Maura Gancitano all’Università di Messina: una masterclass per decostruire gli stereotipi di genere

Mercoledì 23 aprile alle ore 10.30, presso la Sala dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, l’Università di Messina ospiterà Maura Gancitano, filosofa, saggista e co-fondatrice del progetto culturale Tlon, per una masterclass pubblica dedicata al tema della costruzione sociale degli stereotipi di genere e al ruolo del pensiero critico nella formazione delle identità.

L’iniziativa nasce nell’ambito della partnership tra l’Ateneo e Taobuk – Taormina International Book Festival, un’alleanza che intende rafforzare il dialogo tra cultura contemporanea e formazione accademica, attraverso momenti di confronto aperto e interdisciplinare.

La filosofia come pratica di consapevolezza

Maura Gancitano, da anni figura di riferimento nel panorama della divulgazione filosofica, condurrà un intervento che intreccia filosofia, sociologia e studi di genere, con l’obiettivo di esplorare i meccanismi attraverso cui gli stereotipi si originano e si diffondono all’interno della società. La sua lezione sarà un invito alla decostruzione delle narrazioni dominanti, che troppo spesso condizionano il modo in cui ci percepiamo e ci relazioniamo.

Il pensiero critico diventa così uno strumento trasformativo, capace di smascherare le strutture simboliche e culturali che sorreggono le disuguaglianze di genere e di offrire nuove possibilità di racconto e di esistenza.

Un dialogo interdisciplinare

A dialogare con la filosofa saranno la professoressa Vittoria Calabrò, storica delle istituzioni politiche e Presidente del CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Ateneo, e la professoressa Milena Meo, sociologa politica e Vicepresidente del CUG. Insieme esploreranno i contesti in cui gli stereotipi si sedimentano e si riproducono – dalla scuola ai media, fino alla famiglia – interrogando anche le responsabilità delle istituzioni educative nella costruzione del pensiero libero.

L’incontro sarà introdotto dai saluti istituzionali della Rettrice Giovanna Spatari e si rivolge a studenti, docenti e alla cittadinanza, con l’intento di promuovere un confronto aperto e partecipato su uno dei temi più urgenti della contemporaneità.

Parteciperanno anche i corsisti di UniMe GDS Lab, coordinato da Natalia La Rosa (Ses) e la prof.ssa Maria Laura Giacobello (UniMe).

Una lezione per ripensare l’identità

In un momento storico in cui la riflessione sull’identità e sulle relazioni di genere attraversa il dibattito pubblico, questa masterclass rappresenta un’occasione preziosa per attivare nuove consapevolezze, ripensare i modelli culturali dominanti e offrire strumenti critici per trasformare la realtà sociale.

Gaetano Aspa

Quando la passione grida e la ragione tace. Medea oltre la vendetta

Quante voci soffocate tra le pagine della letteratura? Quante parole, intrise di pregiudizio e ostilità, hanno contribuito a marginalizzare l’esperienza femminile? Notiamo una costante, un’ombra che ci perseguita attraverso i secoli:  le voci soffocate delle donne, accompagnate dall’eco di un linguaggio che denigra e oscura. Come il grido disperato e poi vendicativo di Medea, la cui passione tradita si trasformò in un monito eterno sulla furia di una donna ferita e sulla violenza che può scaturire dal silenzio imposto.

Una letteratura che ha spesso oscillato tra l’idealizzazione e la marginalizzazione della figura femminile, descritta come creatura angelica o demoniaca, incapace di ragionare, privata di una voce autonoma e rappresentata attraverso il filtro dello sguardo maschile.

 

Medea e la vendetta nella tragedia

Medea. Eroina tragica, un turbine di emozioni, una psiche contorta. Una donna che ha abbandonato tutto e ha  dimostrato una labilità emotiva tipicamente umana. Tragica è la complessità della potente donna di Euripide, demonizzata per il suo dolore e la sua rabbia, interpretati attraverso la follia e la vendetta.

Medea, barbara e straniera in terra greca, abbandona la sua patria e la sua famiglia per amore di Giasone, eroe in cerca del Vello d’Oro.
Grazie alla sua astuzia e alle sue arti magiche, lo aiuta a conquistare l’impresa, legando indissolubilmente il suo destino a quello dell’amato. Tuttavia, la passione si incrina di fronte all’ambizione di Giasone, che la ripudia per sposare la giovane principessa Glauce, figlia del re Creonte.

È in questo abisso di umiliazione e abbandono che emerge una Medea “iconica”: non più l’amante devota, ma la donna ferita nell’orgoglio e nella dignità, che non può sopportare di essere messe in un angolo. Consumata dalla rabbia e da un desiderio di vendetta che non conosce limiti, arriva a compiere tradimenti e uccisioni, pur di ricevere un amore totalizzante e incondizionato.

