FAI&UniME: un viaggio alla scoperta del patrimonio d’Ateneo

Le Giornate FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), quest’anno 22 e 23 marzo, rappresentano un appuntamento imperdibile per gli appassionati di arte, storia e natura. Questi eventi offrono l’opportunità di visitare luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti, svelando tesori nascosti del nostro Paese. Anche Messina e il suo territorio offriranno ai visitatori l’opportunità di scoprire alcuni luoghi di grande valore storico e culturale. Tra le tappe più affascinanti di questa edizione, spiccano tre siti emblematici.

 

Dettaglio del portale antico dell’Università. © Alessandro Saitta

 

Faro di Capo Peloro

Il Faro di Capo Peloro si trova sulla punta nord-orientale della Sicilia, nel punto più vicino alla Calabria, ed è un simbolo della navigazione nello Stretto di Messina. La sua storia affonda le radici nell’antichità, quando già gli storici romani lo menzionavano. L’attuale struttura risale al 1935, dopo che il terremoto del 1908 distrusse la torre precedente costruita nel 1857 durante il Regno delle Due Sicilie. La sua torre ottagonale, dipinta a fasce bianche e nere, garantisce maggiore stabilità e resistenza ai venti. Con un’altezza di 37 metri sul livello del mare, la sua luce è visibile fino a 22 miglia nautiche, garantendo la sicurezza della navigazione in una delle zone più trafficate del Mediterraneo. Circondato da un’area di 1500 mq, tra giardino e terreno coltivabile, il faro è testimone silenzioso di storie, leggende e del mito di Scilla e Cariddi, che da sempre avvolge di fascino e mistero le acque dello Stretto.

Parco Letterario Salvatore Quasimodo a Roccalumera

Un viaggio nell’universo poetico di Quasimodo, premio Nobel per la letteratura, che sorge nell’Antica Stazione Ferroviaria e celebra il legame tra il poeta e il mondo ferroviario. Fondato nel 2000, ospita il Museo Quasimodiano e il Treno-Museo, con lettere, cimeli e arredi originali del suo studio milanese. La ricostruzione della sua sala d’attesa offre un’esperienza immersiva nella vita del premio Nobel, tra poesia e memoria storica della Sicilia.

FAI
Dettaglio Aula Magna del Rettorato. © Alessandro Saitta

Sede Centrale dell’Università di Messina

Discorso diverso va fatto per la sede centrale dell’Università di Messina, cuore storico e architettonico dell’Ateneo, radicata nel tessuto urbano sin dal Seicento. Fondata nel 1548 grazie a una Bolla papale e alla collaborazione tra il Senato cittadino e Ignazio di Loyola, nacque come istituzione gesuitica, ma presto si affermò come Studium laico, segnando un forte legame con la città e subendo chiusure e riaperture nel corso dei secoli.

L’attuale Palazzo dell’Università sorge sull’antico Collegio dei Gesuiti progettato da Natale Masuccio, demolito dopo il terremoto del 1908. Ricostruito nel 1913 in stile eclettico-neoclassico dagli ingegneri Botto e Colmayer, fu ampliato nel 1962 con un edificio razionalista di Filippo Rovigo. La struttura si distingue per la disposizione ad anfiteatro attorno a una corte-giardino, con sette edifici collegati da gallerie coperte e decorazioni floreali che ne unificano l’estetica.

Elemento centrale del complesso è la sede del Rettorato, enfatizzata dalla monumentalità dello scalone interno e dalla scenografica articolazione della facciata. La visita alla sede universitaria offre un viaggio tra storia, arte e architettura, in una città il cui paesaggio costruito è costantemente frutto di ricostruzione.

FAI di primavera 2025

Si è svolta stamattina la conferenza stampa a cui sono intervenuti la Rettrice dell’Università di Messina, prof.ssa Giovanna Spatari, il Capo delegazione FAI di Messina, Nico Pandolfino, il Capitano di fregata Johnny Pizzimento, l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina, Enzo Caruso, e il dott. Carlo Mastroeni, Direttore del Parco Letterario Quasimodo.

In particolare, la Rettrice Giovanna Spatari, ha lanciato un messaggio alla Città di Messina, ribadendo l’importanza dell’Ateneo nel tessuto sociale:

Occorre cogliere, soprattutto negli atenei del Sud, nelle città che non hanno un’economia spinta, come possono essere le capitali del Nord, quanto un ateneo sia importante nel tessuto sociale, economico e culturale del territorio. E quindi, quanto l’Università possa essere affollata, come io immagino, ma è sempre stata così, di persone che vengono a conoscerne l’importante storia.

