In ordine di sparizione: un Tarantino norvegese tra neve e sangue.

Ci troviamo in un piccolo e (apparentemente) tranquillo paesino della Norvegia.

Niels Dickman, uno spalatore di neve appena insignito del premio di cittadino dell’anno, scopre che una banda di narcotrafficanti che indagava sul furto di una partita di cocaina ha ucciso il suo unico figlio a seguito di un equivoco.  Accecato dall’ira, Niels decide di vendicarsi.
Sarà un crescendo di violenza che coinvolgerà personaggi bizzarri e talvolta involontariamente comici, come il “Conte”, un giovane boss nevrotico, vegano convinto esasperato da una ex moglie particolarmente molesta, oppure “Papa”, il capo della mafia serba, un vecchio emigrato freddo e crudele, con un senso della famiglia molto forte, che osserva con una curiosità quasi infantile ciò che ha da offrire la Norvegia.

La caratterizzazione dei personaggi risulta spesso quasi caricaturale e viene sfruttata come un mezzo per fare ironia attraverso lo sconvolgimento degli stereotipi.
In particolare il regista Hans Peter Molland pone l’accento sui pregiudizi sugli stranieri  (si ricorda ad esempio il Conte, che confonde continuamente serbi e albanesi).
Il tema del razzismo è solo uno dei molteplici elementi che hanno portato i critici a parlare di Molland come di un Tarantino norvegese. Basti pensare al gusto per il pulp, al tema della vendetta, ai dialoghi pungenti e sopra le righe, allo sguardo scanzonato, talvolta addirittura straniante, all’attenzione quasi maniacale per i dettagli.

Tutto questo però fa solo da cornice a quello che è il tema principale, ovvero la vendetta.
Per il regista la vendetta, che il vendicatore tipicamente immagina come il trionfo della giustizia, non è altro che un mezzo per perpetuare la violenza. Non è un semplice circolo vizioso, perché da un singolo atto violento, come dalla caduta di una tessera del domino, scaturisce una cascata di conseguenze.
È capace di trasformare il cittadino dell’anno in un killer senza scrupoli, è capace di causare una faida tra la mafia norvegese e i serbi, è capace di rivelare tutti i pregiudizi e le contraddizioni che si celano in un tranquillo paesino scandinavo.
A fare da sfondo alla vicenda vi sono sconfinate distese innevate. Ricorrono le scene in cui il protagonista guida il suo spazzaneve, che libera la strada e lascia dietro di sé un senso di ordine e sicurezza.
Non è casuale che la neve spazzata, solitamente bianchissima e incontaminata, alla fine del film si macchi di sangue, come la coscienza di un uomo che conosce per la prima volta la vendetta.

Nonostante i temi pesanti e fortemente drammatici, il film risulta molto piacevole ed inaspettatamente divertente, grazie anche ad una recitazione degna di nota.
Stellan Skasgård (un meraviglioso Niels Dickman) e Bruno Ganz (che interpreta divinamente il ruolo del boss serbo) non deludono, recitano meravigliosamente come sempre.
Stupisce positivamente la prova di Pål Sverre Hagen, attore poco conosciuto al di fuori dei paesi scandinavi, ma che si dimostra talentuoso almeno quanto i colleghi più noti e che rende il personaggio del Conte assolutamente indimenticabile.
Passando da un’ironia graffiante, ad una regia spudoratamente tarantiniana, ad una colonna sonora particolarmente azzeccata e ad una fotografia mozzafiato, sono innumerevoli gli elementi che rendono In ordine di sparizione una vera perla del cinema scandinavo.

 

Renata Cuzzola

Startup Weekend Messina 2017

Cinquantacinque partecipanti, nove team e altrettante idee d’impresa da sviluppare in 54 ore. Questi i numeri dello Startup Weekend Messina 2017, la tre giorni dedicata all’innovazione e all’imprenditoria che si sta volgendo nei locali del Palazzo della Cultura di Viale Boccetta, 343.

L’evento, organizzato dall’Associazione Startup Messina, è iniziato ieri pomeriggio e si concluderà domani sera quando tutti i progetti verranno presentati a potenziali investitori e verranno premiate le tre idee migliori. Il programma di ieri prevedeva una serie dei workshop dedicati proprio a come trasformare un’idea in un progetto concreto e sono state date ai partecipanti tutte le dritte per poter sviluppare al meglio le loro startup. I lavori di questa seconda giornata si concluderanno alle 23.59.

L’obiettivo primario della manifestazione è creare un ecosistema imprenditoriale, facendo incontrare chi fa impresa con ragazze e ragazzi che si avvicinano a questo mondo per la prima volta. Un’occasione unica, quindi, che regala la possibilità ai partecipanti di far conoscere la propria idea di business e di iniziare a svilupparla.

L’evento è patrocinato dal Comune di Messina, dall’Università degli studi di Messina, dall’Università degli Studi di Catania, dall’Accademia Belle Arti Catania e dall’Agenzia Nazionale per i Giovani.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.swmessina.it

Sulla nostra pagina Facebook troverete l’album con le foto della prima giornata di StartUp!

#avaiava #swmessina

 

 

 

 

Paola Floriana Riso
ph Giulia Greco

Stranger Things 2

È passato un anno da quando a Hawkins e nella vita di Will sembra essere tornata la normalità.
Tutti provano a dimenticare ciò che hanno visto e vissuto, ma Will ha ancora continui “ricordi” del sottosopra e capisce che il suo incubo non è ancora davvero finito.
Ad un anno dal termine della prima stagione e del meritatissimo successo che aveva riscosso, Stranger Things riparte con un sequel quanto più ricco di sorprese.

I protagonisti sono sempre loro: Will (interpretato da Noah Schnapp), Mike (Finn Wolfhard), Dustin (Gaten Matarazzo) e Lucas (Caleb McLaughlin).
Ma i fratelli Matt e Ross Duffer, ideatori della serie, ampliano il loro panorama narrativo e inseriscono nuovi personaggi e situazioni del tutto inaspettate. È il caso di Max (Sadie Sink), nuova arrivata nel gruppo dei quattro ragazzini, e del suo sprezzante fratellastro Billy (Dacre Montgomery).
E ancora, troviamo un bravissimo Sean Astin nei panni di Bob, nuovo fidanzato della mamma di Will, Joyce, come sempre interpretata da Winona Ryder, sempre più convincente nella sua interpretazione e perfettamente calata nel ruolo.
Era inevitabile poi il ritorno di Undici (Millie Bobby Brown), che in realtà si scoprirà non essere mai realmente andata via. Un’intera puntata sarà dedicata a lei, al suo personaggio e alla sua storia.
Si tratta di una vera e propria crescita psicologica che la porterà a conoscere la madre, la sorella e infine a prendere la decisione di tornare in aiuto ai suoi amici.

