UniMe: 100 tirocini formativi retribuiti presso la Corte dei Conti

Sei un giovane laureato in Giurisprudenza e vuoi intraprendere un’esperienza formativa presso le giurisdizioni superiori? Allora dai un’occhiata al Bando per ottenere un tirocinio presso la Corte dei Conti.

Di seguito nell’articolo troverai tutte le informazioni sia per quanto riguarda i requisiti previsti, sia per ciò che attiene le modalità di presentazione della candidatura e i relativi termini (scarica qui il bando).

La Corte dei Conti

La Corte dei Conti è un organo  dello Stato che svolge funzioni sia giurisdizionali, di contabilità, che amministrative e in particolare di controllo fiscale e di vigilanza sulle entrate e le spese degli enti pubblici; quindi su tutto ciò che può avere delle ricadute positive o negative sul Bilancio dello Stato. È un organo collegiale composto da magistrati contabili.

Chi può candidarsi?

Può presentare la candidatura chi:

  1. ha conseguito laurea in Giurisprudenza all’esito di un corso di durata almeno quadriennale;
  2. ha riportato una media di 27/30 negli esami di diritto costituzionale, diritto privato, diritto processuale civile, diritto commerciale, diritto penale, diritto processuale penale, diritto del lavoro e diritto amministrativo oppure un punteggio di laurea non inferiore a 105/110;
  3. non ha compiuto il trentesimo anno di età;
  4. non ha avuto, in precedenza, accesso a un periodo di formazione teorico-pratica della durata complessiva di 18 mesi presso la Corte di Cassazione, le Corti di Appello, i Tribunali ordinari, la Procura generale presso la Corte di cassazione, gli Uffici requirenti di primo e secondo grado, gli Uffici e i Tribunali di sorveglianza e i Tribunali per i minorenni;
  5. non ha riportato condanne per delitti non colposi o a pena detentiva per contravvenzioni e non è stato sottoposto a misure di prevenzione o di sicurezza.

N.B. 

  • il periodo di tirocinio potrà essere svolto in contemporanea ad altre attività, quali dottorato di ricerca, tirocinio per l’accesso alla professione di avvocato o notaio, nonché corsi presso scuole di specializzazione per le professioni legali previa dichiarazione delle stesse;
  • il candidato è tenuto a comunicare eventuali variazioni rispetto a quanto dichiarato alla lettera e.

Durata del tirocinio e compenso

  • Il tirocinio avrà durata pari a 18 mesi e impegnerà il tirocinante per un minimo di 80 ore mensili, sotto la tutela di un Magistrato Formatore.
  • Le assenze non potranno superare la soglia del 20% delle 80 ore previste.
  • La data di inizio verrà comunicata alla chiusura del bando, sul sito della Corte dei Conti (clicca qui).
  • Ai 100 tirocinanti ammessi verrà erogata una borsa di studio di 400 € mensili per la durata del periodo di formazione.

Come candidarsi

La domanda per partecipare alla selezione deve essere presentata esclusivamente tramite il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID).

Per presentare domanda il candidato deve:

  • essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC);
  • registrarsi al Portale concorsi al seguente link (clicca qui) e seguire la procedura indicata.

N.B.

  • Il candidato può presentare la propria istanza di partecipazione per più sedi, indicando l’ordine di preferenza.

La Corte terrà in considerazione solo le domande presentate online tramite il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) e provvederà a pubblicare l’elenco degli ammessi sul proprio sito internet (clicca qui).

  • Ai vincitori sarà data comunicazione dell’ammissione all’indirizzo di posta elettronica certificata indicato nella domanda.

N.B.

Il candidato ammesso che intende rinunciare deve comunicarlo, entro 10 giorni dalla comunicazione di ammissione, all’indirizzo di PEC  tirocini.extracurriculari@corteconticert.it .

Scadenza per presentare la domanda

  • La domanda per l’accesso al periodo di formazione deve essere presentata entro e non oltre le ore 17.00 del sessantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione (29/11/2021) del presente bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.

Elidia Trifirò 

Nuovi CdL e impianti sportivi: l’intervista al Magnifico Rettore sulle ultime novità UniMe

Sono tante le novità che nell’ultimo periodo hanno interessato l‘Università degli Studi di Messina. Tra queste hanno suscitato particolare interesse e curiosità negli studenti universitari e non “l’istituzione di un CdL in Medicina e Chirurgia” presso l’Azienda Ospedaliera Papardo e la concessione di alcuni impianti sportivi cittadini all’Ateneo peloritano.

Noi di UniVersoMe abbiamo deciso di incontrare il Magnifico Rettore Professore Salvatore Cuzzocrea per scoprire tutti i dettagli e fare maggiore chiarezza su alcuni aspetti poco attenzionati.

Il Magnifico Rettore Prof. Salvatore Cuzzocrea – Fonte: unime.it

Qui di seguito l’intervista.

Ci può dare qualche informazione in più sull’accordo tra UniMe e Azienda Ospedaliera Papardo per l’istituzione di un secondo canale di Medicina e Chirurgia? Nello specifico, il test su base Nazionale prevedrà un numero aumentato di posti per la sede di Messina? Oppure figureranno due sedi una a carico del Policlinico ed una per il Papardo?

Precisiamo che non si tratta di un secondo canale, ma è l’istituzione di un altro Corso di Laurea, come deliberato dai nostri organi collegiali. UniMe ha già due canali di Medicina e Chirurgia in lingua italiana al Policlinico e in più un Corso di Laurea sempre in Medicina e Chirurgia in lingua inglese. La volontà dell’Università di Messina è quella di istituire un altro Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia ad indirizzo biotecnologico e per fare questo la norma prevede prima di tutto una convenzione con una struttura sanitaria. Ciò è già avvenuto a Roma che ha decongestionato il problema e l’impegno dell’Umberto I creando il Sant’Andrea da una parte e un’altra struttura dall’altra, ma anche Bologna. Attualmente ci ritroviamo con circa 450 studenti soltanto di Medicina e Chirurgia, quindi il Policlinico di fatto è saturo e di conseguenza non potremmo aumentare i posti degli studenti perché tecnicamente non ci sono le condizioni. A questo punto abbiamo immaginato un altro CdL che ovviamente farà parte dell’Università. In altri termini, l’Università di Messina ha il CdL in Medicina e Chirurgia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. Martino e, qualora venisse accreditato, potrebbe avere anche il CdL presso l’Azienda Ospedaliera Papardo. Qualora dovesse accadere ciò, speriamo di ottenere almeno 80 posti in più rispetto a quelli dell’anno scorso, da assegnare naturalmente in base al concorso nazionale di ammissione. 

