Borse di studio Fondazione Carrozza S. Leonardo Pollicino ETS

In un periodo in cui l’attenzione della comunità scientifica è dedicata al coronavirus, la Fondazione Carrozza S. Leonardo Pollicino ETS ha messo a concorso tre borse di studio per il perfezionamento in oncologia e lo sviluppo della ricerca contro i tumori finalizzata al progresso scientifico del paese.

A chi è rivolto il concorso

Per partecipare al concorso è necessario:

  • essere un medico specializzato e/o specializzando
  • avere superato l’esame di laurea con il massimo dei voti o con votazione pari a 110/110.

Le borse saranno fruite sotto la supervisione scientifica del responsabile della Struttura di Ricerca Clinica che sottoscriverà il progetto del singolo candidato, anche presso strutture Clinico-Scientifiche Nazionali o Internazionali diverse dall’Ateneo di Messina.

Borsa di studio

Le borse di studio, della durata di 12 o 24 mesi a partire dalla data del conferimento della stessa, sono così strutturate:

  • numero 2 borse pari a € 12.500,00 per il territorio nazionale;
  • numero 1 borsa pari a € 25.000,00 per l’estero.

Informazioni utili

Le suddette saranno corrisposte in 10 rate mensili anticipate e le successive alla prima lo saranno nella sede della Fondazione alla presentazione, da parte del beneficiario, di un certificato che attesti l’attività svolta nel mese precedente e rilasciato dal Responsabile scientifico per la ricerca.

Come partecipare

  • La domanda di partecipazione deve essere indirizzata e inviata, in duplice copia, al Magnifico Rettore e al Presidente della Fondazione.
  • Tali richieste devono pervenire ad entrambi gli enti entro e non oltre il termine di 40 giorni dalla presentazione del concorso e con esplicita dichiarazione di conoscere e accettare le condizioni e gli obblighi imposti dal regolamento.

Termine ultimo

La scadenza di presentazione delle domande è fissata al 27 novembre.

Bando concorso borse di studio Edizione 2020-1

Giovanni Alizzi

Vaccino Pfizer: arriva la firma UE per 300 milioni di dosi, 27 all’Italia. Borse in rialzo e Trump all’attacco

Una luce in fondo al tunnel si è accesa con l’annuncio dell’efficacia al 90% del vaccino prodotto dall’industria farmaceutica americana Pfizer in collaborazione con la società tedesca Biontech.

Sarebbe semplicistico pensare di essere giunti alla resa dei conti nella lotta contro la pandemia. Troppe sono le incertezze intorno all’efficacia e alla possibilità di distribuzione del nuovo vaccino che rendono la soluzione al problema ancora lontana.

Si tratta di un vaccino innovativo, che stimola la risposta genetica nella lotta al virus sfruttando il MRNA. Per tutti i dettagli sulle caratteristiche tecniche del vaccino Pfizer e degli altri vaccini anticovid in via di sperimentazione vi rimandiamo a questo articolo.

Al momento si parla solo di una speranza che, comunque, non ha tardato a suscitare entusiasmo e fervore.
La prima a rispondere positivamente? La borsa.

L’impatto economico dell’annuncio di Pfizer

L’annuncio dell’efficacia del vaccino ha avuto una forte incidenza sui mercati azionari di tutto il mondo: le principali borse hanno registrato un rialzo.
I guadagni, superiori al 5%, hanno coinvolto in particolare il settore del turismo, il settore aereo e quello petrolifero, i grandi sacrificati dal Covid. Si apre invece una fase di discesa per i colossi che hanno trainato l’economia durante tutta la pandemia: a Piazza Affari è il caso di Diasorin, società leader nella produzione di test sul Covid e tamponi; una battuta d’arresto si ripercuote anche su Amazon e Netflix. Lo conferma Equita:

Riteniamo che la notizia abbia risvolti positivi per alcuni settori come petroliferi, finanziari e consumi discrezionali e negativi per healthcare e consumer staples”.

Il Ftse Mib negli ultimi 12 mesi, Borsa Italiana – Fonte: it.businessinsider.com

Secondo gli esperti di Barclays, la banca internazionale britannica, l’eliminazione dei due fattori principali di incertezza, cioè l’elezione del presidente americano e la ricerca di un vaccino, potrebbe provocare una “rotazione settoriale”, dalle obbligazioni e dai beni di rifugio, come l’oro, verso investimenti più rischiosi.

La teoria del complotto di Donald Trump

L’impatto si è fatto sentire, in particolare, negli Stati Uniti d’America, dove l’annuncio ha innescato, all’indomani delle elezioni presidenziali, forti polemiche. Protagonista della scena è Donald Trump che non ha esitato ad utilizzare la notizia del vaccino come un’ulteriore arma di contestazione dell’esito delle elezioni.

