Domenica 10 alla Cittadella Sportiva Universitaria la finale regionale under 12 di hockey prato

CUS Unime – Hockey
Sarà il polivalente in sintetico dell’Impianto universitario il palcoscenico designato dalla Federazione per ospitare la fase finale del campionato siciliano dei piccoli under 12. Tra le contendenti al titolo anche il CUS Unime.
Si avvia alla conclusione il campionato regionale di hockey prato Under 12 e per la sua fase finale, in programma domenica prossima, il Comitato regionale della Federazione Italiana Hockey ha scelto il polivalente in sintetico e la splendida cornice della Cittadella Sportiva di Viale Palatucci.
Ai nastri di partenza per contendersi il titolo di categoria ci sarà anche il CUS Unime, che dovrà vedersela con il PGS Don Bosco, i Red Fox San cataldo CL e l’HC Ragusa. Delle 8 squadre che hanno partecipato al torneo federale queste sono le quattro squadre che, dopo quattro entusiasmanti concentramenti regionali, hanno conquistato l’accesso all’ultima fase: Red Fox San Cataldo CL e HC Ragusa per il Girone A, PGS Don Bosco e CUS Unime per il Girone B. Rimangono fuori dalla final four le “big” GS Raccomandata Giardini e le catanesi Valverde e Galatea Catania, alla vigilia considerate tra le papabili per vittoria finale del torneo e, invece, eliminate alla prima fase, segno che il livello di quest’ultima fase sarà certamente molto alto.


“Siamo veramente molto soddisfatti – commenta il tecnico cussino Giacomo Spignolo – arrivare sin qui non è stato per nulla semplice: abbiamo dovuto superare formazioni di alto livello e questo ci riempie d’orgoglio. La Federazione crede molto in questo campionato e quindi arrivare tra le prime quattro in Sicilia per noi è già un bellissimo traguardo. Giocarsi la possibilità di conquistare il titolo in casa propria, inoltre, ci inorgoglisce ancora di più e sono sicuro che ci divertiremo e faremo divertire i tanti appassionati che ci verranno a vedere.”
I cussini approdano alla fase eliminatoria con un cammino molto positivo: 3 vittorie, 1 pareggio e due sconfitte, con ben 32 reti segnate (delle quali ben 24 portano la firma del talentino gialloblu Davide Arena) e solamente 18 incassate. Le due sconfitte, invece, arrivano per mano della PGS Don Bosco, formazione di alto profilo che si candida per la vittoria finale del torneo. Nell’altro girone la parte del leone l’ha fatta la Red Fox, autentica corazzata che ha conquistato solo vittorie.
Ci sono tutti gli ingredienti, quindi, per garantire divertimento e spettacolo. Si comincia alle 09:00, con le 4 squadre che si sfideranno in un girone all’italiana al meglio delle 3 gare per ogni team. Questo il calendario degli incontri:

ore 9,00 PGS DON BOSCO – RED FOX CL
ore 10,00 CUS UNIME – HC RAGUSA
ore 11,00 PGS DON BOSCO – HC RAGUSA
ore 12,00 RED FOX CL – CUS UNIME
ore 13,00 PGS DON BOSCO – CUS UNIME
ore 14,00 HC RAGUSA – RED FOX CL

Fog: la tensione viaggia tra la nebbia.

John Carpenter è la prova che con un budget limitato e in poco tempo si possono creare dei piccoli capolavori. Fog, pellicola del 1980, viene considerata un’opera minore del regista, ma possiede tutti gli elementi che hanno fatto guadagnare al bravissimo Carpenter l’epiteto di maestro dell’horror classico.

La trama è piuttosto lineare. Antonio Bay, ridente cittadina portuale della California, si appresta a festeggiare il centenario della fondazione, ma la notte di vigilia, allietata dal programma radiofonico locale della speaker e guardiana del faro Stevie Wayne (Adrienne Barbeau, allora moglie del regista), una strana serie di eventi sconvolge la quiete: si sente bussare a diverse porte, orologi e congegni elettrici impazziscono, motori, fari e clacson delle automobili si accendono da soli e, soprattutto, tre marinai vengono uccisi a colpi di uncini e coltellacci mentre si trovano a bordo della loro barca dopo esser stati ammantati da una misteriosa nebbia molto fitta che nasconde al suo interno misteriosi ed inquietanti segreti.

