Il piacere autentico: la riscoperta della semplicità

Il vero significato del piacere

Ogni giorno, veniamo sommersi da migliaia di stimoli. Stimoli innescati dalle pubblicità, dai giornali, dai film e dalle serie tv che guardiamo, e, soprattutto, dai social media.

Davanti agli occhi ci scorrono, a ripetizione, gli stili di vita più disparati, simili o diametralmente opposti rispetto ai nostri. In risposta a quel confronto, maturiamo desideri, per lo più indotti e artificiosi, che, pur non appartenendoci, consumano le nostre energie – e il nostro denaro – nello sforzo profuso di soddisfarli.

Un appagamento, questo, destinato a non realizzarsi. Maggiore è l’esposizione a tali realtà plastiche e fittizie – interpretazioni abbellite della verità –, minore è, infatti, la possibilità effettiva di raggiungerlo.

Come bloccato in un circolo vizioso, distruttivo e senza fine, l’uomo, quindi, esaurisce e scarta, logora e abbandona, inseguendo un piacere che gli è stato promesso, ma per cui non esiste risoluzione. Un’insoddisfazione perpetua, che lo getterebbe in uno stato, altrettanto perenne, di frustrazione e infelicità.

Il piacere, però, non vive negli oggetti che acquista e conquista.

Gotthold Ephraim Lessing sosteneva:

L’attesa del piacere è essa stessa il piacere.

Una frase, divenuta poi celebre, che potrebbe, quasi con banalità, permetterci di svelare l’arcano.

Ciò che otteniamo non ci rende felice. Allora, il piacere che percepiamo non risiede nell’acquisizione, quanto più nell’indugio. In quel delizioso crogiolare che ci sorprende al pensiero di possedere.

Una consapevolezza che l’umanità sembra aver perso, guidata da una mentalità capitalistica e consumistica, forgiata all’insegna del “tutto e subito”.

È usuale, soprattutto fra le generazioni anziane, sentir dire, in una maniera che ha per noi giovani dell’esasperante:

Si stava meglio quando si stava peggio”.

Inserita in questo contesto, il detto assume un significato diverso. Secondo i loro racconti, pur non avendo un soldo e pane da mangiare e nonostante si andasse avanti alla giornata, i nostri nonni vivevano meglio.

Il sacrificio e le batoste erano all’ordine del giorno, ma, quantomeno, conoscevano il godurioso senso di orgoglio che scaturisce da una lunga e strenua battaglia. Una lotta il cui finale è inatteso, spesso deludente, sempre meritevole di festeggiamenti.

Si disponeva di poco e si perdeva assai di più, però si era felici. Felici di una felicità quieta, non esplosiva, totalizzante ed effimera. Una felicità che mette radici, e resiste anche se scossa.

Dovremmo, in definitiva, riscoprire la pazienza. Allenarci a ricercare il bello nel percorso che ci conduce al piacere. Una meta che è, per l’appunto, lo stesso viaggio che ci porta ad essa.

 

La strada per raggiungerlo

È proprio la pazienza la chiave per contrastare il pensiero del “tutto e subito” a cui la società contemporanea ci ha abituato.

Sono soprattutto i social media ad incrementare la normalizzazione di questa “corsa alla vita”, mostrando continuamente Influencer milionari che partecipano ad eventi e collaborano con prestigiosi brand, acquistano casa e aprono aziende.

Coltivare la capacità di trarre soddisfazione dall’attesa, da ogni singolo momento, da ogni obiettivo raggiunto. Ridurre l’ansia e il confronto con quelle vite apparentemente perfette. Riconoscere che dietro una felicità artificiosa, non sofferta, si cela il segreto desiderio di ottenere subito qualcos’altro.

In questo senso la semplicità diventa un valore imprescindibile, vitale per non cadere in un vortice di perpetua insoddisfazione.

La semplicità sta nel riconoscimento dei piccoli grandi traguardi quotidiani.

In questo contesto, la gratitudine – “l’apprezzamento di ciò che è prezioso e significativo per sé stessi” – diventa un prezioso antidoto per sviluppare una felicità consapevole. Una consapevolezza che ci invita a riflettere su ogni ostacolo incontrato lungo il cammino e sulla crescita che ne è derivata.

La felicità è semplice.

La felicità sta nella consapevolezza, nella conoscenza, nello sguardo verso il mondo. Non si tratta di possedere tutto o di rincorrere mete effimere, ma di imparare a osservare ciò che ci circonda con occhi attenti e curiosi. Ogni esperienza di vita quotidiana, diventa allora occasione di apprendimento e di gioia.

È proprio attraverso la conoscenza che impariamo a scegliere con consapevolezza, a dare priorità a ciò che nutre veramente la nostra anima, piuttosto che rincorrere piaceri effimeri imposti dalla società.

Una felicità basata sulla consapevolezza di noi stessi e del mondo circostante. Una felicità che diventa dialogo.

Ma soprattutto, la felicità sta nelle relazioni umane, sincere e autentiche.

Non è chi possiede molto, ma chi è amato, che è ricco.”

Nessun bene materiale può reggere il confronto con ciò di più puro e semplice che la vita possa donarci: i sentimenti.

Ciò che nutre davvero l’anima è la profondità dei legami, la capacità di condividere emozioni, gioie e difficoltà con chi ci sta accanto.