Trump sostiene la teoria del complotto su Twitter – Fonte: www.express.co.uk

Il presidente ancora in carica ha accusato la casa farmaceutica statunitense di aver aspettato il risultato delle elezioni per dichiarare l’efficacia di un vaccino che, come confermato dal vicepresidente Mike Pence, sarebbe stato finanziato da lui stesso.
Trump si dichiarerebbe vittima di una cospirazione pianificata da Pfizer: se la notizia fosse stata divulgata prima del tre novembre, Joe Biden non avrebbe avuto alcuna possibilità di conquistare la Casa Bianca. Ne è sicuro Trump Jr., il quale definisce la tempistica dell’annuncio “nefarious”.

Il figlio di Trump sostiene la teoria del complotto – Fonte: www.dailymail.co.uk

Non è la prima volta che la Pfizer si distacca dall’azione del quasi ex presidente. Adesso respinge le accuse e nega di aver ricevuto dei fondi pubblici. A quanto detto dalla casa farmaceutica, la sperimentazione del suo vaccino non avrebbe niente a che fare con l’operazione Warp Speed, l’iniziativa statunitense di collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo di vaccini, terapie e test diagnostici contro il coronavirus. Lo ha chiarito Kathrin Jensen:

Non siamo mai stati parte di Warp Speed. Non abbiamo mai preso denaro né dal governo Usa né da nessuno”.

Gli unici fondi pubblici utilizzati sarebbero quelli tedeschi versati a Biontech. Pfizer avrebbe invece attinto esclusivamente a fondi privati.

Del resto, sarebbe difficile immaginare una collaborazione tra Trump e la casa farmaceutica: i rapporti erano già da tempo in rotta di collisione, soprattutto dopo la battaglia intrapresa dal presidente, nel luglio del 2018, contro l’aumento del prezzo dei farmaci sostenuto da Pfizer. Di certo all’azienda farmaceutica non mancava una ragione per provare astio nei confronti di Trump: l’annuncio avvenuto dopo le elezioni potrebbe essere, come sostenuto dal presidente, la vendetta di Pfizer? Non abbiamo alcun dato certo né per confermarlo né per smentirlo. Certa e innegabile è però la slealtà di Trump che, pur di portare acqua al suo mulino, sarebbe capace di inventare qualsiasi menzogna: un dato che sembra far crollare la teoria del complotto.

Il vaccino Pfizer in Europa

Nessuna teoria e congettura, invece, in Europa dove, come affermato da Eric Mamer, portavoce dell’esecutivo comunitario, in queste ore l’Ue dovrebbe firmare con Pfizer un contratto per avere 300 milioni di dosi. Il collegio dei commissari dell’Ue ha dato già il via libera a sottoscrivere il contratto.

La distribuzione del vaccino, come spiegato dalla Commissione Ue

avviene sulla base della popolazione di ciascun Stato membro rispetto al totale degli abitanti dell’Ue”.

L’Italia dovrebbe ottenere il 13,5 % della prima tranche di dosi, cioè 27 milioni di dosi, già disponibili fra fine dicembre e inizio gennaio, previsione confermata anche dall’approvazione dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali.

Rassicuranti questi dati che danno l’immagine di una speranza che ha intrapreso la strada della realtà.

Chiara Vita

L’associazione Orione presenta: “La misura del silenzio”

L’associazione universitaria Orione è lieta di invitarvi oggi 10 Novembre 2020 alle ore 16:30 al convegno “La misura del silenzio”.

Il primo ospite sarà la Professoressa Maria Teresa Collica: docente di Diritto Penale all’Università degli Studi di Messina, che esaminerà l’evoluzione del modus operandi che caratterizza le associazioni criminose di stampo mafioso.

Luigi Leonardi è un imprenditore napoletano vittima di estorsioni da parte di associazioni mafiose; nonostante le intimidazioni ha deciso di ribellarsi e di denunciare i suoi estorsori, motivo per il quale adesso si trova sotto protezione dello stato. Luigi Leonardi sarà il secondo ospite del convegno.
Giuseppe Piraino fa l’imprenditore edile. È di Palermo e da tempo collabora con i giudici in un’operazione antimafia: è stato anche lui vittima di estorsioni. Piraino decide di non piegarsi ai suoi aguzzini ma di filmarli e denunciarli; è lui ad essere il terzo ospite del convegno.
Ismaele è un ragazzo di Palermo che ha deciso, attraverso l’attività giornalistica, di studiare, approfondire e combattere il fenomeno mafioso. Grazie ai suoi sforzi, nel 2014, è stato eletto vincitore del premio Oscar della legalità. È lui ad essere il quarto ed ultimo ospite.

Dove partecipare

Il convegno sarà trasmesso sui seguenti canali:

A partire da oggi pomeriggio potrete registrarvi attraverso questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSe0sYQtzA3nlEYo5orcjvKukFNyDdfpN8p2Zq3J0RBQU0cvVg/closedform

Saranno attribuiti 0,25 CFU ai partecipanti.

Locandina dell’evento

UniMe tra gli sviluppatori di PACE, tool software per la lotta alla Covid-19

PACE: è questo il nome del tool software sviluppato dalle Università di Messina e Catania in sinergia con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per contrastare l’epidemia da Covid-19.

