Tao Film Fest 69: A Thousand and One

 

A Thousand and One
A Thousand and One: una pellicola tanto drammatica ed avvincente da far commuovere il pubblico. – Voto UVM: 4/5

 

La quarta serata della sessantanovesima edizione del Taormina Film Festival (qui parliamo di un’altra premiere) è stata incentrata su una pellicola tanto drammatica ed avvincente da far commuovere il pubblico: A Thousand and One. La pellicola, diretta dalla regista americana A.V. Rockwell.

A Thousand and One racconta il dramma di Inez, e la dolorosa separazione dal figlio Terry; uscita di prigione, Inez è costretta a visitare il proprio bambino in pochi brevi momenti, fin quando non decide di portarlo con sé. Rapisce il bambino per poterlo crescere ad Harlem, quartiere di origine di Inez. Terry diventa grande, ma la realtà è destinata a venire fuori.

Nel cast ritroviamo l’attrice e cantante americana (nata ad Harlem) Teyana Taylor nel ruolo di Inez, il giovanissimo Aaron Kingsley Adetola nei panni del piccolo Terry e William Catlett come Lucky.

A Thousand and One: la realtà di Harlem

Elemento interessante di A Thousand and One è il modo in cui la regista fa emergere la realtà sociale di quartieri poveri e con molta criminalità come la Harlem nei primi anni 2000, prima della crisi economica del 2007/2008. In una città ricca come lo era e lo è New York, vengono mostrati gli invisibili, coloro che lottano per la sopravvivenza a pochi isolati da uno dei quartieri finanziari più ricchi del mondo. La città finisce per essere, dal punto di vista della regista, un terzo protagonista.

L’aspetto dei cambiamenti sociali viene reso chiaro allo spettatore attraverso estratti di telegiornali, di discorsi di due sindaci della città: Rudolph Giuliani, sindaco dal 1994 al 2001, e Michael Bloomberg, sindaco dal 2001 al 2013. Queste due figure hanno contribuito a modificare la realtà di questi quartieri, non sempre però a vantaggio della povera gente.

Il periodo di grande espansione del mercato immobiliare nei primi 2000 ha avuto le sue ripercussioni in quartieri come Harlem, dove si è puntato ad una riqualificazione della zona, con rinnovamenti edilizi. Questo fattore è mostrato in A thousand and one, dove nel 2005 molti edifici della zona vengono comprati e ricostruiti, e le famiglie, tra cui anche gli stessi Inez e Terry, vengono messi in condizione di dover lasciare obbligatoriamente la loro casa.

Il miglioramento della zona è continuato, ad avviso della regista A.V. Rockwell e dell’attrice Teyana Taylor, fino al presente. Al giorno d’oggi Harlem non è più il quartiere governato dalla criminalità ed in cui la gente viveva di precarietà, ma in questa riqualificazione le persone della zona, i neri specialmente, non sono stati considerati ed inclusi in questo processo di cambiamento.

Il montaggio “intimo” di A. V. Rockwell: nostalgia da cinepresa

Il film riprende, stilisticamente parlando, il genere del cinema underground, merito anche del direttore della fotografia Eric Yue e dei due addetti al montaggio: Sabine Hoffman e Kristan Sprague.

La regista A. V. Rockwell è stata capace, tramite primi campi molto “intimi”, a rappresentare la condizione dei singoli personaggi, in particolar modo della protagonista, Teyana Taylor.

A Thousand and One ricorda molto quei “vecchi” film girati con macchina da presa e pellicole da 35 mm. (o meglio, super 35 mm.). Anche se, la regista stessa ha affermato, durante la sua masterclass al Taormina Film Festival 69, di aver girato tutto con una videocamera ALEXA Mini LF.

La durata media delle inquadrature (o average shot length, ASL), è invece di 3 secondi circa, arrivando a 7/8 secondi, per le scene più struggenti. Innovativo per un film di genere drammatico, soprattutto perché gli conferisce una velocità maggiore e non fa perdere l’attenzione allo spettatore.

A Thousand and One
Da sinistra: Teyana Taylor e A. V. Rockwell, rispettivamente protagonista e regista di “A Thousand and One” al Taormina Film Fest 69, durante prima europea del film. @ Nando Purrometo

Inez: una figura guida per la stessa regista

La protagonista femminile Inez è costruita come una figura forte, determinata. La stessa regista Rockwell, alla masterclass tenutasi al Taormina Film Fest, afferma di ispirarsi molto al personaggio di Inez, di vederla come una figura importante per l’empowerment femminile. Inez riesce a lottare per il proprio figlio e per rialzarsi ad ogni problema ed avversità.

L’impatto del personaggio di Inez è chiaro per il pubblico specialmente per il suo ruolo di madre, quindi nel rapporto con Terry. Lei lotta per poter crescere il proprio figlio, per potergli dare una vera famiglia e proteggerlo dall’infanzia che lei ha dovuto vivere. Inez arriva ad andare contro la legge, contro il sistema di affidamento per il suo bambino.

Una figura così tenace e disposta a qualsiasi sacrificio per il proprio figlio non può che generare empatia nel pubblico.

“No matter where you come from, you have the strength to find Inez in you” – A.V. Rockwell durante il Festival

 

Ilaria Denaro
Domenico Leonello

Abbronzatura: come funziona?

È iniziata l’estate e con lei la voglia di sole, mare e di abbronzarsi! Ma come avviene questo fenomeno così affascinante? Esaminiamo con un approccio scientifico quali sono le reazioni che avvengono sulla nostra pelle e le ripercussioni.

