MessinaCon 2024: la Fiera del Fumetto che ti porta in un mondo fantastico

La città dello Stretto si appresta ad aprire le proprie porte al fantastico con il MessinaCon 2024, evento atteso con grande entusiasmo da appassionati di fumetti, cosplay, giochi di ruolo e cultura pop. La fiera del Fumetto e del Fantastico, fenomeno messinese in continua crescita, si terrà nel weekend del 30 agosto – 1 settembre, presso il PalaCultura di Messina.

Cultura Pop e Intrattenimento: Un Programma Ricco e Diversificato

Il MessinaCon è organizzato dall’Associazione StrettoCrea e parte di ReteFumetto, si presenta con un programma estremamente vario. Il cuore pulsante del MessinaCon è, come ogni anno, il mondo del fumetto. Gli appassionati potranno incontrare autori di fama nazionale e internazionale, partecipare a sessioni di autografi, e assistere a conferenze e workshop dedicati all’arte del disegno e della narrazione per immagini.

Ma non solo fumetti, previste innumerevoli attività per gli amanti dei giochi di ruolo e dei board games che troveranno pane per i loro denti. Immancabile è la gara Cosplay (qui il link per l’iscrizione) prevista per giorno 1 settembre, dove i cosplayer animeranno la manifestazione con i loro costumi spettacolari e performance artistiche.  

 

MessinaCon 2024: Ospiti eccezionali e personalità dirompenti

Per la prima volta a Messina, Ruggero de i Timidi (alter ego di Andrea Sambucco), cantautore e comico, ci farà ballare e cantare con i suoi pezzi più iconici: Timidamente io, Padre e Figlio e tante canzoni che compongono la sua nutrita discografia. Il concerto è previsto per il 30 agosto a partire dalle ore 18, mentre il giorno dopo si racconterà ai nostri microfoni alle ore 19.30.

Il secondo ospite invece a Messina è di casa che, dopo la sua partecipazione allo Stretto Games, ritorna sui nostri palchi, stiamo parlando dell’artista poliedrico (cantautore, performer e creatore di giochi) Immanuel Casto, che si racconterà in un meet&greet (targato UVM) previsto per il 31 agosto alle ore 18.

La terza e non per importanza, è il fenomeno del fumetto italiano, la catanese Fumetti Brutti, nome d’arte di Josephine Yole Signorelli. La fama di Fumetti Brutti la precede, artista che vanta nel suo palmares numerosi premi: Premio Micheluzzi con Romanzo Esplicito, e ben 2 Premi Gran Guinigi di Lucca con P. La mia adolescenza trans (2019) e l’anno dopo con Anestesia. L’autrice si racconterà in un doppio meet&greet (firmato UVM), nei giorni 30 e 31 alle ore 16.

Arte in mostra: Officina del Sole & Friends

Lunedì 26 Agosto alle ore 18.00, Palazzo Zanca a Messina apre le porte all’inaugurazione della mostra di fumetti e illustrazioni “Officina del Sole & Friends”, a cura di Officina del Sole.
L’esposizione, inserita nel circuito del MessinaCon, è  visitabile fino al 1 settembre e coinvolge 20 autori siciliani e calabresi, rendendo evidente come anche nella nostra terra si può fare dell’arte una mestiere. A tal proposito, nel discorso inaugurale, il presidente di StrettoCrea, Giuseppe Mulfari, ha espresso la sua volontà di voler trasmettere ai giovani l’importanza di credere nei propri sogni e che “la passione può essere un lavoro”.

MessinaCon2024
Inaugurazione mostra Officina del Sole & Friends. © Giulia Cavallaro

 

Il MessinaCon 2024 si annuncia come un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del mondo geek, offrendo un mix perfetto di intrattenimento, cultura e creatività. Che siate fan di lunga data o nuovi curiosi del genere, il MessinaCon promette di regalarvi un’esperienza indimenticabile, immersi nel fantastico e circondati da persone che condividono le vostre passioni.

Non resta che segnare le date sul calendario e prepararsi a vivere un weekend all’insegna del divertimento e della scoperta.

 

Gaetano Aspa

Qui il programma completo https://www.messinacon.it/programma/

Antoine De Saint-Exupéry: lo scrittore con la testa fra le nuvole

Ottant’anni fa veniva a mancare Antoine de Saint-Exupéry, uno degli autori più influenti del ‘900 grazie al suo capolavoro: Il Piccolo Principe. Oggi, in occasione dell’anniversario della morte avvenuta durante una missione aerea, vogliamo ricordare lo scrittore e la straordinaria eredità delle sue opere.

Antoine de Saint-Exupéry, il poeta aviatore

Nasce a Lione il 29 giugno 1900 da una famiglia aristocratica. Fin da piccolo, nonostante si dimostri da subito un ragazzo intelligente, non riesce ad applicarsi ed essere disciplinato e attento a scuola. Non sono d’aiuto i rapporti con i compagni che lo prendono in giro per la forma del naso e per il suo stare con lo sguardo rivolto verso l’alto.