Al contrario di quanto spesso siamo indotti a pensare, la vera felicità non è un traguardo da raggiungere in fretta, né tantomeno un oggetto da possedere. È piuttosto un viaggio lento e paziente, fatto di piccoli gesti quotidiani, momenti preziosi e soprattutto persone con cui condividerli.

 

Valeria Vella

Antonella Sauta

Stereotipi di genere e media

I mezzi di comunicazione di massa giocano un ruolo fondamentale nella produzione e diffusione degli stereotipi.

Ma cosa sono gli stereotipi?

Per la psicologia sociale, uno stereotipo corrisponde a una credenza­­­­­ o a un insieme di credenze in base a cui un gruppo di individui attribuisce determinate caratteristiche a un altro gruppo di persone.

Lo stereotipo è la base su cui si sviluppa il pregiudizio.

Essi fanno parte della cultura di una comunità. Vengono acquisiti dai singoli e utilizzati per comprendere ciò che ci circonda.

Si tratta di costruzioni sociali della cultura, appresa tramite i processi di socializzazione — dall’educazione familiare a quella scolastica — che l’individuo “indossa” come disposizione naturale, rispecchiando una specifica società con le proprie condizioni storico-sociali.

Gli stereotipi vengono diffusi proprio mediante la società stessa che, talvolta in modo inconsapevole e talvolta consapevolmente, trasmette una certa immagine di alcuni concetti.

Ogni individuo ha una propria visione del mondo, basata su ciò che osserva e ascolta, le esperienze vissute, oltre che dalle intuizioni e credenze personali. Le identità di ciascuna persona sono elaborate anche attraverso i prodotti culturali, come la lettura di libri e giornali, la visione di un film, un documentario, uno spettacolo. Anche lo sport, le arti performative o le pubblicità possono essere considerati prodotti culturali.

In particolare, gli stereotipi di genere, vale a dire “idee preconcette secondo cui a maschi e femmine sono attribuite caratteristiche e ruoli determinati e limitati dal genere loro assegnato in base al sesso”, si manifestano in molteplici forme e, diffondendosi, influenzano profondamente la percezione della realtà.

È proprio attraverso la comunicazione interculturale e crossmediale che veicolano gli stereotipi.

 

Stereotipi di genere
Stereotipi di genere. (fonte: www.cristinabuonaugurio.it)

Stereotipi nei film e nelle serie tv

Un esempio evidente di stereotipi di genere si ritrova spesso nelle serie televisive e nei film. In molte commedie romantiche, ad esempio, la donna viene rappresentata come fragile, emotiva e in attesa dell’uomo “giusto” che la completi, mentre l’uomo appare forte, razionale e poco incline a mostrare sentimenti.

Serie come Friends o How I Met Your Mother, pur essendo amate dal pubblico, mostrano personaggi femminili spesso associati all’aspetto fisico o alla ricerca dell’amore, e personaggi maschili legati al successo, al lavoro e alla conquista. Anche nei film d’azione o in quelli di supereroi, come in James Bond o The Avengers, si osserva lo stesso schema: uomini protagonisti e donne in ruoli secondari, spesso ridotte a interesse romantico o a figura da salvare.

Wonder Woman
Wonder Woman. (fonte: www.leganerd.com)

Solo negli ultimi anni si è iniziato a proporre modelli femminili più complessi, indipendenti e autorevoli. Ad esempio, personaggi come Wonder Woman o Meredith Grey di Grey’s Anatomy, capaci di scardinare le rappresentazioni tradizionali.

Allo stesso modo, anche gli uomini che mostrano sensibilità o vulnerabilità vengono talvolta rappresentati come deboli o “diversi”. Questo dimostra quanto profondamente radicati siano gli stereotipi che collegano la mascolinità alla forza e al controllo delle emozioni.

 

Diffusione e riconoscimento degli stereotipi

Gli stereotipi hanno la capacità di orientare e alterare la valutazione dei dati che arrivano dalla società.

La forza attribuita agli stereotipi può essere valutata attraverso l’analisi del grado di condivisione sociale, ossia quanto un’immagine positiva o negativa sia diffusa e condivisa in relazione a una specifica cultura o società. Maggiore è la diffusione all’interno dei gruppi sociali, più uniformi diventano le manifestazioni di ostilità verso specifiche minoranze, e più aumenta la rigidità e la resistenza al cambiamento degli stereotipi.

Riconoscere l’esistenza degli stereotipi di genere è il primo passo per poterli superare. È importante sviluppare uno sguardo critico nei confronti dei messaggi che riceviamo ogni giorno dai media, dalla pubblicità e persino dal linguaggio comune. Solo attraverso l’educazione, la consapevolezza e il confronto possiamo contribuire a costruire una società più equa, in cui le differenze non diventino barriere ma ricchezze.

Superare gli stereotipi significa restituire libertà alle persone, permettendo a ciascuno di esprimere la propria identità senza essere intrappolato in ruoli imposti o preconcetti sociali.

 

Fonti:

https://eige.europa.eu/publications-resources/thesaurus/terms/1223?language_content_entity=it

https://www.sapere.it/

https://publires.unicatt.it/it/publications/luso-dello-stereotipo-di-genere-in-pubblicit%C3%A0-9

https://en.wikipedia.org/wiki/Media_and_gender

 

Sabrina Levatino

C’era una volta il tempo. E ora?