PACE è stato pensato per essere uno strumento di supporto ai radiologi nella lotta al COVID-19.

Per l’Università di Messina hanno preso parte alla ricerca il prof. Giovanni Finocchio del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e della Terra (MIFT), il prof. Michele Gaeta e il dr. Giuseppe Cicero del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali.

Per l’Università di Catania il lavoro di ricerca è stato svolto dal prof. Aurelio La Corte del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica e l‘ing. Giulio Siracusano, assegnista di ricerca presso lo stesso Dipartimento.

In pazienti Covid-19, la valutazione radiologica di lesioni polmonari è necessaria per il monitoraggio dell’evoluzione della malattia e fornisce risposte per specifiche terapie.

  • Il software aiuta a rendere meno complicata la valutazione radiologica in pazienti che, nella fase acuta della malattia, sono non collaborativi e\o in terapia intensiva.
  • La capacità di PACE di supportare il monitoraggio dell’immagine dello stato di salute dei pazienti COVID-19 è stata testata in 79 pazienti.
  • Da un punto di vista clinico, il miglioramento dell’immagine indotto dal metodo implementato in questo lavoro ha dato origine ha una più rapida rilevazione delle lesioni polmonari.

PACE ottimizza il contrasto delle immagini radiografiche del torace.

Attualmente, è stato applicato a immagini di pazienti Covid-19 del Policlinico Universitario “G. Martino”, mostrando la capacità di migliorare significativamente la lettura del radiogramma da parte del radiologo.

AOU “G. Martino” – Fonte: unime.it

Il prof. Giovanni Finocchio, dal punto di vista tecnico, ha spiegato come una delle difficoltà maggiori nello sviluppo del tool software sia stata la riduzione dei tempi di calcolo. La prima versione impiegava 30-40 minuti di tempo per l’elaborazione delle immagini, attualmente, il software fornisce la risposta in circa 3-4 minuti.

L’algoritmo combina lo stato dell’arte di tool numerici di elaborazione delle immagini, quali la decomposizione empirica bi-dimensionale, il filtro omomorfico e l’equalizzazione adattiva dell’istogramma in modo opportuno.

Dal punto di vista clinico, è stato importante trovare un modo per verificare che le informazioni aggiuntive osservate nelle immagini post-processate fossero reali. A tal proposito, ha sottolineato il prof. Michele Gaeta, l’elaborazione delle immagini sono state effettuate di pari passo alle radiografie del torace ed alle TAC, metodiche ampiamente in uso.

La mia sorpresa principale è stata quella di vedere come le lesioni aggiuntive osservate nelle immagini elaborate con PACE fossero confermate dalle TAC.

I risultati della ricerca sono a disposizione liberamente della comunità medica e non, liberamente, sulla rivista scientifica Sustainability 2020, 12(20), 8573.

PACE ha un impatto significativo sulle applicazioni mediche e, poiché la qualità dell’assistenza sanitaria incide direttamente sulla qualità della vita di un paziente, l’utilizzo dell’imaging per migliorare le prestazioni degli specialisti medici è una questione prioritaria.

Maria Cotugno

 

 

Nuovo DPCM: ecco tutte le nuove disposizioni UniMe

A seguito dell’aggravarsi della situazione epidemiologica locale e nazionale in merito alla pandemia da SARS-CoV-2, considerato il dpcm in vigore da domani 06/11/2020 che classifica la Sicilia come regione arancione, con decreto rettorale si dispone quanto segue:

Lezioni

  • Le attività formative e curriculari si svolgeranno a distanza.
  • Le lezioni per le matricole proseguiranno in modalità blended. Se gli studenti saranno in numero inferiore a 10, il corso verrà erogato esclusivamente da remoto.
  • Le attività didattiche presso le sedi decentrate si svolgeranno in modalità a distanza.

Laboratori

  • Le attività relative si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Biblioteche

  • Le sedi bibliotecarie e le aule studio saranno esclusivamente fruibili per il servizio di prestito libri e non come locali studio.

Esami

  • Gli esami di profitto si svolgeranno in modalità telematica.

Lauree

  • Le sedute di laurea, gli esami di diploma di specializzazione e gli esami di dottorato di ricerca si svolgeranno in modalità a distanza.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi, tesisti e specializzandi di area non medica, non coinvolti in attività sanitarie a diverso titolo, purché non provenienti da zone rosse, potranno svolgersi in presenza.
  • Tutte le attività degli specializzandi di area medica continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Le Università siciliane rimangono disponibili, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, nel rispetto delle direttive dell’agenzia Erasmus, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Sedute e Convegni

  • Le riunioni degli organi collegiali di ogni ordine e grado si svolgeranno in modalità a distanza tramite piattaforma Teams.
  • Le attività convegnistiche e congressuali, i seminari e i workshop si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Claudia Di Mento

Times Higher Education: UniMe tra le migliori Università al mondo

L’Università di Messina si è nuovamente distinta a livello internazionale figurando tra le migliori università al mondo nella prestigiosa classifica THE del “World University Rankings by Subject” 2021.

