavia troviamo un sound semplice. In questo caso il titolo sta sul pezzo: Gabbani riprende la “teoria della relatività” del fisico Einstein per affermare che nella vita è quasi impossibile avere punti fermi e costanti ed aspirare alla coerenza. Nel ritornello l’artista simpaticamente immagina un dialogo tra lui e Einstein stesso che quasi come in una apparizione religiosa compare sul muro della sua stanza ad interrogarlo: “Einstein che mi dice tutto è relativo, il tuo punto fermo non è alcun motivo”. Notevoli i riferimenti all’attualità, a personaggi, film e programmi televisivi che sono diventati trend topic nella vita di tutti i giorni lanciati nel testo quasi come nonsense.

Rimanendo sempre nel “Gabbani style”, non poteva certamente mancare il brano quasi da pista, quello tra i papabili a diventare uno dei tormentoni dell’estate 2020. Stiamo parlando de “Il sudore ci appiccica”. Brano in cui non a caso l’artista cita all’inizio di ogni strofa – a mo’ di preposizione semplice – il diminutivo del suo nome. Sicuramente è uno dei pezzi più forti dell’album.

Non vi svelo altro. Ascoltatelo!

Cinesi è il quarto brano dell’album. Il testo, a differenza di quello che si può immaginare, non fa alcun riferimento a Mao, comunismo, contraffazione o ancor di più a Corona Virus. Il titolo non ci azzecca niente col pezzo, l’artista stesso ha affermato che è stato affibbiato alla canzone in via sperimentale al momento della registrazione. Cinesi parla del coraggio di una coppia di rimanere autentica e in pace con sé stessa in una società in cui il vestito catalizza ancora l’attenzione, una società in cui ancora ciò che conta è l’immagine che di noi stessi riusciamo a proiettare agli altri e l’essere sempre in tendenza nonostante tutto cambi ma in fondo rimane sempre uguale.

A Cinesi segue Shambola, anche questo possibile pezzo da pista. Dal ritornello latineggiante che farebbe subito muovere il bacino anche ai più pigri, il brano è uno dei più radiofonici dell’intero album e al pari de “Il sudore ci appiccica” sembra prestarsi benissimo a diventare hit estiva.

Fonte:La Voce Apuana – videoclip del singolo Duemiladiciannove

Seguono Duemiladiciannove, in cui l’artista ironizza su ciò che ha fatto tendenza nell’anno appena concluso con un originale videoclip pieno di personaggi anche trash, e poi “E’ un’altra cosa” tormentone estivo del 2019.

Fonte: Nuove Canzoni – singolo E’ un’altra cosa

Il Gabbani più cantautore lo si intravede in Bomba Pacifista, che presenta un testo criptico alla Battiato, al quale l’artista sembra spesso ispirarsi.  Chiude l’album la romantica Cancellami, diversa dalle altre, ma che a tratti pare riprendere le origini della sua carriera, ovvero l’album d’esordio Greitist Iz (2014) .

Insomma, in Viceversa non manca proprio nulla.

Ogni brano presenta strofe, ritornelli e bridge sempre orecchiabili ma mai banali, quasi come se il cantautore si ispirasse a Rino Gaetano. Nove tracce con testi profondi e attuali, in cui Gabbani abbandona la critica sociale dei precedenti album per raccontare una versione più introspettiva di sé (si chiama anche in causa in qualche brano).

Un racconto, attraverso questi nove brani, di come egli stesso si pone in rapporto con la collettività: questo sembra essere il filo conduttore di Viceversa.