“È un poeta che fa l’aviatore. Di solito gli aviatori non scrivono poesie e di solito i poeti non fanno gli aviatori. […] Lui ha bisogno di stare nell’aria, è il suo elemento, ma l’aria e l’aeroplano senza una casa, un porto, un aeroporto verso il quale volare non ha senso” –Prof. Raniero Regni (Ordinario di Pedagogia Sociale presso il Dipartimento di Scienze Umane della LUMSA di Roma) su Antoine de Saint-Exupéry

Durante la sua vita, oltre a essere pilota civile e militare, ha scritto diverse opere, di cui molte dedicate proprio alla sua passione per il volo. Ricordiamo infatti L’aviatore (1926), Terra degli uomini (1939), Il pilota e le potenze naturali (1940) e  Pilota di guerra (1942). Molti suoi scritti furono pubblicati dopo la sua morte, come ad esempio Lettere alla madre (scritte tra il 1910 e il 1944 e pubblicate nel 1953) e Reportage (1982).

Antoine de Saint-Exupéry. Fonte: Duecento Pagine
Antoine de Saint-Exupéry. Fonte: Duecento Pagine

Il successo de “Il Piccolo Principe”

Ma l’opera di Saint-Exupéry che ha fatto innamorare il mondo è indubbiamente Il Piccolo Principe. Il libro esce negli Stati Uniti nel 1943, dove l’autore è esule dalla Seconda Guerra Mondiale, e nel 1945, un anno dopo la sua morte, spopola in Francia. Di questo racconto, dalla struttura simile a quella di una fiaba, sono state stampate 134 milioni di copie in tutto il mondo e in ben 220 lingue, facendolo diventare così il terzo libro più letto al mondo dopo Il Capitale di Karl Marx e La Bibbia. Ancora oggi sulle librerie di ragazzi e adulti compaiono nuove e vecchie edizioni del libro, a testimonianza del fatto che sia quasi un testo imprescindibile per la crescita dei lettori.

La trama e la missione del libro

La trama narra di un pilota di aerei che, dopo essere precipitato nel deserto del Sahara, incontra proprio il Piccolo Principe. Quest’ultimo, capendo che anche l’aviatore ha una certa sensibilità, comincia a raccontarsi. Le vicende con l’amica Volpe, l’amore per la sua Rosa, riescono a descrivere con delicatezza inaudita e semplicità argomenti profondi che anche un lettore esperto e imbarcato può trovare commoventi. Sono tanti gli insegnamenti che traspaiono da questo libro, tanto da poterlo considerare un piccolo romanzo di formazione senza tempo o target di età. Tutti gli incontri che il Piccolo Principe fa, le varie strade che nel corso della sua vita il suo essere può imboccare, rappresentano le diverse possibili sfaccettature della natura umana. È un viaggio nella profondità di ognuno di noi e proprio per questo può far scaturire significati diversi anche in base all’età del lettore.

Dal film “Il Piccolo Principe” di Mark Osborne (2015). Fonte: Elapsus

L’eredità di de Saint-Exupéry

Molti gli artisti che hanno reso omaggio ad Antoine de Saint-Exupéry. Hugo Pratt, fumettista di fama mondiale, ha realizzato un fumetto, “Saint-Exupéry. L’ultimo volo”, sulla vicenda della morte. Francesco De Gregori, nell’album “Terra di Nessuno” (1987), ha inserito il brano Pilota di guerra, dedicata a lui. Inoltre nel 1995 il regista francese Jean-Jacques Annaud gli dedica un cortometraggio biografico dal titolo Wings of Courage. Questi e tantissimi altri artisti cercano volentieri di rendergli omaggio per tramandare la profonda lezione d’amore che trasporta nelle sue pagine. Peraltro di questo bestseller sono stati realizzati un film d’animazione (per la regia di Mark Osborne nel 2015) e una serie televisiva per Rai Fiction da tre stagioni (tra il 2010 e il 2016).

Antoine de Saint-Exupery è scomparso nel 1944 a soli 44 anni. Tuttavia, l’eredità che ci ha lasciato attraverso le opere ha un valore inestimabile per gli argomenti e il modo con cui è riuscito a trattarli. Egli riesce a trasmettere attraverso i suoi personaggi riflessioni e insegnamenti a chiunque lo legga, diventando vere e proprie pietre miliari delle nostre vite.

 

Rosanna Bonfiglio

Deadpool & Wolverine: il nuovo film sull’eroe “chiacchierone”

Se non fosse per alcune citazioni metafumettistiche e metafilmiche, “Deadpool & Wolverine” altro non sarebbe che una nuova “superhero fatigue” da aggiungere alla lista dei film-flop targati Marvel. – Voto UVM: 4/5

 

Deadpool & Wolverine è un film del 2024 co-prodotto, co-scritto e diretto da Shawn Levy. È il terzo dedicato al mercenario chiacchierone della Marvel (i primi due erano slegati da questo universo e realizzati dalla Fox, prima che venisse acquistata dalla Disney).

I protagonisti della pellicola sono Ryan Reynolds, anche co-sceneggiatore e co-produttore, e Hugh Jackman, rispettivamente nei panni di Deadpool e Wolverine.

Sinossi alla Deadpool, anzi, alla Wolverine…

Sono passati sei anni dagli eventi del secondo film e Wade Wilson ha abbandonato il ruolo di Deadpool per vivere una vita tranquilla. Ma un giorno, la Time Variance Authority (rimandiamo alla nostra recensione della serie su Loki!) rapisce Wade comunicandogli che la sua linea temporale è in pericolo e rischia la cancellazione.