Le classifiche THE (Times Higher Education) sono le uniche tabelle che mettono a confronto in maniera equilibrata le università globali e per questo vengono ritenute affidabili dagli accademici, dai dirigenti universitari, dalle industrie e dai governi. Sono inoltre una fondamentale risorsa per gli studenti nella scelta universitaria, in questo caso validando l’offerta dei corsi di laurea dell’Ateneo Peloritano a livello nazionale ed internazionale.

https://www.timeshighereducation.com/world-university-rankings/2021/world-ranking#!/page/0/length/25/sort_by/rank/sort_order/asc/cols/stats
Fonte: https://www.timeshighereducation.com/world-university-rankings/2021/world

Il Rettore Prof. Salvatore Cuzzocrea, in seguito alla notizia ha dichiarato:

Come ho già avuto modo di dire commentando altre classifiche precedenti, sapere che il nostro Ateneo, sulla base di indicatori molto precisi, è classificato tra le migliori università del mondo rappresenta uno stimolo per lavorare con maggiore passione e impegno. In un momento difficile per la nostra società, la Comunità Accademica, sta dando il massimo per garantire agli studenti e al territorio il miglior servizio. La crescita degli iscritti del 10% e queste attestazioni sulla qualità della ricerca e della didattica a livello internazionale certamente ci confortano e nel contempo ci stimolano a fare sempre meglio.

Il punteggio finale è la summa di una serie di punti dati ai vari indicatori standardizzati, permettendone così l’associazione tra campi molto diversi e non associabili, su cui viene calcolata la funzione di probabilità cumulativa, ad eccezione del Sondaggio sulla reputazione accademica che richiede una componente esponenziale.

Indicatori di performance

Sono 13 gli indicatori di performance calibrati che vengono esaminati per stilare la classifica, estrapolati dalla bibliometria dal database Scopus di Elsevier (2015-2020) e poi raggruppati in 5 aree:

  • Insegnamento (l’ambiente di apprendimento)
    o Indagine sulla reputazione – Insegnamento;
    o Rapporto tra personale accademico e studente;
    o Dottorati rilasciati / Diplomi universitari assegnati;
    o Dottorati conseguiti / Personale accademico;
    o Reddito istituzionale / Personale accademico;
  • Ricerca (volume, reddito e reputazione)
    o Indagine sulla reputazione – Ricerca;
    o Reddito della ricerca / Personale accademico;
    o Pubblicazioni / Personale (Personale accademico + Personale di ricerca);
  •  Citazioni (influenza della ricerca)
    o Impatto della citazione ponderata sul campo;
  •  Prospettive internazionali (personale, studenti e ricerca)
    o Proporzione di studenti internazionali;
    o Proporzione del personale accademico internazionale;
    o Co-autore internazionale (pubblicazioni internazionali / pubblicazioni totali);
  • Entrate del settore (trasferimento di conoscenze)
    o Entrate della ricerca da industria e commercio / personale accademico.

I risultati di UniMe

Per la prima volta tra le migliori 400 università al mondo per:

  • Ingegneria (fascia 301-400 al mondo e 11° in Italia);
  • Psicologia (fascia 301—400 al mondo e 9° in Italia).

Tra le prime 500 università al mondo per:

  • le discipline legate alla medicina e alla salute – “Clinical, Pre- clinical & Health” (fascia 401-500 al mondo e 14° in Italia);
  • scienze biologiche – “Life Sciences” (fascia 401-500 e 15° in Italia);
  • scienze informatiche – “Computer Science” (fascia 401-500 al mondo e 14° in Italia).

Infine si è classifica tra le prime 800 su 3000 università valutate per:

  • le scienze naturali – “Physical Sciences”;
  • le scienze umanistiche – “Arts & Humanities”.

Times Higher Education World University Rankings, ha quasi cinque decenni di esperienza come fonte di analisi: una competenza globalmente riconosciuta sullo studio delle prestazioni universitarie. Si presta dunque come un valido strumento di benchmarking, utilizzato da molte università prestigiose per valutare le proprie prestazioni con altre di riferimento (“best in class”) ed effettuare poi un post-benchmarking, cioè azioni in grado di migliorare le performance sulla base dei risultati del confronto.

AlmaLaurea e aumento del tasso di occupazione

Anche Il Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, aveva avuto modo di sottolineare un altro dei brillanti traguardi dell’Università di Messina per il 2020: l’Incremento esponenziale dell’employability dei laureati (per saperne di più leggi anche AlmaLaurea 2020: tasso di occupazione dei laureati UniMe al massimo storico). Segno di una realtà finalizzata non soltanto alla formazione accademica, ma orientata anche verso una stabilità lavorativa futura: un ponte verso il mondo del lavoro.