Ilenia Rocca

 

 

Sanremo #Day4: colpi di scena

©CristinaGeraci – Lungomare di Sanremo, 2020

Il venerdì inizia presto, con una chiamata speciale: la manager di Alberto Urso.
Riusciamo a fissare un’intervista esclusiva, a quanto pare Alberto ha un bel po’ da fare in questi giorni.
La giornata inizia bene, tra caffè e commenti sulle performance del giorno seguente.
Ci incamminiamo subito verso il centro, qualche scatto per la città e già il buio appare.
Il primo incontro della giornata è a Casa SIAE: assistiamo ad una breve ma interessante intervista a Gabriella Martinelli e Lula, prossime a sfidarsi con gli altri artisti per vincere “Sanremo Giovani”.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, Sanremo 2020

Il format dell’intervista è “La prima volta”: ruota tutto attorno al primo approccio alla musica, l’emozione del festival; parlano del significato del testo della loro canzone “Gigante D’Acciaio” e dell’importanza della sicurezza sul lavoro.
Due chiacchiere con i colleghi delle radio universitarie, gli spritz che non vengono più contati ed è subito ora di cena.
Un panino veloce e torniamo in postazione a casa SIAE.
Inizia la quarta serata del festival con Tecla, canta “8 marzo” che si scontra con Marco Sentieri e la sua “Billy blu” – rimane in gara Tecla.
Subito dopo è il turno di Leo Gassman con “Vai bene così”, contro Fasma e la sua “Per sentirmi vivo”– il vincitore è Leo Gassman.
Dopo l’intervento di Fiorello in vesti di coniglio e imparruccato da Maria De Filippi, è il momento di scoprire il verdetto delle Nuove Proposte – intanto Eugenio in via di Gioia riceve il premio della Critica e Tecla il premio Sala Stampa.
A trionfare è il brano di Leo Gassmann, a cui segue Tecla, che riascolteremo anche  in occasione della finale del festival.

Da qui inizia la gara dei Big, con Paolo Jannacci e la sua “Vorrei parlarti adesso” .

Molto gradito il ritorno di Fiorello dopo l’assenza del giovedì sera;  segue Tiziano Ferro ed il momento del medley dei suoi successi: In mezzo a questo inverno, Ti scatterò una foto e L’amore è una cosa semplice.

Scena clou è il duetto dei sopracitati come sigillo di pace: il brano è “Finalmente tu” (con bacio a fior di labbra e “disperazione” di Ferro che teme il divorzio dal marito Victor).
Arriva poi la Clerici, che scende le scale dell’Ariston in rosso e dopo l’ospite internazionale della serata la seducente Dua Lipa, che canta “Don’t start now” con le sue ballerine.

Riprendono le esibizioni dei  Big con Rancore che canta “Eden”, seguito da “Come mia madre” di Giordana Angi.
Dopo il saluto di Amadeus ai genitori (Clerici affettuosa: “Goditeli finché ci sono”), sul palco Gabbani con “Viceversa” – ad oggi è al primo posto della classifica.

La gara continua con Raphael Gualazzi e la sua “Carioca” accompagnato da strumenti musicali appariscenti e due bimbi che ballano sul palco.
È il turno dei Pinguini, “Ringo Star” che convince sempre di più il pubblico.
Anastasio arriva in rosso, canta “Rosso di rabbia”.
Sul palco rientra Amadeus accompagnato da Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi.

Amadeus traccia una linea con uno spray per sdrammatizzare la gaffe fatta prima del festival: nssun passo in avanti per Francesca Sofia, che subito presenta la bellissima Elodie, che canta la sua “Andromeda”.
Torna sul palco Tiziano Ferro con “Portami a ballare”.
Arriva Riki con la sua “Lo sappiamo entrambi”.

Tony Renis scende le scale dell’Ariston e subito obietta:”Ieri hanno cantato di tutto e non hanno eseguito Quando Quando Quando” – tutto questo per duettare con Fiorello nella canzone. Anzi no, la canta solo Fiorello mentre Renis dirige l’orchestra. One Man show.
Il saluto e ringraziamento alla carriera di Vincenzo Mollica, giornalista Rai sempre sul balconcino celebre – ultimo anno di servizio per lui. Slide con i salute di personaggi famosi: da Stefania Sandrelli a Vasco Rossi.
La serata si anima quando annunciano l’entrata sul palco di Ghali: entra in scena ma finge di cadere, rotolando giù dalle scale. In realtà non è lui bensì è una messinscena. Canta un medley e il nuovo singolo “Good time” – conclude l’esibizione regalando una delle sue maschere ad Amadeus.

