Sinergie teatrali tra Sutta Scupa e QuasiAnonimaProduzioni

Avviata la collaborazione tra le compagnie teatrali Sutta Scupa e QA-QuasiAnonimaProduzioni all’insegna di arte e accoglienza

È stato sancito il comune intento di rendere il teatro sempre più una pratica politica e di consapevolezza civile, da una fattiva collaborazione tra le compagnie teatrali Sutta Scupa diretta da Giuseppe Massa e QA-QuasiAnonimaProduzioni, presieduta da Vincenzo Quadarella.

Ha avuto luogo dal 19 al 22 dicembre nei locali di Wind of Change presso il Centro di Solidarietà F.A.R.O. il laboratorio “Arte e Nuovi Cittadini” ideato e prodotto dalla compagnia palermitana Sutta Scupa, in collaborazione con l’Assessorato Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, condotto da Vincenza Di Vita, critico teatrale e docente di drammaturgia grazie a QA- QuasiAnonimaProduzioni.

Vi hanno preso parte curiosi e amanti del teatro; studenti universitari membri dell’Osservatorio Critico di QA, provenienti dall’Ateneo di Messina, con cui QuasiAnonima ha stipulato da anni una convenzione per i tirocini formativi; ragazzi migranti della scuola Penny Wirton, coordinata da Biancamaria Cordovani, con la partecipazione dei volontari Natalia Carcame e Gabriele Mascarese; gli ospiti del centro di via San Jachiddu a Messina, per Wind of Change e F.A.R.O., con la generosa partecipazione del loro responsabile ed educatore Antonello Sidoti.

Sono state presentate le poetiche degli autori, registi e direttori artistici delle rispettive compagnie Giuseppe Massa per Sutta Scupa e Auretta Sterrantino per QA.

Ha suscitato interessanti dibattiti la visione degli spettacoli di Sutta Scupa vincitori per tre anni consecutivi del progetto MigrArti: Nel fuoco scritto e diretto da Giuseppe Massa, Orli scritto da Tino Caspanello (testo che ha recentemente ricevuto una menzione al London Harbour Migration Prize) e Antigone Power scritto da Ubah Cristina Ali Farah. La proiezione è stata arricchita da un incontro-intervista con Giuseppe Massa, regista dei testi suddetti e direttore di una compagnia multietnica attiva dal 2006 a Palermo.

Oggetto di un acceso confronto sulla figura della donna è stato Naufragio. Un preludio, quattro movimenti, una fuga, una riscrittura del mito di Danae a partire dal celebre frammento di Simonide di Ceo. Lo spettacolo è stato ospite di importanti festival, come le Dionisiache al teatro antico di Segesta e, in rappresentanza della Fondazione INDA, al festival di teatro classico di Albano Laziale. Il prossimo 29 dicembre è previsto un ulteriore incontro alla presenza dell’autrice e regista Auretta Sterrantino e dell’attrice Marialaura Ardizzone.

Si apre dunque con il periodo natalizio una ricca e partecipatissima iniziativa che anima di nuove presenze la sesta edizione di Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena, rassegna teatrale di QuasiAnonima con sede a Messina, che apre il suo Osservatorio Critico ai nuovi cittadini dell’Isola.

Inaugurazione BookSharing del Dipartimento di Ingegneria

L’associazione UnitaMente è lieta di invitarVi lunedì 17 alle 14.30, presso il Bar del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, dove si terrà l’inaugurazione del primo BookSharing.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere la cultura e la socializzazione all’interno del Dipartimento, in modo da creare una vera e propria comunità, i cui membri possano condividere il piacere per la lettura e scambiare opinioni. Il BookSharing è il primo passo verso questo obiettivo.

Si allega la locandina qui di seguito:

Locandina_48

UniVersoMe e RadUni presenzieranno al IX incontro nazionale dei corsi di scienze della comunicazione

Due portavoce degli studenti di UniVersoMe, la testata multiforme dell’Università di Messina, prenderanno parte, venerdì 14 dicembre 2018, al IX Incontro Nazionale dei Corsi in Scienze della Comunicazione promosso dalla Conferenza Italiana di Scienze della Comunicazione che avrà luogo presso la Sala delle Capriate, Palazzo Chiaramonte-Steri dell’Università degli Studi di Palermo in Piazza Marina, 59, Palermo.

L’incontro, che affronterà numerose tematiche legate al rapporto tra comunicazione e atenei, si terrà dalle 9.30 alle 18.30 e vedrà anche la partecipazione di RadUni, Associazione Operatori Radiofonici Universitari, con un panel dal titolo “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie”.

L’Associazione RadUni sarà rappresentata dal Segretario Nazionale Alice Plata, già direttore responsabile del media web Radio6023 presso UniUPO, che ha curato una presentazione dedicata alle Radio Universitarie, le loro attività e buone pratiche, volto a confermare il grande valore delle college radio all’interno delle Comunità Universitarie Italiane. Potete trovare l’intervento “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie” all’interno del book of abstracts.

Nata nel 1992 come Conferenza Nazionale delle Facoltà e dei Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, per riunire in Coordinamento Nazionale le tante anime che caratterizzano il campo di studi in questo ambito didattico e scientifico, la Conferenza si pone l’obiettivo primario di valorizzare e promuovere le Scienze della Comunicazione quale elemento dinamico e indispensabile per lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese.

La sua mission è produrre e trasferire cultura e conoscenza, sviluppare e formare capacità professionali competenti e critiche.

Per ulteriori informazioni e per sapere nel dettaglio gli scopi dell’iniziativa e gli interventi previsti, si allegano qui di seguito i link della locandina e della brochure:

Locandina – Conferenza 2018 (email-web)

Brochure – Conferenza 2018 (email-web) orari completo

 

Le 5 cose che mancano di più al messinese fuorisede

 

Conduce spesso una vita di stenti, ogni giorno affronta eroicamente l’integrazione in un mondo che non gli appartiene, il suo cuore batte alla vista del Pilone e la sua anima sussulta al pensiero dell’arrivo del pacco da giù: è lo studente fuorisede, o meglio, il messinese fuorisede.

