Messina: c’è bisogno del tram la domenica

 

Libertasicilia.it

 

“Quando riavranno i cittadini nuovamente il tram la domenica?”.

Questo l’importante interrogativo su cui il consigliere comunale Libero Gioveni si è soffermato con una nota rivolta all’ATM.

Quando si potrà restituire ai cittadini messinesi la possibilità di usufruire nuovamente del tram anche la domenica?

Il servizio doveva essere attivato già dal primo dicembre, ma l’ATM (Azienda Trasporti Messina) non è riuscita a rendere tale servizio effettivo.

L’utilizzo del tram secondo il consigliere comunale sarebbe fondamentale soprattutto in questo periodo di festività in modo tale da evitare un sovraffollamento di auto in zona centro, evitare l’affollamento di mezzi privati per le strade di Messina deve essere però coadiuvato da una fitta presenza di mezzi pubblici su cui i cittadini possano fare affidamento.

Piero Inferrera

Dopo la bufera sulle frasi della dirigente, gli studenti occupano il Seguenza

 

Dopo il bombardamento mediatico sulle frasi della preside del liceo scientifico Seguenza, Lilia Leonardi, gli studenti hanno ieri occupato l’istituto.

Benché le controversie in merito, e le successive scuse ufficiali della dirigente in un video, dove spiega le sue preoccupazioni circa i fondi per la scuola e le sue positive esperienze professionali anche in scuole di montagna, sembra che gli studenti pretendano altre scuse.

Forse, a loro modo di vedere, più autentiche e meno dettate dalla pressione che i media hanno per ora esercitato sulla vicenda.

 

Tempostretto.it

 

Questo è quanto detto dalla Leonardi nel video da lei registrato dopo le polemiche: “Non era assolutamente mia intenzione offendere nessuno. Io per prima sto male per tutto ciò e per l’immagine che la gente si è fatta di me” – e prosegue, dopo aver sottolineato il rispetto che porta verso tutte le condizioni socioeconomiche delle famiglie e degli altri istituti – “Mi dispiace, quindi, di non essere riuscita a far passare il pensiero che in realtà volevo esprimere. Infatti, sono sempre preoccupata di non trovare i soldi per far funzionare la scuola, che necessita sempre di continui interventi che la Provincia non garantisce più da tempo. Ecco perché nel momento dell’iscrizione sono costretta a chiedere alle famiglie il contributo di 50 euro“.

Le parole della dirigente sembra, però, non siano bastate.

Ciò che si chiede, oltre ad altre questioni discusse durante l’assemblea d’istituto dei giorni scorsi, è, in conformità all’origine del fatto, un bilancio trasparente per conoscere come i soldi dei contributi volontari, sollecitati dalla preside, vengano spesi.

 

Antonino Giannetto

 

 

 

 

Luci ed ombre di Piazza Cairoli: chiusura pista di ghiaccio e nuova fontana

 

Quest’anno l’atmosfera natalizia si è fatta sentire più del solito, nessuno osa negarlo.

Le iniziative e gli addobbi sono stati ben pensati, in un itinerario di programmi e progetti.

Una testimonianza è il cartellone degli eventi natalizi cittadini, consultabile qui sul sito del comune e riportato da varie testate locali.

Non sono mancati però gli intoppi.

Con ancora aperta la questione del Giardino delle luci di Piazza Cairoli, un altro inconveniente è già dietro l’angolo.

Stiamo parlando della famosa pista di ghiaccio, sita nella piazza del centro.

Ieri la polizia municipale ha potuto constatare l’assenza di licenza per l’attrazione, la quale è stata subito chiusa. La pista infatti sembrava essere già in “funzione” pur non avendo concluso l’iter di autorizzazione di due fasi: a mancare era infatti l’autorizzazione da parte della questura.

L’attrazione era stata inaugurata il 5 dicembre.

Gazzettadelsud.it

 

D’altra parte però la piazza incassa il colpo e torna con una novità: la riattivazione della famosa fontana. Inaugurata sabato sera risulta essere frutto della professionalità di AMAM.

Gazzettadelsud.it

 

Giochi d’acqua unici, resi possibili da un nuovo sistema di luci, questa fontana è stata definita dal sindaco un “capolavoro”. Questi, infatti, ha ribadito il suo impegno contro chi proverà a danneggiare l’attrazione.

