Street art tour – tra il mare ed il caffè per raccontare la bellezza

IMG_4404“Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” questa riflessione di Peppino Impastato ha ispirato la consigliera comunale Lucy Fenech ad organizzare per la prima volta a Messina un tour dedicato alla Street Art, forma artistica urbana ed alla portata di tutti, che si sta sempre più affermando nella nostra città. Il giro è stato guidato da Enrica Carnazza, curatrice dei due progetti protagonisti dell’iniziativa: Distrart – distretti d’arte urbana e Arte e caffè a cielo aperto.

Con la collaborazione dell’ATM, che ha messo a disposizione due dei bus nuovi che girano da poco per le strade, la prima tappa è stato lo stabilimento di Miscela d’oro; per i suoi 70 anni di attività, l’azienda ha voluto fare un doppio regalo, per se e per la città: “Non volevamo organizzare i soliti festeggiamenti ai quali partecipano poche persone e dei quali sarebbe rimasto poco o niente, ma volevamo lasciare il segno, qualcosa che durasse nel tempo, e che fosse anche per la città, che tutti i messinesi ne potessero godere-  le parole della responsabile marketing di Miscela d’oro Eliana Ferrarada qui nasce il progetto Arte e caffè a cielo aperto: i muri del nostro stabilimento erano ingrigiti, e direi sterili, così abbiamo bussato alla porta di Enrica Carnazza la quale è stata entusiasta di partecipare e rendere reale questa idea, mettendosi immediatamente all’opera”Dodici gli artisti che si sono impegnati nel progetto, riempiendo di colori e stili diversi la striscia di mattoni e calcestruzzo che circonda la sede dell’azienda messinese. Il soggetto dei disegni è indubbiamente il caffè, ed ognuno ne ha dato una propria interpretazione: dal minimal alla pop art, dallo stilizzato al fauvismo, ispirandosi a grandi artisti moderni e contemporanei. 

Dalla diversa interpretazione del caffè alla diversa interpretazione delle pensiline, poste lungo la linea tranviaria: qui si concentra il progetto Distrart – distretti d’arte urbana, sogno nel cassetto dell’assessore alla cultura Tonino Perna, il progetto si prefigge la rigenerazione del tessuto urbano messinese attraverso il linguaggio artistico della Street Art. “Mi chiese di valorizzare una zona degradata e periferica della città. Ma io, bastian contraria per natura, ho evidenziato il fatto che, proprio perché non tutti i cittadini avrebbero avuto il piacere di ammirare le opere, ci saremmo dovuti concentrare su un luogo che fosse alla portata di tutti, e che dovesse essere rivalutato: quelle pensiline tristi e degradate erano perfette per il nostro progetto” ha spiegato la Carnazza. Dialogando, infatti, con il flusso dinamico che passa da una parte all’altra di Messina, gli interventi degli artisti chiamati per il progetto hanno come comune denominatore il mare, elemento fondamentale del territorio. Nelle varie opere, le acque dello Stretto sono state rappresentate evidenziando la forte connessione tra l’animo umano e la natura, della quale, molto spesso, sottovalutiamo l’importanza. Si può notare che alcuni disegni sono esterni ed altri interni alle pensiline, proprio per dare la possibilità a chiunque di poter osservare le opere: ad esempio quando si è in macchina fermi (si spera) al semaforo, o quando si aspetta, con molta speranza nel cuore, che arrivi il tram.

Il giro si è trattenuto solo su alcune fermate della linea (sfortunatamente anche per motivi di tempistica) quali Dante, Cairoli e Repubblica, per poi spostarsi verso la zona portuale, in cui si trovano 4 grandi nuove opere di artisti italiani famosi a livello internazionale. Con la presenza di vecchi e nuovi “pezzi” la zona più vicina al via vai marittimo si è riempita di colori, pensieri e critiche sulla società contemporanea che perde di vista la grandezza di essere uomini. Prima di salutare la manifestazione, abbiamo voluto lasciare alla consigliera Fenech una copia del nostro editoriale riguardante l’abbandono dell’opera di BLU, perchè possa essere uno sprono a riqualificare un’opera di rilevanza internazionale lasciata ormai a se stessa.

Giulia Greco, Alessio Gugliotta

 

STREET ART TOUR – per affermare la bellezza

Si fa sempre più spazio, tra gomitate e spintoni, l’arte urbana a Messina. Se vi guardate intorno, potrete notare sempre più opere d’arte sui muri ingrigiti della nostra città. E allora quale migliore iniziativa per conoscere meglio alcuni dei capolavori che ci circondano se non lo Street Art Tour?