L’Azienda Ospedaliera Papardo – Fonte: Archivio UVM

Come si coordineranno i due dipartimenti per quanto riguarda svolgimento di lezioni, programmi, ma soprattutto tirocini e altre attività sia curriculari che extracurriculari? Entrambe le sedi saranno sfruttate per la didattica o si tratta solo di un aumento delle possibilità di effettuare tirocinio formativo e professionalizzante?

Allo stato attuale vi è il dipartimento di Patologia Umana, che è quello presso cui è incardinato il CdL di Medicina e Chirurgia in lingua italiana, le cui lezioni si svolgono presso il Policlinico. Il Dipartimento Biomorf invece, è quello presso cui è incardinato il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia in lingua inglese. Per quanto riguarda il CdL presso il Papardo, questo andrà ad essere incardinato nel Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale diretto dal Professor Raimondo che avrà il compito con il comitato ordinatore di andare a organizzare quel corso di laurea. Allo stesso modo in cui Patologia Umana gestisce il primo e il secondo anno presso le aule di Ingegneria, analogamente il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale gestirà l’organizzazione del primo anno del nuovo CdL presso il polo Papardo. Anche i tirocini verranno gestiti nella stessa modalità adottata presso l’Azienda Policlinico Universitario. Ciò riguarda anche le altre attività.

Il Professore Raimondo, Direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale – Fonte: StrettoWeb.

Vi sarà un incremento nell’organico dei docenti, ricercatori, dottorandi a tal proposito? Oppure verrà utilizzato sempre lo stesso organico?

Ad oggi ciò non è necessario, perché siamo in grado di avviare il Corso di Studi con i soggetti che abbiamo già in servizio. Per la precisione il dottorando e l’assegnista non incidono sull’offerta formativa, la quale, invece, sulla base dell’ultimo decreto, prevede le tre figure di docenti ordinari, associati e in quota parte ricercatori. Abbiamo già individuato i docenti di riferimento. Ovviamente ciò si ripercuoterà positivamente sia su studenti che dottorandi, perché quell’area della sede del CdL di Ingegneria e di Ingegneria Biomedica che apparterrebbe a Medicina ad indirizzo biotecnologico – e quindi anche i laboratori di robotica esistenti al Polo Papardo – otterranno maggiore valore dato che vi saranno più studenti. Si potrebbe avere un’importante ricaduta anche sull’attuale dottorato di Ingegneria Biomedica.

Queste novità riguarderanno anche le scuole di specializzazione post lauream? O il Polo Papardo continuerà, come già adesso avviene per alcune scuole, ad essere una struttura delle reti formative afferenti?

Noi esattamente siamo partiti dalla collaborazione che già c’era tramite un accordo quadro con l’Asp e con l’Azienda Ospedaliera Papardo. Nel protocollo d’intesa firmato con la Regione Sicilia per le attività formative degli studenti, ho inserito non solo il Policlinico ma anche il Papardo e L’IRCCS che in precedenza non erano previste, quindi si è aperta la possibilità per gli studenti di svolgere tirocini pratici presso queste cliniche. I tutor possono essere i dirigenti sanitari; così infatti sancisce la normativa.  In questo modo bisogna continuare a lavorare e fare squadra.

In merito all’istituzione di questo CdL al Polo Papardo, cambierà qualcosa per quanto riguarda la gestione dei mezzi ATM. È prevedibile un potenziamento tramite convenzione?

Ho chiesto personalmente al Dottore Campagna (presidente di ATM S.p.a.) un aumento dei mezzi, un potenziamento sia interno al Papardo ma anche della linea che passa sulla Panoramica. Stiamo anche valutando per il periodo estivo di fare un accordo con le aziende per inserire nei pressi delle Università i motorini elettrici ad un prezzo realmente modico. Il tutto è ancora in fase di definizione.

La piscina Cappuccini. – Fonte: Gazzetta del Sud Messina.

È di alcuni giorni addietro la notizia che il comune di Messina ha dato in concessione gratuita per un ventennio all’Università (nel dettaglio alla società in house SSD UniMe) la piscina Cappuccini e il campo di Atletica dell’Annunziata. Di queste strutture potranno usufruire gratuitamente gli studenti per fare sport come già avviene per le attività della Cittadella Universitaria Sportiva e per la Palestra a Palazzo Mariani inaugurata lo scorso settembre? Quali sono i progetti in merito?

Queste strutture sono state date in concessione direttamente all’Università di Messina che ne ha fatto esplicita richiesta. Il rapporto con gli impianti sportivi nasce dalle Universiadi promosse dal Professore Tomasello, occasione in cui sono stati utilizzati quegli impianti sportivi. Abbiamo la convinzione, come succede in tantissimi atenei d’Italia, che questa debba diventare una città universitaria, quindi il modo di farlo è porre l’Università al centro di un percorso di rinascita e non può esistere ripartenza nella vita sociale se non si comincia dallo sport. Proprio per questi motivi abbiamo chiesto al Comune la possibilità di affidare all’Università la gestione di questi impianti con l’impegno di consentire l’accesso a tutte le società sportive che ne fanno richiesta, come già avviene negli altri impianti sportivi UniMe e il Comune con una delibera ha affidato a noi queste strutture. Adesso inizierà un percorso di rivalutazione poiché questi impianti vanno ristrutturati. L’Università chiederà al Comune il progetto che aveva realizzato per la piscina Cappuccini. Bisognerà adeguare inoltre il campo Bonanno e gli spogliatoi, nonché intraprendere un percorso che renda questi impianti validi per la città. Non è escluso che l’Università possa decidere di affidare la gestione di questi impianti alla Ssd UniMe per quanto attiene la gestione dello sport non universitario, lo sport universitario lo gestisce l’UniMe. Ricordo anche che UniMe è l’unico Ateneo d’Italia dove gli studenti entrano gratuitamente a fare sport e così avverrà anche in queste nuove strutture non appena ci verranno consegnate. Abbiamo realizzato un programma per cui gli studenti hanno la possibilità di accedere gratuitamente alle nostre strutture e in tutte le fasce della giornata. La gestione di queste strutture sportive per gli utenti esterni non può essere gestita da UniMe e quindi di questo si occupa la Ssd UniMe. Adesso, attraverso un accordo, questa società metterà a disposizione i suoi istruttori per il CdL di Scienze Motorie. Considerate che l’Ateneo guadagna una percentuale importante dal bilancio della SSd, entrate che in futuro utilizzeremo a favore degli studenti.