 

Angela Cucinotta

Anche per i piccoli pazienti del Papardo è arrivato il Natale

Strettoweb.com

 

L’ospedale Papardo, con l’aiuto di enti e associazioni, ha organizzato una serie di eventi per rallegrare il Natale dei pazienti più piccoli.

Il Direttore Generale Mario Paino ha rilasciato delle dichiarazione dicendo di essere orgoglioso della collaborazione con associazioni che prestano un aiuto costante. Durante il Natale, infatti, è opportuno dare il massimo per stare vicini a questi bambini, in modo da rendergli le feste meno sofferenti.

Il 14 dicembre nel reparto di pediatria saranno ospitati gli zampognari e Babbo Natale. Alle ore 12 seguirà la visita della parrocchia di San Nicolò di Bari di Ganzirri con Padre Antonello Gangemi, insieme ai ragazzi del gruppo Samuele, guidati da catechisti che porteranno un dono di ispirazione natalizia, che resterà al reparto di pediatria.

Il 16 dicembre, grazie all’Associazione Donatori di Midollo Osseo (ADMO), i maestri zampognari passeranno dalle ore 10:00 in poi nei reparti di oncologia e pediatria, mentre mercoledì alle 18:00 ci sarà un’iniziativa solidale promossa dal Dipartimento Materno Infantile dell’A.O. Papardo “Un sorriso…oltre la sofferenza“.

Il 19 dicembre si terrà invece una preghiera attorno al presepe dell’ambulatorio oncologico con il cappellano dell’ospedale Papardo, Padre Francesco.

Infine il 21 dicembre alle ore 10:30 in pediatria ci saranno i volontari del NOE. L’associazione di protezione civile e assistenza alla popolazione donerà, infatti, dei giocattoli ai bambini.

 

Piero Cento

I rappresentanti del Seguenza ai microfoni di UniVersoMe

Scuole, istruzione e malcontento generale: questa secchiata d’acqua ha trovato un terreno secco che l’ha assorbita subito.

Gli elementi principali di questa vicenda sono: una preside che, vessata dalle continue riforme scolastiche, si ritrova a dover fronteggiare situazioni economiche spiacevoli; una comunità studentesca figlia di questa generazione emotivamente e socialmente sfortunata; delle frasi esasperate dalla frustrazione e, forse, dalla stanchezza.

La prof.ssa Leonardi ha avuto la possibilità di replicare, chiarire la propria opinione. Noi in quanto studenti abbiamo pensato agli studenti: cosa hanno provato? Come vivono ogni giorno la loro condizione di studente liceale del 2020?

Sembra una frase tanto futuristica, eppure eccoci qua. Dopo l’assemblea convocata stamattina davanti al Municipio, ci siamo fermati con i rappresentanti di istituto Giorgia, 18 anni, Matteo, 18, e con Hermès, 20, studente attivo da diversi anni nell’ambito della politica studentesca.

Matteo e Giorgia durante una manifestazione – 2019

Da cosa scaturisce tutto?

Giorgia: noi da tempo nutriamo un malcontento nei confronti non soltanto della preside, ma delle Istituzioni in generale, perché ci ritroviamo in una scuola che non ha fondi, che non è curata e che quindi non funziona. Non abbiamo i servizi e, nonostante tutto ciò, ci ritroviamo a pagare una quota sostanziosa, 75€ annui, per accedere ai viaggi di istruzione, ma semplicemente anche ai corsi. Se un ragazzo è bravo in matematica, ad esempio, e vuole fare un corso di potenziamento, non può se non paga i 75€. Sappiamo benissimo che, anche la nostra Costituzione lo dice, il ragazzo valido deve continuare a studiare, deve specializzarsi, anche se non ha possibilità economiche.

Matteo: non solo questo. Abbiamo una piattaforma che consente agli studenti di accedere ai vari progetti, che possono dare o non dare crediti. I ragazzi del triennio si trovano obbligati a pagare questa quota per riuscire ad accedere ad un qualunque tipo di progetto che può dare crediti, che serviranno poi per l’esame di maturità.

Giorgia: noi ci siamo ritrovati in questa situazione perché questo malcontento è sfociato in una serie di “rivolte” e anche in un’assemblea autoconvocata, per avere un diretto confronto con la preside. Inizialmente ci ha accolti il vicepreside Prestipino, successivamente è arrivata lei. Da una settimana nutrivamo questo malcontento.