Orari e aperture a Messina

Sede Centrale Università – DAL COLLEGIUM AD UNIME (SENZA PRENOTAZIONE)

Sabato 22 e domenica 23 marzo

09:30 – 13:30 / 14:30 – 18:00

Inoltre, ci saranno due eventi speciali a contributo libero:

  • Messina tra visibile e invisibile:  il progetto per la costruzione della regia Università e il Collegio dei Gesuiti.

A cura dell’Arch. Francesca Passalacqua (Professore associato dell’Università degli Studi Messina)

Sabato 22 marzo ore 18 – Atrio Rettorato

  • La quadreria dell’Università di Messina
    A cura del Prof. Giampaolo Chillè (già Professore a contratto dell’Università degli Studi Messina e cultore della materia)
    Domenica 23 marzo ore 18 – Atrio Rettorato

Faro di Capo Peloro – IL FARO TRA LO JONIO ED IL TIRRENO (Solo su prenotazione)

Sabato 22 e domenica 23: 09:30 – 13:00 / 14:30 – 17:00

ROCCALUMERA (ME)

Parco Quasimodo – NOVITA’ AL PARCO LETTERARIO, TRA LE CARTE DI QUASIMODO

Sabato 22 e domenica 23 marzo 10.00 / 13.00 e 16.00 / 18.00

 

Gaetano Aspa

 

https://fondoambiente.it/

DICO compie 10 anni: la consulenza linguistica firmata UNIME

Nato nel marzo 2015 DICO – Dubbi sull’Italiano Consulenza Online  festeggia oggi dieci anni di attività. Per celebrare questo traguardo, l’Ateneo ha organizzato l’evento “Vivere in italiano. Varietà, usi emergenti e nuovi parlanti“, che si terrà il 20 marzo presso l’Aula Magna del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM).

Unico servizio di consulenza linguistica gratuito offerto da UniMe, DICO è un laboratorio permanente sulla lingua italiana: un punto di riferimento per consulenze, informazione e discussione, aperto a tutti.

DICO: UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA LINGUA ITALIANA

Un dialogo vivace, dinamico e interattivo. La piattaforma, curata dai docenti di Linguistica italiana e Storia della lingua italiana Fabio Rossi  (responsabile scientifico), Fabio Ruggiano, Raphael Merida e da Francesca Rodolico, dottoranda del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM) dell’Università degli Studi di Messina. Dico è un servizio UniMe.

La piattaforma, si propone come punto di riferimento per chiunque abbia dubbi sulla lingua italiana,  diffondendo consigli, indicazioni, informazioni sul sistema linguistico italiano.

DICO
I curatori del servizio DICO, Fabio Ruggiano, Fabio Rossi e Raphael Merida. Fonte: “sito DICO”

CHE COS’È E A COSA SERVE DICO?

Il sito web, supportato tecnicamente dal Centro Informatico d’Ateneo di Messina (CIAM), si articola in diverse sezioni:

  • Chiedilo a DICO! Grazie alla sua interattività, gli utenti possono inviare le proprie domande sulla lingua italiana e ricevere risposte dai curatori del sito.
  • Offre un ricco archivio di risposte, una raccolta in costante aggiornamento di quesiti già affrontati, consultabile per categoria e parola chiave.
  • Il servizio non si limita a fornire risposte su grammatica, sintassi e lessico, ma promuove anche la riflessione sull’evoluzione della lingua italiana e il suo rapporto con altre lingue, attraverso link, approfondimenti e notizie specifiche.

In questi dieci anni, DICO ha raccolto 1.815 domande e risposte e ha totalizzato quasi 330.000 visualizzazioni.  Grazie all’impegno costante dei suoi curatori, continua a crescere come risorsa essenziale per studenti, professionisti e tutti coloro che vogliono approfondire e perfezionare la nostra identità culturale per eccellenza: la lingua italiana.

L’EVENTO

L’incontro del 20 marzo sarà articolato in diverse sessioni tematiche, con interventi di esperti di linguistica provenienti da tutta Italia. Tra gli ospiti di spicco, il presidente dell’Accademia della Crusca, Paolo Achille, che parlerà dell’instabilità dell’italiano contemporaneo e del ruolo della consulenza linguistica.

L’evento si concluderà con una tavola rotonda moderata dal professore Fabio Rossi, con la partecipazione di rappresentanti del mondo accademico e sociale, tra cui il coordinatore degli UniMe Student Ambassador, Abdul Raouf Mastan Sheik Abdullah. L’incontro offrirà una visione ampia e multidisciplinare sulle sfide e le prospettive dell’italiano come lingua viva e in continua trasformazione.