Che tra Nord e Sud esistano delle differenze è cosa nota e, diciamocelo, non si tratta di stereotipi ma di dure realtà. Lo studente fuorisede vive ogni giorno sulla propria pelle questo incolmabile divario che separa Nord e Sud, gelida Polentonia e calda Terronia. E se fino a Napoli sembra ancora di avvertire una flebile aria di casa, dal Tevere in su non ci resta che piangere.

 

Sono certa che tutti voi abbiate un amico messinese fuorisede e sono altrettanto sicura del fatto che almeno una volta vi sia capitato di dover sopportare eventuali lamentele e piagnistei causati dalla nostalgia di casa. Perché mio caro buddace medio,  portavoce del motto “a Messina non c’è nenti”, sappi che ogni giorno, tra lo zallume e l’inciviltà, godi anche di tanti piaceri per cui il messinese fuorisede ti invidia dannatamente.

Ecco a voi le cinque cose di cui il nostro messinese fuorisede sente maggiormente la mancanza.

  1. Le braciole

Nessuno, eccetto i suoi conterranei, possono comprendere la necessità di gustare questo piatto almeno una volta a settimana. La sofferenza del fuorisede dovuta all’astinenza da braciole si acuisce ulteriormente nel momento in cui, pronunciato il nome indicante questo nettare degli dei, si rende conto che nessuno riesce a comprendere nemmeno di che cosa stia parlando. Perché no, non si tratta semplici “involtini di carne”, si chiamano “braciole”: adesso andate e diffondete il Verbo. State molto attenti a non pronunciare questo nome invano, il desiderio di braciole del messinese fuorisede è tale che sarebbe disposto persino a darvi un rene, pur di averne qualcuna in cambio.

  1. La granita

Sarebbe capace di mangiarla a colazione, pranzo, merenda, persino per cena. Una “menza ca’ panna” starebbe bene anche a fine pasto, così per digerire la caponatina di mamma. Stiamo parlando ovviamente di Granita, quella vera, con sapori e odori chiaramente percepibili, ben diversa dalla “gratta checca” che ogni buon messinese userebbe al massimo per fare l’ ice challenge a luglio. Nei suoi sogni più reconditi il messinese fuorisede immagina di accarezzare la sacra coppola della brioche e immergerla con la giusta grazia in un velo di panna. E fidatevi, la più grande dimostrazione d’affetto che possiate ricevere da un buddace non è una teglia di parmigiana né un chilo di salsiccia condita (sebbene siano sempre molto gradite). Stima e affetto insuperabili sono racchiusi in questa frase fortemente evocativa: “ti vogghiu beni comu a testa da brioscia”. Ditelo così “ti amo” al messinese fuorisede. Non riuscirebbe a trattenere la lacrimuccia.

  1. Il mare dello Stretto

Il messinese potrebbe anche spostarsi senza l’aiuto di google maps e della stella polare, ma non del suo mare. Lo stretto è un vero e proprio punto di riferimento. Non a caso, già alla vista delle sponde calabre, il fuorisede comincia a ritrovare il dovuto senso dell’orientamento e ha come la sensazione di tornare a respirare. Tra alte montagne e grigi palazzoni si sente infatti schiacciato, come fosse sul vecchio 79 direzione Faro alle ore 14 di un qualunque giorno scolastico. Solo la vista dello Stretto sarebbe capace di donargli quella stupenda sensazione di libertà, paragonabile solo a quella provata non appena sbottonati i pantaloni dopo il pranzo di Natale con i parenti.

  1. Il dialetto

Chiedere allo studente fuorisede di non parlare in dialetto sarebbe come chiedere alla nonna terrona di non dirti “stai sciupato” ogni qualvolta ti veda/senta (sì, perché anche il tono di voce rivela se non mangi). Non ce la fa, il suo cuore non può sopportare anche questo. Piuttosto chiedetegli di non parlare in italiano. Ricorrere a espressioni dialettali, specialmente in preda a momenti di ira o in (rarissimi) istanti di euforia, è una necessità, fa bene all’animo. E poi, amici/nemici polentoni, vi assicuriamo che la nostra amarezza nel constatare che non potete comprendere espressioni tanto profonde e potenti come “cuntari quantu u dui i coppi quannu a briscula è a spadi”, “semu chiù di cani brasi” o “camurria” supera di gran lunga il vostro sbigottimento nel sentirle pronunciare. Il fuorisede infatti si impegna moltissimo per fare in modo di esplicare al meglio il senso più profondo di questi vocaboli, ma ogni traduzione che si rispetti non potrà mai dirsi perfetta. Per cui al messinese fuorisede non resta che rassegnarsi, nessuno lassù al di fuori di se stesso potrà mai capirlo.

  1. Il clima tropicale

Il messinese è geneticamente formato per risiedere in ambienti caldi. Costringerlo a vivere in territori in cui si sfiorano soglie più basse dei 12 gradi sarebbe come chiedere a un orso polare di vivere all’Equatore. Non riesce a resistere, ha proprio difficoltà a sopravvivere. E se il fuorisede decidesse di fare il trasgressivo, indossando il giubbotto di pelle a novembre, ne pagherebbe immediatamente le conseguenze con un bel febbrone. Sembra quasi che le sue difese immunitarie vogliano urlargli “Imbecille, se vuoi fare lo splendido tornatene giù”. Così al fuorisede non resta che piangere al pensiero che nella sua città avrebbe potuto tranquillamente indossare maglietta a maniche corte e giacchetta leggera, giusto per zittire la mamma apprensiva. Può solo consolarsi con il calore del suo cuore, proveniente direttamente dalla sua Sicilia bedda.

