L’amore al cinema: i 5(+1) film da non perdere a San Valentino

Rose rosse e cioccolatini? Pellicole sdolcinate e immancabili happy ending con fiori d’arancio?

Quando si tratta d’amore qualsiasi cineasta ha qualcosa da dire e il romanticismo in tutte le sue forme si insinua nelle trame più disparate … persino in un film horror!

Insomma, ce n’è di materiale per stilare una lista lunga 10 km, ma noi di Universome ci siamo calati nella difficile impresa di scegliere per voi solo 5 film che parlano d’amore anche in modo profondo e inaspettato.

1) One day (Lone Scherfig, 2011)

«Qualsiasi cosa accada domani, viviamo oggi… non lo dimenticare mai.»

Emma (Anne Hathaway) e Dexter ( Jim Sturgess)
Fonte: mymovies.it

Iniziamo con un film relativamente recente, ma che ormai può considerarsi un classico: One day vanta due protagonisti del calibro di Jim Sturgess e Anne Hathaway e non racconta una storia d’amore, ma quella di un incontro che si ripete nel tempo.

Emma e Dexter sono due giovani appena laureati che il 15 luglio del 1988 passano una notte indimenticabile insieme senza finire a letto. Le loro strade da qui si dividono – lei diventa una precisa insegnante e lui uno showman dalla vita sregolata – per incrociarsi però ogni 15 luglio. Diventeranno grandi amici o qualcos’altro era rimasto in sospeso?

 

2) William Shakespeare’s Romeo + Juliet (Baz Luhrmann, 1996)

 «Il mio unico amore spunta dal mio unico odio…»

Leonardo Di Caprio e Clare Danes nella celebre scena dell’incontro
Fonte: paroleacolori.com

Eros e thanatos, la passione fulminea che non lascia scampo, Cupido che si fa beffe mirando sul nemico: quella di Romeo e Giulietta, i due amanti uniti anche nella morte, è una storia che non stanca mai! Bellissima e piena di pathos questa rilettura di Luhrmann in chiave moderna che riporta quasi per intero i dialoghi shakespeariani e vi trasporta in un’improbabile Verona beach teatro di sparatorie da gangster movie. Notevoli gli sguardi di Leonardo Di Caprio e Claire Danes nella scena dell’incontro dietro l’acquario. E pensare che i due bravissimi attori nella realtà si odiavano!

3) Se mi lasci ti cancello (Michel Gondry, 2004)

«Almeno torna indietro e inventati un addio. Facciamo finta che ci sia stato.»

Clementine ( Kate Winslet) e Joel (Jim Carrey) in un “ricordo surreale”
Fonte: repubblica.it

Di un bel po’ d’anni fa, ma mai come ora attuale, Se mi lasci ti cancello è un film per niente banale. A partire dal titolo originale tradotto ingiustamente in Italia che in inglese è in realtà: Eternal Sunshine of the spotless mind (L’infinita letizia della mente candida). A metà strada tra film di fantascienza e melodramma, piena di poesia soprattutto nella scelta delle ambientazioni, ma mai sdolcinata, la pellicola racconta la storia di Clementine (Kate Winslet) e Joel (Jim Carrey) che si rivolgono alla scienza per cancellare dalla mente i ricordi di una relazione finita.

Perché vederlo? Forse perché Clementine e Joel sono un po’ come tutti noi che cerchiamo di dare finali diversi e non sappiamo lasciar fare alla vita, mettendo spesso a tacere la voce del cuore. Ma … chi avrà l’ultima parola?

 4) Notting Hill (Roger Michell, 1999)

   «E’ stato bello conoscerla. Surreale, ma bello!»

Anna ( Julia Roberts) e William ( Hugh Grant)
Fonte: cinematographe.it

Se siete invece per la leggerezza e preferite che a raccontarvi l’amore sia una commedia non perdetevi allora questo cult degli anni ’90. Il fascino tutto inglese di Hugh Grant nei panni di un timido e impacciato libraio di Londra e quello accattivante della Roberts nella parte di un’attrice americana di successo sono gli ingredienti principali di una favola moderna, in cui a far da contorno sono scenari pittoreschi del quartiere londinese, ma anche dialoghi divertenti e personaggi bizzarri. Insomma, se avete voglia di romanticismo condito da risate Notting Hill la sera di San Valentino è proprio quel che ci vuole!

5) Colazione da Tiffany (Blake Edwards, 1961)

Paul: «Io ti amo e tu mi appartieni!»

Holly: «Oh no! Nessuno appartiene a un altro.»

Holly ( Audrey Hepburn) e Paul ( George Peppard) in un negozio di New York
Fonte: culturaeculture.it

 

Sempre per gli amanti della commedia e per quelli che hanno voglia di rispolverare gli scaffali della storia del cinema, Colazione da Tiffany è sicuramente il must dei must. Il breve romanzo di Truman Capote si presta alla riscrittura cinematografica di Edwards che lo trasforma in una delle storie d’amore più belle ed esemplari di tutti i tempi: quella di Holly Golightly (un’indimenticabile Audrey Hepburn), eccentrica e ribelle e del suo vicino e  “amico”, l’introverso scrittore Paul Borjack (George Peppard).

A far da sottofondo le note della dolcissima Moon River: non potrete fare a meno di commuovervi!

5+1) Mine vaganti (Ferzan Ozpetek, 2010)

«Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre.»

Il bacio tra Tommaso (Riccardo Scamarcio) e Marco ( Carmine Recano)
Fonte: tumblr.png

Ultimo, ma non meno importante, Mine Vaganti non è un classico film d’amore, piuttosto un dramma corale. Allora perché ve lo proponiamo?