Indice dei contenuti

  1. Radiazione solare
  2. Cosa succede alla nostra pelle?
  3. Il Fattore di Protezione Solare (SPF)

Radiazione solare

La radiazione solare è l’energia che il sole emette e che la terra riceve in forma di onde elettromagnetiche. In particolare le radiazioni solari hanno una lunghezza d’onda tra compresa tra i 230 e 4000 nm. La maggior parte dell’energia solare giunge sulla terra con lunghezza d’onda tra i 400 e 760 nm (banda del visibile o luce). L’altra metà arriva in forma di radiazioni infrarosse, responsabili dell’azione termica dell’energia solare (760 e 4000 nm). L’ultimo tipo di radiazioni (dai 230 ai 400 nm) sono le radiazioni UV, ovvero le radiazioni ultraviolette. Di esse sulla terra ne arriva una minima parte essendo confinate maggiormente nell’alta atmosfera, in corrispondenza dell’ozonosfera. Anche se in piccole quantità rispetto alle radiazioni descritte precedentemente, anch’esse apportano benefici, e a volte purtroppo, danni al corpo umano. Distinguiamo 3 tipi di radiazioni ultraviolette: UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-100 nm).

 

Comportamento delle radiazioni UV in presenza dell’ozonosfera Fonte: Okpedia

Il tipo di radiazione che penetra maggiormente l’atmosfera è l’UV-A seguita dall’UV-B, ovvero la radiazione responsabile della nostra abbronzatura!

Cosa succede alla nostra pelle?

È risaputo che stare a contatto con la luce del sole può apportare miglioramenti significativi per la salute. L’esposizione ai raggi UV permette infatti la sintesi organica di vitamina D, essenziale nell’assorbimento di calcio da parte dell’organismo. È consequenziale la minore probabilità di sviluppare patologie ossee quali l’osteomalacia e l’osteoporosi, ma anche di problematiche legate al sistema nervoso centrale e periferico e nella coagulazione.

L’epidermide, oltre a produrre vitamina D, si occupa della nostra protezione dai raggi UV per mezzo dei melanociti. Questi sono delle cellule dentritiche appartenenti allo strato basale dell’epidermide, dove al loro interno troviamo organuli come i melanosomi, i produttori della melanina. Fin che la melanina si trova all’interno dei melanociti non colora la pelle. Solo quando essa sarà fagocitata dai cheratinociti sarà in grado di donare all’epidermide la tipica colorazione ambrata.

Melanocita
Melanocita Fonte: Wikipedia

L’abbronzatura che noi osserviamo dopo alcune ore di sole, dunque, non è altro che un filtro solare naturale generato dalla pelle per protegge il DNA prevenire l’invecchiamento cutaneo contrastando la produzione di radicali liberi.

La melanina prodotta dai melanociti continua a degradarsi e ossidarsi all’interno dei cheratinociti fornendo ulteriore melanina fino a raggiungimento della quantità massima prevista dal nostro corredo genetico e dai melanosomi posseduti. Distinguiamo in base ai melanosomi tre tipi di popolazione:

  • Carnagione scura o nera: i melanosomi sono grandi.
  • Caucasica: i melanosomi sono di dimensioni minori.
  • Celtica: i melanosmi sono acora più piccoli.

Maggiori sono le dimensioni dei melanosomi, più sarà abbondante la quantità di melanina prodotta e di conseguenza più efficiente l’azione protettiva nei confronti del sole.

Il fattore di protezione solare (SPF)

La protezione effettiva generata dalla melanina in realtà risulta essere molto bassa e insufficiente per proteggere l’organismo da eventuali danni. Per questo motivo risulta d’obbligo l’utilizzo di prodotti solari specifici scelti in base al fototipo che si possiede.

Classifica dei fototipi Fonte: Facebook

Una volta individuato il fototipo, si scelgono i prodotti solari in base al Sun Protection Factor (SPF). Quest’ultimo indica la capacità di un prodotto di proteggere la pelle dai raggi solari. Maggiore è l’SPF maggiore sarà il grado di protezione solare.

La pelle chiara del fototipo 1 e 2 è più delicata e richiede una protezione molto alta, con indice 50. Il fototipo 3 necessita un fattore 30. La scala decresce fino all’ultimo fototipo che richiede attenzioni minori rispetto ai primi.

La composizione dei solari viene disciplinata dal regolamento cosmetico europeo 1223/2009. I filtri fisici sono dati da componenti chimiche schermanti, ovvero sostanze opache in grado di riflettere le radiazioni come il biossido di titanio e l’ossido di zinco. Lo ZnO riflette sia i raggi UVB che gli UVA ed esercita inoltre un’azione lenitiva e antibatterica. Giustifica la presenza della patina biancastra lasciata dai prodotti solari, che risulta essere quanto schermante tanto dannosa per l’ambiente marino (viene infatti spesso sostituito dall’equivalente ecologico, l’idrossiapatite).

Oltre a dei filtri fisici, le creme solari presentano dei filtri chimici dati da molecole organiche complesse come l’oxibenzone, il fenilbenzilimidazolo, l’acido sulfonico, il butil metoxidibenzoilmetano e l’etilexil metoxicinnamato. Ognuna di queste molecole assorbe l’energia delle radiazioni a lunghezze d’onda diverse e le rilascia sotto forma di calore minimizzando i danni.

Nonostante i possibili effetti collaterali collegati ad un’esposizione prolungata al sole, con le giuste accortezze e prevenzione, è possibile minimizzare le ripercussioni sulla salute al minimo, ottenere una bella pelle dorata e tutti i benefici che ne derivano!

Asia Arezzio

 

Bibliografia

 

 

 

Falene

-Se dovessi essere un animale, che animale saresti ?

– Mio nonno diceva sempre che noi siamo delle falene.

– Falene? Come mai?

– Perché le falene, quando tutto è buio, sono attirate verso l’unica fonte di luce che si fa strada nella notte. Il loro obiettivo è raggiungere quella luce, che sia una lanterna, una torcia, una candela o la luna . E quando questa luce si spegne, loro rimangano nel profondo dell’oscurità, sono disorientate, vanno a sbattere all’impazzata perché non hanno più il loro punto di riferimento, la luce che da un senso alla loro vita. E noi siamo così, siamo falene e facciamo degli altri e delle abitudini la nostra luce. Ma proprio come delle lanterne anche gli altri possono spegnersi e abbandonarci; come anche le abitudini possono cambiare e crollare. Facciamo della nostra fonte di luce una certezza, ma la verità è che non esiste niente di certo e proprio come la falena ci troviamo a brancolare nel buio, nella nostra oscurità, perché fino a quel momento eravamo convinti che quella persona o quella cosa fosse la nostra luce, senza accorgerci che la nostra luce siamo noi. Siamo noi soltanto .

