Diario di una fuorisede superstar, 3° parte

Era trascorso un mese dal suo trasferimento in città.

Si era ormai abituata ai ritmi universitari, frenetici e disordinati.
Aveva compilato tutti i moduli necessari, il tesserino della mensa, ogni tipo di abbonamento fattibile, ai trasporti, ai musei, al cinema, sua grande e irrinunciabile passione.

Dopo quella prima settimana di feste, hangover e confusione totale, aveva rimesso a posto i pezzi della sua vita.
Aveva ordinato la stanza, che ora, dopo quattro settimane, riusciva a identificare come “sua”.

Eccetto le uscite serali nel weekend con le coinquiline, non faceva alcunché di esagerato.
Le sue giornate si ripetevano identiche, come un rullino che continua a girare anche dopo che il nastro è finito.
Sveglia alle sette, colazione rapidissima, autobus, tram, ultimo autobus e lezioni, martorianti, fino alle sei del pomeriggio.
L’ora a mensa era la sua unica distrazione, seppur passata ad osservare l’ambiente attorno a lei e il comportamento dei suo coetanei, dei quali si autoproclamava “studiosa incallita”

In fin dei conti, cominciava a sentire una certa malinconia, solitudine.
Le ragazze che abitavano con lei erano sì, simpatiche, ma non era ancora in grado di definirle “amiche”.
I colleghi del suo corso erano per lei, anonimi, dei veri e propri estranei.
Ricordava appena due o tre nomi, soprattutto dei ragazzi; quelli, in effetti, che facevano più casino nelle pause tra una lezione e l’altra.

Era un venerdì mattina, lei ripercorreva tutto il mese trascorso.
Non era tornata a casa neppure una volta fino a quel momento, ma si era decisa a comprare il biglietto per quel pomeriggio.
Voleva testare la sua resistenza, o più che altro la sua capacità di essere indipendente; 30 giorni, ne era soddisfatta. Sua madre invece completamente entusiasta. Stava già organizzando il pranzo domenicale, con tanto di doppio primo e parenti di secondo grado.

Penelope aspettava l’autobus, l’orologio segnava le 12.
Aveva deciso di non pranzare alla mensa, ma di partire direttamente.
< Hemingway è fantastico > una voce dietro di lei la ridestò e il libro, che aveva poggiato sulle gambe, capitolò sui gradini della fermata.
Il ragazzo prese posto, con decisione, accanto a lei.
< Nico, piacere> disse lui con un tono indecifrabile, beffardo, quasi si stesse prendendo gioco di lei.
< Penelope > sussurrò lei, velocemente.

Lui recuperò il romanzo e lo sfogliò come fosse suo.
< Anche a me piace sottolineare le frasi più belle, brava> disse. Glielo restituì e si accese una sigaretta.
< Già, lo faccio da quando ero piccola> iniziò Penny < Ma, senti, frequentiamo lo stesso corso per caso? >. Lei non si spiegava tutta la sicurezza del ragazzo e, dato il suo essere smemorata, aveva supposto che potevano esser colleghi.

<No. Andavamo al Liceo insieme, non ricordi? Io frequentavo la B. Ti ho chiesto anche di uscire una volta> mormorò lui sorridendo, mostrando una dentatura perfetta.

Penelope lo guardò meglio, per qualche secondo.
L’autobus era arrivato.
< Sì, certo. Ora ricordo. Nicolò, eri rappresentante d’istituto! >.
Le prese la borsa e la sistemò, insieme alla propria, nell’autobus.
Tornarono a casa chiacchierando per tutto il tempo.

                                            Ilaria Piscioneri

Tu! Devi avere un metodo.

La sessione estiva è quasi alle porte e noi studenti universitari iniziamo a fare un quadro della situazione. Durante il semestre abbiamo seguito le lezioni e abbiamo iniziato a studiare. C’è chi si è preparato un piano, chi non ha ancora nemmeno acquistato i libri e chi è già in ansia.

A maggio dò quella da 12 crediti, sono tanti libri e il professore è severo. Non posso neanche pensare di prepararne altre

Ti va di uscire domani?
No, ho una tabella di marcia da rispettare. La mattina faccio i riassunti e il pomeriggio li ripeto

Mancano pochi giorni all’esame e non ho ancora studiato due libri. Devo dividere le pagine per i giorni rimanenti!

Non ho finito di studiare tutto il libro: non sono abbastanza preparato. Lo dò al prossimo appello

E così mille altri discorsi serpeggiano nella nostra mente e nelle chiaccherate con gli amici.

Perché accade questo?

Ad un passo dall’esame (e in alcuni casi anche molto tempo prima) proviamo tutti delle spiacevoli sensazioni.

Studiamo dei mesi per poi accorgerci di non ricordare nulla.
Ci sentiamo in colpa perchè, in così tanto tempo, non siamo riusciti a ripetere o riassumere tutto il libro.
Abbiamo paura di essere giudicati dal professore.
Abbiamo ansia riguardo a tutto ciò che potrebbe succedere quel giorno. “E se mi chiede una cosa che non so?”, “E se mi blocco?”, “E se mi boccia?”. Ci facciamo queste domande e l’immaginazione di ciò che potrebbe succedere scorre come un fiume in piena.
Il giorno dell’esame abbiamo la mente annebbiata.
Durante il colloquio balbettiamo, non riusciamo a ricordare.

20” – “Torni la prossima volta” – “Non ci siamo

Siamo delusi. Come lo diremo ai nostri genitori? Ai nostri amici?

Mesi della nostra vita buttati sui libri ed un misero 20!?

Se anche tu hai vissuto in questo scenario ‘sta tranquillo, sono solo i sintomi della mancanza di un metodo di studio.