Giusy Mantarro

-1 al TEDxCapoPeloro

Parte il conto alla rovescia per TEDxCapoPeloro, evento senza precedenti per la città di Messina, dove farà tappa per la prima volta domani, sabato 24 novembre a partire dalle 14:15 fino a tarda serata. Avrà luogo presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – Istituto Marino di Mortelle sito in Via Torre Bianca, Pad. 4, Mortelle, Messina ME.

Molti lettori sapranno già su cosa verterà questa iniziativa, ma altri magari ne staranno venendo a conoscenza adesso leggendo questo articolo. Il nome vi incuriosisce e siete interessati a sapere di cosa si tratta? Allora continuate a leggere per scoprirne i dettagli! E soprattutto, se siete appassionati di scienza, vicini al tema della ricerca e avete sete di conoscenza in tutti i campi del sapere (dalla tecnologia all’area umanistica), vi consigliamo di affrettarvi ad acquistare i biglietti al seguente link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-tedx-capo-peloro-upwelling-50828073135. Le vendite termineranno tra poche ore! Inoltre, per gli studenti universitari è prevista un’agevolazione ad un prezzo speciale. Basterà semplicemente comprovare l’effettiva iscrizione all’Ateneo al momento della registrazione.

Entriamo nel merito dell’evento: in cosa consiste TEDxCapoPeloro?

TED (Technology, Entertainment, Design) è un’organizzazione no-profit che ha come obiettivo la condivisione di “idee che meritano di essere diffuse”. Nel suo evento annuale, TED mette insieme i principali pensatori e innovatori del mondo che raccontano le loro idee e le loro esperienze in presentazioni di massimo 18 minuti.

La conferenza annuale di TED si tiene a Long Beach in California ma, proprio per poter condividere idee anche fuori dai confini americani, l’organizzazione ha lanciato un programma di eventi locali, chiamato TEDx (dove la “x” indica un evento organizzato in modo indipendente). L’obiettivo di un TEDx, quindi, è quello di dare a livello locale la possibilità di vivere un’esperienza simile a quella di una conferenza TED.

Al TEDxCapoPeloro saranno presenti cinque speaker che hanno tutti un legame con Messina e la Sicilia. Ognuno di loro interpreterà il concetto di upwelling, tema di questo TEDx, secondo la propria esperienza personale e professionale, con l’obiettivo comune di ispirare ed emozionare i partecipanti, facendo vedere loro il mondo da un altro punto di vista.

L’upwelling è il tema del TEDxCapoPeloro che prende spunto dal fenomeno dell’incontro tra correnti marine calde e fredde, che causa la risalita in superficie delle acque abissali e delle rare forme viventi che le abitano. L’upwelling si verifica anche nello Stretto di Messinadove si incontrano Mar Jonio e Mar Tirreno.

Prendendo ispirazione dall’immagine dell’incontro tra due o più elementi come punto di partenza per la nascita di qualcosa di nuovo, abbiamo scelto di focalizzare l’evento proprio sull’importanza di far emergere in superficie idee, progetti ed energie utili a rendere vivo il territorio.

TEDxCapoPeloro 2018 è tutto questo e molto altro.

Ad organizzare il TEDxCapoPeloro una crew di ragazzi dell’associazione Startup Messina, un gruppo di persone che crede fortemente nella diffusione delle idee come crescita personale e della comunità.

Ad analizzare, capire, trasmettere e divulgare il tema dell’upwelling, sia come fenomeno oceanografico sia come metafora (emblema di un meccanismo che innesca un circolo di idee motore di azioni e sinergie), collaborerà la tesata giornalistica universitaria UniVersoMe, che rientra tra i media partner del TEDxCapoPeloro 2018.

Seguite i canali social di UniVersoMe (Facebookhttps://www.facebook.com/UniVersoMessina/ ; Instagram: https://instagram.com/uvm_universome?utm_source=ig_profile_share&igshid=1ox9sjdjn2dda ) per restare aggiornati su contenuti inediti, foto dal vivo, news e articoli di commento e approfondimento.

Per maggiori informazioni si invita a consultare il sito tedxcapopeloro.com

Non mancate!

Giusy Boccalatte

Erasmus+ Traineeship

 

Cari Colleghe e Colleghi,  l’Università degli Studi di Messina, nell’ottica di offrire a tutti noi studenti le migliori opportunità di mobilità all’estero, ha appena pubblicato un nuovo bando Erasmus+ per  Tirocinio (traineeship). 

Prima di presentarvi una piccola guida su come partecipare al Bando, partiamo dalle basi: voi sapete cos’è l’Erasmus? Ed il significato del nome? ll programma Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, è un progetto di mobilità studentesca dell’Unione europea, avviato nel 1987.

Il nome ‘’Erasmus’’ deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam che, spinto dalla fame di cultura e conoscenza, viaggiò diversi anni in tutta Europa. 

L’Erasmus rappresenta una delle più concrete possibilità per uno studente universitario di effettuare un’esperienza di mobilità all’estero. 

Esistono due tipi di mobilità Erasmus per studenti: STUDIO e TIROCINIO (traineeship). 

L’esperienza Erasmus verrà formalmente riconosciuta in carriera attraverso l’attribuzione di CFU curriculari e/o extracurriculari, a seconda del piano di studi del proprio CdS. 

 

Adesso, dopo qualche piccola curiosità, passiamo al nocciolo della questione. 

 Cos’è l’Erasmus+ Traineeship? L’Erasmus+ Traineeship consente di: 

  • Realizzare una vera esperienza di tirocinio presso una Università/Ente/Azienda straniera; 
  • Effettuare attività di ricerca tesi; 

 

-A chi è rivolto il bando Erasmus+ Traineeship BET FOR JOBS? A Studenti, Laureandi, ma anche a Dottorandi/Specializzandi che intendono svolgere un tirocinio della durata minima di due mesi presso un Ente straniero. 

-Entro quando presentare la propria candidatura? La scadenza è il 18 dicembre 2018 alle ore 12:00. 

