SostenibilMEnte: Messina diventa protagonista della sostenibilità

Dal 10 al 16 maggio 2025, Messina si prepara a diventare il centro del dibattito sulla sostenibilità con SostenibilMEnte, una settimana ricca di iniziative promosse in sinergia tra Comune di Messina e Università degli Studi di Messina, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso a livello nazionale da ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

Un evento di portata nazionale che coinvolge enti pubblici, scuole, università, associazioni e cittadini in un percorso comune di conoscenza, consapevolezza e azione concreta sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Una settimana di confronto e partecipazione

Il programma della manifestazione si articolerà in una pluralità di appuntamenti, tra cui seminari, laboratori, challenge, visite guidate, tornei e incontri divulgativi, pensati per coinvolgere attivamente cittadini, studenti e professionisti in un dialogo intergenerazionale e interistituzionale.

Cuore simbolico dell’iniziativa saranno i due eventi conclusivi previsti per il 16 maggio: da un lato “Messina 2030 – Festival della Sostenibilità 2025”, promosso dal Comune presso Villa Dante, e dall’altro la VII edizione dell’“UniMe Sustainability Day”, ospitata al Plesso Centrale dell’Ateneo.

In particolare, l’UniMe Sustainability Day vedrà il coinvolgimento diretto di scuole, studenti universitari, docenti e rappresentanti istituzionali in attività suddivise in cinque aree tematiche chiave: Risorse e Ambiente, Mobilità, Energia, Inclusione e Salute.

Le parole delle istituzioni

A sottolineare il significato profondo dell’iniziativa sono le parole della Rettrice dell’Università di Messina, prof.ssa Giovanna Spatari, che ha dichiarato:

Sono orgogliosa di poter affermare che l’Università di Messina si conferma ancora una volta protagonista attiva e responsabile nella promozione della sostenibilità, al fianco del Comune. L’università ha il dovere non solo di produrre conoscenza, ma anche di guidare il cambiamento. SostenibilMEnte è una preziosa occasione di impegno e confronto, per costruire una cultura fondata sul rispetto dell’ambiente, sull’inclusione sociale e sulla responsabilità civica.

Dello stesso avviso è il Sindaco di Messina, Federico Basile, che ha evidenziato l’importanza della collaborazione istituzionale come leva per un cambiamento concreto e duraturo:

Con SostenibilMEnte diamo continuità al percorso avviato con Messina 2030 – Green Events. È una sfida culturale che mira a radicare nei cittadini, soprattutto nei più giovani, una nuova visione del presente e del futuro. La collaborazione con l’Università è il segno tangibile che le istituzioni possono e devono fare rete per accompagnare la transizione ecologica, sociale ed economica del nostro territorio.

Una città in cammino verso il futuro

Il programma dettagliato degli eventi verrà diffuso nei prossimi giorni e prevede il coinvolgimento attivo di scuole, associazioni, imprese, enti pubblici e cittadini in momenti di confronto, gioco, approfondimento e partecipazione attiva.

Messina si conferma così laboratorio vivo di sostenibilità, con uno sguardo al futuro e l’impegno concreto delle sue istituzioni a favore di una transizione che mette al centro la comunità, il territorio e le nuove generazioni.

SostenibilMEnte

Il calendario degli appuntamenti che coinvolge cittadini, istituzioni, studenti e associazioni attraverso tornei, challenge, seminari, visite guidate e momenti di approfondimento sarà così articolato:

10 maggio:  visita guidata “Le sorgive della Valle dei Mulini e la sua cascata”- Comune Messina, AMAM, FAI https://www.facebook.com/share/p/1FPfkwptH9/(link is external);
“Spontanea: La natura intorno a noi” – Università di Messina /Orto Botanico https://newsletter.ortobotanico.messina.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/05/Locandina_Spontanea.pdf(link is external);

11 maggio: “Spontanea: La natura intorno a noi” – Università di Messina /Orto Botanico https://newsletter.ortobotanico.messina.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/05/Locandina_Spontanea.pdf(link is external);

12 maggio: Torneo universitario pallavolo -Università di Messina e SSD Cittadella Sportiva UniMe https://www.unime.it/sites/default/files/2025-04/Locandina%20sustainability%20day%2025%20pallavolo.pdf(link is external) ; Pulizia spiagge -Comune Messina, Messinaservizi Bene Comune;

