Stranger Things 2

È passato un anno da quando a Hawkins e nella vita di Will sembra essere tornata la normalità.
Tutti provano a dimenticare ciò che hanno visto e vissuto, ma Will ha ancora continui “ricordi” del sottosopra e capisce che il suo incubo non è ancora davvero finito.
Ad un anno dal termine della prima stagione e del meritatissimo successo che aveva riscosso, Stranger Things riparte con un sequel quanto più ricco di sorprese.

I protagonisti sono sempre loro: Will (interpretato da Noah Schnapp), Mike (Finn Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin).
Ma i fratelli Matt e Ross Duffer, ideatori della serie, ampliano il loro panorama narrativo e inseriscono nuovi personaggi e situazioni del tutto inaspettate. È il caso di Max (Sadie Sink), nuova arrivata nel gruppo dei quattro ragazzini, e del suo sprezzante fratellastro Billy (Dacre Montgomery).
E ancora, troviamo un bravissimo Sean Astin nei panni di Bob, nuovo fidanzato della mamma di Will, Joyce, come sempre interpretata da Winona Ryder, sempre più convincente nella sua interpretazione e perfettamente calata nel ruolo.
Era inevitabile poi il ritorno di Undici (Millie Bobby Brown), che in realtà si scoprirà non essere mai realmente andata via. Un’intera puntata sarà dedicata a lei, al suo personaggio e alla sua storia.
Si tratta di una vera e propria crescita psicologica che la porterà a conoscere la madre, la sorella e infine a prendere la decisione di tornare in aiuto ai suoi amici.

I presupposti per una grande seconda stagione sembrano quindi esserci tutti, gli spunti narrativi non mancano, gli intrecci, le nuove situazioni sono ottime.Eppure a questa seconda stagione sembra mancare qualcosa.
I Duffer danno l’impressione di aver messo “troppa carne al fuoco” per poi ricavarne ben poco.
I personaggi sono come sempre caratterizzati alla perfezione; le situazioni secondarie sembrano invece essere poco sviluppate. Abbiamo l’arrivo dei due fratellastri, ma si parla poco di loro e della loro storia e si finisce col non capire bene che ruolo effettivamente abbiano. Lo stesso vale per la madre di Undici e la sorella; la ragazzina riesce finalmente a scoprirne l’esistenza e ad incontrare entrambe, eppure questi incontri sono fini a se stessi, ne rimane ben poco e nonostante l’intera puntata dedicata a ciò è poco chiaro il motivo di questa scelta.
Queste situazioni “lasciate a metà” fanno però ben sperare in una terza serie, così come la scena finale in cui ci viene mostrato come, nonostante il passaggio sia stato chiuso, il sottosopra sia ancora lì.
La qualità tecnica della serie rimane comunque indubbiamente molto alta.
I due fratelli hanno una regia impeccabile, l’ambientazione è più che realistica e il cast scelto è di ottimo livello. Siamo nel 1984 e il clima che si respira è esattamente quello.
Il tutto accompagnato dalla giusta dose di suspense e attesa…per la prossima stagione.

 Benedetta Sisinni

 

 

 

Eventi della settimana

22 NOVEMBRE


I’M INFINITA COME LO SPAZIO

Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quando: ore 18:00

Cosa: presentazione del libro “I’m infinita come lo spazio” alla presenza dell’autrice Anne Riitta Ciccone regista dell’omonimo film in ucita il 16 novembre

 

APERIBOOK ALLA FELTRINELLI

Dove: FeltrinelliPoint

Quando: 21:00

Cosa: Appuntamento settimanale del ‘aperibook; l’aperitivo a buffet.
Drink e buffet 10 euro
Consultazione libri e Wi-Fi free

ERASMUS IN RETRO- PAROLIMPARTY

Dove: Retronouveau via Croce Rossa 33

Quando: ore 23:30

Cosa: Tutto lo staff di ESN Messina è sempre attento alle tematiche sociali e, perciò, questa settimana dedichiamo una festa alle persone diversamente abili, sostenendo un progetto valido quale il Paraolimparty promosso da Mediterranea events asd, AISM ad associazione Bios grazie alla collaborazione della fondazione Vodafone Italia.

Il progetto Parolimparty (POP) è volto alla diffusione della pratica sportiva tra i disabili e, nello specifico, alle persone affette da sclerosi multipla, come motore di crescita, aggregazione e
inclusione sociale.

Per sostenere il progetto Parolimparty è possibile visitare la pagina dedicata www.parolimparty.it o il link www.ognisportoltre.it/progetti.

Anche tu puoi contribuire!

L’ingresso è garantito solo in lista e fino ad esaurimento della capienza del locale!

>>> Ingresso GRATIS entro 00.00 per le donne e in tenuta sportiva! Per liste, tavoli o agevolazioni contatta gli admin! <<<

DJ alla consolle:
Lorenzo Musolino
Federico Frisone

 

24 NOVEMBRE

UPBALCONY SOUND FEST

Dove: Piazza Antonello

Quando: dalle ore 20.30 alle ore 00.30

Cosa: 15 DJ si esibiranno dai balconi del Comune di Messina, della Città metropolitana di Messina (ex Provincia) e dell’ Università degli Studi di Messina animando la piazza come mai prima d’ora.

Sarà proprio durante quella sera che vi chiediamo di esserci, per divertirvi con noi e contribuire concretamente per poter realizzare il progetto PAROLIMPARTY.

“NON ESISTE PIU’ BELLA COMPETIZIONE SE NON QUELLA IN CUI A VINCERE….E A PARTECIPARE… SIAMO TUTTI”

 

 

 SEMINARIO DI PSICOLOGIA DELLA CONVIVENZA

Dove: Aula Magna del pad. E AOU Policlinico G. Martino

Quando: ore 14:30

Cosa: Evento avente come scopo avvicinare la Sanità, le famiglie, il malato alle istituzioni, normalmente ciò viene indicato come “Terzo Settore”.
La psicologia clinica si occupa di ciò, avendo a cuore l’incontro con persone che abbiano problemi di vita reali, ponendo al centro il malato nel suo contesto non come pezzo d’organo, ma con il suo vissuto nella quotidianità.
Il Medico, il sanitario attento a questo aspetto ha maggiori capacità diagnostiche e di allungamento della vita, come ampiamente dimostrato con il malato oncologico.
In ambito psicopatologico l’approccio alla convivenza per diminuire pregiudizi, crea presupposti basati sul soggetto essere unico e irripetibile e non oggetto di studio metodologico, approccio che sarà poi successivo.
Le istituzioni Sanitarie (Corsi di Laurea Triennali, magistrali e specialistici) sono preposti a questa visione?
Visione sia antica e moderna, antica perché in origine era così, moderna perché attualmente la medicina ha perso di vista il paziente per oggettivare la malattia.
Vi sarà la Relazione Magistrale del Professore Franco Di Maria dell’Università di Palermo, sostenente la Tesi della convivenza quale componente simbolica della relazione sociale.

L’evento apre Il ciclo di Seminari di Psicologia Clinica e Dinamica, Cattedra del Prof. Salvatore Settineri, Ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Messina.
Vi aspettiamo numerosi per un pomeriggio interessante, che possa risvegliare in voi qualcosa.
Verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.

