USA: Trump si prepara ad uscire dalla Casa Bianca. Al via la transizione all’amministrazione Biden

No, Trump non ha accettato la sconfitta, semplicemente la sua amministrazione non può bloccare un passaggio obbligatorio. Il presidente uscente ci tiene a sottolineare, via Twitter, che l’avvio di questa fase non significa riconoscere la vittoria di Biden:

Cosa ha a che vedere il via libera del GSA (N.d.A. la sua amministrazione) a lavorare in modo preliminare con i Dem (N.d.A. i Democratici) con l’andare avanti con le nostre varie cause per quella che si rivelerà l’elezione più corrotta della storia americana? Andiamo avanti a tutta velocità. Non concederemo mai a schede false e a ‘Dominion’.

Come procede la verifica richiesta da Trump

Emily Murphy, il capo del General Service Administration (GSA, un’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti che aiuta a gestire e supportare il funzionamento di base delle agenzie federali), ha dato il via al processo di transizione dopo che lo stato del Michigan ha certificato che non ci sono stati brogli durante le elezioni e ha confermato l’esito elettorale, che vede Biden vincitore.

Non solo nello stato del Michigan, ma anche in Pennsylvania e in Georgia Trump ha chiesto la verifica dei voti e, anche in questi stati, è stata certificata la sua sconfitta. Tutti gli stati statunitensi, sia quelli oggetto di ricorso di Trump sia quelli che non lo sono, devono aver certificato il voto popolare prima che il Collegio elettorale nazionale si riunisca il 14 dicembre.

La squadra di Biden

Il periodo di transizione solitamente avviene in modo semplice ma quest’anno pare essere un’eccezione. Quattro anni fa, il 10 novembre 2016, Donald Trump e il suo vice Mike Pence erano già alla Casa Bianca, ricevuti da Barack Obama e dall’allora vicepresidente Joe Biden. Quest’anno invece Trump si rifiuta addirittura di aggiornare il neo presidente dato che, secondo quanto riportato dal New York Times, non riceve nemmeno i briefing quotidiani dell’intelligence americana. Nonostante ciò, Biden ha già pronta la sua squadra:

  • Antony Blinken sarà il nuovo segretario di Stato. Cresciuto in Francia, faceva parte dell’amministrazione di Bill Clinton e il suo compito sarà quello di ricucire i rapporti internazionali degli Stati Uniti;
  • Jake Sullivan è stato nominato consigliere per la sicurezza nazionale. Famoso per i suoi dibattiti, ha lavorato nell’amministrazione Obama come assistente del vicepresidente;
  • Linda Thomas-Greenfield sarà ambasciatrice ONU. Afroamericana, è già stata ambasciatrice degli USA in Liberia;
  • Janet Yellen sarà la nuova segretaria del Tesoro. È stata la prima donna a guidare la Federal Reserve, la Banca centrale degli Stati Uniti, e ora è la prima donna a essere segretaria del Tesoro statunitense;
  • John Kerry sarà inviato speciale per il clima. Si tratta di una carica nuova nel consiglio per la Sicurezza nazionale e si occuperà del cambiamento climatico;
  • Avril Haines ricoprirà il ruolo di Direttrice dell’intelligence americana. Già presente durante l’amministrazione Obama, è la prima donna a ricoprire questo ruolo;
  • Alejandro Mayorkas alla Sicurezza interna. Si tratta del primo latinoamericano e immigrato scelto per dirigere il Dipartimento della Sicurezza nazionale.

Sarah Tandurella

Roboante CUS

 

Nella quindicesima giornata del campionato di Terza Categoria di Messina, il Cus Unime viene ospitato dal Malfa, fanalino di coda della classifica, nell’isola di Salina. Match importante per gli universitari che non possono permettersi di perdere il passo delle compagini dell’alta classifica. La partita viene diretta dal Sig. Muscherà di Messina con inizio alle ore 10,30.

Il viaggio all’alba in aliscafo è sempre traumatico per chi deve andare a disputare 90 minuti di grande intensità, tuttavia i ragazzi del Cus mantengono alta la concentrazione consapevoli dell’importanza fondamentale della posta in palio in questa partita.