13 maggio: Challenge didattica tra studenti universitari: “Cinque Continenti, Cinque Elementi per la Sostenibilità” (Università di Messina, COSPECS)

15 maggio: Firma Accordo quadro CONAI (Comune Messina, Università di Messina e Messinaservizi Bene Comune); La Forza di un Gesto: la Rettrice e il Sindaco piantano insieme un albero;

16 maggio: Messina 2030 – Festival della Sostenibilità 2025 – Villa Dante https://youngme.comune.messina.it/messina-2030/(link is external);

UniMe Sustainability Day 2025 – Università di Messina, Campus centrale https://www.unime.it/notizie/vii-edizione-unime-sustainability-day#:~:text=L’edizione%202025%20dell’Unime,%2C30%20alle%2013%2C30

 

Gaetano Aspa

OpportunityDay: tre giornate dedicate a orientamento, formazione e lavoro per i giovani under 35

Dal 6 all’8 maggio 2025, Messina diventa capitale delle opportunità per i giovani con OpportunityDay, un evento che animerà il cuore della città dalle ore 9.30 alle 17.30, offrendo tre giornate interamente dedicate all’orientamento, alla formazione e all’inserimento nel mondo del lavoro.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Messina in collaborazione con l’Università, e patrocinata dalla Camera di Commercio e dall’Ente Teatro, nasce con l’obiettivo di costruire un ponte concreto tra studenti, istituzioni, agenzie formative e aziende. Il traguardo è ambizioso ma chiaro: supportare i giovani under 35 nell’individuazione del percorso più adatto alle proprie inclinazioni, fornendo strumenti utili per affrontare in modo consapevole e attivo le scelte post diploma.

Fulcro dell’evento sarà Piazza Unione Europea, dove l’Università di Messina sarà presente con i propri Dipartimenti per presentare l’offerta formativa per l’anno accademico 2025-2026, insieme ai numerosi servizi rivolti agli studenti. Parallelamente, nella vicina Sala Laudamo, si terranno talk e miniconferenze tenute da docenti, ricercatori ed esperti, su temi di grande attualità, pensati per stimolare riflessioni, visioni e scelte.

Dove inizia il tuo futuro

La rete di contatti che si attiverà durante Opportunity Day Messina coinvolgerà Università, Scuole, Imprese e Istituzioni in un dialogo costruttivo. I partecipanti potranno confrontarsi direttamente con docenti universitari, professionisti, aziende e rappresentanti istituzionali, in momenti dedicati al networking e allo scambio di esperienze. Ampio spazio sarà riservato anche agli stand informativi sui progetti rivolti agli under 35, che mettono al centro approcci personalizzati alla formazione e al lavoro, in linea con le passioni individuali e i trend del mercato.

Opportunity Day Messina si configura così come un’occasione preziosa per valorizzare il territorio e le sue risorse, stimolando nei giovani scelte consapevoli e percorsi costruiti su misura. “Inizia da qui il tuo futuro”, recita lo slogan dell’evento — un invito che è anche una promessa concreta di crescita e possibilità.

Gaetano Aspa

Drowning in the Search

The thirst in my eyes won’t fade away,
What can I do? You don’t show the way.
Though I plead, my heart won’t bend
The leash of my mind won’t hold or mend.

I’ve drifted into a tangled haze,
Like one gone mad, lost in a daze.
In search of You, I slowly drown,
And drop the keys that calm me down.

Exhausted, hopeless, I curse my name,
Then suddenly, I see Your flame.
Within myself, You gently gleam
A waking truth, a living dream.

My search dissolves into my soul,
The storm of questions finds its role.
Now that truth has touched my chest,
I hold the world in warm embrace.

A well was always deep inside,
Yet for two drops, I nearly died.
Now carrying You in every breath,
I wander free, in joy, in depth.

At last, I sleep in peace.
At last, I sleep in peace.

(Too close to be lost
Too far to be found).