Carla Mascianà

Egitto: morti e feriti dopo il crollo di un palazzo di 13 piani

Paura e disperazione. Sono questi i sentimenti che nella tarda mattinata di ieri hanno scosso gli abitanti di Alessandria d’Egitto quando un palazzo di 13 piani è crollato su sé stesso intrappolando decine di persone che si trovavano al suo interno.

Il crollo

Il tragico evento è accaduto nel distretto di El-Montazah, precisamente nella zona di Sidi Bishr, nella parte orientale della città. Il crollo improvviso ha coinvolto anche le auto parcheggiate nelle vicinanze e quelle di passaggio. Alcune sono rimaste schiacciate dalle macerie; inoltre, alcuni detriti che hanno colpito degli oggetti infiammabili vicini hanno provocato un incendio che fortunatamente è stato domato in poco tempo dai pompieri. Molti palazzi vicini a cui era collegato l’immobile sono stati danneggiati e di conseguenza fatti evacuare.

Come si legge dalle informazioni riportate sul sito Youm 7 al piano terra del palazzo si trovava un supermercato, mentre gli altri piani erano abitati da residenti locali e alcuni appartamenti venivano utilizzati come case vacanza e affittati ai turisti durante la stagione estiva, quindi con molta probabilità ci sarebbero vittime straniere.

Soccorritori – fonte: skytg24.it
Le dichiarazioni

L’ultimo piano dell’edificio aveva un ordine di demolizione e l’intera proprietà era stata esaminata dal comitato incaricato di ispezionare gli edifici a rischio crollo.

Secondo le autorità locali, l’immobile costruito negli anni ’70 era già noto per via di alcune sopraelevazioni non a norma e, di conseguenza, si sarebbe dovuto abbattere e rimuovere l’ultimo piano. 
Il governatore locale Muhammad al-Sharif, tramite un comunicato stampa, ha inoltre confermato la presenza di vittime sotto le macerie del palazzo. I soccorritori e le forze dell’ordine sono già in stato d’allerta per individuare possibili sopravvissuti e trasportarli agli ospedali più vicini.

La sottosegretaria del ministero della Salute, Amira Tahio, ha confermato in un’intervista telefonica con il canale Al-Hadath la presenza certa di quattro feriti. Si tratta di persone di passaggio colpite dai detriti e già ricoverati in ospedale. Il più grave ha riportato la rottura di una gamba, mentre gli altri presenterebbero solo lievi escoriazioni.

Secondo il sito egiziano di informazione online Al-ahram, la Decent Life Foundation ha annunciato che fornirà un risarcimento finanziario di 25.000 EGP (lira egiziana) alle famiglie delle vittime del disastro.

Le indagini

Una squadra della pubblica accusa ha ispezionato la scena e ha incaricato la protezione civile e i funzionari municipali di mettere in sicurezza l’area e le proprietà adiacenti, se necessario,

Intanto, il pubblico ministero ha sequestrato l’edificio e avviato un’indagine per determinare la causa dell’incidente ed esaminare il fascicolo relativo alle precedenti prescrizioni per il palazzo. Le prime indiscrezioni parlano di una “spaccatura verticale” della struttura prima del definitivo crollo.

Soccorritori Alessandria d’Egitto – fonte: skytg24.it

I precedenti

Non è la prima volta che un evento del genere si verifica nella nazione egiziana. Due anni fa, nel 2021, nella capitale Il Cairo un palazzo di 10 piani crollò su sé stesso causando la morte di 25 persone e più di 70 feriti. Anche in quel caso era stato segnalato un abuso edilizio, visto che al palazzo erano stati aggiunti illegalmente ben quattro piani.

Sviluppi

Le ricerche che si sono protratte per tutta la notte hanno permesso ai soccorritori di estrarre il primo corpo senza vita che si trovava sotto i cumuli di macerie. Altre due persone, invece, sono state individuate ed estratte vive.

Ci vorrà molto tempo per individuare la presenza di altri corpi o sopravvissuti sotto i resti del palazzo. Per questo, squadre di volontari e soccorritori professionisti sono arrivati anche dalle provincie limitrofe, in quella che ormai è diventata una corsa contro il tempo tra la vita e la morte.

Giuseppe Cannistrà

Tao Film Fest 69: Indiana Jones ed il quadrante del destino

Indiana Jones
Indiana Jones è sempre un personaggio caro al pubblico, ma la pellicola in se non presenta una grande originalità nella trama, non rispettando a pieno le aspettative del pubblico. – Voto UVM: 3/5

 

La terza serata della sessantanovesima edizione del Taormina Film Fest riporta sul grande schermo italiano una figura riconoscibile già da soli semplici accessori: una frusta ed un cappello. Ebbene si Harrison Ford è ritornato nei panni del professore/avventuriero Indiana Jones! Dopo tanti anni dall’uscita del precedente capitolo della saga, Indiana Jones ed il regno del teschio di cristallo (2008), in questa pellicola viene raccontato un Indy diverso, più grande e provato dal tempo passato.

A fianco del grande Harrison Ford sono presenti tante altre note figure del cinema Hollywoodiano ed internazionale. Interessante elemento di Indiana Jones ed il quadrante del destino è la presenza di una giovane figura femminile che affianca il noto avventuriero, interpretata da una carismatica Phoebe Waller Bridge (Fleabag). Nel cast ritroviamo anche Antonio Banderas ed il danese Mads Mikkelsen.

Indiana Jones
Parte del cast di “Indiana Jones 5” alla conferenza stampa al Taormina Film Festival 69.