La vicenda di Tommaso ( Riccardo Scamarcio) e Antonio ( Alessandro Preziosi) , due fratelli gay che tentano di ribellarsi alla propria famiglia borghese è in realtà il pretesto per far raccontare al regista italo-turco tutti i tipi d’amore: quello omosessuale, quello non corrisposto, quello extraconiugale, quello irrealizzabile che però dura tutta la vita e, non ultimo, quello familiare.

Con questa rassegna, quindi, auguriamo buon San Valentino non solo ai fidanzati, ma a tutti gli amanti… anche del cinema!

              Angelica Rocca

Sanremo #Day5: come si è concluso il Festival?

Il #day5 inizia in modo frizzante. C’è chi se la prende comoda, chi salta fuori dal letto come una molla, chi il letto non lo tocca proprio.
Macchina fotografica? C’è.
Videocamera? C’è.
Microfono? C’è.
In marcia verso l’hotel che ha ospitato Alberto Urso durante la settimana del festival.

©CristinaGeraci – Intervista ad Alberto Urso, Sanremo 2020

Saltata la coda di fan impazzite, riusciamo ad entrare, ci sistemiamo e aspettiamo.  Il momento in cui il mio cervello ha detto “buongiorno mondo” è stato quando un paio di occhi azzurri e un sorriso stanco arrivano nella stanza esclamando: “Ciao ragazzuoli! Che piacere vedervi!”
Un volto conosciuto, visto in altre situazioni, che fino a poco tempo fa faceva le stesse cose che facevi tu. Una passeggiata sul viale, un calice di vino al solito posto , circondato dai soliti amici messinesi. E poco tempo dopo ritrovarlo a Sanremo, nei panni di cantante, e che cantante. Penso a tutto questo e mi si gonfia il petto di felicità, è una grande soddisfazione ritrovare volti conosciuti in occasioni del genere.  Iniziamo l’intervista, ridiamo, scattiamo due foto e lo lasciamo ai suoi impegni.

©CristinaGeraci – Diodato alla trasmissione “Italia Sì”, Sanremo 2020

La prossima tappa della giornata sarà passare da Casa SIAE per caricare il pc e sistemare un paio di contenuti. A farci da sottofondo è Diodato, intervistato a piazza Colombo.

Finisce la mattinata e decidiamo di tornare a casa, fare le valigie e riposare un po’.
Ci dirigiamo verso il centro e le strade sono affollate.
Direzione casa Sanremo per mangiare un boccone e subito dopo verso casa SIAE per guardare la tanto attesa finale.

Inizia il festival: sigla dell’Eurovision e ingresso di Amadeus in mezzo alla banda dell’Arma dei Carabinieri.
Via al televoto dopo l’apparizione dell’attrice Cristiana Capotondi.

Michele Zarrillo con “Nell’estasi o nel fango” è il primo ad esibirsi. Sempre elegantissima, Elodie entra in scena sul palco del teatro Ariston per interpretare la sua Andromeda, scritta da Mahmood.”Grazie per questa possibilità” le parole di Elodie nel ricevere i fiori da Amadeus.

Mara Venier si toglie le scarpe per scendere le scale e parla della puntata speciale di domani di Domenica In, proprio da Sanremo. Poi è la volta di Enrico Nigiotti con Baciami adesso.
Fiorello sul palco parla del successo del Festival e dell’affetto per Amadeus. Poi presenta il conduttore, che scende le scale dell’Ariston in versione bionda Maria De Filippi. Cantano insieme “Un mondo d’amore” di Gianni Morandi.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, Sanremo 2020

Si torna alla gara, Irene Grandi con Finalmente ioAlberto Urso con il suo Sole ad est e subito dopo è il turno di Diodato, “Fai rumore”. Entra in scena Sabrina Salerno per presentare il settimo cantante in gara: Marco Masini al pianoforte canta Il confronto.
Amadeus parla della gara delle Nuove Proposte di ieri sera con la vittoria di Leo Gassmann. Questa sera canterà sul palco del Teatro Ariston “per diventare ufficialmente uno dei Big del Festival”. Non in gara, ovviamente. Canta “Vai bene così“.

Tiziano Ferro, dopo un monologo sulla sua età e sulla maturità, canta “Alla mia età“, “Non me lo so spiegare”, “Ed ero contentissimo” e “Per dirti ciao”. Piero Pelù scuote il Teatro Ariston con la sua energicaGigante“.
Nono cantante in gara, Levante con TikiBomBom. Bellissima ed elegante come sempre. I Pinguini Tattici Nucleari sul palco del Festival di Sanremo con la loro Ringo Starr.
Arriva sul palco la regina Elisabetta, piena di perle, che canta “Me ne frego” e da anche un bacio al chitarrista.
“No Grazie”, è il momento di Junior Cally.

La gara procede. Dire spedita è troppo, ma procede. Raphael Gualazzi canta “Carioca“, che abbiamo rivalutato in maniera positiva.
È il momento di Tosca con “Ho amato tutto“. Francesco Gabbani sul palco con la sua “Viceversa“.
Rita Pavone e la sua “Niente (Resilienza 74)“. Poi è la volta de Le Vibrazioni con “Dov’è“.