 

Ringraziamo il Magnifico Rettore Professore Salvatore Cuzzocrea per la sua consueta disponibilità e cordialità e per averci fornito interessanti anticipazioni su due tematiche, la didattica e lo sport, che rappresentano le fondamenta per un progetto ambizioso che mira a far diventare Messina sempre di più una Città Universitaria.

Ilenia Rocca

Angelica Rocca

Marracash contro le maschere della società

Marracash ha ormai raggiunto la sua maturità artistica, e senza peli sulla lingua si fa psicanalista di una società ormai in frantumi. Voto UVM: 5/5

 

Noi, loro, gli altri è il riflesso di una società frammentata e caotica: un mondo in cui si rivendica il diritto all’identità, ma allo stesso tempo si perde la visione d’insieme.

Nel nuovo album Marracash sposta i riflettori dalla visione intima e introspettiva di Persona al mondo esterno, contro quel brutale Squid Game in cui ci troviamo costantemente immersi.

Oggi che tutti lottiamo così tanto per difendere le nostre identità
Abbiamo perso di vista quella collettiva
L’abbiamo frammentata
Noi, loro e gli altri
Noi, loro e gli altri
Persone
(“Cosplayer” )

È ancora presente quel senso di vertigine di una realtà fatta d’incertezze, in cui tutti abbiamo l’esigenza di indossare una o più maschere, perché in fin dei conti siamo solo degli attori in questo grande teatro che è la vita. In passato fu Pirandello a dire che ognuno di noi indossa delle maschere: una per la famiglia, una per la società e una per il lavoro, per poi riscoprirsi nessuno quando resta solo. È proprio da questo concetto che il rapper di Barona sembra partire per la costruzione del disco.

Metti una maschera sopra la maschera che già ti metti ogni giorno
(“Io” )

Lo scheletro dell’album

Il brano d’apertura, Loro, fa riemergere alcune ferite del nostro Paese come il caso Aldrovandi e la “macelleria messicana” della Diaz. Mentre Pagliaccio, una traccia dalla tecnica sopraffina, è un attacco ai nuovi rapper-clown e a quella “musica di plastica” contemporanea. Il tutto accompagnato dal campionamento di Vesti la giubba, un’aria dell’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Si prosegue con un pezzo sull’amicizia, Love con l’immancabile Gué e con il sample di Infinity di Guru Josh del 1990.

Marra in quest’album si dimostra più versatile che mai. I pezzi non seguono gli schemi standard. Non c’è necessariamente una strofa, seguita dal ritornello, poi da un’altra strofa e magari dall’outro.

“Ha stabilito un nuovo margine, una nuova ampiezza di comunicazione.”  ( Ernia su Marracash)

Ne è un esempio Noi, la ghetto story dell’album che trasforma il rapper in una sorta di cantautore urbano, un De André della Z Generation.

La sua versatilità emerge anche nel cantato, in particolar modo con Io, un brano intimo ed esistenzialista campionato su Gli angeli di Vasco Rossi, che riflette sempre sul concetto pirandelliano delle maschere.
Non è però l’unico pezzo introspettivo dell’album. Anche in Dubbi e in Nemesi (ft. Blanco), il rapper redivivo torna a dialogare con sé stesso, e lo fa in una maniera lucida e appuntita.

Frase di “Nemesi”. Dal profilo instagram di Marracash

Marracash non rappa: psicanalizza

Il rap nudo e crudo di Marracash torna con Cosplayer, che riassume perfettamente lo spaccato sociale che stiamo vivendo. In questo pezzo il rapper non risparmia nessuno, tanto meno il collega rapper-influencer Fedez che a detta di Marra «sposa la causa solo quando gli conviene», contrariamente a quanto invece farebbero lui o la sua ex ragazza.

“Non è una cosa personale. Io e lui abbiamo visioni della vita opposte e antitetiche. Lui rappresenta quelli che si impegnano oggi per una cosa e domani per un’altra senza avere credibilità, senza conoscere il problema. Io posso parlare di galera perché conosco chi ci è andato. Elodie può parlare di gay perché lo sono persone della sua famiglia.” (Marracash su Fedez)                        

Elodie torna poi ad essere la protagonista in Crazy Love, in cui Marra accompagnato da Mahmood (feat nascosto), racconta la loro storia d’amore ormai conclusa. Anche il video diventa un’opera di alto livello, in cui i due si uccidono, coverizzando la performance “Rest Energy” di Marina Abramovich, e chiudendo il loro rapporto nel modo più struggente possibile!

“Ci siamo conosciuti sul set di un video e abbiamo pensato che sarebbe stato bello chiudere il cerchio con un altro video.”  (Marracash a proposito della sua storia con Elodie)

A sinistra Marracash ed Elodie, a destra Marina Abramovich e Ulay. Fonte: informazione.it

Si raggiunge l’apice della perfezione con lo skit Noi, loro, gli altri, in cui Fabri Fibra (che contenderebbe a Marra il trono di king del rap) riassume in meno di un minuto il senso intero dell’album.

Il cerchio si chiude con Cliffhanger, una rappata potente e massiccia sopra un campionamento sorprendente de l’Aida di Giuseppe Verdi.

Le copertine: il cuore del concept

L’album è stato presentato con tre diverse cover, che rappresentano le tre dimensioni possibili.

Nella prima il rapper è insieme alla sua famiglia, oltre che alla manager e all’ex fidanzata Elodie, che gli è stata accanto durante la lavorazione.

Nella seconda è con i discografici, l’avvocato e il commercialista. E a differenza della prima si percepisce una certa tensione.

Nella terza lo vediamo da solo, mentre “gli altri” gli passano accanto.

L’uomo è costretto ad indossare le tre maschere pirandelliane proprio perché le dimensioni con cui entra ogni giorno in contatto sono tre: famiglia (noi), lavoro (loro) e società (gli altri).

L’unico punto in comune delle tre cover è la presenza costante di Marracash, di Fabio che ci vuole far capire che non si può scappare dal confronto con gli altri. L’uomo avrà sempre un legame con il prossimo.

Io so solo che volevo essere uno di loro
Per non essere come tutti gli altri
Ma nella vita mi è successo di essere
Sia noi
Che loro
Che gli altri

Domenico Leonello

UniMe: riapertura immatricolazioni ai CdL a numero programmato a livello locale

L’Università degli Studi di Messina con decreto rettorale  ha previsto la possibilità di immatricolazione ai Cdl triennali e ciclo unico a numero programmato, oltre i posti originariamente previsti, di tutti quanti gli studenti candidati che erano rimasti in lista d’attesa e la riapertura dei termini di ammissione per altri Cdl a numero programmato a livello locale vista la disponibilità di posti rimasti vacanti.