Attraverso un’oscillazione tra la forza intellettuale e la vulnerabilità emotiva,  la protagonista di una delle tragedie più note di Euripide mostra come la sua voce, quando ignorata, possa trasformarsi in un atto di distruzione.

 

Un potente archetipo femminile

«Di tutte le creature che hanno anima e cervello, noi donne siamo le più infelici; per prima cosa dobbiamo, a peso d’oro, comprarci un marito, che diventa padrone del nostro corpo – e questo è il male peggiore. Ma c’è un rischio più grande: sarà buono o cattivo? Separarsi è un disonore per le donne, e rifiutare lo sposo è impossibile. Se poi vieni a trovarti fra nuove usanze e abitudini diverse da quelle di casa tua, dovresti essere un’indovina per sapere come comportarti con il tuo compagno. […] Dicono che viviamo in casa, lontano dai pericoli, mentre loro vanno in guerra; che follia! È cento volte meglio imbracciare lo scudo piuttosto che partorire una volta sola».

(Euripide, Medea, vv.230-251)

Questo sfogo di Medea, definito come il primo manifesto femminista della letteratura greca, esprime la sua profonda infelicità e la condizione di svantaggio delle donne della Grecia antica, legate a una forma di ingiustizia.

Una mentalità androcentrica quella della cultura greca, contestata dal tragediografo greco. Con un accenno alla propria condizione, Medea si presenta come una parte di insieme, richiedendo una certa complicità all’identità femminile.

La tragedia mette in discussione i ruoli di genere e le dinamiche di potere nelle relazione, in cui la donna si ribella e affronta la battaglia emotiva che la rende vittima di se stessa.

Medea ci offre una lettura in chiave femminista, rivelando una donna che si ribella alla subordinazione e si riappropria del proprio destino, sebbene con mezzi estremi.

Il cuore della tragedia è il tradimento e la conseguente vendetta. Niente di nuovo se pensiamo alla condizione che ci ritroviamo ad affrontare ai nostri giorni. Relazioni tossiche, crimini “passionali” e confini di libertà oltrepassati.

Oggi, in un’epoca di crescente consapevolezza sulla necessità di decostruire gli stereotipi, la figura di Medea si rivela stimolante nelle riflessioni sul potere femminile, sulla sua repressione e sulle sue possibili, anche tragiche, manifestazioni. Ci invita a considerare la storia non solo come un racconto di orrore, ma ad affrontare sempre gli stessi problemi, evidentemente non superati.

Una tragedia che, dopo 2500 anni, continua a rappresentare un attuale specchio doloroso delle passioni umane.

Elisa Guarnera

UniMe Open Day 2025: due giornate per orientarsi tra futuro formazione

Martedì 15 e mercoledì 16 aprile 2025, l’Università degli Studi di Messina apre le sue porte agli studenti degli Istituti superiori per l’attesa edizione 2025 dell’UniMe Open Day, la rassegna annuale dedicata all’orientamento universitario. L’evento rappresenta un momento chiave per tutti coloro che si apprestano a intraprendere un nuovo percorso accademico, offrendo uno sguardo diretto, coinvolgente e ricco di stimoli sulla vita universitaria e sulle molteplici prospettive di crescita che l’Ateneo peloritano mette a disposizione.

Quest’anno l’appuntamento si articolerà su due giornate, dalle ore 9:00 alle 14:00, nella splendida cornice del Polo Annunziata, sede immersa nel verde e dotata di strutture moderne e all’avanguardia. Sarà un’occasione unica per conoscere da vicino l’offerta formativa di UniMe e vivere un’esperienza immersiva nel mondo universitario, fatta di scoperta, confronto e ispirazione.

Un viaggio tra corsi, laboratori ed esperienze interattive

L’Open Day non si limiterà alla semplice presentazione dei Corsi di Laurea triennali e magistrali, ma offrirà ai partecipanti un ricco ventaglio di attività dinamiche: percorsi laboratoriali, esperimenti interattivi, simulazioni, visite guidate nei laboratori e nelle biblioteche. Gli studenti potranno così toccare con mano le strutture e l’approccio didattico di UniMe, scoprendo le peculiarità dei singoli Dipartimenti e orientandosi tra le varie discipline con maggiore consapevolezza.

Non mancheranno momenti di approfondimento tematico e dimostrazioni pratiche, pensati per stimolare curiosità e riflessione, non solo sulla scelta del corso di studi, ma anche sul futuro personale e professionale che può prendere forma grazie all’università.

Servizi, supporto e una rete a misura di studente

Un grande valore aggiunto dell’Open Day sarà la possibilità di incontrare direttamente docenti, tutor universitari, personale amministrativo e responsabili delle strutture dell’Ateneo. Saranno presenti tutti i principali Centri di Ateneo – dall’Ufficio Orientamento e Placement al Centro per il supporto psicologico e motivazionale, passando per le strutture dedicate alla mobilità internazionale, alle biblioteche, ai trasporti, alle residenze universitarie e agli impianti sportivi.