I presupposti per una grande seconda stagione sembrano quindi esserci tutti, gli spunti narrativi non mancano, gli intrecci, le nuove situazioni sono ottime.Eppure a questa seconda stagione sembra mancare qualcosa.
I Duffer danno l’impressione di aver messo “troppa carne al fuoco” per poi ricavarne ben poco.
I personaggi sono come sempre caratterizzati alla perfezione; le situazioni secondarie sembrano invece essere poco sviluppate. Abbiamo l’arrivo dei due fratellastri, ma si parla poco di loro e della loro storia e si finisce col non capire bene che ruolo effettivamente abbiano. Lo stesso vale per la madre di Undici e la sorella; la ragazzina riesce finalmente a scoprirne l’esistenza e ad incontrare entrambe, eppure questi incontri sono fini a se stessi, ne rimane ben poco e nonostante l’intera puntata dedicata a ciò è poco chiaro il motivo di questa scelta.
Queste situazioni “lasciate a metà” fanno però ben sperare in una terza serie, così come la scena finale in cui ci viene mostrato come, nonostante il passaggio sia stato chiuso, il sottosopra sia ancora lì.
La qualità tecnica della serie rimane comunque indubbiamente molto alta.
I due fratelli hanno una regia impeccabile, l’ambientazione è più che realistica e il cast scelto è di ottimo livello. Siamo nel 1984 e il clima che si respira è esattamente quello.
Il tutto accompagnato dalla giusta dose di suspense e attesa…per la prossima stagione.

 Benedetta Sisinni

 

 

 

Eventi della settimana

 

 15 NOVEMBRE

 LA BUONA TAVOLA

 Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

 Quando: ore 18:00-20:00

 Cosa: Presentazione del libro “La buona tavola” interverranno il dott. Carmelo Caporlingua, dott. Danilo Rizzo e la Dott.ssa Simona Finocchio.

16 NOVEMBRE

IL GIOVEDÌ UNIVERSITARIO: UNA FESTA TOGA

Dove: Centro multiculturale Officina

Quando: ore 22:00

Cosa: Giovedì universitario.
A cura di: ALMA LIBRE – MAMBOYSON – DJ LU
INGRESSO IN LISTA
AREA DISCO START 23:30
INGRESSO:
PREVENDITE ESCLUSIVE SALTAFILA // 10,00 € C/C (PER I PRIMI 300)
TAVOLO
SUPER PRIVÈ
PRIVÈ
DJ SET: DjMinerva, Dj Piros , Axel T , Frensis
Vox Aldino
PHOTOSERVICE
2 MUSICAREA
SUPER PRIVE
AREA LATINA

17 NOVEMBRE

 INCONTRO CON L’AUTRICE: “NOTE A MARGINE” DI RITA GAROFALO

 Dove: St. Taurus Pub via Ettore Lombardo Pellegrino 105-109

 Quando: ore 18:00

 Cosa: “L’arte non insegna niente tranne il senso della vita”, affermava Henry Miller. Note a margine sposa perfettamente il significato di questa frase, interrogandosi sulle vite di persone che, nell’anonimato, hanno accompagnato artisti come Van Gogh, Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo, Paul Gauguin, Gustav Klimt, Amedeo Modigliani, Caravaggio, Schiele, Botero, Rembrandt, Henri de Toulouse- Lautrec.

Quali cambiamenti ha prodotto nelle loro ordinarie esistenze l’incontro con questi grandi personaggi? Come la loro arte ne ha influenzato il destino?

Da queste domande nasce l’idea dei racconti riuniti in queste pagine, vicende che solo nello spazio magico dell’invenzione prendono forma, consistenza e superano i confini del tempo. Note a margine, semplici ma significative, dell’universo della storia dell’arte. Tessere di un mosaico affascinante e misterioso.

Rita Garofalo nasce e vive a Catania. Medico, specialista in endocrinologia, psicologa e psicoterapeuta, lavora in un prestigioso ospedale catanese. I suoi racconti sono apparsi nelle antologie La telefonata (2013), Incontri (2014), Tempo sospeso (2015) e L’arte di perdere (2016), le ultime due pubblicate per i nostri tipi, come il suo primo romanzo Controvento (2015).

 

IL TEATRO ANTICO: LE ORIGINI, LE OCCASIONI, I PROTAGONISTI

 Dove: FeltrinelliPoint via Ghibellina 32

 Quando: 18:30

 Cosa: Il Liceo classico G. La Farina organizza una serie di incontri che hanno come tema il Teatro antico: le origini, le occasioni, i protagonisti.
Il progetto si propone di promuovere l’avvicinamento al teatro classico, e alla cultura classica, sia greca che latina.E’ rivolto a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla cultura classica.
Gli incontri hanno valore formativo (8 incontri 50 euro / 1 incontro 10€)
I corsi di aggiornamento sono riconosciuti dal MIUR.
Per maggiori informazioni lafarina.alfabetizzazione@gmail.com

  18 NOVEMBRE

 Dove: Clan degli attori teatro, via Trento 4

 Quando: 18 novembre dalle 18:30-19:30 e dalle 21:30-22:30 ; 19 novembre dalle ore 18:30-19:30

 Cosa: Secondo appuntamento della Stagione del Clan Off Teatro: vivamente consigliata la prenotazione al 388 811.06.18 (chiamando ovvero mandando sms o messaggio whatsapp) oppure tramite email all’indirizzo info@clandegliattori.it, indicando il nome, il giorno e l’orario per il quale si intende prenotare il posto.Ancora per pochissimo è possibile scegliere una formula di abbonamento.