                                           Eklavya Sihag

L’Amore nell’epoca della fluidità

Viviamo un tempo liquido, come lo avrebbe definito Zygmunt Bauman, in cui nulla sembra destinato a durare, in cui la velocità ha sostituito la profondità, e le connessioni permanenti non garantiscono più la presenza reale.

È l’epoca della fluidità, in cui anche l’amore si è fatto liquido: scorre, sfugge, evapora senza forma, come un fiume che non ha argini né sponde, anche le relazioni sembrano dissolversi prima ancora di prendere forma.

Ma cos’è l’amore oggi?

È una parola usata con leggerezza eppure caricata di attese antiche. È un bisogno profondo di contatto, ma anche una paura del legame. Nell’epoca del matching, del ghosting e del poliamore, l’amore è diventato un’esperienza a  intermittenza. Ci si cerca e ci si sfugge. Si desidera la fusione e insieme l’autonomia. L’intimità è desiderata quanto temuta. Come scrive Byung-Chul Han:

Il vero amore è solo quello che accetta la necessità di annullarsi affinché l’Altro possa giungere.

Tuttavia, l’amore ha sempre avuto a che fare con la contraddizione. È desiderio e limite, come ci ha insegnato Platone nel Simposio, è l’impulso a completarsi, a cercare nell’altro ciò che in noi è incompiuto. Anche oggi, in questa era dove tutto è provvisorio, l’amore conserva la sua forza archetipica: è ciò che ci strappa al narcisismo, ci espone, ci rende vulnerabili, ma anche vivi.

Nel Novecento, Roland Barthes scrisse:

L’altro è assegnato a un habitat superiore, a un Olimpo ove tutto si decide e da cui tutto emana su di me.

 

René Magritte, Les Amants (Gli Amanti), 1928, olio su tela, 54×73 cm, MoMA, New York

 

Ma come si interpreta un amore che si dissolve nell’istantaneità? Dove tutto può essere sostituito da uno swipe?

Oggi dire “ti amo” ha perso il suo peso. Troppo spesso lo si dice senza voler davvero restare, o senza nemmeno sapere cosa significhi voler restare. L’amore, quello vero, non è perfetto: è costruzione. È conflitto che non distrugge, ma insegna. È fiducia che si rinnova. “Amare non è guardarsi l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione”, scriveva Saint-Exupéry. E in questa condivisione di orizzonti si fonda la forza del legame.

Molti oggi rivendicano il diritto alla libertà emotiva, alla molteplicità, al non dover definire ciò che provano. Ma l’amore chiede coraggio. E proprio in questo scenario di incertezza, l’amore resiste, sopravvive sotto le ceneri dell’epoca postmoderna. Più ancora: ha bisogno di nuove forme di coraggio. Il coraggio di rallentare, di sostare, di essere fedeli non per dovere ma per scelta. Perché l’altro è diventato un mondo che vogliamo abitare, non attraversare. Perché in un mondo dove tutto è consumo, amare davvero è un atto di resistenza.

 

L'Amore
Henri de Toulouse-Lautrec, A letto, il bacio, 1892-1893 circa, collezione privata.

 

C’è chi dice pure che l’amore sia morto. Ma forse è solo mutato. Si è fatto più fragile, più mutevole – ma anche più consapevole. Non cerca più la fusione totale, ma una comunione di libertà. Un dialogo continuo tra due differenze che si rispettano. Un legame che non stringe ma accompagna. Come scriveva Rainer Maria Rilke: “L’amore consiste in questo, che due solitudini si proteggono a vicenda, si toccano, si salutano”.

L’amore fluido non è meno profondo, se ha radici nella verità. Non è meno autentico, se è capace di restare anche nella mutevolezza. Forse oggi l’amore più forte non è quello che promette per sempre, ma quello che sceglie ogni giorno. Nonostante il caos. Nonostante la paura. Perché l’altro, tra mille, è ancora l’unico volto in cui ci riconosciamo davvero.

Certo, la fluidità ha anche i suoi pregi, ci insegna ad accettare la trasformazione, a non irrigidirci in modelli passati. Ma se tutto diventa flusso, se non ci sono più argini, rischiamo di annegare nella precarietà. L’amore ha bisogno di tempo, di ascolto, di pazienza. Di parole vere. Di silenzi condivisi. E sì, anche di fatica.

