Re(in)clusi, l’8 e il 9 novembre un focus sulle carceri italiane

In un periodo in cui la questione della salute pubblica domina l’agenda, un’area rimane però sempre ai margini del dibattito: le carceri. Eppure, parlare di salute carceraria, significa parlare dei diritti fondamentali e della dignità di ogni individuo e anche di chi vive in condizioni di reclusione. Con questo obiettivo, Messina ospiterà il Workshop “Re(in)clusi – V conferenza sulla salute nelle carceri”, organizzato da Co.N.O.S.C.I., SISM ed ELSA, un evento che si propone come punto d’incontro per affrontare con serietà, pragmaticità e umanità le sfide sanitarie e giuridiche che caratterizzano la vita nei penitenziari italiani.

Locandina Social di Re(In)clusi. Fonte

Quando e Dove: l’appuntamento

L’evento si terrà l’8 e il 9 novembre 2024 presso l’Aula “ex Chimica” della Facoltà di Giurisprudenza, in Piazza Pugliatti, a Messina agli orari sopra evidenziati. Due giorni di incontri, dibattiti e testimonianze durante i quali esperti, rappresentanti istituzionali e studenti avranno la possibilità di confrontarsi su questioni cruciali che spesso restano in ombra. Si consiglia agli studenti che vogliano l’attestato dell’evento di presentarsi mezz’ora prima dell’inizio dell’evento per procedere alla registrazione.

Quali Temi Saranno Affrontati?

La tutela della salute in carcere è una sfida che richiede una comprensione profonda e integrata degli aspetti sanitari e giuridici. Il Workshop si concentrerà su questioni come l’accesso alle cure mediche, le condizioni igienico-sanitarie, le malattie trasmissibili e l’assistenza psicologica per i detenuti, argomenti che trovano spesso ostacoli logistici, economici e culturali nonché distacco ed imbarazzo, misti a disinteresse, da parte della Politica. Con esperti del settore che guideranno il dibattito, l’evento rappresenterà un’occasione unica per comprendere le difficoltà e le contraddizioni del Sistema Carcerario attuale, portando sul tavolo anche le possibili proposte e punti di vista degli esperti per migliorare le condizioni di vita di chi si trova recluso.

Accreditamento Universitario e Formazione

Per i partecipanti, questa Conferenza rappresenta inoltre un’occasione di arricchimento accademico oltre che formativo. È stato infatti richiesto il riconoscimento e il Patrocinio dell’evento ai Dipartimenti coinvolti per l’attribuzione di 0,75 CFU ai partecipanti. La risposta ufficiale dell’accreditamento c’è già per Giurisprudenza ma si attende al momento per Medicina.

Si consiglia di seguire nei prossimi giorni, per ulteriori aggiornamenti agli interessati in tal senso, le Pagine Social di SISM Messina ed ELSA Messina. Un ulteriore incentivo, dunque, per coloro che vogliano approfondire la propria conoscenza e contribuire attivamente a un tema di così grande importanza sociale.

“Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri, poichè è da esse che si misura il grado di civiltà di una Nazione.” (Voltaire)

Le carceri secondo noi e Voltaire. Fonte

Una Chiamata all’Azione e alla Riflessione

Partecipare a “Re(in)clusi” non è solo un’opportunità di informazione; è anche un invito a riflettere e ad agire. La tutela della salute nelle carceri è fondamentale per una società giusta e inclusiva: non può esistere equità se escludiamo dai diritti essenziali una parte della popolazione e pare certo, secondo ogni studio serio in merito, che le vere parole d’ordine in questo ambito siano Rieducare e Reinserire e non solo Punire. Questa conferenza vuole essere uno spazio di scambio di idee, aperto al contributo di tutti, affinché ognuno possa sentirsi parte di un cambiamento concreto.

Unitevi a noi, alle altre Associazioni dette prima, agli esperti e alle Autorità coinvolte in questa occasione di crescita e di dialogo. Attraverso domande, opinioni e proposte, possiamo insieme fare la differenza e dare voce a chi, troppo spesso, non viene ascoltato. Non perdete questa opportunità: il futuro di una società civile dipende anche dal modo in cui trattiamo i suoi membri più vulnerabili.

Simone Garretto

Bibliografia

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SISM: al via la Campagna scambi 2020/2021

Il SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) è un’associazione attiva su tutto il territorio nazionale, creata da e per studenti di Medicina.

Il SISM Messina è una delle 39 realtà locali del SISM Nazionale, che a sua volta fa parte dell’IFMSA (International Federation of Medical Students’ Associations), federazione di studenti di Medicina provenienti da tutto il mondo, riconosciuta come Associazione Non Governativa presso le Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Fonte: messina.sism.org

Campagna scambi: Professional e Research Exchange

Fra le varie opportunità che la nostra associazione e sede locale offre, spicca il progetto Professional e Research Exchange, un periodo di 4 settimane di tirocinio all’estero, al quale si ha accesso tramite la Campagna scambi. Il tutto è reso possibile grazie all’affiliazione del SISM all’IFMSA.