Come compilare la domanda di partecipazione? Basta collegarsi al link: https://betforjobs.erasmusmanager.it/ (la compilazione della domanda è solo online, non è necessario presentare candidature in cartaceo!) 

 

Requisiti OBBLIGATORI per accedere al bando: 

  1. Attestazione della propria CONOSCENZA LINGUISTICA secondo le modalità: CERTIFICAZIONI INTERNAZIONALI oppure TEST DI VERIFICA PRESSO IL CENTRO LINGUISTICO DI ATENEO – CLAM.

—> ISCRIZIONI TEST CLAM: Dal 9 novembre aperte, presso la segreteria del CLAM). Le prove si svolgeranno in due sessioni (ore 09:30 e ore 11:30) presso le aule multimediali del CLAM in via Luciano Manara 54 – Messina, nei seguenti giorni: 

-Mercoledì; 14 novembre 

-Lunedì; 19 novembre 

-Giovedì; 22 novembre 

-Lunedì; 26 novembre 

-Mercoledì; 28 novembre 

-Lunedì; 3 dicembre 

-Mercoledì; 5 dicembre 

-Lunedì; 10 dicembre 

Mercoledì; 12 dicembre 

Per partecipare all’esame bisogna iscriversi ad ogni appello, almeno tre giorni prima della data prevista in calendario. I test si terranno in Laboratorio e comporteranno, previo superamento, il rilascio di un’idoneità linguistica di inglese, francese, spagnolo e tedesco per i livelli A1* (solo per lingua spagnola) – A2 – B1 – B2 – C1* (solo per lingua inglese) finalizzata alla partecipazione alla mobilità Erasmus+. Il livello linguistico attestato dovrà corrispondere a quello richiesto dalla sede partner in cui il candidato intende effettuare la mobilità. 

Gli studenti Idonei provvederanno ad autocertificare il livello linguistico raggiunto, l’Ufficio Mobilità Erasmus verificherà quanto dichiarato sulla base degli elenchi degli Studenti Idonei che il CLAM fornirà alla fine della sessione dei test. 

In caso di mancato superamento, il test potrà essere ripetuto fino ad un massimo di due 

volte. 

E’ possibile sostenere il test in più di una lingua, per tre volte a lingua. 

-Costo del test? Il test ha una tariffa agevolata (10 euro) riservata agli studenti Unime. Per sostenere il test sarà necessario effettuare un bonifico al CLAM secondo le modalità riportate sul modulo di iscrizione: http://clam.unime.it/pdf/iscrizioni/Modulo_iscrizione_mobilita_ERASMUS.pdf

I candidati dovranno presentarsi muniti di un documento di riconoscimento valido. 

-Format del Test: nel test linguistico ERASMUS+, non è prevista la prova di Comprensione Orale. 

 

  1. Presentazione del LAT – Learning Agreement forTraineeshipgià compilato e firmato.  

Il LAT è il piano di lavoro che lo studente svolgerà presso l’Ente ospitante. 

  • COME TROVARE UN ENTE OSPITANTE? 

L’Unità Operativa Mobilità Erasmus ha messo a disposizione alcuni strumenti utili per la ricerca autonoma della “sede ospitante”: 

1) Un Database Enti ospitanti per Erasmus+ Traineeship:  https://www.unime.it/it/international/database-sedi-ospitanti-erasmus-traineeship  (contenente l’elenco degli Atenei stranieri con cui UniME ha stipulato Accordi Bilaterali per  traineeship, le offerte di tirocinio pervenute, la lista delle imprese che hanno ospitato precedentemente studenti UniME.) 

 

2) Una scheda “Consigli per la ricerca autonoma del tirocinio”: https://www.unime.it/sites/default/files/SMP%20-%20offerte%20e%20consigli.pdf 

 

3) Un format per “autocandidarsi” presso le Università/Enti/imprese in inglese: https://www.unime.it/it/sites/default/files/UNIME%20-

 

4) Una lista di link utili in cui sono riportati siti web specializzati in Erasmus+ Traineeship ed in cui sono elencate le posizioni di tirocinio disponibili presso Enti ed Organizzazioni europee, come ad esempio il sito sponsorizzato dalla Commissione europea: https://erasmusintern.org/

 

  • Per ulteriori info: 

Unità Operativa Mobilità Erasmus 

Unità Organizzativa Relazioni Internazionali 

Università degli Studi di Messina 

Orario di apertura al pubblico: Lunedì ore 9.00-13.00, Mercoledì ore 15.00-16.00, Giovedì 

ore 9.00-13.00 

E-mail: traineeship@unime.it 

Tel. 090/6768531-8506 

  • Allegati:

https://www.unime.it/sites/default/files/bando_B4J_1819.pdf

https://www.unime.it/sites/default/files/ALLEGATO_2_Bet%20for%20Jobs_UNIME_18.19-OK%20firmato.pdf

https://www.unime.it/sites/default/files/Allegato%20A%20-%20Dichiarazione%20Sostitutiva%20di%20certificazione%20di%20conoscenza%20linguististica%20Bando%20BET18-19.pdf

 

 

Jessica Cardullo

Domani la quarta edizione dell’atteso Pharmaparty

Torna il mercoledì delle feste universitarie, questa settimana con la quarta edizione della festa targata Pharma Party, dedicata agli studenti del corso di laurea in farmacia, e non solo! Gli organizzatori hanno in serbo tante sorprese per voi ospiti, tra cui shot serviti in modi singolari e inediti in linea con il tema dell’evento, un dj team d’eccezione e tanto altro, nella location del Palcò. Non si deluderanno le vostre aspettative! Per consentire al numero più ampio possibile di partecipanti di raggiungere l’evento, sono state messe a disposizione delle navette con partenze dai seguenti poli con la rispettiva tabella oraria:

• 22:40 Papardo
• 23:00 Annunziata
• 23:10 Caronte
• 23:20 Piazza Duomo

L’arrivo al Palcò è previsto per le 23:30. Al termine della serata il bus effettuerà il ritorno seguendo il percorso inverso. Per potere usufruire del servizio occorre prenotarsi esclusivamente via Direct alla pagina Instagram https://www.instagram.com/pharmaparty o via Messenger alla pagina Facebook https://www.facebook.com/pharmapartyunime/ scrivendo cognome, nome e fermata in cui si vuole salire sul Bus. La prenotazione sarà effettiva al momento della consegna della quota.