 

APERICENA CON IL CENTRO DI RECUPERO FAUNA SELVATICA DI MESSINA

Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quando: 20:15-22:00

Cosa: La Feltrinelli point è lieta di supportare il centro recupero fauna selvatica di Messina con un apericena a buffet.

Nel corso della serata osserveremo insieme le foto proiezioni delle attività del centro e ci sarà spiegato come comportarci per dare un primo soccorso nel caso di ritrovamento di animali selvatici in difficoltà.

 

Apericena+drink 15 euro

 

25 NOVEMBRE


SIT-IN CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Dove: Galleria Vittorio Emanuele

Quando: ore 16:00

Cosa: Il 25 Novembre Non Una Di Meno si adopererà in tutti i territori nazionali per discutere di una tematica che viene spesso affrontata, ma questo non toglie il fatto che sia bene parlarne ancora: la violenza. Per violenza non intendiamo soltanto quella fisica o psicologica, ma una vasta gamma di violazioni alla figura femminile che vengono fatte in ogni ambito della vita quotidiana.
Ovviamente anche Messina ha un piano.
Nella giornata del 25 ci riuniremo nella Galleria Vittorio Emanuele, durante il primo pomeriggio, per discutere – tramite una serie d’interventi – delle varie sfaccettature che a volte non si associano alla parola “violenza” ma che toccano ognuno di noi.

A intervenire ci saremo ovviamente noi di Non Una Di Meno Messina, il CEDAV, il CIRS, Arcigay, Unione degli Sutdenti, Sinistra Classe Rivoluzione ed eventuali. Sarebbe un piacere per noi vedere la stessa partecipazione popolare che abbiamo visto nei nostri eventi della stagione precedente.

 

FILASTINE & NOVA LIVE

 

Dove: Retronouveau via Croce Rossa 33

Quando: 22:00

Cosa: Filastine & Nova sono un duo multimediale che lavora per minare i confini. La loro musica unisce la produzione di battere elettroniche con vocals stratificati, suoni concreti e sintetizzatori analogici. La rivista Spin lo chiama ” Bass Music per i futuri urbani in rovina” e Pitchfork dice che “suonano meno come la musica del mondo e più come la musica di un altro mondo”. Un altro mondo è proprio quello che vogliono creare, utilizzando il suono, il video, il design , e ballare per esprimere una visione radicalmente diversa del possibile.

Ritornano per presentare il nuovo bellissimo album ” Drapetomania”.
INGRESSO 7 €

Aftershow djset Davide Patania e Davide Pedelì

 

27 NOVEMBRE

 

BISTRÒ NUOVO- NICOLÒ CARNESI

 

Dove: Retronouveau via croce rossa 33

Quando: 20:30

Cosa: Secondo appuntamento della stagione per i concerti da tavola in cui potrete assaggiare piatti mediterranei e sorseggiare buon vino godendo di ottima musica.

Lunedì 27 Novembre Bistrò Nuvò presenta:

Nicolò Carnesi
Inserito nel circuito della musica da quando aveva 17 anni, comincia a farsi conoscere in Sicilia, sua isola natia per poi spostarsi un po’ in tutta Italia grazie all’etichetta discografica Malintesi Dischi.

Ad oggi ha pubblicato un EP e tre album.

Menù degustazione €15, calice di vino e concerto inclusi .

Solo concerto €6

 

Arianna De Arcangelis

Vinicio Capossela incontra a teatro gli studenti dell’Università di Messina per un racconto che ricalca radici e Ombre d’inverno

“Quando venivo in treno da Catania mi acquietava vedere la riva spoglia di corpi umani, quasi che l’estate fosse una febbre collettiva di cui finalmente ci si era sbarazzati. Mi ha dato un senso di quiete. L’inverno secondo me ci spinge a un rapporto di intimità con noi stessi, con le cose. Nella cultura popolare era la stagione del racconto, del focolare. Il fuoco genera il racconto, le ombre del racconto, dove nella penombra non si distingue la verità dall’immaginazione”

Al via la collaborazione dell’Università con l’Ente Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Un pomeriggio di metà novembre all’insegna di un colloquio da vicino con il cantautore, originario dell’Irpinia, esploratore di vaste latitudini materiali e immaginarie per vocazione e ricerca artistica, riservato agli abbonati di questa stagione teatrale e agli studenti Unime.
Quello con Capossela è uno degli appuntamenti che quest’anno permetteranno ai ragazzi e ai docenti dell’Università, oltre che agli allievi del Conservatorio, di incontrare in anteprima i protagonisti degli spettacoli sul cartellone. Agli iscritti all’ateneo peloritano è riservato inoltre il 50% di sconto sull’abbonamento e una riduzione del prezzo del biglietto per i singoli eventi in programma.

Appare d’un tratto con il suo consueto cappello da prestigiatore e la barba folta, nel ruolo di incantatore o sciamano accorso da geografie remote, nella sala Sinopoli del teatro Vittorio Emanuele, prima di fermarsi per una rapida intervista davanti a una telecamera. Il pubblico composto da giovani e curiosi, include artisti messinesi come per stabilire un dialogo fecondo tra un’intera città intorno ai temi dell’arte e della cultura. Il nuovo presidente del teatro, Luciano Fiorino, introduce l’intervista condotta da Katia Trifirò, professoressa del Dipartimento di Scienze Cognitive, e Matteo Pappalardo, direttore artistico della sezione Musica del Vittorio Emanuele. L’incontro alla vigilia della seconda tappa del tour Ombre nell’Inverno è stato fortemente voluto, spiega Pappalardo, perché Vinicio è un’artista che non ha mai guardato ai grandi numeri, al successo facile: “Da quando lo seguo, e cioè da più di vent’anni, a partire dal Premio Tenco, si è ritagliato uno spazio di grande significato attraverso non soltanto la musica, ma anche coi suoi scritti e i suoi romanzi”.

Terra dove finisce la terra; scelta del luogo non casuale, dopo il primo concerto a Carpi, in una “strettoia” di confine dove è forte il vento d’Africa, come recita Il Ballo di San Vito. Vinicio sa incanalare con singolare fascino suggestioni che hanno delle radici in un bagaglio fatto anche di magie, fiabe e leggende, come quella di Colapesce raffigurata da Renato Guttuso sulla volta del Teatro Vittorio Emanuele. Al mito e al flusso di sentimenti che convogliano nella città, limite di un continente, Capossela ha voluto anche rivolgere, a testimonianza di un profondo coinvolgimento personale, un lungo omaggio su Instangram:

“città di miraggi, di aedi, di pescatori magici, di Pilone e di terra che trema. Città di primi prosatori, di cadaveri che sanguinano e sudano, della “Machina” e della “Vara”… fondata da giganti e retta da un Colapesce. Il teatro Vittorio Emanuele è sempre stato un miraggio, mai raggiunto in questi anni, e da quello iniziamo: dallo stretto, giacché le ombre nell’inverno sono la strettoia dalla quale tutti gli spettri, devono passare. Gli asini e i muli dei Nebrodi arriveranno fino dietro al telo per congiungersi a pesci, sante vergini, creature degli abissi e “gettati a mare”. Tutti allo stretto, indispensabile!”

