LovME Fest- una giornata di arte e musica alla riscoperta degli spazi pubblici

Tre anni fa alcuni ragazzi messinesi col desiderio di risvegliare e valorizzare il lato artistico del capoluogo peloritano progettarono un festival musicale ed artistico. Il proposito di base era ed è quello di riappropriarsi degli spazi pubblici e valorizzarli tramite l’arte figurativa, la musica e l’incontri fra la cittadinanza.
Rispetto alle precedenti edizioni svoltesi a Forte Ogliastri quest’anno è stata individuata Villa Dante come scenografia, in vista anche della sua ristrutturazione rientrante nel MasterPlan.
Oltre la musica vi saranno mostre di fotografia, scultura, pittura e fumetto. Street food, body-painting, area attrezzata per i nostri amici a quattro zampe, kids zone esposizione di droni, elicotteri professionali ed esibizione acrobatica dal vivo. Vista la vicinanza con la festa della Repubblica vi sarà un “open mic” col quale si potrà intervenire così da indurre scambi di opinioni sulla nostra terra.
L’evento è patrocinato dal Comune di Messina, l’ Assessorato alla Cultura e alle Politiche Giovanili il Consiglio della Terza Circoscrizione e con la collaborazione di diverse associazioni giovanili.

Di seguito trovate la intervista di  SANTI ENRICO BRUNO, uno degli organizzatori principali dell’attesissimo LovMe Fest. E subito dopo il programma dettagliato della giornata.

  1. LovME Fest: questa è la terza edizione dell’acclamata manifestazione messinese, ma che origini ha?

Per le prime due edizioni, la manifestazione è stata organizzata al Forte Ogliastri e quest’anno, invece, sarà alla Villa Dante. Nasce dalle idee di varie associazioni universitarie fra cui LIBERAMENTE, MESSINA GIOVANE, UNIVERSITA’ ECLETTICA, FUCI, CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI, (quindi anche dai ragazzi delle scuole superiori), dalla collaborazione con la Croce Rossa, con l’AGESCI di Messina 4 e con tante associazioni attive nel territorio che hanno deciso volontariamente di dare il loro contributo e, sottolineo “volontariamente” considerando che NESSUNO all’interno di questa manifestazione viene pagato.

  1. La decisione di organizzare la manifestazione nel verde della Villa Dante non è casuale: quali sono i motivi decisivi per la scelta?

Principalmente, sono due gli aspetti su cui ci siamo soffermati.

Il primo è legato alla valorizzazione del territorio, esattamente com’è stato per il Forte Ogliastri, quindi un’esposizione che non passi solo per le vie del centro ma che abbracci tutta la città, soprattutto le periferie che sono spesso dimenticate e che, invece, sono quelle che hanno più fame di cultura o, comunque, di vivere eventi del genere; questo è un dato importante per noi, nonché quello che ci ha portato alla scelta di questo parco cittadino.

Il secondo motivo è legato alla tipologia di manifestazione: il 2 Giugno è la festa della Repubblica, nonché la prima volta delle donne al voto. Si parla, quindi, di partecipazione cittadina, di cambiamenti, ma si tratta anche di evoluzione e, mi piace sottolineare, che si discuta di donne, che all’interno di questa manifestazione si impegnano anche fisicamente, sfatando  la credenza comune secondo cui il “sesso debole” non scenda in campo.

Qui, oggi, vogliamo utilizzare gli strumenti di democrazia e di partecipazione riadattandoli ai tempi: la partecipazione ora è l’intervento dei cittadini che si basa sul riappropriarsi degli spazi della nostra città, dando un contributo materiale/fisico, per un risultato comune.

Questo è il messaggio che vogliamo lanciare: è vero che ci sono pochi strumenti, ma è altrettanto vero che ogni cittadino può dare il suo contributo per migliorare.

Allo stesso tempo, abbiamo il concetto di “libertà”, rappresentato, per noi, dall’arte e, materialmente, dalla possibilità di avere tre palchi su cui possono esibirsi band, dj e, quindi, tutti i ragazzi che possono esprimere la loro passione. Ancora, abbiamo le mostre: di fotografia, di pittura, di scultura, di fumetto. L’idea è quella di dare spazio a queste forme di libertà e di incentivare l’avvio di attività del genere, infatti nel corso della manifestazione avremo anche tre workshop dedicati alla fotografia, al fumetto e alla pittura, in cui verranno spiegate le tecniche di base.

Oltre alle attività ludiche, avremo dei seminari importanti che vanno a toccare dei temi specifici, come la legalità; un seminario dedicato alle disabilità, in collaborazione con l’Unione Ciechi, in cui proveremo a capire come vive un cieco all’interno di una città piena barriere; avremo anche la proiezione di un video sul vicino ed attuale tema dell’immigrazione.

Ci sarà anche un’area dedicata solo ed esclusivamente ai bambini: perché? Perché è partendo dell’educazione del piccolo, che si possono avere risultati migliori; così attraverso il workshop “ ridisegniamo Messina”, i bimbi potranno disegnare la città come la vedono o come la vorrebbero. Si avvicineranno alla cura ambientale, piantando dei fiori e sporcandosi le mani, così da avere la percezione del verde affidato al singolo cittadino. Infine, avranno un momento dedicato alla lettura delle fiabe.

Non scordiamoci la parte relativa alle mostre di moto ed auto epoca e quella degli artigiani.

Esistono varie forme di espressione e questa manifestazione lascia la libertà di metterle in gioco, di esporsi, e se la nostra città avesse più momenti del genere, ci sarebbero molte più persone pronte a confrontarsi in tali momenti di arte.

  1. La villa, dopo il 2 Giugno, vivrà ancora?

Per far sì che il nostro lavoro non si perda, a nostro favore abbiamo: la pulizia e la rivalorizzazione (anche se sembra momentanea) del luogo; provare a mettere in rete anche le istituzioni, affinché la villa sia pulita non solo il 2 giugno, ma anche per il resto dall’anno, così da dare spazio ad altre possibili manifestazioni.

Noi, adesso, accendiamo i riflettori su un parco cittadino che ci auguriamo possa vivere anche dopo questa data e ci mettiamo noi per primi a disposizione del comune e della III circoscrizione, che ci ha aiutato molto, per dare un contribuito pratico per future manifestazioni e per mantenere agibile questo splendido spazio verde.

Programma della giornata:

 

  • dalle 10:30 alle 12, “Cos’è l’antimafia”, a cura della Consulta Provinciale degli Studenti;
    alle 10:30, “La narrazione per immagini”, workshop di fumetto, dall’idea iniziale alla fase realizzativa, con esercitazione finale seguita da Michela de Domenico e Graziano Delorda;
  • dalle 10 alle 12:30, Labo-Stage di tamburello siciliano, tamorra e cantastorie, con il Maestro Nando Brusco, curata da Matee Vitae A.S.D.;
  • dalle 11 alle 13, Pilates – Acroyoga, con Matee Vitae A.S.D.;
  • alle 11, LovMe Kids, “C’era una volta…”, lettura interattiva di fiabe organizzata dalla Feltrinelli Point;
  • alle 12, LovMe Kids, “Coltiviamo il futuro”, piantumazione di nuovo verde, realizzata dai giovani partecipanti;
  • alle 15:30, LovMe Kids, “Ri-disegniamo Messina”, laboratorio interattivo di disegno;
  • alle 17, proiezione “Migrants’ perspectives”, l’integrazione tra radicalizzazione e umanitarismo, curata di Aegee di Messi- na;
  • dalle 15 alle 20, “Into the wild”, finestra sullo scouting, con il reparto “Colapesce”, del gruppo scout Messina 4;
  • alle 15:30, “Acquacolor”, workshop, conoscenza ed uso dei materiali per il body paint- ing, di Alessia Oliveri;
  • dalle 16 alle 20, “Messina in gioco”, giochi da tavolo, con le associazioni “Conc- retamente” e “Bios”;
  • dalle 16 alle 20, “Resistere senza paura”, attività di sensibilizzazione alla cultura della legalità, del clan “Il Timone” del gruppo Scout Messina 4;
  • dalle 16 alle 17, Taiji Quan e Qi Gong per ragazzi e adulti, di Matee Vitae A.S.D;
  • dalle 17 alle 18, “Portrait”, workshop fotografico incentrato sulle tecniche del ritratto, sotto la guida di Isabella La Fauci, Marco Familiari e Giuliana Lo Presti;
  • dalle 17:30 alle 18:30, Yoga – Pilates, con Matee Vitae A.S.D.;
  • alle 17, “Alla ricerca di Dante”, caccia al tesoro, organizzata dall’associazione FUCI di Messina, in favore dei poveri di Sant’Antonio;
  • alle 17, “Con i tuoi occhi”, laboratorio teorico e pratico di esperienza sensoriale sulla cecità, dell’Università Eclettica, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Messina, con la collaborazione della community di Fatti Precorrendo e Idee;
  • dalle 18:30 alle 20, “Educazione sicurezza stradale”, a cura della Croce Rossa, Comitato Locale di Messina; dalle 19 alle 20, acroyoga genitori e bimbi, con Matee Vitae A.S.D