Dunque vi siete ritrovati in una condizione che non potevate più sopportare. Hermès, tu eri presente quando la dirigente ha fatto il suo discorso? Come ti sei sentito?

Sì, in quel momento il discorso mi ha toccato, nonostante io non sia figlio di un contadino, e ho pensato che sicuramente chi viene etichettato come “figlio di contadino” possa comunque risentirne, possa non essere d’accordo con questo giudizio. La preside sicuramente, come lei stessa ha detto, avrà avuto un momento di “defiance”, chiamiamola così. Forse non era nemmeno questo ciò che voleva dire; ciò non toglie che ha scatenato una bufera su sé stessa.

Matteo, avete avuto un confronto diretto con la Preside di recente?

Dopo le varie forme di protesta che abbiamo attuato, solo Giorgia ha avuto rapporti con la Preside. Per il resto noi non siamo stati né ricevuti, né convocati; non abbiamo avuto modo di parlarle. 

Cosa pensate che accadrà adesso?

Giorgia: ora come ora sinceramente non abbiamo intenzione di fermarci, è stata una settimana lunga con una serie di proteste che non possono finire così. Sicuramente non ci fermeremo, o meglio, non ci fermeremo fino a quando non avremo delle risposte. Esigiamo delle scuse perché non solo molte persone ci sono rimaste male, ma è stato anche un attacco a delle scuole che realmente meritano. Penso che un Nautico, una Verona Trento o un qualsiasi Istituto Tecnico siano assolutamente rispettabili e che i rappresentati di quelle scuole siano uguali a noi. Per questo noi non abbiamo concepito questa cosa come positiva, anzi come estremamente negativa: vogliamo delle scuse e, fino a quando non ce le darà, continueremo secondo i nostri ideali.

Sit-in degli studenti del Seguenza presso Piazza Unione Europea, Messina 2019

Avete visto nell’atteggiamento della dirigente prepotenza, come se fosse quasi un bullo?

Giorgia: ho visto ieri la preside perché mi ha chiamata esplicitamente per un’intervista. L’ho vista non solo molto tesa, ma anche come una specie di muro, come se non volesse realmente far capire alle persone il suo stato d’animo attuale. Potrei anche sbagliarmi, ma ho avuto questa sensazione. Bullo? Credo di no, lei è una persona rispettabilissima e tutti possono sbagliare. La bravura sta nel far pesare questo errore il meno possibile, semplicemente chiedendo scusa, in modo tale da chiarirci su questo punto.

Secondo voi la dirigente si riferiva alla condizione economica o culturale delle famiglie di contadini?

Giorgia: sicuramente alla condizione economica.

Secondo voi la conoscenza della lingua italiana prescinde dall’avere scelto un percorso scolastico liceale piuttosto che professionale?

Giorgia: assolutamente sì, la lingua italiana è alla base di tutto, indipendentemente dalla scelta del percorso scolastico.

Insomma, certamente è stata una battuta infelice.

Hermés: più che altro il suo è stato un ragionamento, secondo me. 

Giorgia: ha cercato di tirare fuori l’orgoglio dei ragazzi, ma non è andata così evidentemente.

Hermés: Quello che a noi ha fatto intendere è che se vieni al Seguenza sei benestante, devi pagare questa quota perché sei benestante, senza nessuna distinzione. Per questo è accusata di classismo. Nonostante l’intera società stia dimostrando i suoi torti, la preside sta dimostrando di peccare di presunzione in questa situazione.

Matteo: Penso – e credo di parlare a nome di tutti noi studenti [del Seguenza n.d.r.] – che sentiamo di non avere nulla in più di qualsiasi altro studente di qualunque liceo, che sia un Professionale o di altro tipo.

 

Sebbene il pessimismo e la politica dell’odio abbiano -speriamo in un “abbiano avuto”- la meglio negli ultimi anni, influenzando notevolmente gli adolescenti che ora più che mai nella loro vita affrontano un vortice di emozioni, turbamenti, ansie e paure, ma continuano a credere e lottare per i loro diritti, a volte calpestati come il diritto di gratuità dell’istruzione, non dimentichiamoci l’art.33 della nostra Carta Costituzionale.