Fin dai tempi di Camera a Sud (1994) è il mediterraneo con le sonorità e i ritmi folclorici, la musica da ballo e gli echi carnevaleschi dei riti collettivi, a interessare la produzione di Capossela, che si apre tuttavia negli anni a un randagismo istrionico in grado di assorbire e trasporre con originalità influenze diverse, dai Balcani al sud America fino alla Grecia, variando i riferimenti letterari e lessicali. Contaminazioni che attraversano lo swing, le ballate intimiste foriere di malinconie, il jazz, con testi caratterizzati da ironia sagace e raffinatezza verbale. Dai temi che affondano nella vita di tutti i giorni dei giovani di periferia, le serate al piano bar, le feste di piazza, ai grandi argomenti legati al tempo e alla solitudine, ai marinai alle sirene e ai mostri marini di una grande Odissea teatrale, fino alle ombre d’inverno, passando per il capolavoro Ovunque Proteggi (2006). Capossela si è oggi trasformato in un performer capace di incantare e coinvolgere il pubblico con magnetiche coreografie. L’album Canzoni della Cupa, lavoro discografico del 2016, sancisce il legame con la terra di origine (già nel film il Paese dei Coppoloni) e con il repertorio di miti oscuri di un meridione dove affiorano il sangue e le figure arcane di animali sotto il sole delle vendemmie del mezzogiorno.

Gli incontri tra la cittadinanza e il teatro Vittorio Emanuele si inaugurano, come sottolinea la Prof. essa Trifirò, all’insegna dell’opera aperta, della contaminazione tra le diverse arti. L’attività di Capossela fa infatti dell’ecclettismo e dell’incursione in settori diversi come il cinema, la letteratura, la radio e il teatro, il suo marchio di fabbrica. Particolarità che è possibile ritrovare nello spettacolo di tappa a Messina (unica data in Sicilia) e poi nel resto di Italia: “E’ una coincidenza fortunata che Capossela approdi in questo teatro con questo spettacolo arrivando a parlare del tema delle ombre dell’inverno, una stagione di passaggio, di conti in sospeso, di fiabe e solitudini, di gelo e di fiammiferi, proprio qui a Messina in un luogo sospeso su un confine terraqueo, un luogo che si attraversa, dai bordi permeabili e denso di fantasmi, colpito dalla ferita del terremoto come l’Irpinia, e caratterizzato da un immaginario fantasmagorico”.

Per Vinicio (che ha studiato all’università per due anni alla Facoltà di Economia e Commercio) l’arte è “qualcosa di divinamente inutile” nata per affrancarsi dalla lotta per la sopravvivenza. Tant’è che, parlando dei dipinti nelle Grotte di Lascaux, dice: “La prima scintilla nel divino dell’uomo si trova non tanto nelle sue preghiere ma nel fatto di avere dipinto su fiato in un osso queste prime figure. Per gli esseri umani l’arte è qualcosa di indispensabile da nutrire, e (rivolgendosi agli studenti presenti) tutti quelli che con lo studio e con la pratica – l’arte non deve necessariamente renderci grandi artisti o famosi artisti – si nutrono di arte fanno qualcosa di importante” pertanto: “la resistenza culturale è la prima cosa che esercitiamo per mantenere una forma di individualità di pensiero. Fare musica è un atto politico, come suonare il Rebetiko in un epoca di grande omologazione. Anche la musica popolare da ballo è una forma di resistenza. La musica popolare è nata raramente per esibirsi, ma per accompagnare atti collettivi, di lavoro, di festa, di lutto.”

La condizione dell’uomo contemporaneo, secondo Capossela, è quella di una diaspora, un allontanamento dalle proprie radici, che ha fatto perdere il senso di un’ Itaca, di una forma di unità. Questa condizione è possibile ritrovarla solo nel racconto: “Ernesto De Martino e Carl Gustav Jung sostengono che l’ombra, il cono nero, contiene qualcosa di cui non si è nemmeno consapevoli, che può essere anche un’ombra culturale. La radice è una forma di ombra”. Per cui: “Per arrivare a un senso di unità bisogna completare la parte di luce con quell’ombra. E’ interessante confrontarsi con l’ombra che spesso trova origine in una comunità culturale anche distante.” e “ l’appartenenza a una comunità di origine ci permette di non essere provinciali”.

Le ombre sono anche quella della morte, della solitudine e della vecchiaia in una stagione che proietta le oscurità ancestrali di antichi rituali e fantasmi, ma apre anche voragini personali: “Le ombre che all’inizio mi interessavano erano quelle di Nutless che, in C’era una volta in America, in un teatrino di fumatori d’oppio, proiettava ombre cinesi. Ma queste sono di altro tipo.
Nascono da meditazioni, e sono parte dell’esperienza umana”. Finché c’è vita, aggiunge con sarcasmo Vinicio Capossela, c’è spazio anche per poter dire: “Ah, questa riflessione me la ricorderò per tutta l’eternità quando sarò morto!”.

Il tour Ombre nell’Inverno, che da Messina proseguirà nel resto di Italia nei teatri fino al 13 dicembre, è uno spettacolo fatto di veli, riflessi e materiale folclorico, figure del sacro e del mito come quella del licantropo e di San Nicola nel racconto di Natale scritto insieme al catanese Jacopo Leone, che percorrerà l’ultima produzione discografica di Vinicio Capossela da Marinai, profeti e balene e Canzoni della Cupa.
Un’età matura nella carriera dell’artista che affronta adesso il tempo circolare del mito, non più quello dell’urgenza adolescenziale legata all’estemporaneità di amori difficili. Rispondendo alla domanda di uno studente chiosa così la questione che riguarda l’evoluzione di stile: “E’ curioso come le più terribili canzoni d’amore si scrivano da giovani, quando la nostra memoria non sta dentro un bicchiere, eppure la nostalgia ci vince”.

Eulalia Cambria
ph Fernando Corinto

UniME Mobile: l’Università si digitalizza.

Nel secolo di Internet, dell’intelligenza artificiale e degli smart phone, tutte le relazioni interpersonali sono inevitabilmente mediate dalla tecnologia digitale. Sorprende, in questo senso, che, fino a qualche anno fa, la rivoluzione digitale, con tutti i vantaggi in termini pratici che ne conseguono, fosse percepita all’interno delle aule universitarie come un fenomeno distante che, al più, poteva interessare ben altre realtà.

E’ sotto gli occhi di tutti una generale controtendenza rispetto a questo scenario: l’amministrazione universitaria ha iniziato un percorso virtuoso volto a rendere l’Università di Messina al passo con i tempi che corrono, svecchiando l’intero sistema. Il lancio di “UniME Mobile”, l’app istituzionale di UniME, rappresenta solo una tappa di questo processo: nel 2014 è stato rinnovato totalmente il sito istituzionale, successivamente l’Ateneo è sbarcato sui social network più cliccati, scommettendo anche sulla creazione di un canale Telegram, il tutto in un clima di chiara apertura verso tutti i processi informatici che potessero offrire un servizio sempre migliore all’utenza.