Programma esibizioni:

● MAIN STAGE

h. 15.30 → SKID E YABA SCAR – Rap/Hip Hop

h. 18.00 → JAH JAH’S BAND – Reggae

h. 18.45 → I MAC’S – Funky

h. 19.30 → TWISTED HEAD CHAPS – Indie/Rock

h. 20:15 → GABRIELE SALVATORE – Cantautorato

h. 20.30 → FILIPPO ITALIANO – Cantautorato

h. 21.20 → VELAUT – Alternative Rock

h. 22.00 → RIME SATURE – Rap/Hip Hop

● BEAT – DJ ZONE

START 11.00 A.M. / END 00.00 P.M.

ALEFIO // BUCCA // BUFFO // DAMY DEEJAY//D’EMILIO // DE LUCA // DUCA // DUGO // FIORE // FOTIA // FRISONE // GENOVESE // GERACE // GRASSO // GRIJO // GUGLIANDOLO // LA GALIA // LEO LIPPOLIS // RAMPELLO // RODIO // SIGNORIELLO // TUMINO // URSINO // ZAPPALA’

•Percussioni Gilberto Di Gioia
•Accompagnati dalla voce di YANEZ.

● LAB STAGE

h. 15.30 → HAKI E SAKE – Rap

h. 16.30 → ALTRE FREQUENZE – Cover Band

h. 17.30 → BLALLO BAND – Swing

h. 18.15 → GABRIELE PAPALIA – Cantautorato

h. 19.00 → GROUND ZERO – Cover Band

h. 19:45 → LIZARD BAND – Hard Rock

h. 20.45 → RITMO LIVE – Percussioni/Afro/Balcanica

h 21.30 → CUGLIANDOLO // GRILLO // LEANZA // SANTORO

h 23.00 → KOLLASSO // KLINGO

Jessica Cardullo
Arianna De Arcangelis

Harry Potter e il Mistero della Segreteria dell’UniMe

Harry Potter dopo aver visto la fila alla Segreteria di Piazza Antonello

Che piaccia o meno, chiunque al mondo conosce Harry Potter, il maghetto più famoso dei nostri tempi, e sa che ha dovuto affrontare tantissime peripezie per sconfiggere il grande Signore Oscuro.

Harry, più di una volta, stava per rimetterci le penne. Ma si sa: il bene trionfa sempre sul male.

Però, c’è sempre un però, se Harry Potter si fosse trovato ad affrontare, o si fosse dovuto affidare, alla Segreteria UniME… Probabilmente sarebbe morto.

 

Il lato positivo? Noi, studenti UniME, siamo più in gamba di Harry Potter. O, forse, siamo già morti.

 

Ecco per voi quindi, di modo da prepararvi come veri eroi, i 7 modi attraverso cui la Segreteria UniME vi istigherà al suicidio:

 

 

 

  • IN FILA PER TRE COL RESTO DI DUE.

 

Peggio della coda alle Caronti il 15 di Agosto, peggio della fila alla cassa da Zara quando ha tutto a metà prezzo, peggio dell’attesa al concerto di Ed Sheeran (credetemi, era davvero tanta fila).

 

Peggio di tutte queste cose appena elencate c’è lei: La segreteria UniMe. Scene apocalittiche che per poter ottenere l’ingresso dentro quello che sembra un luogo mistico ed invalicabile, devi fare prima un corso di addestramento per imparare a piantare la tenda ed allenarti a dormire sopra un freddo marciapiede del centro città.

 

E non è tutto.

 

Munitevi di un manuale guida che vi spieghi come ottenere il bigliettino corrispondente alla fila per lo sportello del vostro dipartimento. Potreste aver fatto 4 ore e mezzo di coda allo sportello giusto ma col bigliettino sbagliato (e lì son cazzi..) o magari aver preso il biglietto giusto ma aver fatto la fila allo sportello sbagliato.

 

In fin dei conti, chi ci capisce mai niente qua dentro!? E soprattutto, perché decidiamo di andare sempre tutti insieme in segreteria? Ma tutti eh, tutto l’ateneo; Conga.

 

 

  • ED IO CHE NE SO.

Quando a casa mia un oggetto è improvvisamente disperso, alla frase ‘’ MAMMAAAAA, DOV’E’ FINITO OGGETTO XXXXX?!’’ seguono due possibili risposte: A) Là. Non fare venire me che se lo trovo ti ammazzo.

B) ED IO CHE NE SO.

 

Di solito la risposta B mi viene data quando l’oggetto è stato, come dire, BUTTATO, con coscienza e volontà dalla Signora Madre.

 

Ecco, in una classifica di persone omertose che usano la frase ED IO CHE NE SO, l’ordine sarebbe questo: mia madre, il/la segretario/a dell’UniMe, tizio siciliano negli anni ’90 sulla mafia.

 

PER LA BARBA DI MERLINO, segretario dei miei stivali, se io ti chiedo, supplicandoti in ginocchio sui ceci come una povera monaca, quale sia il fottuto modulo che mi serve per la fottuta tesi e quale sia il fottuto giorno di scadenza, COME CAZZO FAI A RISPONDERE: ED IO CHE NE SO?!

 

MA COME E TU CHE NE SAI. MA SCUSA. Lo dovrei sapere io? Sono così deficiente da venirti a chiedere una cosa che so e tu invece no? CHE COSA TI DEVO VENIRE A CHIEDERE? COSA INTENDI TU PER ‘’ SALE QB’’ NELLE RICETTE? COME TRADUCI TU IL “QUANTO BASTA” DELLA PARODI?

 

 

 

  • LA TARTARUGA E LA LEPRE.

 

La favoletta la conosciamo tutti: la lepre è veloce, così veloce che, per bullizzare la povera tartaruga, si ferma a prendere il sole sfottendola. Si addormenta (o muore, non ricordo). La super tarta arriva al traguardo. Chi va piano va sano e lontano, morale, lezione da imparare, tante care cose arrivederci e grazie.

 

ORA. Io sono molto contenta che certe lezioni uno le impara quando era piccolo e faceva oooh, e non se le dimentica più. MA DIO MI PERDONI. Possiamo, gentilmente, non fosse altro per le altre 3942 persone che aspettano dagli anni ’30 in fila, velocizzare solo un pochino?!

 

Perché, sono quasi sicura, che quella cavolo di tartaruga un cavolo di fotocopia la riesce a fare in 3 nano secondi come ogni essere normale e non in OTTO ORE E 4 LUNGHI MINUTI. Chi va piano va sano e lontano, INCONTRO ALLA MORTE (ed io preferirei non morire a piazza Antonello).