Forse allora la sfida oggi è proprio questa: imparare ad amare in un tempo che ha paura dell’amore. Riconoscere nell’altro non solo un riflesso, ma una persona intera, distinta, reale. Rinunciare alla ricerca del “perfetto” per scoprire la bellezza del possibile.

Ecco, forse l’amore, oggi più che mai, è un atto di resistenza. Una forma di poesia. Un atto politico. Un ritorno alla verità. Nonostante tutto.

 

Gaetano Aspa

 

Freddie – The Show Must Go On: i Queen rivivono al Palacultura

Sabato 19 aprile, presso il Palazzo della Cultura di Messina, i cittadini hanno potuto assistere alla rappresentazione Freddie – The Show Must Go On,  un omaggio al celebre cantante Freddie Mercury e alla storica band rock britannica Queen.

La raffigurazione scenica, purtroppo, non ha reso particolarmente onore al gruppo, così come, alle volte, si sono rivelate  poco convincenti le coreografie dei ballerini. Tuttavia, questi aspetti sono passati in secondo piano grazie alle doti canore di Luca Villaggio, performer che ha interpretato la grande stella degli anni ‘70.

Villaggio ha fatto viaggiare il pubblico tra le canzoni più acclamate della band: da The Show Must Go On, canzone che dà anche il titolo allo spettacolo, a Bohemian Rhapsody capolavoro del rock progressivo, divenuto colonna sonora degli anni ‘70 e ‘80, ancora oggi ritenuto uno dei più importanti nel suo genere, passando per hit come We Will Rock You e Another One Bites the Dust.

 

Luca Villaggio nei panni di Freddie Mercury

Un’altra nota di merito va data a Giuseppe Viola, che ha interpretato il mitico chitarrista Brian May in modo adeguato. Durante lo spettacolo sono stati ricordati e interpretati alcuni personaggi cult dell’epoca, come David Bowie, ampliando così il tributo all’intera scena musicale di quegli anni. 

Nonostante alcune imperfezioni nella messa in scena e nelle coreografie, Freddie – The Show Must Go On si è comunque rivelato uno spettacolo apprezzabile, capace di coinvolgere il pubblico grazie all’energia dei brani storici dei Queen e alla notevole performance vocale di Luca Villaggio.

Un tributo che, pur non eccellendo sotto ogni aspetto, è riuscito a trasmettere l’emozione e la grandezza di una delle band più iconiche della storia del rock.

 

Agnese Trovatello

Giuseppe Micari

#NonCiFermaNessuno: torna a Messina il tour di Luca Abete

Mercoledì 7 maggio, alle ore 10.00, l’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina, in Piazza Pugliatti, si trasformerà in un luogo di emozioni e di confronto grazie al ritorno di Luca Abete e del suo tour motivazionale #NonCiFermaNessuno.

Un appuntamento ormai consolidato — da oltre undici anni sulle strade d’Italia — che ha saputo dare voce agli studenti e alle studentesse, raccontando storie vere, fatte di sfide, paure e conquiste.

Accanto ai giovani, tra studenti universitari e liceali,  sarà presente anche la Rettrice Giovanna Spatari.

Momento centrale dell’evento sarà la consegna del Premio #NonCiFermaNessuno a una storia di resilienza universitaria particolarmente significativa. Una testimonianza concreta che la forza di non arrendersi è capace di generare ispirazione.

Quando la solitudine diventa una compagna di viaggio

Quest’anno il claim del tour — “Nessunə è solə” — tocca un tema delicato e urgente: la solitudine, soprattutto quella che attraversa i giovani.


«È questa la nostra mission — spiega Luca Abeteaccorciare distanze e riscoprirci più vicini, figli magari della stessa paura».

Un’affermazione che coglie in pieno una delle grandi contraddizioni contemporanee: siamo iperconnessi, ma spesso profondamente soli.

La solitudine, in particolare tra gli universitari, si annida silenziosamente tra gli esami, le ansie per il futuro e il senso di inadeguatezza che talvolta prende forma nella quotidianità.