©CristinaGeraci – Ghali sul Nutella Stage, Sanremo 2020

Scende sul palco Diodato, con la canzone che conquisterà il primo posto nella classifica della serata;; come già detto, Diodato fa tanto rumore. Si passa subito a Irene Grandi.

Mezzanotte e mezza e non siamo nemmeno a metà gara, molto bene- Achille Lauro in versione Manson con un completo firmato Gucci, “Me ne frego”.
Dopo gli auguri a Vasco Rossi, Piero Pelù canta “Gigante”, sempre più orecchiabile ad ogni passaggio sanremese, e lancia un messaggio contro la violenza sulle donne.

Altro momento ospitata: Gianna Nannini con Coez cantano “Motivo”.
Nel frattempo arriva Ghali a piazza colombo, dove ci tiene compagnia con uno spettacolo impeccabile e molto coinvolgente.

Tosca sul palco con “Ho amato tutto” e ringrazia per il premio delle Cover ricevuto ieri sera.

Michele Zarrillo con il suo brano “Nell’estasi e nel fango”; segue Junior Cally con “No grazie”: applausi al suo ingresso e alla fine (con qualche “simpatico” fischio…).
E’ il momento de Le Vibrazioni, ai piani alti delle classifiche con la loro “Dov’è”: applausi dall’Ariston alla fine della loro esibizione.
Alberto Urso è il prossimo ad esibirsi con “Il sole ad est”: Scende in mezzo al pubblico durante l’esibizione, va incontro ai suoi genitori.

Morgan inizia a cantare “Sincero” e Bugo abbandona il palco: colpo di scena poco prima della due di notte, durante l’esibizione del duo sul palco del Teatro Ariston. Ma cosa è successo? Dopo l’annuncio di Antonella Clerici, Morgan è sceso dalle scale, inizialmente da solo; si è fermato, ha guardato indietro e Bugo lo ha raggiunto, mettendosi l’auricolare. La performance è iniziata ma Morgan ha iniziato a leggere da uno schermo e da alcuni fogli, apparentemente modificando il testo della canzone originale e mantenendo solo alcune parole. Poco dopo, Bugo, evidentemente seccato, se ne è andato dal palco, lasciando Morgan, da solo. Un’uscita di scena improvvisa che ha creato caos e imbarazzo sul palco.

Amadeus è andato dietro le quinte per cercare di capire cosa fosse successo. Stesso tentativo fatto da Fiorello, senza successo.
Dopo il caos, Rita Pavone si esibisce con la sua energica “Niente”, cui segue Enrico Nigiotti.

Ma la curiosità è di scoprire se Bugo tornerà… e alla fine, gli artisti sono stati squalificati.
La classifica della sala stampa per questa quarta serata:

23) Alberto Urso

22) Riki

21) Enrico Nigiotti

20) Michele Zarrillo

19) Giordana Angi

18) Elettra Lamborghini

17) Junior Cally

16) Marco Masini

15) Levante

14) Rita Pavone

13) Paolo Jannacci

12) Raphael Gualazzi

11) Anastasio

10) Irene Grandi

09) Achille Lauro

08) Elodie

07) Rancore

06) Tosca

05) Piero Pelù

04) La vibrazioni

03) Pinguini Tattici Nucleari

02) Francesco Gabbani

01) Diodato

La serata continua con un po’ di amaro del capo, sponsor di casa sanremo, e il dj set di Provenzano.

©CristinaGeraci – Nutella Stage, Sanremo 2020

 

Ci incamminiamo verso casa, pronti ad incontrare domani mattina Alberto.
Finisce con una birra prima di coricarci il quarto giorno del festival.

 

 

                                                                                      Federica Vitale