Il ritorno dell’avventuriero

Indiana Jones ed il quadrante del destino si apre con un lungo flashback: l’archeologo si trova su un treno nazista durante la Seconda guerra mondiale per salvare l’amico e collega Basil Shaw, intrepretato da Toby Jones (Harry potter). Qui i due riusciranno eroicamente a sfuggire insieme ad un antico artefatto, l’Antikythera, rubato allo studioso nazista Voller. Si tratta di un meccanismo creato da Archimede che unito ad un secondo pezzo mancante, avrebbe permesso di controllare anche il tempo, di aprire dei varchi temporali. Negli anni, Basil resta così affascinato dall’oggetto da tramutarlo nella sua ossessione.

L’anno è il 1969, l’avventuriero Indiana Jones è divenuto un triste professore di archeologia prossimo alla pensione, con tanti acciacchi fisici ed un triste carico emotivo dal passato che porta con sé. L’incontro con Helena (Phoebe Waller Bridge), figlia del defunto Shaw, modificherà momentaneamente i suoi piani per una vecchiaia tranquilla; la ragazza si rivolge a Jones per recuperare l’Antikythera e poterlo vendere ad un’asta clandestina.

Nella corsa per riprendere l’antico oggetto rubato, Jones si imbatterà nuovamente nell’antico proprietario dell’Antikithera: il nazista Voller, ora professore Schmidt. Quest’ultimo, dopo aver conquistato lo spazio lavorando per la NASA, vuole nuovamente controllare il tempo con il meccanismo di Archimede.

Parte la corsa per Indiana Jones ed Helena, insieme, per recuperare il secondo oggetto, mai ritrovato fino ad allora.

Indiana Jones
Premiere italiana del film al Teatro antico di Taormina durante il Taormina Film Festival 69. @ Nando Purrometo

Un’Indiana Jones fuori tempo

Elemento interessante in Indiana Jones ed il quadrante del destino, che salta subito all’occhio per lo spettatore, è il passare degli anni per l’eroe con frusta e cappello.

Nel passaggio dal flashback al presente del 1969 la contrapposizione è fin troppo chiara per lo spettatore: se un minuto prima vediamo un Indiana Jones ringiovanito che salta da un treno in corsa, il momento dopo siamo di fronte ad un uomo, provato dagli anni di avventure.

Molto d’impatto è la scelta di mostrare come prima scena dell’archeologo nel presente il personaggio a torso nudo, in tutta la sua fragilità fisica. Il vecchio Indiana Jones si ritrova a vivere in un corpo che non è più il suo, ed in una realtà che non sente più sua.

Un cambio di testimone?

Indiana Jones ed il quadrante del destino presenta una nuova figura femminile: Helena. Si tratta di un personaggio avventuriero e senza paura come Jones, ma con una mente calcolatrice. Mentre il vecchio avventuriero è sempre legato ai valori e lotta per essi, Helena sembra avere un carattere più razionale.

Helena diviene un prototipo di eroina femminista: indipendente ed intraprendente, fa risse, sfugge dalla mafia in Marocco e si dà a degli inseguimenti in sella ad una moto rubata! L’attrice Phoebe Waller Bridge, nell’interpretare la giovane, porta molta della sua sottile ironia, dando vita ad una co protagonista che porta un certo brio comico al film.

Indiana Jones
Phoebe Waller Bridge alla conferenza stampa del Taormina Film Fest 69.

Il solito Indiana Jones

Indiana Jones ed il quadrante del destino presenta molti elementi tecnico narrativi classici del franchise: l’indimenticabile colonna sonora di John Williams (The Fabelmans), le scene d’azione e di inseguimenti e l’immancabile look dell’avventuriero Jones. La presenza di questi elementi era necessaria per il film, altrimenti che Indiana Jones sarebbe stato!

Ad ogni modo però la presenza di una trama molto simile a quella degli altri film precedenti può dare al film un non so che di già visto, di ripetitivo. L’unico elemento narrativo di differenza è la presenza dei viaggi nei varchi temporali: tale tematica non solo non è appartenente al genere d’avventura, ma soprattutto non è affrontata in maniera adeguatamente precisa.

Indiana Jones ed il quadrante del destino non è una pellicola perfetta e probabilmente non ha rispettato le tante attese del pubblico, ma ci ha comunque regalato un ritorno sullo schermo di una figura molto amata dagli spettatori. Il risultato è un film molto piacevole da vedere, che ci riporta il perfetto mix di azione, avventura e lieto fine che solo un Indiana Jones può regalare!

 

Ilaria Denaro

Tao Film Fest 69: In The Fire

 

In The Fire
“In The Fire” pecca di originalità ma va riconosciuto come prodotto cinematografico (quasi) italiano – Voto UVM: 2/5

 

In The Fire, diretto da Conor Allyn, è stato presentato alla prima serata del Taormina Film Fest 69 e segna il ritorno sulle scene di Amber Heard. Quest’ultima, accompagnata dal resto del cast, è stata presente il 24 giugno alla presentazione ufficiale del film, dialogando col direttore esecutivo del Taormina Film Fest 69: Barrett Wissman.

Ambientato a fine Ottocento, il film, racconta di una psichiatra trentottenne americana (Amber Heard), chiamata a risolvere il caso di un bambino autistico, creduto indemoniato. Al suo arrivo la dottoressa scopre che la madre del ragazzino è morta e che il padre stesso ha iniziato a credere alla possibile possessione del piccolo.

La donna tenta una psicoanalisi del bambino (ci troviamo, infatti, agli inizi degli studi freudiani sulla psicanalisi) ma gli eventi nefasti si intensificano e la sua “cura” diventa una corsa per salvare il piccolo dalla furia dei concittadini e, forse, anche da se stesso!

In The Fire
Amber Heard durante la prima ufficiale di “In The Fire” al Taormina Film Festival 69. @ Nando Purrometo

Quanto c’è di originale?