Mattina

ORE 9:30 – SALUTI ISTITUZIONALI

  • Giovanna Spatari, Magnifica Rettrice dell’Università di Messina
  • Giuseppe Ucciardello, Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DICAM)

 10:00 – PRIMA SESSIONE

  • Didattica dell’italiano a scuola e linguistica testuale: a che punto siamo? a cura di Maria Silvia Rati (Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria)
  • Dieci anni di consulenza linguistica: chi scrive, perché, che cosa chiede – Fabio Ruggiano e Francesca Rodolico (Università di Messina)

  • Da abilismo a white privilege. Le parole del woke – Alessandro Aresti (Università di Cagliari)

 12:00 – SECONDA SESSIONE

  • La Crusca (e il suo servizio di consulenza) di fronte all’instabilità dell’italiano di oggi- Paolo D’Achille (Presidente dell’Accademia della Crusca, Università Roma Tre)
  • Quello che le grammatiche non DICOno – Fabio Rossi & Raphael Merida (Università di Messina)

Pomeriggio

ORE 15:00 – SESSIONE POMERIDIANA

  • L’italiano fra apprendimento e uso. Pratiche plurilingui di giovani migranti subsahariani – Mari D’Agostino (Università di Palermo)
  • L’articolo indeterminativo con i nomi astratti non modificati: un tratto in movimento? – Daniele D’Aguanno (Università “L’Orientale” di Napoli)

  • Rimettere a fuoco la lingua. I nuovi poli del prestigio linguistico nei primi vent’anni del Duemila – Daria Motta (Università di Catania)

TAVOLA ROTONDA – MESSINA E IL SUO SPAZIO LINGUISTICO

  • Moderatore: Fabio Rossi (Università di Messina)
    Partecipanti: Giovanni Galvagno (Dirigente CPIA Messina)
  • Abdul Raouf Mastan Sheik Abdullah (Coordinatore UniMe Student Ambassador)
  • Domenico Pellegrino (Referente formazione Ufficio diocesano Migrantes)

Elisa Guarnera

Pietro Nuccio è il nuovo Direttore Generale dell’Ateneo

Il 30 dicembre scorso il dott. Pietro Nuccio è stato nominato Direttore Generale del nostro Ateneo. Una decisione presa all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina, previo parere del Senato Accademico, su proposta della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari.

Il dott. Nuccio, laureato in Giurisprudenza e abilitato all’esercizio della professione forense, durante la sua carriera è stato ufficiale in servizio permanente effettivo della Guardia di Finanza, fino al grado di Tenente Colonnello.

Presso l’Università degli Studi di Messina ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui il ruolo di Dirigente dell’Ateneo dal 16 aprile 2013 e di dirigente del Dipartimento Amministrativo Servizi Didattici e Alta Formazione nell’aprile del 2019. Dal febbraio 2024 copre il ruolo di Presidente della Commissione di Audit straordinario e dal luglio scorso è responsabile della prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

In precedenza era stato Dirigente della Direzione del Personale e Affari Generali del nostro Ateneo.

Tra le molteplici responsabilità, il dott. Nuccio ha ricoperto incarichi caratterizzati da contesti particolarmente complessi sotto il profilo della gestione delle risorse umane e delle implicazioni finanziarie (tra cui: Ufficio Legale e Contenzioso, Ufficio Legislazione, Ufficio centrale delle Relazioni con il pubblico, Componente dell’Ufficio Procedimenti disciplinari per il personale T.A. con funzioni di sostituto del Presidente, Componente di numerose commissioni di concorso, membro della commissione di selezione preliminare dei candidati a componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Messina, Presidente di numerose Commissioni di Gara).

Nuccio ha ricoperto il ruolo di insegnante titolare in corsi di formazione in materia tributaria, di accesso ai documenti amministrativi, autocertificazione e codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Si ricorda, inoltre, la sua collaborazione con il Sole 24 ore in qualità di commentatore  sia per la Guida Normativa che per la  Guida al Diritto.

Al via la selezione per il College of Europe: come ottenere le borse di studio

Il College of Europe è un istituto indipendente di studi post-universitari fondato nel 1949 con 3 sedi all’attivo: Bruges, la principale, Natolin (Varsavia) e Tirana. L’istituto eroga master di 2° livello (frequentabili da chi ha conseguito una magistrale a ciclo unico o un titolo 3+2). Gli studenti che frequentano il college provengono da tutto il mondo e in particolare l’Italia li supporta tramite la messa a disposizione di borse di studio

Cosa offre il College of Europe?

Il College of Europe offre programmi di master unici nel loro genere, focalizzati sull’approfondimento delle dinamiche europee e delle politiche internazionali. Per i master erogati a Bruges e a Tirana, i corsi sono settoriali e mirati, mentre a Natolin le attività accademiche sono altamente interdisciplinari, mirate a sviluppare competenze avanzate e una comprensione critica delle istituzioni e dei processi decisionali dell’Unione Europea.

