Le future serre su Marte e sulla Luna

Produrre cibo nello spazio sembra essere l’unica soluzione per permettere agli astronauti di effettuare dei viaggi nello spazio per una lunga durata. Il progetto consiste nella creazione di delle serre all’interno delle basi lunari e marziane. Gli esperti si sono riuniti nel convegno organizzato a Roma dall’Agenzia Spaziale Italiana e il nostro ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, ritiene molto importante un ruolo attivo dell’Italia in questo progetto.

Le diverse idee per la produzione di ortaggi dello spazio

Molte aziende italiane sono già partite nella progettazione di soluzioni che siano sostenibili e adattabili alle diverse condizioni, come la Thales Alenia Spaced, che ha avviato delle sperimentazioni sulla coltivazione di micro-ortaggi e patate. L’obiettivo è quello di usare un sottile substrato di coltivazione stampato in 3D; la stampa 3D è un processo di produzione che consente la creazione di oggetti tridimensionali a partire da un modello digitale.

La Ferrari Farm, che è un’azienda agricola di Rieti, sta lavorando alla creazione di serre elettroniche in grado di gestire le coltivazioni tramite un computer in spazi ermetici e illuminati a led. In sviluppo anche una versione per coltivare verdure all’interno di un appartamento, il che permetterebbe di coltivare anche nelle città.

Microortaggi. Fonte: Defense Visual Information Distribution Service / Picryl.com

La startup genovese Space V sta lavorando allo studio di una serra che che sia in grado di modificare il proprio volume in base allo spazio richiesto dalle piante. L’utilizzo di un bioreattore per riutilizzare acqua e residui vegetali, facendoli digerire da microalghe in modo da trasformarli in substrato per la coltivazione.

Anche Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, è impegnata nella sperimentazione di un orto ipertecnologico: la serra è automatizzata e dotata di un braccio robotico, si coltivano ravanello e cavolo rosso. Questa serra innovativa sarà destinata alle basi marziane nella missione Amadee-24 organizzata dall’Austrian Space Forum e l’Agenzia Spaziale Armena.

Ma cosa sono i micro-ortaggi?

I micro-ortaggi sono piantine giovani e tenere di ortaggi che vengono raccolti dopo 7-20 giorni dalla semina. Sono un’innovazione anche nel campo della salute, in quanto sono ricchi di minerali, vitamine, antiossidanti, acido folico, e altre sostanze bioattive, circa 10 volte più dei normali ortaggi. Sono uno strumento essenziale per la prevenzione della malnutrizione e di molti altri disturbi in quanto rinforzano il sistema immunitario; al contrario una dieta carente di queste sostanze bioattive aumenterà il rischio di sviluppare patologie o malattie di diverso tipo e gravità nell’individuo. Quindi, un consumo frequente di questi prodotti ci permette di sentirci più energici e di stare meglio, ci aiutano a ridurre le infiammazioni al fegato, ridurre l’accumulo di colesterolo cattivo nel sangue, aiutano i processi digestivi, disintossicano l’organismo, permettono un migliore funzionamento del sistema nervoso.                                                                                                                           Sono davvero tantissime le specie di ortaggi utilizzate in questa produzione: spinaci, bietola, sedano, carota, finocchio, radicchio, lattuga, cavolfiore, grano tenero e duro, avena, mais, orzo, riso e tante altre.

Nonostante siano già partite le diverse sperimentazioni, non si sa ancora quando sarà possibile l’avvio di questo progetto nelle basi lunari e marziane. Il prossimo viaggio sulla luna è previsto nel settembre 2025 e per questo sarebbero auspicabili dei risvolti interessanti sul progetto di coltivazione spaziale.

Marta Cloe Scuderi

Fonti: ansa, pubmed
https://www.ansa.it/amp/canale_scienza/notizie/spazio_astronomia/2024/03/21/micro-ortaggi-e-stampa-3d-per-le-future-serre-su-luna-e-marte_bcf6e87a-b93f-4a51-bc5e-1aa02c22db83.html

Cervello da gallina: un insulto…

Fin dagli albori dell’umanità, gli uccelli sono stati considerati animali di poco conto per quanto riguarda la loro intelligenza. Del resto, come puoi essere scaltro con un cervello delle dimensioni di una nocciolina? Ma è davvero così?
Fino al XXI secolo anche gli scienziati la pensavano così, ma sempre più studi hanno mostrato come molti uccelli abbiano comportamenti complessi: canto, riconoscimento di singoli individui di un gruppo, manipolazione di strumenti, risolvimento di enigmi.
In alcuni casi si sono mostrati capaci di reazioni istintive inimmaginabili per un essere umano. Del resto, se pensiamo che alcune specie migrano per migliaia di kilometri per poi tornare a casa nello stesso identico cespuglio o albero, qualcosa di speciale dovranno pur  avere.
Ma quali sono in particolare le specie che si contraddistinguono?