A rendere ancora più divertente e dinamica la serata contribuiranno i collaboratori della testata giornalistica universitaria UniVersoMe, media partner dell’evento, che vi stupiranno e vi metteranno alla prova con interviste e domande un po’…particolari. Vi diamo solo un indizio: non fatevi trovare impreparati e ripassate!

Agli sbadati e ai ritardatari ricordiamo di affrettarsi ad acquistare le ultime prevendite rimaste rivolgendovi ai referenti, di cui è possibile individuare i contatti telefonici nell’immagine allegata.

Per ulteriori informazioni si invita a visitare la pagina dell’evento.

Giusy Boccalatte

E se fosse possibile costruire il mantello dell’invisibilità di Harry Potter?

 

Se cercate la parola ”invisibilità” su Google, vi renderete subito conto di come l’idea di molti (soprattutto dei più giovani) riguardo l’argomento sia legata alla possibilità di realizzare il famoso “mantello” in grado di rendere qualsiasi cosa invisibile. Troverete inoltre tra i primi risultati un video realizzato in Cina nel quale un uomo scompare dopo avere indossato proprio un mantello, poi del tutto smentito in quanto falso (realizzato al computer).

Quanto c’è di scientifico nel concetto di invisibilità? Esiste concretamente al giorno d’oggi tale possibilità?

Numerosi ricercatori stanno e hanno tentato di realizzare tali dispositivi, principalmente con l’impiego dei cosiddetti metamateriali, ovvero materiali creati in laboratorio con proprietà del tutto sorprendenti.  Ma quali sono le problematiche principali riscontrate negli anni riguardo tale possibile tecnologia? Innanzitutto la difficoltà di rendere un oggetto invisibile a tutte le lunghezze d’onda (ovvero a tutti i “colori”) della luce naturale (a ogni colore corrisponde una diversa lunghezza d’onda, figura sotto).

Inoltre, restano irrisolte le questioni legate all’ombra e alla direzione della sorgente. In poche parole, anche se oggi è possibile rendere ad esempio una penna invisibile alla luce blu proveniente da una sola direzione, queste condizione non si verificano praticamente mai nella vita quotidiana. Infatti, la luce “bianca” solare contiene tutti i “colori” ovvero tutte le lunghezze d’onda dello spettro e viene da ogni direzione.

Capite bene che simili tecnologie non servirebbero praticamente a nulla!

Un esperimento molto vicino alla soluzione del problema è stato fatto nel 2018 presso l’Institut National de la Recherche Scientifique—Énergie, Matériaux et Télécommunications (INRS-EMT) di Montreal, in Canada. La ricerca è stata poi pubblicata su Optica, tra le più importanti riviste di ottica e fotonica.

Immagine riassuntiva: in basso, si osserva come un dispositivo tra oggetto (in verde) e fascio luminoso “annulli” la luce in ingresso. Un secondo dispositivo, posto dietro l’oggetto, la ricompone successivamente, dando l’idea di continuità dell’immagine e mascherando l’oggetto. Tuttavia, gli stessi ricercatori ammettono che sono ben lontani dalla creazione del famoso mantello.

Quali potrebbero essere, quindi, le nuove prospettive offerte dalla scienza?

Le risposte sulla questione invisibilità potrebbero arrivare da un campo nato da pochissimi anni: i quasicristalli. La scoperta di questi nuovi materiali è valsa a Dan Shechtman il premio Nobel per la chimica nel 2011. Curiosamente, nonostante la loro esistenza fosse stata teorizzata già nel 1982, Shechtman guadagnò oltre il Nobel anche aspre critiche e derisioni dalla comunità scientifica, che non credeva all’esistenza di tali materiali.

Ma quali sono le caratteristiche dei quasicristalli  che potrebbero risolvere il nostro “problema” invisibilità? Perché gli scienziati del settore erano così scettici a riguardo?

Modello atomico di un quasicristallo di argento e alluminio.

Per capirlo meglio dobbiamo prima definire i comuni cristalli: essi hanno una struttura ordinata e periodica, ovvero formata dalla stessa “unità fondamentale” ripetuta più volte ordinatamente. Esempio: un cubo con ai vertici determinati atomi si ripeterà per tutta la struttura con gli stessi atomi. In altre parole in qualsiasi punto guardi il cristallo avrà la stessa composizione, come nella figura sotto. Totalmente diversi sono invece i cosiddetti materiali amorfi (letteralmente “senza forma”) che non hanno una struttura ordinata.

Il termine “quasicristallo” nasce dall’esigenza di definire un materiale che è ordinato come i cristalli, ma non periodico: esiste la possibilità di trovare nella sua struttura dei punti che differiscono, senza che venga persa la simmetricità (altra caratteristica fondamentale dei cristalli). Anzi, ed è questo il punto cruciale, hanno una simmetria particolarissima detta pentagonale, ritenuta prima della loro scoperta impossibile.

È tale simmetria a conferire ai quasicristalli “proprietà fisiche sorprendenti”, a detta del geologo e ricercatore italiano dell’università di Firenze Luca Bindi, tra i massimi esperti nel settore. Lo stesso Bindi ha scoperto nel 2009 i quasicristalli di origine naturale studiando alcuni meteoriti (scoperta pubblicata da Science e inserita tra le migliori 100 del 2009 dal Washington Post) . Infatti, gli unici quasicristalli naturali che conosciamo provengono dallo spazio e si sono formati in seguito a collisioni ad altissima energia. Molto comuni sono invece i quasicristalli artificiali creati in laboratorio, che contengono perlopiù alluminio.