Gara interrotta dall’ospite della serata: si esibisce Biagio Antonacci con il nuovo singolo “Ti saprò aspettare“. A seguire un medley con Iris, Quanto tempo ancora e Liberatemi.
Anastasio è il prossimo ad esibirsi con “Rosso di rabbia“. La gara procede con Riki e la sua “Lo sappiamo entrambi“.
Giordana Angi canta “Come mia madre“. “Voglio parlarti adesso“, è il momento di Paolo Jannacci. Elettra Lamborghini penultima con “Musica (E il resto scompare)“. Rancore, ultimo ad esibirsi con la sua “Eden“.

Siamo ufficialmente alla fine della gara. Dopo l’intervento di Fiorello è il momento della standing ovation per lui. Con abbraccio ad Amadeus. Ma non finisce qui perché Fiorello canta anche “Amore Fermati” di Fred Bongusto.

Dopo l’intervento dei vari ospiti della serata, arriviamo al momento tanto atteso: la classifica.

23) Riki

22) Junior Cally

21) Elettra Lamborghini

20) Giordana Angi

19) Enrico Nigiotti

18) Michele Zarrillo

17) Rita Pavone

16) Paolo Jannacci

15) Marco Masini

14) Alberto Urso

13) Anastasio

12) Levante

11) Raphael Gualazzi

10) Rancore

09) Irene Grandi

08) Achille Lauro

07) Elodie

06) Tosca

05) Piero Pelù

04) Le Vibrazioni

Terzo posto per i pinguini tattici nucleari.  Ancora un po’ di attesa; secondo posto per Francesco Gabbani.

Vince il festival Diodato, con la sua “Fai rumore”. Avevamo già detto che Diodato era riuscito a fare tanto rumore. È suo il 70 esimo festival di sanremo.

Contenti della classifica, un po’ amareggiati per il nostro Alberto,che speravamo si classificasse un po’ più in alto, ci spostiamo verso Casa Sanremo per festeggiare. Troviamo Leo Gassman esibirsi.

©CristinaGeraci – Afterparty Casa Sanremo, 2020

Poco dopo Inizia il dj set con la bellissima Ema Stoccolma, accompagnata dalla collega Andrea Delogu. Eleganti e impeccabili. La serata prosegue fino alle 6 di mattina, passiamo gli ultimi momenti insieme ai colleghi delle radio universitarie, agli amici di casa SIAE. Un ultimo saluto e poi a casa, a riposare un’ora.

Ora siamo in viaggio per tornare, e continuo a pensare a quello che il festival è riuscito a fare nell’arco di poco tempo: dalle ingiurie verso un poco chiaro Amadeus, che grazie all’aiuto del fidato Fiorello è riuscito a portare a casa un signor festival. Alle vallette e agli ospiti internazionali. Bugo e Morgan. Fiorello e l’autotune.  Il twerk di Elettra, i vestiti succinti.

Ma il festival di Sanremo, non si ferma solo a questo. Si aggiornano le playlist italiane, si conoscono nuovi artisti. In un modo o in un altro il festival tocca tutti noi.
Inoltre, più da vicino, è riuscito ad unire quattro di noi.
Quattro persone che apparentemente non condividono nulla se non lo stesso lavoro, buttati sul campo e costretti a unirsi per fare squadra.
Oggi ringrazio Federica, Damiano e Alessio per avermi tenuto compagnia, per esserci aiutati nei momenti complicati durante la giornata e per avermi lasciato un bellissimo ricordo del festival.
Li guardo proprio ora e dormono tutti sul treno, magari se seguite i nostri social troverete qualche foto.

Grazie per averci seguito e supportato.

Per noi il Festival NON finisce qui.

Cristina Geraci

Sanremo #Day3: tra cover e tanti ospiti

 

La terza giornata di Sanremo inizia un po’ a rilento, quasi per preservarci per la prima serata con tutti i partecipanti in gara.
A Casa Sanremo riusciamo ad essere spettatori dell’ormai usuale collegamento di Detto Fatto con Elisa D’Ospina e Junior Cally, il rapper simbolo delle polemiche della 70ª edizione del Festival.  Le polemiche però non si fermano solo al cantante mascherato: inizia a prender piede prima la notizia di un litigio fra i due super ospiti Fiorello-Ferro per una – come la descrive Amadeus – battuta infelice del cantante: un “Fiorello, statte zitto” che avrebbe fatto infuriare il comico siciliano. Altra polemica è quella che colpisce il duo Morgan-Bugo, che minacciano di non esibirsi (alla fine, anche se non coordinati, canteranno ndr).

©CristinaGeraci – Junior Cally ed Elisa D’Ospina, Casa Sanremo 2020

La nostra attenzione si sposta a Casa SIAE dove in uno speech si fa il resoconto dell’anno passato: un mercato in crescita livello qualitativo ed economico, più biglietti venduti, con addirittura 1900 concerti in meno e finalmente una crescita di manifestazioni nelle isole (un incremento di oltre il 21%). I dati lasciano ben sperare per un 2020 migliore, che potrà essere ancora più monitorato grazie all’implementazione delle nuove classifiche mensili dei concerti. Segue un confronto fra i volti delle Nuove Proposte, Tecla e Marco Sentieri che si basa, come il confronto fra Fadi e Leo Gassman, sul rispetto e la stima reciproca.

©CristinaGeraci – Marco Sentieri, Casa SIAE 2020

Si è già fatta sera ed è l’ora della terza puntata, dedicata alle cover, che vedrà Georgina Rodriguez ed Alketa Vejsiul, volto noto della tv albanese, accompagnare Amadeus nel corso della serata.