La sede di Tirana eroga in master nell’ambito dell’integrazione europea, mentre Bruges offre 6 master in materia prevalentemente giuridico-politica e in ambito diplomatico. A Natolin, invece, i profili ricercati: seppur gli studi siano indirizzati verso chi si occupi di un ambito umanistico (studi giuridici, politici o storici) o di tipo economi l’indirizzo di provenienza non è vincolante per l’ammissione. In particolare, in questa sede viene erogato il master in Studi interdisciplinari europei, con quattro curvature possibili:
-EU Public Affairs and Policies
– The EU and the World
– The EU in the Wider Europe and its Neighbours
– European History and Civilization

Inoltre, il master garantisce agli studenti, oltre che vitto e alloggio presso i campus di riferimento, anche due viaggi studio di due settimane durante la durata del corso. I corsi vengono erogati in inglese (il requisito minimo è il B2) e in parte in francese (il requisito è un livello A2/B1, anche se durante il master vengono garantiti dei corsi di perfezionamento della lingua).

Gli studenti del College of Europe.
Gli studenti del College of Europe.

L’opportunità da non perdere

La candidatura per accedere al College of Europe è gratuita, ma per gli studenti e le studentesse italiani c’è la possibilità di ricevere una delle borse di studio della Farnesina. Ogni anno, infatti viene data la borsa annuale MAECI, che copre una spesa di € 14.300 a fronte di una spesa complessiva annuale di € 29.000 per i campus di Bruges e Natolin e di € 27.000 per il campus di Tirana. Le candidature sono attualmente aperte e lo saranno fino al 15 gennaio 2025. La selezione per le 27 borse di studio si fa sulla base dei titoli e della lettera motivazionale inviata, ma sarà poi accompagnata da un colloquio con i selezionati della prima fase. Nonostante ciò, ci sono altre opportunità di borse di studio regionali o sulla base del proprio progetto di tesi.

Per avere maggiori informazioni e per eventuali dubbi sui master del College e sulle borse di studio offerte verrà organizzato un webinar con l’avv. Nino Matafù mercoledì 20 novembre alle ore 17:30. Renderemo disponibile il link per accedere sulle storie instagram di UniVersoMe (@uvm_universome) o scrivendo alla mail segreteriauniversome@gmail.com

Giulia Cavallaro

Tirocini formativi: prossimamente al cinema!

La sala cinematografica è da sempre un luogo magico, capace di portare sul grande schermo vicende fantastiche, tali da poter permettere al grande pubblico di evadere anche per poche ore dalla realtà. Ciononostante, con l’avvento delle piattaforme streaming, la sala sembra essere passata in secondo piano, perdendo l’attenzione del pubblico più giovane.

L’associazione culturale Arknoah, in collaborazione con il Cineforum Orione e il Comune di Messina, si pone l’obiettivo di avvicinare i giovani alla sala cinema, ai festival e agli archivi storici del cinema del passato tramite la realizzazione di una convenzione con il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DiCAM) dell’Università degli studi di Messina. Tale accordo permetterà agli studenti dell’Università di svolgere il proprio tirocinio curriculare presso l’associazione Arknoah e, data la collaborazione, presso il Cinema Lux, sala gestita dal Cineforum Orione.

Il progetto, coordinato da Francesco Torre (direttore artistico del festival Il Cineclub dei Piccoli, segretario regionale della FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema e responsabile della valorizzazione del Fondo Angelicus Film del Comune di Messina), consiste in azioni di formazione al linguaggio cinematografico rivolte a scolaresche di ogni ordine e grado attraverso una serie di azioni mirate, quali visite guidate in Cineteca, visione, commento e analisi di film, lezioni frontali e seminari.

Avventure in Cineteca: attività del tirocinio

Durante il tirocinio, gli studenti avranno l’opportunità di ampliare le loro conoscenze di cinema. In particolare verrà avviato un progetto, denominato “Avventure in Cineteca”, in diverse scuole del territorio messinese, con lo scopo di promuovere il linguaggio cinematografico. Il tirocinante svolgerà attività di tutoraggio in un singolo istituto scolastico, monitorando il buon andamento del progetto.

A queste attività di divulgazione si affiancherà il lavoro di catalogazione di pellicole e manifesti, con lo scopo di avviare una futura Cineteca comunale.

I posti disponibili per il tirocinio sono al momento quattro, a cui tutti gli studenti dell’Università possono fare richiesta. L’attività avrà una durata di 150 ore, con una valenza di 6 CFU.

Cosa aspetti? Contatta l’associazione Arknoah!

Tel. 347.1046293

Mail: associazionearknoah@gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

Cerimonia di Consegna dei Diplomi 2024: tra prestigio ed emozione

Nella splendida cornice del Teatro antico di Taormina, si è tenuta lo scorso 23 luglio, come ormai da qualche anno a questa parte, la Cerimonia di consegna dei Diplomi di Laurea. Un momento per festeggiare il traguardo degli oltre 400 dottori e dottoresse che hanno conseguito il diploma triennale o magistrale o il dottorato di ricerca. L’evento è stato un susseguirsi di lacrime di gioia di studenti e parenti, ma anche di preziosi interventi da parte di personalità importanti invitate alla cerimonia.

