Attacco hacker: i pericoli e le risposte della Pubblica amministrazione

Nei giorni scorsi, un massiccio attacco cybernetico ha investito numerosi Paesi del mondo compromettendo migliaia di server. I più danneggiati sono stati Francia e Norvegia, ma nel mirino anche l’Italia.

All’origine degli attacchi hacker

Secondo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn), gli attacchi hacker provenivano da un ransomware già noto da tempo. Il ransomware è un tipo di virus che prende il controllo del computer di un utente ed esegue la crittografia dei dati, quindi chiede il pagamento di un riscatto (ransom) per poter tornare a utilizzarlo. Questo tipo di malware si diffonde mediante file di virus che devono essere installati come file con estensione .exe. Una volta entrato nella rete, è in grado di diffondersi su tutti i dispositivi sotto mentite spoglie di un worm.

La vulnerabilità sfruttata dagli hacker ha colpito, in particolare, i server VMware, un software di VMWAre Inc, sito a Palo Lato in California. Considerato anche come hypervisor, consente la produzione di una “macchina virtuale”, termine che sta ad indicare la creazione di uno o più ambienti virtuali in un unico computer. Su uno stesso hardware, condividendo le risorse, possono così girare diverse macchine virtuali.

Funge da intermediario tra l’hardware del computer e i sistemi operativi ospitati all’interno delle macchine virtuali: assegna ad esse le risorse hardware – come cpu, memoria e disco – in modo che ogni macchina virtuale possa eseguire il proprio sistema operativo e le applicazioni, come se fosse installata direttamente sul computer.

La vulnerabilità era già stata corretta nel passato dal produttore già due anni fa, a febbraio 2021, ma evidentemente gli amministratori di sistema non si sono preoccupati di fare il backup dei dati, che consente di cancellare i dati infetti e riformattare i dispositivi. La vulnerabilità, non corretta, ha permesso agli hacker di sferrare l’ondata di attacchi registrata nel weekend.

Richiesta di riscatto dopo infezione del PC di un ransomware. Fonte: swdcomputer.it

Migliaia di identità compromesse

Gli attacchi alla sicurezza informatica non si sono limitati solo a questo: ad essere stati rubati troviamo anche documenti di identità e dati personali.

Il furto d’identità può avvenire in tantissimi modi: sono sempre più frequenti i cyberattacchi che si infiltrano in server internazionali, dalle strutture più piccole come aziende commercianti fino alle grandi strutture sanitarie, e mirano al furto dei dati sensibili degli utenti.

Non solo: fra le truffe più pericolose che circolano in rete troviamo il phishing, realizzata ingannando l’utente e si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli. La più diffusa è sempre il classico allegato al messaggio di posta elettronica; oltre i file con estensione .exe, i virus si diffondono celati da false fatture, contravvenzioni, avvisi di consegna pacchi, che giungono in formato .doc o .pdf .

Un’altra tipologia risulta l’email falsificata, che solo apparentemente proveniente da istituti finanziari o da siti web che richiedono la registrazione, nella quale richiede all’utente di cliccare su un apposito link, grazie al quale potrà risolvere una determinata tipologia di problematica, dove, spesso, risulta essere un mancato versamento di contributi previdenziali, la riscossione di un pagamento della dogana per una spedizione, una richiesta di aggiornamento dei propri dati (tra cui le coordinate bancarie).

Questo, il più delle volte, porta all’attivazione di un piccolo abbonamento, a carico della vittima, che toglie pochi soldi al mese sul conto. Piccole somme che nel suo insieme, vista la natura silenziosa dei prelievi, l’utente non si accorge immediatamente. Oppure capita anche il colpo grosso e dirottano a proprio vantaggio un corposo bonifico, nella maggior parte dei casi fino a ripulire del tutto un conto corrente.

Anche tramite i social network più utilizzati, come Instagram e Facebook per esempio, possono accadere furti d’identità: gli hacker iniziano così a scrivere sotto falsa identità, o a nome dell’account hackerato a tutti i contatti presenti in lista, cose molto lesive per la reputazione della vittima, salvo poi chiedere un riscatto, oppure convincere gli stessi contatti verso altre truffe certe, magari su piattaforme Bitcoin o piattaforme di trading on-line.

Per non farsi truffare bisogna controllare attentamente il nome del mittente della email (in alto, sopra all’oggetto) e verificare che questi corrisponda a quelli effettivamente appartenenti al mittente originale.