Sapete quali applicazioni hanno attualmente?

Rivestimento di alcune comuni padelle, lame di strumenti chirurgici e… rendere invisibili alcuni jet militari ai radar. Di fatto un radar è una sorgente di onde elettromagnetiche (onde radio/microonde) esattamente come il sole è fonte di luce (anche essa un’onda elettromagnetica). La differenza? Quella che definiamo luce è composta da onde con lunghezze d’onda e frequenze visibili dal nostro occhio e diverse dalle onde radio/microonde emesse dai radar.

Potrebbe dunque essere questo il materiale tanto ricercato per ottenere l’invisibilità?

Non c’è ancora una risposta certa: ad oggi ci sono soltanto 50-60 persone in tutto il mondo che si occupano di quasicristalli. Cosa ci permette di essere fiduciosi? Lo stesso Bindi ammette: “se c’è qualcosa che caratterizza la ricerca scientifica in questo settore sono le continue sorprese”. E come dargli torto? Un materiale che a detta di molti non sarebbe mai potuto esistere, può essere non solo creato in laboratorio, ma anche trovato in natura in meteoriti provenienti dallo spazio. Ha anche poi aggiunto il ricercatore italiano, in un’intervista rilasciata recentemente a Wired Italia, che a breve verrà annunciata la scoperta di un altro nuovo materiale: i quasi-quasicristalli.

Morale della favola: riguardo l’invisibilità non ci resta altro che farci sorprendere, ancora una volta, dai progressi della ricerca scientifica.

 

 

Emanuele Chiara

Studenti, competenze e lavoro al centro dell’ISM 2018

A una settimana di distanza dalla conclusione dei lavori dell’ISM 2018 (International Skills Meeting – Rassegna internazionale delle competenze 2018) è tempo di bilanci e resoconti, che noi redattori della testata giornalistica universitaria UniVersoMe possiamo delineare anche attraverso la molteplicità delle prospettive assunte da una parte degli uditori a cui si indirizzava l’evento, cioè la comunità accademica. Vi raccontiamo dunque in cosa è consistito, come si è svolto e quale impatto ha avuto sui principali destinatari a cui intendeva rivolgersi.

La rassegna internazionale delle competenze è stata realizzata da un’idea dell’Associazione Bios, unitamente alla sinergia e alla collaborazione delle partnership con i seguenti enti: Centro Orientamento e Placement dell’Università di Messina, Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Messina. Le attività si sono dislocate presso le aule dei quattro edifici del presso centrale dell’Università degli studi di Messina (Rettorato, Giurisprudenza, Economia).

“Take your future now” – il motto che ha caratterizzato la manifestazione che si è tenuta nei giorni 6, 7 e 8 novembre 2018 – è già indicativo dell’essenza su cui si è fondato il progetto e del significato ultimo che si ambiva a trasmettere. Il monito vuole esortare i giovani a prendere in mano la propria vita con consapevolezza, ad essere artefici attivi e attori protagonisti del proprio avvenire, costruendo il proprio futuro e investendo le proprie forze ed energie verso la realizzazione personale, sia umana sia professionale. Questa tematica è stata anche il fil rouge delle tre giornate in cui si è articolato l’ISM 2018, ognuna focalizzata sulla trattazione di un argomento in particolare, su cui vertevano vari appuntamenti quotidiani, come: le consuete plenarie introduttive di apertura, i seminari, le tavole rotonde, gli workshop, le simulazioni, e i concerti finali a cura del Conservatorio “A. Corelli”.

Durante il primo incontro inaugurale sono intervenute varie personalità coinvolte nell’organizzazione dell’evento. Le attività si sono avviate con i saluti istituzionali del rettore Salvatore Cuzzocrea, che si è fatto portavoce e fermo sostenitore dell’iniziativa che ha deciso di ospitare presso i locali dell’Università, affinché possa risaltare la qualità, la varietà e la validità dell’offerta didattica proposta dall’Ateneo, in preparazione alla scelta che gli studenti del quinto anno di liceo si accingeranno a fare riguardo al proseguimento del loro percorso di studi. Di fatto gran parte del pubblico a cui l’ISM si proponeva di indirizzarsi, è stato caratterizzato da studenti delle scuole, al fine di guidarli verso un criterio di analisi delle opportunità formative che possa permettere loro di capire la strada di apprendimento più adatta da intraprendere. A tale scopo infatti, nel cortile dell’Ateneo è stata allestita appositamente per quelle giornate un’area dedicata all’orientamento universitario che, attraverso i padiglioni dei vari dipartimenti e corsi di laurea, mirava ad informare e presentarne il funzionamento. È stato possibile registrare una partecipata affluenza di tantissimi diplomandi che si sono avvicinati agli stand esponendo domande e richieste con entusiasmo e interesse.

Nel corso dell’inaugurazione, così come per tutta la durata dell’evento, è stato presente anche Carmelo Lembo, Presidente dell’Associazione Bios, che ha spiegato come l’ISM 2018 si attesta all’interno di un più largo progetto denominato ItsTIME, volto a “promuovere il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, avvicinare i giovani al mercato del lavoro, sostenere la mobilità lavorativa nazionale e internazionale e l’autoimprenditorialità”. Proprio a tal proposito la rassegna si prefiggeva di agevolare anche un pubblico costituito da laureandi e laureati che si stanno affacciando o che si approcceranno presto alla ricerca del lavoro. Un’altra zona del cortile dell’Ateneo infatti è stata preposta al recruitment e all’orientamento lavorativo attraverso la possibilità di rilasciare il proprio CV o effettuare colloqui con alcune aziende, imprese ed enti no-profit. Ciò che ha accomunato il binomio scuola – università è stato voler instradare queste due tipologie di platea verso l’individuazione delle competenze che è necessario acquisire e conseguire per far fronte a un mondo del lavoro sempre più competitivo e concorrenziale. In una società odierna in costante dinamismo e in un’epoca storica pervasa dal costante progresso tecnologico, occorre adattarsi e adeguarsi, dato che al cambiamento sociale ne consegue inevitabilmente uno professionale, che prevede e richiede nuove competenze. Proprio per chiarire questi aspetti e consentirne l’accessibilità ai giovani, sono stati pensati una serie di seminari e workshop tenuti da rappresentanti di consorzi e associazioni, personalità di spicco a livello nazionale e internazionale nei settori della ricerca e della mobilità, e docenti universitari. Oggetto di questi incontri è stato il confronto su un’eterogeneità di temi: dalla prorompente attualità al campo squisitamente scientifico, dalle dissertazioni settoriali per finire con i dibattiti di carattere umanistico.

