Super Mario Bros: tanto divertimento ma…

 

Super Mario Bros, è il primo film in grande scala con protagonista la mascotte Nintendo. Il film realizzato dallo studio di animazione Illumination, noto per altri lavori come Cattivissimo me e i film sui Minions.

Si è trattata di una scelta oculata per questa pellicola da parte di Nintendo che, vogliosa di dare una forte identità scenografica sul grande schermo ai suoi personaggi ha scelto autori che erano già capaci. Ed il film riesce in questo intento in maniera egregia, incantando lo spettatore con le sue immagini e soprattutto con le sue musiche.

Questi sono però gli unici veri pregi del film e si sente moltissimo l’influenza delle opere videoludiche: manca una trama consistente a sorreggere la pellicola ma come vedremo più avanti si è trattato di una probabile scelta considerata da parte di Nintendo stessa, che alla fine potrebbe aver giovato o meno.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Da Brooklyn al regno dei funghi

Il film inizia con Mario e Luigi intenti a costruirsi una carriera da idraulici nella metropoli di New York, vessati da conoscenti e famiglia per i loro poveri risultati.

Questi nostri eroi ci vengono quindi presentati come più “inetti” rispetto a come siamo abituati a vederli, questo per garantire una maggiore immedesimazione, con aggiunto anche il fatto che i due fratelli non conoscono il mondo di Peach, Bowser e compagnia al seguito.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Tutto ci viene quindi presentato nel suo funzionamento: le creature del mondo di Mario prendono vita in habitat rigogliosi o infernali, e in varie scene vediamo come vaghino per le loro strade usando quei famosi tubi verdi o camminando su mattoni fluttuanti.

Ogni cosa è coloratissima e il mondo è sempre pieno di dettagli da scoprire per lo spettatore.

Anche i personaggi risultano ben fatti, con un ottima caratterizzazione sia caratteriale che visiva. Mario e amici sono icone famosissime e cambiarne i connotati non avrebbe avuto senso, di conseguenza sono tuti rimasti quasi identici, ma con importanti differenze: il nuovo viso paffuto di Mario lo aiuta ad essere più patetico, mentre i dettagli più “appuntiti” e meno aggraziati di Peach la aiutano ad essere la vera figura trainante di questo film con la sua forte carica energetica.

Per non parlare di Bowser, che in maniera incredibile pur avendo tutto del re dei Koopa, rimane identico al suo doppiatore Jack Black.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

L’altro pregio fondamentale è poi la musica, che a partire dal ri-arrangiamento del classico tema di Mario in 8-bit riesce a riproporre le musiche dei giochi in maniera eccellente. È questo, forse, l’elemento che più di ogni altro trasporta nel Regno dei funghi.

Ancora troppo videogioco

Fin qui abbiamo parlato di ciò che il film fa bene. Un comparto grafico eccellente, una regia efficacie e un sonoro che colpisce le giuste note. Quello che manca è una trama veramente solida.

Capiamoci, siamo consapevoli che si tratti di un film poco complesso narrativamente e non ci saremmo aspettati altro, ma nel corso degli anni si è visto nell’industria come si possa anche creare qualcosa di più complesso, anche per i più piccoli.

I personaggi si muovono con pochissimi pretesti e le loro azioni hanno moventi insignificanti. Sembra quasi una trama pensata per un videogioco più che per un film da sala. Ciò ha impatto soprattutto su alcuni personaggi, uno su tutti Luigi, una vera occasione sprecata qui, costretto a fare la parte della damigella in pericolo.

Frame dal trailer di Super Mario Bros.

Non vogliamo cercare di andare oltre la lettura di questo film, ma vogliamo qui comunque criticare questa decisione.

Che sia stata una scelta di Nintendo a monte, da sempre intenzionata a mantenere i contesti in cui si muovono i suoi personaggi semplicissimi, o che sia stata Illumination a voler dare più risalto all’azione e al ritmo, poco importa. Ci saremmo potuti aspettare di più.