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Pappagalli e corvi

I corvi possiedono un’incredibile memoria visiva che gli permette di riconoscere singoli individui: studiosi affermano come all’interno dei loro studi, i corvi reagiscano alle singole voci, riconoscano il rumore della auto o ricordino e distinguano il volto di chi gli porta il cibo.
In particolare, il corvo della Nuova Caledonia, essendosi adattato ad un ambiente dove è complicato ricercare il cibo, ha sviluppato una incredibile capacità di manipolazione degli oggetti, come: piccoli rami o foglie seghettate usate per trovare cibo dentro al legno. E non finisce qui: quegli  strumenti vengono a loro volta usati per costruirne di altri e, il loro impiego viene tramandato come cultura. Questo è un comportamento riconosciuto pochissime volte in natura e solo in grandi scimmie antropomorfe, spesso in cattività.

Due corvi imperiali. Fonte

 

L’altro grande gruppo di uccelli noti per il loro acume sono i pappagalli. E questo è noto a tutti quelli che ne hanno tenuto uno in casa sentendosi ripetere (non in tutte le specie)  quello che dicevano.
Una specie che eccelle proprio nel linguaggio è il pappagallo grigio africano. Irene Pepperberg, studiando questa specie, ha scoperto che posso memorizzare un centinaio di vocaboli umani e capire la differenza tra: uguale, diverso e zero.
Un altro gruppo interessante sono i cacatua, che utilizzano semi o rami per produrre percussioni. Ognuno di loro riesce ad avere una propria melodia e a farsi riconoscere tramite essa. Benché non tutte le specie lo facciano, alcuni si muovono anche a ritmo della loro musica. In cattività alcuni esemplari hanno mostrato anche di saper seguire il ritmo della musica umana.

Un cacatua. Fonte

 

Tutti questo sembra alienante se riflettiamo su quanto questi animali ci somiglino pur essendo così diversi da noi. Ma qual è il loro segreto? Si tratta di un’efficiente uso dello spazio.

Meraviglie celebrali

Sebbene a livello di effettive dimensioni il loro cervello non raggiunga, in proporzione, le dimensioni di quello di un primate, hanno lo stesso numero di neuroni. Insomma molti uccelli fanno a gara con animali come scimmie o addirittura balene. Le comuni gazze hanno la capacità, simile a quella dei delfini, di riconoscere se stessi nel proprio riflesso.
Un’altra caratteristica simile alla nostra è la memoria. La nocciolaia di Clark riesce durante l’autunno a nascondere fonti di cibo in 3000 luoghi diversi nel suo territorio riuscendo poi a rilocalizzarli con una buona probabilità, anche quando coperti dalla neve.
Ma ciò che forse vi lascerà di stucco sono le capacità del colibrì, il vertebrato più piccolo al mondo, capace di programmare la visita ai vari fiori in base alla possibilità di prenderne il nettare dividendoli per aspetto in base alla specie e ricordandosi l’ultima visita fatta per evitare di trovarne uno vuoto. Ancora pensiamo ai pinguini imperatore, capaci di riconoscere il proprio compagno nel mezzo alla cacofonia del branco.

Una gazza con la refurtiva. Fonte

Conclusioni

Potremmo andare avanti all’infinito parlando di questi animali.
Speriamo solo che la prossima volta che incontrerete un corvo o una gazza ladra potrete salutarli. Magari un giorno diventerete loro amici.

 

Matteo Mangano

 

Bibliografia
https://www.activewild.com/bird-intelligence/
https://www.nationalgeographic.com/magazine/article/bird-brains-crows-cockatoos-songbirds-corvids
https://www.nationalgeographic.com/animals/article/year-of-the-bird-brains-intelligence-smarts
https://www.youtube.com/watch?v=MxxMnQa2B68&t=788s