Ma io ho un metodo di studio, il mio metodo di studio

Risposta sbagliata.
Il metodo di studio non è soggettivo come si crede.
No, non ce l’hanno insegnato a scuola. E no, metodo di studio non significa studiare i libri nel modo in cui più ci piace.
Io mi trovo meglio leggendo e ripetendo”, “Io devo evidenziare con colori diversi, perchè ho la memoria fotografica”, “Ricordo solo se riassumo”.

Avere un metodo significa seguire un protocollo, uguale per tutti e standardizzato. Si tratta di avere delle fasi precise per sapere esattamente cosa fare e quando farlo.

È questa la rivoluzione portata da Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello, autori del libro bestseller “Metodo Universitario. Come studiare meglio e in meno tempo e superare gli esami senza ansia” presentato martedì 16 aprile alla Mondadori Bookstore di Catania.

Il problema degli studenti universitari, hanno evidenziato, è proprio quello di non avere un metodo.
Senza un piano d’azione codificato, infatti, tendiamo ad attuare “la strategia della quantità, e non della qualità”.
Entrambi lo ricordano sempre nei loro video: lo studente universitario “non studia per l’esame, ma studia per il libro”. È importante notare la grande differenza tra le due cose.
Quando studiamo per il libro tutto diventa importante, anche le note inutili e l’introduzione. Ci focalizziamo sulla quantità degli argomenti, tralasciando l’importantissima qualità che dovremmo mettere negli argomenti che, per citare gli autori, ”fanno battere il cuore al professore”.

Il libro rivela lo schema da loro ideato e pensato per gli studenti universitari.
L’OCME, così chiamato, può davvero (come testimoniano ormai tantissimi studenti) permetterci di correre dritti alla laurea senza ansia o esami arretrati.
L’acronimo sta per:

Organizzazione
Organizzare il materiale di studio ci permette di evitare perdite di tempo. Non studieremo più cose inutili e avremo la possibilità di focalizzarci su ciò che è davvero importante.

Comprensione
Solitamente tendiamo a cercare di comprendere i concetti sottolineando il libro con colori diversi. Qualcuno di noi fa i riassunti. Qualcun altro ripete subito dopo aver sottolineato.
Ognuno ha il suo stile, tuttavia c’è un modo migliore di tutti per svolgere questa fase.

La strategia a cui ti hanno abituato non è per forza la migliore

Memorizzazione
Memorizzare è una brutta cosa. Ce l’hanno insegnato a scuola, “se studio a memoria non capisco”. Certo! Questo pensiero è corretto. La comprensione degli argomenti è però già avvenuta nella fase precedente.
Ci sono date, articoli di codice, termini tecnici e formule da ricordare e basta, senza nulla da capire. Abbattiamo questo tabù!

Esposizione
Esporre non significa ripetere, significa simulare l’esame. È necessario allenare il modo in cui esponiamo ed assumere il lessico adatto.

Avere un metodo ha anche un’importanza “emotiva”.
Seguire delle fasi ci dà la sicurezza di star andando dritti verso l’obiettivo.
Completatane una, passeremo all’altra con la certezza che non dovremo tornare indietro.
Tutto è sotto il nostro controllo, possiamo finalmente dimenticare la sensazione di affogare in un mare di informazioni sconnesse.

Abbiamo tutti un problema di metodo, ma adesso la soluzione ci è offerta su un piatto d’argento.
Starà a noi coglierla e rivoluzionare la nostra vita.
Chiedetevi se è giusto vivere in balia di emozioni distruttive.
Chiedetevi se è giusto vivere schiavi di un libro.
La risposta sarà l’inizio di un cambiamento, adesso che ne siamo consapevoli.
Provate, concedetevi la possibilità di fare un azzardo lasciando il porto sicuro.
Non ve ne pentirete.

Qui delle video lezioni gratuite per saperne di più: https://metodouniversitario.it/3videorizzoli

Per acquistare il libro: https://www.amazon.it/Metodo-universitario-studiare-meglio-superare/dp/8817109444/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3I2W5OD9KYP9S&keywords=metodo+universitario&qid=1555361460&s=gateway&sprefix=metodo%2Caps%2C790&sr=8-1

 

                                                                                                                                                   

                                                                                                                                                      Angela Cucinotta

SOS Erasmus #2: i contributi economici

Nel secondo articolo di “SOS Erasmus” parleremo dei contributi economici dei quali lo studente Erasmus+ Studio può beneficiare.
Allo stato attuale, per gli studenti UniMe sono previsti fino a quattro contributi economici per la mobilità Erasmus+ Studio:

  • Contributo Agenzia Nazionale Erasmus + / Indire;
  • Contributo MIUR;
  • Contributo UniMe;
  • Contributo ERSU.

 

Contributo Agenzia Nazionale Erasmus + / Indire
Il contributo erogato dall’Agenzia Nazionale Erasmus + / Indire si differenzia in base al paese in cui la mobilità Erasmus sarà effettuata. Sono previsti tre gruppi di paesi e due importi differenti, calcolati in base al costo della vita.

L’importo erogato per i paesi aventi costo della vita medio e basso è uguale. Questo contributo non dipende in alcun modo dal reddito dello studente: è erogato a tutti in maniera indifferente.
Questo contributo viene erogato in due soluzioni: l’80% all’arrivo nel paese di destinazione e il restante 20% al rientro in Italia.

<<La Commissione Europea stanzia inoltre annualmente un importo aggiuntivo finalizzato alla concessione di borse di entità superiore destinate agli studenti con bisogni speciali. Gli studenti che intendessero richiedere tali finanziamenti possono rivolgersi all’Unità di staff “Servizi disabilità/dsa” (e-mail: servizi.dd@unime.it) che, di concerto con l’Unità Operativa Mobilità Erasmus, supporterà gli studenti per la finalizzazione della candidatura e la richiesta dei contributi aggiuntivi>> (art. 5 n.4 Bando Erasmus+ Studio).
Lo studente che non abbia trascorso almeno 3 mesi in Erasmus dovrà restituire interamente il contributo ricevuto (salvo casi di forza maggiore).