Per quanto le affermazioni siano state fuori luogo, inappropriate, e senza scuse, che abbiano colpito personalmente studenti, ex studenti, docenti e colleghi della stessa dirigente, ciò non toglie che l’ingranaggio in cui lei lavora si è inceppato per la necessità di rastrellare fondi che obiettivamente non tutti i fruitori finali possono permettersi o vogliono corrispondere. L’innesco è stato attivato, non nel migliore dei modi, ma adesso che la situazione è questa: è giusto che una scuola pubblica, costituzionalmente gratuita, debba chiedere denaro anche sotto forma “volontaria” per svolgere attività didattica?

Questo è il frutto distorto dell’autonomia scolastica, da una decina di anni a questa parte, che arranca con il “volontario” aiuto dei genitori. Per quanto ancora si dovrà sostenere questa precarietà?

 

 

Giulia Greco, Emanuele Chiara

La dirigente Leonardi ai microfoni di TCF

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Arrestati a Barcellona Pozzo di Gotto per un omicidio avvenuto nel 1999

 

Gds.it

 

In manette due uomini appartenenti alla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, per l’assassinio di Carmelo Martino Rizzo, ucciso a 28 anni in una piazzola di sosta sulla Salerno-Reggio Calabria.

Le indagini sono state coordinate dalla Dda potentina.

Indagini che hanno permesso di comprendere quale fosse il movente; gli inquirenti pensano dunque che fosse stato un omicidio mirato a punire la vittima per un furto commesso, secondo i mandanti, di un escavatore appartenente ad una ditta sotto la loro “protezione”.

 

In conclusioni gli arrestati dalla squadra mobile di potenza sono Basilio Condipodero, 45 anni ritenuto l’esecutore materiale del delitto, in concorso con Stefano Genovese, 45enne, già condannato dalla Corte d’assise di Potenza, tuttora detenuto, e Giovanni Rao, probabilmente il mandante del delitto.

 

Alberto Cavarra

Messina, due catanesi in trasferta sorpresi a rubare motorini

 

Strettoweb.com

 

Due catanesi sono stati arrestati a Messina dai carabinieri per aver rubato dei motorini nei cortili degli appartamenti.

Lo ha stabilito il Gip del tribunale di Messina che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare nei confronti del 27enne V.G.A. e del 28enne R.G., entrambi catanesi.

Il provvedimento restrittivo trae origine dagli esiti di un’indagine sviluppata dai carabinieri delle stazioni di Villafranca Tirrena e di Rometta Marea a seguito di una serie di furti perpetrati, la scorsa estate, in quei comuni.

Gli elementi raccolti dai militari dell’arma e la comparazione delle immagini dei vari sistemi di videosorveglianza analizzati dai carabinieri hanno permesso di individuare i due arrestati quali responsabili di ben sei furti di motocicli asportati all’interno dei cortili di altrettante abitazioni e di ricostruire anche il modus operandi dei malfattori.

I due ladri si erano introdotti nei cortili e nelle pertinenze delle abitazioni delle vittime in orario notturno, mentre i proprietari dei mezzi dormivano e scardinavano i cancelli per trasportare, spingendoli a mano, i motocicli ai quali veniva anche forzato il bloccasterzo, caricandoli all’interno di un furgone.

Si allontanavano poi dal luogo rientrando nel catanese dove i mezzi venivano smontati e rivenduti.

Le indagini hanno permesso di accertare che i veicoli utilizzati, un furgone e un’auto di piccola cilindrata, venivano noleggiati a Catania da uno dei due arrestati e utilizzati per perpetrare i furti nel messinese.

I due arrestati erano dediti a rubare motorini in maniera sistematica con allarmante professionalità delinquenziale. Al termine delle formalità di rito gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere di Catania piazza Lanza dove resteranno a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

 

Santoro Mangeruca

Topi e blatte, totale assenza di igiene negli uffici Inail: è emergenza anche a Messina

Messinatoday.it

 

La Uilpa Sicilia denuncia: “Lavoratori esposti al rischio”.

Totale assenza di pulizia e igiene in alcune strutture dell’INAIL in Sicilia.

Lo denuncia il segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Sicilia Alfonso Farruggia, con particolare riferimento alle sedi di Catania, Siracusa, Agrigento, Caltanissetta, Messina e Palermo Titone dove topi , blatte e piccioni negli uffici rendono difficile la vita dei dipendenti durante le ore di lavoro.

