Truffe Inps a Messina

 

Messina, 08-11-2019. Mediante un’indagine nata quasi per caso dai carabinieri risultano trentasei gli indagati, fra cui falsi invalidi, medici e professionisti privati, che passano al vaglio preliminare dell’ultima inchiesta da parte della Procura di Messina per quanto concerne le truffe Inps.

La titolare del caso Rossana Casabona dopo lunghi mesi di accertamenti contesta una variegata tipologia di reati, dal peculato alle varie tipologie di falso, dalla truffa alla frode processuale, fino ad arrivare a casi di corruzione ed estorsione. Pertanto la Casabona ha proceduto formulando la richiesta di rinvio a giudizio, che sarà successivamente esaminata dal Giudice Salvatore Mastroeni. Il magistrato ipotizza che quindici di loro facciano parte di un’associazione a delinquere finalizzata proprio per truffe Inps. L’indagine riguarda fatti risalenti al periodo fra il 2009 e il 2014, in cui i medici qui in questione operavano presso le strutture pubbliche di MessinaMilazzoBarcellona e Patti.

I capi di imputazione elencati dalla Procura sono ben 296 tra cui alcuni coperti dagli omissis. Mentre in alcuni dei reati contestati visibili vengono a galla nomi di altri indagati per i quali si procede separatamente. Ciò vuol dire che l’inchiesta non è finita qui e promette dunque ulteriori sviluppi.

 

Piero Cento

Il Pop-rap in 1002 degli Psicologi

 

Psicologi è il progetto innovativo del duo Drast, rapper e producer napoletano, e di Lil Kaneki, rapper romano conosciuto anche come Caravaggio. Dopo alcuni lavori pubblicati su Youtube, raggiungono la notorietà con Bomba Dischi; per essere chiari: etichetta romana che ha lanciato artisti come Calcutta, Carl Brave, Franco126 e Giorgio Poi.

L’album o EP, presenta delle collaborazioni con sei producer diversi, spiccano nomi molto interessanti nel panorama rap-trap come Zef (producer di I love you di Ghali), Mr.Monkey (ha prodotto interamente l’ultimo disco di Tredici Pietro, figlio d’arte di Gianni Morandi) e del buon Sick Luke(producer di moltissime hit come Stamm Fort di Luchè feat. Sfera Ebbasta).

Il titolo 1002 si riferisce all’EP precedentemente pubblicato col nome di 2001 scritto inverso, infatti la copertina viene presentata coi colori invertiti.

TRACKLIST :
“Robin Hood” (Prod. Fudasca)
“Ancora sveglio” (Prod. Zef)
“Stanotte” (Prod. Sick Luke)
“Non mi piace” (Prod. Greg Willen)
“Festa” (Prod. Mr. Monkey)
“2001” (Prod. Voga)

 

Francesco Lui

Messina, “Centro Multiculturale Officina”: non vengono rispettate le norme di sicurezza

La polizia ha sequestrato il locale “Centro Multiculturale Officina” una discoteca in via Croce Rossa.

Gazzettadelsud.it

Il provvedimento è stato preso a seguito di alcune indagini svolte nel mese di ottobre.

Le forze dell’ordine che sono intervenute durante lo svolgimento di alcune serate hanno accertato che non erano state rispettate le norme sulla sicurezza pubblica, creando un rischio per l’incolumità delle persone presenti, come in ogni luogo in cui non vengono rispettate le norme di sicurezza.

 

La licenza rilasciata dal questore di Messina, infatti, autorizza per quel locale lo svolgimento di serate danzanti ma con l’obbligo di non permettere un’affluenza superiore a 300 persone.

Il titolare, anche esso denunciato, però potrebbe aver consentito l’accesso al locale ad un numero superiore di clienti, circa 1.500 persone, alle quali era stato permesso di utilizzare un soppalco attrezzato con tavolini e divani, il privé, fisicamente interdetto al pubblico.