Il primo blocco di esibizioni è formato dai duetti fra Zarrillo e Leali, che reinterpretano “Debora”; Junior Cally con i Viito, con “Vado al massimo“; Marco Masini con Arisa, con “Vacanze Romane“; Riki e Ana Mena con “L’edera” (spoilerata dall’artista in una Instagram Story, gesto che ha scatenato l’ipotesi di una possibile squalifica); Gualazzi e Simona Molinari con “E se domani“; Anastasio e la Premiata Forneria Marconi con “Spalle al muro”; Levante con Maria Antonietta e Francesca Michelin, con “Si può dare di più“.

Il nostro concittadino Alberto Urso sceglie di duettare con Ornella Vanoni, con “La voce del silenzio“.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, 2020

Chiudono il primo giro di cover Elodie con Aeham Ahmad, con “Adesso tu” e Rancore con La Rappresentante di Lista e Dardust, con “Luce“.  Fra le varie esibizioni molte le gag calcistiche che coinvolgono Amadeus, Georgina e Cristiano Ronaldo, immancabilmente seduto nelle prime file.

Il primo ospite della serata è Lewis Capaldi, che si esibisce in Before you go e Someone you loved, ma gli ospiti non finiscono qua.
Dopo nove anni di assenza torna a Sanremo il premio Oscar Roberto Benigni, che si esibisce in un monologo sull’amore e sulla canzone d’amore per eccellenza: Il Cantico dei Cantici.

Riprende la competizione con i Pinguini Tattici Nucleari, che a una classica cover preferiscono “Settanta Volte”, un medley con alcuni successi storici di Sanremo; Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa“, che lascia senza fiato il pubblico.

Altra pausa con protagonista Georgina, che balla (per la prima volta, ndr) un tango sulle note di Roxanne.
Il terzo ospite della serata è il cantante di origini libanesi Mika, che emoziona il pubblico in sala con “Amore che vieni, amore che vai“di Fabrizio De André.

Ma torniamo subito in gara: riecco le cover con Giordana e i SOLIS String Quartet, con “La nevicata del ‘56“.
Ormai ospite fisso, torna sul palco dell’Ariston Tiziano Ferro, che interpreta “In mezzo a questo inverno” e presenta il nuovo singoloAmici per errore“.

Ultimo blocco di esibizioni: Le Vibrazioni con i Canova, in “Un’emozione da poco”; Diodato e Nina Zilli, con “24000 Baci“; Tosca e Silvia Perez Cruz con “Piazza Grande”; Rita Pavone e Amedeo Minghi con “1950“; Achille Lauro (in versione Ziggy Starsust) accompagnato da Annalisa con “Gli uomini non cambiano“; Bugo e Morgan, in versione cantante/autore/direttore d’orchestra, con “Canzone per te“; Irene Grandi e Bobo Rondelli con “La musica è finita“; Piero Pelù con “Cuore Matto“; Paolo Jannacci che reinterpreta il padre Enzo in “Se me lo dicevi prima“, accompagnato da Francesco Mandelli e Daniele Moretto; Elettra Lamborghini e M¥SS Keta con “Non succederà più“.

©CristinaGeraci – Alessio con Lorenzo Luporini, Casa SIAE 2020

Conclude Francesco Gabbani con “L’Italiano“, vestito da astronauta.
Prima della classifica c’è spazio anche per l’esibizione di Alketa Vejsiu che duetta con Bobby Solo con “Una lacrima sul viso“.
Se ve la foste persa, ecco la classifica completa della terza serata:
1. Tosca
2. Piero Pelù
3. Pinguini Tattici Nucleari
4. Anastasio
5. Diodato
6. Le Vibrazioni
7. Paolo Jannacci
8. Francesco Gabbani
9. Rancore
10. Marco Masini
11. Raphael Gualazzi
12. Enrico Nigiotti
13. Rita Pavone
14. Irene Grandi
15. Michele Zarrillo
16. Achille Lauro
17. Levante
18. Giordana Angi
19. Elodie
20. Alberto Urso
21. Junior Cally
22. Riki
23. Elettra Lamborghini
24. Bugo e Morgan

Dopo la serata abbiamo avuto modo di assistere nella lounge di Casa Sanremo agli showcase di Rancore e dei Canova, intervallando qualche chiacchiera con Lorenzo Luporini, nipote di Giorgio Gaber, al quale la nostra Cristina non ha potuto fare a meno di chiedere una foto.

©CristinaGeraci – Canova in concerto su Rai Radio 2, Casa Sanremo 2020

Si conclude così il #Day3 di UVM a Sanremo.

E voi state seguendo il Festival?

Alessio Caruso

Alla scoperta degli Oscar: 1917, la prima guerra mondiale come non l’avete mai vista

Voto UVM: 4/5

1917, locandina del film – Fonte: comingsoon.it

1917, ultimo lavoro cinematografico del noto regista britannico Sam Mendes, è un film all’insegna dell’eccedenza – e dell’eccellenza – sotto vari aspetti.

Distribuito su scala limitata negli USA dalla Universal Pictures a partire dal 25 dicembre e poi a gennaio nelle sale di tutto il mondo, ha già incassato ben 202 milioni di dollari e si è – a buon merito – conquistato 10 candidature all’Oscar (miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura originale, migliore fotografia, migliore scenografia, migliore colonna sonora, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali, miglior trucco e acconciatura). Ma non solo: ha già vinto 2 Golden Globe come migliore film drammatico e migliore regia e 7 BAFTA ( miglior film, miglior film britannico, miglior regista, migliore fotografia, migliore scenografia, miglior sonoro e migliori effetti speciali).

Cosa ci aspettiamo da una simile tempesta di riconoscimenti per un film di guerra?

