Strage a Nashville, 28enne spara all’interno di una scuola elementare

Audrey Elizabeth Hale di anni 28, ex studente transgender, ha fatto irruzione nell’istituto elementare presbiteriano Covenant School uccidendo tre bambini e tre adulti. Hale aveva frequentato in passato tale scuola e, secondo le indagini, aveva pianificato nei dettagli il massacro. L’ennesima strage all’interno di una scuola che porta, ancora una volta, in alto il dibattito sul possesso delle armi negli Stati Uniti. La 129/a dall’inizio dell’anno, oltre una al giorno da gennaio.

Ricostruzione dei fatti

Lunedì, verso le 10 del mattino, l’ex studente dell’istituto Audrey Elizabeth Hale, irrompe all’interno di una scuola elementare cristiana; frantuma il vetro dell’entrata laterale e fa il suo ingresso. Ha con sé due armi d’assalto e una pistola, indossa gilet, pantaloni militari e un cappellino rosso, in base alle immagini fornite dalle telecamere di sicurezza. Con sè, anche le mappe dell’edificio. Un attacco di 14 minuti, poi la prima chiamata di soccorso alle 10:13 e la conclusione alle 10:27, con la morte di Hale ad opera della polizia. Le vittime sono tre bambini di 9 anni, un supplente, un amministratore della scuola e un custode.

 Penso che i genitori di Audrey siano scioccati come tutti noi nel vicinato. Non c’è nulla che mi avrebbe mai portato a pensare che sarebbe stato capace di un gesto simile o che la sua famiglia avesse accesso a una pistola.

Ha dichiarato un vicino di casa ad alcuni media americani.

Le indagini

Fonte: Rainews

La Polizia ha dichiarato che Hale non aveva precedenti penali e che l’attacco è frutto di premeditazione: ha studiato nei dettagli le piantine e le mappe della scuola. Il movente? Secondo gli inquirenti, il soggetto provava un forte risentimento nei confronti della scuola per essere stato costretto a frequentare una scuola cristiana dove probabilmente non si è mai sentito accettato identificandosi come transgender.  Dai primi accertamenti, le armi erano state ottenute legalmente, quanto meno due su tre. Hale è stata identificato per mezzo della sua auto posteggiata vicino alla scuola.

A seguito di una perquisizione è stato ritrovato un disegno minuzioso della mappa della scuola dove aveva segnato i punti “migliori” per entrare. Inoltre, sono stai trovati dettagli relativi ad un’altra possibile scuola dove forse si sarebbe recata se non fosse stata uccisa dagli agenti intervenuti sul luogo, oppure, un’altra ipotesi è che si tratterebbe di un bersaglio alternativo scartato perché la scuola attaccata aveva minori misure di sicurezza.

Qualcosa di brutto sta per accadere. Sentirai parlare di me quando sarò morto. Questo è un messaggio di addio. Ci vedremo in un’altra vita.

Queste sono le ultime parole di Hale ad una sua ex compagna di basket.

Le dichiarazioni del Presidente Biden

Il Presidente Biden è stato fortemente criticato per una battuta detta durante la sua prima apparizione pubblica a seguito della strage, all’inizio di un vertice sulle imprese femminili.

«Mi chiamo Joe Biden. Sono il marito della Dott.ssa Jill. Mangio il gelato Jeni’s con gocce di cioccolato. Sono sceso perché ho sentito che c’era il gelato con le gocce di cioccolato. A proposito, ne ho un frigorifero pieno al piano di sopra. Pensate che stia scherzando? Non è così». Ha affermato tra le risate del pubblico. Dichiarazioni ritenute inopportune in un momento come quello.

Il Presidente americano Joe Biden si è poi espresso su quanto accaduto.

È straziante, il peggior incubo di una famiglia. Dobbiamo fare di più contro la violenza di armi da fuoco. Sta facendo a pezzi le nostre comunità. Sta lacerando l’anima stessa della nazione. Dobbiamo fare di più per proteggere le scuole affinché non diventino prigioni.

Anche la First Lady ha invitato ad alzarsi e a stare in preghiera con Nashville.

Biden ha, inoltre, invitato il Congresso ad approvare il divieto di armi d’assalto e ordinato che vengano messe bandiere a mezz’asta alla Casa Bianca e in tutti gli edifici pubblici fino al 31 marzo in onore e memoria delle vittima della strage.

Di seguito il discorso del Presidente Biden:

Le armi d’assalto, come il fucile utilizzato da Hale, sono le armi più utilizzate nelle stragi di massa. I democratici quindi spingono per il divieto e per norme più stringenti, attente e puntuali sui controlli. I repubblicani, in gran parte contrari all’approvazione di una legislazione di controllo sulle armi, hanno puntato il dito contro la comunità Lgbtq+.

«Visto il numero crescente di trans e non binari che compiono sparatorie di massa, invece di parlare armi non sarebbe meglio parlare di questi lunatici che spingono la loro riaffermazione di genere sui nostri figli?» ha postato su Twitter il figlio di Donald Trump.

Anche Marjorie Taylor Greene si è espressa con lo stesso tono sulla strage.

Quanti ormoni come il testosterone prendeva la killer di Nashville? Tutti dovrebbero smetterla ora di prendersela con le armi. La donna che ha sparato a Nashville si identificava come un uomo. Quindi dovremmo ancora puntare il dito contro gli uomini bianchi?