L’apertura e i primi interventi

Ad introdurre la splendida serata ci ha pensato il Coro di Ateneo sotto la direzione dei Maestri Umberto e Giulio Arena, sulle cui note sono entrati i Prorettori, il Senato Accademico, il Direttore Generale dell’Università e la Magnifica Rettrice Giovanna Spatari. Quest’ultima si è subito congratulata con gli studenti presenti, a cui ha augurato il meglio; il momento chiave, però, è stata senza dubbio la notizia dell’intitolazione del Cortile del Rettorato a Lorena Quaranta, una studentessa dell’UniMe che è stata vittima di femminicidio, al fine di non dimenticare e sensibilizzare sulla tematica.
All’intervento della Rettrice sono seguiti quelli del Sindaco di Messina Federico Basile, del Sindaco di Taormina l’onorevole Cateno De Luca e della direttrice del Parco archeologico Naxos Taormina Gabriella Tigano.

La Magnifica Rettrice dell’Università degli Studi di Messina, prof. ssa Giovanna Spatari ©UniVersoMe

Gli ospiti della serata

Dopo la prima sfilata dei dottori e delle dottoresse, è salita sul palco la giornalista Giovanna Botteri, che UniVersoMe ha avuto l’onore di intervistare. Professionista di livello internazionale che ha seguito in prima persona alcuni dei più importanti eventi storici della nostra contemporaneità: dalla seconda guerra del Golfo in Iraq fino all’elezione di Obama e alla recentissima pandemia di Covid-19.  Botteri ha parlato di come abbia capito la sua strada sin da subito, sin da quanto preferiva scrivere rispetto alle tabelline. Ha inoltre discusso anche dell’importanza della neutralità nella sua professione, soprattutto in un mondo in cui le fake news spopolano ogni giorno sempre di più.

Sul palco, tra una sfilata e l’altra, è salita anche Simona Cascio, un esempio delle eccellenze di UniMe e campionessa europea con la nazionale femminile di basket sordi. Lei ha parlato della sua disabilità invisibile e di come ci si debba spingere oltre rispetto ai propri limiti.

Sul finire della serata sul palco è salito l’attore comico Roberto Lipari, che ha alleggerito il tono con sarcasmo e qualche battuta tagliente. “Il picco più alto dell’evoluzione è fare cose senza senso” dice l’attore, in una battuta che inquadra il “senza senso” come qualcosa che semplicemente si possa avere il piacere di fare. Si mette infatti a fuoco un messaggio molto importante, spesso sottovalutato: fermarsi ogni tanto per riprendere fiato e non correre sempre dietro a una vita che è diventata sempre più una gara con gli altri.

La giornalista Giovanna Botteri intervistata dalla Coordinatrice di UVM, Giulia Cavallaro ©UniVersoMe

Consegna dei Diplomi 2024: gli studenti al centro

Tra i vari interventi, sul palco sono saliti anche due gruppi di studenti: la squadra che, guidata dal prof. Fabrizio Mollo, si è impegnata nei rilievi sulla collina di Santa Gada di Laino Borgo, e il Team di Messina Energy Boat, coordinato dal prof. Vincenzo Crupi, che con l’imbarcazione realizzata ha conquistato il quinto posto a livello mondiale alla “Monaco Energy Boat Challenge”.

La serata si è conclusa sulle note del “Volare” con il messaggio del DJ Leo Lippolis, che ha accompagnato gli studenti fino all’emblematico lancio del tocco. Anche quest’anno la Cerimonia di Consegna dei Diplomi è stata un successo, e noi vi diamo appuntamento al prossimo anno!

Gli studenti un momento prima del lancio del tocco©UniVersoMe

Giuseppe Micari e Giulia Cavallaro

 

Parole, parole, parole… sul nuovo vocabolario Treccani di Giuseppe Patota e Valeria Della Valle

Lo scorso 24 maggio si è tenuto presso l’Aula Magna del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne un incontro con la prof. ssa Valeria Della Valle e il prof. Giuseppe Patota, direttori della nuova edizione del Vocabolario Treccani uscito nel 2022. L’incontro è stato organizzato e presentato dal prof. Fabio Rossi, ordinario di Linguistica italiana.

Qual è la novità del nuovo Treccani? La prima che i due professori fanno notare è l’abbandono del vocabolariese, il linguaggio complesso che imperava tra le pagine dei vecchi vocabolari. L’obiettivo? Che il dizionario diventi davvero qualcosa di accessibile a tutti. La novità più grande, però, è senza dubbio la lemmatizzazione dei nomi e aggettivi femminili: di fronte ad avvocato o lettore, infatti, si leggono anche avvocata lettrice. 