Wade riprende i panni di Deadpool e viaggia tra le varie linee temporali alla ricerca del “giusto” Wolverine in grado di aiutarlo. Purtroppo (o per fortuna) si imbatte in un Wolverine diverso da quello che conosciamo noi.

Deadpool e Wolverine litigano. Fonte: Disney
Deadpool e Wolverine litigano. Fonte: Disney+

È davvero la fine dei supereroi? Lo dice il “merc with a mouth” 

Tuttavia, urge ricordare ai dirigenti Disney che non basta un solo film a risollevare le sorti di un Marvel Cinematic Universe ormai a pezzi. Dopo Avengers: Endgame, sono stati tanti i film che hanno ricevuto recensioni negative sia dalla critica che dal pubblico. Flop al botteghino, fan delusi, universi sempre più espansi e complicati: è davvero la fine dei supereroi?

Se non fosse per l’effetto nostalgia e per alcune citazioni metafumettistiche e metafilmiche (incluse le considerazioni ironiche del personaggio-Deadpool sulla scarsezza artistica dell’attore-Reynolds e i rimandi alla dolce metà di quest’ultimo: Blake Lively), Deadpool & Wolverine altro non sarebbe che una nuova “superhero fatigue” da aggiungere alla lista dei film-flop (o, in questo caso, semi-flop) targati Marvel.

Wolverine e Deadpool in azione
Wolverine e Deadpool in azione. Fonte: Disney+

Un film da guardare a cervello spento? Senti chi parla!

Deadpool & Wolverine è un film che, per certi aspetti, riprende lo stile di Spider-Man: No Way Home: trama fragile e piena di fan-service. Non aggiunge nuovi pezzi al grande puzzle della Marvel. E menomale! Più che un cineuniverso crossmediale ormai sembra aver preso la piega di uno di quei corsi d’aggiornamento in cui non puoi permetterti di saltare un appuntamento. (Per nostra fortuna Deadpool è nato a “casa Fox”).

Nonostante tutto, la Disney non snatura lo stile e le caratteristiche del personaggio-Deadpool, conservando anche quella sua autoconsapevolezza metanarrativa che lo porta a sfondare la cosiddetta quarta parete. Anzi, la Disney porta sul grande schermo un film violento, divertente, scurrile, satiresco. Insomma, vietato ai minori, e la cosa non dispiace affatto!

Deadpool e Wolverine
Deadpool e Wolverine con il nuovo arrivato: Dogpool. Fonte: Disney+

Ryan Reynolds e Hugh Jackman? Una coppia da “sballo”

Pur mantenendo invariato (o quasi) il carattere di Deadpool, l’aggiunta di Wolverine dona al film una nota malinconica. Non è il Logan che ha reso celebre Hugh Jackman. Questo nuovo Wolverine (che non si vergogna ad indossare la tuta degli X-Men!) ha un peso sulle spalle, e con questo non ci ha ancora fatto i conti.

Ryan Reynolds e Hugh Jackman funzionano bene insieme e la loro “diversità”, – caratteriale e professionale, – ha permesso l’osmosi ideale tra i due archi narrativi (perfettamente bilanciati tra loro).

Quello di Shawn Levy è sicuramente uno dei film dell’anno, ottimo per passare una serata spensierata al cinema!

 

Giorgio Maria Aloi

Cerimonia di Consegna dei Diplomi 2024: tra prestigio ed emozione

Nella splendida cornice del Teatro antico di Taormina, si è tenuta lo scorso 23 luglio, come ormai da qualche anno a questa parte, la Cerimonia di consegna dei Diplomi di Laurea. Un momento per festeggiare il traguardo degli oltre 400 dottori e dottoresse che hanno conseguito il diploma triennale o magistrale o il dottorato di ricerca. L’evento è stato un susseguirsi di lacrime di gioia di studenti e parenti, ma anche di preziosi interventi da parte di personalità importanti invitate alla cerimonia.

L’apertura e i primi interventi

Ad introdurre la splendida serata ci ha pensato il Coro di Ateneo sotto la direzione dei Maestri Umberto e Giulio Arena, sulle cui note sono entrati i Prorettori, il Senato Accademico, il Direttore Generale dell’Università e la Magnifica Rettrice Giovanna Spatari. Quest’ultima si è subito congratulata con gli studenti presenti, a cui ha augurato il meglio; il momento chiave, però, è stata senza dubbio la notizia dell’intitolazione del Cortile del Rettorato a Lorena Quaranta, una studentessa dell’UniMe che è stata vittima di femminicidio, al fine di non dimenticare e sensibilizzare sulla tematica.
All’intervento della Rettrice sono seguiti quelli del Sindaco di Messina Federico Basile, del Sindaco di Taormina l’onorevole Cateno De Luca e della direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina Gabriella Tigano.