FIDELITY CARD di Nella Tirante
con Gianmarco Arcadipane e Nella Tirante
regia e ideazioni luci Roberto Bonaventura
aiuto regia Michelangelo Maria Zanghì
scene, costumi e grafica Cinzia Muscolino

Spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro 2017

Un ragazzo, una madre, la notte, un balcone.
È un ragazzo speciale: ha problemi motori, è considerato un personaggio bizzarro in paese, conosce tutti ed è conosciuto da tutti. Le sere d’estate D. trascorre il tempo sul balcone di casa sua, affacciato sulla strada principale del paese, semideserta d‘estate: infatti è il “lungomare” il luogo deputato al passeggio estivo, D. attende chi passa, trova degli argomenti per intrattenerlo: un saluto e via al prossimo passante. Osserva da lassù un mondo perfetto che gli sembra irraggiungibile, quel “lungomare” dove tutti vanno la sera, quella vita “normale” che desidererebbe anche per sé.
La madre, in camera da letto al piano di sotto, non dorme, è stanca ma non dorme, prega, racconta in modo surreale il suo percorso di fede legato alla nascita e malattia del figlio, vive il presente ascoltando con timore e apprensione i passi, i movimenti, i discorsi, le telefonate, la voce del figlio al piano di sopra: attende il Miracolo per lui, come una sorta di premio per la sua “fidelity card”. Una riflessione, sulla disabilità o meglio “specialità”, sulla fede e sull’accettazione.

Oggi è sovente parlare di disabilità, in modo migliore di unicità, a scuola è un dovere per la nostra società sempre più variegata, la politica dell’inclusività introdotta nelle scuole, è formativo per l’educazione dei futuri cittadini del mondo. Bisogna educare alla comprensione ed al rispetto dell’altro, all’accettazione di se stessi da parte dei giovani; anche i genitori vanno educati, arriva un momento in cui si deve lasciar “volare” i propri figli.

 

 STARTUP WEEKEND MESSINA 2017- BOOTCAMP

 Dove: Colapesce – libri, gusti, idee via Mario Giurba 8/10

 Quando: ore 18:30-20:00

 Cosa: In vista dello Startup Weekend Messina 2017, Startup Messina organizza il #bootcamp di preparazione all’evento a più alto tasso di innovazione in città.

Questo bootcamp ci darà la possibilità di spiegare tutto quello che c’è da sapere su Startup Weekend Messina: chi può partecipare (SPOILER: TUTTI), come si fa a partecipare, cosa è necessario portare, cosa è una Startup, perché si svolge in un weekend e tutto quello che vi viene in mente.

Se avete dei dubbi, fatevi avanti. Se invece siete certi di voler partecipare allo #StartupWeekend, comprate il biglietto: fino all’11 novembre lo trovata a prezzo #earlybird di 29 anzichè 45 euro!!!

 

DENSHI RAW PRES. LOBSTER THEREMIN LABEL NIGHT

Dove: Retronouveau via Croce Rossa 33

Quando: ore 22:00

Cosa:  Sarebbe facile definire la Lobster Theremin come l’ennesima label lofi, house, electro, techno. Quando la musica cambia di continuo, quello che fa la Lobster è memorabile: si scaglia inequivocabilmente come la culla degli artisti emergenti che si affacciano all’underground di oggi, dando loro modo di conquistare un proprio spazio. La sua estetica definitiva, il suo linguaggio che esalta lo spirito di una crew contemporanea e innovativa, il numero ingestibile di release e sub-labels: dal 2013 ad oggi Lobster Theremin è il moniker di un undergournd onesto, instabile, dove l’instabilità è genuina e continua evoluzione. Palms Trax, Route 8, Ross From Friends, Ozel AB, Imre Kiss, questi alcuni dei nomi della Lobster family, gli stessi che stanno delineando una nuova visione della lofi, una nuova estetica del techno, un nuovo spirito dell’underground house.
La nascente forza kamikaze del pianeta di Denshi Raw si allinea con la forza cosmica di quello della Lobster Theremin per una LOBSTER THEREMIN LABEL NIGHT. Cosa significano queste 4 parole messe in fila? Significano che il boss supremo della label e padre creatore di Find Me In The Dark, uno dei party più oscuri e conosciuti del circuito underground, JIMMY ASQUITH e il suo misterioso enfant prodige NTHNG, metteranno nelle nostre mani tutto il carico della ricerca estetica della loro lofi, la loro techno emotiva e oscuramente interiore, e chissà di quali altri paesaggi di beat non abbiamo ancora idea. Una notte dalle proporzioni devastanti per la quale sarà necessario far spazio nelle proprie orecchie, negli occhi e nel cuore, per assorbire in maniera ingorda quelle che saranno le ore più superbe, arroganti e interiorizzanti che siamo onorati di darvi.
// Asquith
// nthng
Talk Later 

MODALITA’ D’INGRESSO: 10€ W/Drink fino alle 23.30. Dopo, 10€.

 

Arianna De Arcangelis

Big Eyes : grandi occhi per grandi ambizioni.

Margaret Ulbric (Amy Adams), una giovane artista, decide di trasferirsi a San Francisco insieme alla figlia Jane per intraprendere una nuova vita lontana dal marito.
Artista di professione, cerca invano di trovare un’occupazione nel suo ambito ma pur di non abbandonare la sua passione e sfruttare il suo talento, si adatta diventando un’artista di strada dipingendo ritratti commissionati dai passanti firmati con il suo marchio di fabbrica, nonché tratto distintivo: grandi occhi. Lei non è la sola a dipingere e proprio nella stessa strada del suo lavoro, Walter Keane (Christoph Waltz), altro artista, rimane incantato dalla bellezza della donna e senza pensarci troppo, avvia un approccio.
I due, fra giornate spese all’insegna della spensieratezza e scambi di opinioni artistiche, finisco per innamorarsi a tal punto che Margaret si convince a divorziare dal marito e a sposare Walter, nonostante lo conosca da non molto tempo.
Poiché i due coltivano una grande passione per l’arte da volerla trasformare in professione, cercano in tutti i modi di allestire una galleria con i loro quadri, sia per farsi conoscere ed entrare finalmente nel mondo dell’arte ritagliandosi un loro spazio, sia per racimolare del denaro e poter vivere dei loro lavori. Dopo numerosissimi tentativi e fallimenti riescono nel loro intento, riuscendo addirittura a vendere dei loro quadri. Tutto sembra andare per il meglio. O forse no…

Big Eyes” è un film del 2014 prodotto e diretto da Tim Burton con la cura della sceneggiatura affidata alla penna di Scott Alexander e Larry Karaszewski.
Inevitabile aspettarsi lo stile controverso, cupo, psichedelico e caratteristico di Burton in ogni sua pellicola, ma non è questo il caso.
Infatti questa volta il buon Tim si dedica ad un film biografico, legandosi alla realtà anziché alla sua classica e pazza fantasia. E forse è questa aspettativa pregiudiziosa che rende Big Eyes un buon lavoro, ma deludente se legato alla figura del regista.
La scena è caratterizzata costantemente da coerenza, una linea guida continua e poco pathos, lasciando la pellicola quasi anonima e lo spettatore, con l’amaro in bocca.
Benché questo possa essere un giudizio legato al singolo, il vero problema è la spettacolarizzazione, fondamentale se si parla di cinema. Infatti Big Eyes sembra quasi “evitabile”, o meglio, basato su una storia particolare giusta da conoscere ma forse non abbastanza per il cinema.
Complessivamente, al contrario, si rivela essere ben studiato, curato e sicuramente piacevole da guardare, magari anche in compagnia.