E’ sotto questo punto di vista che bisogna inquadrare la presentazione di oggi: è stata proprio l’esigenza di offrire un servizio di qualità a studenti, docenti, personale tecnico amministrativo e a chiunque venisse in contatto con l’Università, che ha spinto l’Unità Organizzativa Sistemi e Infrastrutture ICT e Rete di Ateneo (CIAM), in collaborazione con il dott. Pagano dell’Unità Organizzativa Innovazione, Ricerca e Formazione (CIAM), a sviluppare questa applicazione per dispositivi mobili che da oggi è disponibile gratuitamente per tutti.L’appuntamento di stamattina in Sala Senato al Rettorato, alla presenza del Prorettore per i Servizi agli Studenti, prof. Eugenio Guglielmino, del Presidente del CIAM, prof. Antonio Puliafito, del Responsabile della Segreteria Tecnica Infrastrutture ICT e Rete d’Ateneo del CIAM, dott. Riccardo Uccello, e del dott. Francesco La Rosa, Funzioni specialistiche universitarie U.OP. Servizi di rete, è stata occasione per presentare i contenuti di UniME Mobile.

L’app consente, previa autenticazione, di accedere a tutte le informazioni che, fino ad oggi, si trovavano in varie sezioni del sito istituzionale o della piattaforma esse3. In particolare gli studenti possono accedere alle informazioni relative alle news, alla carriera, alle tasse , al calendario degli esami e ai docenti; il sistema consente inoltre di geolocalizzare tutte le aule del nostro Ateneo, di accedere in pochi passaggi ai contatti delle segreterie, delle strutture universitarie e degli uffici e di raggiungere i canali social.Comune a tutti coloro che sono intervenuti è stata la soddisfazione di aver messo fine ad una colpevole assenza dell’Università nella galassia degli smart phone, situazione che ha spinto alcuni studenti a “fare da sé” creando degli espedienti tecnologici che potessero sopperire a tale mancanza. Nel richiamare queste vicende, il prof. Guglielmino, ha proposto la creazione di una commissione permanente Università-Associazioni Studentesche al fine di raccogliere le impressioni degli utenti che più di tutti saranno fruitori di questa applicazione con l’obiettivo di migliorare il software puntando sulle competenze in house, come suggerito dal prof. Puliafito in conclusione.

Ancora una volta l’amministrazione si dimostra aperta al confronto e disponibile ad ascoltare le istanze provenienti da tutta la comunità universitaria. Se tale confronto si rivelerà costruttivo il percorso di digitalizzazione dell’Ateneo procederà a ritmi serrati.

Umberto De Luca

 

Eventi della settimana

 

 15 NOVEMBRE

 LA BUONA TAVOLA

 Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

 Quando: ore 18:00-20:00

 Cosa: Presentazione del libro “La buona tavola” interverranno il dott. Carmelo Caporlingua, dott. Danilo Rizzo e la Dott.ssa Simona Finocchio.

16 NOVEMBRE

IL GIOVEDÌ UNIVERSITARIO: UNA FESTA TOGA

Dove: Centro multiculturale Officina

Quando: ore 22:00

Cosa: Giovedì universitario.
A cura di: ALMA LIBRE – MAMBOYSON – DJ LU
INGRESSO IN LISTA
AREA DISCO START 23:30
INGRESSO:
PREVENDITE ESCLUSIVE SALTAFILA // 10,00 € C/C (PER I PRIMI 300)
TAVOLO
SUPER PRIVÈ
PRIVÈ
DJ SET: DjMinerva, Dj Piros , Axel T , Frensis
Vox Aldino
PHOTOSERVICE
2 MUSICAREA
SUPER PRIVE
AREA LATINA

17 NOVEMBRE

 INCONTRO CON L’AUTRICE: “NOTE A MARGINE” DI RITA GAROFALO

 Dove: St. Taurus Pub via Ettore Lombardo Pellegrino 105-109

 Quando: ore 18:00

 Cosa: “L’arte non insegna niente tranne il senso della vita”, affermava Henry Miller. Note a margine sposa perfettamente il significato di questa frase, interrogandosi sulle vite di persone che, nell’anonimato, hanno accompagnato artisti come Van Gogh, Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo, Paul Gauguin, Gustav Klimt, Amedeo Modigliani, Caravaggio, Schiele, Botero, Rembrandt, Henri de Toulouse- Lautrec.

Quali cambiamenti ha prodotto nelle loro ordinarie esistenze l’incontro con questi grandi personaggi? Come la loro arte ne ha influenzato il destino?

Da queste domande nasce l’idea dei racconti riuniti in queste pagine, vicende che solo nello spazio magico dell’invenzione prendono forma, consistenza e superano i confini del tempo. Note a margine, semplici ma significative, dell’universo della storia dell’arte. Tessere di un mosaico affascinante e misterioso.

Rita Garofalo nasce e vive a Catania. Medico, specialista in endocrinologia, psicologa e psicoterapeuta, lavora in un prestigioso ospedale catanese. I suoi racconti sono apparsi nelle antologie La telefonata (2013), Incontri (2014), Tempo sospeso (2015) e L’arte di perdere (2016), le ultime due pubblicate per i nostri tipi, come il suo primo romanzo Controvento (2015).

 

IL TEATRO ANTICO: LE ORIGINI, LE OCCASIONI, I PROTAGONISTI

 Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

 Quando: 18:30

 Cosa: Il Liceo classico G. La Farina organizza una serie di incontri che hanno come tema il Teatro antico: le origini, le occasioni, i protagonisti.
Il progetto si propone di promuovere l’avvicinamento al teatro classico, e alla cultura classica, sia greca che latina.E’ rivolto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla cultura classica.
Gli incontri hanno valore formativo (8 incontri 50 euro / 1 incontro 10€)
I corsi di aggiornamento sono riconosciuti dal MIUR.
Per maggiori informazioni lafarina.alfabetizzazione@gmail.com

  18 NOVEMBRE

 Dove: Clan degli attori teatro, via Trento 4

 Quando: 18 novembre dalle 18:30-19:30 e dalle 21:30-22:30 ; 19 novembre dalle ore 18:30-19:30

 Cosa: Secondo appuntamento della Stagione del Clan Off Teatro: vivamente consigliata la prenotazione al 388 811.06.18 (chiamando ovvero mandando sms o messaggio whatsapp) oppure tramite email all’indirizzo info@clandegliattori.it, indicando il nome, il giorno e l’orario per il quale si intende prenotare il posto.Ancora per pochissimo è possibile scegliere una formula di abbonamento.