La Magnifica Rettrice dell’Università degli Studi di Messina, prof. ssa Giovanna Spatari ©UniVersoMe

Gli ospiti della serata

Dopo la prima sfilata dei dottori e delle dottoresse, è salita sul palco la giornalista Giovanna Botteri, che UniVersoMe ha avuto l’onore di intervistare. Professionista di livello internazionale che ha seguito in prima persona alcuni dei più importanti eventi storici della nostra contemporaneità: dalla seconda guerra del Golfo in Iraq fino all’elezione di Obama e alla recentissima pandemia di Covid-19.  Botteri ha parlato di come abbia capito la sua strada sin da subito, sin da quanto preferiva scrivere rispetto alle tabelline. Ha inoltre discusso anche dell’importanza della neutralità nella sua professione, soprattutto in un mondo in cui le fake news spopolano ogni giorno sempre di più.

Sul palco, tra una sfilata e l’altra, è salita anche Simona Cascio, un esempio delle eccellenze di UniMe e campionessa europea con la nazionale femminile di basket sordi. Lei ha parlato della sua disabilità invisibile e di come ci si debba spingere oltre rispetto ai propri limiti.

Sul finire della serata sul palco è salito l’attore comico Roberto Lipari, che ha alleggerito il tono con sarcasmo e qualche battuta tagliente. “Il picco più alto dell’evoluzione è fare cose senza senso” dice l’attore, in una battuta che inquadra il “senza senso” come qualcosa che semplicemente si possa avere il piacere di fare. Si mette infatti a fuoco un messaggio molto importante, spesso sottovalutato: fermarsi ogni tanto per riprendere fiato e non correre sempre dietro a una vita che è diventata sempre più una gara con gli altri.

La giornalista Giovanna Botteri intervistata dalla Coordinatrice di UVM, Giulia Cavallaro ©UniVersoMe

Consegna dei Diplomi 2024: gli studenti al centro

Tra i vari interventi, sul palco sono saliti anche due gruppi di studenti: la squadra che, guidata dal prof. Fabrizio Mollo, si è impegnata nei rilievi sulla collina di Santa Gada di Laino Borgo, e il Team di Messina Energy Boat, coordinato dal prof. Vincenzo Crupi, che con l’imbarcazione realizzata ha conquistato il quinto posto a livello mondiale alla “Monaco Energy Boat Challenge”.

La serata si è conclusa sulle note del “Volare” con il messaggio del DJ Leo Lippolis, che ha accompagnato gli studenti fino all’emblematico lancio del tocco. Anche quest’anno la Cerimonia di Consegna dei Diplomi è stata un successo, e noi vi diamo appuntamento al prossimo anno!

Gli studenti un momento prima del lancio del tocco©UniVersoMe

Giuseppe Micari e Giulia Cavallaro

 

Torna il MessinaCon: le date e i primi ospiti

Per sopravvivere al caldo estivo, anche quest’anno, il 30 e 31 agosto e l’1 settembre arriva il MessinaCon al Palacultura di Messina. Oggi, 22 luglio, è stata presentata nella Sala Falcone e Borsellino di Palazzo Zanca la locandina della fiera, anche per quest’anno firmata da Gaspare Orrico.

Alla conferenza erano presenti gli assessori Liana Cannata e Massimo Finocchiaro, Giuseppe Mulfari, presidente dell’associazione StrettoCrea, che si occupa dell’organizzazione del Festival, l’illustratore Fabio Franchi per l’Officina del Sole e l’architetta Anna Carulli della Fondazione Architetti del Mediterraneo.

I primi ospiti

Una tre giorni ricca di sorprese ancora tutte da svelare; gli ospiti già annunciati sono Immanuel Casto e Fumettibrutti. Come ogni anno, la domenica sarà il giorno dedicato alla gara Cosplay, che quest’anno è affidata al gruppo Role & Roll.

Gli assessori ci tengono a sottolineare la forte sinergia che si è creata tra il gruppo di StrettoCrea e il Comune di Messina, grazie al quale quest’anno sarà possibile fruire di tutti gli spazi del Palacultura. Oltre ai già noti foyer, zona palco e arena Cicciò, infatti, quest’anno si aggiungerà la GAMM, che diventerà la zona adibita al settore artistico della fiera.

MessinaCon, una storia di sinergie

MessinaCon non è soltanto frutto del lavoro di StrettoCrea, ma quest’anno vede anche la collaborazione dell’Officina del Sole, della Fondazione Architetti nel Mediterraneo e di UniVersoMe (proprio così!).

L’Officina del Sole, nelle persone di Lelio Bonaccorso e Fabio Franchi, si occuperanno della mostra che sarà allestita a partire dal 26 agosto nell’atrio del Comune, che quest’anno ha concesso questo ulteriore spazio alla Fiera. La Fondazione Architetti nel Mediterraneo, nella persona dell’architetta Anna Garulli, invece, sostiene da oltre 10 anni questo tipo di iniziative, che ritiene importanti in quanto “forme di espressione che hanno risvolti anche nel sociale”.

I biglietti possono essere acquistati nei MessinaCon Point (una novità di quest’anno), dislocati presso la Fumetteria La Torre Nera a Messina e la sede di Role & Roll a Reggio Calabria, sul sito postoriservato.it e al Palacultura durante i giorni della Fiera. Il biglietto giornaliero ha un costo di 10€, mentre l’abbonamento di 25€.