Abbiamo ricevuto – spiega l’esponente sindacale – diverse segnalazioni da parte del personale, alle prese con insostenibili carenze in termini di decoro, vivibilità e salubrità degli ambienti. Si tratta di una vera e propria emergenza, che assume caratteri paradossali poiché si verifica in un Istituto che, per definizione, rappresenta la sicurezza“.

Secondo il segretario, infatti, ai disagi legati alle carenze igienico – sanitarie, si aggiungerebbero altre criticità relative alla manutenzione inesistente degli impianti di climatizzazione ormai vetusti o guasti e agli impianti elettrici non a norma, un elemento di estrema pericolosità.

L’Istituto – denuncia Farruggia insieme a Leyla Montagnino, alla guida del coordinamento Uilpa Inail Sicilia – chiede sicurezza alle aziende e le sostiene economicamente nella realizzazione di interventi mirati al miglioramento delle condizioni di salute negli ambienti di lavoro: è paradossale che non riesca a garantirla ai propri dipendenti né tantomeno all’utenza che quotidianamente si reca presso gli uffici”.

Ecco perché la Uilpa “ritiene necessario attuare un’inversione di tendenza nell’affrontare i problemi di natura logistica e i disagi legati al degrado e all’insalubrità: occorre intervenire sulle strutture ormai vetuste che richiedono drastiche ristrutturazioni”.

In assenza di “risposte rapide” il sindacato è pronto a “iniziative di protesta, senza escludere eventuali denunce presso gli organi competenti preposti al controllo“.

Antonio Gullì

Può un uomo credere di essere morto?

“Dottore, dottore, sono morto!”. Potrebbe essere la scena di un film, invece è davvero possibile che un medico senta una tale frase pronunciata da un paziente. Si tratta della Sindrome di Cotard, conosciuta anche con il nome di “sindrome dell’uomo morto”.

La sindrome di Cotard è un raro disturbo caratterizzato dalla presenza del cosiddetto “delirio di negazione”.
Il soggetto affetto non percepisce più alcun tipo di stimolo emozionale e la sua coscienza spiega questo fenomeno convincendosi di non essere più in vita o di aver perso tutti gli organi interni preposti a tale scopo.

Si evidenziò per la prima volta il 28 giugno 1880, quando Jules Cotard presenta, alla Société Médico-Psychologique, una comunicazione che lo renderà celebre dal titolo “Du délire hypocondriaque dans une forme grave de mélancolie anxieuse” dove riporta il caso di una donna di 43 anni che sostiene di non avere cervello, nervi, torace, stomaco e intestino; tutto quello che le era rimasto erano la pelle e le ossa.

La malattia era iniziata due anni e mezzo prima quando la signora aveva manifestato una grande spossatezza e ansia affermando di sentirsi come un’anima persa. Riteneva, a causa dello stato del suo corpo, di non doversi nutrire, di non potere più morire di morte naturale pensando che l’unico mezzo per porre fine ai suoi giorni fosse quello di essere bruciata viva.

Cotard affermò di avere descritto una nuova varietà clinica di melanconia ansiosa grave le cui caratteristiche sono costituite da:

  • melanconia ansiosa
  • idee di dannazione o possessione
  • tendenza al suicidio e alle automutilazioni
  • analgesia
  • delirio ipocondriaco di non-esistenza o di devastazione di alcuni organi o del corpo intero
  • delirio di immortalità

Al giorno d’oggi sono pochi i casi descritti.

Uno studio condotto presso l’ U.O. di Neurologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Pisa, espone la condizione di un paziente con sospetta sindrome di Cotard.

Riguarda un uomo, EC di 82 anni, senza alcuna storia familiare di disturbi psichiatrici che vive in famiglia. Operoso e partecipe a tutte le attività familiari, il paziente è stato profondamente colpito dalla morte di una sorella verificatasi sei mesi prima di giungere all’osservazione dei medici. Due mesi dopo l’evento luttuoso il paziente ha iniziato a riferire vaghe rachialgie.

Progressivamente l’anziano era divenuto inquieto, preoccupato per il persistere della sintomatologia dolorosa, iporessico ed insonne, aveva abbandonato l’abitudine di fare lunghe passeggiate e si era rifiutato di recarsi al supermercato per le compere quotidiane, rispondendo faticosamente e con parole imprecise alle domande dei familiari.