Immatricolazioni ai CdL a numero programmato per i candidati in lista d’attesa

Nella seguente tabella si evidenziano i corsi di studio con i relativi candidati in lista d’attesa:

Per candidato in lista d’attesa si intende lo studente che abbia effettuato una preimmatricolazione ai suddetti corsi di studio entro il 25/10/2021.

Date da ricordare per immatricolarsi

  • Apertura perfezionamento immatricolazione: 22 novembre ore 12:00;
  • chiusura termini: 20 dicembre 2021 ore 23: 59.

Riapertura dei termini per l’ammissione ai CdL a numero programmato a livello locale

Date da ricordare

  • Apertura termini per l’immatricolazione: 22 novembre ore 12:00;
  • chiusura termini 20 dicembre 2021 ore 23:59

Procedura per presentare la domanda d’ammissione

L’interessato, secondo le modalità già indicate nel Bando Ammissione CdS Triennali e CU a numero
programmato locale A.A. 2021/2022, dovrà:

  • Presentare domanda per l’ammissione al corso di studio attraverso la piattaforma Esse3 (clicca qui);
  • Perfezionare l’immatricolazione, dopo aver ricevuto l’avviso di ammissione dalla piattaforma Esse3;
  • Pagare la quota di 156,00 euro.

Lo studente “ammesso” che non porterà a termine la procedura entro i termini prestabiliti sarà considerato rinunciatario.

*Attenzione. La procedura di immatricolazione dovrà essere ripetuta anche dagli studenti che hanno partecipato alle precedenti selezioni, ma non hanno perfezionato l’iter.

Passaggio ad altro CdL

Lo studente che intende effettuare il passaggio ad un altro CdS, entro i termini per il perfezionamento dell’immatricolazione, dovrà:

  • Rinnovare l’iscrizione per l’A.A. 2021/2022 per il CdL di appartenenza;
  • Compilare il modulo;
  • Inviare il modulo a protocollo@unime.it e per conoscenza alla segreteria di pertinenza e a quella di destinazione, riportando nell’oggetto della mail: “PASSAGGIO DI CORSO CDL PROGRAMMATO LOCALE”

N.B.

Lo studente che effettua il passaggio ad un altro CdL riceverà l’avviso di ammissione via mail, all’indirizzo istituzionale nomeutente@studenti.unime.it .

Link utili

Bando ammissione CdL triennale e a ciclo unico a numero programmato 

Tempeste geomagnetiche: il sistema Sole-Terra tra incanto e tragedia.

Il sistema che porta alla formazione di una tempesta geomagnetica è ricco di dettagli e, con essi, si realizzano alcuni dei fenomeni di cui sempre più spesso sentiamo discutere.

La scoperta da cui tutto prende forma

Secondo alcuni studiosi, una delle caratteristiche peculiari del Sole è il suo campo magnetico, il denominatore comune di molti degli eventi riguardanti la sua attività.
Fu George Hale, nei primi del Novecento, a comprenderne per la prima volta l’esistenza. Egli osservò che il Sole era permeato a tutte le scale da tale campo e che la sua manifestazione più evidente risiedeva nelle macchie solari. Esse erano note per la loro forte attività magnetica e per la diversa emissività termica rispetto alle regioni che le circondano, giungendo alla conclusione che il Sole fosse una stella magnetica
È l’osservazione delle macchie solari che permette di fare previsioni sull’arrivo o meno di una tempesta geomagnetica.

Fonte: conoscenzalconfine.it

Cos’è una macchia solare?

Le macchie solari sono gigantesche strutture magnetiche che appaiono sul disco solare come regioni scure. La loro costituzione è molto particolare.
La parte più interna e più scura è caratterizzata da temperature più basse rispetto a quelle raggiunte nelle regioni più esterne che risultano essere più luminose (6000 K).  Sono varie le situazioni a cui il campo può essere soggetto. Ad esempio, in alcuni casi potrebbe essere influenzato da accumuli di plasma caldo che prendono il nome di “light bridges”, e che si pensa rappresentino segnali di decadimento della macchia. E ancora, potremmo osservare intrusioni di “umbral dots”, anche questi luoghi dove il plasma emerge per poi ricadere in basso.

Il Sole: una fonte di variabilità

Il moto del Sole attorno al suo asse di rotazione non è uniforme. Conosce diverse velocità a seconda di quale punto si consideri. Questo fa sì che il campo magnetico si avvolga con più rapidità attorno all’equatore, raggiungendo un momento in cui, per la forte intensità, il plasma che lo circonda viene “espulso”, formando così una sotto-densità. Il plasma in questa zona avrà una densità più bassa di quello che la ricopre: esso galleggerà sino alla fotosfera. È qui che creerà le macchie solari. Le variazioni che coinvolgono il campo magnetico solare si ripercuotono sull’intero sistema, il quale lega ciò che avviene sul Sole a ciò che potrebbe avvenire sulla Terra.

 

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Fonte: focus.it

Oltre le macchie solari: altri cambiamenti osservati

Ulteriore conseguenza delle variazioni è osservabile nella forma della corona solare, che passa dall’essere regolare nei periodi di minima attività solare, all’essere irregolare e abbastanza estesa in quelli di massima. Questa  instabilità porta al rilascio di grandi quantità di energia. È ciò che avviene attraverso i “flares” (brillamenti), seguiti da un eventuale espulsione della massa coronale nello spazio interplanetario.
Questo evento avviene durante un massimo solare, e in prossimità delle macchie solari. Un ciclo solare comincia con un numero minimo di macchie, che aumenteranno sino al massimo, per poi ridiminuire.
Se teniamo conto del numero delle macchie presenti possiamo comprendere quanto sia possibile che si realizzi una nuova espulsione.

 

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Fonte: kasi.re.kr 
Fonte:blueplanetheart.it

Verso la formazione della tempesta geomagnetica

Il flusso di particelle cariche prodotto dal Sole (“vento solare”)  riesce ad annullare la “schermata” magnetica della Terra. Penetra nell’atmosfera terrestre e si producono le GIC, le correnti elettriche indotte geomagneticamente.
Queste fluiranno nelle zone con conducibilità elevata e ad alta latitudine.
Ma le conseguenze di una tempesta geomagnetica potrebbero essere talmente dannose che anche i Paesi localizzati a latitudini medio-basse hanno ormai iniziato a seguire gli studi in merito.