E UniVersoMe? Saremo lì tutti e tre i giorni del MessinaCon per raccontarvi da vicino il fermento della fiera e per farvi divertire con noi. E tu ci sarai?

Taormina Film Fest 70: Finché notte non ci separi

Un film piacevole e divertente, romantico ma non troppo, esuberante al punto giusto. Voto UVM: 1/5

 

Entro, spacco, esco, ciao

Lei un osteopata, lui un agente immobiliare, Pilar Fogliati e Filippo Scicchettini sono Eleonora e Valerio, novelli sposi e novelli in crisi. La love suit, che poi è la stanza in cui passeranno la notte i due protagonisti e non solo, sarà il luogo in cui inizieranno i problemi e il luogo in cui finiranno, per poco! 

Commedia divertente che spezza il dramma dell’insicurezza e della gelosia grazie al cast, infatti presente nei panni di un tassista un po’ fuori di senno, romano ma juventino, è Francesco Pannofino; Lucia Ocone invece riveste il ruolo della classica madre impicciona rimasta affezionata all’ex fidanzata di suo figlio Valerio, Ester(Neva Leoni), mentre Giorgio Tirabassi è colui che verrà trascinato, proprio dalla moglie Lucia Ocone, in questa vicenda, tutta sotto gli occhi della Capitale.  

Eleonora, come tutti d’altronde, vorrebbe certezze, che forse poco prima di mettere la fede al dito credeva di avere, ma che subito sono state smontate da qualcosa che Valerio sembrava voler nascondere. Impulsiva e con la necessità di sapere istantaneamente la verità nient’altro che la verità, Eleonora dà il via a questa lunga notte, cercando risposte un po’ dappertutto, forse anche dal suo ex fidanzato (Claudio Colica), di cui Valerio è chiaramente geloso. 

Fonte: ScreenWEEK
Un frame del film.

Se tiri troppo la corda si spezza

Molti dei temi che vengono trattati sono difettosi per via di alcune lacune evidenti all’interno della pellicola, come lo stesso dramma dell’insicurezza e della gelosia, a prescindere dal fatto che entrambi i sentimenti siano giustificati da alcune azioni ambigue, il modo in cui ci si rapporta ad essi viene troppo sottovalutato e reso nella maniera più frivola.

Spezzare il dramma per rendere molto più fluente una storia come questa è giusto ma il troppo purtroppo stroppia, per cui trovare un equilibrio è sicuramente difficile ma l’esito del prodotto sarebbe molto più efficace e meditativo. 

Imprevisti: fate tre passi indietro (con tanti auguri)

Gli imprevisti banali e a volte poco chiari non danno giustizia a ciò su cui puntava la commedia, il disagio della gelosia e il parallelismo delle relazioni di oggi e di ieri. Il parere pubblico è importante e da questo non si sfugge, ma lo stile classico e fresco, aiutato anche dalla buona costruzione dei personaggi, ha portato comunque ad un risultato. 

Fonte: My Red Carpet
Un frame del film con Pilar Fogliati.

Ci vuole un fi..lo di concretezza

Una rom-com che nel complesso abbraccia il pubblico e fa sorridere, ottima la perfomance di Filippo Scicchettini e Pilar Fogliati, avvantaggiati dalla loro alchimia.

La pecca rimane il non aver dato la giusta importanza a un argomento in realtà così delicato e discusso che ha una sua dignità, la gelosia. Un velo di dramma avrebbe fatto la differenza, poiché anche se i personaggi non si dicono quasi mai “ti amo”, come dichiarava lo stesso regista Riccardo Antonaroli durante la conferenza stampa, paradossalmente il film ricade sul genere romantico.

Con l’avanzare delle dinamiche che si creano attorno a una Roma notturna di agosto, gli incontri e gli scontri dei personaggi, il filo motore della commedia perde di credibilità, e questo per via di alcuni vuoti del racconto che si sperava venissero colmati al termine della storia.

A prescindere dal genere di film, romantico, drammatico o qualsiasi esso sia, la funzionalità di questo avviene sì per la riuscita di un ottimo incastro di cast, sceneggiatura e produzione, ma soprattutto per la corretta e lineare struttura di un racconto.

Bello il dialogo tra padre e figlio (Filippo Scicchettini e Giorgio Tirabassi) verso la fine della pellicola, in cui emerge la cruda realtà di alcune coppie e del fatto che i rapporti molte volte durano ma per una semplice questione di abitudine o per essere più schietti, per inerzia. Il consiglio dettato dal padre è quello di inventare un sogno e di scoprirsi mano a mano dichiarando che:

“la vita è come la fede, aiuta”

 

Asia Origlia

Intervista a Maurizio Bologna: uno sguardo al cinema e all’anima dell’attore

Anima siciliana e un talento straordinario, questo e tanto altro è Maurizio Bologna, attore, caratterista e sceneggiatore dallo spirito puro e artistico che il 18 giugno ha presenziato in occasione della 70esima edizione del Taormina Film Festival per la presentazione del nuovo film che lo vede tra i coprotagonisti La bocca dell’anima di Giuseppe Carleo.