Messaggio di riscatto dopo l’attacco hacker avvenuto il 4 agosto 2021 alla Regione Lazio. Fonte: open.online

La pubblica amministrazione risponde

Con la pubblicazione del messaggio n. 535 del 3 febbraio 2023 l’INPS ha comunicato “l’attivazione di un controllo di verifica aggiuntivo dell’identità digitale quando si inseriscono le credenziali per effettuare l’accesso ai servizi online dell’Istituto“, un controllo aggiuntivo che interviene nei soli casi in cui si verifichi un tentativo di accesso ai servizi con identità digitali diverse da quelle utilizzate precedentemente dallo stesso utente.

Dopo ciò, il sistema invia sui recapiti telematici e -mail e cellulare già registrati dall’utente, un codice di conferma “usa e getta”, che l’utente stesso dovrà inserire per ottenere l’accesso. Contestualmente, il sistema invierà una notifica via e-mail o, in assenza, sul cellulare o via PEC, per informarlo dell’avvenuto accesso con nuove credenziali SPID, CNS o CIE a lui intestate, in modo da adottare le conseguenti azioni in caso di accesso indebito. La nuova funzionalità risulterà attiva per tutti coloro che abbiano validato i propri recapiti telematici

 

Victoria Calvo

Serie TV e flashback, come il passato scandisce il nostro presente

A circa un anno dal lockdown, i social cominciano a mostrarci i ricordi con “ accadeva un anno fa…” allegando foto in pigiama, immagini di pane fatto in casa e videochiamate. Sicuramente la pandemia ci ha reso più nostalgici e vedere le cose che si potevano fare è ormai  parte della routine quotidiana. 

Siamo tutti più avidi di ricordi: riusciamo a trovare sollievo nel passato e questo ci strappa un sorriso; ma ci sono serie tv che hanno fatto di eventi del passato – sotto forma di flashback – i loro punti di forza, usandoli come pretesto per raccontare o dare senso alle vicende o come vera e propria struttura narrativa. Da nuove uscite a grandi classici (come l’intramontabile How I Met Your Mother), il throwback non è solo la tendenza del momento.

Lost, 2005-2010

Quando si parla di flashblack, non possiamo non citare la serie cult per eccellenza. Lost probabilmente è stata la prima serie ad essere diventata un fenomeno di massa: le – fin troppo – complesse vicende che seguono lo schianto dell’aereo di linea 815 della compagnia Oceanic Airlines su un’isola sperduta, si snodano di fatto attraverso le storie precedenti dei naufraghi, con un continuo utilizzo dei flahsback. Il fascino dell’utilizzo di questa tecnica in Lost  è dovuto in gran parte al riflesso che le vicende passate sembrano inesorabilmente avere sulla vita presente dei superstiti toccando la sfera del paranormale.

Cast della serie; in primo piano due dei protagonisti principali: Jack Shepard (Matthew Fox) e Kate Austen (Evangeline Lily) 

Ma se l’isola di normale sembra avere ben poco, fino ad essere considerata un’entità “viva e consapevole”, la trama non può che rispecchiare questo leitmotiv: procedendo attraverso eventi sempre più strani e inspiegabili, lo spettatore si rende presto conto di come tutto sembra non avere – come si suol dire – né capo né coda. A “cominciare” dal finale, molto discusso e oscuro alla maggior parte del pubblico, continuando con una serie di sempre meno credibili colpi di scena, Lost sembra rispecchiare proprio il concetto di flashback: del resto, cos’è la memoria se non uno spazio immaginario, quasi teatrale, onirico, sempre più confuso e distante, dove vanno in scena inevitabilmente sempre gli stessi personaggi?

Mr. Robot, 2015-2019

Altra serie che meriterebbe un intero articolo , apparentemente potrebbe sembrare la più off topic. In realtà, nel capolavoro nato da un’idea di Sam Ismail,  il significato più profondo della vita complicata del protagonista, l’hacker Elliot Alderson (un eccezionale Rami Malek), risiede interamente nei suoi ricordi di infanzia. Mai come prima, una serie tv “moderna”, rivoluzionaria e per certi versi anche inquietante, ha nascosto così bene il suo animo più intimo, facendo di fatto ruotare gran parte delle emozionanti vicende intorno a un tema: i rapporti tra Elliot e i suoi familiari (e i pochissimi amici), ma soprattutto con il padre. 

Celebre scena (prestata in passato a molti meme) nella quale Elliot ( Rami Malek) esulta a Times Square. 

Per questo la serie non è soltanto un must per tutti gli appassionati di spionaggio e informatica, rivoluzionari e amanti dei thriller in senso lato: il racconto di come un gruppo di hacker ha provato a cambiare il mondo è una storia fatta di antieroi, ciascuno con la propria fragilità e il proprio vissuto.