Tutto ciò non fa che rendere l’Ateneo Peloritano sempre più competitivo nel confrontarsi con Università apparentemente più blasonate a livello nazionale ed internazionale. Innovazione, miglioramento e globalizzazione sono le sfide che il nostro tempo ci lancia e che UniMe non ha esitato a raccogliere.

Giuseppina Simona Della Valle 

Nature Electronics: pubblicato uno studio targato UniMe

L’Università di Messina si distingue nuovamente a livello internazionale grazie al co-authorship del Professore Giovanni Finocchio, associato di Elettrotecnica afferente al Dipartimento MIFT dell’Ateneo peloritano, su uno studio sulla nucleazione e manipolazione degli skyrmions magnetici, mediante l’applicazione di gradienti di temperatura.

https://www.nature.com/natelectron/
Fonte: www.nature.com/natelectron

L’abstract è stato pubblicato sulla rivista “Nature Electronics“, considerata ormai una delle più autorevoli ed antiche riviste della comunità scientifica internazionale – insieme alla rivista Science -,  conosciuta sin dal 4 novembre 1869, data della sua prima pubblicazione.

Lo studio tratta del progetto sullo spin-caloritronico, un campo di studio sulle interazione tra spin elettronici e correnti termiche che può fornire le basi teoriche per la creazione di nanomotori termici ed per il recupero energetico dal calore dissipato in sistemi dalle dimensioni nanometriche, convertendolo in correnti di spin.

Il professore Finocchio ha fornito i modelli necessari a descrivere quantitativamente il comportamento sperimentale, utilizzando i parametri dei dispositivi valutati sperimentalmente e integrati poi nello studio. Questi sono serviti a spiegare come gli skyrmions magnetici, solitoni topologicamente protetti, si muovono dalle regioni calde alle regioni fredde del dispositivo.

L’obiettivo della ricerca è migliorare di molto la dissipazione dell’energia sotto forma di calore in dispositivi integrati, cosi facendo si migliorerebbe la scalabilità e potenzialmente aumenterebbe la frequenza di utilizzo.

Questo lavoro va ad aggiungersi ad un campo in espansione come quello della spin-caloritronica.

Non è il primo riconoscimento che i professori dell’Università di Messina ricevono nel campo del magnetismo applicato, infatti la Sezione Italiana dell’Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici (IEEE) ha conferito, per il secondo anno consecutivo, il “Best Chapter Award 2020” al Chapter di Magnetismo guidato proprio dal prof. Finocchio. Nel team è presente anche il prof. Vito Puliafito, ricercatore RTD-A di Elettrotecnica appartenente al Dipartimento di Ingegneria di UniMe che gestisce il Chapter, con il ruolo di Segretario/Tesoriere.

Il Chapter di Magnetismo è stato premiato per le intense attività di divulgazione scientifica organizzate negli ultimi 12 mesi, anche in forma telematica durante la pandemia da COVID-19; seminari organizzati con cadenza mensile con la partecipazione di alcuni tra i migliori ricercatori mondiali nel campo del magnetismo applicato all’ingegneria, ad esempio la professoressa Phallavi Dhagat, Presidente della IEEE Magnetics Society.

Come se non bastasse il Chapter di Magnetismo sponsorizza un premio annuale in denaro per motivare e finanziare giovani ricercatori a presentare le loro ricerche ai colleghi in ambito mondiale.

Giuseppina Simona Della Valle

CRUS: ecco le nuove disposizioni

Nel corso della riunione del CRUS (Comitato Regionale Universitario della Sicilia) svoltasi ieri, 29 ottobre, e convocata dal Presidente Giovanni Puglisi, Rettore dell’Università Kore di Enna, sono stati disposte alcune modifiche riguardanti il prosieguo dell’anno accademico, tenendo conto anche delle richieste arrivate dagli studenti e dai docenti.

Ecco tutte le disposizioni dell’Ateneo perloritano in merito alle attività didattiche del primo semestre 2020/21.

Lezioni

  • Le lezioni continueranno a svolgersi in modalità mista.
  • Nel caso in cui il numero di studenti che richiedono la frequenza della lezione in presenza dovesse essere inferiore a 10, la stessa verrà tenuta esclusivamente da remoto.
  • Le lezioni presso le sedi decentrate (Noto e Priolo) si svolgeranno in modalità telematica.
  • I docenti residenti fuori città potranno essere autorizzati a tenere le lezioni in modalità a distanza.

Lauree

  • Le lauree si svolgeranno in modalità blended.
  • Per le lauree in presenza confermata la possibilità di avere un numero massimo di 5 accompagnatori per ciascun candidato.

Esami

  • Gli esami si svolgeranno in modalità telematica, eccetto per i corsi che prevedono una prova scritta per l’espletamento della quale i docenti responsabili richiedano la presenza in aula.
  • Casi particolari saranno valutati e decisi dai Rettori previa consultazione degli Organi collegiali.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi e tesisti potranno svolgersi in presenza.
  • Le attività degli specializzandi continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Le Università siciliane rimangono disponibili, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, nel rispetto delle direttive dell’agenzia Erasmus, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Giovanni Alizzi

#Ottobrerosa: la realtà del Policlinico attraverso le parole del Prof. Altavilla

A conclusione del mese della prevenzione e della campagna #Ottobrerosa, abbiamo avuto il piacere di intervistare il professore Giuseppe Altavilla, docente di Oncologia Medica e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica con Hospice del Policlinico Universitario “G. Martino”.