La passione di Bologna per il mondo dello spettacolo nasce in tenera età quando, sulle orme della sorella, alla tenera età di 7 anni già calcava il legno dei palcoscenici. Una passione dunque che parte dal teatro per arrivare prima sul piccolo e poi sul grande schermo a partire dalla fine degli anni novanta, arrivando nei primi anni 2000 ad interpretare i ruoli importanti che, nelle grandi produzioni e in quelle indipendenti l’hanno reso celebre al pubblico vedendolo nel frattempo anche impegnato nella stesura di qualche sceneggiatura teatrale.

Profondamente legato alla sua terra, egli afferma infatti di sentirsi siciliano dal 1746 data in cui i suoi avi approdarono sull’isola, il suo cinema e le sue interpretazioni da sempre sono state legate alla Sicilia, dai primi lavori teatrali in dialetto ai grandi prodotti filmici al fianco di chi come lui rappresenta una colonna portante della cinematografia siciliana, dai film di Ficarra e Picone a quelli di Pif e di Roberto Lipari.

Noi di UniVersoMe abbiamo avuto l’occasione di conoscere il suo animo puro e semplice, l’animo modesto com’è quello di ogni vero grande artista e non ci siamo fatti perdere l’occasione di fargli qualche domanda.

Lei ha collaborato con grandi esponenti del cinema e della comicità siciliana, per citarne soltanto tre: Ficarra e Picone, Pif, ecco come ci si sente a rappresentare uno di questi pilastri? Perché penso ovviamente che lei rappresenta uno di questi pilastri non solo della cinematografia siciliana ma in generale della comicità siciliana.

Guarda non ti devi sentire, devi essere solo naturale e pensare che è una cosa solo bella, non montarti la testa e continuare a vivere serenamente, questo ti posso dire.

Parliamo sempre della Sicilia, dal suo cinema traspaiono le sue origini, ecco quanto è importante per lei il legame con la sua terra, con la sua isola?

Per me è tutto, io ti posso dare un dato, io mi sento siciliano dal 1746 quando un mio avo scese in Sicilia, facendo ovviamente una ricerca araldica vera, non di quelle che si fanno in fiera, e quindi ti posso dire che sono siciliano dal 1746 e ne sono orgoglioso.

Ph: Marco Castiglia
Il redattore Marco Castiglia con l’attore Maurizio Bologna

 

Marco Castiglia 

Taormina Film Fest 70: L’invenzione di noi due

L’invenzione di noi due è l’analisi di un rapporto che può finire ma che, se preso in tempo, può essere salvato. – Voto UVM: 3/5

 

Il 16 luglio, durante la 70esima edizione del Taormina Film Fest, al Teatro Antico di Taormina è stato presentato in anteprima nazionale il secondo film del registra vicentino Corrado Ceron, L’invenzione di noi due, con protagonisti Lino Guanciale (Che Dio ci aiuti, L’allieva, La porta rossa, To Rome with Love) e Silvia D’Amico. Il lungometraggio uscirà nelle sale italiane il 18 luglio ed è tratto dall’omonimo romanzo di Matteo Bussola uscito nel 2020. Il film racconta l’amore tra due ragazzi che, innamoratisi nei banchi di scuola, si ritrovano, andando man mano più avanti col tempo, ad affrontare un tipo di relazione che oscilla tra la leggerezza e la spensieratezza dell’innamoramento e lo svanire di un qualcosa.

L'invenzione di noi due
L’invenzione di noi due. Produzione: Medusa Film.

L’invenzione di noi due: lo schema del film

I protagonisti di questa storia sono Milo (Lino Guanciale), un architetto che lavora come chef in un ristorante a causa delle difficoltà lavorative, e Nadia (Silvia D’Amico) che svolge diversi lavori, ma con il sogno di diventare scrittrice. I due si conoscono da bambini, in una Verona degli anni ’90. Allora ha inizio la loro corrispondenza: le lettere sono una colonna portante della loro relazione e di tutto il film.

L’invenzione di noi due, prodotto da Medusa Film, è stato cofirmato proprio da Matteo Bussola, insieme alla moglie Paola Barbato, e agli sceneggiatori Federico Fava e Valentina Zannella. Nel film troviamo anche Francesco Montanari (il Libanese in Romanzo Criminale – La serie) nel ruolo di Marco, fratello maggiore di Milo, e Paolo Rossi nel ruolo di un negoziante di modellini.

L’idea dell’amore

Quando un rapporto è ridotto sul lastrico, come quello di Milo e Nadia, tentare di ricostruirlo come fosse un edificio, per Milo sembra essere la scelta più giusta. Annullarsi come esseri umani, facendo di tutto per l’altro è il modo peggiore per cercare di costruire qualcosa di sano e duraturo, e questo è un po’ quello che viene narrato dai protagonisti di questa storia. Milo e Nadia si sono amati e odiati contemporaneamente per non essersi conosciuti davvero nel corso degli anni.

Il tempo è amico e nemico, cicatrizza le ferite ma prima le fa comparire. L’idea dell’amore secondo Milo, durante l’arco temporale che si sviluppa all’interno della pellicola, è completa la dedizione e dannazione per qualcosa che poco a poco è andato perduto. Pare spontaneo chiedersi cosa ci fosse di sbagliato o di inappropriato nel rapporto tra Milo e Nadia. Se si fa attenzione al finale e alle parole di quest’ultima la risposta è proprio davanti ai nostri occhi…

L’invenzione di noi due: perdersi per ritrovarsi

 Nel film Milo e Nadia passano dall’amarsi a stare insieme per inerzia, trasformando la loro relazione in un motivo di frustrazione per entrambi. L’invenzione di Milo sarà la goccia finale che porterà i due a fare quello che forse non hanno mai fatto realmente: dialogare.