«C’era un volta il tempo. Avete presente il tempo? Il tempo delle sveglie e quello del riposo, il tempo degli appuntamenti presi e saltati, il tempo che manca sempre, il tempo che non passa mai, il buon tempo di chi non ha niente da fare, i mala tempora che currunt senza andare da nessuna parte».

Si, purtroppo sappiamo a quale tempo si riferisce Simone Tempia, autore di “Vita con Lloyd”, la celebre raccolta di dialoghi tra Sir e il maggiordomo Lloyd.

Nel suo secondo libro “Il giardino del tempo”, Tempia ci accompagna alla scoperta del suo giardino: rigoglioso, pieno di fiori, alberi e frutti. Un giardino non sempre curato, a volte lasciato alle intemperie.

Il giardino si fa metafora del tempo, quel tempo che, come descriveva all’inizio, è un po’ frenetico, scandito dalla corsa della vita.

Siamo così bravi a correre e a rincorrere che potremmo diventare tutti maratoneti. Eppure poi esclamiamo “non ho neanche il tempo per andare a correre”. Un paradosso, insomma.

 

L’evoluzione del concetto del tempo

Ma andiamo indietro proprio nel tempo.

Il concetto di tempo è molto antico ed è stato uno degli oggetti di riflessione che più ha affascinato i grandi pensatori, tanto da studiarne ogni piccolo frammento. Componente centrale della nostra quotidianità ed esperienza del mondo, fa riferimento alla “dimensione con cui si concepisce, organizza, rappresenta e misura lo scorrere degli eventi e il susseguirsi di stati”.

Continuità illimitata ma suddivisibile, distinguibile in passato, presente e futuro.

Una suddivisione che Dickens traccia abilmente attraverso il suo romanzo “Christmas Carol”. Durante quella notte di Natale, il tempo si comprime e si dilata in un processo astratto e contraddittorio,  che fugge da ogni fondamento scientifico.

Periodo andato, istante trascorso, presente che svanisce, futuro incentro: è sempre una questione di tempo. Una fiamma che arde senza mai consumarsi, pronta a illuminare un passato coperto da fitte tenebre.

 

Henri Bergson: uno scorrere continuo e indivisibile

Henri Bergson, filosofo francese del tardo XIX e inizio XX secolo, ha offerto una distinzione tra un tempo scientifico e misurabile, e un tempo vissuto, introducendo il concetto di durée”, come flusso continuo e indivisibile che è percorso internamente, riflettendone la coscienza e l’esperienza soggettiva.

Per Bergson la durata della vita è interna, fluida, indivisibile, al contrario dello spazio che risulta esterno, statico e divisibile.

La visione di Bergson pone l’accento sull’importanza dell’esperienza soggettiva e qualitativa del tempo, centrale per la nostra comprensione. Questa prospettiva invita a riconoscere che il tempo vissuto è fondamentale e non dovrebbe essere ridotto a una semplice dimensione misurabile come lo spazio.

La memoria ha un ruolo essenziale: collega il passato con il presente, mantenendo la continuità della durata.

Quindi, se per il filosofo francese lo spazio è una forma che frammenta e esteriorizza il flusso continuo, la durée abita dentro ognuno di noi, regolando la nostra coscienza. Questo mette in luce la profondità della nostra esperienza interna e critica la riduzione del tempo a una mera dimensione quantificabile.

 

Come sperimentiamo lo scorrere degli eventi?

«Scandisco la vita attraverso nuove unità di misura[..]. E così mi sono creato il mio tempo tutto verde. Un tempo che non è più fatto di numeri, ma di arbusti. Un tempo di ciò che cresce e anche i ciò che secca. Un tempo di cui aver cura. Un tempo che non cammina, ma che si attraversa, osservando tutto quello che c’è e quello che manca. Un tempo in cui tutto, a suo modo, ha un senso».

Attenzione, memoria ed emozioni sono i principali meccanismi cognitivi coinvolti nella codifica e nella manipolazione delle informazioni temporali. Si tratta di un fenomeno che guida tutta la nostra vita. Ci consente di organizzare ed eseguire le azioni, di orientarci in modo coerente a ciò che ci circonda.

Non è solo lo scorrere degli anni, dei mesi, delle settimane, dei giorni, delle ore, dei minuti e dei secondi. Non è solo una continuità quotidiana, una relazione con lo spazio in cui ci troviamo. Non è neanche una scatola vuota che dobbiamo riempire con tutta la nostra vita, con gli impegni, le preoccupazioni, i pensieri.

 

Il tempo della consapevolezza

Il maggiordomo Llyod definisce il tempo come un campo da coltivare, quello che scorre tra un prima e un poi. Fornisce un’idea di quanto qualcosa è cambiato nel suo divenire. Proprio come un giardino, che non dà subito i suoi frutti, non profuma all’istante di rosa o di lavanda.

Aristotele sostiene che per avere una percezione del tempo sia necessaria una mente capace di misurare, accentuando il nesso che intercorre tra tempo e anima.

Dunque, il tempo si definisce in relazione al soggetto che ne fa esperienza. E siamo noi i contadini che ci premuriamo di coltivare il nostro campo, senza fretta, aspettando quel soffio di vento che ci ridesti dalla frenesia di un tempo che si allontana dalla durée bergsoniana e dalla pazienza di Llyod.