 

Contributo MIUR
Introdotto lo scorso anno, il contributo MIUR è invece basato sul reddito dello studente.

Anche questo contributo viene erogato in due soluzioni: il 50% prima della partenza e il 50% al rientro in Italia. Il 50% previsto alla fine della mobilità sarà erogato solo agli studenti che avranno ottenuto almeno 12 CFU registrati in carriera.
Il contributo MIUR sarà erogato solo per la durata prevista della moblità: non sarà conteggiato un eventuale periodo di prolungamento.

 

Contributo UniMe
Il contributo UniMe è erogato solo agli studenti più meritevoli che acquisiranno un determinato numero di CFU durante la mobilità, in relazione al periodo di permanenza. Il suo importo è fisso: 5€/giorno, ovvero circa 150€/mese.

Questo contributo viene erogato in un’unica soluzione, al rientro in Italia, previa verifica dei CFU acquisiti ed effettivamente registrati in carriera.

 

Contributo ERSU
L’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario può erogare ulteriori contributi per gli studenti Erasmus. In quanto il bando delle borse di studio ERSU relativo all’anno accademico 2019/2020 non è ancora stato pubblicato, le informazioni qui riportate sono relative all’anno accademico in corso. Non è detto quindi che gli importi e le informazioni riportate coincidano con quelle che saranno presenti nel bando per l’A.A. 2019/2020.

L’ERSU eroga due contributi differenti:

– Per coloro che sono risultati idonei o vincitori della “normale” borsa di studio E.R.S.U. nell’anno di riferimento, il contributo previsto è di:

  • 500€/mese per gli studenti che abbiano ricevuto un contributo di 250€/mese dall’Agenzia Nazionale Erasmus +/Indire (ovvero che hanno effettuato la mobilità in paesi con tenore di vita basso o medio);
  • 450€/mese per gli studenti che abbiano ricevuto un contributo di 300€/mese dall’Agenzia Nazionale Erasmus+/Indire (ovvero che hanno effettuato la mobilità in paesi con tenore di vita alto).

– Per coloro che non hanno partecipato al concorso per la “normale” borsa di studio E.R.S.U. ma <<rientrano nei requisiti di reddito e di merito previsti, nonché gli studenti i cui valori reddituali non eccedono del 40% i limiti previsti dal bando ed in possesso dei requisiti di merito>> (art. 35 n. 1b Bando ERSU 2018), il contributo previsto è di:

  • 200€/mese.

Questo contributo viene erogato in un’unica soluzione, al rientro in Italia. È necessario effettuare un’apposita richiesta tramite il portale online ERSU per ottenerlo.

Si ricorda che le informazioni e gli importi sono relativi all’anno accademico in corso e non al prossimo. Per le informazioni aggiornate sarà necessario aspettare la pubblicazione del bando delle borse di studio ERSU (generalmente pubblicato a luglio).

Link utili

 

Francesco D’Agostino

La sessione invernale

Edvard Munch – Notte a Saint-Cloud

 

Gli occhi del professor Corelli erano verdi e aspri. Quando si posavano su di me, io li evitavo sempre.
Allora, gli esami di diritto privato si tenevano in un’auletta cupa e umida al primo piano. Le pareti erano colme di vecchi tomi traboccanti dalle massicce librerie, ed emanavano un odore polveroso e caratteristico che suscitava in me qualcosa di simile a una sensazione anticamente familiare e ormai, chissà come, solo parzialmente accessibile. Una lunga cattedra era piazzata proprio in fondo all’aula e, davanti a questa, diverse file di sedie venivano occupate dagli studenti in attesa.

Corelli era solito arrivare con almeno un’ora di ritardo, e se questo poteva infastidire i miei colleghi, per me era invece fonte di sollievo perché avevo così tutto il tempo per prendere confidenza con l’ambiente. Quando egli entrava in aula, un silenzio improvviso decapitava il brusio dei colleghi, e subito iniziava il traffico muto di quei volti pallidi che raggiungevano intimoriti la cattedra.

Quando finalmente mi decisi a presentarmi all’appello, avevo già saltato diverse sessioni d’esame – un po’ per pigrizia, un po’ perché la materia era oggettivamente lunga e complessa. Quel giorno ero l’ultimo dell’elenco e Corelli era visibilmente stanco. Io invece ero stranamente eccitato: la collega che mi precedeva non aveva fatto in tempo a riporre il libretto in borsa che già prendevo il suo posto alla cattedra. Avevo impresso sul volto quel sorriso mesto e bonario che si è soliti mostrare quando si vuole placare un cane arrabbiato; tuttavia, il mio mastino pareva non avere intenzione di degnarmi della minima attenzione. Mi decisi allora a sussurrare: «Buongiorno professore».

Corelli alzò il capo di scatto, come se, invece del mio tremulo saluto, avesse appena udito un boato provenire da un luogo imprecisato a pochi centimetri dal suo naso. Non appena mi ebbe visto, il suo sguardo, fino ad allora addolcito dalla stanchezza, si tramutò in quella livida severità a cui ero abituato e che ero solito temere.
«Buongiorno professore» ripetei, sforzandomi d’ignorare il senso di sconforto che progressivamente m’invadeva.

Allungai  il libretto verso di lui continuando a sorridere con aria affabile,e avvertii che quello sguardo arcigno si era finalmente staccato dal mio volto per osservare ciò che le mie mani gli tendevano. Con un gesto rapido, ma gentile, Corelli prese il mio libretto e iniziò a sfogliarlo con uno sguardo che non gli avevo mai visto prima d’allora e che, forse, non era nemmeno concepibile su quel volto: le due fessure verdi si erano adesso aperte e apparivano smarrite in un vuoto d’incertezza quasi infantile. Tutto durò pochi secondi. Subito si riebbe, e tornò il professor Corelli. Non ricordo cosa mi chiese esattamente, ricordo solo che la mia voce cominciò a scorrere in un flusso di parole e termini tecnici che avevo parecchio faticato a memorizzare nei mesi precedenti. Dopo neanche un minuto il professore m’interruppe facendo strisciare verso di me il libretto. Disse: «Alla luce di ciò che sento e vedo non posso promuoverla. Mi dispiace, buona giornata». Rimasi folgorato da quella sentenza brutale, che percepivo ingiusta e gratuitamente punitiva.