A leggere la trama, il film sembra qualcosa di già visto e sentito. Ed effettivamente sono molti i prodotti filmici e seriali che in passato hanno proposto trame simili, per non dire identiche!

Volete qualche esempio? Di sicuro, il recente Il prodigio (2022) è l’esempio più lampante: ritroviamo, infatti la figura di una donna a cui è stata affidata una bambina. E anche in questo caso la donna sarà costretta a lottare con della gente bigotta e irrazionale.

Come non citare poi Freud (2020), la serie tv che fin da subito si è presentata come “un porno dell’orrore” e che a sua volta è un plagio della precedente L’alienista (2018). Insomma, una cosa è certa: In The Fire pecca di originalità!

In The Fire: and the winner is…

È da riconoscere l’impegno messo da parte di Conor per la realizzazione del film. Anche se con un montaggio un po’ lento, rientra perfettamente nei canoni del genere a cui appartiene: il thriller psicologico.

Un plauso meritatissimo anche a tutto il resto del cast e soprattutto a Eduardo Noriega, che nel film interpreta il ruolo del padre del bambino, e a Luca Calvani, che dopo Beautiful (1987) riveste nuovamente i panni di un sacerdote.

In The Fire
Da sinistra a destra: Lady Monika Bacardi e Andrea Iervolino (produttori cinematografici di “In The Fire”. @ Nando Purrometo

E non può mancare, a questo punto, il feedback dei produttori del film:

“In the Fire sintetizza bene il nostro business model e ci conferma la validità della strada intrapresa in questi anni: produzioni 100% italiane e di qualità rivolte al mercato globale, che vedono la partecipazione di star hollywoodiane e l’impiego di maestranze nostrane”

Hanno dichiarato i produttori Andrea Iervolino e Lady Monika Bacardi, fondatori di ILBE, ad un’intervista durante il Taormina Film Festival (qui una parte dell’intervista).

Amber Heard volto del nuovo cinema italiano?

Il film segna il ritorno di Amber Heard nel cinema indie, nelle vesti di protagonista e di produttrice esecutiva. Ma, l’ex moglie di Johnny Depp, in questo film ha dovuto fare un passo indietro di fronte alla bravura del resto del cast. Partendo da quella di Eduardo Noriega e del piccolo Lorenzo McGovern Zaini, volto di molti film “made in ILBE”, fino ad arrivare agli italianissimi Luca Calvani (To Rome with Love, Sex and the City, Beautiful) e Yari Gugliucci, due sacerdoti molto diversi ma ugualmente enigmatici.

Una pellicola che non può vantare né la sua originalità né un buon montaggio. Va presa per quello che è: un prodotto “made in Italy” con un ottimo cast!

 

Domenico Leonello

Gli amanti

Secondo me la scrittura ha un bellissimo potenziale. Puoi rendere speciale la vita di chiunque e rendere indimenticabile la più piccola delle cose. Ora devi solo immaginare.

Sotto l’acqua di una cascata, immersa nella natura nel silenzio più assoluto una donna si lava.
L’acqua scorre sulla sua pelle, attraversa tutte le sue curve.
Sebbene sia giugno, l’acqua è fredda e le fa venire la pelle d’oca dappertutto.
La donna sembra pensierosa e l’acqua sembra lavare via ogni pensiero, anche quello più sporco, anche quello più triste.
Un uomo la vede, si nasconde e inizia ad osservarla… lei è rivolta di schiena, sposta i lunghi capelli neri da un lato, gira un po’ il viso dal lato opposto e inizia a sorridere gioiosamente perché l’acqua che scorre le provoca un piccolo solletichio, si sposta e lascia che l’acqua scorra sui seni.
I seni sono piccoli e sodi, l’acqua quasi gelida le fa diventare i capezzoli duri, lei continua a sorridere come se avesse spezzato la tristezza.
L’uomo è ancora là, la osserva… come si fa a non guardare tanta bellezza? La pelle candida della donna lo ha letteralmente abbagliato. Ma non solo: il sorriso, la schiena, la vite sottile, i larghi fianchi dove le gocce d’acqua che scorrevano sembravano tante piccole carezze, fecero venire sete all’uomo. Per qualche strana ragione lei si girò e lo vide, aveva uno sguardo un po’ perplesso mentre lui si era preso di imbarazzo, stava per andare via quando lei lo chiamò.
L’uomo senza neanche riflettere tolse i vestiti ed entrò in acqua. Si avvicinó delicatamente, come se sapesse che un gesto brusco l’avrebbe fatta andare via. Non appena l’uomo le fu vicino, iniziò ad osservarla meglio: gli occhi neri della donna lo avevano incantato. Le giró attorno quasi scrutandola, lei rimase immobile.
Lui si fermò dietro la donna, si prese di coraggio, e molto dolcemente posó le labbra sulla spalla di lei. Lei divenne immobile, il respiro le si era bloccato, e lui che se ne rese conto, l’avvolse tra le braccia. E dalla spalla spostò le labbra al collo ed iniziò a baciarlo, di colpo voltò la donna e la strinse forte a lui. Osservava gli occhi grandi e cercava di scoprire qualcosa, ma quello che vide fu solo un ardente fuoco. Lei si abbandonò a quell’abbraccio e i due si fecero sempre più vicini fino a quando avevano la distanza di un respiro. Iniziarono a baciarsi. Lei mise le sue braccia attorno al collo di lui e lasciò scivolare una mano sulla schiena di lui, mentre l’uomo curioso scopriva il corpo di lei con mani e bocca.
Dalle labbra scende al collo, e dal collo ai seni, e mentre la bacia lascia le mani ad esplorare e scoprire quel corpo.
Lei trema: non aveva mai provato niente del genere mentre lui, lui non aveva mai trovato il sapore dell’acqua così dolce.
Questo è il gioco degli amanti.