Stando alle testimonianze riportate dagli studenti, queste occasioni di apprendimento hanno tutte fornito spunti di riflessione e si sono rivelate altamente costruttive. Per approfondire, si rimanda all’elenco completo delle attività che può essere visionato nel sito www.ism2018.eu. Di seguito se ne menzionano alcune a titolo esemplificativo. Ha riscosso risvolti molto positivi la guida per la compilazione di un curriculum vitae efficace, tenuto da un referente per le risorse umane del consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che tra gli altri suggerimenti ha fatto riferimento all’importanza delle competenze digitali e informatiche, a quelle linguistiche e al valore di quelle trasversali (le cosiddette Soft Skills). Queste ultime fanno proprio la differenza nell’ambito di una selezione professionale, e solitamente possono essere imparate ed esercitate non soltanto attraverso le esperienze lavorative, ma anche mediante le attività di volontariato e i viaggi di studio all’estero. Per competenze trasversali si intende: abilità comunicative, problem solving, lavoro di squadra, empatia, intelligenza emotiva, capacità relazionali, imprenditorialità e così via. Altrettanto interessante è stato il seminario riguardo al riconoscimento delle fake news, su cosa sono e come evitare di farsi ingannare e manipolare dalla distorsione delle notizie e dalla disinformazione. Una delle soluzioni è accertarsi sempre dell’attendibilità e affidabilità delle fonti confrontando i diversi contenuti che ricerchiamo e che ci viene proposto di leggere, e diffidando delle ipotesi infondate e incerte.

La testata giornalistica universitaria UniVersoMe è stata official media partner Radio/tv in occasione di un evento di tale portata. Alcuni studenti che collaborano al progetto si sono occupati di realizzare delle interviste alle figure ospiti, professori e professionisti, che saranno presto trasmesse in occasione del lancio della nuova Unit Web TV, con l’obiettivo di divulgare ed estendere il più possibile all’intero corpo studentesco le risposte a dubbi e curiosità collettive, soprattutto di coloro che non hanno potuto assistere in prima persona a ogni fase della rassegna.

Il numero elevatissimo di presenze che si stima essere stato pari a 5.000 studenti, dimostra come la riuscita dell’ISM si deve all’esigenza dei giovani di voler conoscere e sapere, e conferma un’efficiente programmazione che ha puntato alla creazione di momenti di formazione interdisciplinare. Ci auspichiamo che l’appuntamento vada alle prossime edizioni!

Giusy Boccalatte

Il valore di un’esperienza, un cardiochirurgo che ha creduto nell’uomo

Quanti di voi stanno già contando i giorni che mancano a Natale? Tranquilli, non è nessuna strana sindrome dello studente! Tra lezioni, tirocini e studio può diventare difficile organizzarsi e trovare il giusto equilibrio tra l’impegno e lo svago, mantenendo desta la coscienza del proprio cammino. E quindi, nonostante la buona volontà, l’entusiasmo per quello che ci appassiona può affievolirsi, a meno che non si trovi una guida o un modello che testimoni concretamente l’essenza dell’essere medico.

Gian sulle Dolomiti.

In modo più o meno diverso, ciascuno di noi ha incontrato l’esperienza preziosa di un giovane cardiochirurgo italiano che ridestando il nostro desiderio, ci ha uniti nell’intento di raccontarla anche a voi.

Giancarlo Rastelli (per noi solo Gian) ebbe una vita breve, ma intensa. Nato a Parma nel 1933 da una famiglia benestante dell’epoca, già da bambino è sicuro di voler studiare medicina finché, dopo avere frequentato il liceo in città, riesce finalmente ad intraprendere la facoltà tanto desiderata. Quelli dell’università sono degli anni intensi che passano veloci, tra lo studio di una materia ed un’altra.

Gian si contraddistingue per le sue particolari doti intellettive che si combinano con una grande mitezza ed attenzione nei confronti dei compagni in difficoltà. Piero, un compagno del tempo, ricorda in una testimonianza il garbo con cui Gian gli diede una mano a studiare in un periodo particolarmente difficile di ristrettezze economiche.

Da studente non ci fu mai nulla che riuscì a distoglierlo dal desiderio di imparare per bene la scienza medica. Capitò, per esempio, che non tutti i professori durante i vari corsi fossero disposti a trasmettere le proprie conoscenze; in particolare, uno di questi, un uomo colto e di grande professionalità, era così geloso delle cartelle cliniche dei suoi pazienti e dei macchinari sanitari, tanto da custodirli gelosamente in uno scantinato a cui solo pochi avevano possibilità di accesso. Fu solo grazie ad un assistente del professore che alcuni studenti, tra cui Rastelli, riuscirono a soddisfare la voglia smisurata di imparare “sul campo”. Ad ogni modo, da neolaureato, ebbe anche l’onore di vedere pubblicata la sua tesi e, poco dopo, vinse una borsa di studio per la ricerca che lo portò nel “fantastico” mondo americano. Erano gli anni dell’American dream e scelse di continuare il lavoro alla Mayo Clinic di Rochester che ancora oggi rimane uno tra i più grandi ed importanti centri di ricerca. Proprio qui trovò l’ambiente favorevole per poter sviluppare appieno la propria creatività, non accontentandosi soltanto di quanto gli veniva insegnato dal suo direttore ma nutrendo il desiderio di approfondire e condurre sempre nuove ricerche.