 

Considerando che il turno di lavoro dura DUE ORE, quei 49 caffè che prendete e le chiacchiere con il collega dentro il gabbiotto, e il messaggino su whatsapp, non le si possono fare DOPO il proprio turno, nelle restanti 22 ore della giornata?!

 

PER FAVORE. ABBIATE PIETA’.

 

 

  • GAVISCON.

Cari i miei amici segretari, ma perchè mi chiedo io, siete sempre così di pessimo umore? Un sorriso, una gentilezza, un abbraccio?

 

Qui le vittime del sistema siamo noi, quelli che non ci capiscono niente di esse3 siamo noi, quelli che non sanno quali scartoffie compilare per la laurea siamo noi, quelli che non si ritrovano i voti sul libretto siamo noi, quelli che hanno preso la mora perchè non hanno ricevuto il mav siamo noi, quelli che Isee, Iseu, Inps, giro giro tondo, siamo noi.

 

Quelli esauriti sclerotici fuori di testa che se non mi risolvete i guai vi denuncio al telefono azzurro SIAMO NOI.

 

Voi, miei cari amici segretari, non dovreste far altro che sedere alla vostra postazione con aria condizionata, wifi e angolo bar e sorriderci amorevolmente mentre con una mano fuori dalla sbarra sussurrate ” andrà tutto bene caro studente, andrà tutto bene”.

 

 

  • TELEFONO SENZA FILI.

Oggi mi sento proprio nostalgica. Tra una favoletta e un urlo della mammina e il giro giro tondo del punto sopra… Ecco un altro giochino dell’infanzia: il telefono senza fili.

 

Ve lo ricordate? Tutti in cerchio, il primo pensava una parola e la si passava, di compagnetto in compagnetto, fino all’ultimo bimbo che doveva indovinarla. Pena? LA MORTE. No, scherzo. Solo l’esilio, escluso per sempre da tutti i giochi.

 

Ovviamente, la parola non riusciva mai ad arrivare integra. Si partiva con ‘’cacca’’ e si finiva con ‘’ARISTODEMO’’.

 

E, ovviamente, non c’era un telefono. Il telefono eri tu, le manine a coppa intorno all’orecchiuccio del compagnetto erano la cornetta. E poi c’era la fantasia.

 

Quella che adesso hai in abbondanza, smisurata, se pensi che qualcuno risponderà mai al numero di telefono indicato nel sito UniME accanto alla dicitura SEGRETERIA.

 

Ma se lo credi, se riesci ad immaginarti mentre fai una conversazione al telefono con un segretario, chi sono io per infrangere i tuoi sogni. ‘Ché non si sa come mai, ancora, non risponda il messaggio registrato della Telecom Italia di avvertenza ‘’il numero digitato non è esistente’’.

 

No perché, il numero sarà pure esistente, ma per quanto riguarda telefono, fili e il segretario dietro che risponda, pura fantasia.

 

  • ORANGE IS THE NEW BLACK.

 

Dai che lo so che lo avete visto tutti, specie da quando Netflix ha deciso di entrare nelle nostre vite per stroncare qualsiasi possibilità di conseguire la laurea. Per chi non sapesse cosa sia Orange is the new black, vi basti sapere che è ambientato in un CARCERE.

 

Proprio così, ed il riferimento è del tutto intenzionale. Per quale assurdo ed insensato motivo avete deciso di barricarvi dentro quella sottospecie di gabbia, manco aveste a che fare con i peggiori Pablo Escobar dell’Università? (Narcos… ndr)

 

Dico, non è già abbastanza difficile raggiungere un livello di comunicazione efficace ai fini della risoluzione di qualsiasi tipo di problema? E invece no, a separarci ci sono 3 kilomentri e mezzo di balconcino in marmo, una finestra in ferro battuto, un vetro blindato a prova di bomba e le sedie sulle quali siete seduti, sono al piano di sotto.

 

Oh Romeo, Romeo io sono in punta di piedi, ma tu perchè cazzo non ti alzi in piedi invece di continuare a dirmi “scusi, può ripetere? non ho sentito bene”.

 

Ce la possiamo fare sì, ce la possiamo fare.

 

  • WHATSAPP

Questa proprio ve la devo riconoscere, pochi giorni fa sono venuta a trovarvi e mi è sembrato, per un attimo, di essere in uno di quei college americani super tecnologicamente avanzati.

 

No dai, sul serio. Come diamine vi è venuto in mente di mettere a disposizione di noi studenti uno strumento così potente tramite il quale poterci vendicare di quanto sopra?

Per chi non fosse andato di recente nel luogo mistico di Piazza Antonello, spiego brevemente di che si tratta: davanti ad ogni sportello è stato posizionato un aggeggio che chiameremo tablet, (non so se lo sia realmente ma ci somiglia parecchio) sulla schermata del quale compaiono tre simpatiche facce: una verde (felice), una arancione (libera l’incrocio se lo hai già impegnato) ed una rossa (estremamente triste ed arrabbiata).

Lo scopo, è quello di fornire allo studente uno strumento in grado di valutare i servizi offerti dallo sportello in questione.

ORA, miei cari amici segretari, vi svelo un segreto: mentre con lo sguardo puntiamo le vostre vite da prigionieri di Azkaban, con le dita abbiamo già sfondato di tap la faccetta rossa da averla rincoglionita al punto di chiedere pietà. Ma vi vogliamo bene però, magari un sorrisetto ce lo scambiamo su whatsapp, a fine carriera. Se ce la famo.

 