Frame dal trailer di Super Mario Bros

Un film mediocre ma ben fatto

Per tirare le somme su questo film possiamo dirci soddisfatti dell’esperienza che abbiamo avuto: abbiamo, da fan, avuto una ottima trasposizione strapiena di citazioni e divertimento; i più piccoli invece potrebbero aver avuto il loro film dell’infanzia, quello che noi fan di vecchia data avremmo potuto distruggere in videocassetta.

Oggi giorno però una seconda visione col filtro di un adulto potrebbe risultare noiosa per la mancanza, ahimè, della meraviglia infantile.

Alla fine questo film vuole essere apprezzato da chi è ancora un bambino o da chi, magari, ogni tanto lo vuole tornare ad essere.

 

Matteo Mangano

3 videogiochi per chi non ha mai videogiocato

Oggi i videogiochi sono più popolari e vari che mai. Chi ha lasciato nel cassetto il controller o non ne ha mai toccato uno può trovarsi spiazzato. Com’è possibile, allora, oggi avvicinarsi per la prima volta al mondo dei videogiochi?
Esistono, in realtà, dei punti cardine nel mercato che hanno come filosofia la semplicità d’accesso. Dall’uscita della sua prima console, la Nintendo è rimasta il caposaldo dell’industria quando si è trattato di sviluppare giochi in grado di avvicinare chiunque. Il concept alla loro base è sempre stato ridotto all’osso e con al centro l’interazione tra il giocatore e l’ambiente che ha attorno.
I criteri che abbiamo usato per creare questa lista sono quindi i seguenti: semplicità d’accesso e qualità dei controlli; obiettivi chiari da completare durante il percorso; qualità degli incentivi dati al giocatore; struttura di gioco di base semplice alla base ma complessa all’apice.

It’s a me! Mario!

Il primo storico Super Mario Bros, uscito nel 1985, aveva un concept alla base minimale. Tutto era basato su pochissimi controlli: usa i tasti direzionali per muoverti a destra o a sinistra, il pulsante A per saltare e B per correre. Tutto qui. Nel mezzo, nemici e ostacoli da evitare e piattaforme su cui saltare col giusto tempismo.

Il motivo per cui un disegno cosi semplice è diventato la base per interi generi sta negli arricchimenti a questa base: ogni nemico sconfitto, invece che evitato, dona un punteggio, così come ogni moneta raccolta nel percorso; alcune piattaforme se colpite dal basso donano un potenziamento; alla fine di ogni livello un asta a cui aggrapparsi dona ancora più punteggio quanto più in alto si salta su di essa. Tutto questo viene poi arricchito ancora: ogni nemico abbattuto in sequenza aggiunge un moltiplicatore al punteggi; esistono altri bonus che permettono approcci ancora più vari; la varietà dei nemici aumenta ed ognuno di loro va sconfitto in maniera diversa.
Ma la scoperta più importante sono i segreti disseminati tra i livelli: esistono stanze segrete, nei livelli, per saltare intere sezioni del gioco o per ottenere immense quantità di monete. Tutti elementi che approfondiscono l’esperienza e premiano il giocatore. Il tutto usando solo sei tasti. Ed una macchina ad otto bit.

Primo livello di Super Mario Bros. Fonte: © Nintendo

 

Abbiamo descritto solo il primo capitolo perché su questi cardini si basano anche tutti gli altri videogiochi della serie: immediatezza, semplicità e ricompensa. Se volete giocare una delle miriadi avventure dell’idraulico italiano, vi consigliamo l’ultimo capitolo Odyssey, uscito su Nintendo Switch. Ma ogni Super Mario è un gioiello a se e anche andando a casaccio è impossibile sbagliare.

Link! Devi salvare la principessa Zelda!

La saga di The legend of Zelda basa tutto su una sensazione: la stessa che si prova da bambini entrando per la prima volta in una cantina polverosa o ammirando un nuovo paesaggio. Siamo un eroe senza nome, chiamato a salvare la principessa di un regno in rovina dalle grinfie di un oscuro demone.