Eppure, non è solo un nemico da combattere. Imparare a riconoscerla e ad ascoltarla può diventare un primo passo per costruire legami autentici. Momenti come quello offerto dal tour #NonCiFermaNessuno diventano allora spazi preziosi in cui sentirsi visti, ascoltati, accolti.

Un progetto di comunicazione fuori dagli schemi

L’approccio di Luca Abete non è quello tradizionale di una conferenza frontale, ma un incontro vero, un talk vibrante in cui i ragazzi e le ragazze sono chiamati a raccontarsi, a condividere emozioni senza filtri.
Perché sentirsi parte di qualcosa, anche solo per la durata di un racconto, può cambiare il modo in cui si affrontano le proprie difficoltà.

Non basta ripetersi di non essere soli: serve esperire la vicinanza degli altri. Serve accorgersi che quel senso di isolamento non è un fallimento personale, ma un’esperienza che accomuna. E che, proprio come una ferita, può diventare un ponte verso l’altro.

Le prossime tappe del tour

Dopo Messina, il tour #NonCiFermaNessuno proseguirà il suo cammino toccando altre città italiane:

  • 9 ottobre – Roma, Università Sapienza – Facoltà di Economia

  • 5 novembre – Catanzaro, Università Magna Graecia

  • 19 novembre – Cagliari, Università degli Studi di Cagliari

  • 5 dicembre – Milano, Università degli Studi di Milano-Bicocca

Tutti gli aggiornamenti saranno disponibili sul sito ufficiale noncifermanessuno.it e sui canali social del progetto.

Un messaggio per chi si sente solo

Partecipare a un evento come questo non è solo un’occasione per ascoltare storie motivazionali. È un invito a ricordarsi che, anche nei momenti più bui, c’è sempre qualcuno disposto ad ascoltare, qualcuno che, come noi, porta il peso delle proprie paure e delle proprie speranze.
Perché forse è proprio da questa consapevolezza che nasce il coraggio di ripartire.

Gaetano Aspa

Jonicofest 2025: a Furci Siculo la primavera esplode

Il 25 aprile il Parco Furci Verde si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto per celebrare la Riviera Jonica tra artisti emergenti, comicità e street food.

Sarà una giornata di festa, tradizione e pura energia quella che animerà il 25 aprile 2025 a Furci Siculo. Torna infatti lo Jonicofest, l’evento gratuito che ormai si afferma come tappa imprescindibile per chi vuole vivere la Riviera Jonica tra musica dal vivo, ballo, comicità e sapori locali.

Il Parco Furci Verde, cuore pulsante della cittadina, ospiterà dalle ore 11 fino a tarda sera un ricco programma pensato per tutte le età.

Organizzato dalle associazioni Jonicache e Morgana, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune e dell’Assemblea Regionale Siciliana, il festival intende valorizzare il territorio e i suoi talenti, creando un ponte tra cultura popolare e creatività contemporanea.

Musica, danza e risate sul palco

Tra gli ospiti musicali, una carrellata di nomi che spaziano tra generi e sensibilità: da GLT-Bless a Elena Rizzo, dai Seaside Promenade a The Isotopes, fino alle voci di Barbara Ceccio, Neolle, Debora Ferrero, Sono Mole, e molti altri. Un’occasione preziosa per scoprire nuove sonorità e applaudire artisti del territorio.

Ad accendere il palco anche i corpi di ballo The Diamonds of Dance, Diletta Dance Academy, Asia e Domenico, Passione Danza, mentre il sorriso sarà garantito dall’irresistibile ironia del comico Cateno de Clò. Chiuderà la serata il DJ Set Contest con Salvo Basile, Carmelo Puliatti e Cesare Delgado, pronti a far ballare il pubblico fino all’ultima nota.

Il gusto della festa: street food e tradizioni culinarie

Ampio spazio anche all’enogastronomia con oltre 10 punti ristoro tra specialità locali e street food. Dai maccheroni al pistacchio di Pasta e Fantasia alle cuzzole calde de La Cuzzola, passando per gli arancini gourmet di Era Ura, l’insalata di mare croccante di Sapori di Mare, i panini con salsiccia della Pro Loco, e i dolci artigianali di Yogorino. Il tutto accompagnato dal vino ufficiale della manifestazione, offerto dalla Cantina Catarussa.

