Auto a levitazione: un nuovo studio sulle strade del futuro

L’idea delle auto a levitazione ( chiamate auto Maglev o hovercar) sta iniziando a consolidarsi realmente nel nostro millennio. Non si tratta della concretizzazione di idee ispirate a libri e film di genere fantascientifico, l’utilità di questi mezzi non si limita all’estetica. Discuteremo degli ultimi traguardi ottenuti dalla ricerca mondiale e vedremo i punti a favore per questa tecnologia dal sapore futuristico. Attenzione: prenderemo in considerazione le hovercar, ben diverse dalle overcraft, in quanto le prime aleggiano dal manto stradale di soli pochi centimetri grazie alle forze magnetiche, mentre i secondi si sospesi grazie alla propulsione dell’aria.

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I superconduttori e i magneti

L’idea più conosciuta si basava sulla costruzione di tracciati con linee magnetiche sul quale i veicoli, dotati di dispositivi a base di superconduttori, ci sarebbero passati sopra. I superconduttori sono dei materiali che a temperature molto fredde danno luogo al fenomeno della superconduzione, quello che permette loro di essere dei perfetti conduttori elettrici, oltre che quello della levitazione spontanea; quindi, sopra un magnete il superconduttore riesce a sollevare oggetti. Le temperature in questione sono davvero molto basse, stiamo parlando di valori inferiori a – 200°C. Detto questo è evidente che il problema fondamentale è quello di ottenere queste temperature e produrre auto con macchinari del genere sarebbe troppo costoso per le case automobilistiche.

Circuito a base di materiale superconduttivo. Fonte: Vakaliuk et al.

Il nuovo approccio

Dall’Università di Huston arriva la proposta di invertire i ruoli: investire sulla costruzione di nuove strade ove sotto il manto stradale viene fatto passare il superconduttore. Anche questo porterebbe a costi elevati, ma questi verrebbero ammortizzati poiché questi materiali potrebbero trasportare energia elettrica ad alta velocità e in maniera estremamente efficiente (ovvero senz’alcuna perdita di energia). Toccherà, quindi, sviluppare dispositivi a base di superconduttori adeguati per queste applicazioni e riprogettare le strade in modo da rendere i costi di installazione e manutenzione il più conveniente possibile. Ci sarà molto lavoro da fare, ma come giustificare tutti questi investimenti?

Considerazioni generali

I veicoli mossi dalla levitazione (auto Maglev) non avrebbero più motivo per cui fare uso di motori a scoppio o perlomeno il sistema di propulsione potrebbe funzionare tramite un sistema differente. L’energia necessaria per la spinta potrebbe essere di natura elettrica e questo potrebbe spingere ulteriormente il settore dei trasporti verso la sua elettrificazione dato che rispetterebbe gli attuali (e i futuri) standard sulle emissioni di CO2. È chiaro come l’idea di automobile verrebbe rivoluzionato, molte sue componenti non avrebbero motivo di esistere (sospensioni, ammortizzatori) mentre altre dovrebbero essere riviste (ad esempio il sistema frenante) alterando pesantemente il prezzo di mercato di questi mezzi.

Il motivo principale per cui gli studi sulle auto a levitazione vanno a intensificarsi è l’assenza di ruote: in questo modo non vi è spreco di energia in quanto sappiamo che le gomme delle classiche automobili disperdono parte dell’energia di locomozione sotto forma di calore. Potremmo anche pensare alla congestione del traffico, non sarebbe come lo viviamo adesso e probabilmente non esisterebbe. Gli spunti al riguardo sono molti, ma i punti a sfavore per questa tecnologia sono tutt’ora un grosso problema. Cosa succederebbe se il mezzo uscisse dalla tracciato? Che modi vi sono per controllare il movimento del veicolo? Dopotutto, solo l’aria agisce per rallentare l’auto e questo è sia un vantaggio che un svantaggio. Ovviamente i costi per lo sviluppo di questi e per la costruzione di nuove strade intimorisce le aziende automobilistiche, anche se non proprio tutte.

Illustrazione di un’auto Maglev. Autore: Daniel Cardozo. Fonte: Coroflot

Chi è interessato a produrre in scala questo auto?