Quella stessa notte arriva in città l’autostoppista Elizabeth (una giovanissima Jamie Lee Curtis) grazie ad un passaggio di Nick Castle (Tom Atkins), mentre il parroco della città, un alquanto alcolizzato Padre Malone (Hal Holbrook) scopre per caso un vecchio diario di suo nonno, padre fondatore di Antonio Bay. Il diario rivela al prete l’oscuro passato, fatto di tradimenti, cupidigia e inganni della città di Antonio Bay. L’indomani, durante i festeggiamenti per la ricorrenza, fa di nuovo capolino quella fitta nebbia, luminosa e assassina…

Il film certamente non brilla per gli effetti speciali o per i costumi, anzi, per certi aspetti i fantasmi portati dalla nebbia, che dovrebbero essere teoricamente l’elemento più spaventoso del film, se estraniati dal contesto risultano alquanto ridicoli. La bravura del regista si basa sulla capacità di creare un crescendo di tensione senza mostrare nulla di eccessivamente esplicito. Questa necessità, dettata inizialmente da un basso budget, diventa la chiave del successo del film, in quanto permette a Carpenter di sfoggiare le sue abilità tecniche. Sono due gli elementi alla base della tensione palpabile del film.

In primo luogo la colonna sonora. Per chi non lo sapesse, oltre ad essere un bravo regista, John Carpenter è un eccellente compositore. Il ritmo incalzante ed inesorabile del suo sintetizzatore scandisce abilmente i tempi del film, dando movimento ed enfasi ad una regia a volte troppo lenta. I toni drammatici della colonna sonora sono stemprati dai pezzi jazz che Stevie Wayne manda alla sua trasmissione radiofonica.

https://www.youtube.com/watch?v=yNSLaYJboPE

Ad ogni modo, come dice il titolo stesso, la vera protagonista del film è la nebbia. Essa diviene per gli spettatori proiezione delle paure inconsce dell’uomo nei confronti dell’ignoto. La nebbia origina dal mare e si infiltra lentamente e sinuosamente tra le case di Antonio Bay, portando con sé un crescendo di tensione e paura. La scelta di non entrare nel banco di nebbia con la macchina da presa, di non fenderla ma di lasciarsi travolgere (nessuna inquadratura da dentro il banco, sempre frontale o con intervento laterale) rende ancora maggiore l’impressione del pubblico di essere immerso nel film: tale impressione è così vivida da spingere gli spettatori più suggestionabile a voltarsi in dietro, per il timore che la nebbia sia uscita dallo schermo e stia per sorprenderli alle spalle.

L’assenza di elementi espliciti e crudi, la diabolica capacità di Carpenter di creare tensione con pochi ma efficaci elementi, rendono Fog il film perfetto per tutti coloro che vogliono approcciarsi all’horror classico, ma non amano lo spargimento di sangue.

Renata Cuzzola

Concluso con successo il 3° Torneo Interscolastico di baseball e softball per la scuola primaria

CUS Unime Baseball/Softball

Risultati soddisfacenti anche per la terza edizione del torneo che ha coinvolto dallo scorso ottobre gli alunni delle quarte e quinte classi delle scuole primarie di Messina. Ai “Lupetti” dell’Istituto Comprensivo Albino Luciani (plesso di San Filippo Superiore) la borsa di studio “sportiva” prevista per i vincitori del torneo.