Fonte: geoscienze.blogspot.com

Gli impatti sulla natura e sulla quotidianità

L’impatto che la tempesta geomagnetica può avere su alcuni animali interessa il loro senso dell’orientamento.
Lo scorso 19 giugno è stata osservata la scomparsa di alcune centinaia di Columbidi dal Sud del Galles e dal Nord-Est dell’Inghilterra. Non sono mancati coloro che hanno ricondotto tale fenomeno a una tempesta geomagnetica.
Una situazione simile si ebbe nel 2015, quando due tempeste disorientarono alcuni cetacei del Mare del Nord, facendoli arenare.

Recente è poi la notizia di una tempesta abbattutasi sull’America Latina lo scorso 29 ottobre, causando un potente black-out radio. Per il giorno seguente era stata annunciata la cosiddetta “tempesta di Halloween”, che si sarebbe abbattuta sull’Europa alla velocità di 1.260 km/s.

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Fonte: meteoweb.eu

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Fonte: meteo.com

Le grandi tempeste geomagnetiche del passato

Nel 1859 la tempesta di Carrington portò a un guasto dei telegrafi durato 14 ore e alla produzione di un’aurora boreale che fu visibile in aree inusuali, come a Roma e a Cuba.
Altra tempesta molto forte fu quella del 1989, in Québec: la popolazione restò al buio per giorni.
Ancora, nella notte tra il 18 e il 19 settembre 1941, si registrò una delle tempeste geomagnetiche più violente a basse latitudini. Nel clima teso della Seconda Guerra Mondiale, in cielo apparvero aurore in diversi luoghi del mondo. Molte navi, illuminate dalle aurore, furono scoperte, e si pensa che per tale motivo un sommergibile tedesco riuscì ad affondare la nave canadese SC44 Corvette HMC Levis.

 

Riproduzione artistica delle macchie solari sull’Illinois State Journal,21 settembre 1941. Fonte: blueplanetheart.it

L’aurora boreale

L’ aurora boreale, australe o polare,  è un fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre. Esso è caratterizzato principalmente da bande luminose di diverse forme e colori rapidamente mutevoli, che suscitano nello spettatore stupore e meraviglia. Si formano dall’interazione tra le particelle cariche di origine solare con gli strati più esterni dell’atmosfera; una tempesta geomagnetica rappresenta quindi il momento perfetto per la loro comparsa.
Alcuni studiosi pensano che proprio la presenza di un’aurora boreale sia stato uno dei motivi per cui il Titanic affondò.

«Non c’era la Luna, ma l’aurora boreale risplendeva come raggi lunari sparati all’impazzata dall’orizzonte settentrionale»

Queste furono le parole scritte da James Bisset, ufficiale della RMS Carpathia, una delle navi giunte in aiuto.
La ricercatrice Mila Zinkova  ritiene inoltre che la tempesta di cui si discute potrebbe aver interferito con la bussola della nave.

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Fonte: viagginews.com

Conclusioni

Oggi si sta provando ad approfondire il più possibile le dinamiche delle tempeste geomagnetiche, a tutte le latitudini. Si sta capendo come a esserne coinvolto sia tutto il mondo. Studiarne più a fondo gli effetti rappresenta il solo modo per proteggere la Terra.

 

Giada Gangemi

Santa Maradona e la precarietà dei millenials

Film dalla trama un po’ piatta, ma che spicca per dialoghi pronti e perspicaci – Voto UVM: 4/5

Esattamente sul finire di ottobre di 20 anni fa, le sale italiane proiettavano Santa Maradona.

Tratto da una sceneggiatura di Marco Ponti (sua sarà pure la regia) destinata ad essere cestinata, il film, in un primo momento passato in sordina, si presenta come un esperimento ben riuscito che mette in evidenza senza troppe pretese la precarietà esistenziale dei millenials.

Trama e personaggi

Al centro di un intreccio molto scarno, vediamo il quasi trentenne Andrea Straniero (Stefano Accorsi), che vola di colloquio in colloquio alla ricerca di un impiego stabile nel settore creativo delle aziende torinesi.

Un giovane Accorsi sul set di “Santa Maradona”- Fonte: mole24.it

Andrea ha un coinquilino di nome Bart (Libero De Rienzo, scomparso a lo scorso luglio), un “critico letterario” che passa le giornate sul divano tra tv, videogames e letture. I due dividono uno squallido appartamento nel centro di Torino arredato approssimativamente con frigo anno ’60 e mobiletti e poltroncine da salotto anni ’70.

La qualità della fotografia e del montaggio non sono dei migliori; infatti la casa di produzione aveva stanziato il minimo indispensabile per produrre il film e lo stesso regista si è dovuto arrangiare.

Ma evidentemente ciò che doveva spiccare in Santa Maradona non erano di certo effetti visivi e neanche una trama articolata, ma il senso di vuoto, la totale stasi e la paura di cambiare dei due coinquilini che rappresenterebbero un po’ tutti noi nati tra inizio anni ’80 e fine anni ’90.

Da sinistra a destra Libero De Rienzo (Bart), Stefano Accorsi (Andrea), Mandala Tayde (Lucia), Anita Caprioli ( Dolores Angeli) e il regista Marco Ponti. Fonte: cinemafanpage

 

Le giornate trascorrono nel disordinato e poco illuminato bilocale torinese e a volte in qualche bar o al cinema. Andrea apparentemente prova a crescere e a migliorarsi presentando curricula fatti male nelle virtuose aziende torinesi mentre Bart dall’alto del suo divano guarda il mondo e il futuro con cinica rassegnazione.

Un’ora e trenta di pellicola che sembra scorrere piatta se non fosse che la genialità in quest’esordio di Ponti sta nei dialoghi pronti e perspicaci dei vari personaggi. Battute e ragionamenti talvolta attinenti alle varie vicende si alternano a conversazioni quasi alla Tarantino, buttate lì come fossero nonsense (ma così non è).

“Vedi, la sregolatezza pura, che non ha a che fare con il genio, m’esalta”.

Esordio di De Rienzo

Accanto ad un appena famoso Stefano Accorsi grazie a L’ultimo Bacio, proiettato nelle sale sempre nello stesso anno, si contrappone un appena esordiente Libero De Rienzo. La rivelazione è proprio lui che con la sua interpretazione magistrale riuscirà a dare un tono alla calma piatta dell’intera pellicola.

Libero De Rienzo nei panni di Bart – Fonte: Mikado Film

Non è semplice calarsi nei panni di uno come Bart e renderlo ai propri occhi anche simpatico: un soggetto tutto sarcasmo e rassegnazione che con la sua cinica genialità a volte si rende irritante.

“è brutto avere una risposta bella pronta e nessuno ti fa mai la domanda giusta”

Bart non è logorroico come Andrea ma i suoi “botta e risposta” carichi di acidità lascerebbero chiunque di stucco.