FIDELITY CARD di Nella Tirante
con Gianmarco Arcadipane e Nella Tirante
regia e ideazioni luci Roberto Bonaventura
aiuto regia Michelangelo Maria Zanghì
scene, costumi e grafica Cinzia Muscolino

Spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro 2017

Un ragazzo, una madre, la notte, un balcone.
È un ragazzo speciale: ha problemi motori, è considerato un personaggio bizzarro in paese, conosce tutti ed è conosciuto da tutti. Le sere d’estate D. trascorre il tempo sul balcone di casa sua, affacciato sulla strada principale del paese, semideserta d‘estate: infatti è il “lungomare” il luogo deputato al passeggio estivo, D. attende chi passa, trova degli argomenti per intrattenerlo: un saluto e via al prossimo passante. Osserva da lassù un mondo perfetto che gli sembra irraggiungibile, quel “lungomare” dove tutti vanno la sera, quella vita “normale” che desidererebbe anche per sé.
La madre, in camera da letto al piano di sotto, non dorme, è stanca ma non dorme, prega, racconta in modo surreale il suo percorso di fede legato alla nascita e malattia del figlio, vive il presente ascoltando con timore e apprensione i passi, i movimenti, i discorsi, le telefonate, la voce del figlio al piano di sopra: attende il Miracolo per lui, come una sorta di premio per la sua “fidelity card”. Una riflessione, sulla disabilità o meglio “specialità”, sulla fede e sull’accettazione.

Oggi è sovente parlare di disabilità, in modo migliore di unicità, a scuola è un dovere per la nostra società sempre più variegata, la politica dell’inclusività introdotta nelle scuole, è formativo per l’educazione dei futuri cittadini del mondo. Bisogna educare alla comprensione ed al rispetto dell’altro, all’accettazione di se stessi da parte dei giovani; anche i genitori vanno educati, arriva un momento in cui si deve lasciar “volare” i propri figli.

 

 STARTUP WEEKEND MESSINA 2017- BOOTCAMP

 Dove: Colapesce – libri, gusti, idee via Mario Giurba 8/10

 Quando: ore 18:30-20:00

 Cosa: In vista dello Startup Weekend Messina 2017, Startup Messina organizza il #bootcamp di preparazione all’evento a più alto tasso di innovazione in città.

Questo bootcamp ci darà la possibilità di spiegare tutto quello che c’è da sapere su Startup Weekend Messina: chi può partecipare (SPOILER: TUTTI), come si fa a partecipare, cosa è necessario portare, cosa è una Startup, perché si svolge in un weekend e tutto quello che vi viene in mente.

Se avete dei dubbi, fatevi avanti. Se invece siete certi di voler partecipare allo #StartupWeekend, comprate il biglietto: fino all’11 novembre lo trovata a prezzo #earlybird di 29 anzichè 45 euro!!!

 

DENSHI RAW PRES. LOBSTER THEREMIN LABEL NIGHT

Dove: Retronouveau via Croce Rossa 33

Quando: ore 22:00

Cosa:  Sarebbe facile definire la Lobster Theremin come l’ennesima label lofi, house, electro, techno. Quando la musica cambia di continuo, quello che fa la Lobster è memorabile: si scaglia inequivocabilmente come la culla degli artisti emergenti che si affacciano all’underground di oggi, dando loro modo di conquistare un proprio spazio. La sua estetica definitiva, il suo linguaggio che esalta lo spirito di una crew contemporanea e innovativa, il numero ingestibile di release e sub-labels: dal 2013 ad oggi Lobster Theremin è il moniker di un undergournd onesto, instabile, dove l’instabilità è genuina e continua evoluzione. Palms Trax, Route 8, Ross From Friends, Ozel AB, Imre Kiss, questi alcuni dei nomi della Lobster family, gli stessi che stanno delineando una nuova visione della lofi, una nuova estetica del techno, un nuovo spirito dell’underground house.
La nascente forza kamikaze del pianeta di Denshi Raw si allinea con la forza cosmica di quello della Lobster Theremin per una LOBSTER THEREMIN LABEL NIGHT. Cosa significano queste 4 parole messe in fila? Significano che il boss supremo della label e padre creatore di Find Me In The Dark, uno dei party più oscuri e conosciuti del circuito underground, JIMMY ASQUITH e il suo misterioso enfant prodige NTHNG, metteranno nelle nostre mani tutto il carico della ricerca estetica della loro lofi, la loro techno emotiva e oscuramente interiore, e chissà di quali altri paesaggi di beat non abbiamo ancora idea. Una notte dalle proporzioni devastanti per la quale sarà necessario far spazio nelle proprie orecchie, negli occhi e nel cuore, per assorbire in maniera ingorda quelle che saranno le ore più superbe, arroganti e interiorizzanti che siamo onorati di darvi.
// Asquith
// nthng
Talk Later 

MODALITA’ D’INGRESSO: 10€ W/Drink fino alle 23.30. Dopo, 10€.

 

Arianna De Arcangelis

Big Eyes : grandi occhi per grandi ambizioni.

Margaret Ulbric (Amy Adams), una giovane artista, decide di trasferirsi a San Francisco insieme alla figlia Jane per intraprendere una nuova vita lontana dal marito.
Artista di professione, cerca invano di trovare un’occupazione nel suo ambito ma pur di non abbandonare la sua passione e sfruttare il suo talento, si adatta diventando un’artista di strada dipingendo ritratti commissionati dai passanti firmati con il suo marchio di fabbrica, nonché tratto distintivo: grandi occhi. Lei non è la sola a dipingere e proprio nella stessa strada del suo lavoro, Walter Keane (Christoph Waltz), altro artista, rimane incantato dalla bellezza della donna e senza pensarci troppo, avvia un approccio.
I due, fra giornate spese all’insegna della spensieratezza e scambi di opinioni artistiche, finisco per innamorarsi a tal punto che Margaret si convince a divorziare dal marito e a sposare Walter, nonostante lo conosca da non molto tempo.
Poiché i due coltivano una grande passione per l’arte da volerla trasformare in professione, cercano in tutti i modi di allestire una galleria con i loro quadri, sia per farsi conoscere ed entrare finalmente nel mondo dell’arte ritagliandosi un loro spazio, sia per racimolare del denaro e poter vivere dei loro lavori. Dopo numerosissimi tentativi e fallimenti riescono nel loro intento, riuscendo addirittura a vendere dei loro quadri. Tutto sembra andare per il meglio. O forse no…

Big Eyes” è un film del 2014 prodotto e diretto da Tim Burton con la cura della sceneggiatura affidata alla penna di Scott Alexander e Larry Karaszewski.
Inevitabile aspettarsi lo stile controverso, cupo, psichedelico e caratteristico di Burton in ogni sua pellicola, ma non è questo il caso.
Infatti questa volta il buon Tim si dedica ad un film biografico, legandosi alla realtà anziché alla sua classica e pazza fantasia. E forse è questa aspettativa pregiudiziosa che rende Big Eyes un buon lavoro, ma deludente se legato alla figura del regista.
La scena è caratterizzata costantemente da coerenza, una linea guida continua e poco pathos, lasciando la pellicola quasi anonima e lo spettatore, con l’amaro in bocca.
Benché questo possa essere un giudizio legato al singolo, il vero problema è la spettacolarizzazione, fondamentale se si parla di cinema. Infatti Big Eyes sembra quasi “evitabile”, o meglio, basato su una storia particolare giusta da conoscere ma forse non abbastanza per il cinema.
Complessivamente, al contrario, si rivela essere ben studiato, curato e sicuramente piacevole da guardare, magari anche in compagnia.