Rachele Salvà

*Immagine in evidenza: illustrazione di Marco Castiglia

Tao Film Fest 69: Lo Sposo Indeciso

A metà tra commedia e paradosso, Lo Sposo Indeciso, da un insegnamento su come riflettere ai piccoli dilemmi della vita. Voto UVM: 4/5

La seconda serata della sessantanovesima edizione del Taormina Film Festival si è aperta con la prima assoluta di Lo sposo indeciso che non poteva, o forse non voleva, uscire dal bagno. Diretto dal regista Giorgio Amato, il film è una commedia dai tratti drammatici e tendenti al paradossale. La trama, molto statica, racconta le infinite peripezie di Samantha e di Gianni Buridano, noto professore di filosofia morale.

Dopo i drammi vissuti dalla sposa, lo sposo viene colpito da un incontrollabile bisogno del bagno e, dopo essere entrato nella toilette presente nella chiesa, non riesce più ad uscire da lì.

Protagonisti de Lo Sposo Indeciso sono Gianmarco Tognazzi nel ruolo del professore ed Ilenia Pastorelli come Samantha. Nel cast sono presenti altre note figure del cinema italiano, quali Claudia Gerini (Hammamet), Ornella Muti e Francesco Pannofino (Boris). La tragicommedia italiana arriverà nei cinema il 29 giugno.

Lo sposo indeciso
Il regista Giorgio Amato sul Blue Carpet di Taormina. ©Ferdinando Purrometo

Lo sposo indeciso: il fenomeno del classismo

La pellicola si sviluppa sulla contrapposizione tra la figura di Samantha, ignorante, di poche maniere e fortemente legata alle credenze superstiziose ed alla religione, ed il professore, ateo uomo di pensiero molto colto. Fin dall’inizio si nota anche la diffidenza da parte delle famiglie dello sposo e della sposa verso il futuro consorte: il padre della sposa, interpretato da Francesco Pannofino, spinge affinché la figlia cambi idea, per tornare da Jonathan, il figlio del macellaio più simile a loro come retaggio sociale.

Allo stesso modo, Edo, testimone ed amico dello sposo, cerca di convincere il professore a riflettere sul grande passo che sta facendo e sulla follia di unirsi con una ragazza così diversa da lui, con cui non ha nulla in comune. Lo spettatore comprende come, a prescindere dalla classe sociale, i simili tendono a stare con i propri simili e si ha sempre diffidenza verso ciò che è diverso.

Lo Sposo Indeciso: la scienza contro la superstizione

Un’altra dicotomia interessante che viene sviluppata ne Lo Sposo Indeciso è la contrapposizione tra la realtà scientifica e la sfera delle credenze e superstizioni umane. Il professore Buridano è la personificazione della conoscenza basata sul pensiero razionale, mentre Samantha e gli avvenimenti in sé mostrano la forza del paradosso irrazionale.

Il professore si ritrova a lottare contro una realtà a cui non trova spiegazione, venendo catapultato in un vortice di malocchio ed incantesimi. Lo sposo lotterà per mantenere ferma la sua linea di pensiero atea e contro ogni credenza.

Si ritroverà dinanzi ad un dilemma: dover rinnegare la propria razionalità, accettando l’esistenza delle superstizioni, o andarsene con la sua integrità di pensiero!

Lo sposo indeciso
Samantha prima del matrimonio. © Ilaria Denaro

L’omaggio a Francesco Nuti più che riuscito

Il film è tra l’altro un gentile omaggio all’ormai scomparso Francesco Nuti nel film Madonna che silenzio c’è stasera, dove lui inizia questa giornata rimanendo bloccato in bagno (per una quindicina di minuti) non riuscendo più a smettere di fare pipì. Ed effettivamente è questa scena che ha dato al regista, Giorgio Amato, lo slancio narrativo per la stesura della sceneggiatura.

Con una differenza, il nostro protagonista, interpretato da Gianmarco Tognazzi, resterà “bloccato” in bagno non solo per 15 minuti ma per tutta la durata del film.

Un film sul paradosso intriso d’esistenzialismo da taverna

Il problema che fa da collante a tutta la pellicola di Giorgio Amato è l’incapacità di prendere delle decisioni. Nel film si fa, più di una volta, riferimento al paradosso dell’asino di Buridano (nome scelto proprio per il protagonista), che narra di un asino affamato, seduto tra due mucchi di fieno perfettamente uguali e che nell’incapacità di scegliere se mangiare quello a destra o a sinistra morirà, purtroppo, di fame.

E la stessa cosa succederà al nostro protagonista Buridano, professore di filosofia morale, che nell’incapacità di scegliere se continuare a sostenere le tesi per cui ha lottato un’intera vita e quella di smentirle, a favore di una via d’uscita un po’ più “soprannaturale”, finirà per “morire di paradosso”.

E proprio il paradosso avrà un ruolo fondamentale nella trama e, soprattutto, nella costruzione del protagonista del film. Quest’ultimo, infatti, non riuscirà a svincolarsi dai suoi studi sulla morale, restando “incastrato” in una serie di citazionismi filosofici e paradossali.

Lo Sposo Indeciso è una “quasi commedia” d’altri tempi!

Lo Sposo Indeciso alla fine si presenta come un film più che riuscito. La funzione narrativa, pur se minimale e a tratti statica, funziona, facendo restare lo spettatore incollato (o quasi) allo schermo. Probabilmente questo è dovuto anche al cambio di toni dalla prima alla seconda parte del film che lo fanno diventare un dramedy d’altri tempi:

“Questa storia mi ha colpito da subito. Io ci ho subito rivisto quelle ispirazioni che avevo visto in Il Ministro, di un certo tipo di commedia che avevo visto fare ai tempi di mio padre, dove Ferreri prendeva degli argomenti apparentemente grotteschi e sopra le righe e li faceva diventare delle storie che si dividevano tra la commedia e il dramma” (Gianmarco Tognazzi alla prima durante il Tao Film Fest 69)

 

Ilaria Denaro
Domenico Leonello

Warner Bros: il grande cinema compie 100 anni

Il 4 aprile del 1923 sorge a Burbank, California una piccola società, la Warner Bros. Pictures. In cento anni di crescita e cambiamenti, da allora si è fatta la storia del cinema. Sempre all’avanguardia, la Warner Bros. ha segnato alcune pietre miliari dell’evoluzione cinematografica: primo fra tutti, l’avvento del sonoro. Nel 1927 gli studios, all’orlo del fallimento, rischiano il tutto per tutto scommettendo su una nuova meraviglia nelle pellicole: il suono. Con Il cantante di jazz si scuote a fondo il mondo del cinema, cambiandolo totalmente. Dedicandosi fin da subito a vari generi, la Warner Bros. si aprí ad un pubblico ampio, producendo musical come la Quarantaduesima strada, cartoni animati come i Looney Tunes negli anni trenta e fantastici drammi d’amore come Casablanca negli anni quaranta.