Un passato che lascia ferite ben più profonde di una crisi monetaria globale, ma che, allo stesso tempo, rappresenta una fonte inesauribile di energia (anche se non sempre positiva).

Dark, 2017-2020

Passato, presente e futuro in un cerchio. D’altronde è vero: tutto si ricollega e ritorna al proprio posto, ma cosa succede se l’ inizio è la fine stessa?

Beh, in Dark è possibile vederlo: questa serie – che richiede più attenzione di quanto crediate – si fa strada nel tempo e nello spazio, dimostrando l’importanza dei rapporti umani, delle scelte e il peso delle loro conseguenze. Ogni episodio, a se stante, è come una goccia nel mare o come la goccia che fa traboccare il vaso, quindi è essenziale per capire il quadro generale ma anche per poterlo risolvere.

Presente, futuro, passato. Fonte: lascimmiapensa.com

È sicuramente innovativa, ben fatta, ma molto difficile da capire. Bisogna mettersi lì, a creare alberi genealogici e mappe per poter uscire dal labirinto delle vicende, cercando di comprendere come quello che succede è conseguenza e causa stessa di ciò che è accaduto.

Il flashback, qui, diventa reale. Andare indietro nel tempo e poi tornare di nuovo al presente, per poi arrivare verso il futuro… Che sia questo schema narrativo un monito per noi? Magari questo è il modo giusto di affrontare la vita? A voi la risposta.

Lupin, 2021 – in corso

La storia del ladro gentiluomo prende il volto di Assane (interpretato da Omar Sy): un moderno Lupin immerso nella Parigi del 2020, raccontato da Netflix con estrema leggerezza ma – allo stesso tempo – con una narrativa accattivante.

La storia del protagonista la si conoscerà a poco a poco. Saranno proprio i flashback a permetterci di conoscere il piccolo Assane e vedere come costruisce la sua identità di gentiluomo.

Primo bottino del gentiluomo. Fonte: Netflix

La trama sarà diversa da quella di «Lupin, Lupin, l’incorreggibile» perché dietro si nasconderanno problematiche differenti, attuali ma da sempre presenti: il potere del più forte, il sacrificio dei genitori e la discriminazione. Tuttavia, nonostante le critiche, la serie ha ottenuto un grandissimo successo.

Con lo stampo della – più fruttuosa – Casa De Papel, il protagonista raffigura un genio della truffa e tutto quello che ottiene sarà frutto di uno studio attento della situazione, delle conseguenze delle sue azioni; inoltre non perderà mai di vista l’obiettivo: vendicare il padre.

Ancora una volta, ci costringono ad ammirare il “cattivo” e a metterci dalla sua parte, per cui viene da chiedersi chi sbaglia: il carismatico e creativo ladro o coloro che lo inseguono?

L’estate in cui imparammo a volare (Firefly Lane), 2021 – in corso

La nuovissima serie tv proposta dalla grande N è un capolavoro che, purtroppo, non profuma di successo. 

La storia, riadattata dall’omonimo romanzo, è quella di due amiche che la vita ha reso sorelle e il cui legame indissolubile verrà confermato dagli innumerevoli salti temporali: dagli anni ottanta ai duemila, le vedremo da preadolescenti ad adulte crescere insieme e – nonostante provenienti da ambienti diversi – diventare le donne che sognavano.

 Tully e Kate ’80s. Fonte: rollingstone

Ad interpretare le due ragazze saranno due mostri sacri del piccolo schermo quali Katherine Heigl e Sarah Chalke meglio conosciute come Izzie (di Shondiana memoria) e Elliot di Scrubs; la loro bravura trapelerà in ogni episodio dando consistenza alle storie. La vicenda rende vera quella scritta «amiche per sempre» che non mancava sui diari delle nostre compagne di banco: nel loro caso la promessa viene riconfermata ogni anno che passa.

Il throwback, qui ben strutturato, ci dà la consapevolezza di quanto le protagoniste siano state importanti l’una per l’altra e di come le scelte prese a quindici anni abbiamo un riverbero anche a trentacinque.

L’importanza del passato quindi è inevitabile: il piccolo schermo non fa altro che accattivarci impacchettando le nostre necessità sotto forma di comodi episodi da divorare a nostro piacimento.

Che ci piaccia o no, tutto ciò che accade assume senso alla luce di ciò che lo ha preceduto.

Emanuele Chiara e Barbara Granata