Sicuramente un kolossal moderno ricco di scene d’azione, grandi dispiegamenti di truppe, battaglie epiche e trionfali, che si vedono anche in numerose pellicole fantasy. Il nuovo capolavoro di Sam Mendes invece non è niente di tutto questo!

Il regista, che si è ispirato ai racconti del nonno Alfred Hubert Mendes, il quale combattè per due anni sul fronte francese, ci fa invece notare che quando si tratta di guerre, soprattutto guerre di movimento come il primo conflitto mondiale, c’è ben poco da celebrare, ma solo da raccontare con sguardo realista e disincantato, scegliendo un punto di vista “minore”, quello di un semplice soldato.

Il protagonista William Schofield (George MacKay), caporale dell’esercito britannico sul fronte francese, ha una precisa missione: attraversare le linee nemiche e consegnare un messaggio al colonnello Mackenzie del 2° battaglione del Devonshire Regiment ,per impedire l’attacco ai tedeschi previsto per l’indomani ed evitare così la morte quasi certa di 1600 uomini. Nella sua corsa contro il tempo attraverso desolate terre di nessuno, trincee labirintiche e paesi fantasma devastati dalle bombe, è accompagnato dall’amico e commilitone Tom Blake (Dean-Charles Chapman), coinvolto in prima persona perché fratello di Joseph (Richard Madden), combattente nel 2° Devon.

George MacKay e Dean-Charles Chapman vicino a una trincea nemica – Fonte: fortemertein.com

Riusciranno i due ad avvisare il battaglione in tempo e salvare i compagni dal disastro?

Al di là del finale e dell’intreccio, quello che importa di più a Mendes è far piombare lo spettatore dentro un’atmosfera ben precisa: quella di una guerra atroce che, come afferma il colonnello Mackenzie, interpretato da un magistrale Benedict Cumberbacht, “la vince chi sopravvive”. Il suo occhio non risparmia particolari macabri: mosche e avvoltoi che sorvolano cadaveri, resti umani intrappolati nel fango, né esita a raccontare gli stenti dei protagonisti, la voglia di tornare a casa, i loro ricordi, la fame e la sete per cui si baratta volentieri una medaglia che alla fine “è solo un inutile pezzo di latta”. Una narrazione priva di retorica che si avvale di dialoghi ben scritti (e in questo si vedono le radici teatrali di Mendes) e di un realismo sconcertante.

A creare ancor di più quest’atmosfera sono le scenografie di Dennis Gassner che ricostruiscono un paesaggio quasi post-apocalittico e la fotografia di Roger Deakins che strizzano l’occhio all’arte pittorica. I ruderi del paesino illuminati dalla sola luce dei bombardamenti non sembrano usciti direttamente da un dipinto del romantico Friedrich?!

Fonte: screenWEEKblog

Ma la trovata tecnica più azzeccata è sicuramente l’unico piano sequenza che travolge lo spettatore in un crescendo di forte tensione: scena dopo scena sembra di correre accanto al protagonista, sentire gli spari dei nemici, le trappole tese, le bombe, il fiato che manca, il suo cuore che salta in gola in una corsa infinita in cui non c’è tempo di fermarsi e ricucire le ferite del corpo e dell’animo: bisogna correre, lottare per la sopravvivenza. Ci sono solo pochi momenti di pausa in tutto il film e uno di questi è il canto mattutino che raccoglie i soldati prima della battaglia: un canto privo di speranza, una preghiera di chi sa che va in marcia per morire.

Le premesse per trionfare nella notte degli Oscar ci sono tutte!

Se siete militaristi incalliti con qualche nostalgia per le imprese dei nostri nonni, non andate a guardare 1917: vi racconterà una verità sulla guerra che non volete sentire. Anzi, se lo siete, e soprattutto se siete giovani, andate a vederlo perché per conoscere la storia purtroppo non sempre bastano i libri e quello di Mendes è uno dei film bellici più onesti dell’ultimo decennio!

Angelica Rocca

Power you digital: percorso di orientamento

https://www.santachiaraodpf.it/

L’Università degli Studi di Messina in collaborazione con ManpowerGroup ha avviato il progetto di orientamento al lavoro e allo sviluppo delle Soft Skills “Power YOU DigiTal”.

 

Obiettivo: aiutare gli studenti a prepararsi all’ingresso nel mondo del lavoro; il percorso permetterà di mettere in luce i propri punti di forza e curare la propria immagine professionale, attraverso la valorizzazione di sé e delle proprie capacità, l’utilizzo dei social e la consapevolezza del percorso di carriera desiderato.

Chi può partecipare?

Possono partecipare gli studenti Unime regolarmente iscritti all’ultimo anno accademico di un corso magistrale o a ciclo unico e in regola con il pagamento delle tasse per l’A.A. 2019/20. E’ previsto un numero massimo di 1000 partecipanti, individuati secondo l’ordine di presentazione delle candidature ed il possesso dei requisiti. Il percorso prevede una giornata di formazione in aula, tra febbraio e marzo 2020, e un’attività on-line a partire dal 1 aprile e entro il 31 luglio 2020.

BONUS

Oltre all’attestato di partecipazione al progetto, i primi tre migliori classificati al Game “Power You DigiTal” parteciperanno a procedure di assessment e di selezione del personale presso le sedi Manpower e svolgeranno un’attività di tirocinio extracurriculare retribuito, della durata minima di 3 mesi, presso aziende nazionali individuate da Manpower Group.