Abbiamo avuto la possibilità di intervistare a tal proposito chi ha diretto i lavori.

Il nuovo Vocabolario Treccani 2022

Il coraggio del cambiamento

Alla domanda sul perchè non fosse ancora stata fatta questa scelta, Valeria Della Valle dice: “Forse per mancanza di coraggio. È stata un’operazione non facile da accettare e promuovere. Ma anche perchè forse non c’era ancora stato alla direzione qualcuno che avesse fatto questa riflessione. Era però arrivato il momento di cambiare una tradizione diventata anacronistica.” Nonostante i cinquecento anni di lessicografia alle spalle, infatti, un tale cambiamento era divenuto necessario.

E come avranno reagito i lettori che si sono ritrovati tra le mani questo Vocabolario rinnovato? A rispondere è Giuseppe Patota, che dice “Da una parte c’è stato un accoglimento entusiasta, con presentazioni piene zeppe di ragazzi e ragazze interessatissimi all’argomento. Dall’altra parte, c’è chi ha accusato di aver stravolto la lingua italiana, sebbene l’unica cosa che abbiamo fatto sia stata applicare alle parole un ordine non più fondato sul genere ma sull’alfabeto.”

È indubbio che storicamente l’italiano sia una lingua orientata verso il maschile, ma questo è solo e unicamente perchè la storia di una parte del mondo ha avuto per secoli questa direzione.

Schwa, una questione linguistica

“Lo schwa” dice il prof. Patota “è un tentativo di risolvere un problema che esiste e che è legittimo: la rappresentazione linguistica delle persone che non si riconoscono nei due generi.” Nella risposta il professore e la professoressa non intendono dare sentenze di tipo ideologico, ma soltanto parlare da linguisti. Patota continua “Nella storia della linguistica italiana non è mai successo che una riforma di tipo ortografico abbia avuto successo. Già nel Cinquecento Giovan Giorgio Trissino tentò di inserire nell’alfabeto latino l’epsilon e l’omega per le e ed o aperte, cosa che ad oggi non utilizziamo. Credo infatti che sia possibile intaccare una tradizione (ad esempio con l’inserimento del femminile a lemma), ma che non si possa fare lo stesso con un sistema. Ritengo quindi che il problema sia giusto, ma la soluzione sia inadeguata. Nonostante ciò, chi ha il desiderio di usare la schwa o l’asterisco può tranquillamente farlo.

Della Valle precisa: “La nostra è una perplessità molto pratica, che non ha nulla di ideologico. Invece, le soluzioni proposte che secondo noi sono inattuabili spesso sembra siano su base ideologica a volte anche un po’ integralista e non tollerante.”

Valeria Della Valle e Giuseppe Patota durante la trasmissione “Le parole per dirlo” (Fonte: Rai)

Dire, fare, insegnare: Della Valle e Patota sulla divulgazione

Valeria Della Valle e Giuseppe Patota hanno dedicato una gran parte della loro vita anche all’insegnamento, principalmente universitario, e alla divulgazione, attraverso una serie di programmi televisivi e radiofonici tra cui il più recente “Le parole per dirlo”, andato in onda su Rai3.

Ma qual è il segreto di una divulgazione efficace? Patota inizia con: “Credo che il compito di un professore sia quello di rendere facili le cose difficili, cosa che abbiamo cercato di fare in tanti anni di insegnamento, sia in aule universitarie, ma anche in radio e in televisione.”

Della Valle continua definendo il tutto come un “travaso continuo tra le due esperienze”. “Dover spiegare le cose agli studenti ci ha insegnato ad essere chiari, ma al contempo abbiamo imparato molto anche dalla televisione: non essere prolissi, occupare un tempo sufficientemente breve, accompagnare ciò che si dice con una mimica convincente.” Aggiungono a voci unite una confidenza e un invito: “tutti e due abbiamo il rimpianto di non aver mai fatto un corso di teatro, perchè siamo convinti che una componente attoriale e teatrale sia insita nel nostro lavoro. Consigliamo a tutte le persone che abbiano ancora il tempo di provare a fare teatro!”

La tradizione quindi è qualcosa da abbracciare o da combattere? Forse nessuna delle due, però sicuramente con il nuovo Treccani è stato chiaro che a volte sia necessario intaccarla per progredire!

Giulia Cavallaro

Medicina, verso l’accesso senza test. Fioccano i primi dubbi

La maggioranza politica ribadisce di avere a cuore l’Università, impegnandosi per risolvere le più discusse questioni correlate. Dopo aver sciolto il problema del voto degli studenti fuorisede, infatti, ora il Parlamento sta operando per modificare l’iter d’accesso ai corsi di Medicina.