 

Alberto Cavarra

Donato il primo defibrillatore in ricordo di Giuseppe Sorrenti al liceo “Felice Bisazza”

 

Martedì mattina al liceo “Felice Bisazza” è stato donato il primo DAE grazie ad una raccolta fondi organizzata dagli amici di Giuseppe Sorrenti, ex studente dell’istituto venuto a mancare l’ottobre scorso a causa di un infarto.

 

Nella mattinata di ieri si è svolta, all’interno dell’aula magna dell’istituto, una toccante cerimonia, fortemente voluta dal dirigente scolastico, Anna Maria Gammeri che ha riunito familiari, amici e rappresentanti di tutte le classi.

 

«Giuseppe è stato un alunno esemplare ed un ragazzo che ha dato tanto a questa scuola per la sua bontà d’animo e generosità. Il nostro amore adesso deve essere trasmesso ai familiari e ai tanti amici che hanno scelto di partire con queste donazioni proprio dal “Bisazza”. Gli amici di Giuseppe presenti qui oggi, molti dei quali ex studenti del liceo, spero possano percepire questo luogo come una casa nella quale tornare a ricordarlo tutte le volte che lo desidereranno.»

Ha parlato così la Gammeri, ricordando Giuseppe e sostenendo la magnanima iniziativa dei suoi amici.

Proiettati poi in sala momenti di vita del ragazzo, un giovane brillante e buono, il cui ricordo è indelebile e impossibile da dimenticare.

Ex studente del liceo, 29 anni, Giuseppe era diventato un ingegnere navale; lo scorso 10 ottobre dopo una semplice partita di calcetto, il suo avvenire è stato portato via da un infarto.

 

 

«Donare questo defibrillatore al “Bisazza”, la nostra scuola e la nostra casa, è stato un atto sentito e dovuto da parte di tutti noi.»

Queste le parole di uno degli amici di Giuseppe, nonché uno degli organizzatori della raccolta fondi.

Un gesto di forte solidarietà che non si ferma qui; la raccolta infatti continua e ha superato quota 7 mila euro, ciò permetterà l’acquisto di almeno altri 6 defibrillatori, parte dei quali verrà donata, già nelle prossime settimane, al liceo Archimede e all’istituto Caio Duilio.

Benedetta Sisinni

 

Messina, suora scopre di essere incinta. Il sindaco: “C’è il rammarico per quanto avvenuto”

Risultati immagini per suora incinta

 

Una suora durante una visita medica a Sant’Agata di Militello, in un paese dei Nebrodi (in provincia di Messina), a causa di fastidi a livello addominale, avrebbe scoperto di essere incinta.

La notizia è stata riportata da diversi giornali locali siciliani. Come riferisce la Gazzetta del Sud, la monaca, recentemente sarebbe stata in Africa, suo paese d’origine: «Una volta riscontrati alcuni problemi legati a sue patologie, i medici si sono accorti contestualmente dello stato di gravidanza iniziato, pare, da poche settimane. La suora è stata sottoposta alle cure del caso e successiva trasferita in altra sede dal suo ordine».

La donna, 34 anni, era ospite di un convento a Militello Rosmarino, piccolo comune dei Nebrodi. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte dell’ordine religioso al quale appartiene, che ha preferito trasferire la suora a Palermo.

Gli stessi ambienti ecclesiastici fanno sapere che la donna, dopo aver partorito, potrà scegliere di abbandonare l’ordine e fare la mamma a tempo pieno.

«C’è il rammarico per quanto avvenuto. Sono cose che dispiacciono. La nostra comunità di 1.200 abitanti è sconcertata. La situazione è stata gestita male e non in modo riservato come si doveva», ha detto all’Adnkronos Salvatore Riotta, il sindaco di Militello Rosmarino, nel messinese.