Inoltre, il portale www.powerudigital.com permetterà ai giovani studenti di imparare formandosi e apprendendo le 8 competenze chiave delineate dalla Commissione Europea per integrare la formazione scolastica con le competenze richieste dal lavoro. Le 8 competenze saranno certificate attraverso un percorso a tappe con mini achievement per ognuna delle competenze e con un assessment finale. L’open badge consentirà ai partecipanti di condividere le certificazioni ottenute in rete, sui profili social e sul proprio cv digitale.

Come candidarsi?

È possibile inoltrare la propria candidatura collegandosi alla sezione Bandi della propria area personale ESSE3 entro il 14 febbraio 2020.

>> Clicca qui per il bando completo <<

 

Livio Milazzo

#Day1: inizia la nostra avventura a Sanremo 2020!

©Cristina Geraci – Sanremo 2020

Dopo la grande odissea Messina-Catania-Genova-Sanremo, inizia la nostra avventura.  Il #Day1 avremmo voluto cominciasse con un caffè, ma nel nostro campo base manca la moka.

Ci mettiamo in marcia per andare a ritirare i pass Rai e per strada incontriamo il cantante della categoria Sanremo Giovani Leo Gassman (spoiler: è passato alle semifinali del festival contro Fadi). Non ci avviciniamo, è circondato da fan in subbuglio e non vorremmo disturbarlo.

Arriviamo a Casa Sanremo, riusciamo a superare la fila interminabile di fotografi e giornalisti impazziti che richiedono il loro pass, grazie a Vincenzo, factotum nel periodo sanremese. Lui preferisce presentarsi come assistente di produzione per iCompany, ma per noi ieri è stato un asso nella manica. Ritiriamo i nostri pass e gustiamo il primo caffè della giornata nella sala lounge di Casa Sanremo. Siamo accerchiati da giornalisti e tecnici, come sottofondo Rai Radio 2 che trasmette in diretta.

Scattiamo le prime foto, registriamo i primi momenti, ed è subito ora di pranzo.
Il primo pomeriggio è dedicato all’inaugurazione di Casa SIAE, casa degli autori a Sanremo. Presenti all’evento il sindaco Alberto Biancheri, il direttore generale SIAE Gaetano Blandini, il presidente SIAE Mogol e Paolo Palumbo, il malato di SLA più giovane d’Europa. Il 22enne sardo, autore Siae, porterà il suo messaggio di speranza con il suo brano “Io sono Paolosul palco dell’Ariston il 5 febbraio, con Kumalibre e Andrea Cutri.

©Cristina Geraci – Inaugurazione Casa SIAE, da sinistra: Alberto Biancheri, Mogol e Gaetano Blandini, Sanremo 2020

Si ritorna a Casa Sanremo, per assistere ai collegamenti in diretta con la Rai. Ad aprire le danze “Detto Fatto”: abbiamo davanti Elisa D’Ospina che intervista Gigi e Ross e il big in gara Riki. Iniziano i primi attacchi al cantante, che durante le prove all’Ariston spoilera con una Instagram Story alcuni secondi de “L’Edera”, la canzone di Nilla Pizzi che canterà nella serata delle cover.

Da Riki si passa a Morgan e Bugo. Morgan si mostra deciso: durante l’intervista spiega che partecipa al festival per vincere (spoiler: si piazza insieme a Bugo in dodicesima posizione nella classifica provvisoria della prima serata). Finito il collegamento con “Detto Fatto” la linea è passata a “La vita in diretta”, dove appare la bellissima Miss Italia, Carolina Stramare.

©Cristina Geraci – Da sinistra: Gigi e Ros, Elisa D’Ospina, Riki e Morgan, Sanremo 2020

Finiscono le dirette, a Casa Sanremo è l’ora dell’aperitivo.
Prosecco e due chiacchiere con il Pancio ed Enzuccio, in trasferta anche loro a Sanremo con RaiPlay.
Il centro di Sanremo si popola, ci spostiamo verso Casa SIAE ed è impossibile non notare come si sia riempita Piazza Colombo.
Seguiamo la prima serata del Festival a Casa SIAE, qui incontriamo i colleghi delle radio universitarie e ci godiamo la fantastica serata.
Apre il festival Fiorello, vestito da Don Matteo. Presenta Amadeus, che scende le scale dell’Ariston con una vistosa giacca il lurex, luccicante durante tutta la serata.
Pronti, via: subito la prima sfida di Sanremo Giovani, gli Eugenio in via di gioia contro Tecla, che passa il turno con il 50,6 % di voti.
Il secondo scontro vede vincitore Leo Gassman, come già anticipato, contro Fadi.

©Cristina Geraci – Sanremo 2020

Nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù”, sul palco del teatro Ariston Tiziano Ferro anticipa l’entrata dei big scaldando il pubblico con l’intramontabile Modugno.
Entra Diletta Leotta in giallo sole, presentando il primo big in gara: Irene Grandi con la sua canzone “Finalmente Io”.
Continua Marco Masini con “Il confronto”, risorge come la fenice Rita Pavone, dopo quarantasette anni ritorna in gara con “Niente (Resilienza74)”.

Tra una canzone e l’altra, scende dalle scale dell’Ariston la giornalista Rula Jebral, che salva Amadeus dalla gaffe, facendo entrambi un passo avanti per il Festival della musica italiana.