SI è conclusa con una bellissima giornata di sano sport e divertimento la terza edizione del Torneo interscolastico di baseball e softball, manifestazione organizzata dal CUS Unime e rivolta alle quarte e quinte classi delle scuole primarie messinesi. La location che ha fatto da cornice all’appuntamento finale, seguito da tantissimo pubblico, è stato lo Stadio del Baseball Primo Nebiolo che, ormai da diversi mesi a questa parte, è tornato a vivere lo sport a pienissimo ritmo. Il torneo, però, parte da ben più lontano. Le prime fasi della manifestazione sportiva hanno preso il via già nello scorso ottobre quando, all’interno dei vari Istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa promossa del Centro Universitario Sportivo, si sono svolte le fasi preliminari di Istituto. Le quarte e quinte classi che hanno conquistato questa prima tornata si sono sfidate, infine, nella fase finale disputata, appunto, sul diamante dell’Impianto universitario di Contrada Conca d’Oro. Per la cronaca la classifica finale ha visto al terzo posto a pari merito i “The Bombers” dell’I.C. Cannizzario-Galatti ed i “Fiamma” dell’I.C. Boer-Verona Trento. Medaglia d’argento per “I Lupi” dell’Elio Vittorini, Plesso SS. Annunziata. Primo posto per “I Lupetti, alunni dell’I.C. “Albino Luciani” plesso San Filippo Superiore i quali con la vittoria finale del torneo si sono aggiudicati una borsa di studio che consiste nella frequenza gratuita per tre mesi della scuola agonistica di baseball e softball del CUS Unime.

Già al lavoro il settore baseball e softball cussino per l’organizzazione dell’edizione 2018/2019 della manifestazione. Nel frattempo, però, ha preso il via il campionato di Little League promozionale al quale hanno aderito bambini provenienti dai 4 istituti coinvolti nel progetto e che avranno la possibilità di essere selezionati per far parte della squadra federale Under 12 del Cus Unime Baseball.

Solo: A star Wars Story

Lo spin-off dedicato a Han Solo è probabilmente uno dei capitoli attesi con maggiore trepidazione dagli appassionati e dai fan della saga. L’interpretazione di Harrison Ford ha conferito al personaggio una fama inarrivabile: il suo essere del tutto antitetico rispetto allo stereotipo tradizionale dell’eroe, incarnato dal buon Luke Skywalker, e il suo beffardo, e in larga misura egoistico, approccio alla vita, l’hanno consacrato a uno dei ruoli più amati nella storia del cinema di fantascienza.

L’avevamo visto nell’episodio VII – Il Risveglio della Forza – perire trafitto dalla spada laser del figlio Kylo Ren (interpretato da Adam Driver), convertito al lato oscuro dopo essersi ribellato al suo maestro Jedi. Nel nuovo prequel di Ron Howard (vedi anche: The Beatles – Eight days a week), in uscita nei cinema in Italia dal 23 maggio, ambientato alcuni anni prima dell’episodio del 1977 – Una Nuova Speranza -, trovano invece posto le prime e rocambolesche avventure, elaborate dagli sceneggiatori a partire da alcuni accenni contenuti nei film precedenti (ad esempio la celeberrima “rotta di Kessel in 12 parsec”). Tralasciando gli ovvi motivi anagrafici che hanno portato la produzione a scegliere un giovane attore come Alden Ehrenreich, è notorio che Harrison Ford agli inizi della sua carriera odiasse rimanere imprigionato nel ruolo, mantenendo questo astio nel tempo al punto, infatti, da accettare la partecipazione all’episodio VII unicamente a patto di fare morire il personaggio.

Il nuovo interprete non deve avere avuto vita facile a confrontarsi con la personalità di Han Solo, ma l’interpretazione risulta nel complesso convincente. La storia parte dalla fuga dal pianeta Corellian insieme alla  sua amata Qi’ra (Emilia Clarke) per sfuggire dalle grinfie di Lady Proxima, e dall’arruolamento nelle fila dell’esercito imperiale, per perseguire l’obiettivo di diventare un pilota e quindi tornare a salvare la donna della quale si era innamorato. Questo piano iniziale si guasterà scontrandosi con una serie di imprevisti: l’incontro con tre personaggi in incognito travestiti da militari e il primo contatto con Chewbacca e Lando Calrissian, nonché col Millennium Falcon.