Una festa aperta a tutti

Lo Jonicofest 2025 è gratuito e pensato per tutti: famiglie, giovani, appassionati di musica, curiosi e buongustai. Un’occasione unica per celebrare la primavera con uno sguardo rivolto al futuro, ma con radici ben piantate nella cultura jonica.

Il 25 aprile, a Furci Siculo, la festa è servita.

Gaetano Aspa

Alberi in fiore

Il soffio del vento,
i teneri raggi di sole
che s’infiltrano nel cielo.
Nel cuore del verde prato,
bagnato dalla rugiada,
si trova un piccola foresta.
A un tratto una tempesta
si scatena nel silenzio.
Rami spezzati
da un albero in fiore.
Il fiore della vita,
di un futuro da costruire,
di un’anima rubata.
Agisce nell’ombra
quella spietata tempesta
che ruba i rami
da quei bellissimi
alberi in fiore.

 

Alda Sgroi

Il mito del Grind e della Produttività: produrre significa vivere?

Viviamo in un’epoca che ha trasformato la produttività in una religione, con i suoi dogmi, i suoi sacerdoti e le sue eresie. Ogni giorno siamo bombardati da video, podcast e post motivazionali che ci spingono a massimizzare il nostro tempo, a svegliarci alle 4 del mattino per meditare, docce fredde, allenarci e leggere un libro prima che il resto del mondo apra gli occhi.

Ma cosa significa davvero essere produttivi? E soprattutto, questa incessante corsa all’efficienza ci sta davvero rendendo più felici e realizzati?

L’illusione della produttività infinita

Negli ultimi anni, il concetto di produttività si è trasformato in un dogma. I social network sono invasi da figure come i “guru della finanza” e da influencer che consigliano di eliminare ogni distrazione, dormire meno e trasformare ogni momento libero in un’opportunità di guadagno, monetizzare le proprie passioni, ignorando completamente le implicazioni sulla salute mentale e fisica. Frasi come “lavora mentre gli altri dormono” o “se non sei ricco è colpa tua” sono diventate i mantra di questa nuova ondata di business online.

Tutto questo va a discapito dei giovani, che si ritrovano dentro un meccanismo perfetto: gli insegnano che il tempo è denaro, che riposarsi è una colpa, che ogni momento libero è uno spreco se non viene investito nella costruzione di un capitale, di un curriculum, di una carriera. Lo addestrano a non bastare mai a se stesso: deve migliorare, deve ottimizzare, deve lavorare di più. Non è più un uomo, è un’azienda.

Il suo corpo deve farsi strumento, la sua mente una catena di montaggio. Ogni minuto dev’essere riempito di qualcosa di utile. E nel frattempo la vita gli scorre tra le dita come sabbia, e non lo sa.

 

Grind
Il tempo è denaro. Fonte: sapere.virgilio.it

Il “Grind” e il paradosso del Burnout

Il mito del “grind” si fonda su una promessa tanto seducente quanto ingannevole: se lavori senza sosta, sarai premiato con il successo. Il problema principale di questa narrazione è che ignora la realtà biologica e psicologica dell’essere umano. Tuttavia, la realtà è ben diversa: il successo dipende da molteplici fattori, inclusi privilegi sociali, opportunità economiche e perfino fortuna. L’idea che chiunque possa diventare un milionario solo con la forza di volontà è una semplificazione che ignora le complessità della vita reale.

Lavorare incessantemente non significa essere più produttivi: dopo un certo punto, la mancanza di riposo porta a un calo drastico della creatività e dell’efficienza, oltre che a gravi problemi di stress, ansia e burnout. Chi si spinge oltre i propri limiti finisce per perdere lucidità, creatività e motivazione. Le aziende e la società moderna incentivano questa corsa alla performance senza sosta, ma raramente si preoccupano delle sue conseguenze a lungo termine.

Molti studi dimostrano che la produttività non è direttamente proporzionale alle ore di lavoro, anzi, in molti casi la riduzione dell’orario lavorativo ha portato a risultati migliori. Paesi come la Finlandia e aziende come Microsoft Giappone hanno sperimentato settimane lavorative più brevi ottenendo un incremento della produttività e un miglioramento del benessere dei lavoratori.