Achille Lauro colpisce più gli occhi che le orecchie, con il suo body inaspettato e se ne frega, cantando “Me ne frego” con Boss Doms.
Diodato, “Fa rumore”, dentro e fuori dal teatro.
È il turno de Le Vibrazioni, dirige – finalmente – l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio: il gruppo canta “Dov’è”, che tutti sono riusciti ad ascoltare anche grazie al linguaggio dei segni.
Senti nell’aria c’è già la nostra canzone d’amore che fa…” un emozionante passo indietro nel tempo grazie agli immancabili Romina Power e Al Bano. Arrivano anche le prime note rap del Festival con Anastasio, “Rosso di rabbia”.

Le lacrime di Tiziano Ferro con la sua interpretazione di “Almeno tu nell’universo”, rimarranno tra le immagini più scolpite di questo 70° Festival: è il primo cantante uomo che interpreta la canzone di Bruno Lauzi, resa celebre e indimenticabile dalla celebre voce di Mia Martini.  È il turno del monologo di Diletta Leotta sulla bellezza: prendendo ispirazione dalla vita della nonna presente in sala, spiega come la bellezza esteriore sfiorisce e la bellezza interiore fiorisce.

C’è spazio anche per il cinema: arrivano sul palco gli attori del film di Gabriele Muccino,“Gli anni più belli”, e cantano insieme “Tu come stai” di Baglioni.

Tra  “Andromeda” di Elodie (testo di Mahmood) e “Sincero” di Bugo Morgan, un secondo monologo, questa volta di Rula Jebral, ci mostra la cruda realtà che riguarda la violenza sulle donne.

Amadeus ha in serbo una novità assoluta, seppur già annunciata: Emma Marrone, già vincitrice del Festival nel 2012, dopo l’esibizione all’Ariston, è accompagnata dal conduttore a Piazza Colombo, con passaggio sul red carpet.

©Cristina Geraci – Emma Marrone si esibisce fuori dall’Ariston,  Sanremo 2020

Le co-conduttrici presentano Alberto Urso, atteso da tantissimi messinesi, che canta “Il sole a Est”, brano dedicato alla nonna: finalmente assistiamo alla performance del nostro concittadino.  Per la 3ª volta ecco Tiziano Ferro, che ritorna con “Accetto Miracoli”.
Riki, dopo le critiche, si esibisce sul palco con “Lo sappiamo entrambi”. Gessica Notaro porta sul palco dell’Ariston la sua storia in musica, emozionando la platea. La riminese, che è ormai un simbolo di forza e reattività di fronte alla violenza contro le donne, era stata sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Conclude la manche Raphael Gualazzi con “Carioca”.

Si chiude così la prima serata, con la classifica che vede al primo posto Le Vibrazioni, seguiti da Elodie, Diodato, Irene Grandi, Marco Masini, Alberto Urso, Raphael Gualazzi, Anastasio, Achille Lauro, Rita Pavone, Riki e, ultimi, Bugo e Morgan.

Per la prima giornata sanremese è tutto, seguiteci sui nostri canali social per vedere cosa ci aspetta durante la seconda giornata!

Ci aggiorniamo domani – puntuali come sempre – con il resoconto del Day2.

Cristina Geraci

Odio l’estate: grande ritorno del trio comico più magico d’Italia

 

Profondità e leggerezza, la comicità che non stanca mai. Voto UVM: 4/5

Un magnifico ritorno sul grande schermo quello di Aldo, Giovanni e Giacomo nel film Odio l’estate, uscito nelle sale il 30 gennaio.

Perché parlare di ritorno? La penultima fatica cinematografica del trio (Fuga da Reuma Park– 2016) è relativamente recente, ma da un paio d’anni a questa parte in realtà, Baglio e compagni non erano più gli stessi. La comicità semplice ma talora portata all’assurdo, che non cade mai nella volgarità o negli schiamazzi, l’ironia fatta di mimica, gag memorabili, lunghi botta e risposta e battute tutt’altro che scontate non brillavano certo a partire da Il cosmo sul comò (2008), oscurate com’erano da una regia incerta. Tra le altre pecche abbiamo visto trame abbozzate in cui i dialoghi scorrevano a fatica e la risata stentava a decollare.

Con il ritorno alla cinepresa di Massimo Venier, regista dei loro primi lavori fino a Tu la conosci Claudia (2004), è tutt’altra musica!

Fonte: rbcasting.com

Ma parlando appunto di trama,  cosa ha di tanto originale Odio l’estate?

Aldo Baglio, Giacomo Poretti e Giovanni Storti sono tre padri che vogliono trascorrere una serena vacanza con le proprie famiglie in un’isoletta della Puglia. Il caso – o l’errore – vuole che si trovino a prenotare tutti e tre la stessa casa vacanze. Dopo essersi rivolti alle autorità del luogo- un magnifico Michele Placido nei panni di un disincantato maresciallo di provincia, stremato dal caldo estivo- per non ricorrere in lungaggini giuridiche, optano per il compromesso: condividere gli spazi fino alla fine dell’estate. Dapprima scontenti, si ritroveranno come da copione a stringere amicizia.

Cast del film – Fonte:techniprincess,it

A prima vista, insomma, un intreccio scontato di quelli che non mancano certo alla commedia italiana dell’ultimo decennio, ma in realtà un racconto che si rivela originale nei dettagli.
A partire dai personaggi: all’apparenza stereotipati, evolvono nel corso della pellicola rivelandoci lati inaspettati. Abbiamo Aldo tipico meridionale ipocondriaco trapiantato al nord con tanto di famiglia rumorosa a carico, Giacomo, noioso dentista attaccato al guadagno, Giovanni, pignolo proprietario di un negozio di scarpe messo alle strette dalla crisi. E poi le mogli, donne che stavolta sono più che semplice spalla del trio, ruoli ben caratterizzati e affidati a virtuose attrici. Notevole una Lucia Mascino nei panni della nevrotica madre borghese che ha qualche problemino a lasciarsi andare.