Corelli, con lo sguardo basso, sistemava rumorosamente la pila di fogli su cui aveva appuntato i nomi dei suoi studenti coi loro rispettivi destini. Notai dolorosamente che non si era neanche preoccupato di scrivere il mio nome tra gli esaminati. Mi allontanai velocemente dall’aula, come se lo spazio che fino a poco prima mi accoglieva fosse stato corrotto da una distorsione che lo rendeva, adesso, perverso e ripugnante. L’incredulità si tramutò ben presto in amarezza. Avevo studiato davvero tanto per l’esame ed ero convinto di aver risposto in modo corretto alla domanda del professore.

Raggiunsi casa, stremato, e dormii fino a sera inoltrata. Sognai di trovarmi ancora nell’auletta del primo piano in attesa di sostenere l’esame. Mentre attendevo, mi rendevo improvvisamente conto di non aver studiato e di sconoscere, nel modo più assoluto, la materia. Ad un tratto mi trovavo seduto innanzi al professore, ma non era il solito Corelli: questa improbabile figura onirica mi chiamava affettuosamente per nome, sorridendomi. Io sbagliavo ogni parola e ogni articolo, ma lui, placido, mi correggeva con paterna pazienza.

Alla fine mi promuoveva a pieni voti, e ogni piega del suo volto brillava d’un compiaciuto orgoglio. Mentre mi alzavo dalla sedia notavo che, improvvisamente, la sua espressione era mutata: mi rivolgeva adesso uno sguardo di rimprovero, carico di disgusto. Un senso di profondo disagio mi accompagnò ben oltre il risveglio. L’alba violava già la mia finestra, e io mi trovavo ancora disteso nella medesima posizione in cui mi ero svegliato. La luce sanguigna proiettava un unico fascio nella stanza, e questo aveva capricciosamente deciso di riversarsi proprio sulla scrivania di fronte al mio letto; le lettere dorate del prolisso “istituzioni di diritto privato” scintillarono d’una folgore luciferina. Mi bruciavano gli occhi e la gola. Cos’era accaduto il giorno prima? Possibile che avessi commesso qualche errore grossolano di cui non m’ero accorto? Mosso da un istinto di sopravvivenza disperato e maldestro, strisciai dal letto fino alla finestra di fronte e abbassai rumorosamente la serranda. Dormii per il resto della mattina, senza sognare. Quando mi svegliai, decisi che mi sarei ripresentato all’appello successivo.

Quindici giorni dopo, mi trovai nuovamente in attesa nell’ormai odiata aula – e stavolta non sognavo mica – il baccano prodotto dai colleghi testimoniava la vita cosciente in quell’anfratto di universo che, per puro caso, ci trovavamo a condividere. Quando arrivò Corelli io sudavo e sorridevo, perché avvertivo che la mia rivalsa era prossima a realizzarsi. Continuai a sorridere e – beninteso – a sudare per parecchio tempo, fino a quando non notai quasi per caso che il collega prenotato prima di me si era appena alzato. Subito mi fiondai sul posto lasciato vuoto. Mentre tiravo fuori il libretto, Corelli si alzò sbottonandosi la vecchia giacca: il velluto nero gli ingabbiava quella flaccida rotondità che, negli uomini della sua specie, costituisce un autentico segno distintivo, e che viene coltivata non senza un certo impegno. Tutto, in quell’aggregato di baffi, adipe e velluto, suggeriva una personalità rigida e limitata dalla propria severità: nella vita non avrebbe potuto far altro se non insegnare diritto privato. Per un attimo provai una profonda pena per lui; l’attimo successivo provai pena per me, e rabbia nei suoi confronti. Chi gli dava il diritto di trattarmi in quel modo? Dopotutto, non era pagato per trattare con sufficienza i suoi studenti, ma per verificare che avessero appreso ciò che lui stesso gli aveva insegnato. Che mi esaminasse, dunque! Ma Corelli sostava in tutta la sua mole di fronte alla finestra, perso in chissà quale lontana malinconia.

Dissi: «Salve professore», in un certo tono cupo che voleva suonare più come un rimprovero che come un saluto. Dovetti esagerare col volume, perché Corelli si girò di scatto, con lo stesso sguardo allarmato che avevo già visto due settimane prima. Mi guardò perplesso e venne cauto a sedere di fronte a me,protetto dalla giacca che aveva prontamente abbottonato per intero. Esordì a bruciapelo: « Può la nullità essere rilevata d’ufficio? Risponda solo si o no.». Risposi di si. Continuò: «E l’annullabilità?». Risposi di no. Distolse lo sguardo e, guardando verso la finestra pronunciò delle parole ormai a me tristemente familiari: «Mi dispiace, ma allo stato attuale delle cose non posso promuoverla. Arrivederci.». Sentii il sangue tramutarsi in onde bizzose e le vene delle mie tempie dovevano essere visibili: turgide e simili a rami bluastri, le avvertivo pulsare veloci, sincrone al cuore.