Gli effetti speciali spettacolari e il ritmo forsennato degli avvenimenti conferiscono alla trama una caratterizzazione decisamente action. Le ambientazioni, soprattutto quelle girate sulle Dolomiti, durante l’assalto a un vagone di un treno (topic caro ai film western e a molti war movies), nei pressi delle Tre Cime di Lavaredo, denotano un approccio visivo magniloquente al film. Bella anche la ricostruzione immaginaria dell’avventura all’interno del Maelstrom spaziale, in cui è facile scorgere un richiamo al celebre racconto di E. Allan Poe. A differenza degli altri film del filone principale, dove forte era la componente mistica e l’allegoria giocata sull’elemento della forza, e rispetto all’altro spin-off, Rogue One, in cui era pregnante l’etica del sacrificio in vista di grandi ideali, la trama risulta povera di spunti che vanno al di fuori degli schemi del classico racconto di azione di Hollywood, consegnando un carattere quasi “fumettistico” all’azione. La mancanza reale di colpi di scena, al di là di quelli più che prevedibili, e la freddezza lineare di alcune scene, non ne fanno un film particolarmente memorabile, ma che risulta, in definitiva, un tassello godibile per tutti gli amanti di Guerre Stellari.

                                                                                                                                                         Eulalia Cambria

UniMe: Federica Migliardo riceve il premio Sapio

La professoressa Federica Migliardo del Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’Università degli Studi di Messina è una delle tre eccellenze italiane che ha ricevuto il premio Sapio nell’ambito dell’innovazione e della ricerca.

“La ricerca scientifica è un fattore fondamentale per lo sviluppo del Paese”. Queste le parole introduttive di Alberto Dossi, presidente del Gruppo Sapio, azienda monzese che ha presentato la XVI edizione del Premio Sapio (qui il link ufficiale www.premiosapio.it), riconoscimento tributato ai tre migliori ricercatori e innovatori italiani. La cerimonia di consegna si è svolta nella Sala Zuccari del Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica a Roma. Tra i premiati anche Federica Migliardo, professore associato del Dipartimento di Scienze Chimiche, Biologiche, Farmaceutiche e Ambientali dell’ateneo messinese, ma che svolge anche attività di ricerca in collaborazione con altri prestigiosi atenei, quali l’Université Paris-Sud, dove è attualmente visiting scientist. La docente messinese è inoltre membro di diversi comitati internazionali e nazionali, quali il Research Panel e l’E-Focus di Euraxess e la Commissione Nazionale per l’Etica della Ricerca e la Bioetica del CNR e collabora con importanti organizzazioni internazionali, tra cui l’UNESCO.

 
Gli altri due premiati sono stati Irma Airoldi, ricercatrice del Laboratorio Cellule staminali post natali e terapie cellulari dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova e Luca Ravagnan, Amministratore Delegato di Wise srl.
 
La professoressa Migliardo ha inoltre partecipato all’evento “Stem in the City”, che si è tenuto al Teatro La Scala di Milano nel ruolo di relatrice ed al Festival delle Scienze di Roma, svoltosi all’Auditorium Parco della Musica a Roma, dove ha curato la tavola rotonda sulle questioni di genere nella scienza a cui hanno partecipato anche altri docenti provenienti da tutto il mondo. Anche TgLeonardo e National Geographic, tra gli altri, si sono interessati al prestigioso traguardo ottenuto dalla docente messinese e le hanno dedicato delle interviste.
 
                                                                                                                                                               Ivan Brancati
 
 

Vasco Brondi – Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero.

Prima di capire di cosa parla questo libro, vorrei raccontarvi come ho finito per leggerlo.
Ecco, sul sito in cui l’ho comprato volevo controllare il costo della spedizione, così ho riempito il carrello … procedi … procedi … e … acquistato! 
Ma come?? Volevo semplicemente controllare il costo e poi magari decidere se comprarlo o meno! Sarà destino.
Ed è stato destino veramente.

Alla fine credo sia un libro d’amore incondizionato, forse di quelli che davvero si possono scrivere solo a vent’anni, con l’inesperienza necessaria. Il dolore già provato ma non ancora integrato e rielaborato. […] La realtà, che fino a qualche istante prima era fatta più che altro di fantasie imprecise e perfette, diventa finalmente materica, imperfetta e travolgente. È un libro pieno di gioia: me lo ricordo benissimo, ero allegro e disperato mentre lo scrivevo. Quando ci ripenso, penso a una di quelle giornate estive in cui piove con il sole.