Il primo cittadino ha, poi, raccontato di conoscere bene la suora che «meno di un anno fa ha preso i voti e si fa da sempre volere bene da tutti». «Il collegio Bambin Gesù è un istituto molto serio. Nel tempo — conclude — è sempre stata la realtà più positiva del paese. Nel collegio si occupano anche di famiglie indigenti e bambini in difficoltà. Anche per questo siamo delusi per l’accaduto e per come sia stata gestita la notizia ma il buon dell’Istituto non va discusso».

Un episodio analogo ha sorpreso la comunità di un comune del Ragusano dove un’altra suora, originaria del Madagascar e responsabile di un servizio di assistenza per anziani, ha anche lei scoperto di aspettare un bambino. La notizia risale a circa un mese fa. La donna fungeva anche da madre superiora e ha lasciato l’istituto di cui era ospite facendo ritorno nel suo paese d’origine.

 

Santoro Mangeruca

Il terzo gemello a metà strada tra etica, genetica e mistero

Un thriller tra scienza ed etica. Voto UvM: 4/5

 

 

 

Il terzo gemello è un’opera dello scrittore britannico Ken Follet pubblicata nel 1996.

L’autore ci propone un accattivante thriller che affascinerà il lettore già dalle prime pagine.

La trama ha come ambientazione Baltimora in cui si presenta sulla scena una giovane e brillante ricercatrice universitaria, Jeannie Ferrami, alle prese con un ambizioso esperimento che si occupa di esaminare gemelli monozigoti separati per caso dalla nascita e cresciuti in contesti sociali ed educativi totalmente diversi.

Attraverso l’esame di questi gemelli, la nostra protagonista scoprirà se il carattere, l’indole o ancor di più la personalità di un individuo possano dipendere esclusivamente da fattori genetici oppure da fattori esterni al soggetto quali l’educazione impartita e il contesto familiare e sociale in cui ha vissuto.

Qualora convivessero questi due fattori, Jeannie dovrà capire in che misura possano essere determinanti oppure quale dei due potrà essere prevalente. Siamo esclusivamente ciò che viene codificato dal nostro Dna o siamo anche il risultato di quello che è il “nostro vissuto”?

 

Per riuscire a portare avanti la propria ricerca Jeannie si imbatte in una matassa da districare, un intrigo “all’americana” che vede come al solito coinvolta la Cia, il Pentagono, gli apparati militari e la tanto agognata corsa alla Casa Bianca.

L’arco temporale della vicenda si dilata in una settimana. Il racconto è lineare: non sono presenti flashback o ring composition; lo stile è scorrevole con una terminologia intellegibile anche quando lo scrittore si cala nel lessico di settore.

L'autore, Ken Follet
L ‘ autore Ken Follet, Wikipedia.org

 

Ken Follet propone al lettore un thriller a sfondo scientifico; non possono non fare da perno alla vicenda esperimenti di ingegneria genetica e il frequente ricorso alle biotecnologie. Fino a che punto sarà possibile utilizzare questi ingegni che il progresso ci ha fatto conoscere? Ed è qui che entra in gioco l’etica.

Dunque genetica, scienza, etica e mistero diventano grazie a Ken Follet “cornice di un quadro” che il lettore non potrà fare assolutamente a meno di ammirare.

                                                                                                                                                                                   Ilenia Rocca

Traffico di stupefacenti tra Calabria, Messina, Emilia e Abruzzo

Sono state richieste 10 condanne dalla procura di Messina per un totale di 118 anni di reclusione e una assoluzione nel processo abbreviato dell’operazione antidroga, condotta dalla Guardia di Finanza lo scorso aprile: l’operazione “sfizio”. 

Il PM, pubblico ministero Massara, ha proposto al gup, giudice dell’udienza preliminare Tiziana Leanza, pene dai 20 fino ai 3 anni e mezzo di reclusione. Associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacente con episodi di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, le accuse contestate a vario titolo.