IMG_2286L’iniziativa promossa da Lucy Fenech, responsabile del centro Senza Frontiere e consigliere comunale, darà la possibilità di ammirare la bellezza che sta prendendo il sopravvento nella città dello Stretto (e a noi non dispiace) ed inoltre scoprire ed approfondire due progetti di arte urbana interamente dedicati a Zancle: “DISTRART – distretti d’arte urbana” e “Arte e Caffè a cielo aperto”. Il tour si svolgerà con un bus dedicato che partirà dallo Zir alle ore 18.30 di oggi, ed arriverà all’Annunziata facendo alcune tappe per fermarsi ad osservare le opere d’arte urbana sparse lungo il percorso. Il costo è di 2,40 euro da pagare al momento della partenza, i posti sono limitati ma è ancora possibile prenotarsi scrivendo alla mail senzafrontiere@hotmail.com o alla pagina facebook del centro Senza Frontiere.
“A Messina nun c’è nenti” noi avremo qualcosa da fare, di diverso, divertente e avremo l’opportunità di vedere la nostra città sotto un altro punto di vista…una breve pausa dalla sessione estiva. Come dire, almeno una gioia!

Giulia Greco

Blu scompare da Bologna. Cosa è rimasto a Messina?

IMG_216712 marzo 2016 – Il writer di fama internazionale Blu fa sparire tutti i suoi murales dai palazzi della città di Bologna. Lo rivela sulla sua pagina Facebook pubblicando un post che recita: “Magnante magnati, a Bologna non c’è più Blu e non ci sarà più finché i magnati magneranno…”; alla frase viene allegato un articolo scritto dal collettivo Wu Ming , che parla di “un’azione contro il ricco e potente che porta via la street art dalla strada”.

Un gesto estremo, di protesta, nei confronti della mostra “Street Art. Bansky & Co. – L’arte allo stato urbano” e del suo organizzatore, l’ex rettore dell’Università di Bologna, Fabio Roversi Monaco accusato da Blu e dal Wu Ming di aver messo in piedi una esposizione d’arte che rappresenta “l’ennesima sottrazione di un bene collettivo allo spazio pubblico”. La mostra in questione, aperta a Bologna fino al 20 giugno, espone più di 250 lavori tra cui il pomo della discordia alla base di questo gesto iconoclasta: una serie di opere staccate da diversi muri cittadini, con l’obiettivo dichiarato di salvarle trasformandole in pezzi da museo. All’indomani di questo atto di contestazione si è acceso un dibattito sulla legittimità o meno della decisione dell’artista, segnalato nel 2011 da Guardian fra i primi dieci al mondo: fra chi ritiene che Blu abbia ragione poiché la street art “nasce, si sviluppa e muore in strada” e chi invece si appella alla titolarità del diritto di proprietà non riconoscendola all’artista italiano.

Chi sarà penalizzato dal gesto di Blu è però qualcosa su cui rimangono forti dubbi. È vero che gli organizzatori della mostra hanno ricevuto delle critiche durissime, ma non dimentichiamoci che anche la cattiva pubblicità resta pur sempre pubblicità; tra le strade di Bologna adesso quei lavori non ci sono più e a non poterli apprezzare sarà “l’uomo della strada”. Qualsiasi conseguenza avrà questa presa di posizione , è chiaro come Blu abbia agito sulla base di un principio non scardinabile, il fatto che il bene pubblico deve rimanere collettivo e quindi non si può privatizzare.

IMG_2157Un principio il suo che si sposa bene con le idee del Collettivo Pinelli, tanto che le due strade si sono incontrate a Messina nel luglio del 2013. Il gruppo di attivisti messinese infatti riuscì quell’estate a mettersi in contatto con Blu il quale decise venire a “dipingere” in Via Alessio Valore la facciata dell’Ex – Casa del Portuale, stabile che in quel periodo era occupato dal collettivo. Volendo fare un paragone goliardico, è come se Zlatan Ibrahimovic decidesse di venire a giocare una stagione con l’ A.C.R. Messina. Per una intera settimana l’artista ha lavorato nell’assoluta discrezione degli attivisti e nell’inconsapevolezza della città, realizzando un’opera splendida capace di ridare dignità ad un luogo abbandonato, il tutto con l’intento di restituire questo spazio degradato alla collettività. Un regalo quello di Blu che purtroppo non è stato particolarmente gradito, infatti il murale non è stato oggetto di sincere laudatio ma solo di polemiche da parte di numerosi esponenti del consiglio comunale e del clero, lamentele alle quali è seguito lo sgombero del locale occupato dal collettivo.

Nel settembre 2013 l’allora neoassessore Sergio Todesco con un comunicato stampa sottolineava come l’amministrazione comunale
intendesse “adottare misure volte alla valorizzazione dell’edificio in oggetto”  con tanto di collocazione di segnaletica illustrativa, esecuzione di lavori di pulitura, manutenzione dei manufatti. A questo comunicato seguì un sopralluogo della Soprintendenza dei beni culturali, ma niente e nessuno ha impedito che il murales ,alla fine del 2014, venisse brutalmente vandalizzato. Un atto vile ed imbecille a cui sono seguite solo le parole dell’assessore Tonino Perna, fiducioso riguardo la possibilità di recuperarlo. Alla fine della giostra il murales di Blu rimane in via Alessio Valore, imbrattato e deturpato, sulla facciata di un palazzo mai riqualificato, in una città che ,seppur mostri segni di miglioramento, non perde mai l’occasione di perdere un’occasione.

Alessio Gugliotta