Elena Anna Andronico ☹ ☹ ☹

Vanessa Munaò ☹ ☹ ☹

I 10 comandamenti del pacco da giù

Mi trovo con un piede in una zona ed un piede in un’altra. Sono ad uno stallo, anzi, per dirla alla Enrico Ruggeri, ad un bivio. Diciamo che sono un semi – fuori sede, anche se il termine è improprio, dato che molto spesso viaggio tra Messina e Roma in vista di un trasferimento universitario che mi porterà a finire il mio percorso accademico nella capitale. Ogni mese, praticamente, sto a Roma circa 15 giorni, abitando lì anche la mia ragazza finisco per unire vacanza e dovere, essendo necessario informarsi per bandi, corsi e case.
Ogni volta che prendo un intercity, però, un particolare fondamentale non mi abbandona mai. No, non il ritardo di Trenitalia. Il cibo. Quando parto mia madre e mia nonna mi riempiono di roba tipica siciliana, messinese e catanese (per metà il mio cuore è sotto l’etna), e finisco sempre per occupare 4 posti, il mio assegnato e gli altri tre attorno a me, perchè addosso, tra i bagagli, ho anche i pacchi di braciole, biscotti, panini, affettati, sottovuoto e salse varie, sia in discesa che in salita, sia chiaro, perchè la famiglia della mia fidanzata è originaria della riva giallorossa dello stretto.
Si perchè ragazzi, dai, la porchetta del porchettaro non puoi non portartela a casa in camion carichi, o le bombe o i cornetti di Centocelle non puoi mica lasciarli lì, in balia della sorte. Sei proprio costretto a portarteli dietro. Chiedete a chi viaggia per studiare quale sia la sua più grande attesa e mai vi risponderà “l’occasione per tornare a casa” ma sempre “il pacco da giù”. Sia questo spedito o riportato nella città “straniera” al momento del rientro, il pacco da giù è fondamentale, senza non ti riconoscono come terrone, che poi è proprio bello vantarsi di esserlo. Anche perchè dico, c’è tutto un modo per mandare questo sacro graal della degustazione, un iter da seguire, e quindi questo editoriale, più che un articolo, vuole essere un vademecum, i 10 comandamenti del pacco da giù.
1- Deve essere oleoso. Così tanto oleoso che i pacchi accanto con dentro le scarpe, nella stiva di trasporto, devono diventare melanzanine da mettere nel panino al volo
2 – Deve essere compatto. Siccome te lo manderà tua mamma o tua nonna, vuole essere sicura che niente si rompa, quindi si, all’esterno sembrerà una scatola comune, ma dentro sarà tipo stretto neanche contenesse un vaso di porcellana
3 – Lo scotch deve rigorosamente essere marrone, qualunque sia il colore del cartone. Quel nastro adesivo da cui non esce nulla, neanche i sensi di colpa di tua madre o tua nonna quando pensavano che potesse entrarci altro, ma altro non hanno messo
4 – Dentro nessun imballaggio, la sicurezza è data dalla sua importanza. Il pacco da giù non arriva, cade dal cielo, così, senza capire niente, è leggero, aureo, angelico, non viene consegnato, ma in modo nobile consegnato, non vi è timbro postale ma sigillo del regno delle due sicilie
5 – Le bottiglie di sugo non devono essere state imbottigliate da meno di 6 mesi. Sappiatelo mittenti, le bottiglie di pomodoro fatte tipo 1 mese prima non sono bottiglie di pomodoro, servono solo per lavare per terra
6 – Le brioscia. Tante. Sopra Messina non comprendono cosa significhi riempire una brioche di gelato o inzupparla nella granita, al nord, addirittura, il cornetto viene chiamato brioche…insomma, capite bene che servono sempre, come cibo, spugnette per il bagno se troppo morbide o pietro pomice se diventano troppo dure
7 – Deve necessariamente essere scritto con una scrittura di giù. Vengo e mi spiego: la scrittura di giù sul pacco porta scritto robe tipo “Mio nipote Claudio Panebianco, Viale degli Aranci, 18, Roma” o un “posta veloce”, scritto veramente a mano, esperienza reale, sullo scatolo, come se servisse veramente per farlo diventare Bolt
8 – Fondamentali le melanzane, senza non si fa la parmigiana, non si fa la pasta con le zucchine fritte, SENZA NON SI FA LA VITA
9 – Le braciole, le braciole come Dio comanda. Perchè a Roma, ragazzi, o in altri parti d’Italia, le braciole sono polpette. “Padre, perdonali, perchè non sanno quello che fanno”
10 – La salsiccia. A caddozzi. Niente roba strana da aprire per essere cotta sul barbecue, niente macinato, il puro caddozzo siciliano, sia condito o meno, ma che sia sosizza. Tanta da poterci fare una collana. Due collane. Due collane ed una sciarpa. Tanta da utilizzarla come bracciale
Il pacco da giù non si aspetta. Il pacco da giù si evoca, come una divinità, pregando ogni giorno rivolti verso il pilone.
Claudio Panebianco

Twin Peaks : il ritorno

Venticinque anni fa andava in onda l’ultima puntata. Parlo di Twin Peaks la serie cult degli anni Novanta creata da David Lynch e Mark Frost. Precorritrice delle serie d’autore, per la qualità di sceneggiatura, trama e attenzione ai minimi dettagli.

 
Era l’aprile del 1990 quando il corpo di Laura Palmer venne ritrovato avvolto nella plastica, la nebbia della confusione si addensava sempre più con l’avvio delle indagini di questo omicidio e tutta la cittadina di Twin Peaks era passata al setaccio dall’agente del FBI Dale Cooper.
Fra i seriali e non solo c’è grande attesa per questo ritorno di cui si parla dal 2014.


Riecco Kyle MacLachlan nei panni di Dale Cooper, e gli altri volti storici della serie, da Mädchen Amick a Sherilyn Fenn e Sheryl Lee, fino a Ray Wise.
Sono  tanti i nuovi ingressi: da Laura Dern (che in tanti definiscono la musa dello stesso Lynch dai tempi di Blue Velvet)  poi abbiamo Amanda Seyfried, Jennifer Jason Leigh, Naomi Watts, Trent Reznor, Jim Belushi, Eddie Vedder e persino una italiana : Monica Bellucci. Per un totale di 217 attori.
Della trama non si sa nulla, solo che è un sequel. Gli episodi sono 18 e sono stati scritti da David Lynch e dallo sceneggiatore storico della serie Mark Frost. Le musiche sono state composte da Angelo Badalamenti.

 


Nella notte fra domenica 21 e lunedì 22 dalle 3.00 su Sky Atlantic HD sarà possibile vedere i primi due episodi della nuova stagione in versione originale con sottotitoli.
La serie verrà trasmessa in contemporanea con gli Stati Uniti, data di inizio il 26 maggio ogni venerdì alle 21,15 su Sky Atlantic HD.

Le aspettative sono alte, la prima stagione fu un caso storico, la seconda un flop e con conseguente cancellazione del programma. Qui Lynch e Frost si giocano tutto, le carte per un sequel memorabile ci sono.
Voi preparate caffè americano e torta alle ciliegie che mal che vada ci si consola.

 

Arianna De Arcangelis

Eventi del fine settimana

Venerdì 19

  • ALBERO DELLA PACE

Dove: Piazza Duomo

Quando: dalle ore 9:30

Cosa: la pace inizia, mettendo un punto alla guerra contro il nostro stesso pianeta; è ormai uso comune gettare qualsiasi tipo di rifiuto in ogni dove, senza pensare al suo potenziale inespresso o senza riflettere sulle enormi ripercussioni che quel gesto avrà per gli anni futuri. In questa triste ottica del presente, Puli-AMO Messina intende far “pace” con l’ambiente, tributandogli un albero interamente realizzato con materiale di riciclo, liberando (sia pure idealmente) la Madre Terra dal greve compito di smaltire le enormi quantità di rifiuti che ogni giorno le doniamo.

L’installazione è un’iniziativa legata alla manifestazione “La tenda della Pace“, che avrà luogo a Piazza Duomo dal 19 al 21 maggio.

  • VERSO IL G 7 DI TAORMINA: DIBATTITO SU GUERRA E MIGRAZIONI

Dove: Via XXIV Maggio

Quando: dalle ore 17:30 alle ore 20:00

Cosa: l’imminente G7 di Taormina, affronterà alcuni dei conflitti più sanguinosi scatenati nell’area mediterranea e mediorientale e l’immancabile “lotta al terrorismo (islamico)”. Altro tema “caldo” sarà quello delle relazioni-pressing sulla Russia e, per la prima volta in ambito G7, verrà presentato il tema delle “emergenze” prodotte dalle migrazioni mondiali.

Il vertice di Taormina avrà  lo scopo di rafforzare le alleanze politico-militari nel quadro dell’escalation bellica globale e il contrasto con l’uso della forza delle migrazioni e della fuga di milioni di persone dalle guerre e dai crimini socio-ambientali.
Introduce Antonio Mazzeo, comitato No G7 – Messina.

  • THE HATEFUL TARANTINO TRIBUTE

Dove: Beer Garden, Falcone – Via G. Falcone 4/6 – Cotignola

Quando: dalle ore 22:30

Cosa: i The Hateful Tarantino tribute band ripercorreranno le colonne sonore dei film di Quentin Tarantino con uno show unico nel suo genere.
A fine concerto, la serata prosegue con il Radar Rock Party, una selezione musicale di Dj Piro (Massimo Solaroli).

Ingresso gratuito con possibilità di prenotazione tavoli per cena al numero 3801025449.

Sabato 20

  • CLINIC DEDICATA AL MONDO DELLE BATTERIE CON MARCO IANNETTA

Dove: Casa Musicale Sanfilippo – Via G. La Farina, 69

Quando: dalle ore 17:00

Cosa: un incontro con un artista famoso in tutto il mondo per la sua unica ed eccezionale tecnica batteristica; con il suo complesso drum kit, costruisce il suo innovativo ed articolato playing.