La Volkswagen già nel 2012 presentò alcune bozze e idee che erano il risultato di un connubio tra studi della comunità scientifica e quelle proprie. A quanto pare l’azienda crede nel progetto ma in quel tempo le tecnologie non erano sufficienti e il progetto rimase in stallo. Qui in alto vi presentiamo una di quelle bozze. Attualmente sembra la Cina sia la più interessata al progetto, assieme agli imprenditori Richard Branson della Virgin Hyperloop One ed Elon Musk.

Conclusioni

L’idea di un mondo futuristico sembra combaciare con le attuali esigenze green. Sembra che il progetto possa acquisire maggiore interesse in questo decennio e forse ne sentiremo parlare maggiormente grazie alle ultime ricerche. È chiaro che ci vorranno molti anni prima di poter vedere questi veicoli in commercio, ma possiamo sempre sperare che la forte richiesta di nuove tecnologie verdi possa accorciare l’attesa.

Salvatore Donato

Approfondimenti:

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/energia/2023/04/24/con-i-superconduttori-autostrade-super-veloci-a-levitazione-_54d013da-b6fe-4b21-a72c-55ebb0d467c5.html

https://www.geopop.it/superconduttori-cosa-sono-come-funzionano-e-a-cosa-servono/

www.automoblog.net

 

 

 

La Fisica di Star Wars #2: spade laser e Rotta di Kessel

Benvenuti in questo secondo episodio dedicato alla galassia lontana lontana, bando alle ciance andiamo a vedere le lightsabers e la rotta di Kessel.

Lightsabers

Le prime forme dell’arma erano conosciute come “protosabers” che richiedevano pacchi batteria, collegati all’elsa della lightsaber, attaccati a cinture indossate dai Jedi. Non erano l’ideale in quanto limitavano i movimenti dei Jedi durante il combattimento.

I componenti necessari per il funzionamento della lightsaber sono contenuti nell’elsa, il cuore dell’arma. Qui accade tutta la fisica, o forse la magia. Contiene le celle di potenza e vari altri componenti che puoi vedere nella foto sotto.

Descrizione di come l’energia delle cellule di potenza è diretta attraverso una serie di lenti di focalizzazione ed energizzatori che convertono l’energia in plasma. Fonte: Starwars Fandome

Si dice che le lightsabers siano composte da laser. Tuttavia, l’utilizzo dei laser solleva diversi problemi.

Qualcosa che rifletta la fine del raggio

Se avessi una spada laser, non esisterebbe un modo per “fermare” il raggio a una certa lunghezza. Andrebbe avanti e taglierebbe tutto lungo suo cammino. Sono in corso ricerche che sfruttano le leggi della meccanica quantistica e della relatività per fermare la luce per un breve periodo di tempo, ma non sarà ancora pratico in quanto si tratterebbe di un effetto temporaneo.

I laser non si scontrano

L’altro problema con i laser è che i fotoni non hanno massa. Se due fasci di luce si attraversassero, questi non si scontreranno, si incroceranno e continueranno a tagliare tutto.

Nella foto della cella di potenza nell’elsa ho menzionato il plasma. Il plasma è il quarto stato della materia, è un gas ionizzato superhot, il che significa che il gas diventa così caldo e/o così eccitato che gli elettroni perdono il legame con il loro atomo, rendendo il gas altamente conduttivo.

La spada laser al plasma ha diversi problemi legati a temperatura e incontrollabilità. Il plasma è altamente conduttivo, quindi grazie alle leggi dell’elettromagnetismo di Maxwell possiamo controllarne la forma con un campo elettromagnetico, degli scienziati in Francia stanno cercando di controllarlo tramite la fusione nucleare.

Quando due lame al plasma entrano in contatto diretto, quasi certamente si verifica una riconnessione magnetica, provocando un rilascio esplosivo del plasma delle spade.

Eulero e Heisenberg dimostrarono che, per intensità sufficientemente elevate, la luce può effettivamente interagire con se stessa (effetto dovuto alle fluttuazioni quantistiche del vuoto).

Fonte di alimentazione compatta e abbastanza potente

L’energia necessaria per alimentare qualcosa di così potente richiederebbe una grande batteria. Non qualcosa di portatile. Per renderla abbastanza potente avresti bisogno di 15 MWh di energia, quanto basta per alimentare una piccola città.