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, riportando il focus sulla questione, ha dichiarato:

Le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri dove imparare e insegnare. Quando è troppo è troppo: il Congresso deve agire contro la violenza delle armi da fuoco. Quanti bimbi devono ancora morire prima di agire?.

 

Marta Zanghì

Buffalo: odio razziale e suprematismo bianco. Un ragazzo uccide 10 persone in un supermercato

Nel pomeriggio di sabato 14 Maggio, un ragazzo di 18 anni, armato di fucile AR-15, ha ucciso 10 persone nei pressi di un supermercato a Buffalo, negli Stati Uniti. Catturato dal corpo di polizia locale si è successivamente dichiarato non colpevole di omicidio. Il giudice non ha concesso alcuna cauzione, il ragazzo è attualmente detenuto in una struttura penitenziaria in attesa del processo.

Gli sviluppi della vicenda

Payton Gendron – autore della strage – vive a Conklin, una città della contea di Broome dello Stato di New York. Per raggiungere il luogo del delitto ha viaggiato per 300 kilometri con la sua auto munito di un giubbotto antiproiettile e di un fucile. Una volta arrivato nei pressi del supermercato di Buffalo, Tops Friendly Market, ha prima sparato a 4 persone nel parcheggio antistante, uccidendone 3. Una volta entrato all’interno, ha continuato la sparatoria, colpito gravemente altri 9 civili, di cui 7 sono morti e 2 sono rimasti feriti. Una volta uscito dal supermercato le autorità locali erano sopraggiunte sul posto, Gendron si è inginocchiato ed ha puntato l’arma sul suo mento, poi, però, l’ha lasciata cadere al suolo.

Immagine del supermercato dove è avvenuta la sparatoria. Fonte: ilfattoquotidiano.it

Il presidente Biden: “Atto di terrorismo interno”

La notizia, ovviamente, sin da subito, ha raggiunto ogni angolo degli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden in merito a quanto accaduto ha dichiarato:

«Un crimine ripugnante e motivato dall’odio razziale perpetrato in nome della disgustosa ideologia del nazionalismo bianco. Un atto di terrorismo antitetico a ogni cosa che rappresenta l’America. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per porre fine a questo terrore alimentato dall’odio.»

Dietro ad un’azione del genere ci sarebbe dell’immotivato razzismo, è chiaro ed evidente. Il ragazzo, poco prima della strage, aveva pubblicato unmanifesto” delle proprie idee e intenzioni sui social. All’interno dello scritto – lungo addirittura 180 pagine – vi sono delle parti che rimandano ad una “filosofia” che si sta propagando all’interno di movimenti di estrema destra negli Stati Uniti. Si tratta della cosiddetta teoria dellaSostituzione dei bianchi“. Secondo questo pensiero cospirazionista negli Usa il tasso di persone dalla pelle chiara si sta radicalmente abbassando e tenderà ad estinguersi in favore della popolazione afro-americana.

Ecco spiegato il perché dei già citati 300 kilometri per raggiungere proprio quel supermercato, che generalmente gode di una clientela principalmente composta da persone di colore. Tra i frequentatori più assidui del supermercato in questione spicca proprio il sindaco di Buffalo, Byron Brown che amareggiato dalla vicenda ha dichiarato:

«Questa persona è venuta qui con l’obiettivo esplicito di uccidere il numero più alto possibile di neri.»

Le polemiche sulla vendita delle armi da fuoco e sull’utilizzo dei social

«E’ stata un’esecuzione stile militare su innocenti che volevano solo fare la spesa. Basta con la violenza delle armi da fuoco

Questa la dichiarazione del governatore dello stato di New York, Kathy Hochul. Parole che lasciano trasparire molta rabbia e che indirizzano l’attenzione su un argomento che negli ultimi anni è stato al centro di molti dibattiti negli USA: la vendita relativamente libera di armi da fuoco. Non si ha l’assoluta certezza riguardo l’acquisto del fucile semiautomatico da parte di Gendron. Molte sono però le indiscrezioni che sostengono l’acquisto illegale e la successiva modifica dell’arma in modo da renderla più “efficace”.

La particolarità della strage di Buffalo risiede anche nella body-cam attraverso il quale il 18enne ha trasmesso una diretta dell’attacco su un noto social – twitch – successivamente rimossa. Anche riguardo l’utilizzo sconsiderato dei social si sentono spesso opinioni, anche opposte le une dalle altre. C’è chi ne critica l’aspetto troppo “aperto” per ciò che riguarda la libertà di espressione dei creator che molto spesso dato il loro grande seguito sono in grado di influenzare – nel bene e nel male – il grande pubblico. Sembra essere di questo avviso lo stesso governatore Hochul che ha dichiarato:

«Le piattaforme devono essere responsabili di monitorare e sorvegliare i contenuti. consapevoli, in casi come questo, di poter essere ritenute complici. Forse non legalmente ma almeno moralmente

C’è chi invece si pone in una posizione contrastante rispetto a quest’ultima. Chi sostiene quindi che gli utenti dei social non debbano necessariamente avere una limitazione nel linguaggio o nei comportamenti. In questo modo si liberano dalla responsabilità sostenendo che i social non debbano avere un ruolo educativo. Di fronte a casi come questi quindi chi sostiene tale pensiero potrebbe lasciar ricadere la colpa su quelle istituzioni sociali che probabilmente non sono state capaci di formare la persona, istituzioni come la famiglia o gli ambienti dell’istruzione.

Francesco Pullella