Primo tempo: partenza forte del Cus che passa subito in vantaggio grazie a una conclusione di Insana da fuori area con la complicità di un’incertezza dell’estremo difensore eoliano. Al ventesimo, però, il Malfa trova il pari con un tocco sotto misura sugli sviluppi di un calcio d’angolo ad opera di Di Losa. Prima del termine della prima frazione di gara, nuovo vantaggio Cus firmato Oliva. Il nuovo acquisto della formazione dell’Università di Messina, riesce a controllare e domesticare una sporca palla all’interno dell’area di rigore e avversaria e conclude a rete con un preciso destro sotto la traversa. 2 a 1 e duplice fischio del direttore di gara.

Secondo tempo: dagli spogliatoi, per i primi 15 minuti esce una sola squadra ed è il Malfa. I padroni di casa riescono a trovare prima il pari con De Losa A. e subito dopo il vantaggio con Pirera che sfrutta una sciagurata uscita di un incerto Faranda. La tensione inevitabilmente aumenta. Tra il secondo e il terzo gol il Cus fallisce la sua probabile terza rete con Tiano, il quale si fa respingere il rigore da Di Cosa D..

Nella parte finale della partita il Cus Unime tira fuori l’orgoglio e rifila ben tre reti in trenta minuti ai padroni di casa. Reti di Stassi (sinistro a giro sul secondo palo dal limite dell’area), Papale (su meraviglioso assist di tacco di Stassi, che gli spiana un’autostrada verso il gol) e Iacopino, che trasforma il rigore della vittoria. Nel finale da segnalare il rigore fallito da parte di Martino per il Malfa, che centra il palo invece di rendere meno amaro l’ennesimo scivolone casalingo e l’espulsione (dubbia) di Stassi, che sarà costretto a saltare la prossima sfida contro la Sc Sicilia, in un derby messinese che promette emozioni.

Nonostante una partita non perfetta dal punto di vista del gioco a causa delle oggettive difficoltà del campo “Tre Pietre” di Malfa e del difficile viaggio in aliscafo, il Cus Unime si aggiudica 3 punti e torna a suonare la carica per il vertice della classifica, che oggi, a 7 giornate dal termine, dista appena un punto.

Prossima partita, dunque, al Marullo di Bisconte, Camaro, sabato 11 marzo alle 16,30 contro la Sc Sicilia: sfida che varrà tanto se non tantissimo per le sorti di questo fantastico campionato.

Formazione Cus (4-3-3): Faranda1; Rodà 2, Iacopino 4, Occhipinti 5, Cardella 3; Lombardo 8, Tiano 10, Monterosso 6; Insana 11, Oliva 9, Papale 7.

Panchina: Zito, D’Agostino, Costa, Al Hunaiti, Stassi.

Allenatore: Smedile.

PAGELLE:

Faranda voto 4: Assente dal campo da 2 anni, ne aspetterà altri 2 per ripresentarsi nuovamente. Legge malissimo ogni traiettoria possibile e ogni qualvolta la palla raggiunge la sua area di rigore, mister e compagni vengono assaliti da brividi lungo la schiena. La sua mossa migliore è quella di chiedere il cambio per il bene comune. “ANCHE QUESTO DIMOSTRA CHE SONO IL MIGLIORE

Roda’ voto 6: Dopo essersi esibito sull’aliscafo in versione “lap dance” , da bravo pastore si accorge subito che le reti del campo sono basse e che senza palloni avremmo vinto a tavolino. Nonostante i propositi non fossero dei migliori, svolge una partita pulita e senza “maschiate” da ricordare. ONESTO

Iacopino voto 7: Appena arrivato a Malfa gli avversari lo salutano col bacio, scambiandolo per un pastore di Alicudi. In campo la situazione è ben diversa, il capitano picchia e detta legge come suo solito, impreziosendo la sua prestazione con il sigillo finale. YATI

Occhipinti voto 5: Direttamente dal paese del commissario Montalbano, dove millanta di essersi allenato in questo periodo di ritiro spirituale, il buon Occhi si presenta a Malfa in condizioni psicofisiche da dimenticare. Parecchie volte in apnea nel primo tempo, la combina grossa regalando il calcio d’angolo dal quale nasce l’1a1. Finge palesemente un infortunio, per poter meditare sul profondo senso della vita osservando il mare. SAGGIO