Lo studente di Medicina ha modo di conoscere e comprendere realtà e culture diverse, avendo l’opportunità di accrescere e perfezionare allo stesso tempo le proprie abilità professionali. Attraverso un’attività professionalizzante in un altro Paese, il futuro medico apprende abilità e conoscenze in un ambito da lui selezionato, che arricchiscono il suo bagaglio culturale per lo svolgimento della professione.
Il contatto stretto e continuo con gli studenti dell’altro Paese permette di calarsi in prima persona nella realtà di quel territorio, tramite esperienze dirette, e di viverlo con il doppio sguardo di uno “studente in mobilità” e di un “ragazzo del posto”.

Chi può partecipare

Possono aderire alla Campagna scambi e alle relative graduatorie del Professional Exchange e Research Exchange:

  • gli studenti di tutti gli anni del CdL in Medicina e Chirurgia;
  • gli studenti di tutti gli anni del CdS in Medicine and Surgery.

Novità di quest’anno

Da questo anno associativo, la partecipazione alla Campagna Scambi è legittimata da un Protocollo di Intesa stipulato tra il SISM Messina e l’Università degli Studi di Messina: a tutti gli outgoings saranno conferiti 4 CFU extracurriculari (degli 8 totali) ed eventualmente punti laurea.

Scopri tutte le informazioni nel Webinar dedicato

Sabato 14.11.2020 alle ore 19.00 tramite piattaforma Teams (qui il link per accedere al Teams) avrà luogo il Webinar per presentare ufficialmente la Campagna scambi 2021/2022 e per rispondere a tutte le domande e le curiosità degli studenti interessati.

È inoltre possibile accedere alla chat Telegram (qui il link) per ricevere le informazioni aggiornate in tempo reale e nel quale trovate il re-indirizzamento al bot per inviare le vostre domande ai ragazzi del SISM.

Livio Milazzo

 

Sensibilizzare sulla violenza di genere con “NON GENERI-AMO VIOLENZA”

Giovedì 16 maggio, nella libreria Colapesce in via Mario Giurba, si è svolto un incontro mirato alla sensibilizzazione del pubblico dal titolo “NON GENERI-AMO VIOLENZA”, un laboratorio sulla parità di diritti e sulla violenza di genere organizzato da AEGEE Messina e da due membri del SISM: Daniela Guiso e Davide Spadaro. L’esposizione era molto coinvolgente per i presenti, iniziando con Francesco Campione, presidente dell’associazione AEGEE Messina che chiedeva quali categorie fossero da non discriminare, per poi procedere con un’esperta sulla violenza di genere, Costanza Matafù, che ha convolto in un dibattito su ciò che può portare una persona ad essere violenta, per poi raccontare che ognuno ha un proprio vissuto e delle proprie esperienze, che nel bene o nel male modificano la visione soggettiva di normalità. Con ciò non si giustifica o legittima la violenza, ma la si comprende per poi ugualmente condannarla.

Un altro punto importante, spiegava Matafù, è il ruolo dei media. Quando ad esempio si incorre in un episodio di violenza, dai giornali viene descritto non come un evento sporadico e circoscritto, ma come se ciò avvenisse di continuo, etichettando come abusato ed abusante gli ipotetici soggetti in questione, così creando un meccanismo per il quale chi è stato abusato socialmente verrà visto con occhi diversi che vanno dalla pena alla calunnia e con occhi ancora più diversi chi ha compiuto il gesto precludendogli la possibilità di redimersi. È importante quindi evitare le etichette.

L’evento si è concluso con la spiegazione di un video, dove i protagonisti erano due persone ed una tazzina di tè. Il significato è che in alcune occasioni una persona gradisce del tè, altre volte no, ed è suo diritto dire di no. Se prima sembrava gradisse il tè o avesse anche espresso esplicitamente di volere il tè, è un suo diritto dire di no qualora avesse cambiato idea. Questo per comprendere il consenso per quanto riguarda il sesso.

Si allega qui di seguito il link del video in modo che si possa comprendere meglio: https://youtu.be/oQbei5JGiT8. I sottotitoli si possono inserire premendo i tre puntini in alto a destra dal cellulare.

L’incontro si è rivelato molto formativo ed educativo.