Durante le due giornate, sarà anche possibile effettuare uno screening personalizzato delle attitudini, degli interessi e delle risorse individuali, attraverso strumenti pensati per favorire una scelta consapevole e in linea con le proprie inclinazioni e obiettivi.

UniMe: un ponte verso l’Europa e il mondo del lavoro

L’Università di Messina conferma la propria vocazione all’internazionalizzazione e alla formazione di profili competitivi a livello europeo. I partecipanti all’Open Day potranno scoprire le opportunità offerte dai programmi Erasmus+, dai tirocini formativi in Italia e all’estero, dalle convenzioni con enti pubblici e privati e dalle numerose iniziative di raccordo tra formazione accademica e mondo del lavoro. Il dialogo diretto con chi vive quotidianamente l’università permetterà agli studenti di comprendere non solo “cosa” studiare, ma anche “perché” e “come” costruire un percorso autentico e orientato al successo.

Una partecipazione facilitata per tutte le scuole

Per garantire il massimo coinvolgimento, UniMe mette a disposizione un servizio transfer gratuito rivolto a tutte le scuole che aderiranno all’iniziativa, facilitando così la partecipazione anche degli istituti più lontani. L’obiettivo è rendere l’università accessibile, inclusiva e pronta ad accogliere le nuove generazioni con strumenti adeguati, ascolto e opportunità concrete.

Qui il programma completo https://www.unime.it/sites/default/files/202504/2025_04_11_PROGRAMMA_OPENDAY2025_02.pdf

Gaetano Aspa

What’s in my bag. Survival edition. L’Unione Europea e il kit per la guerra

Crisi e sfide sempre più complesse quelle che l’Unione Europea si trova ad affrontare. Guerre, pandemie, catastrofi naturali. E no, non è l’inizio di un film apocalittico. È la realtà che il mondo, gli Stati, le istituzioni e noi cittadini stiamo vivendo quasi giornalmente, assistendo a morti innocenti, disastri naturali e aggressioni armate.

Il 26 marzo la Commissione e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea lanciano il piano di Bruxelles per preparare l’Europa alle crisi. Infatti, l’UE cerca un piano preventivo per assicurare ai cittadini un’autosufficienza per almeno 72 ore. “Va proprio cambiata la mentalità“, dice la Commissione europea. Il punto centrale  di questa strategia è non farsi mai trovare impreparati.

Acqua, cibo, farmaci, documenti. Sono alcuni dei punti della Preparedness Union Strategy, la nuova strategia  dell’Unione Europea  in caso di crisi su larga scala, compresi gli scenari di guerra.

OBIETTIVI E AZIONI CHIAVE DELLA STRATEGIA

La strategia include 30 azioni concrete e un piano d’azione dettagliato, che prevede strumenti differenti in base alla crisi che si dovrà affrontare.

Tra le novità previste:  una definizione dei criteri minimi di preparazione per i servizi essenziali, quindi ospedali, infrastrutture, trasporti e comunicazioni. Oltre il potenziamento di risorse necessarie, tra cui medicine, acqua, cibo, vaccini, sono fondamentali delle indicazioni precise, non solo per gli Stati ma anche per i cittadini.

Ma perché questa strategia viene presentata proprio ora?

L’idea di fondo è che la popolazione sia preparata. Emergenza covid e guerra in Ucraina hanno dimostrato che dobbiamo essere pronti all’inaspettato. L’Europa ha bisogno di un piano più strutturato, così da non sottovalutare le minacce intorno a noi ed essere pronti a eventuali crisi globali.

Il kit di emergenza in caso di guerra secondo l'UE
Il kit di emergenza in caso di guerra secondo l’UE photo: Il Quotidiano Nazionale

In questa strategia c’è molto altro.

Nel piano viene evidenziato che anche i programmi scolastici dovrebbero essere integrati con apposite lezioni sulla preparazione alle crisi da affrontare. Si pensa addirittura a una giornata europea della Preparazione. E ancora si prevedono delle esercitazioni comuni, in modo che tutti sappiano cosa fare e come comportarsi in caso di emergenza.

Il piano include naturalmente un rafforzamento e un potenziamento della cooperazione civile-militare, attraverso varie indicazioni a livello superiore: ad esempio verrà creato un  hub di crisi europeo, in modo da integrare meglio la risposta tra tutte le strutture che già esistono.

Si tratta di linee guida che dovrebbero essere integrate nel più breve tempo possibile all’interno delle politiche e dei programmi degli Stati europei

UN CAMBIO DI MENTALITA’ PER L’UNIONE EUROPEA

Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea ha spiegato che “ad ispirare la strategia è stato un rapporto dell’ex presidente finlandese Sauli Niinistö” che, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, aveva lanciato l’allarme sulla sicurezza europea e aveva esortato tutti quanti ad alzare il proprio livello di preparazione. Dobbiamo allenarci di nuovo alla preparazione.