  • LIBRO D’ARTISTA

Dove: La Feltrinelli Point – Via Ghibellina, 32

Quando: dalle ore 18:30 alle ore 19:30

Cosa: è un libro che rappresenta un lavoro d’arte, spesso pubblicato come edizione numerata a tiratura limitata, sebbene a volte sia prodotto come oggetto unico e venga chiamato appunto unique.
La mostra “Il Libro d’artista” (promossa all’interno del Maggio dei Libri) è stata ideata, organizzata e curata dall’Associazione di artisti “Senza chiedere il permesso”, dalla Feltrinelli Point di Messina e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Messina.
All’inaugurazione, saranno presenti gli artisti espositor ed introdurrà lo storico d’arte Giampaolo Chillè; presenzierà l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina Federico Alagna.

  • DAVIDE SHORTT IN CONCERTO – STRANIERO TOUR FULL BAND SHOW

Dove: Retronouveau – Via Croce Rossa, 34

Quando: dalle ore 22:30

Cosa: Davide Sciortino è un cantautore, beatmaker e rapper di Palermo, nonché terzo classificato alla IX edizione di X Factor. Ritorna nella sua Sicilia con un album che vanta testi figli della grande tradizione cantautorale italiana e ricco di collaborazioni importanti: Daniele Silvestri e la sua band, la neo soul band romana ThrowBack, il rapper Tormento e la stella del rap underground Johnny Marsiglia.

Ingresso € 10 direttamente al botteghino.

DOMENICA 21

  • VISITA IL CIMITERO MONUMENTALE DI MESSINA

Dove: ARB – via Romagnosi, 18

Quando: dalle ore 9:30 alle ore 12:30

Cosa: “MESSINA CITTA’ CHE PARLA” 5a passeggiata; Francesco Maggio che ci guiderà nel nostro cimitero monumentale, che è uno dei più importanti cimiteri monumentali d’Italia: al suo interno è presente la gran parte della statuaria e dell’architettura del neoclassicismo messinese.
Attenzione: la guida di domenica è introdotta da un incontro che si terrà venerdì 19 dalle 20 alle 21 presso la sede dell’associazione ARB.
La quota di partecipazione è di € 5 a persona.

  • TORNEO JUST DANCE

Dove: Smite TP Games – Via Risorgimento, 45

Quando: dalle ore 11:00 alle ore 13:00

Cosa: il Torneo di Just Dance si svolgerà durante la mattina del secondo giorno dell’evento GAME of COMICS.
Il Costo di partecipazione sarà di soli 3€ a persona.
Il Vincitore verrà dichiarato a fine di tutti i balli sommando i punti accumulati durante il gioco e riceverà come premio una coppa come memoriale dell’evento.
Le Iscrizioni sul luogo dello svolgimento del torneo verranno prese sino a 10 minuti prima dell’inizio dello stesso.

Jessica Cardullo

Arianna De Arcangelis

Bukowski la cui <> fa rima con libertà.

Factotum, romanzo che rivelò Bukowski al pubblico italiano, ma soprattutto un romanzo on the road dove Henry Chinaski, alter ego dell’autore, è il protagonista.

Un factotum, appunto, un tuttofare che passa indifferentemente da un mestiere all’altro per permettersi da vivere e da bere, attraversa l’America vivendo alla giornata, affidandosi al caso e a quel destino fatto di lavori manuali, sesso e sbornie quotidiane.

Era vero che non avevo grandi ambizioni, ma doveva pur esserci un posto per gente senza ambizione, voglio dire, un posto migliore di quelli che mi capitavano di solito.”

Un’ agenzia di distribuzione riviste, una redazione di un giornale, un magazzino di pezzi di ricambio per auto, una fabbrica di biscotti per cani, un negozio di abbigliamento, un ufficio spedizioni, un magazzino di biciclette, una ditta di impianti di luce al neon, un’ altra specializzata in articoli natalizi, un albergo.

Così disgustato dalla vita, da ciò che un essere umano deve fare per mangiare, dormire e permettersi qualche straccio. Non sopporta chi gli sta intorno, i lavori ripugnanti che ha svolto, le ripetute segnalazioni per ubriachezza molesta. Proprio non riesce a capire come possa essere divertente alzarsi alle sei di mattina, saltare giù dal letto, mangiare qualcosa controvoglia, andare in bagno, buttarsi nel traffico per raggiungere un posto dove si fanno i soldi per conto di qualcun altro.

Nonostante l’ assenza di una trama e la fastidiosa sensazione che niente possa cambiare né in Chinaski né tantomeno nelle persone che lo circondano, non si può non catturare un significato più profondo e non restare colpiti dalle rare ma coinvolgenti perle di saggezza senza filtri, senza regole.

Questione di fegato. Chissà come stava il mio fegato.”

Un testo sbronzo di solitudine, consapevole di non dover essere riempita con chiunque, una solitudine amata e che basta a se stessa.

Consigliato a chi vuole approcciarsi a un testo alla Kerouac, un inno alla non omologazione a tutti i costi in una società che spinge sempre più alla perdita della propria individualità.

Serena Votano

Piazza dell’arte – Un venerdì di musica e successo

Musica, laboratori e tanta gente: la scalinata del rettorato si è accesa in un meraviglioso clima di festa e spettacolo

Per la V edizione della “Piazza dell’Arte Universitaria”, l’Associazione Morgana, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Messina, del Comune e con la collaborazione dell’Associazione Terranostra e della Consulta Provinciale degli Studenti, ha allestito una manifestazione acclamata da studenti e cittadini.

Sin dal pomeriggio, la scalinata del rettorato si è popolata di gente curiosa e/o partecipe alle iniziative; in serata, la gradinata finalmente brulicava di spettatori, soddisfatti di un evento che ha smorzato la noia di un qualsiasi venerdì messinese.

Da non dimenticare, il gradito rinfresco, la “socialissima” area adibita per foto e selfie, che hanno contribuito a contrassegnare la serata.

Si continuerà a parlare del successo della Piazza dell’Arte e si spera – ovviamente – in una prossima edizione.

Jessica Cardullo

Ecco 10 motivi per cui uno studente universitario dovrebbe viaggiare

Almeno una volta l’anno, anche se solo per 3 giorni: prendete tutto e partite.

Per non impazzire. Per non annoiarvi. Perché fa bene….

Perché?

Per questi 10 motivi.

Ma anche per nessuno di questi. Fatelo e basta. Viaggiare fa bene alla salute.

1- Per premiarti. 

Chi di voi non ha mai sognato di trovare sotto l’albero, magari dopo un’estenuante sessione, un bel biglietto solo andata per destinazione paradiso? Diciamocelo, la vacanza premio è una delle cose migliori che possiamo regalare a noi stessi dopo aver buttato sangue, sudore e salute su tutte le pagine di tutti i libri di ogni materia della nostra carriera.

 

Ho preso 18, domani vado ad Amsterdam a sfondarmi di funghetti allucinogeni per dimenticare” (dai che lo so che ti fai di funghetti allucinogeni…) oppure “Ho preso 30, direi che Amsterdam è un ottimo modo per festeggiare”

 

Chiara Ferragni version: “Hi guys, ho finito il primo paragrafo, faccio pausa per le strade di San Francisco, dopo il secondo ed il terzo volo ad Hong Kong”. Insomma, che tu sia povero o Chiara Ferragni, avrai sempre un motivo per premiarti, fare la valigia e staccare la spina.  RIGENERANTE

 

2- Per non tentare il suicidio.

Ogni studente, almeno una volta durante la sua carriera universitaria, ha pensato ‘’non ce la faccio’’. E, diciamocelo, la situazione peggiora se incocci giusto quel professore che decide di bocciarti 34 volte. Ma perché?! Cosa altro devo studiare?! Beh, probabilmente niente. Si divertono così, che vi devo dire.

In quei momenti di black out totale, manco fossimo in una puntata di Shondaland, te lo dici ‘’ non posso farlo. Non sono all’altezza. Mi arrendo’’.

E poi non ci arrendiamo mai perché siamo cocciuti come muli e, da brave bestioline ignoranti, ci riproviamo fino a quando ‘’18 e sto! Dove devo firmare?!’’.