   Giuseppe Maimone

Eventi della settimana

8 novembre

APERIBOOK

DoveFeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quandodalle 20:00 alle 22:00 

Cosa: Come ogni mercoledì appuntamento con l’aperitivo a buffet. Buffet anche per vegani e vegetariani.

 

ERASMUS IN RETRO- PIGIAMA PARTY

DoveRetronouveau via Croce Rossa

Quandodalle 21:00 alle 3:00

Cosa: “Ricordate quando da bambini chiedevamo ai nostri genitori che volevamo organizzare un pigiama party? Ebbene, questa settimana torneremo un po’ tutti fanciulli e potremo andare finalmente ad una festa con il nostro bel pigiamino. Immaginate a non dover pensare: “Che vestito mi metto?”, “Ci sta bene questa t-shirt con le scarpe rosse?” Noi di ESN Messina ci siamo un po’ annoiati del fatto che per uscire bisogna togliersi il pigiama e, allora, mercoledì sera il Retronouveau e ESN Messina sono pronti ad accogliervi come a casa in PIGIAMA e la parola d’ordine è divertirsi!!
A fine serata per tutti i nostri ospiti, una fantastica sopresa…”

Ingresso GRATIS entro 00.00 per donne e/o a tema! Per liste, tavoli o agevolazioni contatta gli amministratori
DJ alla consolle:
Fabrizio Duca
Federico Frisone

 

9 novembre

STEFANO BENNI PRESENTA “PRENDILUNA”

DoveFeltrinelliPoint via Ghibellina 32

Quandoalle 18:00

Cosa: Stefano Benni presenta il suo nuovo libro #Prendiluna presso La Feltrinelli Point Messina Giovedi 9 Novembre 2017 alle 18.00, inoltre seguira un AperiBook con l’autore

 

10 novembre

DON’T DRINK THE WATER

DoveStanza dello scirocco via del vespro 108

Quandoore 20:30

Cosa: Le nostre delizie “nonsolovegan”,
vino a km zero, birra sicula artigianale al miele,
birra messinese e tedesca,
e tanto, tanto altro.

– ingresso riservato ai soci –

 

THE BRIXTON@ ZERONOVANTA

DoveZeronovanta via Solferino

Quandoore 21:00

Cosa: musica alternativa ’80-90

 

WILLIE PEYOTE feat. FRANK SATIVA LIVE

DoveRetronouveau via Croce rossa

Quandoore 22:30

Cosa: Venerdì 10 Novembre
WILLIE PEYOTE full band live.
Ingresso €10 direttamente al botteghino
After Party: DJ set CLIMA
Evento in collaborazione con Rocketta

“Sindrome di Tôret” è il titolo del nuovo concept album di Willie Peyote, in uscita il 6 ottobre per l’etichetta 451 con distribuzione Artist First.
L’intero disco affronta il tema della libertà d’espressione e dei limiti della stessa, in un’epoca in cui la comunicazione è cambiata profondamente a causa della tecnologia.
Con riferimenti e citazioni più o meno velate alla musica italiana degli ultimi quarant’anni, oltre al già menzionato Signor G., Willie Peyote delinea un sound e una forma lirica che vanno da Battisti a Bruno Martino, passando dal nuovo cantautorato pop e prendendo spunto dalla narrazione tipica della stand-up comedy e della satira: capovolge il punto di vista collettivo e sviluppa un pensiero critico attraverso la provocazione e l’ironia.
Irriverente, ironico e mai convenzionale, Willie Peyote si discosta dal diffuso stereotipo del rapper riuscendo a conquistare anche le platee più difficili.”

 

11 novembre

SARABANDA DI FIABE

Dove: Teatro Vittorio Emanuele Sala Sinopoli 4° Piano

Quandogiorno 11/11 ore 16:00 ; giorno 12/11 ore 11:00

Cosa: Il Primo appuntamento della nuova rassegna è un classico irrinunciabile!
Accademia Sarabanda vi aspetta a Teatro con La Nonna, un simpatico Lupo e, ovviamente, Cappuccetto Rosso!
Questo fine settimana: Cappuccetto Rosso , Adattamento di Gianni Fortunato Pisani da Perrault e Fratelli Grimm.
BOOK THERAPY

DoveThe Loft club associazione culturale via Cesare Battisti 62

Quandodalle 17:00

Cosa: “E’ statisticamente accertato che circa tre persone su dieci durante il corso della propria esistenza si siano trovate ad affrontare un periodo di depressione, demotivazione, ansia. Talvolta fortunatamente in maniera blanda. Studiosi e ricercatori hanno introdotto negli ultimi anni la pratica del BOOK TERAPY. I libri sconfiggono l’ansia e viene consigliata come medicina “buona” e senza controindicazioni. E’ una pratica che si sta diffondendo sempre di più per aiutare chi si trova in difficoltà. È usata soprattutto per combattere la depressione in forma lieve e l’ansia, e se affiancata ai trattamenti tradizionionali, si è scoperto che i soggetti affrontano meglio questi periodi bui e che l’effetto delle cure viene rafforzato.Neill Froid, l’ideatore della Book terapy, si scaglia contro l’abuso dei farmaci promuovendo questo metodo alternativo, ormai all’avanguardia da oltre un decennio. La tecnica ovviamente consiste nell’ affiancare il libro esatto al momento giusto in armonia con il disagio da curare e si attua in due soluzioni. Il coach reading Marilena Tocci, guiderà un percorso appositamente studiato ai vari casi.”

 

READaVERSE

DoveAssociazione culturale “RetroVerso” Vintage, Vinile, Libri via Ettore Lombardo Pellegrino 142

Quandoore 20:30-23:30

Cosa: Retroverso in collaborazione con Dario Naccari presenta “READAVERSE”.