L’affare è davvero complesso e su di esso sono state condotte argomentazioni secolari; al centro sempre il confronto tra il valore del diritto allo studio, la necessità di formare una classe lavorativa in numero utile e i bisogni della società in generale, troppe volte posta a conflitto con la cronica assenza di medici nel settore pubblico.

Medicina, il nuovo iter per la selezione

Come scrivevo, appena qualche giorno fa il comitato ristretto della Commissione istruzione del Senato ha dato il via libera al testo base per la riforma dell’accesso al corso di laurea in Medicina.

La riforma – o rivoluzione, che dir si voglia – basa sul principio nuovo per cui: il primo semestre sarà frequentabile da tutti, senza test d’accesso, mentre sarà il passaggio al semestre successivo a essere condizionato dal superamento di dei requisiti.

In termini valoriali si prevede un totale ribaltamento del paradigma; non sarà più il famigerato e criticato super esame a distinguere meritevoli e immeritevoli di prevalere, quanto (prevalentemente) il profitto accademico vero e proprio da inscrivere durante i primi mesi del corso.

I suddetti requisiti da superare non sono ancora perfettamente delineati, e sono certamente passibili di modifica, tuttavia si preannuncia che avranno proprio a che vedere con il superamento dei primi esami, le votazioni conseguite e infine un test su base nazionale diverso dall’attuale.

La promessa di investimenti ulteriori

Si può poi leggere come una promessa di attenzioni economiche ulteriori la successiva parte del testo legislativo. Che recita:

“In coerenza con il fabbisogno di professionisti determinato dal Servizio sanitario nazionale”, si dovranno “individuare le modalità per rendere sostenibile il numero complessivo di iscrizioni al secondo semestre”, anche “attraverso il potenziamento delle capacità ricettive delle università, nel rispetto di standard innovativi relativi alla qualità della formazione”.

Ergo, in funzione delle necessità previste nel mondo del lavoro, si promette di adeguare il flusso di selezionati e, di seguito, la grandezza e la cifra delle strutture didattiche, la numerosità dei corsi e l’assunzione dei docenti adibiti all’insegnamento.

Gli scettici e le loro ragioni

Come al solito, però, se da una parte si pongono quelli che accolgono la riforma come un successo, dall’altra si pongono gli scettici; i quali, adducendo svariate ragioni, contestano una generale insostenibilità della rivoluzione.

E un’insostenibilità particolarmente riferita all’investimento iniziale, e un’insostenibilità largamente riferita al mantenimento e allo sviluppo della riforma.

Con quali fondi si presume di acquisire nuove strutture e nuovi docenti per il futuro ordine degli studenti di medicina? Siamo certi che gli aspiranti medici saranno in numero coerente – e non eccessivo – per coprire il fabbisogno di medici dell’Italia di domani? Sono i dubbi più frequenti.

Il numero di posti a Medicina è stato progressivamente aumentato, per il nuovo anno oltre i 20mila in Italia. Siamo passati da una carenza assoluta, e quando lo dicevamo anni fa nessuno ci ascoltava, alla frenesia di aumentare continuamente i posti. Nel 2034 avremo 132mila medici attivi in più rispetto a oggi: aumentare a dismisura i medici non serve senza la giusta programmazione, se non abbiamo abbastanza infermieri, se non rendiamo più attrattive le specialità e le discipline che non vengono scelte oggi“. Afferma, per esempio, Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo.

Cui si accoda Ivan Carrara, segretario regionale della Fimmg (sindacato dei medici di medicina generale) e coordinatore del polo didattico di Bergamo del Corso di formazione specifica in Medicina generale:

“far laureare troppi medici creerà il rischio di una generazione di disoccupati, i migliori se ne andranno all’estero. Tra l’altro, nei primi sei mesi non si affrontano esami clinici, ma corsi come Fisica o Chimica: non sembra una soluzione particolarmente efficace”.

Conclusioni

Poco da aggiungere di sostanziale. Probabilmente – riconosciute le buone intenzioni – tutto starà alla matematica cui gli operatori burocratici si rifaranno per eseguire la riforma. A calcoli errati ed eccessive libertà d’accesso potrebbe conseguire un esubero di laureati, cioè una fascia di inoccupabili. A calcoli esemplari potrà invece conseguire la risoluzione totale dei problemi da una vita sollevati.

Altro elemento da notare è l’alternativa per gli studenti che dovessero essere scartati dal nuovo meccanismo di selezione.

Sarà opportuno che loro – all’inizio del secondo semestre accademico – vengano muniti della facoltà di virare verso un corso “suppletivo” senza nuove perdite di tempo.

Già è prevista la possibilità di esprimere una preferenza preventiva sul corso eventuale in cui approdare. Sarà bene che il morbo burocratico non si interponga per rendere a rilento il sontuoso meccanismo nazionale di scorrimento delle graduatorie.