Perchè Santa Maradona è attuale anche oggi

L’ambientazione ad inizio terzo millennio non è un caso. Ponti attraverso i due coinquilini traccia un confine tra gli over 25 dei primi anni ’90 – con già un impiego e magari anche famiglia a carico – e gli over 25 post anni 2000, come Bart e Andrea che appena laureati ciondolano nell’apatia di un appartamento tra telefilm e palleggi contro il muro.

Una generazione la loro – o meglio la nostra – che “non ha sogni nel cassetto o forse non ha neanche il cassetto dove metterli”, che si divide tra colloqui di lavoro e spritz delle sei – che tanto prima o poi arriverà l’occasione che cambierà la vita – che vorrebbe cambiare il mondo, il corso degli eventi ma ha paura come Andrea o non ci prova nemmeno come Bart e nel frattempo che si fa?… Meglio chiudersi in un appartamento e finire tutta l’ultima stagione di una serie Tv su Netflix.

Come ha detto Ponti, i suoi personaggi utilizzano l’espediente di Maradona cercando di fare goal di mano. Esattamente come Bart e Andrea, anche noi tra i 20 e i 30 anni, in questo periodo storico che sicurezze non ci dà, cerchiamo di fare goal di mano nello stadio della vita.

Ilenia Rocca

 

La scuola cattolica: figli di una mala educazione

Un film che porta a riflettere sull’educazione di ieri e di oggi per fare in modo che la violenza non si ripeta – Voto UVM: 4/5

 

Presentato fuori concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, quello tratto dal romanzo Premio Strega (2016) di Edoardo Albinati e diretto da Stefano Mordini, è un film che racchiude in sé dolcezza e atrocità.

La scuola cattolica racconta infatti uno dei fatti di cronaca nera più terribili del nostro paese: il delitto del Circeo.

La vera storia del massacro

Nella notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, dopo torture morali, fisiche e sessuali, tre giovani appartenenti all’alta borghesia romana: Gianni Guido, Andrea Ghira e Angelo Izzo, uccidono la diciassettenne Rosaria Lopez, che insieme alla sua coetanea Donatella Colasanti, li aveva seguiti nella Villa al Circeo di Ghira, convinta di andare al mare. I tre caricano le due ragazze nel bagagliaio di una Fiat 127, che parcheggiano sotto l’abitazione dello stesso Guido, per poi allontanarsi. È allora che Donatella, tramortita e ferita, con piccoli gemiti riesce a richiamare l’attenzione di un vigile notturno che la salva. Dei tre colpevoli saranno arrestati solo Guido e Izzo, mentre Ghira non sarà mai catturato.

Emanuele Di Stefano (Edoardo Albinati) in “La scuola cattolica”

Al cinema

Con una struttura complessa che si presenta quasi come un crescendo musicale, il film si dirama in più linee narrative: dall’educazione dei ragazzi ai quali vengono imposte finte punizioni, alla loro libertà incontrollata, da quelle istituzioni che si presentano come i capisaldi di una società purtroppo non più in grado di crescere quei giovani uomini, finendo per nascondere sotto il tappeto una montagna di polvere – o meglio micce pronte a prendere fuoco.

La genesi di tutto è da ricercare proprio all’interno di un liceo cattolico destinato ai figli dell’alta borghesia romana, che si presenta come il terreno ideale in cui far crescere il seme della violenza e della “mala educazione”.

Produttivamente e poeticamente sembrerebbe alludere all’ormai lontano Romanzo Criminale di Michele Placido (2005) con cui condivide gli eccessi e i difetti di un’alquanto instabile società e del suo progredire verso l’inevitabile inconsistenza di un futuro frammentato, caotico e privo di certezze. Anche se, a differenza della pellicola di Placido, Stefano Mordini, lascia ampio spazio ad atteggiamenti instabili, pericolosi ed estremi, il film non mostra quasi mai la violenza in scena ma la evoca, ad esempio, nelle suppliche sfinite di Donatella, interpretata magistralmente da Benedetta Porcaroli.

Benedetta Porcaroli (Donatella) e Federica Torchetti (Rosaria) in una scena del film.

L’opera di Mordini si chiude ricordandoci che Rosaria e Donatella furono massacrate prima fisicamente e poi moralmente da stampa e opinione pubblica, che addossarono loro la colpa per quanto accaduto. In pratica se l’erano andata a cercare, salendo su quella Fiat 12! Rispetto ad allora le cose sembra che non siano cambiate. Basterebbe entrare su qualsiasi social network, accendere la Tv o la radio per ascoltare frasi del tipo «se la sono andata a cercare», riferita a donne colpevoli semplicemente di aver messo una gonna troppo corta o aver risposto male a un uomo.

La censura

Il nostro bel paese come sempre non perde l’occasione di dimostrarsi incoerente e contraddittorio. Il film, realizzato col sostegno del Ministero della cultura (MiC), è stato poi censurato dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche proprio dopo che lo scorso aprile, lo stesso Dario Franceschini, alla firma del decreto per l’istituzione della nuova commissione, aveva dichiarato abolita la censura cinematografica:

“Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti.”

Il film è ad oggi vietato ai minori di 18 anni. La Commissione si è lamentata del fatto che le vittime e i carnefici vengono messi sullo stesso piano. Esplicito il riferimento alla scena di un professore che soffermandosi su un dipinto, mette sullo stesso livello la figura di Cristo e dei suoi flagellanti.

Al contrario, il messaggio che Mordini voleva trasmettere al pubblico, doveva essere inteso come uno strumento per capire la differenza tra le vittime e i loro carnefici, tra il giusto e lo sbagliato, per prendere atto del peso della responsabilità di chi sbaglia e non di chi subisce. È assurdo come venga vietato un film assolutamente necessario per gli adolescenti di oggi, donne e uomini di domani.

Ferrazza (Edoardo Carbonara), Edoardo Albinati (Emanuele Di Stefano), Carlo Arbus (Giulio Fochetti)

Da guardare: sì o no?

Senza ombra di dubbio, quella che il regista prova a raccontare, è una delle pagine criminali più allucinanti del nostro dopoguerra. Prova però a farlo in maniera intelligente, privilegiando una coralità narrativa, a discapito di un’analisi antropologica e sociologica del periodo storico. È infatti assente la vicinanza dei tre carnefici agli ambienti fascisti o il loro abuso di droghe.

Mordini, dunque, ci pone davanti un affresco del 1975 con scene prive di pathos e tensioni, ma pur sempre con una grande valenza sociale. Un film che tutti dovrebbero vedere, per fare in modo che la violenza non si ripeta.