Show case e reading di mezz’autunno.

Alessandro Capurro : NOVO Cantautore Messinese

INGRESSO 5,00 euro con APERITIVO e FREE WINE.

 

ZERONOVANTA SABATONOTTE LIVE&SUSHI

DoveZeronovanta via Solferino

Quandoore 21:00

Cosa: Questa settimana due elementi di novità per il sabatonotte dello Zeronovanta, live music con The Club ed il sushi del Kajiki.
A seguire dj set Alberto Russo e Kollasso.

 

Arianna De Arcangelis

Thor: Ragnarok delusione o capolavoro?

La critica e le recensioni oltre oceano lo definiscono uno dei film più belli del MCU (Marvel Cinematic Universe) e il più divertente prodotto finora dagli studios di casa Disney.
Gli incassi sono notevoli e, dopo una sola settimana di programmazione, è al primo posto nel Box Office italiano.
La domanda sorge spontanea: è davvero così straordinario? La risposta è Nì.
Il film è ispirato molto vagamente alle saghe fumettistiche Ragnarok e Planet Hulk, ma non aspettatevi una trasposizione fedele, se siete fan dei fumetti.

Vedendo il trailer ci si aspetta un film caciarone, divertente, pieno di azione, e in effetti lo è.
La Marvel ha sempre inserito battute, a volte puerili, per creare prodotti fruibili a un pubblico vasto, ma forse stavolta ha esagerato.
Con questo non voglio dire che non intrattiene, anzi, il film è davvero esilarante in diverse parti e le due ore di proiezione non si sentono nemmeno; ma a volte questo umorismo è preponderante, stemperando eccessivamente la tensione in momenti in cui, probabilmente, sarebbe stato il caso di soffermarsi un po’ di più.
Questo film è davvero fatto bene tecnicamente. La regia di Taika Waititi è davvero attenta e mostra con chiarezza ogni singola scena di azione; tra l’altro il regista interpreta anche Korg, un personaggio davvero simpatico.
Gli effetti visivi sono veramente belli, compiendo citazioni per omaggiare Jack Kirby (disegnatore della Marvel), ma ricordano un po’ troppo l’estetica di Guardiani della Galassia; questo a volte risulta un po’ decontestualizzante rispetto al personaggio di Thor, legato al cosmico, ma anche, e soprattutto, al lato epico e mitologico, che comunque nell’ultima parte traspare molto di più.
La colonna sonora è azzeccatissima, sottolinea i momenti salienti della pellicola e, ammettiamolo, sentire Immigrant Song dei Led Zeppelin gasa moltissimo.

Un difetto del film? la sceneggiatura.
Un po’ squilibrata, perché vediamo molto di ciò che accade sul pianeta dei Gladiatori. Scene fantastiche tra Hulk e Thor, indubbiamente; nel frattempo, ad Asgard imperversa Hela, la dea della morte (interpretata da una Cate Blanchett che, nonostante la scrittura un po’ povera del suo personaggio, col suo talento, riesce a dare una caratterizzazione ad una villain altrimenti scialba), ma ci viene mostrato poco.

Hulk, finalmente, si vede un po’ di più e non solo nei panni di Bruce Bunner (interpretato da Mark Ruffalo, in entrambi i casi).

Loki, interpretato da Tom Hiddleston, è diventato un po’ una macchietta, ma non c’è Thor senza il fratellastro dio del Caos e anche grazie a lui il dio del Tuono, interpretato come sempre da Chris Hemsworth, raggiunge la piena maturità (e non sveliamo di più).

Per la macrotrama, in attesa di Infinity War, che uscirà il prossimo anno, questo film non aggiunge nulla, o quasi. L’ultima parte è indicativa e soprattutto una delle 2 scene post credits fa un grosso collegamento (ma ovviamente non si fa spoiler).

In definitiva, Thor: Ragnarok è un capolavoro o una delusione?
Non è un capolavoro, ma nemmeno una delusione. E’ promosso insomma. Se vi piace la Marvel, se volete passare due ore di intrattenimento, se volete vedere un film fatto discretamente bene o semplicemente vi incuriosisce, guardatelo e fateci sapere cosa ne pensate.

Saveria Serena Foti

 

 

 

 

 

L’UniVerso che cercavo dentro ME

 

Che fatica, amici miei. Scrivere questo articolo è una cosa difficilissima. Sarò sincera con voi: solo il dovermi mettere davanti a questa pagina di Word è stato un parto. È da almeno 2 mesi che so che lo devo fare, che non volevo ridurmi all’ultimo, che rimando ‘’a domani’’.

Oggi non posso. Oggi è l’ultimo giorno a mia disposizione in quanto ‘’domani’’ è il tempo durante il quale voi mi state leggendo. L’articolo è pubblicato. Fine.

Fine.

Sapete, tra tutti i corsi universitari il mio è davvero particolare. Non sono 3, non sono 5, sono 6 anni. Sei anni sono tantissimi. È così strano pensare che tra 4 giorni il traguardo sarà stato raggiunto. The End.

Non giriamo troppo intorno, quindi. Sono qua per porvi i miei saluti, il mio arrivederci.

Questo progetto è entrato nella mia vita nel 2015. Non dimenticherò facilmente la prima volta in quello che è diventato il nostro ufficio. Non mi dimenticherò facilmente quel colloquio: ero l’unica ragazza, in mezzo ad un branco di ragazzi! Non solo: ero l’unica ragazza che scriveva per gioco, per distrazione, sicuramente non per mestiere.

Eppure, dopo quel primo “che ci faccio qui?”, tutto ha iniziato ad andare in maniera assolutamente naturale. Fin dalla prima riunione c’è stata passione ma anche tanto divertimento. Immaginateci: noi 8, in un’aula X, che non sapevamo assolutamente cosa stavamo facendo. Man mano, però, in quella confusione, sono uscite fuori le prime idee, le prime bozze di scalette e poi le scalette vere e proprie, i primi format, le prime categorie.

E poi, lui: il nome. UniVersoMe. Non potrò mai dimenticare quando Gugliotta lo ha scritto sulla lavagna, spiegandoci il gioco di parole, il significato che c’era dietro.

Io, Alessio, Paolo, Bonjo, Daniele, Valerio e Salvo lo abbiamo approvato fin dal primo momento. Università verso Me. Me, Messina. Me, cioè io. Me stesso. E sicuramente, questo universo, non solo è arrivato fin da me, ma è diventato parte di me, ha preso una parte di me.