Partiamo proprio dal concept di #Ottobrerosa inteso come mese di prevenzione e screening per il tumore al seno. Quante donne si sottopongono autonomamente a test di screening e giungono poi alla sua osservazione?

Facciamo una premessa di massima: per screening intendiamo uno strumento che lo Stato offre ad una popolazione a rischio per una determinata malattia ad alto impatto sociale ed è effettuato con metodologie che devono essere efficaci e diffuse. Il cancro della mammella rientra sicuramente tra queste patologie. Tenete presente che nel 2020, secondo “I Numeri del Cancro”  si aspettano circa 56 mila nuove diagnosi con 123000 decessi: l’impatto epidemiologico è particolarmente elevato. Fare quindi uno screening significa guidare la popolazione a maggior rischio di incidenza di cancro della mammella, individuata in questo momento nelle donne tra i 50 e i 69 anni, a fare un accertamento che oggi è rappresentato dalla mammografia. Questo è l’unico esame di screening realmente valido per cercare di detectare delle neoplasie che siano ancora inapparenti.

Fatta questa premessa, diciamo che lo screening è un’attività di pertinenza dell’ASP; questa infatti segue una politica di screening: manda delle lettere d’invito alle donne e da degli appuntamenti per fare una mammografia. C’è da aggiungere anche che in Sicilia, la campagna di screening è attualmente inefficace perché la percentuale di donne che si sottopone all’esame diagnostico è inferiore a quella necessaria affinché lo screening sia funzionale nel ridurre la mortalità.

Da noi (come ospedale e centro specialistico) vengono a fare dell’altro. Abbiamo un ambulatorio di senologia che visita circa 20-25 pazienti al giorno dove giungono anche donne a fare prevenzione e che non hanno alcuna patologia, ma è una cosa diversa dallo screening. La verità è che se ci fosse uno screening realmente efficace nelle nostre zone, noi non avremmo l’evidenza in clinica di tumori di una certa dimensione, li avremmo molto più piccoli, mentre purtroppo continuano a venire da noi donne che spesso hanno tumori di dimensioni maggiori di 2 cm, che a quel punto diagnostichiamo noi.

Reparto di Oncologia Policlinico G. Martino, 2014 – © Serena Piraino

Ci riagganciamo subito al discorso della diagnosi dei tumori in una fase avanzata. Pensa che l’equilibrio, per certi aspetti già precario in Sicilia, possa ulteriormente essere aggravato dalla pandemia in atto?

Assolutamente si, perché le campagne di screening sono state arrestate ad un certo punto di questa emergenza mondiale. La frequenza di visite nei nostri ambulatori si è notevolmente ridotta proprio per paura di questo virus: coloro che si rivolgevano a noi per un certo dubbio diagnostico in questo momento stentano a venire. Questo purtroppo è un dato che si è registrato in tutta la nazione e che pagheremo nei prossimi anni: ci aspettiamo molte più diagnosi di tumori in fase avanzata e non soltanto alla mammella. Il 2020 sarà un anno che inciderà negativamente nella prognosi dei pazienti oncologici.

In questo momento cosa consiglierebbe ad una donna che vorrebbe fare uno screening o una visita senologica: cosa e come può fare?

Quello che posso dire è che gli sforzi che stiamo facendo al Policlinico per mantenere in sicurezza le strutture ci impegnano in maniera continua. Vogliamo mantenere questo stato di sicurezza che dovrebbe tranquillizzare tutte le donne.  Ad esempio stiamo distanziando le visite, cercando di organizzarle in modo da non avere le sale d’attesa affollate. Di certo questo comporta una dilatazione dei tempi e un un notevole sacrificio per il reparto, però lo stiamo facendo per dare una garanzia e un segnale forte.

È necessario che si capisca che di Covid si sta morendo e speriamo che il vaccino arrivi presto e tutto si cominci a risollevare. Ma purtroppo le malattie oncologiche e cardiovascolari, entrambe trascurate quest’anno, avranno ripercussioni notevoli nei prossimi anni.

Quindi bisognerebbe cercare di informarsi sulla presenza di strutture che possono garantire nel migliore dei modi la mancanza di contagio e frequentarle rispettando le regole che le strutture si sono imposte e impongono ai pazienti.

Reparto di Oncologia Policlinico G. Martino, 2014 – © Serena Piraino

Come è cambiata la percezione del tumore alla mammella nel corso degli anni a livello di consapevolezza?

Non possiamo impedire a priori che la noxa patogena causi la cancerogenesi nella cellula tumorale, ma possiamo prevenire andando ad individuare la patologia quando questa non è ancora in una forma avanzata, quindi la consapevolezza è tuttoOnestamente devo dire che la trovo molto aumentata, soprattutto nel gruppo di ragazze e di giovani donne.