Domenico Leonello

Guida alle attività sportive targate UniMe

Con l’inizio del nuovo anno accademico e la ripresa della didattica in presenza, l’Ateneo ha introdotto diverse novità. Alcune di queste riguardano la ripresa delle attività sportive, grazie anche all’inaugurazione della nuova palestra di Palazzo Mariani.

Il Rettore Prof. Salvatore Cuzzocrea e la paratleta messinese Carolina Costa, medaglia di bronzo nel Judo ipovedenti alle olimpiadi di Tokyo 2020, durante l’inaugurazione della nuova palestra di Palazzo Mariani. – Fonte: unime.it

Questo nuovo impianto, insieme alla Cittadella Sportiva Universitaria dell’Annunziata, ha arricchito ed offerto alla comunità studentesca un’ampia gamma di possibilità tra cui poter scegliere.

Offerta sportiva

I corsi disponibili comprendono:

  • Baseball;
  • Basket;
  • Calcio;
  • Ginnastica Artistica;
  • Hockey;
  • Nuoto;
  • Pallanuoto;
  • Softball;
  • Tennis;
  • Volley.

Saranno inoltre erogate lezioni di:

  • Equitazione;
  • Fitness (Walking, TRX, Jazzercise, Zumba, Spinning iron, Total body, G.A.G., Funzionale, Pilates, PNT, Calisthenics);
  • Fitness in acqua (Hidrobike e Acquagym).

Sono, inoltre, disponibili:

  • le Sale Pesi;
  • la Piscina per il Nuoto Libero.

Accesso agli impianti

L’accesso agli impianti sportivi è gratuito per tutti gli studenti.

  • Per accedervi basterà compilare il modulo (Attività gratuita per studenti – Modulo per l’adesione) presente anche sull’App UniMe e sulla mail istituzionale o personale di ciascuno studente.
  • Si ricorda che tutte le attività verranno svolte rispettando i protocolli anti Covid-19 attualmente vigenti e l’accesso sarà concesso solo ai possessori di Green pass valido.
  • Sarà inoltre necessario disporre del certificato medico di attività sportiva non agonistica.

Maggiori informazioni

Per ottenere informazioni è possibile contattare i seguenti numeri telefonici:

  • 0906764679 – 0906764682 (Cittadella)
  • 0906764683 (Palazzo Mariani)

oppure scrivere all’indirizzo e-mail ssdunime@unime.it o visitare il sito www.ssdunime.it.

Progetto “IncludiMe”

È stato inoltre inaugurato il 18 ottobre, presso il maneggio della Cittadella Universitaria, il nuovo progetto “IncludiMe”.

Si tratta di una iniziativa che coinvolge ragazzi diversamente abili nelle attività sportive, permettendo loro di usufruire dei benefici che il contatto con animali come cavalli e asini può concedere.

Il progetto è stato reso possibile grazie alla convenzione dell’Associazione Equitando Onlus con la SSD Unime e con il contributo della Fondazione Paolo Ferretti ETS.

 

Ornella Venuti

 

 

UniMe-ATM: le novità da ottobre

A decorrere da giorno 1 ottobre 2021, tutti gli studenti ed il personale UniMe in possesso dell’abbonamento acquistato per l’a.a. 2020/2021 potranno usufruire del servizio di trasporto ATM, semplicemente esibendolo.

Per quanto riguarda invece i nuovi immatricolati sarà sufficiente esibire la ricevuta di pagamento della tassa di iscrizione per l’a.a. 2021/2022.

Potenziamento verso Papardo ed Annunziata

Inoltre UniMe ha concordato con ATM S.p.A. un potenziamento verso i Poli universitari di Papardo ed Annunziata in concomitanza degli orari più trafficati quali quelli di inizio e fine lezioni.

“Sussidio Back to School”

Prenderà invece piede dall’11 ottobre 2021 il sussidio in epigrafe che prevede ulteriori corse che saranno integrate rispettivamente sulla linea 23 (dal Terminal Museo verso l’Annunziata  e viceversa) e sulla linea 24 (dal terminal Museo verso Polo Papardo e viceversa).

Ecco cosa prevede per:

Linee disponibili ed orari

Cliccando sui seguenti link potrai scaricare gli orari aggiornati per i Poli di tuo interesse:

Informazioni aggiornate sulle corse

Per avere tutte le informazioni sulle corse è possibile:

  • visitare il sito www.atmmessinaspa.it;
  • scaricare la nuova applicazione “ATMMovUp”;
  • e ti consigliamo inoltre di iscriverti al canale Telegram ATM Messina (clicca qui per accedere) dove potrai ricevere tutti gli avvisi sui mezzi in tempo reale.

 

Giovanni Alizzi

4 serie tv che raccontano il sapore dell’amicizia vera

Oggi si celebra la giornata mondiale dell’amicizia, istituita dall’Onu nel 2011 per promuovere la fratellanza e il dialogo tra i popoli e per riconoscere l’uguaglianza nella diversità.

Tralasciando le ragioni e le finalità che hanno fatto nascere questa ricorrenza, vogliamo invece accompagnarvi in un viaggio originale tra le grandi amicizie di 4 famose serie tv degli ultimi 20-30 anni e, dato che amicizia è sinonimo di grandi bevute in un pub, su una spiaggia o spaparanzati sul divano, assoceremo ognuna di esse ad un drink.

Dolce amaro come l’adolescenza: The O.C.

Teen drama cult anni 2000, ideato da Josh Schwartz che intreccia le vicende del giovane diciassettenne Ryan Atwood (Benjamin Mckenzie) con quelle della ricca famiglia Cohen che lo adotta e di tutto il “jet set” di Orange County (da qui il nome della serie “The O.C.”), tra magnati paperoni e speculatori di borsa.

Quello su cui ci soffermeremo è il rapporto tra Ryan e Seth Cohen (Adam Brody), suo coetaneo e fratello adottivo. I due provengono da mondi totalmente diversi.

Ryan è il tipico bello e maledetto cresciuto in una famiglia di avanzi di galera ed alcolizzati, pronto ad alzare il pugno non appena qualcuno si trovi emarginato o bullizzato.  Da ragazzo proveniente da un contesto marginale,  non rimane indifferente davanti a chi viene messo con le spalle al muro dai prepotenti e si troverà a proteggere un Seth troppo rachitico e logorroico che non si è mai amalgamato al background di una Newport piena di adolescenti solo muscoli, festini e pallanuoto.

Non solo il giovane tutto fumetti ed ironia, ma anche il ragazzo proveniente dalla periferia di Chino avrà bisogno di una spalla per farsi accettare in un ambiente di figli di papà e di party nelle ville con piscine; questa spalla sarà proprio il giovane Cohen, che con il suo sarcasmo cercherà di smorzare la tensione delle situazioni più imbarazzanti o pericolose in cui viene coinvolto il giovane Atwood.

