Cinema Days col botto

Da diverse settimane si sono conclusi i tanto attesi Cinema Days che ci hanno attirato nelle sale per un’altra edizione, dal 12 al 15 ottobre; complici di un biglietto al prezzo stracciato di 3 euro. Edizione che era iniziata con ottime aspettative e che si è conclusa con un record di presenze che ha sfiorato quasi 2 milioni di spettatori concentrati tutti in questi 4 giorni.
La scelta di far cadere la festa del cinema in questi giorni e non a maggio come lo scorso anno, è stata sicuramente mirata per proiettare lo spettatore nel pieno della stagione cinematografica con titoli come: Suburra, Padri e Figlie, The Martian, Life, Hotel Transilvania 2, Black Mass e altri titoli che hanno incentivato le persone a scollarsi dal divano della tv e a godersi la poltrona del grande schermo.
Complice del successo è sicuramente il mondo dei social che ha garantito un costante e crescente flusso di informazioni sull’iniziativa, raggiungendo un numero sempre più alto di utenti. L’evento ha coinvolto più di 2.500 sale e sono state tante le offerte e i concorsi a premi che hanno fatto si che l’interesse verso questa festa del cinema crescesse in modo esponenziale. I fautori dei Cinema Days si dicono già pronti ad un bis che dovrebbe arrivare tra aprile e maggio 2016 riattivando così il circolo virtuoso dell’ “andiamo al cinema”.
Tuttavia c’è da dire che ovviamente l’incentivo maggioCinema Days col botto
re, la locomotiva di questa festa del cinema è stato il prezzo irrisorio del biglietto che ha convinto anche i più pigri, svogliati e dal braccino corto a muoversi verso le sale. Certamente ha tutti è piaciuto non dover sborsare i soliti 7-10 euro del biglietto, ed andare al cinema è piaciuto molto anche al nostro portafoglio. Quindi la questione che si pone è: perché non abbassare definitivamente ad un prezzo un po’ più accessibile a tutti, e non soltanto durante la festa del cinema, il prezzo del biglietto, visto che i riscontri sono positivi? Di certo ci guadagneremmo tutti: dai cinema alle case produttrici a noi stessi spettatori.
Forse la paura è quella che dopo un primo botto di vendite al botteghino l’afflusso vada sempre più scemando producendo delle perdite. Ma è una strada che probabilmente dovrebbe essere intrapresa per provare a competere con fenomeni tipo lo streaming o il cinema a casa delle grandi piattaforme digitali che rischiano di danneggiare il nostro amato “cinematografo”.

Marco Celi

Suburra

Tra le uscite più attese durante il CinemaDays figura “Suburra”, diretto da Stefano Sollima e basato sull’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini. Ambientato nel periodo precedente la caduta del governo Berlusconi, il regista decide di scandire drammaticamente il tempo dividendo gli avvenimenti in più giornate. Attorno a un grande evento, la trasformazione di Ostia nella Las Vegas d’Italia, si intrecciano le vicende dei tre protagonisti. Numero 8, giovane boss di Ostia, che incarna lo spirito ribelle restio ad attenersi alle rigide “leggi” della malavita. Filippo Malgradi, parlamentare corrotto e dalla vita dissoluta, pronto ad usare la sua posizione per garantire i propri interessi. Ed infine Manfredi Anacleti, capo di un clan di zingari disposto a tutto per ottenere un posto nella criminalità che conta. A colorare le loro vicende il regista inserisce una serie di personaggi minori ma decisivi; Viola, la tossica compagna di Numero 8, Sabrina, giovane escort di fiducia di Malgradi, emblemi del vizio e della lussuria, e Sebastiano, organizzatore di feste vip che si ritrova in un gioco più grande di lui. Su tutti aleggia l’ombra del temuto quanto rispettato Samurai, ex componente della Banda della Magliana, interpretato da un serafico Claudio Amendola, che si adopera per mantenere l’ordine e la pace tra i clan. 130 minuti per avere una panoramica della malavita della capitale, passando attraverso il contrasto tra le nuove potenze emergenti e i vecchi baluardi della criminalità in lotta per il rispetto degli antichi codici. Entrambi si richiamano ad una terza potenza, la politica, che finisce per ridursi a un mero sfondo di scontri in cui non si risparmia il sangue. Film da vedere per un pubblico medio che ha voglia di immergersi in questo spaccato di realtà. Da segnalare le interpretazioni di un sorprendente Claudio Amendola, ineccepibile nella serietà del suo ruolo, e di Pierfrancesco Favino, che da personalità al suo personaggio forse un po’ troppo stereotipato. Unica nota negativa è a volte l’eccessiva approssimazione di alcune storie (soprattutto le dimissioni di un cardinale) e un finale che si presta a non troppo chiare interpretazioni.

Diva Famà e Alessia Edvige Attivissimo