In onore di questo centenario, si commemorerà questo grande traguardo anche nei grandi festival del cinema, come il Taormina Film Festival, la cui sessantanovesima edizione si aprirà oggi. Sono state programmate tantissime proiezioni speciali di capolavori della Warner Bros: qui ne analizzeremo alcuni dei più importanti!

Warner Bros
Scena di Il cantante di Jazz. Fonte: theguardian.com, Warner Bros. pictures

Il cantante di jazz (1927): l’alba della Warner Bros.

Il Cantante di jazz è un momento di svolta per il cinema: rivoluziona il  modo in cui viene percepito il film e la stessa sfrenata Hollywood. Dal punto di vista tecnico, Il cantante di jazz è la prima pellicola ad inserire degli elementi di sonoro oltre la sola musica di sottofondo.

Lo potremmo considerare come un’opera di passaggio dal muto al cinema pienamente parlato: continuano ad essere presenti le didascalie per molti dialoghi tra personaggi, ma allo stesso tempo lo spettatore ha la possibilità di sentire Jackie, il protagonista, realmente cantare e parlare. Oltre alle sole parti cantate, vengono introdotti anche dei suoni, come l’applauso del pubblico per il cantante di jazz. Guardando questo film ora, nel 2023, può apparire più che normale la presenza del suono, ma, calando Il cantante di jazz nel suo contesto storico, possiamo comprendere l’incredibile importanza che ha avuto per il cinema.

Shining (1980): il monopolio di Kubrick

Shining, il cult movie diretto da Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, con la sua drammatica e a tratti orrorifica narrazione delle vicende della famiglia Torrance, è ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo di generazioni. Chi non ha mai provato, almeno una volta nella sua vita, ad imitare l’iconica scena in cui Jack (Jack Nicholson) sfonda la porta del bagno con l’accetta pronunciando la frase: “Sono il lupo cattivo!”.

Per molti aspetti, Shining potrebbe rientrare nella lista dei film più “sovversivi” della storia del cinema. In primis per l’utilizzo della steadycam, un supporto che favorisce movimenti rapidi e senza vibrazioni. E poi per lo svariato utilizzo dei raccordi, che privilegiano quell’”invisibilità” del montaggio, di cui Hollywood ne è la culla. Ad esempio, nella famosa inquadratura in cui Danny (Danny Lloyd) entra nella stanza 237 cercando la madre, il raccordo di risposta ci rimanda ad un’inquadratura che mostra la madre da tutt’altra parte. Il film, inoltre, consolida la stretta collaborazione tra il regista Kubrick e la Warner Bros., la quale produrrà tutti i suoi film da Arancia Meccanica (1971) in poi.

Warner Bros
Scana di Shining. Fonte: wikipedia.it, Warner Bros. Pictures

Matrix (1999): il multiverso della Warner

Sono due le coppie di fratelli che, a mio parere, hanno rivoluzionato la storia del cinema. E se i primi furono i Lumière, non possiamo ad oggi non riconoscere il forte impatto provocato dai registi di Matrix: i fratelli o, meglio, le sorelle Wachowski.

Il loro “mito della caverna” stile cyberpunk, come in Platone, ruota sulla dicotomia tra realtà e finzione. Neo / Mr. Anderson (Keanu Reeves) è il prigioniero che lascia la caverna per liberarsi delle illusioni e dalla finzione che essa genera. Una volta accettata la dura realtà rientra nella caverna (in Matrix) per liberare gli altri, come Morpheus (Laurence Fishburne) ha fatto con lui.

E anche se noi, nuove generazioni, diamo ormai per scontato l’idea di un’immagine così plasmabile sul grande schermo, non si può dire lo stesso del pubblico di allora che si trovò di fronte a delle scene realizzate con effetti speciali all’avanguardia ripetuti insistentemente. Ne è un esempio il bullet time, effetto realizzato con una tecnologia chroma key (green screen / blue screen) unita ad una computer grafica 3D, che divenne poi uno dei marchi principali del film.

Il cavaliere oscuro (2008): la Warner Bros. dei supereroi

Con Il cavaliere oscuro la Warner Bros. ha portato sul grande schermo una ultima, strabiliante performance di Heath Ledger. L’attore australiano qui interpreta uno dei più noti cattivi del cinema e dei fumetti: il Joker. La figura di questo pseudo pagliaccio malvagio è stata riportata in pellicola da molti attori, ma l’interpretazione di Ledger è probabilmente una delle più riuscite, tanto da fargli vincere l’Oscar come miglior attore non protagonista postumo: una coronazione alla sua carriera ed alla sua vita. La Warner si è occupata della produzione di tutta la saga di Batman diretta da Christopher Nolan, quindi oltre a Il cavaliere oscuro, secondo capitolo della trilogia, anche di Batman Begins (2005) e Il cavaliere oscuro: il ritorno (2012).