Senza che avessi il tempo di rendermi  conto del potenziale guaio in cui mi stavo cacciando, esclamai:« No! Ho studiato duramente per l’esame, e ho risposto in modo corretto! Perché non vuole promuovermi? Mi risponda! Perché? ». Subito dopo aver dato adito a quella tempesta miscellanea di collera e frustrazione mi resi conto che Corelli stava guardandomi con due occhi verdi e grandi, da bambino. Sussurrò, dolcemente: «Mio caro ragazzo, io non posso promuoverla per il semplice motivo che lei non esiste.». Pensai di aver sentito male. Continuò: «Pur volendolo, non potrei. E mi dispiace molto, mi creda. Povero, povero ragazzo, ascolti finalmente il mio consiglio, torni a casa.». Inizialmente, dovetti contenermi con tutte le mie forze per non scoppiare in una fragorosa risata; notando che Corelli non scherzava affatto, sentii il sangue abbandonare il mio volto per tramutarlo in una desolata maschera di anemico terrore. Afferrai di scatto il mio libretto, come per ribellarmi a quella nuova e crudele realtà che mi era stata imposta, e iniziai a sfogliarne le pagine: erano tutte bianche. Anche l’intestazione e la matricola erano occupate solo da spazio vuoto.
– « È impossibile, io sono uno studente di questa facoltà e, in quanto tale, ho il diritto di sostenere l’esame! Sono regolarmente iscritto, il mio nome è…»
–  «Qual è il suo nome, ragazzo? ».
Mi resi conto di non saperlo. Tremando, portai le mani a quello che avrebbe dovuto essere il mio volto, ma non vi trovai né naso, né occhi, né bocca. Lanciai uno sguardo supplicante in direzione di Corelli, sperando di incrociare quegli occhi severi e familiari, ma trovai invece solo il volto di un vecchio commosso e usurato dalla stanchezza. «Torni a casa», ripeté in un sospiro.

Reggendomi a malapena sulle gambe, feci ritorno in quella che, ormai da tempo immemore, era divenuta la mia casa. Silenziose, le pagine gialle e rattrappite del vecchio tomo di diritto privato mi accolsero dalla scrivania, simili alle braccia aperte di una madre anziana e comprensiva.
Mi distesi sul letto che ancora tremavo, ma mi addormentai quasi subito.

Da allora, il professor Corelli viene spesso a visitarmi in sogno, e a volte riesco a sostenere il suo sguardo.

                                                                                                                                                      Fabrizio Bella

 

Una sequenza felice: salute, sport e alimentazione

Venerdì 5 aprile 2019. Messina. Aula Magna del Dipartimento di Economia. Il convegno è stato organizzato congiuntamente dall’Università di Messina, dall’Associazione ALuMnime e dall’Unione Sportiva Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – US ACLI, per festeggiare la Giornata Internazionale dello Sport e la Giornata Mondiale della Salute, per celebrare le due ricorrenze del 6 e 7 aprile.

Il convegno si è svolto con il patrocinio del CUS Unime, presieduto da Antonino Micali, del Centro Medico Sportivo dell’Università di Messina diretto da Daniele Bruschetta; dall’Associazione Bios, presieduta da Carmelo Lembo; dalla sezione provinciale dell’E.N.D.A.S, presieduta da Salvatore Sidoti, dalla sezione regionale dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport, coordinata da Antonio Carmine Zoccali; dal Circolo del Tennis e della Vela , presieduto da Antonio Barbera e da Olympialex.

All’iniziativa hanno preso parte illustri studiosi provenienti dall’accademia, dalla magistratura e dal mondo delle professioni come: Francesco Rende, docente di diritto sportivo nell’Università di Messina;  Giuseppe Liotta, dell’Università di Palermo; Mauro Mirenna e Maria Militello, entrambi magistrati del Tribunale di Messina; Demetrio Milardi e Eliseo Scarcella, appartenenti al ramo di medicina dello sport, Giacomo Dugo e Paola Dugo, appartenente al mondo della chimica degli alimenti; Maurizio Lanfranchi e Carlo Giannetto, di marketing agroalimentare; Davide Trio e Gabriele Blanca, esperti in nutrizione; Marina Magnanti, allenatrice della judoka Odette Giuffridamedaglia d’argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 . Laura Santoro, componente del Collegio di garanzia del C.O.N.I. e docente di diritto sportivo nell’Università di Palermo; Damiano Lembo, Presidente Nazionale US ACLI e Coordinatore Nazionale C.O.N.I degli Enti di Promozione Sportiva.

©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019
©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La manifestazione, pensata dall’Ateneo in sinergia con le altre associazioni, per le ricorrenze delle due “Giornate Mondiali” dello sport e della salute, ha fatto ricadere la scelta del luogo sul dipartimento di Economia non casualmente, ma, in quanto salute e sport generano utili, le imprese si muovono con interesse, in loro, dimora un valore economico. Economicamente parlando, sono elevati i numeri che ruotano intorno allo sport, ecco il perché la scelta della Facoltà di economia.

Lo sport, secondo quanto è affiorato nel degli innumerevoli interventi, ha delle forti potenzialità, al di là di quelle economiche. Favorisce lo sviluppo psichico dei soggetti, crea cittadinanza attiva, previene malattie, riduce patologie già in atto, è strumento di aggregazione sociale e di accrescimento personale.

Il convegno ha posto l’accento sull’esercizio fisico, abbinato a un sano e corretto regime dietetico. Grazie a una maggiore attenzione da parte dell’individuo verso il proprio benessere, il legame tra alimentazione, salute e forma fisica sta diventando un valore sia individuale che sociale. A questo ha contribuito in maniera determinante anche lo sport che, attraverso l’espressione corporea, promuove un rapporto diverso con il corpo. Un costante esercizio fisico migliora l’efficienza del corpo e agisce positivamente sull’attività mentale concentrando e coordinando le funzioni corporee secondo tecniche espressive che coinvolgono il corpo e la mente di un individuo.
Una dieta ricca di alimenti che garantiscono un apporto di acidi grassi insaturi può certamente giovare alla salute dell’atleta e quindi anche alla prestazione sportiva, mentre una dieta erroneamente pianificata, che ponga troppa attenzione agli introiti proteici, oppure una dieta che preveda un insufficiente apporto calorico, comporta un ripristino inadeguato dei depositi di glicogeno muscolare e quindi un calo della performance. Tra le varie diete, quella mediterranea è stata promossa come la più idonea ed efficace. Ottima anche per gli Omega3, fondamentali per chi fa attività fisica. Infine, si è parlato di argomenti come i functional food e gli integratori alimentari, i cui componenti aggiuntivi, assunti nelle giuste quantità, evitando gli abusi, migliorano le prestazioni dei soggetti.