Cardella voto 5: Ha l’alibi sacrosanto di giocare fuori ruolo, ha l’alibi meno sacrosanto di pesare più dello chef Cannavacciuolo, pur essendo a dieta dal 2008. In campo si trova spesso spaesato, talvolta poco aiutato da Papale in fase difensiva. E se il male minore fosse stato Costa? MISTERO

Lombardo voto 5.5: Arriva all’appuntamento carico a mille con almeno 8 hashtag per abbellire le sue storie. In campo perde un po di smalto anche a causa delle condizioni della partita che non favoriscono le sue geometrie. Poco importa, Picciolo si scatena con la macchina fotografica e lo immortala in tutto il suo splendore, garantendogli anche per oggi i suoi molteplici likes. #Calciopassione

Tiano voto 6: Partita non alla sua altezza, penalizzato anche lui dal contesto e dai pochi spazi a sua disposizione. Come ogni partita timbra il cartellino alla voce risse sfiorate. Poco freddo dagli undici metri e da la’ si spegne la luce. Mezzo voto in più perché in questo momento si starà inginocchiando sui ceci per punirsi. EMO

Monterosso voto 5.5: Arrivato a Malfa con gli occhi di chi è di nuovo, alla veneranda età di 40 anni, in gita scolastica. La sua partita non è però di quelle da ricordare negli annali, alcuni errori in fase di impostazione e molta macchinosita’. ER MOVIOLA

Insana voto 6.5: Si presenta a Malfa con un colorito che ricorda la Mozzarella di Battipaglia e un timbro dello 090 sul collo che non preannunciano nulla di buono. Tuttavia è tra quelli che si distinguono per sacrificio e qualità. CASPER

Papale voto 6.5 – Nel primo tempo si nota solo per le sue scarpe color evidenziatore che acciecano i gabbiani vicini. Sale in cattedra nel secondo tempo, prima bruciando i guantoni del portieri avversario, poi facendo assist e goal decisivi per il risultato finale. Dai suoi piedi sembra poter nascere sempre qualcosa. TIRO DEL DRAGONE

Oliva voto 6,5: Dopo aver stabilito il record di Travel Gum masticate, Peppe scende in campo con molta generosità e risulta determinate sia per il goal siglato , sia per aver tenuto su da solo un reparto contro i Pastori Malfesi. AGNELLO SACRIFICALE

Stassi voto 7: E’ l’arma spaccapartita e risulta devastante per qualità e mezzi tecnici. Fondamentale nella rimonta, entra in tutte le occasioni da goal. Peccato per la solita ingenua espulsione che gli farà saltare il Big Match contro l’Sc Sicilia. MIMMO BERARDI

D’Agostino voto 3: Inaccettabile puzzare di Negroni alle 6 di mattina sull’aliscafo. Sbiascica come se non ci fosse un domani, viene coinvolto spesso da sbalzi di umore che destabilizzano i compagni. Tenetelo d’occhio, questo è un potenziale Serial Killer. CRIMINAL MINDS

Zito voto 6

Osama voto 6

Mister Smedile voto 6: Tante defezioni lo condizionano nello schierare l’11 migliore ma lui ci mette del suo schierando un centrocampista ciccione a terzino sinistro. Poi ti giri in panchina e vedi D’Agostino che parla da solo e quel Costa che grida vendetta. Forse non aveva altre scelte. GIUSTIFICATO A META’

Mirko Burrascano

Vivere sportivi: la passione

“Lo sport come educazione di vita sociale” è la tipica frase che il grande dice al piccolo. Il piccolo cresce, apprende e applica. Ma cosa apprende? Cosa applica?

Nella nostra Italia è oggettivamente accertato che lo sport più applicato sia il calcio, vuoi per cultura o vuoi per interazioni mediatiche. Il gioco del calcio, bellissimo e interessantissimo se si approfondiscono studi tattici o schematici, trova dal canto suo molteplici interpretazioni che talvolta possono risultare in contrasto con l’esclamazione di cui sopra.
divertimento

 

 

 

 

Il mondo del “pallone” può essere suddiviso in tre branche: professionistico, dilettantistico e amatoriale. Ognuno di questi tre rami ha valenza nella vita di uno sportivo, ma con le relative attenzioni derivanti dagli interessi propri.

Cos’hanno in comune queste tre tipologie? La risposta è molto semplice. Sono infatti due i punti in comune: le regole del gioco e la passione.