Questo suo zelo lo portò persino a contraddire la diagnosi del suo maestro, il prof Kirklin, riuscendo ad intuire la condizione anomala del cuore del piccolo paziente prima ancora che venisse portato in sala operatoria: era il dicembre 1962.
Accanto alla soddisfazione ed il successo, questi furono anche gli anni in cui scoprì di avere un linfoma di Hodgkin, una malattia maligna che colpisce il sistema linfatico, all’epoca non curabile. Con una forza d’animo invidiabile ma che Gian sapeva bene da dove attingere avendo ricevuto e maturato nella sua giovinezza una Fede naturaliter christiana, continuò fino all’ultimo respiro la sua attività di clinico e ricercatore. Ciò è testimoniato dalle diverse pubblicazioni scientifiche in cui, meticolosamente, descrisse la morfologia di alcune cardiopatie congenite poco caratterizzate all’epoca. In particolare, dedicò molto tempo alla definizione anatomica del Canale atrio-ventricolare comune (si tratta di una “famiglia” di patologie legate ad una alterata formazione della porzione centrale del cuore, costituita dalle valvole atrio-ventricolari e le porzioni di setto inter-atriale ed inter-ventricolare ad esse contigue) e di altre due cardiopatie congenite molto gravi quali la trasposizione dei grossi vasi e del tronco comune arterioso. Grazie a questi studi poté formulare le tecniche chirurgiche, Rastelli 1 e Rastelli 2 che consentirono di ridurre sorprendentemente la mortalità ospedaliera dei pazienti operati dal 60 al 20%!

Nonostante l’America e la Mayo Clinic gli avessero dato la grande opportunità di realizzarsi appieno dal punto di vista professionale, Gian non dimenticò mai le sue origini italiane tanto che creò subito un cordone ombelicale con la sua Parma e l’Italia, avviando quello che venne definito “un pellegrinaggio della speranza” dei bambini cardiopatici italiani. Non solo offriva la disponibilità di intervento, ma spesso aiutava le famiglie a sostenerne i costi, pagando di persona, o organizzando delle vere e proprie

A. Il cartellone nello studio di Gian;                               B. Gian con Vincenzo dopo l’intervento.

campagne per raccogliere fondi. E’ straordinaria la storia di Vincenzo Ferrante, all’epoca un bambino considerato inoperabile che, invece, giunto alla Mayo, venne adeguatamente curato e visse fino a qualche tempo fa lavorando come ingegnere a Napoli. Come lui molti altri bambini ebbero la stessa opportunità e le loro storie sono tutte raccolte in un poster che Gian teneva nel suo studio. Ancora oggi si legge la scritta centrale “L’amore vince” con tutte le firme dei bambini operati.

Una vita simile non può che stupire nella misura in cui viene riportata alla nostra realtà. S’impone forte il desiderio di vivere in modo autentico il nostro studio e, un giorno, la professione medica, proprio come Gian faceva. Questi che stiamo vivendo sono degli anni fondamentali in cui dobbiamo formarci per raggiungere l’obiettivo, essere bravi medici. Spesso Gian diceva che la prima forma di carità ai malati è la scienza, per questo non si tirò mai indietro di fronte alla ricerca. Dobbiamo essere capaci di curare i pazienti come va fatto, altrimenti tutto rischia di ridursi ad un paternalismo, ad un pietismo che non serve. E’ evidente che lo studio di oggi potrà fare la differenza un domani; con questa consapevolezza è possibile superare la fatica dell’apprendere, mantenendo fervida la motivazione.

E’ vero, però, che il percorso è lungo e la strada irta di ostacoli, così la stessa passione che ci ha portati a compiere certe scelte -per alcuni ben più radicali che per altri- viene e sarà messa alla prova costantemente (pensate a tutti i vostri colleghi che sono stati disposti a lasciare casa, gli amici di sempre e le loro città solo per poter studiare medicina, magari sei proprio tu che leggi!).

Capiremo man mano quanto siamo disposti al sacrificio, alla fatica di comprendere come funziona questo corpo. Pian piano le conoscenze si rafforzano e tassello dopo tassello saremo sempre più in grado di inquadrare le diverse condizioni ed assisterle. Capiremo anche che solo lo studio non basta, che la scienza da sola alla fine è sterile. Anche Gian lo aveva capito, infatti, durante le sue ore di studio con i compagni, improvvisamente incominciava a recitare l’inno alla Carità di San Paolo ed una volta medico diceva spesso: “Sapere senza saper amare è nulla, anzi meno di nulla!”.

Questa frase è probabilmente paradigmatica di tutta la sua esperienza umana, racchiude tutto il significato di una vita e, come tale, è preziosa.
La conoscenza, tutta la conoscenza che acquisiamo sarà, in definitiva, del tutto sterile se non la mettiamo a servizio dell’affetto, della simpatia nei confronti dei malati. Infatti, persa di vista l’ottica del servizio, la scienza diventa un mero tecnicismo applicato, ma non a favore dell’uomo.

Magari starete pensando che si tratti di una felice eccezione, probabilmente irripetibile o anacronistica. Eppure un grande scrittore del secolo scorso, C.S.Lewis, diceva: “Ciò che salva un uomo è fare un passo. Poi ancora un altro”. Per cui mettetevi anche in discussione, ma continuate a camminare tenendo alto il cuore. Sicuramente anche tra mille difficoltà e dispiaceri troverete chi, nel suo piccolo, vive la professione medica come totalizzante per la vita in una sintonia quasi spirituale con Gian.

 

Per approfondire:

 https://www.itacaedizioni.it/catalogo/giancarlo-rastelli/ 

https://www.annalsthoracicsurgery.org/article/S0003-4975(04)02308-2/fulltext

 

Ivana Bringheli

Daniele Carrello

Annalisa Ceruti

Benedetta Cherubini

Federica Mazzone