   Giuseppe Maimone

Eventi della settimana

8 novembre

APERIBOOK

DoveFeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quandodalle 20:00 alle 22:00 

Cosa: Come ogni mercoledì appuntamento con l’aperitivo a buffet. Buffet anche per vegani e vegetariani.

 

ERASMUS IN RETRO- PIGIAMA PARTY

DoveRetronouveau via Croce Rossa

Quandodalle 21:00 alle 3:00

Cosa: “Ricordate quando da bambini chiedevamo ai nostri genitori che volevamo organizzare un pigiama party? Ebbene, questa settimana torneremo un po’ tutti fanciulli e potremo andare finalmente ad una festa con il nostro bel pigiamino. Immaginate a non dover pensare: “Che vestito mi metto?”, “Ci sta bene questa t-shirt con le scarpe rosse?” Noi di ESN Messina ci siamo un po’ annoiati del fatto che per uscire bisogna togliersi il pigiama e, allora, mercoledì sera il Retronouveau e ESN Messina sono pronti ad accogliervi come a casa in PIGIAMA e la parola d’ordine è divertirsi!!
A fine serata per tutti i nostri ospiti, una fantastica sopresa…”

Ingresso GRATIS entro 00.00 per donne e/o a tema! Per liste, tavoli o agevolazioni contatta gli amministratori
DJ alla consolle:
Fabrizio Duca
Federico Frisone

 

9 novembre

STEFANO BENNI PRESENTA “PRENDILUNA”

DoveFeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quandoalle 18:00

Cosa: Stefano Benni presenta il suo nuovo libro #Prendiluna presso La Feltrinelli Point Messina Giovedi 9 Novembre 2017 alle 18.00, inoltre seguira un AperiBook con l’autore

 

10 novembre

DON’T DRINK THE WATER

DoveStanza dello scirocco via del vespro 108

Quandoore 20:30

Cosa: Le nostre delizie “nonsolovegan”,
vino a km zero, birra sicula artigianale al miele,
birra messinese e tedesca,
e tanto, tanto altro.

– ingresso riservato ai soci –

 

THE BRIXTON@ ZERONOVANTA

DoveZeronovanta via Solferino

Quandoore 21:00

Cosa: musica alternativa ’80-90

 

WILLIE PEYOTE feat. FRANK SATIVA LIVE

DoveRetronouveau via Croce rossa

Quandoore 22:30

Cosa: Venerdì 10 Novembre
WILLIE PEYOTE full band live.
Ingresso €10 direttamente al botteghino
After Party: DJ set CLIMA
Evento in collaborazione con Rocketta

“Sindrome di Tôret” è il titolo del nuovo concept album di Willie Peyote, in uscita il 6 ottobre per l’etichetta 451 con distribuzione Artist First.
L’intero disco affronta il tema della libertà d’espressione e dei limiti della stessa, in un’epoca in cui la comunicazione è cambiata profondamente a causa della tecnologia.
Con riferimenti e citazioni più o meno velate alla musica italiana degli ultimi quarant’anni, oltre al già menzionato Signor G., Willie Peyote delinea un sound e una forma lirica che vanno da Battisti a Bruno Martino, passando dal nuovo cantautorato pop e prendendo spunto dalla narrazione tipica della stand-up comedy e della satira: capovolge il punto di vista collettivo e sviluppa un pensiero critico attraverso la provocazione e l’ironia.
Irriverente, ironico e mai convenzionale, Willie Peyote si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili.”

 

11 novembre

SARABANDA DI FIABE

Dove: Teatro Vittorio Emanuele Sala Sinopoli 4° Piano

Quandogiorno 11/11 ore 16:00 ; giorno 12/11 ore 11:00

Cosa: Il Primo appuntamento della nuova rassegna è un classico irrinunciabile!
Accademia Sarabanda vi aspetta a Teatro con La Nonna, un simpatico Lupo e, ovviamente, Cappuccetto Rosso!
Questo fine settimana: Cappuccetto Rosso , Adattamento di Gianni Fortunato Pisani da Perrault e Fratelli Grimm.
BOOK THERAPY

DoveThe Loft club associazione culturale via Cesare Battisti 62

Quandodalle 17:00

Cosa: “E’ statisticamente accertato che circa tre persone su dieci durante il corso della propria esistenza si siano trovate ad affrontare un periodo di depressione, demotivazione, ansia. Talvolta fortunatamente in maniera blanda. Studiosi e ricercatori hanno introdotto negli ultimi anni la pratica del BOOK TERAPY. I libri sconfiggono l’ansia e viene consigliata come medicina “buona” e senza controindicazioni. E’ una pratica che si sta diffondendo sempre di più per aiutare chi si trova in difficoltà. È usata soprattutto per combattere la depressione in forma lieve e l’ansia, e se affiancata ai trattamenti tradizionionali, si è scoperto che i soggetti affrontano meglio questi periodi bui e che l’effetto delle cure viene rafforzato.Neill Froid, l’ideatore della Book terapy, si scaglia contro l’abuso dei farmaci promuovendo questo metodo alternativo, ormai all’avanguardia da oltre un decennio. La tecnica ovviamente consiste nell’ affiancare il libro esatto al momento giusto in armonia con il disagio da curare e si attua in due soluzioni. Il coach reading Marilena Tocci, guiderà un percorso appositamente studiato ai vari casi.”

 

READaVERSE

DoveAssociazione culturale “RetroVerso” Vintage, Vinile, Libri via Ettore Lombardo Pellegrino 142

Quandoore 20:30-23:30

Cosa: Retroverso in collaborazione con Dario Naccari presenta “READAVERSE”.

Show case e reading di mezz’autunno.

Alessandro Capurro : NOVO Cantautore Messinese

INGRESSO 5,00 euro con APERITIVO e FREE WINE.

 

ZERONOVANTA SABATONOTTE LIVE&SUSHI

DoveZeronovanta via Solferino

Quandoore 21:00

Cosa: Questa settimana due elementi di novità per il sabatonotte dello Zeronovanta, live music con The Club ed il sushi del Kajiki.
A seguire dj set Alberto Russo e Kollasso.

 

Arianna De Arcangelis

Grande festa al Polo Annunziata

Domani, martedì 7 Novembre, alle ore 14 presso la Cittadella Universitaria del nostro Ateneo si terrà l’inaugurazione della Club House, un centro ricreativo provvisto di biblioteca, cafè, tutto in un ambiente rilassante e legato alla tradizione siciliana: infatti la struttura è un antico casale ristrutturato per questo nuovo progetto. Ci sarà un buffet che accoglierà gli ospiti (cibo gratis, ragazzi, la migliore pausa pranzo) tra cui uno d’eccezione, il presidente del CONI, Giovanni Malagò il quale visiterà gli impianti sportivi del CUS e nella stessa occasione, con la presenza del nostro Rettore e della Delegazione del Comitato Olimpico Nazionale, inaugurerà il nuovo Centro di Equitazione. Due campi, un’area di oltre 4000 mq e 18 box, un’esclusiva nel panorama dei centri sportivi universitari nazionali.