Comunque, per lo stato processuale delle cose, si prevede che la riforma entri in vigore non prima dell’anno accademico 2025/2026. Per il 2024/2025 dovrebbe restare ancora in vigore il test.

Gabriele Nostro

Università Svelate, l’apertura del patrimonio culturale dell’ateneo

Mercoledì 20 marzo si celebra la prima Giornata Nazionale delle Università Italiane. Sono stati organizzati in tutta l’Italia eventi aperti al pubblico contenenti un insieme di incontri, dibattiti e workshop sotto il nome di “Università Svelate”. La richiesta di istituirla è pervenuta dalla CRUI, in coincidenza della Giornata Internazionale della Felicità e all’interno della Settimana della Minerva, un periodo dedicato alla celebrazione del sapere e dell’istruzione. Ad oggi “Università Svelate” ha ottenuto il patrocinio del MUR. L’Ateneo di Messina durante quest’occasione condivide con la comunità il proprio patrimonio culturale, attraverso la presentazione dei libri più preziosi e le iniziative che hanno contribuito a valorizzare le biblioteche di Ateneo. Difatti, queste ospitano un pregevole fondo antico, di cui alcuni volumi risalgono al XV secolo. Gran parte del patrimonio, inoltre, è stato digitalizzato nel corso del 2023.

Logo MUR, fonte: unime.it

“Università Svelate” all’Università di Messina

Il programma prenderà il via a partire dalle ore 9, presso l’Aula Magna del Rettorato, con i saluti istituzionali della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari. Seguiranno gli interventi del prof. Vincenzo Fera (Ordinario di Filologia medievale e umanistica afferente al DiCAM), dal titolo “Il patrimonio nascosto: libri e manoscritti antichi dell’Università di Messina”; della prof.ssa Caterina Malta (Ordinaria di Letteratura italiana afferente al DiCAM) dal titolo “Voci per “il gran lutto d’Italia”: Pascoli,Virgilio La Scola e il terremoto di Messina” e del dott. Orazio Giubrone (Referente per il Patrimonio librario antico del Sistema Bibliotecario di Ateneo), dal titolo “Una Biblioteca digitale per la riscoperta e la valorizzazione dei fondi antichi di Ateneo”. Si svolgerà, inoltre, a cura dello SBA UniMe, un laboratorio dal titolo “Dall’invenzione di Gutenberg al digitale Esposizione e illustrazione di testi e documenti antichi”.

Locandina Università Svelate
Locandina Università Svelate, Fonte: unime.it

Alberto Imprescia

SSD Unime: al via un torneo di pallavolo primaverile. Come partecipare

Le lezioni sono iniziate da pochi giorni, ma per chi avesse già bisogno di svagarsi c’è una bella notizia! Il 17 marzo dalle ore 10:00 si svolgerà il 1° Torneo di Pallavolo organizzato dalla coalizione studentesca ORUM in collaborazione con SSD UNIME e CSASU presso il Palazzetto Polivalente della Cittadella sportiva universitaria in Viale Giovanni Palatucci 13. È possibile iscrivere la propria squadra al seguente form di Google entro il 15 marzo.

Il regolamento

Il torneo si svolgerà nell’osservanza delle norme generali dettate dal regolamento della Federazione Italiana Pallavolo (FIP), con alcune regole aggiuntive predisposte dagli stessi organizzatori.

Anzitutto, è prevista la partecipazione gratuita per Studenti, Dottorandi e Specializzandi regolarmente iscritti ad UNIME per l’A.A. 2023-2024. È poi prevista l’iscrizione di un massimo di dodici squadre, ciascuna delle quali dovrà essere composta da dieci giocatori, con almeno tre giocatori di sesso opposto.

Le prime tre squadre in classifica riceveranno in premio delle coppe e delle medaglie. Sono previsti ulteriori premi per il miglior giocatore e la miglior giocatrice del torneo. A tutti gli studenti partecipanti verranno riconosciuti 0,25 CFU; requisito obbligatorio per riceverli è la presenza costante al torneo.

Da ultimo – ma non meno importante – il torneo sarà accompagnato da DJ SET, interviste e foto presso lo stesso SSD Unime!

L’SSD Unime

La Società Sportiva Dilettantistica Unime nasce nel 2020 e da allora gestisce gli Impianti Sportivi della Cittadella Sportiva Universitaria, del Centro Equitazione presente presso il Polo Universitario Annunziata, del Complesso Sportivo Primo Nebiolo e di Palazzo Mariani. La società offre una serie di servizi e agevolazioni agli studenti interessanti alla pratica di vari sport, che potete consultare anche sul sito web dell’ente.

Ulteriori informazioni nonché il regolamento dettagliato sono disponibili sulla pagina Instagram @orum_unime. 

Valeria Bonaccorso