Cannabidiolo, possibile effetto protettivo contro il Covid

Recenti articoli hanno mostrato un possibile effetto di protezione da parte del Cannabidiolo contro il Corona Virus.
Ad un anno e mezzo dalla pandemia, grazie all’importante campagna vaccinale, la curva dei contagi sta finalmente scendendo.
Tuttavia, parallelamente allo sviluppo dei vaccini, la ricerca non si è fermata di studiare potenziali farmaci in grado di curare il Covid-19.

 

Cos’è il cannabidiolo?

In che modo combatte il Covid?

Serendipità

Conclusioni

Cos’è il cannabidiolo?

Il Cannabidiolo è uno dei metaboliti della Cannabis Sativa, pianta nota per il suo uso ricreativo, dati i suoi effetti psicotropi.

Crediti immagine: https://www.agricolturafinanziamenti.com/wp-content/uploads/2018/05/BOL-worker-1168×6571.jpg

Tuttavia, il responsabile degli effetti psicotropi, è principalmente il THC (tetraidrocannabinolo), un metabolita che, agendo sui recettori CB1 e CB2, è in grado di modulare la captazione di diversi neurotrasmettitori (come glutammato e dopamina), oltre ad agire sui recettori μ1 del sistema endorfinergico, modulando gli stimoli dolorosi.

Il Cannabidiolo (CBD) agisce invece, legandosi come agonista per i recettori della Serotonina 5-HT1a e come antagonista dei recettori GPR55 e dei recettori vanilloidi TRPV1 e TRPV2. Modula inoltre i recettori CB1, CB2 e oppioidi.

Crediti immagine: https://www.laboratorio-galenico.it/wp-content/uploads/2017/06/Differenze-THC-e-CBD.jpg

Queste sue proprietà hanno permesso che la farmacologia si interessasse alla Cannabis Sativa dimostrando che il Cannabidiolo ha effetti rilassanti, anticonvulsivanti, antidistonici, antiossidanti, antinfiammatori, favorisce il sonno ed è distensivo contro ansia e panico. Inoltre, si è rivelata in grado di ridurre la pressione endooculare, è un promettente antipsicotico atipico ed è utile nel trattamento del dolore neuropaticoProprio per questo in diversi Paesi è stato liberalizzato l’uso della Cannabis a basso contenuto di THC (che ha l’effetto psicoattivo), ma che presentano comunque livelli normali di CBD.

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In che modo combatte il Covid?

Visto l’avanzare della ricerca sul CBD, in uno studio su Pubmed (ancora da verificare), si è notato che in una coorte di pazienti umani ,che in precedenza avevano assunto CBD, l’incidenza di infezione da SARS-CoV-2  era significativamente inferiore, fino a un ordine di grandezza, rispetto alle coppie abbinate o alla popolazione generale.
È emerso che il CBD induce l’espressione dell’interferone e aumenta la sua via di segnalazione antivirale, inibendo la replicazione del SARS-CoV-2. Questo avviene, probabilmente, grazie al suo legame con il recettore CB2, espresso quasi esclusivamente sulle cellule T del sistema immunitario, con più alta densità a livello della milza. La stimolazione dei recettori CB2 sembra infatti essere responsabile principalmente della azione anti-infiammatoria e immunomodulatrice dei cannabinoidi.

Crediti immagine: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33758843/#&gid=article-figures&pid=fig-1-uid-0

In un altro studio, è emerso che gli estratti di C. Sativa ad alto contenuto di CBD, possano essere utilizzati per ridurre l’espressione di ACE2, enzima attraverso il quale il SARS-CoV-2 entra nelle cellule umane.

Un’ulteriore ricerca ha dimostrato l’efficacia del CBD contro le malattie dell’apparato respiratorio e le sue proprietà cardioprotettive, nefroprotettive, epatoprotettive, oltre ad una concomitante riduzione delle molecole attraverso cui il SARS-CoV-2 entra nell’organismo umano.

Crediti immagine: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33671463/#&gid=article-figures&pid=figure-3-uid-2

Questi dati suggeriscono quindi un nuovo effetto del Cannabidiolo, suggerendone una sua aggiunta (add-on) alla tradizionale terapia per i malati di Covid19.

Serendipità

La scoperta del potere protettivo del CBD nei confronti del Covid19, è avvenuta osservando una coorte di persone che si infettavano di meno assumendo il CBD (per altri motivi legati alle altre proprietà farmacologiche dello stesso).
Questa modalità di scoperta prende è nota come Serendipità.
Il termine serendipità indica l’occasione di fare felici scoperte per puro caso e anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Horace Walpole, nel XVIII secolo, coniò il termine in inglese (serendipity), che rientra pertanto nel novero delle parole d’autore.