Non importa quanto grande sia ciò che facciamo nel nostro tempo. O quanto grande pensiamo che debba sembrare.

Qualunque cosa fai, se sai come viverla e inserirla nel tuo tempo, può trasformarsi in un giardino ancora più verde.

 

Fonti:

https://www.treccani.it/enciclopedia/henri-louis-bergson/

 

Elisa Guarnera

Sud Innovation Summit 2025: la tecnologia che rivoluzionerà il Sud Italia

Il Polo Papardo dell’Università degli Studi di Messina si prepara a diventare un villaggio futuristico in occasione del Sud Innovation Summit 2025, che si terrà il 16 e il 17 ottobre. Sarà un’occasione unica per approfondire le proprie conoscenze e scoprire nuove opportunità che riguardano numerosi ambiti apparentemente distanti fra loro.

Questa edizione è denominata “AI for Future”, proprio per approfondire la conoscenza dell’Intelligenza artificiale, applicata in diversi contesti. Le sale verticali, i talk e i workshop dedicati faranno avvicinare gli spettatori a uno strumento che sta repentinamente mutando il mondo circostante e gli oltre cento speaker – tra esperti e professionisti – ne definiranno i molteplici aspetti.

Focus sulla Tecnologia

Sono cinque i distretti tematici che daranno vita a questo evento e uno tra questi è quello legato alla Tecnologia. Questo settore è fondamentale quando si parla di IA e, nelle due giornate, verrà analizzato in modo chiaro, affinché tutti ne possano cogliere l’importanza.

L’obiettivo dell’intero evento è proprio far comprendere sfide e opportunità di questa grande novità per la società. Conoscere l’ambito tecnologico significa analizzarla concretamente attraverso nuove consapevolezze.

Il Programma

Ecco le attività in programma che si concentrano sul tema della tecnologia:

 

Focus su AI Advanced:

Giovedì 16 ottobre

Ore 10:00 – Agenti AI from 0 to 1

 11:30 – Perché i progetti AI general-purpose falliscono (e come farli funzionare con soluzioni verticali)

Alle 14:30 – Agenti Plan-and-Execute con LangChain: un assistente intelligente per la città di Messina

 

Venerdì 17 ottobre

Ore 10:00 – Hackathon Playbook

Ore 11:30 – Gemini Lab – l’AI di Google Cloud al tuo servizio

Alle 14:30 – Dalla Shell all’AI: sfruttare la Gemini CLI per rivoluzionare il tuo flusso di lavoro

Ore 16:00 – Tech Careers & AI: carriere tech oggi (percorsi, skill, opportunità in Datapizza)

16:30 – Self-Discover: strutture di ragionamento autonome per l’IA Generativa

 

Focus su Coding:

Giovedì 16 ottobre

Ore 10:30 – Coderful | Prompt Strategies

 12:30 – Il software developer è morto, lunga vita al software developer

Ore 14:30 – L’arte di creare Agenti Intelligenti: introduzione dell’Agent Development Kit (ADK) di Google

 16:00 – Agenti autonomi e colleghi virtuali, dall’assistente al compagno del team: costruire il futuro della collaborazione uomo-macchina

Alle 17:00 – Coding Lab: idee, AI e innovazione made in Sud

Venerdì 17 ottobre

Ore 11:00 – ColorIAmo Messina: come ridare vita alla Nobile Messina

Ore 14:30 – Come scegliere la granita perfetta con l’AI

 

Focus su Product Management:

Giovedì 16 ottobre

Ore 11:30 – Come costruire prodotti digitali con l’AI: Basic

Alle 14:30 – Come costruire prodotti digitali con l’AI: Advanced

Venerdì 17 ottobre

 11:30 – Come costruire prodotti digitali con l’AI: Basic

 14:30 – Come costruire prodotti digitali con l’AI: Advanced

 

Il Sud Innovation Summit 2025 contribuisce alla crescita personale e culturale di ogni singolo individuo, dallo studente al professionista. È, inoltre, un’importante occasione di confronto, anche grazie allo scambio di pareri e curiosità su un’innovazione che potrebbe rivoluzionare il futuro del Sud Italia.

L’ingresso è gratuito e su prenotazione. È ancora possibile registrarsi sul sito ufficiale: https://sudinnovationsummit.it/

Alda Sgroi

Sud Innovation Summit 2025: economia, tecnologia e futuro si incontrano a Messina

Il Sud Innovation Summit 2025 è alle porte. L’Università degli Studi di Messina si prepara a diventare un vero e proprio laboratorio in cui tecnologia, impresa ed educazione si incontrano per costruire un nuovo modello di crescita economica e sociale.

Le giornate del 16 e del 17 ottobre saranno ricche di appuntamenti imperdibili: dalle sale verticali ai talk, dai workshop pratici agli incontri con esperti e professionisti. Oltre 100 speaker affronteranno la tematica sempre più centrale dell’intelligenza artificiale, declinata in molteplici ambiti.

Difatti, il filo conduttore di questa edizione, “AI for Future”, è proprio l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, articolata in 5 distretti tematici. In particolare, quello dedicato a Economia e Finanza si distingue per la capacità di coniugare innovazione tecnologica e capitale umano, risultando concreto, attuale e trasversale a tutti i settori.

Questa area tematica, dunque, si pone l’obiettivo di fornire strumenti utili per interpretare i cambiamenti del mercato, comprendere l’impatto dell’AI sulle professioni e promuovere un approccio consapevole alla finanza e al lavoro del futuro.