Nella prefazione inserita dopo la ristampa del 2015 a parlare è Vasco Brondi, lo stesso ragazzo che con lo pseudonimo Le luci della centrale elettrica ha pubblicato il disco “Canzoni da spiaggia deturpata”.

Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero “è praticamente un libro fotografico senza fotografie”, si dice nel risvolto della copertina, e io lo interpreterei proprio così, come una serie di polaroid: ogni pagina descrive un ricordo, un attimo immortalato in quelle righe che sembrano pensieri buttati giù mentre si è in viaggio, persi davanti al finestrino come solo i migliori sognatori sanno fare.

Mentre mi parli e contribuisci allo scioglimento dei ghiacciai, e ti giri verso di me chiedendomi se ho ancora sonno. e ti dico che è presto che sarà al massimo mezzogiorno, invece sono le tre di pomeriggio, e devo andare a lavorare e tu te ne devi andare. Lasciandoti dietro un profumo di fumo buono, presumibilmente di nero. cosa ti dimentichi. che tanto non ti devi preoccupare, questi rapporti vanno sempre a finire male. gli attacchi di panico e il ciclo. e le lenzuola sono così bianche per farsi sporcare.

Questo libro è stato pubblicato otto anni fa dopo aver aperto un blog in cui ogni sera veniva pubblicato un pensiero, bianco su nero, in cui metteva insieme tutto ciò che nelle canzoni non ci entrava. Da tutto ciò è nato questo libro che, in fondo, non è un romanzo, non è nemmeno un diario o una raccolta di racconti, poesie neanche a pensarci. A volte non segue regole di punteggiatura o regole grammaticale, è un libro indipendente e perfettamente imperfetto, a modo suo.

Non basta leggerlo una volta.

Adesso se fossimo in un telefilm ti dicevo che ti amavo. Così, coniugando male i verbi. E noi siamo meglio di un telefilm, e infatti non ci diciamo niente.”

Consigliato a tutti. Senza discriminazioni.

Serena Votano

 

Alla Looser Team il 1° trincia Master Hockey Cup organizzato alla Cittadella

CUS Unime – Hockey

La prima edizione del torneo master di hockey prato se l’è aggiudicata la squadra tedesca. Ancora una volta tanta la soddisfazione per lo spettacolare evento organizzato dal CUS Unime.

Un’altra bella manifestazione di sano sport è andata in scena alla cittadella sportiva universitaria. Questa volta è toccato all’hockey prato dare spettacolo, con la prima edizione della Trincia Master Cup organizzata dal CUS Unime che ha deliziato i tanti appassionati accorsi per l’occasione sugli spalti del sintetico universitario. A contendersi questa prima edizione, oltre ai padroni di casa cussini anche la Rappresentativa Master Sicilia e, soprattutto, i tedeschi della Looser Team, squadra di assoluto valore che si è aggiudicata il torneo e che ha impreziosito la competizione, presentando nel proprio roster alcuni nazionali che nel 1992 conquistarono l’oro olimpico a Barcellona. E di fatto i fratelli Keller e Uwe Krauss su tutti non hanno deluso le aspettative: ancora in splendida forma atletica hanno regalato giocate spettacolari, guidando la propria squadra alla vittoria finale. Nel suo complesso, comunque, è stato l’intero team tedesco a ben figurare, portando a casa due vittorie nette per 3-0 contro il CUS Unime Master e 4-0 contro la Rappresentativa Master Sicilia. Combattuto e divertente anche il match tra le due squadre siciliane, aggiudicato dai padroni di casa per 2-1.

Al termine degli incontri spazio ad una bella cerimonia di premiazione, con lo scambio di vari gadgets tra squadra ed il CUS Unime che ha omaggiato con una targa celebrativa dell’evento il capitano dei tedeschi Fritz Schmidt, grandissimo atleta olimpionico.“Sapevamo che sarebbe stato un bellissimo pomeriggio – commenta il responsabile del settore hockey cussino Giacomo Spignolo – e cosi è stato. Siamo doppiamente soddisfatti, inoltre, perché abbiamo ottenuto una grande partecipazione di tanti ex atleti siciliani che hanno voluto condividere con noi questa bella giornata. Abbiamo cercato di fare le cose al meglio e per questo desidero ringraziare il CUS Unime in generale e tutto lo Staff del Settore Hockey cussino che si sono spesi al massimo per la riuscita dell’evento. Spero e sono sicuro che in futuro riusciremo a far crescere ulteriormente il movimento Master isolano con l’organizzazione di eventi di questo calibro”.