Un mese prima della valutazione medica, gradualmente, EC aveva manifestato deficit di attenzione, di memorizzazione e di esecuzione di calcoli aritmetici. Nel contempo l’uomo era divenuto ansioso, perplesso, come spaventato, perseverante su previsioni di morte. Successivamente aveva avvertito che il suo corpo era cambiato. Infine si era rifiutato di nutrirsi ritenendosi morto.

Il paziente fu mandato in ambulatorio per i disturbi cognitivi nel sospetto di una sindrome demenziale a decorso sub-acuto. L’anamnesi orientava verso un quadro Cotardiano nell’ambito di una depressione maggiore con manifestazioni psicotiche.

Il paziente fu quindi trattato con farmaci antidepressivi e il quadro clinico ha mostrato una progressiva risoluzione sintomatologica dalla seconda settimana di terapia fino a remissione totale con reintegrazione nel ruolo familiare e nel contesto sociale del soggetto dopo circa quaranta giorni di trattamento farmacologico.

Ma vi sono basi neurobiologiche per spiegare la sindrome di Cotard?

Per quel che riguarda l’aspetto psicologico/neuropsicologico, alcuni studi hanno evidenziato nei pazienti con sindrome di Cotard una disposizione psicologica individuale definibile come stile attribuzionale introiettivo.

Numerosi studiosi infatti analizzarono l’assessment neuropsicologico di pazienti con la sindrome di Cotard ed evidenziarono che il profilo neuropsicologico, attraverso il test di riconoscimento di facce, non mostrava deficit a carico di funzioni cognitive quali le capacità di ragionamento, la memoria visuospaziale per i luoghi, la memoria di riconoscimento verbale, ma i deficit riguardavano il riconoscimento delle facce e le stime cognitive (funzioni esecutive).   

La perdita del significato emotivo di ogni esperienza sensoriale, determinerebbe il delirio di negazione, ovvero “Io sono morto”, quale unica spiegazione per la totale mancanza di emozioni. In particolare le anomalie percettive, soprattutto per i volti, causate dal deficit neurologico di elaborazione emotiva del riconoscimento visivo interagiscono con lo stile attribuzionale interno determinando un vissuto depressivo importante che, a sua volta, è alla base del delirio di negazione.

Anche la diagnostica per immagini ha contribuito nell’approfondire le conoscenze su tale patologia, soprattutto TC e RMN, così come la medicina nucleare: in alcuni pazienti attraverso la SPECT si evidenziò una riduzione di flusso cerebrale.

Solitamente, la sindrome di Cotard viene trattata con medicinali antidepressivi e antipsicotici, associati a delle sedute di psicoterapia. In questo percorso si tende, generalmente, a coinvolgere i familiari, in quanto il paziente potrebbe non riconoscere il proprio stato in piena autonomia.

Nonostante la sindrome di Cotard non sia riportata nel DSM (Manuale Diagnostico e Statistico delle malattie mentali), e nonostante sia associata ad altre patologie neuropsichiatriche, verosimilmente rappresenta una sindrome ben definita e ciò dovrebbe stimolare i ricercatori a studiarne ulteriormente i meccanismi fisiopatologici. 

Carlo Reina

Destino indeciso per il Giardino delle Luci a Piazza Cairoli: chiude e riapre nello stesso giorno

 

Strettoweb.com

 

Da un’annunciata chiusura ad un dietrofront improvviso; si sta dimostrando molto combattuta la presenza del Giardino Natalizio costruito a Piazza Cairoli.

Nella giornata di ieri dopo la chiusura e il conseguente danno paesagistico fatto alla Piazza di Messina, coprendo l’intera area natalizia con dei teloni, l’amministrazione comunale si è convinta ad accogliere le richieste di mantenimento dell’attività.

Nel tardo pomeriggio di ieri a Palazzo Zanca si è tenuto un incontro tra l’elite politica cittadina, tra cui, oltre al Sindaco De Luca, erano presenti anche gli assessori Scattareggia e Musolino a dialogare sulla faccenda con alcuni dei rappresentanti di Messinaincentro, associazione che si occupa di allestire le zone centrali di Messina nel periodo natalizio.

Durante questo confronto sono emerse problematiche relative al fatto di recintare l’intera area natalizia e far pagare un biglietto di accesso a quest’ultima, la decisione finale è stata di riaprire l’area allestita per Natale.

La decisione è stata comunicata attraverso un video su Facebook emesso dalla pagina ufficiale di Messinaincentro.

 

Piero Inferrera