Ecco, è in questi momenti di blocco che due giorni fuori, lontano da tutto, lontano dalla vita vera, possono solo fare bene alla salute. Sono un respiro profondo. Lo prendi e vai avanti.

3- Per arricchirti.

No, non nel senso che viaggiare potrebbe essere la soluzione ad ogni tuo dubbio amletico circa le tue scelte universitarie. “Avrò scelto la facoltà giusta?”,Troverò mai un lavoro?”, “Avrò mai uno stipendio?”.

 

No, non vi arricchirete viaggiando e abbandonando gli studi, ma attenzione; potreste sempre prendere un volo diretto per la Cina, fare strani accordi con la mafia cinese, ottenere la licenza per aprire un camioncino abusivo di braciole in centro a Pechino e diventare ricchi. (Che ideona vi ho appena suggerito?)

Allora sì che potrete compilare la rinuncia agli studi.

 

Ma no dai, la ricchezza della quale sto parlando vale molto di più che tutto questo, perché la ricchezza che troverete viaggiando sarà quella degli occhi e del cuore. Viaggiare per credere.

 

4-Perché non si impara solo sui libri.

E qua non stiamo a filosofeggiare, eh. Qua si parla proprio di vita reale: se mi trovate un libro dove ti insegnano a fare la lavatrice o la lavastoviglie, beh, voglio la copia in PDF TIPO SUBITO, ORA, NAU.

Fatevi quella valigia e andate ad imparare LA VITA, cazzo. Che sui libri quella non si legge, non si impara. Imparate cosa vuol dire farsi rubare la borsa e dover andare all’ambasciata italiana a denunciare il fattaccio, ad esempio.

No, oddio, troppo severa.

A calpestare una cacca con l’unico paio di scarpe che avete potuto portare perché, mannaggia a easyjet, la valigia in stiva costa troppo e non posso comprarne un altro paio e ‘’mammina dove sei, come faccio, che schifo!’’. Le cavolate insomma, che poi sono le cavolate che servono per sopravvivere.

5-Per coltivare nuove amicizie.

Ma quali Facebook, Instagram e Whatsapp; le amicizie non sono più quelle di una volta (quanto mi sento vecchia dicendo queste cose) e no, abbiamo detto che quelle con i rumeni dei call center sono da escludere da ogni categoria di questo articolo.

 

Viaggiare è anche e soprattutto conoscere gente che non nutre alcun pregiudizio nei tuoi confronti perché diciamocelo, coi tuoi colleghi ormai hai creato il fan club degli sfigati, depressi, non avremo mai quella laurea, e sai che non potrai mai far parte di nessun’altra confraternita.

 

Quale migliore occasione se non quella di essere dall’altra parte del mondo, col tuo nuovo amico Peruviano a scolarti qualsiasi bottiglia di Rum che ti capiti a tiro. Ciaoh poveri, c’ho l’amico international.

 

 

6- Per intasare Instagram.

Un po’ pezzi di merda in questo caso, nei confronti dei colleghi stipati a casa, siamo (proprio, col verbo alla fine della frase, alla siciliana, per rendere meglio il concetto). E anche un po’ ossessivi, compulsivi, vanitosi e ostentatori.

Però quanto è bello pubblicare le foto di quella nuova meta e, cavolo dai, ma avete visto che meraviglia ho potuto visitare?!

Suvvia, in viaggio siamo tutti un po’ MARIANODIVAIO SPOSTATE CHE ME FAI OMBRA. E poi, è terapeutico: quando torni alla vita normale e cominci a pubblicare foto di te con i libri, il gatto sui libri, gli evidenziatori con i libri, i libri sui libri; basta scendere un pochetto più giù e… Uao, che figata che è stato quel viaggio.

7- Per confrontarti con il diverso.

Si, si, lo so che col diverso vi ci confrontate ogni santissimo giorno, quando puntuale come lo sposo il giorno delle nozze, arriva la chiamata del call center e tu stai lì a spiegare all’austro-ungarico di turno che NON VOGLIO NESSUNA CAZZO DI OFFERTA CIAO.

 

Facciamo che questo non lo consideriamo nella categoria ma proviamo ad allargare i nostri orizzonti. È vero, tutto ciò che è diverso forse spaventa, (tranne un 28 in mezzo a una sfilza di 18, quello non spaventa di certo) ma pensate a quante cose belle vi potrebbero capitare prendendo un semplice pullman, treno o aereo: Potreste imparare a fare la raccolta differenziata, a mettere la cintura quando state sul sedile posteriore, ad attraversare sulle strisce pedonali, rispettare i semafori, usare i cestini…

 

Dai sì, la smetto di elencare tutto ciò che non siamo in grado di fare, ma ricordate; non è mai troppo tardi per scoprire che oltre alla nostra tribù medioevale, esiste un mondo civilizzato ed emancipato.

 

8- Per assaporare la libertà.

Questo punto è rivolto di più ai ragazzi che studiano nella propria città e vivono ancora coi genitori. A noi, poveri disgraziatelli, che si mangia ancora alle 13:04 spaccate, A TAVOLAAAAA QUESTA CASA NON È UN ALBERGO A TAVOLAAAAAAAA!!!

A noi, che guardiamo i colleghi fuori sede e, quasi per tutto il periodo universitario, pensiamo ‘’perché?! Perché ho autoimposto a me medesimo di avere per altri OTTANTADUE ANNI il coprifuoco? Perché?’’

Con tutto il bene che possiamo volere ai nostri genitori, ci mancherebbe altro, ma, in svariate occasioni, si tenta il suicidio.

È per questo che QUEL VIAGGIO, quello che ancora non ti sei concesso, studente in sede, TI SERVE. Per respirare un attimo di libertà. Come la mamma, sempre lei, che la domenica mattina entra in camera e spalanca tutto perché ‘’È domenica, BISOGNA FAR CAMBIARE ARIA ALLA CASA’’.

Cambiatela voi, concedetevi una settimana di domeniche fuori, respirate la libertà e poi, sì, poi si può tornare a casa.

9- Ryanair.

Fermi tutti, menzione speciale. Standing ovation, medaglia ad honorem: RYANAIR. Tu che hai rianimato tutti i cieli del mondo, tu che hai ridato la gioia laddove gioia non c’era più. Tu che mi fai pagare il biglietto per New York ad un prezzo così abbordabile che ho convinto anche mia nonna a partire.

 

Tu che il bagaglio a mano non può essere più grande della mattonella che ho in bagno (pena 55euro di multa da pagare cash provati sulla mia pelle), che se voglio portarmi due mutande di più devo comprarmi 600euro di bagaglio da stiva, che se voglio scegliere il posto a sedere devo concedermi al Capitano (oppure, chiaramente, pagare) che vuoi accollarmi i profumi, i gratta e vinci speciali, le assistenti di volo come badanti.

 

Tu che sei riuscito nella grande impresa di convincere il mondo che volare ovunque vuoi a basso costo sia possibile, ma che in fondo, sei solo riuscito a prenderci tutti, beatamente ed allegramente per il culo. Grazie Ryanair.

 

10- Messina

Non è vero che a Messina ‘’non c’è nenti’’. A messina c’è, c’è tanto. Sono i Messinesi che non ci sono. Non ci stanno proprio con la testa, sognano di fare qualcosa e, mentre sognano, si perdono quello che c’è (anche se alcuni sono proprio fuori come balconi, nel senso MATTI DA LEGARE).

Tra di noi, a livello umano, gli stimoli sono pochi e non sfruttati. L’apatia incombe, sempre più pesante e reale. Mia nonna, alla casa di riposo, si divertiva molto di più.

Siamo degli zombie.

E quindi, forse, quei 100€ che si spendono ogni sabato sera sarebbe il caso di metterli da parte e farci un bel gruzzoletto, invece che spenderli in Belvedere… E andare a vedere quello che veramente è un Bel- Vedere.

Che magari, gli stimoli tornano. E poi, in fin dei conti, niente è più bello che tornare a casa.