Indagini della Guardia di finanza, iniziate con appostamenti nei pressi di un locale del centro, hanno permesso di scoprire il traffico e lo spaccio di droga, in particolare marijuana, che partica da Calabria, Abruzzo e anche Emilia Romagna.

Il gruppo sembrerebbe stato gestito da una famiglia, padre e figli; tramite dei corrieri la droga arrivava a Messina per la distribuzione.

Alberto Cavarra

Museo regionale di Messina, “biglietto sospeso” per i più disagiati

 

Nuovo progetto promosso dal Museo regionale di Messina, che da la possibilità anche alle persone meno fortunate di poter ammirare le opere presenti al suo interno.

Un “biglietto sospeso”, pagato in anticipo da chiunque voglia sostenere questa iniziativa.

Le persone che potranno godere della generosità di chi vorrà offrire un biglietto, verranno scelte da associazioni di volontariato dalla Caritas e dai centri di assistenza sociale.

La novità è stata presentata dal direttore del Museo regionale, Orazio Micali, ed inserita nel nuovo programma triennale per la gestione, fruizione e valorizzazione del museo.

 

 

«Un gesto di solidarietà a beneficio di un visitatore sconosciuto, persona alla quale le condizioni di vita non consentono di poter vivere l’esperienza del museo per ragioni principalmente economiche, ma anche sociali e culturali.»

 

 

 

Benedetta Sisinni

 

Borsa di Studio EF da 10.000 Euro

Hai sempre voluto studiare all’estero, fare nuove esperienze lavorative e culturali? Con la Borsa di Studio EF dal valore di 10.000 euro, adesso puoi!

Cos’è EF Education Italia?

EF Education First è un’organizzazione leader nel mondo delle vacanze studio all’estero, che dal 1965 offre l’opportunità di scoprire nuove culture, di perfezionare competenze linguistiche e di svolgere un’esperienza in ambito lavorativo.

Borsa di studio – cosa include

La Borsa di Studio EF comprende:

  • Un corso di inglese di 4 settimane
  • Un programma di stage di 4 settimane
  • Volo per la destinazione EF scelta
  • Alloggio presso una locale famiglia ospitante o presso un Campus EF
  • Mezza pensione o pensione completa in base alla destinazione scelta

Destinazioni

Le destinazioni EF sono in tutto il mondo: Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Malta, Canada, Costa Rica, Francia, Spagna, Messico, Portogallo, Germania, Irlanda, Giappone, Cina, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, Russia.

Chi ha diritto alla Borsa di Studio EF?

Questa borsa di studio è rivolta a tutti gli studenti italiani attualmente iscritti ad un corso di laurea in una università in Italia.

Come candidarsi

Per partecipare è necessario inviare un saggio di max 800 parole che risponda alle tre domande seguenti:

  1. Perché hai scelto il tuo attuale corso di laurea?
  2. Perché reputi di essere la persona più adatta a ottenere la Borsa di Studio EF?
  3. In che modo la Borsa di Studio EF offrirà benefici ai tuoi studi e alla tua carriera?

Il saggio DEVE ESSERE INVIATO entro e non oltre il 31 marzo 2020.

 

-> Invia la tua candidatura qui: https://efeducation.wufoo.com/forms/z1hc39et0hynwob/?_ga=2.226006867.817828268.1572297952-654318859.1572297952

 

Jessica Cardullo

Emigrazione giovanile: l’orfanotrofio messinese

Forse fino ad ora non abbiamo avuto neanche la percezione della gravità del problema, […] l’importante è non lasciarsi prendere dalla sfiducia e dalla convinzione che questa città è ormai irredimibile e l’unica soluzione è andare via.

Questo il commento del Prorettore Vicario Prof. Giovanni Moschella sulla Gazzetta del Sud, dopo aver letto che la Sicilia presenta la più alta incidenza in Italia (38%) di NEET, cioè soggetti non impegnati nello studio, né nel lavoro né nella formazione. 