Di seguito le principali attività riferite all’ambito dell’economia e della finanza, organizzate durante le due giornate del Summit:

Focus su Start-up ed ecosistemi dell’innovazione:

Giovedì 16 ottobre:

  • Ore 11: Innovazione made in sud: opportunità degli ecosistemi regionali
  • Ore 12: Champions e luoghi dell’innovazione: verso una filiera siciliana
  • Ore 14:30: Fare impresa al Sud: storie a confronto

 

Focus su HR Tech, EdTech & Future of Work:

Giovedì 16 ottobre :

  • ore 11:30: L’IA come specchio e moltiplicatore
  • ore 12: Educazione, Impresa e Innovazione: la sfida delle nuove leadership giovanili
  • ore 15: L’IA come veicolo del passaggio scuola – lavoro

Venerdì 17 ottobre:

  • ore 9: L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e l’utilizzo di CLIA per gli studi professionali
  • ore 14: La ricerca del lavoro e il ruolo dei centri per l’impiego nell’era del digitale
  • ore 15: Le Linee guida per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione

 

Focus su Media & Creator Economy:

venerdì 17 ottobre:

  • ore 11: Creator: la nuova generazione di imprenditori digitali che sta cambiando il mercato
  • ore 11:30: La sfida e l’opportunità per i brand del territorio: dalla pubblicità tradizionale ai nuovi linguaggi dei Creator
  • ore 12: Retail Meets Media: connecting people places and brands
  • ore 14:30: Creator Economy: come imprese e attività locali sfruttano il potere dei Creator per affermarsi
  • ore 15: La Sicilia e l’evoluzione del giornalismo digitale: i Creator come mezzo per arrivare dritti al pubblico

 

Focus su Educazione finanziaria:

venerdì 17 ottobre:

  • ore 11: Scoprire chi sei per capire cosa puoi diventare: orientamento al mondo del lavoro
  • ore 12: Riscrivere il linguaggio dell’educazione finanziaria. L’esperienza Starting Finance
  • ore 15: SF Trading Game: scopri la trattazione alle grida delle borse valori

 

il Sud Innovation Summit 2025 rappresenta un’importante opportunità di apprendimento, confronto e crescita per studenti, professionisti e imprese che vogliono comprendere da vicino l’impatto dell’intelligenza artificiale e contribuire a delineare il futuro dell’economia digitale.

L’evento sarà ospitato presso il Polo Universitario Papardo – Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT).

L’ingresso è su prenotazione. È possibile registrarsi sul sito ufficiale: https://sudinnovationsummit.it/

 

Antonella Sauta

Il Sud Innovation Summit va oltre le discipline STEM, l’obiettivo è un programma aperto a tutti

Messina, Torna il Sud Innovation Summit – AI for Future 2025, forum d’eccellenza dove le menti più brillanti della scena tecnologica nazionale e internazionale si riuniscono per discutere di innovazione, digital e tendenze future. Molte corporate e Big tech tra i partner già confermati: al centro della scena, l’intelligenza artificiale e il suo impatto trasformativo.  

Vedrà la trasformazione del campus in un villaggio dell’innovazione con oltre 100 speaker, 5 distretti tematici, 16 sale verticali e decine di workshop esperienziali, keynote, tavole rotonde, workshop pratici, una Tech Expo, l’HR Village e uno spazio dedicato all’alta formazione.

Sebbene un summit incentrato sulle discipline STEM possa sembrare oscuro a chi non è tra gli addetti ai lavori, sono migliaia le applicazioni delle high tech nella vita quotidiana e lavorativa anche del più convinto umanista. E la kermesse messinese ce lo dimostra con un programma davvero per tutti, che mette in risalto anche le applicazioni sociali dell’innovazione tecnologica nei campi della sostenibilità ambientale e dello sviluppo dell’economia nel meridione, e che si rivolge  anche alle donne nel lavoro. 

Il programma è saturo di appuntamenti imperdibili: ecco un programma su misura per chi vuole scoprire le opportunità dell’innovazione tecnologica fuori dal mondo STEM.

Il programma

Focus su: Sustainability, innovazione per il pianeta

16 ottobre

  • The human side of innovation: building sustainable features : Speech Elga Corricelli; 
  • Roundtable tematica: imprese e persone per un futuro sostenibile lifegate way;
  • Pitch competition: startup e PMI on stage;
  • Innovation freestyle jam;
  • Workshop gestione efficiente e sostenibile delle infrastrutture – scenari di facility management.

 

Focus su: Unime Human & social innovation hub

16 ottobre

  • Workshop al dipartimento di giurisprudenza sulle professioni giuridiche;
  • Diritto europeo e transnazionalità – il futuro delle professioni giuridiche tra innovazione e sostenibilità;
  • Dipartimento DICAM: Workshop digital transition nell’area umanistica;
  • Giurisprudenza, Innovazione, diritto e accesso ai nuovi beni per la collettività.