Sono oramai docente universitario da circa 40 anni, ed è la prima volta che vengo intervistato da due studentesse relativamente a questo tipo di problema. Qualcosa vorrà pur dire no?

Gli effetti “scientifici” di questa consapevolezza però verranno misurati in termini di efficacia soltanto quando voi giovani donne arriverete alla media età: ci auguriamo che questa corrisponda ad una minore mortalità delle donne del futuro per cancro della mammella. Oggi probabilmente stiamo ancora verificando una consapevolezza probabilmente non troppo matura nelle donne che avrebbero dovuto avere una istruzione adeguata circa 30 anni fa.

Mi piacerebbe che il processo della prevenzione, della diagnosi, della cura, dell’assistenza e, nei casi specifici, anche della terminalità dei tumori (non soltanto della mammella) possa essere in qualche modo reso uniforme. Non si possono incaricare diversi enti e lasciarli sconnessi tra di loro: il processo del malato oncologico dovrebbe essere governato tutto nell’ambito di un dipartimento oncologico provinciale unico. È questa la strada sulla quale bisogna battere moltissimo secondo me. La formazione della rete e di una sua coordinazione reale da parte di chi lavora nell’ambito di questo tipo di patologie è indispensabile.

Pensa che la scuola e l’istruzione in generale possano giocare un ruolo importante da questo punto di vista?

Purtroppo, ogni volta che sono uscito da una conferenza in una scuola media o in un liceo, ero molto deluso. Questo perché secondo me i ragazzi non erano sufficientemente preparati e quell’ora che passavano in aula magna era un modo per scappare dalla classe tra sorrisetti e spintoni.  L’informazione va data da chi è tecnicamente preparato ed io sono sempre stato disponibile nel farmi portavoce, però la scuola deve dare tanto e nell’ambito dei programmi educazionali dovrebbero essere incluse un certo tipo di attività da svolgere in maniera continuativa così da formare anche la coscienza.

Come vivono le pazienti il fatto di avere un carcinoma in una delle parti che le rendono donne? Quanto questo, dal punto di vista psicologico, impatta sulla prognosi e che conseguenze ha sulla terapia?

Se c’è la consapevolezza di cui parlavamo insieme alla certezza che questo tipo di patologia possa essere “presa in carico” – uso questo termine di proposito – da una struttura che da garanzie in temine di qualità ed organizzazione, il problema si supera. La sicurezza che vi possa essere una struttura che possa farsi carico della malata a 360° e darle il meglio che la scienza offre, può dare un miglioramento importante della componente piscologica.

Io talvolta dico a delle pazienti malate di tumore del seno che hanno dei fattori prognostici assolutamente favorevoli (tumore piccolo, l’espressione dei recettori ormonali), che è come se si fossero rotte una gamba. Ci si cura e si guarisce.

Reparto di Oncologia Policlinico G. Martino, 2014 – © Serena Piraino

Lei ha sempre stressato il concetto di umanizzazione delle cure, ma come è nato e quanto è importante offrire una struttura di continuità come l’Hospice o, nel contesto del vostro reparto, di “Una stanza tutta per sé” per mantenere la donna, per quanto sia possibile, tale?

Se avete notato io ho usato il termine “Prendersi carico” piuttosto che “curare” e “malato” piuttosto che “paziente”, che letteralmente vuol dire “colui che sopporta”.

Prendersi cura di un paziente oncologico vuol dire prendersi cura non soltanto dei bisogni fisici, ma anche di quelli psicologici, sociali, spirituali. Sono tutte condizioni che vanno considerate. La tristezza, il peso di una diagnosi di questo genere, va in qualche modo accompagnata dal processo di umanizzazione.

Ho cominciato questo percorso di umanizzazione delle cure in Oncologia nel 2013, dopo avere assistito ad una rappresentazione teatrale in cui una donna malata di cancro veniva ricoverata e nella sua stanza, accanto al suo letto libero, c’erano altri 3 letti. Lei che si era comprata il pigiama “non pigiama” e le pantofole “non pantofole” per cercare di sdrammatizzare la gravità del suo ricovero, improvvisamente aveva il problema di una promiscuità e di un ambiente tetro.

Ho visto il mio reparto di allora, in cui di letti ce ne erano cinque e non c’era neanche il bagno in camera, e ho capito che tutto doveva essere cambiato. Mi sono impegnato in questo percorso – aiutato da tutta una serie di donazioni che mi hanno consentito di avere dei fondi per riformare il reparto – e nella scrittura di un progetto per l’umanizzazione delle cure in Oncologia che ha portato negli ultimi anni ad un florido finanziamento. Grazie a questo, ma anche grazie alla sensibilità di tutti i miei collaboratori, un malato che entra in ospedale , che vede e “sente” un ambiente che non sembra un ospedale, sta sicuramente meglio.