Si sente spessissimo, in TV e sui giornali, argomentare sullo spopolamento del Mezzogiorno italiano, ed è da Garibaldi che si parla di questione meridionale (oramai più lunga di Beautiful). Purtroppo a volte l’eccesso di dati, notizie ed opinioni non fa altro che confondere il fruitore dell’informazione, finendo così per rendere il cittadino disinformato. Cerchiamo di identificare le cifre che meglio descrivono il fenomeno, qui sulle sponde della città dello Stretto:

  • Nel 2010 la popolazione messinese si attestava sulle 247 mila unità, ad oggi i residenti sono 231 228 (perdiamo 1600 residenti all’anno). Se non cambierà nulla, secondo le previsioni, nel 2030 saremo 221 mila
  • Nel 2018 sono morte 891 persone in più di quante ne sono nate
  • Ad oggi 1 messinese su 4 è disoccupato
  • Nel 2018 nell’intera provincia di Messina la disoccupazione giovanile (15-24 anni) era al 60%; quinta provincia d’Italia
  • Sempre l’anno scorso l’età media dei messinesi è stata 44,8 anni, con ¼ della popolazione sopra i 65 anni
  • Dal 2008 al 2017 sono emigrati ben 4 mila giovani tra i 18-30 anni

Insomma, siamo di fronte ad una catastrofe. Questi dati fotografano una città anziana, stantia e manchevole, dove quei giovani che non vanno in quiescenza da NEET finiscono per emigrare verso nord o verso l’estero. Abbiamo già perso la spina dorsale della città del domani, sopratutto se consideriamo che quei 4 mila tra i 18-30 anni diventano più di 5 mila se ci si sposta sulla fascia 26-35 anni.

Fonte: turismo.it

La stampa locale non è rimasta in silenzio e da anni denuncia la realtà in cui verte la città. Dapprima la preoccupazione di D’Amico sulla GdS, poi Caspanello su LetteraEmme che non manca di definire Messina “Una città che premia la mediocrità e mortifica il merito, una città in cui le frequentazioni sono più importanti del curriculum e il cognome che porti determinerà il tuo ruolo nella società”.

Le istituzioni, le associazioni ed i sindacati più che rispondere, hanno commentato l’evoluzione della vicenda nella maggior parte dei casi, seppur con delle dovute differenze. Il segretario generale della CGIL di Messina Giovanni Mastroeni  ha accolto così a settembre in città Maurizio Landini, segretario generale della CGIL: “La situazione è drammatica, bisogna ripristinare le condizioni minime di fiducia e di speranza perché si possa immaginare ancora un futuro per Messina sulle rive dello Stretto. Se non si ferma questa emorragia demografica, se le migliori intelligenze vanno a cercare fortuna altrove se non si crea un minimo di sviluppo e nuovo lavoro la città e il nostro territorio soffocheranno”.

Fonte: gazzettadelsud.it

L’UniMe intanto non è rimasta a guardare ed ha adottato una serie di misure atte ad incentivare i giovani ad iscriversi nell’ateneo messinese. Studiare ed arricchire il proprio bagaglio permette di trovare (a volte crearsi) un’occupazione, ma purtroppo ai nostri giovani è stato tolto slancio necessario. Così lo sforzo dell’Università di Messina, volto ad eliminare questo disagio, si è concretizzato in misure come la No tax area, ampliata nel nostro ateneo fino alla soglia dei 23 mila euro; le borse di studio e contributi affitto per tutti gli studenti fuori sede; insieme alle convenzioni con le varie società di trasporti.