 

Grind
Fonte: manageyourlife.it

Il vero lusso contemporaneo è fermarsi

Ma quale vita si sta costruendo questo uomo nuovo? Egli non ama, non gioca, non si ferma mai a guardare il tramonto. L’arte non gli serve, la poesia lo annoia, il pensiero lo distrae. Deve lavorare. Sempre. Deve correre. Sempre. Come il bue sotto il giogo, come l’ingranaggio dentro la macchina.

Questo mondo che produce senza sosta non ha generato più bellezza, più amore, più felicità. Ha solo prodotto stanchezza. Stanchezza nei volti spenti dei giovani, stanchezza nelle rughe premature degli adulti, stanchezza nelle città che non dormono mai.

Ribellarsi non significa rifiutare il lavoro, ma rifiutare questa religione della produttività che non ammette pause, non concede respiro. Ribellarsi significa camminare senza meta, significa guardare il cielo senza sensi di colpa, significa perdere tempo. Perché solo perdendolo si può veramente ritrovare se stessi.

Il mito della produttività deve essere decostruito: non siamo macchine e non dovremmo trattarci come tali. Forse la vera chiave del successo non sta nel fare di più, ma nel saper scegliere ciò che davvero conta.

Bisogna spezzare la catena, prima che sia troppo tardi. Prima che, alzando gli occhi dalla scrivania, ci accorgiamo che il mondo è finito e che noi non ce ne siamo nemmeno accorti.

 

Gaetano Aspa

Maura Gancitano all’Università di Messina: una masterclass per decostruire gli stereotipi di genere

Mercoledì 23 aprile alle ore 10.30, presso la Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, l’Università di Messina ospiterà Maura Gancitano, filosofa, saggista e co-fondatrice del progetto culturale Tlon, per una masterclass pubblica dedicata al tema della costruzione sociale degli stereotipi di genere e al ruolo del pensiero critico nella formazione delle identità.

L’iniziativa nasce nell’ambito della partnership tra l’Ateneo e Taobuk – Taormina International Book Festival, un’alleanza che intende rafforzare il dialogo tra cultura contemporanea e formazione accademica, attraverso momenti di confronto aperto e interdisciplinare.

La filosofia come pratica di consapevolezza

Maura Gancitano, da anni figura di riferimento nel panorama della divulgazione filosofica, condurrà un intervento che intreccia filosofia, sociologia e studi di genere, con l’obiettivo di esplorare i meccanismi attraverso cui gli stereotipi si originano e si diffondono all’interno della società. La sua lezione sarà un invito alla decostruzione delle narrazioni dominanti, che troppo spesso condizionano il modo in cui ci percepiamo e ci relazioniamo.

Il pensiero critico diventa così uno strumento trasformativo, capace di smascherare le strutture simboliche e culturali che sorreggono le disuguaglianze di genere e di offrire nuove possibilità di racconto e di esistenza.

Un dialogo interdisciplinare

A dialogare con la filosofa saranno la professoressa Vittoria Calabrò, storica delle istituzioni politiche e Presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Ateneo, e la professoressa Milena Meo, sociologa politica e Vicepresidente del CUG. Insieme esploreranno i contesti in cui gli stereotipi si sedimentano e si riproducono – dalla scuola ai media, fino alla famiglia – interrogando anche le responsabilità delle istituzioni educative nella costruzione del pensiero libero.

L’incontro sarà introdotto dai saluti istituzionali della Rettrice Giovanna Spatari e si rivolge a studenti, docenti e alla cittadinanza, con l’intento di promuovere un confronto aperto e partecipato su uno dei temi più urgenti della contemporaneità.

Parteciperanno anche i corsisti di UniMe GDS Lab, coordinato da Natalia La Rosa (Ses) e la prof.ssa Maria Laura Giacobello (UniMe).

Una lezione per ripensare l’identità

In un momento storico in cui la riflessione sull’identità e sulle relazioni di genere attraversa il dibattito pubblico, questa masterclass rappresenta un’occasione preziosa per attivare nuove consapevolezze, ripensare i modelli culturali dominanti e offrire strumenti critici per trasformare la realtà sociale.

Gaetano Aspa