Ecco la passione. La passione è, o quantomeno dovrebbe essere, il fulcro di ogni azione (sportiva e non), ma è chiaro che il mondo politicizzato e strumentalizzato in cui viviamo ha fatto venir meno quest’essenziale prerogativa. Fortunatamente, però, non dappertutto.

Ed è proprio qui che passiamo alle differenze tra questi tre “tipi di calcio”. C’è chi è deciso nell’affermare che il calcio dilettantistico è la porta del calcio professionistico e c’è poi chi, invece, quasi disdegna il calcio dei professionisti consegnando anima e corpo a quello dei dilettanti.

Lo sport mediatico ha oggi un’importanza non banale sulla cultura di massa, in particolare nel calcio, dove diritti televisivi e sponsor hanno preso il controllo del gioco e di conseguenza delle menti di quei piccoli, i quali, nel tentare di imitare i professionisti, spesso e volentieri perdono di vista il significato dello sport in senso stretto: passione e aggregazione (…come educazione di vita sociale!)

Discorso diverso va fatto per il calcio amatoriale: probabilmente il calcio più sano e amichevole che esista, non perché non vi è competizione, bensì perché l’unico reale obiettivo di questa tipologia è lo svago, che a sua volta si può interpretare come salutare attività motoria con fini socializzanti, incentivato per lo più anche da autofinanziamenti.

È chiaro che il calcio professionistico offre molto di più dal punto di vista tecnico-tattico e se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte non si può che avallare tutto l’audience che genera su ogni formato di pubblico, senza diversità d’età o di genere. Paradossalmente però il calcio dilettantistico offre qualcosa di più profondo in valore assoluto: la competizione non manca e in più vi è quella voglia e quell’amore per lo sport necessaria per compensare i limiti tecnici. Limiti che da sempre e per sempre impediranno di fare dello sport la propria professione, ma che mai riusciranno a ostacolare ne frenare il sentimento del dilettante.Scuola calcio: Temporary e Iper

Pertanto, qualunque tipo di calcio si preferisca può fare da esempio o stile di vita, ma solo se accolto in modo soggettivo e sempre e comunque in tutela del sentimento per lo sport.

In conclusione, il problema non sta nelle differenze tra i vari tipi di calcio, perché sia in quello professionistico che in quello dilettantistico e amatoriale, il gioco è sempre lo stesso e con le stesse regole. Il problema consiste nell’interpretazione che ognuno di noi prova a dare a queste tre realtà sportive.

L’auspicio è dunque che il piccolo, mentre cresce, apprenda i molteplici valori dello sport tanto dal punto di vista dell’attività fisica quanto da quello della competizione e dell’aggregazione, indipendentemente dalla categoria in cui lo andrà a praticare. Così da diventare egli il grande di domani che trasmetterà al “nuovo” piccolo questi essenziali principi per non tralasciare e trascurare il senso dello sport (e della vita).

Essere sportivi significa vivere sportivi. Vivere sportivi significa vivere sani e competitivi.

 

Mirko Burrascano

Dietro le quinte: vi racconto di Radio UniVersoMe

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Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati.

Marshall McLuhan

 

Era il 5 maggio 2015, quando ci siamo ritrovati tutti nell’ufficio stampa del rettorato dell’Università di Messina per iniziare questo coinvolgente percorso che ha portato alla creazione del progetto UniVersoMe.

È passato quasi un anno da quel giorno e tra ostacoli, tempi che si sono allungati all’infinito e problemi di ogni genere, siamo riusciti a diventare qualcosa di concreto, di visibile: una testata multiforme di cui ogni studente può fare parte e può usufruire. Informazione, cultura, eventi, comicità: abbiamo tutto.

Quando mi sono trovata catapultata in questo mondo mi sentivo un po’ zoppa, un po’ spaesata. Un pesce fuor d’acqua, per così dire. La mia esperienza nell’ambito della scrittura, del giornalismo, si riduceva ad un puro hobby, un passatempo amatoriale giusto per scaricare lo stress. Circondata dai miei colleghi che stanno seguendo un corso di studi per diventare Giornalisti con la G maiuscola, ho pensato: ‘’ ma che ci faccio qua?’’. La risposta è arrivata da sé, è proprio questo il bello della scrittura, tutti possono scrivere. Basta farlo con piacere. C’è chi diventerà qualcuno, chi invece, come me, ne trarrà sempre solo sensazioni piacevoli e soddisfazione personale.