Ma dove sono le risposte delle altre istituzioni necessarie alla resa appetibile di questa città? Cosa si sta facendo a Messina per creare posti di occupazione?
Qualcuno addirittura dice che a Messina il lavoro c’è ma i giovani non hanno volontà. Magari prima andrebbe definito il concetto di “lavoro” in questa città, a mio parere egregiamente fotografato dal giovane rapper messinese Sciack, che nel suo brano in dialetto “Mah” dice:

Giocunu cu bisognu di cristiani
Du euru l’ura, dudici uri ‘o jonnu
Poi misi in regola p’ tri se vonnu
“N’ videmu dumani?” “se…” se tonnu 

Intanto, in mezzo a tutto questo parlare, le persone vanno via ogni giorno da questo posto, e non mancano di comunicare il loro rammarico tramite le varie testate locali. C’è Miriana su Tempostretto che dice “a Messina manca la civiltà”, c’è Roberta a cui UniVersoMe ha dato spazio prima di tantissimi altri giornali per pubblicare la sua bellissima lettera “Cara Sicilia, sei riuscita a farne scappare via un altro”. Di fatti, da Messina sono andati via così tanti giovani, che da anni esiste una associazione che li rappresenta e ragiona sulle soluzioni che potrebbero riscattare la città che tanto gli manca: i ragazzi di FuoridiME.

Lo spopolamento della città è la principale emergenza che Messina dovrà affrontare nei prossimi anni. I dati del 2018,-commenta Roberto Saglimbeni dell’associazione FuoridiME- in attesa del report Svimez 2019, evidenziano ciò che tutti noi viviamo sulla nostra pelle: Messina è diventata una città “stagionale”, legata al rientro e alla partenza di tutti i suoi figli emigrati altrove. Le conseguenze si riverberano su tutti: l’economia ne risente, le iniziative di chi resta ne risultano penalizzate. Più in generale, Messina appare depressa dall’emorragia cronica che la affligge, privata costantemente di energie, mezzi e persone che le servirebbero per risalire. La situazione è complessa e necessita dell’apporto di tutte le componenti sociali. Creare le condizioni lavorative e culturali perché Messina sia davvero un’alternativa alle più quotate opzioni “fuorisede” e, al contempo, valorizzare chi, da fuori, mantiene il proprio interesse per la città, favorendone il rientro: quest’agenda dovrebbe essere posta in cima ai programmi politici locali.  In mancanza di sensibili inversioni di rotta, la situazione potrà solo peggiorare. D’altronde, lo spopolamento colpisce l’intera area geografica meridionale, nella quale Messina, peraltro, non si distingue per imprenditorialità, innovazione, capacità di attrarre capitali e risorse.

Fonte: letteraemme.it

In tutto questo c’è chi è insorto come chi ha aderito alla manifestazione “Si resti arrinesci”. L’iniziativa ha già ricevuto il sostegno di molte istituzioni locali, ha già coinvolto molti studenti universitari e delle scuole superiori, docenti, associazioni di volontariato e promozione sociale e si pone l’obiettivo di fermare l’emigrazione giovanile in maniera subitanea, mettendo al centro del dibattito pubblico il tema del diritto a vivere nella propria terra.

Fonte: gazzettadelsud.it

Io ho 26 anni, sono sempre stato un ragazzo socievole ed ho avuto la fortuna di incontrare degli amici fantastici lungo il mio percorso. Con alcuni siamo cresciuti insieme e non so come avrei fatto diversamente. Messina ci è sempre stata un po’ ostile, un po’ troppo stretta, ci ha sempre fatto intuire che qui eravamo orfani di un futuro. Ci siamo fatti forza l’un l’altro come una famiglia, come i bambini che stanno negli orfanotrofi. Ci sentivamo figli di un gene marcio, pecore di un pascolo abbandonato, ma c’eravamo l’uno per l’altro. Ora sono rimasto solo io qui, gli altri bambini sono andati tutti via, adottati da un altro futuro, completamente diverso da quello che ci eravamo immaginati. Io oggi, nel picco della mia giovinezza, mi sento così, come l’ultimo dei bambini nell’orfanotrofio.

Giovanni Paolo II disse: “Il futuro inizia oggi, non domani”; speriamo si sbagliasse.

Alessio Gugliotta