Una premessa affidata nel primo gioco ad un testo che scorre dopo il titolo. Passato questo si viene catapultati nel mondo di gioco, senza una direzione e senza un aiuto se non il fidato manuale cartaceo. Vieni bloccato da un muro di nemici? Potrebbe non essere la strada giusta. Continui ad esplorare ed in una grotta trovi un personaggio: potrebbe darti indicazioni? Ad ovest si trova un grande albero cavo, e nelle sue profondità, dopo aver sconfitto il nemico a guardia ritrovi il primo pezzo della Triforza, reliquia leggendaria del regno, essenziale per sconfiggere Ganon. Il viaggio continua e le insidie aumentano e si diversificano, mentre tu avventuriero ti chiedi cosa si nasconda davvero dietro al cespuglio che hai appena trovato: l’ingresso segreto per una fonte fatata o un passaggio segreto per le montagne a Nord?
Il senso di scoperta è la colonna della saga di Zelda ed ogni capitolo lo ha declinato in ogni sua accezione, diventando caposaldo per tutti i videogiochi che abbia questi semplici elementi: una mappa, un personaggio ed un obiettivo enigmatico.

I primissimi minuti di The legend of Zelda. Fonte: © Nintendo

 

Il suo passaggio alla grafica 3D con Ocarina of Time nel 1998 ha portato all’evoluzione dell’intero medium anche in quel particolare periodo epocale. E recentemente Breath of the Wild uscito su Nintendo Switch ha portato a quello che noi consideriamo il coronamento di 30 anni di storia videoludica: mai una mappa è stata più esplorabile in ogni suo anfratto, mai l’esplorazione è stata più soddisfacente e mai un mondo è sembrato tanto reale per le possibilità date al giocatore di manipolarlo. È il capitolo che in assoluto consigliamo più della saga ed in questa lista. Se lo amerete, come crediamo farete, i classici vi faranno capire dove stanno le sue radici.

I migliori combattenti del mondo! Sono tutti qui!

Parliamo adesso di Super Smash Bros, il perfetto esempio di enciclopedia dei videogiochi. Si tratta di un platform fighter, sottogenere del picchiaduro. Diversamente da più giochi complessi come Tekken o Street fighter ha regole più basilari ed è più vicino al party game. Ha regole estremamente permissive e permette a chiunque di potersi divertire: vuoi fare giocare i cuginetti che vengono a trovarti per Natale? Buttali in arena impostando la casualità al massimo; vuoi divertirti da solo? Affronta la trama o sblocca tutti i personaggi e i segreti; vuoi sfidarti con un tuo amico in un incontro? Elimina tutti gli elementi di troppo e fa sì che siano i riflessi a comandare.
Qualunque approccio è consentito e per divertirsi è necessario solo capire con quale tasto muoversi e con quale tirare un destro.

Consigliamo questo titolo, però, in particolare per il lavoro di approfondimento fatto verso il medium. Il primo capitolo è nato per racchiudere le principali mascotte di Nintendo, ma presto i biglietti d’accesso al torneo sono arrivati a chiunque. Solid Snake di Metal Gear Solid che lotta contro Pikachu, Cloud di Final Fantasy che si scontra con Mario, o ancora R.O.B., periferica per le prime console Nintendo e Mr Game and Watch, basato sui proto-videogame degli anni ottanta, che diventano personaggi.
Ogni elemento di questo videogioco trasuda amore per il medium, dalle animazioni dei personaggi, alla raccolta degli oggetti collezionabili che spesso celano descrizioni degne di un manuale. È un vero diamante dell’industria e negli anni chiunque a fatto a gara per ricevere un invito.

Tutti i personaggi dentro a Smash Bros Ultimate. Fonte: © Nintendo / HAL Laboratory, Inc.

 

Il capitolo che consigliamo è l’ultimo uscito, ancora su Nintendo Switch: Super Smash Bros Ultimate. Contiene al suo interno più di un centinaio di personaggi giocabili, e una miriade di rimandi all’intero mondo dei videogiochi. È il più completo della saga, culmine di un lavoro enorme iniziato nel ’99.

 

Matteo Mangano