Warner Bros
Heath Ledger in Il cavaliere oscuro. Fonte: Quinlan.it, Warner Bros. Pictures

Per dare una reale visione completa dei cento anni di cinema e passione che ha regalato la Warner Bros al pubblico internazionale sarebbe necessario ben più di un solo articolo. Senza alcun dubbio, fondazioni come Taormina arte sono riuscite a dare un miglior sguardo al passato di questi studios, riportando sul grande schermo le pellicole analizzate, insieme a molti altri capolavori. Non ci resta che continuare a celebrare il cinema al Taormina Film Festival appena iniziato ed aspettare come ci sorprenderà la Warner Bros. nei prossimi cento anni!

Ilaria Denaro
Domenico Leonello

ACR Messina iscritto alla Serie C, ma il futuro resta incerto

L’estate è appena iniziata e i tifosi dell’Acr Messina si apprestano a vivere mesi roventi, non solo per colpa delle temperature torride, ma per la situazione di incertezza nella quale si trova la società giallorossa che, nonostante l’avvenuta iscrizione al campionato di Lega Pro, non sa quale sarà il suo futuro in vista della prossima stagione sportiva.

I fatti

Dopo un finale al cardiopalmo conclusosi con la salvezza ottenuta soltanto nei playout vinti dalla squadra guidata da Ezio Raciti a discapito Gelbison, e la conseguente permanenza in Lega Pro, il club peloritano ha vissuto settimane di incertezza con la paura della mancata iscrizione più volte minacciata dal Presidente Pietro Sciotto.
Una situazione complicata che ha tenuto col fiato sospeso tutta la città e che si è risolta, fortunatamente, nel migliore dei modi, visto che la società ha presentato in tempo tutti i documenti utili per l’iscrizione al girone C del campionato.

Pietro Sciotto – fonte: messinasportiva.it

Cosa è successo

A confermare i rumors dei mesi scorsi, appena terminata la stagione, è stato il Presidente Sciotto, il quale ha dichiarato la propria volontà di non continuare a essere il N° 1 della società giallorossa e di essere disposto a cedere definitivamente il club.
Fin qui tutto bene; anche perché l’interesse dell’imprenditore Fabrizio Mannino faceva ben sperare. Tuttavia, nonostante una presunta offerta di circa 3 milioni di euro da parte di quest’ultimo (notizia però smentita dalla società stessa) e vari incontri tra le parti, con la presenza anche del Sindaco Basile, i due soggetti non sono riusciti a trovare un accordo.

Ciò ha spinto Sciotto, il 15 giugno, a comunicare alla stampa l’intenzione di non iscrivere il club tra i professionisti abbandonandolo così al proprio destino e scatenando l’ira dei tifosi biancoscudati che hanno inveito, soprattutto sui social network, contro il Presidente e la società.

Il comunicato del Presidente dell’ACR Messina

Il Presidente Pietro Sciotto ritiene opportuno intervenire per precisare alcuni aspetti importanti in un momento fondamentale per il futuro del Messina, riguardanti gli incontri in corso con Fabrizio Mannino che ha manifestato l’interesse ad acquisire la società.
Dopo un primo contatto avvenuto lunedì scorso, due giorni fa il presidente Sciotto si è confrontato con i rappresentanti del signor Mannino, impossibilitato ad essere presente per un improvviso improrogabile impegno a Palermo. Nello spirito della massima collaborazione, il presidente Pietro Sciotto ha esaminato una bozza di massima, scritta a penna, che prevedeva gli aspetti essenziali di un accordo mirato a concretizzare il passaggio di quote dell’Acr Messina, riservandosi di valutarla per dare una risposta ieri e chiedendo, alla parte potenzialmente acquirente, di esibire adeguate garanzie al documento preparato in bozza.
Purtroppo, dopo l’ulteriore contatto avvenuto ieri, il signor Mannino non ha fornito alcuna garanzia e non ha sottoscritto alcun accordo, neppure preliminare, nemmeno sulle proposte da lui formulate.
Pertanto, la trattativa può considerarsi chiusa.
Il presidente del Messina Pietro Sciotto, come affermato ripetutamente da tempo, e da ultimo lo scorso 24 maggio, con grande rammarico e dolore, non iscriverà la squadra al prossimo campionato.

Il cambio di rotta

Quando tutto sembrava perduto, però, martedì la società tramite il proprio profilo ufficiale ha sorpreso tutti annunciando di aver completato l’iter per l’iscrizione, presentando tutti i documenti necessari agli uffici competenti della Lega Pro.

Acr Messina comunica di aver prodotto ed inoltrato alla Lega Pro tutta la documentazione richiesta dalla normativa federale per l’iscrizione al campionato di serie C 2023/24 entro i limiti temporali.

Messina vs Gelbison – fonte: Facebook

 

Le reazioni

Non si sono fatte attendere le reazioni della Messina calcistica che, nonostante l’antipatia verso il Presidente, ha espresso la propria gioia nell’apprendere una notizia così importante.

Mentre il Sindaco Federico Basile, ai microfoni di messinasportiva.it, si è detto felice per la decisione assunta, affermando:

Avevo spronato il presidente Sciotto sabato scorso, ma non abbiamo avuto altri contatti in una giornata convulsa. Ho appreso ufficiosamente che tutto è andato per il meglio. Sono soddisfatto e contento della scelta della proprietà che ha iscritto la squadra in Serie C consentendo alla città di Messina di non perdere il professionismo. È stato un autentico atto d’amore da parte del presidente che va ringraziato per aver salvato il Messina sul campo e anche fuori dal campo

Tifosi Messina – fonte: Facebook

Quale futuro per l’ACR Messina?

Scongiurata, quindi, la possibilità di scomparire e ripartire dai dilettanti, il futuro dell’Acr resta comunque incerto. Si dovrà capire se Sciotto voglia continuare la propria avventura in riva allo Stretto per il settimo anno consecutivo, nonostante le numerose difficoltà da affrontare, oppure la proposta di cessione resterà invariata finché non arriverà un’offerta giusta che possa garantire al calcio messinese la stabilità e le certezze di cui ha bisogno per ritornare a sognare in grande.

 

Giuseppe Cannistrà