Un concetto che la vicepresidente della commissione Roxana Mînzatu ha voluto riassumere con un proverbio usato in Romania, il suo paese: costruisci la slitta d’estate e i carri d’inverno.

Ma quindi, quale è la minaccia più urgente a cui dobbiamo prepararci?

Per la commissaria europea alla gestione della crisi la belga Hadja Lahbib ci sono almeno “450 milioni di motivi per essere meglio preparati“, ha annunciato pronunciato il 26 marzo in conferenza stampa.

Il mio kit di sopravvivenza è già pronto, tutto ciò che mi serve è nella mia borsa“. Con queste parole la commissaria ha presentato in un video ironico sul suo profilo X la “borsa della resilienza”. Nel video Lahbib elenca il contenuto della sua borsa, che contiene documenti di identità, acqua, torcia, occhiali per vedere (o no) quello che succede, un coltellino svizzero, fiammiferi e accendino, medicine e cibo in scatola.

“Ovviamente dei contanti, perché nel bel mezzo di una crisi la tua carta di credito può essere solo un pezzo di plastica”, ha detto la commissaria, aggiungendo anche un mazzo di carte, una power bank per il cellulare e un radio portatile.

RISPOSTE DALL’ITALIA

Non è un piano pensato perché ci si aspetta di essere invasi domani e trascinati in guerra.

È un piano per renderci pronti ad ogni evenienza, per non ripetere delle scene come quelle che abbiamo visto durante la pandemia di covid: persone che prendono d’assalto i supermercati oppure di mascherine che di colpo non si trovano più perché le produzioni sono tutte bloccate.

Non sono mancate le polemiche su questo piano. Gli eurodeputati del Movimento 5 stelle hanno accusato la commissione di fare terrorismo psicologico, di essere guerrafondaia e di alimentare una spirale di paura che invece dovrebbe finire.

UniMe “Orientati al futuro”: al via i laboratori di orientamento al lavoro per gli studenti

UniMe si impegna a sostenere gli studenti  nel passaggio dal mondo accademico a quello professionale, proponendo una serie di laboratori di orientamento al lavoro. Gli incontri  forniranno agli studenti strumenti concreti per affrontare il mondo professionale con maggiore consapevolezza e preparazione.

L’iniziativa e i laboratori

L’iniziativa arrivata alla sua terza edizione, dal titolo “Orientati al futuro!”, si svolgerà presso il Campus Centrale di UniMe, in Piazza Pugliatti, 1, con tre appuntamenti chiave:
  • si parte il 26 marzo, dalle ore 15:00 alle 17:00, presso l’Aula Cannizzaro, con il laboratorio “Definire il mio obiettivo professionale e come creare un CV efficace“. L’obiettivo dell’incontro è fornire agli studenti gli strumenti necessari per creare un curriculum efficace e presentarsi al meglio nel mercato del lavoro;
  • il secondo appuntamento previsto il 2 aprile, dalle ore ore 15:00 alle 17:00, presso l’Aula Cannizzaro, sarà un incontro dedicato a “Come creare un profilo LinkedIn ottimizzato e costruire un personal brand“. In un’era digitale in cui la presenza online è fondamentale, gli studenti acquisiranno le potenzialità per creare una rete di contatti professionali attraverso la piattaforma LinkedIn, promuovendo la propria immagine;
  • il ciclo di incontri si concluderà il  9 aprile, dalle ore 15:00 alle 17:00, presso Aula Magna 2 del  Dipartimento di Economia, con il laboratorio “Come prepararsi al colloquio di selezione“. Un workshop in cui gli studenti acquisiranno tecniche e strategie per affrontare con successo i colloquio di selezione, per comunicare e mettere in atto una performance convincente.

Come partecipare

A condurre gli incontri sarà Sonia Gentile, psicologa del lavoro. L’iniziativa rappresenta un’opportunità preziosa per tutti gli studenti UniMe che desiderano acquisire competenze pratiche e strategie efficaci per avviare la propria carriera nel miglior modo possibile e orientarsi nel mondo del lavoro con maggiore consapevolezza.
Gli studenti interessati potranno iscriversi ai laboratori attraverso il seguente modulo:
https://forms.office.com/pages/responsepage.aspx?id=RZ1nhEaDI06MhKcwTtunf0ZkEG0xpgtHtQsz5Xl27EdUNFJRTlk4WkhQSlc1U1hUS1ZMQ0RXT0U0MC4u&route=shorturl
Elisa Guarnera

FAI&UniME: un viaggio alla scoperta del patrimonio d’Ateneo

Le Giornate FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), quest’anno 22 e 23 marzo, rappresentano un appuntamento imperdibile per gli appassionati di arte, storia e natura. Questi eventi offrono l’opportunità di visitare luoghi solitamente inaccessibili o poco conosciuti, svelando tesori nascosti del nostro Paese. Anche Messina e il suo territorio offriranno ai visitatori l’opportunità di scoprire alcuni luoghi di grande valore storico e culturale. Tra le tappe più affascinanti di questa edizione, spiccano tre siti emblematici.