FullCard la innovativa carta che ci fa risparmiare!

Avete mai sentito parlare della FullCard? Cosa sarà mai questa innovativa carta?
È nata una decina di anni fa dall’idea di Gabriella Amico e suo marito che ispirati da simili carte presenti in altre città italiane, quindi decidono di importarla nel messinese.

Ma nello specifico cos’è?
È una carta di un circuito sconti che si basa sulle convenzioni che vengono stipulate con i proprietari delle più diverse attività.
Principalmente funzionante nei settori della ristorazione, ma anche studi medici, spa e dell’intrattenimento, offre ai titolari della carta ottime condizioni di vantaggio economico nella fruizione del servizio gli sconti sono molto alti, vanno dal 30% al 50%.

È utilizzabile da tutti, nominativa e non cedibile. Dà diritto allo sconto fino a 4 persone, contando l’intestatario , questo significa che lo sconto viene applicato su tutto il conto quindi ognuno godrà dello sconto, nel limite di 4 persone.
Caratteristica molto importante è che non è un coupon non vi è un obbligo di spesa minima o legata a predeterminati elementi.

Per ottenere la FullCard il procedimento è molto semplice, bisogna andare sul sito http://www.fullcard.it/index.html e compilare il modulo per la richiesta.
Il prezzo è di 19,90 euro e ha durata annuale. Se si paga con Paypal o carta di credito il prezzo è di 17,90 euro.
Per gli studenti universitari il costo è di 12 euro.
Per le attività commerciali per ora l’adesione è gratuita.

Sul sito è presente anche il regolamento per l’utilizzo della card e la lista di tutti i negozi, locali e attività che sono convenzionate.
Sono convenzionati una 70ina di ristoranti, 50 strutture ricreative ed anche 2 tour operator.

È un servizio innovativo ed utile sia per i consumatori che per gli esercenti, con un investimento minimo i vantaggi sono molteplici.

 

Arianna De Arcangelis

La meraviglia di essere UNICO

Sono aggettivi che si rincorrono, che sembrano non bastare mai, che non riescono ad abbracciare la grandezza di chi si racconta. Partendo dal titolo, fino alla fine (per rimanere in tema). Che poi essere Unici, Gigi, è una cosa bella ti incastra nella storia, passando dalla leggenda per diventare mito. E a pensarci bene è numero, e simbolo di una vita che diventa verbo, parola, aggettivo appunto. Il numero Uno, UNICO insomma. Lasci un impronta vera, reale su chi per tanti anni ti ha ammirato, vissuto, giocato, commentato per te e con te Gigi.

Un cammino che va a braccetto con emozioni travolgenti, ti rapiscono e non puoi far niente. Di Buffon e su Buffon, si è scritto tanto, tantissimo, sarebbe inutile o riduttivo soffermarsi sul piano tecnico, no non oggi almeno. Perchè ci sono giorni diversi da altri, la senti nell’aria che l’atmosfera è speciale. Tutti allo stadio oggi sapevano, avevano la netta consapevolezza che sarebbe stato un giorno da consegnare all’album dei ricordi più belli. Il pomeriggio del Capitano è un climax di emozioni, euforia e gioia quando il classico riscaldamento pre partita, scalda muscoli e cuori di un popolo lì ad aspettare solo lui. Tristezza e commozione quando l’inesorabile orologio del tempo recita la parola fine. E il cielo di Torino quasi come fosse pronto ad accompagnarlo, il sole di inizio partita lascia spazio alle nuvole, poi pioggia anzi, lacrime.