Questo nostro progetto è stato il motivo per cui, lo dirò sempre, non ho più fatto la domanda di trasferimento. È stato il motivo per cui ho deciso di dare una seconda possibilità a questa università e a questa città, scoprendo che ci sono tantissimi ragazzi che si spaccano il culo (scusate il francesismo) per questa nostra Messina, completamente abbandonata a sé stessa.

Sono cresciuta, insieme ad UniVersoMe: ho imparato la diplomazia, il sacrificio, i compressi, il gioco di squadra. Ho imparato a contenere meglio la rabbia quando sei frustata, perché le cose vanno male, perché la gente non recepisce… Chissà per quale motivo.

UniVersoMe è un percorso che consiglio ad ognuno di voi: è una palestra per il futuro, per i futuri speakers, per i futuri giornalisti, per chi vuole trovare degli amici che lo saranno per sempre. Certo, un po’ di censura bisogna metterla in conto, ma ne vale la pena. E, anche quando verrete criticati, perché la verità fa male e non tutti la accettano, potrete dire che Voi, la Voce dell’Università, avete portato a galla i problemi che ci sono, per aiutare l’università stessa. Non vi crederanno? Non fa niente. L’importante è credere nei propri ideali.

Ed è quello che ho fatto io. Ho creduto e portato avanti i miei ideali fino alla fine, sono stata, anche io, la voce (sgarbata e acida, direi) dell’università. Ed oggi, con questo punto finale, non posso fare altro che esserne fiera.

Arrivederci, UniVersoMe.

Grazie per ogni singolo articolo scritto, corretto, pubblicato; per ogni editoriale con cui ho potuto esprimere la mia scrittura, per le mie amate rubriche di Tempo Libero, Abbatti lo Stereotipo, Recensioni e Scienze&Ricerca.

Ciao, a tutti i miei colleghi, compagni, amici.

A Micalizzi, la nostra carotina autistica, il nostro primo referente generale, l’amico con cui ho passato un anno intero a piangere sui malloppi che ci trascinavamo in biblioteca quando andavamo a “studiare”.

A Giorgino, Bonjo, Pragma, Valerio, Barba; i miei ragazzi, la squadra migliore che potessi desiderare. Ognuno di loro, in un modo diverso ma assolutamente perfetto, mi hanno fatta sentire a casa, protetta e coccolata (questa unica piccola donnina) e, soprattutto, mai inferiore a loro. Loro sono stati la mia spalla su cui piangere, il mio mandare a fanculo le persone e rimetterle in riga senza contestare, gli amici che tutt’ora sono con me, che tra 4 giorni saranno con me in uno dei giorni più importanti.

A Gugliotta, il nuovo referente, che si ammazza giorno e notte per aumentare il livello (e che c’è Super Mario Bros?) della piattaforma nelle sue varie componenti, accettando il cambiamento a cui essa può e deve andare incontro ma senza mai mancare di rispetto a nessuno dei membri che ne fanno parte o agli ideali su cui è stata fondata. Lo fa per quanto il tempo, ed io ne so qualcosa, sia poco. Perché UniVersoMe è anche questo: tanto tempo da ‘’perdere’’, con il piacere di ‘’perderlo’’.

Noi 8: il consiglio fondatore. Questi sette stronzi qua sopra citati, credetemi, non ho parole per ringraziarli abbastanza per ciò che ho provato e che non dimenticherò mai. Per aver creato, insieme, chissà per quale assurdo motivo, un qualcosa per cui, qualsiasi sarà la sua storia, andrò per sempre fiera.

Ai nuovi ragazzi, il nuovo consiglio: Jessica, Arianna, Gianpaolo, Vincenzo e a chi prenderà il mio posto. È stato un piacere vedere come quella passione, che era stampata sulla faccia di noi “vecchi” (nerd), esiste anche nel cuore (e sulla faccia) di qualcun altro. E con certezza posso dire, non solo di aver trovato anche in loro degli amici ed una squadra, che faranno un ottimo lavoro, riuscendo ad arrivare sempre più alto.

A Claudio, referente radio, con cui, come cane e gatto, mi sono acchiappata svariate volte in scontri creativi (a dir poco) ma sicuramente costruttivi. Che dire, lui ha già lasciato il posto ai giovani, ma senza noi due, possiamo dirlo senza alcuna modestia, Radio UniVersoMe non sarebbe stata il canale di successo quale è.

A Giulia, referente grafica, che, vabbè, è diventata una sorella con cui condivido il sonno, i sogni, lo sport ed i nostri mondi un po’ sbilenchi ma così strapieni di… Oddio, di cose troppo complicate ma assolutamente stupende. Attraverso i suoi occhi, guarda dentro l’obiettivo della macchina fotografica e fa vedere il mondo come mai riuscireste a rappresentarvelo. Con la professionalità che poche persone hanno, io la ringrazio perché ha conquistato la mia stima ed il mio rispetto fino, addirittura, una parte del mio cuore.

A tutti i ragazzi della Radio (che ho già salutato un mesetto fa durante la mia ultima puntata), a tutti i ragazzi della Redazione, a chi si occupa dei Social con una puntualità disarmante, a chi arriva e se ne va, a chi arriva e rimane. Grazie a tutti.

E grazie a voi: che nel vostro piccolo mi avete letta ed ascoltata. Grazie se vi ho fatto ridere, se vi ho fatto commuovere, se vi ho fatto incazzare, se mi sono fatta odiare o apprezzare. Grazie perché siete voi le persone per cui abbiamo lavorato ogni giorno e siete il più grande premio che potessimo mai desiderare.

Grazie, perché ho il cuore pieno di emozione.

Elena Anna Andronico

La Grande Partita: scacchi, psicopatici e comunisti.