E così eravamo noi 9 che costruivamo, mattoncino su mattoncino, tutto questo. Poi un giorno, a Dicembre, Alessio mi chiama e dice: ‘’Ele, te lo ricordi che hai dato la tua disponibilità anche per il canale Radio? Deve partire a breve’’. Tatatan. Ho iniziato a sudare freddo. Per la voglia di fare, e fare il più possibile, avevo dato la mia disponibilità sia per il giornale che per la radio. Non potevo tirarmi indietro, per orgoglio, per sfida, per fare da spola tra i due canali. E così, rimbocchiamoci le maniche, facciamo partire il canale radio.

Siamo partiti in tre e ci siamo ritrovati in otto, otto persone che a malapena si conoscevano e che buttarono giù un programma con la consapevolezza che tutto, all’inizio, sarebbe stata la simulazione di sapere cosa stavamo facendo, andando a braccio nella speranza di essere assistiti da una sana botta di culo. Sai, ti ritrovi a dover fingere di conoscere la persona con la quale intrattieni il pubblico, devi trovare quella scintilla di affinità che vi faccia andare d’accordo o litigare, che mantenga viva l’attenzione.

Senza darlo a vedere, ero abbastanza preoccupata. Avevo fatto Radio, ma una cosa è farla guidata dal tuo maestro e insegnate del mestiere, un colosso con un’esperienza incommensurabile alle spalle, una cosa è farla con altri pulcini imbranati come te. Poi quando mi hanno comunicato che mi sarei occupata di sport con Panebianco ho stilato un elenco con centinaia di possibili scuse per lavarmene le mani, ma questa è un’altra storia.

La radio è un mondo a sé stante. Qualsiasi cosa che sia scritta, pure se si ha una finestra limitata di tempo per scriverla, la si può correggere, rivedere, aggiustare, rendere il più corretta possibile, sfiorando la perfezione. La radio Logo_radiono.

La radio è una botta e risposta continuo, sei tu e un’altra persona, due microfoni e una stanza. Si ha davanti un pc e una consolle e tu devi essere così attento e coordinato da saper fare partire e fermare al momento giusto le canzoni, ricordare di spegnere e accendere i microfoni, far sparire qualsiasi tipo di rumore esterno.

In tutto ciò devi pure essere spigliato, non farti bloccare dalla paura del microfono. Sembra banale, ma ci si sente da una parte quasi stupidi a parlare da soli, dall’altra lo sai che ci sono persone che ti ascoltano, togliendosi del tempo per farlo, e quindi sale l’ansia da prestazione, non puoi commettere errori.

Parli. Parli per dare informazione, per distrarre le persone, per comunicare qualcosa. Deve essere una conversazione normale con un amico, ma non è normale: i tempi verbali devono essere precisi, non puoi dire corbellerie riguardo all’argomento che stai trattando, devi cercare di tenere un ritmo scorrevole. Non puoi parlare sopra al tuo co-conduttore. Questo è particolarmente difficile: io e le mie amiche riusciamo a parlare tutte contemporaneamente di cose diverse capendoci, succedesse durante la trasmissione sarebbe solo un gran caos. Da quando indossi le cuffie e clicchi play sei fregato: o la va o la spacca.

Radio UniVersoMe oggi compie 3 settimane. Considerando che la fase embrionale dura 4 settimane, siamo ancora molto piccoli ed immaturi ma non troppo. Devo dire che non me l’aspettavo proprio il calore che si è creato, all’interno e all’esterno della bolla radiofonica. Noi come gruppo siamo diventati solidi, tutti sulla stessa linea d’onda, amici. E da voi, pubblico che ci leggete e ascoltate, arriva qualcosa, quel qualcosa che ci spinge a migliorarci di settimana in settimana, che ci sprona a fare sempre meglio. Con un perfetto equilibrio tra teste calde e razionalità, battibecchi, prese in giro, serietà e serenità stiamo concretamente facendo qualcosa che rimanga nelle mani della nostra università e degli studenti che arriveranno dopo di noi.13016758_10209141176276161_599495794_o

Questa è la nostra storia, la storia di alcuni ragazzi che vogliono dare voce all’università e che vi aspettano tutti i Lunedì e i Mercoledì (alle 15:00 e alle 17:00) eccitati come bambini di poter parlare con voi.

Elena Anna Andronico