Maria di Biase, Lucia Mascino e Carlotta Natoli – Fonte:optimagazine.com

Le differenze di “classe” sono evidenti, ma come in altri film del trio le tematiche sociali sono solo accennate: non si insiste fino allo sfinimento sulle solite dialettiche nord-sud, ricchi-poveri e via dicendo, ma si preferisce puntare piuttosto su ciò che accomuna i personaggi. Giovanni fa cerchi con le mani quando gli mancano le parole, il nostro Giacomino lascia banconote al figlio al posto di un ti voglio bene e Aldo, all’apparenza il più estroverso ed espansivo e voce narrante come in Chiedimi se sono felice, porta con sé un segreto che non può rivelare.

La profondità tipica dei loro primi film viene a galla senza stancare, alleggerita dalle risate e da dialoghi che fluiscono leggeri, affidata anche alle parole dei personaggi minori, per raccontare senza sdolcinatezze di sorta la magia della vita che è come i fuochi d’artificio: “se ci pensi è una minchiata, ma se non ci pensi non è poi così male.

Ma a parlare di magia ci pensano soprattutto le scene che portano la chiara firma di Venier.
Quasi commuovono il cameo di Massimo Ranieri che canta con un Aldo fan incallito “Erba di casa mia”, le sequenze da road movie tipiche del trio e la partita di calcio in spiaggia sulle note di Capossela, chiaro richiamo a Tre uomini e una gamba. Ci viene quasi da dire: “Non ce la faccio, troppi ricordi!

Fonte: lospettacoliere.it

Sottofondo gradevole e azzeccato poi le canzoni di un grande della musica italiana odierna: Brunori Sas!

Lontano dalla grandezza dei vecchi tempi, ma omaggio non meno maturo, Odio l’estate è in definitiva un film che rende giustizia alla bistrattata comicità italiana!

Angelica Rocca

Vento forte ed isole senza collegamenti

Windy.com

 

Isole senza collegamenti per via del mare mosso; protagoniste di quest’ultima settimana le isole di Stromboli, Panarea, Filicudi, Alicudi e Ginostra.

Si stimano altre mareggiate tra questa sera e domani con onde alte fino a sei metri.

Windy.com

 

Attualmente soffia il libeccio alternandosi con il ponente, venti  provenienti rispettivamente da sud-ovest e ovest con 27 nodi cioè circa 14 m/s.

Traghetti ed aliscafi causa mare mosso, rimarranno nei porti.

 

Alberto Cavarra

Messina, inaugurato l’asilo nido “Lupetto Vittorio” per i figli dei militari della Brigata Aosta

 

Messinaora.it

A inaugurare l’asilo nido dell’Esercito “Lupetto Vittorio” sono stati, in data 18 Dicembre, il Generale di Brigata, Bruno Pisciotta, Comandante della Brigata Aosta e il Sindaco di Messina, Cateno De Luca. Grazie alla collaborazione tra esercito e comune si darà spazio all’attività scolastica e ludica di 25 bambini figli dei militari della Brigata Aosta ma anche dei cittadini messinesi.

Al taglio del nastro erano presenti le maggiori autorità civili, religiose e militari della Città metropolitana insieme ai genitori degli alunni, gli studenti del Liceo Artistico Basile e dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Verona – Trento che hanno che hanno dato un caloroso contributo decorando le pareti dell’asilo con murales e decorazioni nelle pareti interne dell’edificio.

L’Esercito Italiano si farà carico del solo pagamento delle utenze (energia elettrica ed acqua), dell’eventuale straordinaria manutenzione dell’infrastruttura e dell’eventuale acquisto di ulteriori mobili e suppellettili; il comune di Messina invece, a titolo non oneroso, dovrà garantire i seguenti servizi: l’erogazione del canone di concessione, la gestione integrale del servizio socio-educativo comprendente il personale necessario, la manutenzione ordinaria dell’immobile, il confezionamento dei pasti, la pulizia periodica dell’infrastruttura.

La costruzione presenta pertanto importanti innovazioni di ultima generazione grazie all’utilizzo di materiali e tecnologie tanto da meritarsi la certificazione NZEB (Nearly Zero Energy Building), ovvero capace di far bilanciare l’energia consumata con l’energia prodotta, portando i consumi a “energia quasi zero”. La realizzazione dell’asilo, primo di questo genere in Sicilia, consentirà già al termine delle festività natalizie e di fine anno la disponibilità del servizio a 25 bambini.

Antonio Gullì

Caronte&Tourist: arrestati i suoi vertici e il sindaco di Villa San Giovanni

 

Messinaoggi.it

 

Arrestati Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni, Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del Cda e amministratore delegato della società di navigazione «Caronte & Tourist Spa». I carabinieri di Reggio Calabria hanno condotto una vasta operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e gli arresti domiciliari nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, per una persona solamente, anche concorso esterno in associazione mafiosa.

Gli investigatori avrebbero accertato come i manager indagati hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione.

L’inchiesta su Caronte & Tourist – denominata Cenide – è partita dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia affiliato alla ‘ndrangheta, Vincenzo Cristiano, ed ha avuto come oggetto il «progetto della società per la riorganizzazione dell’area Villa Agip con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione».

Il sindaco Siclari è stato fermato mentre si trovava in Comune per partecipare ad alcune riunioni; è stato successivamente sospeso dalla carica.

 

Santoro Mangeruca