Una sera, un bambino di nome Bobby Fischer non riesce a dormire a causa del trambusto causato da una festa in casa organizzata dalla madre.
Nel vano tentativo di prendere sonno, il bambino fissa di fronte a sé una scacchiera e decide di ingannare il tempo provando a giocare. Passato un po’ di tempo da quel giorno la madre di Bobby, vista la curiosità sviluppata dal bambino, trasformatasi in passione a tal punto che “da quando ha cominciato a giocare, non ha mai perso neanche una partita”, decide di portarlo da un insegnante per capire se questa semplice passione non sia talento, ma proprio nel “test” per capire il suo livello, Bobby perde.
Questo lo spronerà a migliorare ancora di più sotto la guida del maestro, fino ad arrivare al punto di poter partecipare agevolmente a tornei internazionali e diventare in breve tempo un avversario temibile alla sola età di dodici anni.
Tuttavia insieme alla bravura cresce esponenzialmente anche l’arroganza di Fischer, diventando sempre più scontroso e irritabile, convinto di una sola cosa: diventare il più giovane campione del mondo di scacchi.
Decisione importante che porta Bobby a porre il gioco al centro di tutto, rendendola la sua ragione di vita. Il giovane prodigio cresce e con lui anche la sua abilità nel gioco, ma assieme ad essa altre responsabilità di carattere politico che cadono, sovente, sulle sue spalle.
Infatti ci si trova in piena Guerra Fredda e i russi si dimostrano essere padroni del gioco, cercando di far vertere la guerra sullo scontro dell’intelletto, per cui Bobby, ovviamente americano, gioca un ruolo molto importante, cominciando a ricevere una sorta di sostegno anche da chi di scacchi non ne capisce, dando adito, così, alla concezione di Fischer che egli stia aiutando in qualche modo la sua nazione e che, prevedibilmente, gliene sia debitrice.
Bobby sviluppa una natura particolare, fomentando la sua arroganza e disintegrando progressivamente quel briciolo di “umanità” che gli è rimasta, senza dimenticare la sua psiche che si deteriora sempre più. Il cocktail appena presentato creerà non pochi problemi, ma Fischer continuerà ad essere determinato ogni giorno di più. Battere Spassky ed essere campione del mondo è l’unica via.
Sempre che i comunisti non lo intralcino…

“Pawn Sacrifice” (La Grande Partita) è diretto da Edward Zwick. Film del 2014 narra la vita particolare dello scacchista Bobby Fischer, interpretato da Tobey Maguire (Spider-Man, Il Grande Gastby), e di quella che venne definita “la partita del secolo” contro l’allora campione del mondo Boris Spassky, interpretato da Liev Schreiber (Il Caso Spotlight, Ray Donovan).
La pellicola, che da subito mette in chiaro di non volere essere un blockbuster, trova un buon lavoro di regia, ma viene accompagnata da un andamento assolutamente discendente con pochi climax e una linea guida a volte boriosa.
Bobby Fisher era sicuramente un talentuoso scacchista ma un vero e proprio psicopatico e il lungometraggio si concentra prevalentemente su questo aspetto. Inoltre rimarca il clima della Guerra Fredda con la sensazione di avere costantemente attorno spie (comuniste o americane che siano) contornata dall’estenuante lotta e dimostrazione di superiorità.
Tuttavia, nonostante Fischer sia ovviamente un personaggio importante della storia del gioco degli scacchi, a livello cinematografico risulta essere l’ennesimo individuo folle con problemi psicologici che, malgrado tutto, è obbligatorio considerarlo come un genio e quasi eroe. Ma il cinema, di questi, è pieno.
Vi è da precisare che con ciò non si vuole andare a denigrare la figura di Fischer che, anzi, può essere sfruttata come spunto per sensibilizzare su determinati temi.
Complessivamente “La Grande Partita” si definisce un buon film con la mancata spinta giusta per potersi differenziale, ma che vale comunque la pena di vedere.

                                                                                                                                                            Giuseppe Maimone

Finché articolo non ci separi


Tu, vuoi prendere in sposa questa pazza scattiata che ti romperà i coglioni AD VITAM?

Lo voglio.

E tu, vuoi prendere in sposo questo tizio con cui condividi poco e niente ma che hai deciso, senza motivo, di amare alla follia dei matti proprio?

Lo voglio.

Vi dichiaro marito e moglie.

 

Ok, la nostra storia non va proprio così… Ma quasi. Come un matrimonio combinato, nessuna delle due sapeva niente l’una dell’altra ma ci siamo trovate insieme.

 

A quel punto, sono due: o hai culo, o soffri tutta la cazza di vita.

Abbiamo avuto culo.

 

QUESTA È LA STORIA DELLE DUE STRONZE CHE VI HANNO ACCOMPAGNATO NEGLIO ULTIMI DUE ANNI, BRUTTI DEFICIENTI, ED ORA, CAZO CAZO, VI STANNO SALUTANDO.

 

  1. Once upon a time…

 

“Tutti zitti, tutti buoni… C’è una storia nuova nuova, ve la racconto piano piano e vi porterà lontano, lontano”

 

Dai, che vi ho stregati. Anni ’90, le musicassette con le favole che venivano narrate. Una scusa per i genitori più pigri… Però, MA CHE NE SANNO GLI ALTRI LEVATI PROPRIO.

 

Se ci pensate, tutto inizia con c’era una volta. C’era una volta… Io. Sola. Che, innocentemente, volevo scrivere un pezzo ogni tot di Recensioni. Di Scienze e Ricerca. E mi sono ritrovata a Tempo Libero. Ah, ma è ronco!

 

Sola soletta, chiedo in giro e trovo altri 3 randagi disposti a scrivere per questa rubrica. Bene, penso, niente panico, qualcuno che mi aiuta lo ho.

 

Inizialmente, ogni articolo era una conquista. Ognuno di noi, separato dagli altri, faceva ridere. Eccome. Le views, parlano al posto nostro.

 

 

  1. Separate in casa

 

Prima che il nostro diventasse un vero e proprio sodalizio, beh siamo state separate. No, non perché ci odiassimo a morte o cose del genere.

 

Tipo “oh, io con quello? MAI” e poi te lo sposi. Non è stato questo il caso.”Giusto Ele..?” Semplicemente prima eravamo persone un po’ più normali, e come ogni persona normale che si rispetti, scrivevamo le cose nostre per conto nostro.

 

“Vane, lo scrivi tu questa settimana?”, “Si certo, nessun problema” Cominciare a scrivere per questa rubrica è stato un puro e semplice caso.

 

Un buco da riempire durante la settimana e tac: l’occasione di mettere giù due insolite righe (dai lo sappiamo tutti che Tempo Libero non fabbrichi “articoli” nell’accezione più letterale del termine).

 

Comunque; Elena scriveva cose fighissime anche da sola. Certo scoprire di avere la stessa testa e gli stessi pensieri ci ha reso tutto estremamente più semplice, ma prima di tutto questo, prima che le nostre mani e le nostre menti si fondessero, eravamo due semplici essere umani con la passione per la scrittura.