 

Dettaglio del portale antico dell’Università. © Alessandro Saitta

 

Faro di Capo Peloro

Il Faro di Capo Peloro si trova sulla punta nord-orientale della Sicilia, nel punto più vicino alla Calabria, ed è un simbolo della navigazione nello Stretto di Messina. La sua storia affonda le radici nell’antichità, quando già gli storici romani lo menzionavano. L’attuale struttura risale al 1935, dopo che il terremoto del 1908 distrusse la torre precedente costruita nel 1857 durante il Regno delle Due Sicilie. La sua torre ottagonale, dipinta a fasce bianche e nere, garantisce maggiore stabilità e resistenza ai venti. Con un’altezza di 37 metri sul livello del mare, la sua luce è visibile fino a 22 miglia nautiche, garantendo la sicurezza della navigazione in una delle zone più trafficate del Mediterraneo. Circondato da un’area di 1500 mq, tra giardino e terreno coltivabile, il faro è testimone silenzioso di storie, leggende e del mito di Scilla e Cariddi, che da sempre avvolge di fascino e mistero le acque dello Stretto.

Parco Letterario Salvatore Quasimodo a Roccalumera

Un viaggio nell’universo poetico di Quasimodo, premio Nobel per la letteratura, che sorge nell’Antica Stazione Ferroviaria e celebra il legame tra il poeta e il mondo ferroviario. Fondato nel 2000, ospita il Museo Quasimodiano e il Treno-Museo, con lettere, cimeli e arredi originali del suo studio milanese. La ricostruzione della sua sala d’attesa offre un’esperienza immersiva nella vita del premio Nobel, tra poesia e memoria storica della Sicilia.

FAI
Dettaglio Aula Magna del Rettorato. © Alessandro Saitta

Sede Centrale dell’Università di Messina

Discorso diverso va fatto per la sede centrale dell’Università di Messina, cuore storico e architettonico dell’Ateneo, radicata nel tessuto urbano sin dal Seicento. Fondata nel 1548 grazie a una Bolla papale e alla collaborazione tra il Senato cittadino e Ignazio di Loyola, nacque come istituzione gesuitica, ma presto si affermò come Studium laico, segnando un forte legame con la città e subendo chiusure e riaperture nel corso dei secoli.

L’attuale Palazzo dell’Università sorge sull’antico Collegio dei Gesuiti progettato da Natale Masuccio, demolito dopo il terremoto del 1908. Ricostruito nel 1913 in stile eclettico-neoclassico dagli ingegneri Botto e Colmayer, fu ampliato nel 1962 con un edificio razionalista di Filippo Rovigo. La struttura si distingue per la disposizione ad anfiteatro attorno a una corte-giardino, con sette edifici collegati da gallerie coperte e decorazioni floreali che ne unificano l’estetica.

Elemento centrale del complesso è la sede del Rettorato, enfatizzata dalla monumentalità dello scalone interno e dalla scenografica articolazione della facciata. La visita alla sede universitaria offre un viaggio tra storia, arte e architettura, in una città il cui paesaggio costruito è costantemente frutto di ricostruzione.

FAI di primavera 2025

Si è svolta stamattina la conferenza stampa a cui sono intervenuti la Rettrice dell’Università di Messina, prof.ssa Giovanna Spatari, il Capo delegazione FAI di Messina, Nico Pandolfino, il Capitano di fregata Johnny Pizzimento, l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina, Enzo Caruso, e il dott. Carlo Mastroeni, Direttore del Parco Letterario Quasimodo.

In particolare, la Rettrice Giovanna Spatari, ha lanciato un messaggio alla Città di Messina, ribadendo l’importanza dell’Ateneo nel tessuto sociale:

Occorre cogliere, soprattutto negli atenei del Sud, nelle città che non hanno un’economia spinta, come possono essere le capitali del Nord, quanto un ateneo sia importante nel tessuto sociale, economico e culturale del territorio. E quindi, quanto l’Università possa essere affollata, come io immagino, ma è sempre stata così, di persone che vengono a conoscerne l’importante storia.

Orari e aperture a Messina

Sede Centrale Università – DAL COLLEGIUM AD UNIME (SENZA PRENOTAZIONE)

Sabato 22 e domenica 23 marzo

09:30 – 13:30 / 14:30 – 18:00

Inoltre, ci saranno due eventi speciali a contributo libero:

  • Messina tra visibile e invisibile:  il progetto per la costruzione della regia Università e il Collegio dei Gesuiti.