Gabriella Parasiliti Collazzo

ERSU indice un nuovo bando per 60 posti di collaborazione ai servizi

Indetto un nuovo bando relativo all’A.A. 2018/2019 per il conferimento di 60 collaborazioni part-time degli studenti ai servizi dell’ERSU. L’avviso, che si colloca nell’ambito dei rapporti tra ERSU e UniMe, offre ai regolarmente iscritti la possibilità di svolgere attività a tempo parziale all’interno dei locali dell’ERSU o di locali comunque utilizzati per la propria attività (residenze universitarie e mense), con le seguenti mansioni: portierato; reception e centralino telefonico; supporto all’organizzazione del servizio alloggio e del servizio mensa; informazione e orientamento per gli studenti; collaborazione per il funzionamento degli uffici; schedatura, memorizzazione o registrazione dei dati che non comportino responsabilità amministrative; lavori di videoscrittura, di elaborati grafici e di fotocopiatura; altri servizi non didattici a favore degli studenti.
La durata della collaborazione, che si svolgerà nell’anno accademico di emanazione del bando e con turnazioni periodiche in accordo alle esigenze e dello studente e della struttura, è compresa tra un minimo di 20 ore e un massimo di 150 ore. Gli studenti sono obbligati ad accettare le destinazioni loro assegnate dall’ERSU, con il quale le collaborazioni non configurano in alcun modo un rapporto di lavoro subordinato.
Le domande dovranno pervenire entro e non oltre le ore 14,00 del 24/04/2019.
Il corrispettivo orario è di 7,75 euro.

 

Chi può partecipare?

La selezione è rivolta agli studenti che soddisfano contemporaneamente i seguenti requisiti:

  • non essere matricole per l’anno accademico cui si riferisce il bando;
  • essere iscritti almeno al secondo anno di corso e non oltre il 1° anno fuori corso di qualsiasi CdL triennale, magistrale, magistrale a ciclo unico o del Conservatorio A. Corelli;
  • non essere beneficiari di borse di studio ERSU di Messina, sussidio monetario straordinario concesso dall’ERSU di Messina; collaborazione part-time ai servizi generali dell’Università di Messina o di altre provvidenze e borse di studio, nell’anno accademico di emanazione del bando;
  • non avere una contestuale attività di lavoro in via subordinata o autonoma;
  • non essere impegnati in attività di tutorato;
  • non svolgere servizio civile.
  • avere una conoscenza di informatica e di lingua inglese;
  • aver acquisito alla data del 10 agosto 2018:
    – per CdL triennale 15 CFU se iscritti al 2° anno, 48 CFU se al 3° anno 81 CFU se iscritti al 1° anno fuori corso;
    – per CdL magistrale biennale 18 CFU se iscritti al 2° anno, 48 CFU se al 1° fuori corso;
    – per CdL magistrale a ciclo unico della durata di sei anni 15 CFU se iscritti al 2° anno, 48 CFU se al 3° anno, 81 CFU se al 4° anno, 114 CFU se al 5 ° anno, 147 CFU se al 6° anno, 180 CFU se al 1° anno fuori corso.

Lo studente dovrà espressamente dichiarare il numero dei crediti conseguiti alla data del 10 agosto 2018, unitamente alla media aritmetica delle votazioni riportate. È altresì richiesto il numero di protocollo dell’attestazione ISEE in corso di validità, i cui limiti sono così fissati: I.S.E.E. 33.363,00; I.S.P.E. 71.781,00

 

Com’è possibile candidarsi?

Le procedure di presentazione della candidatura saranno espletate esclusivamente attraverso piattaforma online appositamente predisposta; non saranno accettate domande inoltrate con mezzi diversi. Gli studenti che intendono candidarsi per la collaborazione, entro i termini stabiliti, devono:

  • registrarsi al portale dei servizi allo studente dell’ERSU di Messina;
  • accedere a ersumessina.it, con le credenziali ottenute in fase di registrazione;
  • compilare online la richiesta di partecipazione;
  • stampare e firmare la richiesta di partecipazione (autocertificazione);
  • caricare (upload) in unico file formato PDF e della dimensione massima di 2 Megabyte l’autocertificazione stampata e firmata, unitamente alla copia del documento d’identità e all’eventuale documentazione aggiuntiva.

Al termine della procedura, il candidato riceverà sulla e-mail indicata in fase di registrazione la ricevuta di avvenuta protocollazione.

 

Quali criteri orienteranno la formazione della graduatoria?

Sarà valutata la carriera accademica dei candidati a cui, in caso di parità di punteggio, si sommerà l’ISEE e poi l’ISPE, che farà dunque prevalere lo studente in condizioni economiche maggiormente disagiate. Nel caso di ulteriore stato di pari, si procederà a nuovo ordinamento in base alla minore età anagrafica. La graduatoria provvisoria sarà resa nota sul sito web dell’ERSU il 6 maggio 2019.

Per ulteriori info:
contattare Giovanni Cordaro all’e-mail giovanni.cordaro@ersu.me.it
oppure chiamare i numeri 090/3718611, 090/3718622 e 0903718630.