Un’oncologia deve avere la capacità di seguire un paziente in tutte le sue fasi, anche in quella terminale ecco perché oggi abbiamo questo Hospice: per dare una possibilità e una vita sociale in un vero e proprio residence ospedaliero. Per rendere il tutto non semplice sopportazione.

Reparto di Oncologia Policlinico G. Martino, 2014 – © Serena Piraino

Il tutto potrebbe avere un effetto anche sulle cure?

Questo è stato verificato scientificamente con HuCare, un programma italiano che ci ha consentito di misurare la soddisfazione dei pazienti prima e dopo un certo percorso di umanizzazione. Abbiamo verificato come i pazienti immersi in questo genere di ambienti abbiano avuto una compliance molto aumentata. Il calcolo che ha raggiunto la significatività statistica, è un dato oggettivo.

Abbiamo appreso con piacere come accanto all’innovazione scientifica, al potenziamento delle strutture esistenti e all’inaugurazione di nuovi ambienti ci siano – e ci debbano essere – l’amore e la passione per quello che si fa, per i propri pazienti e per l’umanizzazione delle cure. Da questo non si può prescindere.

Barbara Granata e Claudia Di Mento 

 

Collaborazione Italia-Cina: linee guida per la nutrizione dei bambini con paralisi cerebrale

La nutrizione in età pediatrica, in particolare la malnutrizione, è oggetto di studi a livello mondiale in tutti i suoi possibili aspetti: basti pensare al problema dell’obesità nel mondo occidentale e a chi soffre la fame nei paesi del terzo mondo.

All’attenzione del Prof. Claudio Romano e di un team di ricerca cinese ci sono, questa volta, i problemi di malnutrizione che affliggono i pazienti in età pediatrica con paralisi cerebrale.

Professore e direttore della Gastroenterologia Pediatrica e dell’Unità Fibrosi Cistica del Dipartimento di Scienze Pediatriche Mediche e Chirurgiche “G. Barresi” dell’Università di Messina, il Prof. Romano dirige una collaborazione scientifica Italia-Cina per la formazione di linee guida a supporto della gestione dei suddetti pazienti, insieme con Nestlè Health Science.

Il Prof. Claudio Romano – Fonte: unime.it

Incidenza del problema

Nel mondo, infatti, i bambini affetti da paralisi cerebrale a vari livelli superano il milione, in Italia toccano quota 250.000. Si tratta di piccoli pazienti spesso soggetti a complicanze tra cui, appunto, la carenza di un apporto nutritivo adeguato. Tra i fattori di rischio gioca senza dubbio un ruolo fondamentale il parto pretermine , in particolare tra le 18 e le 20 settimane in cui il rischio di sviluppare danni neurologici rimane parecchio alto. In Cina l’incidenza è molto simile a quella europea ed è proprio per la carenza di supporti  necessari per sviluppare cure appropriate e la difficile gestione dei pazienti a rendere necessaria la ricerca.

Le linee guida

Oggi le linee guida utilizzate dai centri ospedalieri sono quelle europee ESPGHAN (European Society for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition) con cui si è cercato di standardizzare le procedure di intervento chirurgico e terapeutico migliorando decisamente le aspettative di vita dei piccoli pazienti. Ed è proprio il prof. dell’Ateneo Peloritano ad essere il primo autore e coordinatore delle suddette linee guida ed egli stesso, ultimamente, ospite del Nutritional forum cinese, ha suscitato interesse nel paese orientale il quale ha dato il via alla ricerca clinica coinvolgendo ben 6 centri cinesi di eccellenza.

Lo studio

L’obiettivo è di educare e sensibilizzare la comunità medico-scientifica alla necessità di avere punti di riferimento standardizzati nella gestione del paziente con paralisi cerebrale e sviluppare e adattare nuove linee guida affinché possano essere implementate correttamente dal personale medico cinese.

Lo studio consterà di due fasi: una fase retrospettiva ed una prospettica.

  1. La prima, a breve termine, in cui vengono illustrati i punti di forza delle linee guida italiane ed europee nella gestione dei pazienti, includendo l’organizzazione di sessioni educazionali con specialisti medici in Cina per valutare lo stato attuale delle conoscenze e la possibile condivisione di strumenti di supporto, utili in questa gestione.
  2. La seconda fase, invece, promuoverà nuove modalità di nutrizione specifiche per i soggetti con follow-up sull’attuazione di queste tecniche nei vari centri.

Il Prof. Claudio Romano ha così dichiarato:

Sono profondamente onorato e orgoglioso del progetto che stiamo sviluppando a livello internazionale. Questo è il primo passo di un’apertura verso l’area asiatica che va nella direzione di unire le forze e creare una sinergia, soprattutto nell’area della nutrizione. Fornire alimenti completi e dispositivi di nutrizione enterale all’avanguardia, garantisce al paziente di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita. La nostra ambizione è quella di partire dall’ambito pediatrico, per arrivare ad avere gli stessi livelli di efficacia anche nell’adulto.

Giovanni Alizzi