Il pianto di un simbolo e di tutti, adulti invecchiati con lui, bimbi troppo piccoli ancora per smettere di volare con il loro superoe preferito. Il pianto di un popolo. Gigi e la sua gente, vicini oggi più che mai, stretti in abbracci da mani forti e occhi lucidi. La partita non conta più (non contava nemmeno prima) si deve andare oltre. Oggi non si parla di campo, le questioni tecniche adesso non servono, ora emergono valori e sentimenti di un campione, un esempio, un Uomo. Un uomo vero, onesto, senza filtri, Super Man in campo, Clark Kent fuori, senza maschera appunto, e forse anche per questo non sempre impeccabile fuori dal campo.

Ha unito e diviso senza scendere a patti con ipocrisie o scorciatoie. No, sono roba spicciola per chi vincente ci è nato. Fragile anche, nelle sue imperfezioni, alle prese con un carattere da prima fila, ma che tradiva alla fine sorrisi genuini. Il valore della grandezza di gesti, frasi o persone lo si percepisce in momenti come questi, sono gli addii che ti fanno apprezzare la fortuna che hai avuto fino a quell’istante. Gigi ha chiuso la porta come spesso ha fatto con gli avversari, sbattendogliela in faccia. Stavolta no, stavolta in silenzio senza far rumore, con tutta la cura e l’amore del mondo. Chiude la porta più bella, quella dei sogni, quella di casa sua. Buffon e la Juventus, la Juventus e Buffon, congiunzione che nasce spontanea, ma anche verbo scontato. Buffon è la Juventus, la Juventus è Buffon. Il domani non si sa cosa scriverà, ma non importa a nessuno adesso. E allora non resta che restare in silenzio, perchè potrei non fermarmi mai, perchè è il cuore a dettare. Sono certo che un pò tutti, anche chi non vive di calcio, si sentirà un pò più vecchio o magari cambiato. Perchè è una pagina di vita che si chiude, ma che consegna ricordi e istantanee per sempre.

Come il primo nome su un banco, quando è tempo di disegnare una formazione ideale. O il primo nome, quando si vola da uno zaino all’altro in cortile. “BUFFON“. Un album senza più una delle sue figurine più belle. 6.111 giorni, 22 titoli, 17 anni. Sono tanti, troppi, si potrebbe e dovrebbe scrivere per ore, ma alla fine sono solo parole, aggettivi che si rincorrono. Grazie Gigi, grazie per sempre. Che poi essere Unici è una cosa bella.

Roberto Terranova

Sciopero dei Docenti Universitari. Davvero necessario?

La protesta degli studenti. L’UDU all’Associazione di Garanzia: “Un messaggio al futuro governo!”

Sono più di 7mila i professori universitari che aderiranno allo sciopero indetto dal 1 giugno, che sta mettendo a rischio un intero appello della sessione estiva 2018.
Le ragioni di questo nuovo sciopero? I docenti chiedono che venga rivisto, da chi di dovere, il sistema degli scatti di stipendio e altre rivendicazioni generiche sul sistema universitario.

Ragioni sacrosante se tutto ciò non andasse però a danneggiare solamente gli studenti:

“Il governo non è ancora stato creato, la situazione politica è instabile, difficilmente gli insegnanti potrebbero ottenere da questo sciopero un riscontro positivo in tempi brevi, al contrario, gli studenti ne risentiranno istantaneamente.”

Sono queste le ragioni che gli studenti hanno avanzato. L’Udu, l’Unione degli Universitari, ha richiesto l’aiuto dell’ Autorità di Garanzia sugli scioperi affinché i professori vengano invitati a sospendere lo sciopero e nel frattempo hanno lanciato una foto-petizione in cui ribadiscono i danni che questo sciopero causerà sulla loro pelle.

Non resta che sperare quindi in uno stop da parte dell’ Autorità di Garanzia, ma se ciò non dovesse avvenire i docenti restano fermi sulle loro posizioni e affermano: “Scioperiamo lo stesso per mandare un messaggio al futuro Governo in vista della prossima manovra”.

Va ricordato che nella scorsa sessione autunnale, un primo sciopero aveva già coinvolto gran parte dei docenti di tutte le università italiane. Sciopero con scarso esito e ancora una volta a scapito degli studenti.

Benedetta Sisinni