Successivamente, nei locali del Polo Annunziata, Giovanni Malagò sarà l’ospite d’onore alla Cerimonia di Consegna dei Diplomi post-laurea. I protagonisti della cerimonia saranno i laureati che hanno conseguito nel corso dell’A.A. 2015/16 un Dottorato di Ricerca, una Specializzazione o un Master di I o II livello (ad eccezione dei Master finanziati da enti esterni). Si tratta della prima edizione di Cerimonia di consegna dei Diplomi post-laurea, la quale seguirà l’impostazione di quella che si svolge, da due anni a questa parte, presso il Teatro Antico di Taormina.

Che dire, giornata intensa e ricca di eventi per l’UniMe!

Giulia Greco

Una Commedia veneziana.

Accompagnato dalla dolce melodia di un flauto, il sipario del teatro, come se danzasse sulle note dello strumento, si aprì e lasciò la scena del palco ad una maschera dal bianco volto e dal vestito nero.
Questa, in una nuvola di fumo denso, avanzò tre passi verso il pubblico in platea e rivolto un inchino riverente ai convenuti, iniziò presto ad introdurre:

“In questa sera particolare io voglio narrarvi una storia lagunare! E poiché il fatto può solleticare la morale del pudore, non me ne abbiano per questo le signore!

Siam nella Venezia Serenissima, Repubblica di mare e di mercanti! Al tempo dei gran doge e dei viandanti vi era per le calle un gran problema: tutte le tose lamentavano il patema per cui alla dama mancava il cavaliere! Era sovente, infatti, allor poter vedere i cortigiani andarsene a braccetto al buio a vicenda e, talvolta, poi scambiarsi anche un bacetto! Certo, ad oggi è guisa dell’attual costume non distinguer la natura dell’amore, ma poiché agli antichi esso fu un problema in seno, io voglio parlarvi come loro senza censurar di meno!

E dunque nel tornar nella Laguna, dico che non v’era più donzella alcuna ch’era lieta delle corti dei baldanti, giacché questi, avvezzi al lusso ed al piacere, stavano distanti tanto dai tradimenti che dai sacrifici di nascondersi nei vicoli delle meretrici! A questo aggiungo che, nell’anno del Signor milletrecento, i capi di contrada, a tal intento di volerne limitar gli affari delle donne di piacere, cinse queste in una sola strada spenta al sole, ai lumi e ai fari, ove però, segretamente, si poteva fare l’amore! Esse furono recluse, infatti, nelle case dei defunti signori Rampani e presto dal siddetto Vico Carampani, si poterono notare, in bella vista, i seni delle giovani fanciulle in cerca di attenzioni di uno sguardo senza svista! Poiché ancora non bastava il gaudente stratagemma, il governo costruì per i passanti un ponte da cui ognun potea guardar la mesta somma delle donne del terrazzo alla ricerca del piacere di un ragazzo!”.

La maschera, con un elegante gesto di riverenza della mano fece un altro inchino verso il pubblico femminile in prima fila e, fatti tre passi indietro verso la nuvola di fumo che avvolgeva il palco, proseguì nel suo racconto in versi:

“Si dà in questo contesto la vicenda di un avvenimento tosto! Dal Carampani, infatti, presso l’anno di grazia millecinquecento, passava per Venezia un marinaio siciliano ma dal lineamento berbero. Il capello burbero e la barba mora incolta non pesavan mai una volta sul viso gentile da giovinotto che con le vele da Messina giunse in seno alla Laguna. Nel via vai dell’elegante Piazza oggi di San Marco, il forestiero giunto da uno sbarco non passava inosservato ed era oggetto di piacenti sguardi di balordi, di donnette e cortigiani. Ma egli mai una volta volse gli occhi suoi castani e alle attenzioni lussuriose della gente e continuava indifferente il suo cammino alla ricerca di un preciso gran mercante di sete preziose.

Ma quand’egli giunse sotto un balcone delle case dei Rampani, una vecchia meretrice lo vide simile a un guascone e a sé lo volle per le mani! Per attirare lo straniero essa prima masticò una dolce essenza con la bocca e poi, di questa, ne sputò una parte sulla ciocca di quel forestiero. Questi, intesa la flagranza che dal ciel gli era piovuta, cercò la stanza della sua padrona per poter intender se la sua natura fosse buona tanto come quel profumo celestiale bello ed inusuale! La vecchiaccia allora si celò dietro una tosa senza udito e dai seni scoperti e gli gridò: “Vieni qui che ti diverti!” – e quando il moro vide la rosa fresca che lo avvicinava, credendo di esser dalla giovane lui attenzionato, sentì dentro un fuoco pronto che lo tormentava.

“Voi troppo bella siete perché abbiate il prezzo di una mercanzia!” – disse dolcemente il forestiero – “E giacché vengo da una terra di cortesi e di poesia, vi cingerei quei seni se voleste far di voi la sposa mia e abbandonar così quegli usi poco ameni!”.

La vecchia si sorprese del valor della proposta ed avanzò la sua risposta: “Oh giovane di grande garbo io non vorrei porvi riserbo, ma è costume ch’io non possa rivelarmi oltre la casa prima che la volontà vostra  abbia compiuto una spiacevole e dovuta cosa: poiché mi avete visto e avete speso la promessa, dovete andare dalla mia padrona affinché possa, su lauto riscatto, avere il suo consenso per tal fatto e andarvi presto in sposa! Ma poiché questa adesso non è in casa, prego e vi scongiuro di tornar domani, è più sicuro completare in questo modo il vostro intento senza frodo!”.

Il giovane rispose allora più baldante: “Tornerò qui domattina, lo prometto in questo istante e contrattato ogni mio affare verrò qui a pagare il pegno dell’amore! Tornerete insieme a me nella mia isola lontana, dove la donna per la casa e per lo sposo è la devota sua sovrana!”.

La vecchia, andato via il berbero straniero, per far si che tutto rispondesse al vero, chiamò a sé un’altra perfida comare e, fatta complice del malaffare, la istruì di farle da padrona quando lei, celando con i veli il vero aspetto di battona raggrinzita, avrebbe poi seguito in matrimonio il giovane spedita, al quale aveva estorto sia il suo amor che il patrimonio.

E quando giunse il giorno stabilito, il giovane tornò sotto il balcone e vide la padrona che, su di un bastone, lo invitò a trattar comodamente sopra una poltrona.

“Mi sia fatta la grazia di concedermi quella fanciulla dai bei seni giovanili, che ogni cifra al mio potere sia nulla pur di toglierla alle servili sue mansioni! E’ così bella da soffiare al cuore i venti dei Monsoni, tanto è dolce da inchiodarmi nelle fulgide passioni che mi spingono oltre il razionale! La prego di pensare, dunque al bene e di non scegliere di lei il suo male!”.

La comare si commosse alle parole dell’innamorato, ma avendo ancor più a cuore il maleficio del tranello, con mestiere del prestigio, gli mostrò velata e di filato, la fanciulla reclamata, senza fare trasparire come sotto quelle vesti, vi erano gli intenti disonesti della vecchia dal bianco capello.