 

Una passione un po’ insolita visto che raramente ci siamo ritrovate a scrivere di cose normali. Scrivere in solitaria è stato solo l’incipit di qualcosa di ancora più bello.

 

 3. Galeotto fu quell’articolo

 

Uno, due, tre articoli. “Oh, Vane, che famo? Sta settimana scriviamo insieme? Facciamo un articolo a DODICI MANI”. Ma come si fa? Troppe teste. Boh, vabbè. Proviamo?

 

Andò incredibilmente bene. Chissà perché, ancora mi chiedo di quale malattia mentale voi possiate mai soffrire, vi abbiamo fatto divertire. E ci siamo divertite pure noi, da morire.

 

Ogni settimana si aspetta, ormai devo dire aspettava?, il venerdì. Ma quale officina, ma quali sbronze spinte. SORRY MAMA FOR MI VIDA LOCA, resto fino alle 5 del mattino a scrivere con Vane.

Dopo le prime volte, la macchina andava sola. Beh, se ve lo state chiedendo, SI’ È UNA METAFORA CON UN PERFETTO DOPPIO SENSO SESSUALE.

 

Ogni articolo era, “oh Vane ma se scriviamo…?” e mentre lei digita, io digito… Pam. Esce lo stesso messaggio. Buona la prima.

 

INCEPTION.

 

E così, questo piccolo angolo del nostro Universo è capitato per sbaglio proprio. Quello si laurea, lei fa parte di una rubrica sola, quell’altro non ci sono crediti e ciaone…. Vanessa ed Elena.  Rigà, siamo nate come “amore, fidati, per una volta senza preservativo non fa niente” e ci siamo dovute accollare.

 

Ed è stata un’ottima decisione.

 

  1. Nella buona e nella cattiva sorte

 

Beh, da quando io ed Elena siamo diventate un corpo a due teste e quattro mani, ne abbiamo passate veramente tante, tanto da pensare che il nostro sodalizio, non potesse che suggellarsi con un: “nella buona e nella cattiva sorte”.

 

Ti ricordi Ele, quella volta che per un articolo scritto forse con troppa crudezza, (si può dire crudezza, vero?) abbiamo vissuto nel panico più totale credendo di andare incontro alla galera?

 

Beh, la galera è un’esagerazione eh, ma prese dalle mille paranoie abbiamo anche immaginato a come sarebbe stato condividere la pasta al forno della domenica in una stanza 3×3 di viale Gazzi. Sono sicura che anche da lì avremmo trovato il modo di mandare avanti la nostra folle rubrica. E poi i successi.

 

Quanti articoli letti e riletti dalla gente. Ricondivisi, apprezzati. La gioia di strappare una risata ai nostri amici studenti e non solo. Sicuramente non è stato sempre facile, trovare argomenti sui quali montare i nostri castelli, trovare a giusta chiave di lettura, dedicare infinite ore di tempo davanti ad una pagina bianca da riempire.

 

Eppure, eccoci qua: ancora una volta, nella buona sorte di aver costruito tutto questo, e nella cattiva sorte di dover scrivere la parola fine. Insieme.

 

 

  1. The End

 

Vi riporto di nuovo nel pieno degli anni ’90. The end. Che vi ricorda? Un aiutino? Tom e Jerry. Daaai! Finiva la puntata e… The End.

 

La nostra The End, non è stata mica semplice (ovviamente). Ci siamo trovate al centro di tutti i nostri castelli e ‘’Vane, chiudi tu che io non c’ho voglia!’’

 

Ogni venerdì la stessa storia. Scegli tu quali punti prendere. Facciamo pari o dispari. Ti metto le dita nel naso appena ti vedo se non scegli. SCEGLI! Questo ultimo mese era “quello della settimana prossima è l’ultimo articolo” “ok, perfetto”

 

E poi, c’era un percorso da finire. Scusami ah, scriviamo di amicizia famiglia e snobbiamo l’amore? Ho capito, ma dovremmo pur scrivere un articolo in cui insultiamo noi studenti. LO AVEVAMO GIURATO.

 

Eh, niente. La nostra promessa è slittata, di settimana in settimana. Ma poi, che dire, tra una lettera e l’altra, un po’ di bile, qualche lacrima e un TVB MA NON LO DIRE IN GIRO“ ci siamo?”

 

Sì. Ci siamo. The End. Il nostro Tempo Libero è finito. Cazzo, quanto è vero. Abbiamo troppe cose da fare e a cui pensare, chi ce l’ha più un po’ di tempo libero…

 

‘’Oh Vane, chiudi tu, però. Qua ci sono le chiavi. Io apro, scrivo le introduzioni, lo sai… Tu chiudi. Doppia mandata, mi raccomando”

 

Vaaaa bene, ma solo per farti contenta.

 

Anche questo articolo, l’ultimo, è giunto al termine. Non ci sono parole per spiegare quanto per noi sia stato importante tenervi compagnia tutti i sabato mattina. Quanto sia stato importante ritrovarci ogni venerdì notte, proprio come stanotte, a dedicare il nostro tempo ad un progetto che in un modo o nell’altro ci ha segnate e fatte crescere.

 

Per noi, è giunto però il momento di appendere la tastiera al chiodo, almeno per adesso, e di cominciare un nuovo percorso fatto di incognite e forse anche qualche paura. In fin dei conti, quello che si nasconde dietro la fine di un percorso di studi, è tutto un universo ancora da scoprire.

 

Voi siete stati, senza dubbio, la cosa migliore che ci potesse capitare. Lo stimolo più grande per non smettere mai di fare questo, e di farlo con tutte noi stesse. Forse oggi vi abbiamo fatto ridere poco, ma perdonatecelo, e se dovessimo mancarvi beh, tutti i nostri folli articoli sono sempre a disposizione di click. Rileggeteci, se volete.

 

Saremo sempre le solite Elena e Vanessa: due cazzone incontratesi per sbaglio, dentro una rubrica nata per sbaglio, con un articolo scritto insieme per sbaglio, e che per sbaglio si sono ritrovate a fare la cosa più bella del mondo: raccontare storie e condividerle col mondo. Vi vogliamo bene. Ad Maiora.

 

 

Elena Anna Andronico (direttivo fondatore, referente radio)

Vanessa Munaò (redattore giornale, referente radio)