 

17 ottobre

  • Dipartimento COSPECS, dentro l’opera: modelli immersivi di fruizione
  • Dipartimento ECONOMIA: Esplorare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel promuovere lo sviluppo sostenibile: un’analisi semantica dei brevetti di IA
  • Digital transformation in family-owned winery SMEs: an exploratory analysis in the South-Italian context
  • Dipartimento SCIENZE POLITICHE E GIURIDICHE:

– Politiche fiscali per l’imprenditorialità innovativa: opportunità e limiti

– Decisione algoritmica incontrollabile e tutela dell’utente

– High Frequency Trading: tra responsabilità penale individuale e responsabilità delle organizzazioni complesse

Le donne e l’innovazione tecnologica nel lavoro

Focus su: Women and leadership in tech

Gli eventi di questa sezione sono stati organizzati in collaborazione con Women Lead, una community inclusiva che lavora per la creazione di eque opportunità al sud affinchè il genere non sia più una barriera. Punta sulle competenze digitali per offrire la possibilità a chiunque voglia restare al Sud di costruire il proprio percorso professionale, conciliandolo con le proprie scelte personali.

16 ottobre

  • Design your life: orientarsi e reinventarsi nel lavoro, percorso interattivo per scegliere o reinventare la propria direzione professionale con strumenti pratici e confronto di gruppo con @womenlead , 
  • Donne e futuro del lavoro: competenze che contano con esperte e HR manager sul mismatch di competenze e focus sull’AI, soft skill, leadership e nuove professionalità con @womenlead, 
  • AI per tutte: strumenti pratici per il lavoro e il business su applicazioni base di AI generativa per professioniste, imprenditrici, freelance e curiose ed esercizi pratici su tool no-code e produttività con @womenlead

17 ottobre

  • Innovare al Sud: scegliere le radici per sfidare il futuro. Quando il territorio diventa leva di crescita e identità con @womenlead
  • Business model you: ripensare se stesse come impresa con @womenlead
  • Dall’idea al prototipo con l’AI con @womenlead

Il Summit è accessibile solo su prenotazione, è possibile registrarsi sul sito ufficiale : 2025 – Sud Innovation Summit

Carla Fiorentino

Messina, Torna il Sud Innovation Summit

Messina, Torna il Sud Innovation Summit – AI for Future 2025, forum d’eccellenza dove le menti più brillanti della scena tecnologica nazionale e internazionale si riuniscono per discutere di innovazione, digital e tendenze future.

Sud Innovation Summit: al centro l’AI

La terza edizione si terrà il 16 (dalle ore 10 alle 18) e 17 ottobre (dalle ore 10 alle 17)  al Polo Papardo dell’Università di Messina, dipartimento MIFT: la città torna al centro del dibattito nazionale sull’innovazione. Molte corporate e Big tech tra i partner già confermati: al centro della scena, l’intelligenza artificiale e il suo impatto trasformativo.  

Vedrà la trasformazione del campus in un villaggio dell’innovazione con oltre 100 speaker, 5 distretti tematici, 16 sale verticali e decine di workshop esperienziali, keynote, tavole rotonde, workshop pratici, una Tech Expo, l’HR Village e uno spazio dedicato all’alta formazione.

Sul Main Stage si alterneranno Matteo Mille (Microsoft Italia), Daryoush Goljahani (Google Cloud), Giovanni Todaro (IBM), Antonio Laveneziana (Airbnb), Federico Aguggini (Intesa Sanpaolo): un programma che intreccia università, imprese e istituzioni. All’interno dei distretti saranno proposti anche workshop curati dai Dipartimenti e dai docenti UniMe.

Sud Innovation Summit
fonte: sudinnovationsummit.it

Come partecipare al Sud Innovation Summit?

L’accesso al Sud Innovation Summit 2025 è gratuito, ma i posti sono limitati. Per partecipare è necessario registrarsi online e scaricare il proprio e-ticket gratuito su www.sudinnovationsummit.it da presentare all’ingresso del Polo Papardo nei giorni dell’evento. Riconosce fino a 1 CFU per la partecipazione alle due giornate (0,25 per ogni mezza giornata).

In occasione dell’evento sarà disposta la sospensione di tutte le attività didattiche, ad esclusione di quelle relative al semestre filtro, dei Corsi di Studio afferenti al Polo Papardo (Dipartimento di Ingegneria, Dipartimento Mift, Dipartimento Chibiofaram). L’accreditamento sarà possibile solo tramite una secret key che sarà inviata per email previa registrazione al sito. La partecipazione degli studenti all’evento sarà seguita attraverso una registrazione in ENTRATA e in USCITA mediante l’utilizzo di QrCode che saranno distribuiti all’ingresso e nelle sale dedicate all’evento. 

Sud Innovation Summit
Il sindaco Federico Basile per il SIS. Fonte: LetteraEmme

Sis 2025: università, istituzioni e mondo produttivo per un Sud aperto all’innovazione

Fondato da Roberto Ruggeri, imprenditore e innovatore, promosso dal Comune di Messina e realizzato dalla Sud Innovation APS, il SIS nasce come risposta a una domanda semplice ma urgente: perché il Sud non può essere il cuore pulsante dell’innovazione italiana?

In un’epoca in cui la tecnologia modella i territori, il Mezzogiorno non può restare spettatore.

Giovedì 25 settembre scorso, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del programma con interventi del Sindaco Federico Basile, la Magnifica Rettrice  Giovanna Spatari, Salvo Puccio, Direttore Generale del Comune di Messina e Roberto Ruggeri, Fondatore del Sud Innovation Summit.