La mancanza di comunicazione e il continuo fuggire di Nadia da conversazioni scomode fa esplodere qualcosa dentro Milo, persona pacata e quasi impacciata. Questo è anche un altro tassello problematico della relazione, la loro diversità che finisce per separarli. Lo scambio di lettere era stato un modo, divertente ed eccitante, di creare un ponte tra di loro. Ciononostante, l’insoddisfazione di due lavori diversi che portano loro solo malessere e frustrazione, causa l’allontanamento di Nadia e Milo e il conseguente deterioramento della coppia.

Ciò che attira maggiormente di L’invenzione di noi due è l’interpretazione realistica degli attori, accompagnata dall’analisi di un rapporto che può finire ma che, se preso in tempo, può essere salvato. Il finale incompleto lascia lo spettatore con un accenno di sorriso e porta alla riflessione su quale sia il vero linguaggio dell’amore.

“Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.” – Fedor Dostoevskij

 

Asia Origlia
Rosanna Bonfiglio

Taormina Film Fest 70: Padre Pio (di Abel Ferrara)

 

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Padre Pio segna la “redenzione” del regista Abel Ferrara. – Voto UVM 4/5

 

Nel corso della settantesima edizione del Taormina Film Festival abbiamo avuto l’opportunità di assistere alla prima in lingua italiana dell’ultimo film di Abel Ferrara, Padre Pio. Alla proiezione erano presenti il regista e parte del cast, i quali hanno successivamente risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala. Durante la presentazione della pellicola, Cristina Chiriac, che nel film recita nei panni di Giovanna, ha ricevuto il premio Nuove Rivelazioni. Si conferma così il sodalizio fra l’attrice e Ferrara, cui film precedenti ha lavorato, fra gli altri, insieme a Willem Dafoe.

Il film, girato in Puglia nel 2021, ripercorre gli eventi dell’eccidio di San Giovanni Rotondo del 1920. Il massacro, che si inserisce nel più ampio quadro di tensioni politiche e sociali del biennio rosso, ha portato alla morte di 14 persone perlopiù appartenenti al Partito Socialista. Le sofferenze che hanno luogo nel paese vengono ricalcate attraverso scene di vita del santo (incarnato da Shia LaBeouf), perlopiù ambientate nel vicino ma isolato convento dei Frati Minori Cappuccini. In realtà, come ha ricordato Ferrara stesso dopo la proiezione, il film è stato interamente girato nel vicino Monte Sant’Angelo. Le riprese a San Giovanni Rotondo sarebbero state impossibili dato che ad oggi il paese è meta di numerosi pellegrinaggi.

monte san'angelo
Monte sant’Angelo. Fonte: giovannicarrieri.com

Le vicende del paese

Dopo la fine della Grande guerra, i superstiti entrano in paese fra onori e lacrime della comunità. Tuttavia, con l’arrivo dei soldati giungono anche notizie su chi non fa ritorno, fra false speranze per chi è disperso e lutto per i morti accertati. Il marito di Giovanna non si fa vivo: non esiste una lettera che ne certifichi il decesso e fra i compaesani c’è chi la rassicura che ritornerà. Come altre vedove e gente povera, deve lavorare più duramente per garantire i beni primari ai suoi bambini. In un’Italia meridionale post-bellica e latifondista questo equivale però ad oppressione e sfruttamento, contro cui Giovanna e altri membri del Partito Socialista si schierano. Fra questi c’è Luigi, membro di un’importante famiglia del paese ma fermamente ancorato all’ideologia comunista.

Dopo la vittoria dei socialisti alle prime elezioni libere del Paese nel 1920, i proprietari terrieri e i carabinieri vicini a quella che sarà l’ideologia fascista, impediscono ai vincitori di fare ingresso nel municipio. Ne scaturisce una rivolta che porterà al massacro di quattordici persone, perlopiù socialisti.

Cristina Chiriac. Fonte: ANSA.

Le sofferenze di Pio

Parallelamente a queste vicende si svolge la travagliata vita di Padre Pio nel vicino convento dei Frati Cappuccini Minori; il religioso ha numerosi visioni demoniache (rappresentate dalla musica suggestiva di Joe Delia) che tentano di far crollare la sua fede sulla scorta di un passato libidinoso e fragile. La risposta di Pio è la preghiera e un atteggiamento intransigente nei confronti di qualsiasi tipo di provocazione oscura. Le sue giornate sono scandite da canti e adorazioni al Signore e alla Vergine, unico baluardo di resistenza contro le seduzioni di Lucifero (in una scena impersonato da Asia Argento).

Un demone impersonato da Asia Argento. Fonte: Sentieri Selvaggi.