Elena Anna Andronico

Vanessa Munaò

“The Story” di Brandi Carlile – versione di cover per una buona causa.

Se vi dicessi il nome Brandi Carlile probabilmente non avreste idea di chi stia parlando.

Se invece vi facessi sentire solo le prime strofe di “The Story” la riconoscereste immediatamente e aggiungereste “certo! l’ho sentita in…”.
Le sue canzoni sono state usate in moltissime serie tv (forse su tutte Grey’s Anatomy) film, pubblicità, ciò non deve essere visto negativamente perché questa donna è più che talentuosa.

Lei è una cantautrice americana il cui stile spazia fra il folk-rock-pop. La band è composta da lei, i gemelli Tim and Phil Hanseroth alla chitarra e al basso, Josh Newman al violoncello e al piano e il batterista Brian Griffin.
“The Story” è probabilmente l’album più famoso che quest’anno compie 10 anni e per questo anniversario la cantautrice ha deciso di ripubblicarlo in una versione molto speciale : tutte cover.
Il ricavato dell’album andrà interamente a War Child una associazione che si occupa di aiutare e tutelare i minori nelle zone di guerra.
Brandi Carlile è sempre stata una attivista per i diritti umani devolvendo i ricavati di concerti a diverse cause a lei care. Tutti, dall’etichetta agli ingegneri del suono agli artisti stessi hanno rifiutato di ricevere un compenso per il lavoro su questo album.
I nomi degli artisti che hanno edito le canzoni? Adele, i Pearl Jam, Kris Kristofferson e Dolly Parton per nominarne alcuni. Il nome che risalta di più è forse quello di Barack Obama che ha scritto la prefazione dell’album “racconta storie che ci incoraggiano a vedere noi stessi negli altri, e ci ricorda che insieme possiamo creare un mondo migliore per i nostri figli”.
Vi segnalo la versione del singolo “The story” cantata da Dolly Parton, “Josephine” da Anderson East e “Turpentine” da Kris Kristofferson.
The Story quest’anno ha ottenuto il disco d’oro.

La bellezza delle canzoni e della voce di Brandi Carlile è che sono adatte ad ogni momento della propria vita, ti coinvolge con quel tono ruvido ma caldo, le chitarre , gli archi che spuntano quando meno te l’aspetti. Non scade mai nel banale come sonorità e testi. Un brano apparentemente pop si trasforma in un pezzo simil rock grazie a bassi e chitarra. In questo video di seguito potete farvi una idea di quello che sto affermando.

Quando ascolti “Keep your heart young” la tua infanzia ti passa davanti gli occhi e inizi a ridere, “Hiding my heart” e “Oh dear”  ti riportano a quell’amore passato o mai confessato, “Wherever is your heart” all’affetto dei cari, “The Things I Regret” con quella strofa finale gridata da pelle d’oca e poi “The story” un classico ormai.

Diversi anni fa ebbi la fortuna di vederla esibirsi, uscì da quel teatro con un sorriso a 36 denti e mio zio che mi ringraziava per avergli fatto conoscere questa artista. È stata elettrizzante, appassionata.
Non voglio i ringraziamenti di nessuno di voi lettori ma vi suggerisco di ascoltare qualcuna delle sue canzoni, il mio album preferito è “Bear Creek” , con una sola parola: completo, ce n’è per tutti i gusti.
L’ultima opera è  “The firewatcher’s daughter” che si apre con  “Wherever is your heart”  pezzo scritto con i gemelli (con i quali si percepisce il grande affetto reciproco dovuto anche alla lunga collaborazione) è più che coinvolgente, trasportante. Come tutto l’album.
Lo stesso anno, 2015, la band ha deciso di fare un tour prevalentemente in teatro sfruttando l’acustica naturale di questi luoghi hanno scelto di non usare microfoni, amplificatori, affidandosi totalmente alla voce e alle sonorità degli strumenti. Niente che potesse distorcere la musica e l’esperienza con gli spettatori.
Questa esperienza è stata raccontata in un documentario “Pin Drop Tour” che potete trovare sulla sua pagina Youtube.
Vi saluto con l’introduzione del documentario (al minuto 5:00 potete sentire l’effetto dell’esperimento fra prove e live) :

 

Arianna De Arcangelis

PAGELLE IGNORANTI: STUDENTI VS CFU

Ma quale Juventus- Monaco. Ma quale Italia- Germania. Ma quale Federer- Nadal. La sfida più insidiosa di tutte è quello dello Studente contro i CFU.

Riuscirà a raccoglierli tutti? PIKACHU SCELGO TE.

E se in amore e guerra tutto è lecito, immaginate in questo caso.

Si scende a qualsiasi tipo di compromesso. E noi, a questi studenti, abbiamo dato un voto.

Ecco le nostre personalissime… PAGELLE IGNORANTI.

 

-Il patito di convegni e conferenze, 7:

È di solito il trentista del corso. Preciso, puntuale, appassionato e con tanta voglia di crescere (no, non come quelli del fruttolo).

IL PATITO DEI CONVEGNI è un piccolo Einstein, a lui non basta aver raggiunto a suon di 30 e lode il numero minimo di crediti. Lui deve oltrepassare la linea ed andare oltre. Non importa che studi a medicina o ad ingegneria nucleare, qualunque sia l’ambito disciplinare in questione lui sarà lì.

Lo ritroverai alla presentazione del libro sulle ricette di nonna Pina (quella delle tagliatelle), alla conferenza sull’invecchiamento precoce della pelle, e al convegno di scienze delle relazioni internazionali. Lui sarà lì sempre, a fare avanti e indietro per tutti i dipartimenti come il suo fosse un gioco a chi conquista più decimi di CFU in una sola giornata. Che poi fermati cazzo, a questo gioco stai giocando solo tu e il tabellino segna 0,50. STAKANOVISTA

 

-L’Approfittatore, 5:

L’APPROFITTATORE è meschino. Sa bene quanto sia importante racimolare il maggior numero di Cfu durante tutta la durata del corso di studi, ma c’è una cosa che conosce meglio di questa: LO SCROCCO.

L’arte dell’approfittare è cosa ardua, richiede tempo, passione e dedizione. Chi la pratica, di solito, riesce a coniugare alla perfezione l’utile e, diciamo così, il DILETTEVOLE.

Il suddetto studente, dunque, sarà presente ad ogni congresso. Si, perchè IL CONGRESSO è un momento aulico e di élite, roba che solo se sei di un certo rango la puoi capire. Si presenterà rigorosamente in abito elegante, la cravatta e la ventiquattr’ore. Avrà un’aria distinta, saccente, quasi istituzionale. Lo studente in questione sarà impeccabile in tutto, imparerà a memoria il nome di tutti i professori pluripremiati che presenzieranno e saprà anche riconoscerli.

In realtà nulla è come sembra, non è decisamente come potrebbe sembrare.

L’APPROFITTATORE non è un patito di medicina sperimentale su cadaveri vivi (?), non è un appassionato di teorie aereospaziali sulla luna, né di dibattiti approfonditi sulle nuove formule magiche per salvare il pianeta dal disgelamento nell’ozono (sti congressi sono proprio robe strane eh?!); è solo maledettamente affezionato alle poltrone del Palacongressi.

Talmente tanto che arriva con qualche minuto di anticipo per scegliere la sua poltrona preferita e poi sta lì, comodo comodo, per infinite ore a russare con la bocca aperta che una sdraio alle Maldive può accompagnare solo. Ma non è finita: tutte quelle ore di “fatica” non possono che essere sostenute da tattici sfondamenti ai buffet. Si, perchè è quella la parte migliore. Appostamenti tattici, schemi di gioco ben studiati, movimenti camaleontici. Un arancino di qua, una pizzetta di là e i CFU sono belli e serviti. E il giorno dopo? Si replica.