Quando la vide, il giovane si emozionò talmente che cambiò pensiero di repente: “Poiché il ritorno avrà un lungo tragitto, io voglio qui sposarla e adempiere al contratto! Sia chiamato dunque il prelato! Voglio porle adesso il mio anello al suo bel dito!”.

La proposta colse le vecchie impreparate e la comare, per far le cose più affrettate, chiamò il padre sacrestano della chiesa più vicina, poiché un uomo da lontano aveva fretta di sposarsi alla mattina. Ma non era il cuor di pietra ai petti nudi delle altre tose della casa e intenerite dall’amor sincero di quel forestiero, andaron dalla sorda fanciulletta e gli parlarono alla buona di quella disdetta consumatasi al suo oscuro. “Destino duro! Non posso udir quelle parole e col mio male mi hanno gabbato! In questo modo perdo il cuore del mio innamorato!”. In grande pianto ella scoppiò senza alcun freno, ma una delle donne ebbe un pensiero non da meno: “Ti conceremo in ugual modo alla balorda sì agghindata e accompagnandoti alla chiesa, ti rimpiazzeremo nel trambusto che noi causeremo all’accadere di una cosa!”.

“Ma io non odo un suono alcuno! Come posso acconsentire alla promessa chiestami dal sacrestano?”.

Volle il caso che, in quell’occasione, passasse sotto quel balcone il diavolo nei panni di un mercante, il quale, udita la trama del malaffare e inteso il dunque dell’inganno, volle trarre dal malanno un suo guadagno. Così raggiunte le fanciulle disse il maligno: “Io toglierò l’udito a quella vecchia strega e darò a te il suo dono affinché tu possa andar da chi ti prega! In cambio voglio solo il nero cuore della vostra buia padrona e della sua comare! Giacchè per niente il diavolo dona  qualche cosa su cui poi poter lucrare!”. La fanciulla accettò il patto ed immediatamente udì la voce di una consorella, poi dell’altra, poi di quella! Era commossa e adesso l’ultima sua mossa sarebbe stata quella di conciarsi come sposa somigliante alla megera da cogliere in fragrante! Giunto il corteo di meretrici alla chiesetta dove si accingeva la vecchietta che si penava, nel contempo, di esser sorda al fianco del bel forestiero, si inscenò la truffa alla balorda: una delle ragazze si gettò in terra urlando e dimenando di esser posseduta dal demonio! Di lì a breve si creò un bel pandemonio! Il sacrestano accorse prontamente nel favore della peccatrice, mentre un’altra meretrice, di repente, sostituì al fianco dell’innamorato la vecchia dall’udito muto con la giovane dalla sanata orecchia. Al cenno della complice, la meretrice impossessata finse la grazia ricevuta e disse di voler, perciò, omaggiare gli innamorati con una benedizione. Così celebrata la funzione e rivelato il primo “si” alla formula matrimoniale, svelata la consorte, a tutti apparve la gioviale donzelletta che rispose acconsentendo in tutta fretta al desiderio dell’amore eterno. In quel momento dalla porta della cattedrale un tuono aprì una botola terrena! Olà la vecchia come si dimena insieme alla comare mentre il diavolo le prende nell’andare e le conduce al rogo dell’inferno! Quando si chiuse la voragine del triste inverno, tutti tornarono ai due sposi, i quali, ricevuto il benestare, si scambiarono, affettuosi, i primi baci dell’amore.

Con questa storia vi ho narrato delle meretrici di Venezia e di un mercante siciliano che, nell’anno della perdizione del vico Carampani, fecero vincere l’astuzia e anche l’amore che li unì per giorni eterni sino all’ultimo domani”.

Fatto un ulteriore inchino, la maschera uscì di scena nascosta nel fumo del palco, davanti al quale, dietro l’applauso della platea, si chiuse il sipario.

Francesco Tamburello

…dietro le origini della nostra Università si cela un primato mondiale?

Il portale dell’antico collegio, nel cortile interno della nuova sede universitaria

Ebbene sì, possiamo vantarcene: la nostra Università detiene un primato storico-culturale a livello mondiale! Fu fondata, infatti, dalla Compagnia di Gesù come primo collegio al mondo aperto esclusivamente ai laici. “Primum ac Prototypum collegium”: così si legge sull’iscrizione in latino posta sopra l’antico portale del collegio, unico elemento rimasto della struttura originaria e ancora oggi visibile nel cortile della sede centrale dell’università, passando da via Venezian. Non si trattava, dunque, solamente del primo istituto di formazione gesuita ma anche di un prototipo, un modello per le innumerevoli strutture che tale ordine religioso avrebbe costruito a seguire in tutto il mondo.

Le origini di quello che può considerarsi il nucleo storico della nostra Università risalgono al 1548. In quell’anno il Senato messinese, appoggiato dal viceré Juan de Vega, diede il suo consenso alla fondazione di un collegio gesuita. Ad interessarsi personalmente e a presentare istanza per la creazione dell’istituto di formazione presso il papa, Paolo III, fu sant’Ignazio di Loyola in persona.

Ignazio di Loyola in un dipinto di Pieter Paul Rubens

Il religioso spagnolo, fondatore nel 1534 della Compagnia di Gesù, si trovava allora in Italia con i suoi; qui si dedicava alle opere di carità e alla predicazione, attività principali del neonato ordine religioso. In Messina, posta tra l’Occidente e l’Oriente, scorse il terreno adatto in cui creare un importante centro culturale e religioso; così, il 16 novembre del 1548, ottenne l’istituzione formale dello Studium attraverso la bolla papale “Copiosus in misericordia Dominus”. Questa prevedeva che a gestire il collegio fosse proprio la Compagnia del Gesù, mentre spettava alla città finanziarne le attività.

Ovviamente ciò portò i gesuiti e le istituzioni locali ad avere non pochi contrasti, che si sarebbero risolti nel 1550 con la divisione dello Studium in due rami: uno laico, con gli insegnamenti di diritto e medicina, retto dal Senato; l’altro gesuitico, con gli insegnamenti di teologia e filosofia, retto dalla Compagnia di Gesù. Quest’ultima poi, nel 1565, verrà addirittura estromessa totalmente dalla gestione dello Studio, il quale aderirà al modello universitario “bolognese”.

Un altro ostacolo, non di poco conto, che la neonata Università messinese si trovò ad affrontare fu l’ostilità del Siciliae Studium Generale di Catania, che, istituito nel 1445, rivendicava solo per sé il diritto di conferire titoli dottorali in Sicilia. Solamente nel 1596, grazie all’intervento del tribunale della Sacra Rota, lo Studium di Messina conferì la sua prima laurea. Nello stesso periodo la città ottenne da Filippo II una cospicua donazione di 200 mila onze, che permise la rifondazione dell’Università.

Da allora ha inizio una storia che, passando tra varie chiusure e successive riaperture dello Studium, collegate alle vicissitudini storiche della città dello Stretto, porta ai nostri giorni ed a quella che è oggi la nostra Università. La quale, diciamolo, ha avuto degli albori tanto originali quanto gloriosi!

Francesca Giofrè

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  1. Giulia Greco
  2. Di Pieter Paul Rubens – Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6675601