A cura dell’Arch. Francesca Passalacqua (Professore associato dell’Università degli Studi Messina)

Sabato 22 marzo ore 18 – Atrio Rettorato

  • La quadreria dell’Università di Messina
    A cura del Prof. Giampaolo Chillè (già Professore a contratto dell’Università degli Studi Messina e cultore della materia)
    Domenica 23 marzo ore 18 – Atrio Rettorato

Faro di Capo Peloro – IL FARO TRA LO JONIO ED IL TIRRENO (Solo su prenotazione)

Sabato 22 e domenica 23: 09:30 – 13:00 / 14:30 – 17:00

ROCCALUMERA (ME)

Parco Quasimodo – NOVITA’ AL PARCO LETTERARIO, TRA LE CARTE DI QUASIMODO

Sabato 22 e domenica 23 marzo 10.00 / 13.00 e 16.00 / 18.00

 

Gaetano Aspa

 

https://fondoambiente.it/

Milazzo Film Fest 2025: Familia

Familia è un film del 2024 diretto da Francesco Costabile, tratto dall’autobiografia di Luigi Celeste  Non sarà sempre così.  La pellicola si propone di raccontare una storia realmente accaduta.

I cerotti non servono

Familia è la storia di una famiglia che parla di violenza, non solo domestica, ma soprattutto psicologica. Luigi Celeste (Francesco Gheghi) e Alessandro (Marco Cicalese) sono fratelli e, da tempo, insieme alla madre Licia Licino (Barbara Ronchi), subiscono gli abusi del padre, Franco (Francesco Di Leva). Il film non si limita alle tematiche disfunzionali, ma esplora nel complesso il trauma psicologico dei personaggi. La brutalità è sempre presente, trattata come un dato di fatto, una realtà con cui i protagonisti devono convivere. Un aspetto interessante, che riguarda il modo in cui le cicatrici non sono solo personali, ma anche familiari. La famiglia stessa diventa simbolo di prigionia emotiva. La continua ricerca di una riconciliazione, spesso impossibile, simboleggia il conflitto tra la necessità di perdonare e quella di proteggersi dal dolore.

familia
fonte: cinetecadibologna.it

Tormento angosciante di un ombra

Francesco Gheghi, giovanissimo vincitore del Premio Orizzonti per la miglior interpretazione maschile, nel ruolo di Luigi Celeste, offre una performance notevole, riuscendo a interpretare un personaggio complesso e tormentato grazie alla sua capacità di passare da momenti di fragilità a momenti di forza. A mano a mano che la trama si sviluppa, l’inevitabilità di sentirsi parte integrante della narrazione diventa progressivamente più evidente. La regia di Francesco Costabile è sobria e incisiva: le inquadrature sono infatti strette, e i primi piani, silenziosi ma efficaci, tanto da smascherare quanto la figura di Luigi sia destinata a essere tormentata da quell’ombra buia rappresentata dal padre. Un circolo vizioso che segue solo un obiettivo irraggiungibile, giustificato dalla manipolazione e dalla dipendenza emotiva, il perdono.

frame trailer. Fonte: youtube.com

Scolpiti dalla violenza

L’amore è paradossale in un contesto del genere: inconcepibile e masochista, ma c’è. Compare a starnuti per tutta una serie di meccanismi di negazione e distorsione della realtà. Punto centrale è la lotta interiore della persona abusata, che spesso oscilla tra l’amore e la paura, tra il desiderio di cambiare la situazione e l’incapacità di farlo, bloccata dalla manipolazione emotiva e dalla dipendenza psicologica. Licia (Barbara Ronchi) cede alle fasi di ‘’luna di miele’’, sperando quasi in un cambiamento che, chiaramente, non arriva. La bravura di Barbara Ronchi nelle vesti di Licia mostra quanto lei rappresenti un territorio ferito, segnato da cicatrici che non raccontano solo colpi fisici, ma anche l’erosione silenziosa della dignità. Una critica alla giustizia che arriva sempre troppo tardi e talvolta complice, accetta, tollera e rallenta il processo che si alterna.

Fonte: framedmagazine.it

Dentro le mura, oltre il silenzio

Una famiglia tormentata dal fatto di non riuscire a diventare tale, ogni tentativo di pacificazione è vano. Francesco Costabile lo sa bene e, evitando infatti moralismi e semplificazioni, il film diventa quasi claustrofobico, trattiene ed esplode solo alla fine. Questi legami asfissianti, che non sanno sfuggire alla prigione emotiva, diventano frutto di ulteriore violenza.