 

Mariachiara Villari

SOS ERASMUS #1: accettazione della destinazione e iscrizione all’università straniera

Il prossimo anno accademico andrai in Erasmus e non sai come muoverti? Hai paura di sbagliare qualcosa o dimenticarti delle scadenze da rispettare? “SOS Erasmus” è la nuova sottorubrica di UniVersoME che fa al caso tuo!
In questo articolo parleremo di accettazione della destinazione e iscrizione all’università straniera.

 

La conferma della mobilità

I termini per l’accettazione della destinazione assegnata sono scaduti ieri, l’8 aprile. L’accettazione o rinuncia alla destinazione andava effettuata tramite la sezione “Mobilità Internazionale” del proprio profilo esse3, pena la rinuncia automatica alla mobilità. Non è possibile richiedere un cambio di destinazione.
Contestualmente alla conferma della mobilità era necessario comunicare il periodo scelto per effettuare la mobilità (primo semestre, secondo semestre o anno intero) tramite l’invio di un’email a erasmus@unime.it. Se non lo hai fatto, fallo immediatamente! Non dimenticare di specificare il tuo nome e la tua Università di destinazione. Il periodo scelto deve essere coerente con il numero di mesi previsti dall’accordo fra l’Università di Messina e l’Università straniera: se hai vinto una borsa da cinque mesi non puoi scegliere di effettuare una mobilità per l’anno intero (ma potrai chiedere il prolungamento, se lo vorrai, quando sarai già partito). Chi è assegnatario di una borsa per l’anno intero (quindi da 9 o 10 mesi) deve prestare molta attenzione a questa scelta: se adesso decidi di partire per un solo semestre (e quindi di ridurre la tua borsa), non potrai chiedere il prolungamento successivamente.
Se non hai conseguito la certificazione linguistica necessaria prima della presentazione della domanda, ricorda che dovrai conseguirla entro e non oltre il 30 maggio, pena la revoca della borsa (link date di esame a fine articolo).
Le destinazioni rinunciate dagli assegnatari saranno rese disponibili per coloro che ne avevano fatto richiesta ma non ne erano risultati assegnatari. Le riassegnazioni avverranno entro il 15 ottobre 2019.
Ad esclusione dei casi di “forza maggiore” o per gravi motivi di famiglia/salute (debitamente documentati), non sono ammesse rinunce alla borsa Erasmus in prossimità della data di partenza e, comunque, dopo il 1° luglio 2019 (per gli assegnatari in partenza al primo semestre/Anno intero) e dopo il 31 dicembre 2019 (per i partenti nel secondo semestre). (art. 10 co. 5 del Bando Erasmus+ Studio).

 

L’iscrizione all’Università straniera – Application procedure

L’Università di Messina provvederà a inviare alle rispettive Università straniere i nominativi degli assegnatari delle borse. Solo alcune Università straniere inviano agli studenti un’email dove riportano la procedura per iscriversi. Nella maggior parte dei casi è necessario visitare autonomamente il sito dell’Università straniera, raggiungere la sezione “Erasmus” e iscriversi tramite il cosiddetto “application form”. Ovviamente il procedimento e la modulistica sono differenti per ogni Università, che dovrai contattare autonomamente in caso di dubbi o problemi.
Ogni Università ha una data di scadenza entro la quale effettuare l’application procedure. Per questo è importante visionare attentamente il sito web della tua Università ospitante. Puoi anche far riferimento all’accordo bilaterale tra l’Università di Messina e l’Università ospitante (link a fine articolo), ma sicuramente troverai informazioni più aggiornate nel sito web dell’Università ospitante.
L’iscrizione alle Università straniere è gratuita: l’importante è che si sia in regola con le tasse dell’università di Messina prima della partenza. Alcune Università potrebbero richiedere delle somme di denaro volte a coprire le spese di tipo assicurativo.
In questo periodo è bene anche iniziare a valutare quali materie sostenere in Erasmus, ma parleremo di ciò in maniera più specifica successivamente.

 

Link utili

  • SOS Erasmus #2: https://universome.unime.it/2019/04/16/sos-erasmus-2-i-contributi-economici/
  • SOS Erasmus #3 – la compilazione del learning agreement: https://universome.unime.it/2019/05/16/sos-erasmus-3-la-compilazione-del-learning-agreement/

 

Francesco D’Agostino

AEGEE “Summer University”, scopri l’Europa imparando e divertendoti

 

AEGEE “Summer University”, scopri l’Europa imparando e divertendoti

Anche per l’estate 2019 AEGEE ha rinnovato il progetto “Summer University”, iniziativa che ogni anno permette a centinaia di giovani di scoprire a basso costo l’Europa. Ma di cosa si tratta più precisamente?

Cos’è AEGEE?
“AEGEE (Association des Etats Généraux des Etudiants de l’Europe) è una delle più grandi organizzazioni studentesche interdisciplinari d’Europa, aperta a tutti gli studenti e i giovani dai 18 ai 30 anni. È un’associazione non governativa e senza scopo di lucro che nasce dall’idea di un’Europa democratica, diversa e senza confini attraverso la partecipazione attiva dei giovani nella società, creando spazi di dialogo e occasioni di apprendimento, nonché training, workshop e viaggi low cost che permettono ai giovani di incontrarsi e respirare il vero spirito AEGEE”.

Cos’è la Summer University?
“La Summer University è un progetto di scambio culturale che dura circa due settimane, e dà la possibilità di visitare città straniere e scoprire la cultura del paese ospitante con soli 10/15 euro al giorno. Quest’anno è possibile scegliere tra 57 destinazioni, dalla Grecia alla Russia, Polonia, Turchia e tante altre”.
Ogni Summer University ha una tematica: integrazione europea, dialogo interculturale, cittadinanza attiva, democrazia, cultura locale, sport, educazione civica e sviluppo personale.

Quali sono le mete di quest’anno?
È possibile trovare tutte le mete di quest’anno all’indirizzo https://www.projects.aegee.org/suct/su2019/su_list.php.