Utilizzando tecniche di laser ad altissima intensità, è stato dimostrato che è necessaria un’incredibile quantità di energia per alimentare una simile spada laser. Se la fonte di energia fosse la fusione nucleare, una simile spada laser richiederebbe 1011 kg di combustibile per funzionare per un minuto.

E’ possibile nel mondo naturale della scienza replicare questo pezzo di armamento?

Il fisico teorico Michio Kaku nel suo libro ‘La fisica dell’impossibile’ ne parla brevemente. Crede che in questo secolo saremo abbastanza avanzati con la nostra nanotecnologia per fare grandi progressi nel campo delle batterie. Suggerisce di usare come lama un’asta telescopica in ceramica resistente al calore. Ci consentirebbe di esercitare il potere del plasma e quindi realizzare una spada laser che non violerà nessuna legge della fisica.

Rotta di Kessel

Mai sentito il famoso vanto di Han Solo secondo cui il Millennium Falconha fatto la rotta di Kessel in meno di 12 parsec“? Pochi sanno che da una prospettiva astronomica non aveva senso. Un Parsec è un’unità di distanza, non di tempo.

Perché Solo dovrebbe usarlo per spiegare la velocità del Millenium Falcon?

Ci sono due teorie. La prima è che la frase detta da Solo contenesse un errore di terminologia. La seconda è molto più interessante: quando Obi-Wan si è seduto di fronte ad Han Solo in quella cantina angusta, avrebbe incontrato un viaggiatore del tempo.

Cos’è il parsec?

Coniato dall’astronomo britannico Herbert Hall Turner, il termine “parsec” viene da “parallasse” e “secondo“, 1 parsec di distanza equivale a 3,26 anni luce (3,08×1016 metri).

The Essential Atlas, la rotta di Kessel era un percorso di 18 parsec (59 anni luce), utilizzato dai contrabbandieri per aggirare i blocchi imperiali, il cui percorso viaggia attorno a “The Maw“, un ammasso di buchi neri.

Perché Solo dovrebbe descrivere la velocità con cui ha viaggiato usando la distanza?

Per ridurre la distanza percorsa, i piloti dovrebbero aggirare pericolosamente i bordi dei buchi neri, cercando di evitare la spaghettificazione. Se Solo era un pilota abbastanza abile da volare abbastanza vicino ai buchi neri, e tagliare quasi 20 anni luce, allora la sua nave era davvero veloce.

Immagine della Rotta di Kessel Fonte: Slashgear

Essendo in grado di ballare attorno alle singolarità (buchi neri), il Millennium Falcon si afferma come una nave veloce e il vantarsi di Solo ha senso. Ma questo solleva un problema più intrinseco: la rotta Kessel copriva quasi 40 anni luce di cosmo. Se Star Wars seguisse le leggi della fisica, prendere quella rotta cambierebbe la cronologia della vita di Han Solo.

In A New Hope, Solo stabilisce che il Millennium Falcon può andare “0,5 oltre la velocità della luce“, accendendo la speranza per un’argomentazione scientificamente accurata. La velocità della luce è il limite di velocità universale e niente può superarla.

Viaggio nel tempo

Poiché la rotta di Kessel accorciata copre 12 parsec (39,6 anni luce), una nave che viaggia quasi alla velocità della luce impiegherebbe poco più di 39,6 anni per arrivarci. Considerando la dilatazione del tempo, chiunque guardasse la rotta di Kessel avrebbe visto Solo accelerare per 40 anni, ma Solo stesso avrebbe vissuto solo poco più di mezza giornata. Nel tempo necessario a Han per completare solo una rotta di Kessel, nel resto della galassia passano 40 anni.

C’è la scappatoia dell’azionamento a curvatura. Se riesci a percorrere una distanza minore piegando lo spazio stesso, non c’è problema di dilatazione del tempo. Ma un dispositivo di azionamento a curvatura non è mai menzionato esplicitamente in Star Wars.

Come potrebbe funzionare una simile rotta di contrabbando? Chi ha la lungimiranza di contrabbandare qualcosa che l’altra parte non vedrà per 40 anni? E immagina come funzionerebbe per il contrabbandiere. Parte per una rotta Kessel, e 16 ore dopo torna per scoprire un mondo cambiato.

“May the Force be with You, Always!”

 

Gabriele Galletta