La visione di Ferrara

Nelle intenzioni del regista c’era innanzitutto quello di girare un documentario. Il film non vuole dare un’opinione sulla vita del santo – che è piuttosto controversa – ma un’immagine reale degli accadimenti di quell’anno. Ne viene fuori una rappresentazione che si discosta dal dipingere Pio come una figura sacra ma che ne illumina soprattutto il lato umano, con le sue tentazioni e peccati. Risiede qui dunque la sorprendente performance di Shia LaBeouf, in grado di incarnare queste lacerazioni grazie alla sua riconosciuta espressività. Le due trame si fondono insieme in un’unica visione in cui le sofferenze del frate sono l’allegoria di quelle degli abitanti di San Giovanni Rotondo. Quest’ultimi sono gli oppressi che tentano di ribellarsi all’oppressore, ovvero il fascismo in paese e il demonio per Pio. Non a caso il regista ha deciso di dedicare la pellicola, oltre che alle vittime dell’eccidio, anche al popolo ucraino.

 

Francesco D’Anna

Taormina Film Fest 70: Twisters

Twisters
Disaster movie che valorizza temi e rischi sottovalutati, legati ad eventi catastrofici come i tornado. Voto UVM: 5/5

 

Twisters è un sequel stand-alone e reboot di Twister uscito nel 1996 e diretto da Jan De Bont. Ritorna, dunque, in una nuova versione in cui la regia è a cura di Lee Isaac Chung, regista emergente ai film d’azione; egli è infatti noto per opere intimiste come Minari (2020), vincitore del Golden Globe per il miglior film straniero. La sceneggiatura è scritta da Mark L. Smith mentre la pellicola è prodotta da Patrick Crowley e dal premio Oscar Frank Marshall (Amblin Entertainment), quest’ultimo noto regista e produttore di successi come le saghe di Jurassic Park e Indiana Jones. Per quanto riguarda le riprese principali, sono state girate in Oklahoma e il primo trailer venne diffuso l’11 febbraio durante il Super Bowl LVIII; verrà proiettato nelle sale italiane il 17 luglio 2024.

Un cast completamente differente da quello originale

Uno dei personaggi principali è Glen Powell, visto di recente al cinema in Top Gun: Maverick (2022) e Tutti tranne te (2023). Al suo fianco, la candidata ai Golden Globe Daisy Edgar-Jones, divenuta nota grazie alla serie britannica Normal People (2020). Il resto del cast include Anthony Ramos, David Corenswet, Daryl McCormack (Isaiah Jesus nella serie tv Peaky Blinders), Kiernan Shipka (protagonista nella serie tv Le terrificanti avventure di Sabrina), Nik Dodani (Zahid Raja in Atypical) e Maura Tierney, vincitrice nel 2016 di un Golden Globe per la serie televisiva The Affair – Una relazione pericolosa.

La persistenza di una trama avvincente

Lee Isaac Chung con Twisters non ci delude; avvalora questo disaster movie intrecciando una storia d’amore ad un evento catastrofico e drammatico, adatto al clima estivo. Le tre parole chiave sono: instabilità, direzione del vento e umidità. Il film ruota, principalmente, attorno alla figura di una giovane donna, Kate Cooper (Daisy Edgar-Jones), ex cacciatrice di uragani segnata dall’incontro con un tornado dove perse la vita il suo fidanzato, Jeb (Daryl McCormack). Dopo 5 anni, si rifugerà in un ufficio di New York City ma farà ritorno nel settore, grazie alla spinta dell’amico Javi, per testare un avanzato sistema di tracciamento. Il suo rientro si incrocerà con Tyler (Glen Powell), il cosiddetto “domatore di tornado”, influencer noto per le sue imprese spericolate che insieme alla sua squadra non renderà facile la vita alla Storm Par. Ad entrambi verrà messa a dura prova la loro sopravvivenza nel capoluogo di Oklahoma City.

Ma non solo

Tyler: “Le paure non si affrontano; le paure si cavalcano”

Nella totalità della proiezione, dalla durata di 122 minuti, possiamo scorgere: avventura, azione, intensità, potenza drammatica, spirito di iniziativa e collaborazione ma soprattutto aiuto umanitario, nei confronti delle povere vittime di queste tempeste ambientali. Infatti, il film ci evidenzia la paura che rende consapevole il pubblico sulle conseguenze del rapporto incontrollato fra essere umano e natura. Nonostante questo, possiamo anche riscontrare la determinazione nel raggiungimento della sconfitta dei tornado, forte perturbazione atmosferica.

Tyler: Credevate di poter distruggere un tornado?!
Kate Cooper: Non avevamo speranze.
Tyler: Vuoi averne?

Non può mancare il sentimento d’amore

Addentrandoci nella trama di Twisters possiamo intravedere la nascita di un sentimento tra Kate e Tyler. Proprio come le tempeste, il loro inizio fu burrascoso e capriccioso per poi scorgere un cielo sereno tra i due. Nonostante la protagonista fosse scossa dalla perdita del suo precedente compagno, non può sottrarsi allo scatto della scintilla di desiderio con Tyler. Nella scena finale, Kate decide di tornare nella sua splendida New York City ma il segno del destino vuole che, a causa di forti venti, verrà previsto un ritardo sul volo. Ed ecco che, nel momento di questa annunciazione, spunta dietro di se proprio Tyler, pronto a coronare il loro trionfo d’amore, insieme.

 

Stefy Saffioti