Il sindaco Basile sottolinea:

“Il SIS rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio per attrarre talenti, imprese e investimenti. Il Sud Innovation Summit è la dimostrazione concreta di come università, istituzioni e mondo produttivo possano lavorare insieme per costruire un nuovo modello di sviluppo”.

Carla Fiorentino

Le Giornate FAI d’Autunno 2025 a Messina: la Lanterna del Montorsoli protagonista delle celebrazioni per i 50 anni del FAI

Messina, 11 e 12 ottobre 2025.  Tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’appuntamento nazionale dedicato alla scoperta dei tesori nascosti del territorio, che quest’anno assume un valore speciale: il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano festeggia i suoi cinquant’anni di attività. Cinque decenni di impegno civile, culturale e sociale nella tutela, nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese.

Dal 1975 al 2024 il FAI ha investito oltre 162 milioni di euro in restauri a beneficio della collettività, e solo nel 2025 ha già seguito più di 150 cantieri e progetti, destinando circa 11 milioni di euro alla conservazione e alla manutenzione dei beni. Per sostenere queste iniziative, la Fondazione promuove la campagna nazionale di raccolta fondi “Ottobre del FAI”, invitando i cittadini a partecipare attivamente alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano.

La Lanterna del Montorsoli: un faro sulla storia di Messina

A Messina, sabato 11 e domenica 12 ottobre, la 14ª edizione delle Giornate FAI d’Autunno offrirà l’opportunità straordinaria di visitare la Lanterna del Montorsoli, una delle fortificazioni costiere più antiche d’Italia, progettata e costruita tra il 1555 e il 1557. Conosciuto anche come Faro di San Ranieri, il monumento sorge in un’area ricca di storia e leggenda, legata al monaco eremita Raineri, che nel XII secolo accendeva fuochi per guidare i naviganti verso la terraferma.

Durante le visite, i partecipanti saranno accompagnati dai 250 Apprendisti Ciceroni, giovani studenti messinesi che racconteranno la storia del faro, le sue trasformazioni e le vicende di figure simboliche come Francesca Arena, prima donna farista siciliana.

“Non è la prima volta che apriamo questa meraviglia – ha dichiarato Nico Pandolfino, capo delegazione FAI di Messina – ma ogni volta è un’emozione nuova. La Lanterna del Montorsoli è un luogo identitario per la città, un simbolo del suo legame con il mare e con la luce. Questa apertura è resa possibile grazie alla collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, Mari Fari Sicilia e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto”.

Un compleanno speciale per il FAI di Messina

La presentazione dell’evento è coincisa con il 24° anniversario della Delegazione FAI di Messina, fondata il 7 ottobre 2001 da Giulia Miloro e un gruppo di appassionati volontari. “Da allora – ha ricordato Pandolfino – abbiamo fatto scoprire la bellezza nascosta di tanti luoghi della città e della provincia, come la Badiazza, che speriamo presto di poter restituire alla fruizione pubblica”.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il sindaco di Messina Federico Basile, il Comandante di Mari Fari Sicilia Johnny Pizzimento, il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto Francesco Rizzo, la presidente di ATM Messina Carla Grillo e i rappresentanti di AMAM, Messina Servizi Bene Comune e dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Le voci delle istituzioni

“Le Giornate FAI d’Autunno – ha dichiarato il sindaco Federico Basile – sono un appuntamento fondamentale per la nostra città. Consentono ai cittadini e ai visitatori di accedere a luoghi spesso inaccessibili, offrendo un’occasione di conoscenza e riflessione sul nostro patrimonio. Il coinvolgimento delle nostre partecipate dimostra l’impegno condiviso nel promuovere una Messina più consapevole e partecipativa”.

Soddisfazione anche da parte del comandante Johnny Pizzimento: “Riaprire le porte del Faro di San Ranieri è per noi motivo di orgoglio. Questo non è solo un faro, ma un simbolo della città e della sua storia marinara. Nonostante i progressi tecnologici, i fari restano fondamentali per la sicurezza dei naviganti: la Marina Militare continua a garantire questo servizio pubblico dal 1911, con una rete di 888 segnalamenti marittimi lungo tutte le coste italiane”.

Il commissario Francesco Rizzo ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni: “Eventi come le Giornate FAI rappresentano un’occasione preziosa per riscoprire luoghi simbolici come la Zona Falcata, su cui abbiamo investito energie e progetti di riqualificazione. Vederla oggi aperta alla cittadinanza è motivo di orgoglio e segno concreto di una Messina che guarda al futuro”.

Una rete di collaborazioni e volontariato

Le Giornate FAI d’Autunno sono rese possibili grazie al contributo del Comune di Messina, delle sue partecipate (AMAM, ATM, Messina Servizi Bene Comune, Messina Social City), dell’Università degli Studi di Messina, del Servizio per il Territorio, di FIAB Messina Ciclabile APS, dell’Ufficio Scolastico Regionale e di numerose scuole cittadine.

Fondamentale anche il supporto del Comitato di Messina della Croce Rossa Italiana, del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle associazioni scout e di volontariato.

ATM Messina, mobility partner dell’iniziativa, metterà a disposizione un servizio di navetta gratuita dalla Stazione Centrale a Piazzale Todaro durante gli orari di apertura: sabato e domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.30.

Informazioni pratiche e agevolazioni

L’ingresso al sito è a contributo libero, con accesso prioritario per gli iscritti FAI. Inoltre, fino al 12 ottobre, per chi si iscrive per la prima volta alla Fondazione è prevista una riduzione di 10 euro sulla quota associativa.