Com’ è possibile partecipare a una Summer University?
È innanzitutto necessario diventare membro di AEGEE Messina. Lo step successivo è creare un account sulle reti intranet (https://www.intranet.aegee.org/login/signUp) e Online Membership System di AEGEE (https://my.aegee.eu/signup/default). A questo punto sarà possibile scegliere la Summer University alla quale ci si desidera iscrivere. Sarà poi necessario scrivere una lettera motivazionale sulla quale prestare molta attenzione: la selezione sarà principalmente basata su questa!
Ad ogni modo, è possibile trovare la procedura dettagliata qui: https://www.projects.aegee.org/suct/su2019/procedures.php

Fino a quando è possibile presentare la domanda di partecipazione?
È possibile presentare domanda fino al 15 aprile.

Per ulteriori informazioni è possibile contattare AEGEE Messina via:
Email: aegeemessina@hotmail.com
Facebook: https://www.facebook.com/aegeemessina/
Instagram: https://www.instagram.com/aegeemessina/?hl=it
oppure consultare le FAQ sul sito web di AEGEE: https://www.projects.aegee.org/suct/su2019/faq.php
Sarà anche possibile incontrare i ragazzi di AEGEE presso il Dipartimento di Giurisprudenza venerdì 5 aprile (https://www.facebook.com/events/323000841901540/) e presso il DICAM (data ancora da stabilire).

 

Francesco D’Agostino

Convegno su psicologia e psicopatologia della maschera

Martedì 2 aprile dalle ore 8.30 alle 12.30, presso l’Aula Magna dell’Aulario di via Pietro Castelli, il Cospecs e il dipartimento di Biomorf organizzano un convegno di studi dal titolo “Psicologia e Psicopatologia della Maschera”.
Ai saluti istituzionali seguirà il dibattito introdotto dal prof. S. Settineri.
Relazioneranno: P. Perconti, R. Vilardo, G. F. La Torre, M.C. Martinelli, E. M. Merlo. e F. Frisone.
La maschera in psicologia rappresenta un medium tra mondo esterno e mondo interno. In tal modo regola le relazioni sia con gli oggetti esterni (relazioni interpersonali) sia con gli oggetti interni (rappresentazioni). Conosciuta o sconosciuta, la maschera favorisce l’adattamento in chiave dimensionale, se troppo utilizzata determina l’inautenticità invece se poco determinata rivela al mondo esterno quello che allo stesso dovrebbe restare celato, proprio per questo gli estremi dimensionali della maschera possono essere oggetto di psicopatologia.

Programma:
– Saluti delle Autorità Accademiche
– Introduzione (prof. S.Settineri)
– “Visi e Facce “ (prof. P. Perconti)
– “Contesto ambientale e politica museale: il Polo Regionale delle isole Eolie (dott. R.Vilardo)
– Le maschere teatrali e il culto di Dioniso a Lipari ( prof. G. F. La Torre)
– La collezione delle maschere del Museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” a Lipari (dottssa. M.C. Martinelli)
– La fobia adolescenziale come “oggetto” maschera (dott. E. M. Merlo)
– Maschera come epifenomeno del complesso in psicoterapia ( dott. F. Frisone, prof. S. Settineri)

Diario di una fuorisede superstar 2° parte

Penelope fissava le crepe sul soffitto.

Una luce tiepida entrava attraverso le persiane semichiuse della finestra.
Non sapeva che ore fossero, né riusciva a capirlo; potevano essere i minuti appena dopo l’alba, ma anche le prime ore di un pomeriggio nuvoloso.

Un rantolo improvviso e una porta aperta con forza la fecero ridestare.
“Che cavolo sta succedendo?” brontolò mettendosi a sedere.
Un ragazzo e una ragazza, finiti per terra, ridevano sghignazzando.
Penelope, per un attimo, non ricordò il nome della coinquilina; quello del ragazzo non lo memorizzò mai, anche perché quello fu l’ultimo loro incontro.
“Scusaci, ci era venuta fame..” iniziò Arianna continuando a star seduta sul pavimento.

Penelope la fissava senza batter ciglia, si sentiva stordita.
“E quindi?” domandò sbadigliando.
“Era rimasta solo una fetta di pizza. L’ultima” spiegò la coinquilina.
Penelope si alzò dal letto, superò i colleghi che non davano segno di voler alzare il proprio fondo schiena dal suo pavimento e uscì nel corridoio.
Laura stava passando la cera.

“Scusate ma che ore sono?” chiese Penelope.
“Le sei” rispose Laura, aspramente, prima di aggiungere “Ho ripulito quasi tutto il casino che avete fatto ieri, ma in cucina non entro; fate voi”.
Penelope era ancora in stato confusionale “Le sei di mattina o di pomeriggio?”.
Laura la osservò con disprezzo “Di pomeriggio Penny e comprati un orologio, ti prego”.
“Beh, grazie” rispose velocemente Penelope, dandole poca retta.

Si avviò verso la cucina, ignorando il ragazzo, a lei sconosciuto, dormiente sulla poltrona del corridoio, logora come quelle che si trovano sul ciglio della strada, accanto la spazzatura.

Era impossibile scorgere la superficie del tavolo da pranzo, era più che altro un accumulo di bottiglie vuote e cartoni unti, pieni di briciole.
In quell’istante si accorse che Arianna e il senza nome l’avevano seguita, come due zombie.
“Diamo una ripulita, veloce. Domani è il primo giorno di lezioni. Alle 9 devo essere in aula” cominciò Penny raccogliendo da terra una statuina di ceramica, mutila di alcune parti.
“Veramente, Penelope, hai appena perso il tuo primo giorno. Siamo in after dall’altro ieri” spiegò il compagno di Arianna; prima di allora, non aveva pronunciato una parola.
“Sarebbe stato meglio se avesse continuato a tacere” pensò Penny, seccamente.

                                                                                                                                                   Ilaria Piscioneri