I protagonisti di The O.C. e il drink 4 Bianchi alla fragola

Fa da cornice al legame tra Seth e Ryan quello tra Marissa Cooper (Mischa Barton) e Summer Roberts (Rachel Bilson): fragile, altruista e a tratti ingenua la prima, intraprendente, perspicace e a volte superba la seconda. Amiche dall’infanzia in quel di Orange County, insieme ai due boys formeranno  “i fantastici 4” , sempre pronti ad affiancarsi l’uno all’altro.

Dolce amaro come la vita di Ryan e degli altri, può essere un 4 Bianchi alla fragola, un mix di 4 liquori secchi base vodka, rum, gin, tequila, addolcito con sciroppo alla fragola.

Deciso e aromatico: The Big Bang Theory

Se volete godervi un’amicizia in grado di andare oltre le apparenze e i luoghi comuni, The Big Bang Theory è la sitcom che fa per voi!

Ideata da Chuck Lorre e Bill Prady, segue le vicende di quattro amici nerd e geek: il fastidioso quanto intelligente Sheldon Cooper (Jim Parsons), l’insicuro Leonard (Johnny Galecki), il sottovalutato Howard (Simon Helberg) e il timido Raji (Kunal Nayyar).

I quattro scienziati, con l’arrivo della vivace Penny (Kaley Cuoco), dall’essere dei socialmente inetti, impareranno a vivere nel “mondo reale”, che è ben diverso da quello che immaginavano. La nuova vicina, invece, imparerà prima a rispettare e poi ad apprezzare le piacevoli serate trascorse sul divano di Sheldon e Leonard tra videogames, fumetti, serie tv e l’immancabile cibo take away.

Il loro indissolubile legame di amicizia, infatti, nasce e cresce mentre si discutono teorie fisiche e si condividono involtini primavera, noodles e bocconcini di pollo fritto anche con tutti gli altri personaggi che, nel corso delle puntate, diverranno nuovi amici. Tra questi la pacata – attenzione a farla arrabbiare però – Bernadette (Melissa Rauch) e Amy (Mayim Bialik), versione al femminile – almeno inizialmente – di Sheldon.

I personaggi di The Big Bang Theory sul divano e il cocktail Mai Tai

E noi, se fossimo invitate alla loro cena di lunedì prossimo che, come prevede la “regola del lunedì” di Sheldon, sarà a base di cibo thai con pollo o di cibo cinese , prepareremmo un saporito Mai Tai: un cocktail dal sapore deciso, asciutto e aromatico, ideale per accompagnare una piacevole serata estiva in compagnia di coloro che, sebbene non c’entrino nulla con noi, colorano la nostra vita. Un po’ come fa il rum scuro shakerato con quello chiaro.

Sicuro e spumeggiante: How I Met Your Mother

Se si parla di amici non possono sfuggire a chi è nato negli anni ’90/ 2000 le vicende dei 5 stravaccati al solito sedile del Mac Laren’s Pub in quel di New York.

Al racconto di Ted Mosby (Josh Radnor) ai suoi figli su come ha conosciuto la loro madre, fanno da sfondo le vite di Marshall (Jason Segel), Robin (Cobie Smulders), Lily (Alyson Hannigan) e Barney (Neil Patrick Harris).  

Un’amicizia sancita dal “The Bro Code”, manuale venuto fuori dalla fantasia di quel “genio e sregolatezza” di Barney Stinson, su cui i suoi amici prestano giuramento in un famoso episodio.

I Protagonisti di How I Met Your Mother e la classica birra da Pub

Non sempre la vita dei nostri 5 protagonisti procede a gonfie vele – come del resto è quello che accade a tutti noi nella realtà. Spesso sono costretti a cedere agli eventi abbassando il target delle loro ambizioni, oppure sono imbrigliati in relazioni sentimentali che possono essere tossiche o fugaci, ma il legame che si crea tra di loro rimane una costante.

Ognuno diviene il porto sicuro dell’altro tanto che non riusciamo ad immaginarci uno solo di questi staccato dalla sua gang o che passi per loro un venerdì senza bere birra o mangiando patatine, noccioline e jalapenos al MacLaren’s Pub.

L’equilibrio dei diversi: Friends

E per finire Friends: la serie tv sull’amicizia per eccellenza e d’eccellenza, perché in Friends l’amicizia raccontata è quella autentica, anche se imperfetta, cui tutti dovremmo aspirare.

La serie, creata da David Crane e Marta Kauffman, narra le vicissitudini di un gruppo di sei amici trentenni newyorchesi: l’indipendente Rachel (Jennifer Aniston), la competitiva e ossessiva Monica (Courteney Cox), l’imbranato Ross (David Schwimmer), il donnaiolo e spesso ottuso Joey (Matt LeBlanc), il sarcastico ma composto Chandler (Matthew Perry) e l’eccentrica Phoebe (Lisa Kudrow).

I sei amici affronteranno insieme la vita quotidiana (a volte paradossale), s’innamoreranno e si lasceranno, creeranno disastri (con esiti spesso tragicomici) ma li risolveranno tra una battuta, uno scherzo e un caffè al Central Park. Come dice l’indimenticabile sigla iniziale: I’ll be there for you, sanno di non poter fare a meno l’uno dell’altro e di poter sempre contare sul loro rapporto.

Il segreto della loro amicizia incondizionata è quello di aver imparato a equilibrare le diversità, perché sono un po’ come un buon Coffee spritz: un perfetto equilibrio tra sapori inaspettati che lasciano un piacevole retrogusto al caffè.

E il caffè è il settimo protagonista della sitcom, il cui titolo originale era Insomnia Cafe, in omaggio a un bar realmente esistente a West Hollywood nel cui menù, secondo noi, starebbe benissimo questo drink.

Se Friends avesse mantenuto il nome originario “Insomnia Cafe”, avrebbe avuto lo stesso successo? Due amanti del caffè come noi hanno una loro opinione…

I 6 di Friends e il coffee spritz

Benché l’amicizia non si possa imparare e insegnare attraverso la tv, queste sitcom ci hanno mostrato gli innumerevoli volti che l’amicizia può assumere e ci hanno lasciato degli insegnamenti che non dimenticheremo neanche dopo un buon aperitivo – o anche due-  in compagnia di un amico fidato.

E se per noi l’amicizia è anche dire: «Ti proteggerò sempre, come proteggo i cocktail in discoteca», per voi cos’è?

                                            Angelica Terranova e Ilenia Rocca