Quando non può proprio presenziare? Il suo nome comparirà comunque sull’elenco degli studenti presenti. Avrà, con la sua maestria, gentilmente approfittato della “penna” di un collega. AVVOLTOIO

 

-Lo Sportivo Occasionale, 8:

Vi stiamo per spifferare una delle chicche dell’Unime. TU, caro lettore, lo sai che praticando un’attività sportiva al CUS puoi portarti a casa un bel gruzzoletto di CFU?! EEEEEEH, MA CHE NE DEVONO SAPERE I COMUNI MORTALI.

LO SPORTIVO OCCASIONALE, lo sa. Sa che due giri di campo valgono 0,25 cfu. Guardatevi intorno: secondo voi l’amico tanto fidato si sbatte fino all’annunziata perché vuole tanto bene ai suoi compagni della squadra di volley? NO. Lui sa. Sa che non c’è bisogno di seguire conferenze. Non c’è bisogno di travestirsi da persona per bene ad un congresso. Non c’è bisogno di alzarsi la mattina presto il sabato.

Basta andare a fare sport. Cuffiette nelle orecchie e CIAONE. A 20 giorni dalla laurea ricordi che ti mancano 86 CFU liberi, ti giri verso il tuo fidato compagno di studi e mille sventure tutto madido di sudore e invece lui… È tranquillo.

I CFU guadagnabili attraverso la pratica di attività sportive sono CFU da veri sommelier. Da buongustai, da persone che non hanno bisogno di chiedere… MAI.

E, soprattutto, sono solo per una classe ristretta di dipartimenti. Ah, che ti pare, che a tutti i dipartimenti possono essere assegnati? No no. C’è chi può e chi non può. TU non può.

LO SPORTIVO OCCASIONALE, è quello studente che ha capito il senso della vita: ha i crediti che gli servono già alla fine del primo anno, è pronto per la prova costume da dicembre (campando di rendita durante le rigide sessioni invernali) ed ha conosciuto un sacco di figa. JOE BASTIANICH

 

-UniVersoMe, 3:

Qui la faccenda è piuttosto seria. No ragazzi, non lo dico perchè UniVersoMe è casa nostra e come una mamma che vede il proprio figlio sedicenne mano nella mano con la fidanzata, sta dando di matto. Ma io vi vorrei chiedere: PERCHÈ PROPRIO MIO FIGLIO??? PERCHÈ??

Da quando UniVersoMe ha aperto le porte al magico mondo dei CFU, la vita di redazione è cambiata. I quattro moschettieri si sono trasformati ne “la carica dei 101”, e l’ufficio stampa non è più la tavola rotonda ma un fottutissimo porto di mare. Gente a destra, gente a sinistra.

Tutti con la passione per la scrittura, la radiofonia, le interviste e le vignette. Lo studente che bussa alla porta di UniVersoMe è furbo. Arriva in punta di piedi ma deciso. Millanta di conoscere il progetto, di leggere gli articoli pubblicati giornalmente (compreso questo), di essere un fan accanito dei programmi radiofonici.

Sa che deve essere abbastanza convincente per inserirsi nel team senza dare nell’occhio; per i primi tempi condivide e presenzia, si mostra appassionato e pieno di idee innotive. Poi, abbandona il gruppo whatsapp e sparisce nel nulla.

Ma a noi tutto questo può anche star bene, tutto sommato è appena stata approvata la legge sulla leggittima difesa. “Si può sparare a chi ruba in casa tua dopo le 20.00” (approssimativamente dice così)

Dunque, cari studenti appena approdati ad UniVersoMe, dite grazie a chi ha stabilito questo orario, che alle 20.00 l’ufficio stampa è già chiuso da un pezzo. ARSENIO LUPIN

 

-Il Movimento 5 Litri, 10:

A questo studente voto massimo. Negli anni ha affinato la delicata e sacra arte dell’AFTER. Chiamatelo spirito di sopravvivenza: di sicuro è uno di quegli studenti di cui il dipartimento di appartenenza organizza lezioni di aggiornamento, retribuite a suon di CFU, nell’unico giorno della settimana libero… IL SABATO.

Non solo: l’ORARIO. Il comunicato indicherà: ‘’si invitano gli studenti interessati a recarsi in tale aula di tale padiglione alle ore NOVE’’. LE NOVE DI SABATO MATTINA.

Che fai, a quel punto? Essere o non essere? Vivere o morire? Andare all’Officina il venerdì sera o coricarsi? Rimanere sobri o alcolizzarsi a morte?

NO PROBLEM. La prima volta si iscriverà e dimenticherà di averlo fatto. La seconda volta non sentirà la sveglia. La terza volta avrà imparato la lezione: dopo l’officina, panino da Lillo Litro e poi via, parcheggiato di fronte l’edificio d’ingresso, sonnellino in macchina e andiamo a comandare alle nove del mattino di sabato, col sudore che sa di Jack e menta. PROBLEM SOLVING

 

-Colui che “scende a compromessi”, 9:

Lo abbiamo detto, quella dei Cfu è una questione seria, talmente seria che quando capita di ritrovarsi con un credito e dico UN credito mancante in carriera, a sole poche settimane dalla laurea, ecco che oltre alla disperazione (o meglio, oltre all’imprecazione) lo studente medio non potrà che scendere a compromessi.

Che poi, come ha fatto quel maledettissimo credito a sfuggire alla meticolosa conquista messa in atto dal giorno dell’immatricolazione? Anni e anni di spunte blu accanto ad ogni esame conquistato, anni di calcoli e di countdown per arrivare a quei benedetti 180 (360 per i più audaci… Molto audaci), anni di diagrammi a colori e grafici con curve concave e convesse e lui è rimasto lì, solo e triste.

A questo punto non rimane che improvvisare. Nessun convengo, nessuna materia, nessun progetto che possa rimediare alla falla subita. Nessuna fiaccolata commiserativa sotto casa del rettore insieme allo striscione “Magnifico fammi la grazia”, nessuna opera di stalkeraggio nei confronti del direttore di dipartimento: “Ho fame di laurea, dona 1 Cfu all’ 8×1000”.

Poi l’illuminazione: “Di sicuro servirà un uomo delle pulizie”. E allora via con scopa e paletta, straccio e secchiello, pezza e vetril. Per 1 CFU questo e… Molto altro. FANTASISTA

 

-Gli Affaristi, 4:

In qualsiasi università che si rispetti, come la nostra, vengono stanziati progetti su progetti da far girare la testa. Il problema dello studente Unime medio è che deve essere convinto a partecipare… ‘’Ciu dissi, a buon rendere’’.

Da qui, il pessimo voto. Perché alcuni progetti affondano come il Titanic per la scarsa partecipazione. Perché, se c’è una cosa che lo studente Unime medio vuole, è il CFU.

AFFARISTA, per noi e Mara Maionchi è NO. Voto 4.

‘’DISONORE SU DI TE, DISONORE SUL TUO DIPARTIMENTO, DISONORE SULLA TUA MUCCA’’ semicit.

 

L’AFFARISTA, arriva con il suo charme e il suo eloquio affascinante, diventa parte dell’equipaggio e poi… Contratta. O CFU o niente. Abbandona la nave. Ti lascia in 13 a metà percorso.

‘’MA COME NON DA CFU?! ALLORA NIENTE, NON HO TEMPO, SONO TROPPO IMPEGNATO’’.

MA TROPPO IMPEGNATO COSA, VORREMMO SAPERLO. Sei troppo impegnato a tagliarti le unghie dei piedi? Sei troppo impegnato a contare i peli del tuo cane? Sei troppo impegnato ad allenarti al lancio del coriandolo bagnato controvento? Sei troppo impegnato ad essere un cretino messo all’impiedi, ecco in cosa sei impegnato. SCHETTINO.

Elena Anna Andronico (285/360 CFU TOTALI, 6/8 CFU LIBERI)

Vanessa Munaò, (144.5/180 CFU TOTALI, 6.5/12 CFU LIBERI)