Le Giornate FAI d’Autunno rappresentano, ancora una volta, un invito a riscoprire il valore del nostro patrimonio comune, unendo conoscenza, partecipazione e passione civile. E a Messina, la luce della Lanterna del Montorsoli tornerà a brillare, come segno di memoria, rinascita e bellezza condivisa.

Su Peloro gli atti della Student Conference “Il Conflitto”

È online sul numero X di Peloro. Rivista del Dottorato in Scienze Umanistiche la prima sezione degli atti della Student Conference Il Conflitto. Prospettive storico-antropologiche, filologico-letterarie, filosofico-sociali e archeologiche, svoltasi il 7 e 8 maggio 2024 presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne (DiCAM) dell’Università degli Studi di Messina.

L’iniziativa, interamente organizzata da dottorande e dottorandi del corso in Scienze Umanistiche, ha coinvolto oltre settanta giovani studiose e studiosi provenienti da numerosi atenei italiani ed europei. I loro contributi, pubblicati nei due fascicoli che compongono il decimo numero della rivista (il secondo dei quali uscirà a dicembre 2025), offrono una lettura interdisciplinare del tema del conflitto, affrontato in chiave storica, antropologica, letteraria, filosofica, sociale, linguistica e archeologica.

La pubblicazione rappresenta il risultato di un vivace dibattito scientifico, nonché una concreta testimonianza della capacità dei giovani ricercatori di ideare e gestire spazi autonomi di confronto e dialogo. Un’attività perfettamente in linea con gli obiettivi formativi del Dottorato in Scienze Umanistiche, che promuove l’integrazione tra saperi e metodologie dei suoi diversi curricula, a favore di una ricerca umanistica aperta e collaborativa.

 

È possibile leggere gli atti appena pubblicati al link:

https://cab.unime.it/journals/index.php/peloro/issue/view/443/showToc

Cerimonia di Consegna dei Diplomi: al Teatro Antico con Castrogiovanni e Greison

Lunedì 21 luglio, a partire dalle ore 20.15, l’Università degli Studi di Messina celebrerà i suoi laureati in uno dei luoghi più suggestivi al mondo, il Teatro Antico di Taormina. In uno scenario sospeso tra cielo e mare, carico di storia e bellezza, prenderà vita la Cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea, un appuntamento ormai simbolico per l’ateneo peloritano.

Ad assistere all’evento, oltre quattromila persone: studenti, famiglie, docenti e personale tecnico-amministrativo che condivideranno l’emozione del traguardo raggiunto. Ospiti d’onore di questa edizione saranno due personalità d’eccezione: l’attore messinese Claudio Castrogiovanni e la fisica e divulgatrice scientifica Gabriella Greison.

Dall’Unime al Cinema

Castrogiovanni, laureato proprio in Giurisprudenza a Messina, è volto noto del cinema e della televisione italiana. Dopo un debutto teatrale nel 1994 con Jesus Christ Superstar, ha calcato le scene per oltre quindici anni, conquistando il pubblico con interpretazioni intense, come quella di Capitan Uncino in Peter Pan – Il Musical, premiata con il “Biglietto d’oro” per due anni consecutivi. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per il ruolo di Luciano Liggio nella serie Il Capo dei Capi, e per le numerose partecipazioni a fiction di successo: da Squadra Antimafia a La mafia uccide solo d’estate, da Il Cacciatore a Leonardo.

Sul grande schermo, dopo La trattativa di Sabina Guzzanti (Festival di Venezia 2013), è tornato recentemente alla ribalta con Spiaggia di vetro, film ambientato tra Calabria e Messina, presentato all’Ischia Film Festival e attualmente in sala. A breve lo rivedremo in tv nella seconda stagione di Vanina – Un vicequestore a Catania, dove interpreta l’ispettore capo Carmelo Spanò.

Rockstar della Fisica

Accanto a lui, una delle voci più autorevoli della divulgazione scientifica italiana: Gabriella Greison. Fisica di formazione, scrittrice, attrice e conduttrice, è conosciuta anche all’estero come la rockstar della fisica, soprannome guadagnato dopo il sold out di un suo spettacolo a Roma e rilanciato dal Corriere della Sera. Autrice di tredici libri – tra romanzi storici e saggi ispirazionali – ha raccontato la fisica quantistica attraverso le storie dei grandi protagonisti del XX secolo e delle scienziate dimenticate, rendendo accessibili temi complessi con uno stile narrativo coinvolgente.

Tra le sue opere più note: Ogni cosa è collegata (Mondadori), L’incredibile cena dei fisici quantistici (Salani), Einstein e io, La donna della bomba atomica, Ucciderò il gatto di Schrödinger. I suoi monologhi teatrali, tratti da questi testi, sono stati rappresentati in Italia e all’estero: da San Francisco a Zurigo, da Vienna a Milano. Ha ideato e condotto format televisivi e podcast di successo, ed è stata inserita da Forbes tra le 100 donne italiane di maggior successo nel 2024.

La serata del 21 luglio sarà quindi molto più di una cerimonia accademica, sarà un omaggio all’impegno, alla cultura e al talento. Un abbraccio simbolico tra il sapere e il futuro, sotto il cielo di Taormina.

Gaetano Aspa