Una storia che sviscera i meccanismi dell’abuso, ma anche a esplorare come la società, la famiglia e la comunità tendano a fare finta di nulla o a giustificare comportamenti violenti. La regia cattura la bellezza struggente della solitudine delle vittime, in cui la violenza si insinua lentamente, come un veleno silenzioso che consuma tutto dall’interno. La macchina da presa si fa sempre più piccola, più intima, come se ogni inquadratura fosse un atto di comprensione o denuncia.

In un’epoca in cui si parla molto di diritti e di giustizia, Familia apre uno spazio di riflessione su quanto sia fondamentale non solo riconoscere l’abuso, ma anche prevenirlo, educare e intervenire tempestivamente. Una piaga sociale che spesso rimane nascosta e che, in un film del genere, viene trattata senza cadere nei sensazionalismi o nella banalità dei cliché. Un’opera dallo sguardo sincero, che porta alla luce una realtà cruda e invita a riconoscere come alcune dinamiche siano così radicate da sembrare normali.

 

Asia Origlia

Pietro Nuccio è il nuovo Direttore Generale dell’Ateneo

Il 30 dicembre scorso il dott. Pietro Nuccio è stato nominato Direttore Generale del nostro Ateneo. Una decisione presa all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione dell’Università di Messina, previo parere del Senato Accademico, su proposta della Rettrice, prof.ssa Giovanna Spatari.

Il dott. Nuccio, laureato in Giurisprudenza e abilitato all’esercizio della professione forense, durante la sua carriera è stato ufficiale in servizio permanente effettivo della Guardia di Finanza, fino al grado di Tenente Colonnello.

Presso l’Università degli Studi di Messina ha ricoperto numerosi incarichi, tra cui il ruolo di Dirigente dell’Ateneo dal 16 aprile 2013 e di dirigente del Dipartimento Amministrativo Servizi Didattici e Alta Formazione nell’aprile del 2019. Dal febbraio 2024 copre il ruolo di Presidente della Commissione di Audit straordinario e dal luglio scorso è responsabile della prevenzione della Corruzione e della Trasparenza.

In precedenza era stato Dirigente della Direzione del Personale e Affari Generali del nostro Ateneo.

Tra le molteplici responsabilità, il dott. Nuccio ha ricoperto incarichi caratterizzati da contesti particolarmente complessi sotto il profilo della gestione delle risorse umane e delle implicazioni finanziarie (tra cui: Ufficio Legale e Contenzioso, Ufficio Legislazione, Ufficio centrale delle Relazioni con il pubblico, Componente dell’Ufficio Procedimenti disciplinari per il personale T.A. con funzioni di sostituto del Presidente, Componente di numerose commissioni di concorso, membro della commissione di selezione preliminare dei candidati a componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Messina, Presidente di numerose Commissioni di Gara).

Nuccio ha ricoperto il ruolo di insegnante titolare in corsi di formazione in materia tributaria, di accesso ai documenti amministrativi, autocertificazione e codice di comportamento dei dipendenti pubblici.

Si ricorda, inoltre, la sua collaborazione con il Sole 24 ore in qualità di commentatore  sia per la Guida Normativa che per la  Guida al Diritto.

Il genio comico di Nino Frassica: presentato il suo ultimo libro “Piero di essere Piero”

Sabato 21 dicembre, l’Aula Magna del Rettorato ha ospitato la presentazione dell’ultimo libro dell’attore comico messinese Nino Frassica, dal titolo Piero di essere Piero,  organizzato dalla Feltrinelli Point di Messina, regalando ai presenti all’evento una serata di risate e momenti di grande coinvolgimento.

L’evento ha avuto inizio con l’intervento della Magnifica Rettrice, la Prof.ssa Giovanna Spatari, che ha accolto “il genio comico surreale” di Frassica in un’aula gremita di persone, in un sabato pomeriggio a pochi giorni dal Natale.

Tra il pubblico erano presenti alcune delle personalità del mondo accademico e culturale, tra cui Titti Batolo, associata alla libreria Feltrinelli Point e il presidente del Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina il dr. Egidio Bernava Morante.

 

Nino Frassica
Nino Frassica durante la presentazione del suo libro Piero di essere Piero. ©UniVersoMe

 

IL LIBRO E LA SUA CREATIVITÀ

Piero di essere Piero: un’opera che si presenta come una raccolta di racconti su numerosi personaggi chiamati Piero. Ma chi è Piero?

«Piero è un nome di fantasia, un nome simpatico», ci dice Frassica. Nella narrazione ricorrono il Piero Gigio, Piero Luperto, Piero Fois, San Piero Cavaliere, Piero il timido, Piero Moscati, ognuno dei quali è descritto con una fantasia sfrenata.