Diverse sono le scoperte avvenute “per caso”:

Conclusioni

Il nuovo effetto del CBD fa vedere come le diverse scoperte scientifiche siano tra loro concatenate.
Una scoperta apparentemente poco utile può portare a scoperte sensazionali, grazie ad una sorta di effetto domino o a volte, alla mera fortuna, portando l’umanità sempre più lontano e verso una migliore qualità di vita.

Proprio per questo gli Stati dovrebbero investire di più nella scienza, e noi cittadini in primis dovremmo chiedere maggiori fondi destinati alla ricerca, affinché scoperte di questo genere possano essere sempre più, all’ordine del giorno.

 

                                                                                                                                                                  Roberto Palazzolo

Cannabis Light ufficialmente legale in Italia. Ma di cosa si tratta?

 

Una questione, quella dell’uso e consumo di marijuana, che da sempre infervora il nostro paese e lo divide in due precise fazioni: i proibizionisti, assolutamente contrari all’uso della sostanza per qualsiasi scopo, e coloro che ne rivendicano la legalizzazione sottolineandone gli effetti positivi, facendo principalmente leva sul beneficio economico che se ne ricaverebbe legalizzando e quindi togliendo questo business dalle mani del mercato nero.

Ma dopo anni di proposte di legge rifiutate, finalmente anche in Italia qualcosa si è mosso.

Il 14 gennaio 2017 entra in vigore la legge sulla possibilità di produzione e consumo di marijuana light. Fin da subito c’è stato grande investimento nel settore, numerosi growshop sono stati aperti e il fenomeno inizia rapidamente a svilupparsi; molti punti specifici della legge rimanevano però poco chiari, mantenendo sempre in allarme coltivatori, rivenditori e consumatori.

In questi giorni però, a distanza ormai di più di un anno, il Ministero dell’Agricoltura, con una circolare ha chiarito tutti i dubbi e certificato ufficialmente che d’ora in poi produrre, vendere e acquistare cannabis light in Italia è legale.

“La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2 per cento come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6 per cento l’agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6 per cento l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa”.

Questo è ciò che la circolare emanata afferma.

Ma cos’è realmente la “marijuana light” ? Perché è consentito solamente l’utilizzo di questo tipo di canapa?

La suddetta sostanza è ricavata da infiorescenze femminili di canapa sativa ed è legale perché contiene un livello di THC tendente quasi a zero. Si mantiene quindi entro i limiti previsti dalla legge italiana.

Il THC è il principio psicoattivo della cannabis, in altre parole ciò che provoca il così comunemente detto “sballo“.

Nella versione light è invece presente un alto tasso di CBD, il cannabidiolo, principio non psicoattivo che ha, al contrario del precedente, effetti rilassanti e può essere perciò utilizzato a scopo terapeutico/curativo.

Proprio per quest’ultimo motivo, ovvero per la possibilità di essere utilizzata in ambito medico, la marijuana legale sta riscontrando successo anche tra consumatori meno giovani.

Dove si compra?

Al momento la canapa legale è commercializzata solamente da EasyJoint, un’azienda emiliana che ha deciso di investire in questo nuovo, fruttuoso business, occupandosi della distribuzione in tutta Italia.

L’ EasyJoint viene venduta in pacchetti e il prezzo varia dai €20 ai €40 ed è reperibile in tutti i growshop che trattano i prodotti di questa azienda.

Con il recente sviluppo sarà possibile trovarla anche nelle tabaccherie e nei supermercati.

Di rilievo in quest’ambito è il caso della catena di supermercati Lidl, che ha affermato di volersi occupare del commercio della canapa legale all’interno dei suoi punti vendita assicurando prezzi da discount; l’iniziativa ha già preso piede in Svizzera, chissà se arriverà anche in Italia.

 

Questo nuovo commercio prevede un grande giro d’affari, gli economisti parlano di cifre che si aggirano intorno ai 25 miliardi di euro già entro il 2025. Grandi vantaggi economici quindi per l’Italia.

Resta allora da chiedersi se questo inizio di apertura verso un argomento che tanto “spaventa” si fermerà qui o sarà solo l’inizio di un processo di legalizzazione totale, che porterà finalmente il nostro paese ad evolversi, a togliere dalle mani del mercato nero, delle mafie, uno dei più grandi commerci attuali.

Benedetta Sisinni