 

Nino Frassica
Nino Frassica nell’Aula Magna del rettorato. ©UniVersoMe

                                                             

  TRA DIALOGO, DIVERTIMENTO E TANTI RICORDI

Moderato dal professore Dario Tomasello, coordinatore del Dams, l’evento ha visto alternarsi momenti di dialogo con l’autore, racconti di aneddoti e storie divertenti che hanno portato alla memoria l’inizio della carriera di Nino Frassica, iniziata proprio a Messina, sua città natale. Ricordando i suoi trascorsi  messinesi «nel cabaret locale alla discoteca El Toulà, la sala Laudamo, il Vittorio Emanuele, il giornale il Soldo, in cui tenevo una rubrica umoristica e il giornalino dello Jaci, la scuola che frequentavo», Frassica ha confermato la sua innata capacità d’improvvisazione.

 

L’ARTE DELL’IMPROVVISAZIONE E LA SCRITTURA DEI LIBRI

«Penso che un bravo attore si riconosca anche dalla sua abilità nell’improvvisare. Il paragone che faccio è tra un prodotto fresco e uno surgelato: il prodotto fresco è l’improvvisazione, quello surgelato è la recitazione».

Tra risate, divertimento, qualche domanda e curiosità dal pubblico, Frassica afferma:

«quando scrivo, ma anche quando recito , non voglio lanciare nessun messaggio. La gente pensa che ci sia qualche significato nascosto nei miei libri, ma voglio solo far ridere e mi diverto anche io. Non c’è nessun copione; ogni tanto mi annoto qualche frase e quando sono pronto inizio a scrivere. Mi sento più libero così».

La presentazione si è conclusa con un numeroso firmacopie, durante il quale Nino Frassica ha dimostrato ancora una volta la sua disponibilità e accoglienza con i suoi lettori, confermando il profondo legame con la sua terra.

 

Al via la selezione per il College of Europe: come ottenere le borse di studio

Il College of Europe è un istituto indipendente di studi post-universitari fondato nel 1949 con 3 sedi all’attivo: Bruges, la principale, Natolin (Varsavia) e Tirana. L’istituto eroga master di 2° livello (frequentabili da chi ha conseguito una magistrale a ciclo unico o un titolo 3+2). Gli studenti che frequentano il college provengono da tutto il mondo e in particolare l’Italia li supporta tramite la messa a disposizione di borse di studio

Cosa offre il College of Europe?

Il College of Europe offre programmi di master unici nel loro genere, focalizzati sull’approfondimento delle dinamiche europee e delle politiche internazionali. Per i master erogati a Bruges e a Tirana, i corsi sono settoriali e mirati, mentre a Natolin le attività accademiche sono altamente interdisciplinari, mirate a sviluppare competenze avanzate e una comprensione critica delle istituzioni e dei processi decisionali dell’Unione Europea.

La sede di Tirana eroga in master nell’ambito dell’integrazione europea, mentre Bruges offre 6 master in materia prevalentemente giuridico-politica e in ambito diplomatico. A Natolin, invece, i profili ricercati: seppur gli studi siano indirizzati verso chi si occupi di un ambito umanistico (studi giuridici, politici o storici) o di tipo economi l’indirizzo di provenienza non è vincolante per l’ammissione. In particolare, in questa sede viene erogato il master in Studi interdisciplinari europei, con quattro curvature possibili:
-EU Public Affairs and Policies
– The EU and the World
– The EU in the Wider Europe and its Neighbours
– European History and Civilization

Inoltre, il master garantisce agli studenti, oltre che vitto e alloggio presso i campus di riferimento, anche due viaggi studio di due settimane durante la durata del corso. I corsi vengono erogati in inglese (il requisito minimo è il B2) e in parte in francese (il requisito è un livello A2/B1, anche se durante il master vengono garantiti dei corsi di perfezionamento della lingua).

Gli studenti del College of Europe.
Gli studenti del College of Europe.

L’opportunità da non perdere

La candidatura per accedere al College of Europe è gratuita, ma per gli studenti e le studentesse italiani c’è la possibilità di ricevere una delle borse di studio della Farnesina. Ogni anno, infatti viene data la borsa annuale MAECI, che copre una spesa di € 14.300 a fronte di una spesa complessiva annuale di € 29.000 per i campus di Bruges e Natolin e di € 27.000 per il campus di Tirana. Le candidature sono attualmente aperte e lo saranno fino al 15 gennaio 2025. La selezione per le 27 borse di studio si fa sulla base dei titoli e della lettera motivazionale inviata, ma sarà poi accompagnata da un colloquio con i selezionati della prima fase. Nonostante ciò, ci sono altre opportunità di borse di studio regionali o sulla base del proprio progetto di tesi.

Per avere maggiori informazioni e per eventuali dubbi sui master del College e sulle borse di studio offerte verrà organizzato un webinar con l’avv. Nino Matafù mercoledì 20 novembre alle ore 17:30. Renderemo disponibile il link per accedere sulle storie instagram di UniVersoMe (@uvm_universome) o scrivendo alla mail segreteriauniversome@gmail.com

Giulia Cavallaro