Alberto Cavarra

Elsa Messina e il SISM in una conferenza sulle mutilazioni genitali Femminili

Sabato 30 marzo 2019. Aula Magna Padiglione NI del Policlino «G. Martino» di Messina. Ore 9.30. Elsa Messina & il SISM (Segretariato Italiano Studenti in Medicina) hanno affrontato una conferenza su un tema delicato: Mutilazioni Genitali Femminili.

Hanno detto un fermo “NO” ad una pratica che, con gli spostamenti migratori, ormai non riguarda solo i Paesi di origine ma anche l’Occidente, l’Europa e quindi l’Italia.

Nonostante i risultati raggiunti dal 2008 ad oggi in molti paesi africani, dell’Asia e del Medio Oriente, anche attraverso il varo di legislazioni nazionali che hanno messo al bando ogni tipo di mutilazione genitale, migliaia di bambine e ragazze ogni anno corrono il rischio di essere sottoposte a questa pratica che lascia segni fisici e psichici spesso indelebili. È un atto violento che causa infezioni, malattie, complicanze durante il parto e in alcuni casi mette a rischio anche la vita.

Una pratica che fino ad appena 25 anni fa, ossia fino alla Conferenza di Vienna del 1993, non era ancora riconosciuta universalmente come una violazione dei diritti umani. Mutilazioni, di cui oggi oltre 200 milioni  sono ancora vittima tante donne e tante bambine in tutto il mondo e che ne stanno soffrendo le drammatiche conseguenze.

La conferenza aperta a tutti gli studenti dell’Ateneo e alla cittadinanza ha riconosciuto 0,25 CFU agli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza presso UNIME.

Durante il convegno si sono alternati i seguenti relatori: Prof. Onofrio Triolo, direttore unità operativa complessa di ginecologia e ostetricia; Prof.ssa Carmela Panella, ordinario di diritto internazionale; Prof.ssa Maria Teresa Collica, Ricercatrice e docente di diritto penale; Dott.ssa Serena Scurria,
sssegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze Biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali; Dott.ssa Costanza Matafù, mediatrice linguistico-culturale. Esperta di violenza di genere nei Paesi Arabi.

Hanno evidenziato che le mutilazioni genitali femminili sono praticate soprattutto in paesi prevalentemente dominati dagli uomini, dove le donne faticano a raggiungere posizioni di spicco e sono generalmente relegate in casa. In questi paesi, il movente religioso e/o culturale si associa alla pressione sociale riguardante la pratica di questa forma di circoncisione femminile. Escluso il motivo religioso, alcuni studiosi, sono propensi a interpretare l’esistenza di queste pratiche come una forma di controllo sociale di donne e ragazze che vivono all’interno di società prevalentemente patriarcali, dove il loro ruolo si riduce a quello di mogli e madri. Spesso queste pratiche vengono giustificate dietro il cosiddetto “relativismo culturale”, secondo il quale è sbagliato imporre idee occidentali volte all’abolizione di queste pratiche strettamente legate alla cultura e alle tradizioni delle popolazioni che le praticano e che solo dai paesi “occidentali” sono definite come violazioni di diritti umani ma sono semplicemente il risultato di:

“Un misto di ignoranza, desiderio di potere e controllo sulla sessualità femminile, uso distorto e malevolo delle scritture e delle interpretazioni religiose fanno di questa pratica una manifestazione dell’odio contro il corpo delle donne e la loro autonomia: dare sostegno a chi le combatte è anche lottare contro una delle forme più orrende di dominio patriarcale che ancora abitano il mondo contemporaneo.”

Gabriella Parasiliti Collazzo

Seminario “Mutilazioni genitali femminili” tra legge e medicina

ELSA Messina & il SISM Messina vi invitano ad una conferenza su un tema delicato.

Mutilazioni genitali femminili:
aspetti socioculturali, problematiche cliniche e
questioni medico-legali a confronto.

L’evento si terrà giorno 30 Marzo 2019, ore 9,30 aula magna NI del Policlino «G. Martino» di Messina.

“Un misto di ignoranza, desiderio di potere e controllo sulla sessualità femminile, uso distorto e malevolo delle scritture (e delle interpretazioni religiose) fanno di questa pratica una manifestazione dell’odio contro il corpo delle donne e la loro autonomia: dare sostegno a chi le combatte è anche lottare contro una delle forme più orrende di dominio patriarcale che ancora abitano il mondo contemporaneo.”

Introducono e moderano:

Giulia Iuculano,
Vicepresidente STEP ELSA Messina

Daniela Guiso,
LORA SISM

Relatori:
Prof. Onofrio Triolo,
Associato di ginecologia e ostetricia presso il dipartimento di Medicina & Chirurgia dell’Università degli Studi di Messina.

Prof.ssa Carmela Panella,
Ordinario di diritto internazionale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina.

Prof.ssa Maria Teresa Collica,
Ricercatrice e docente di diritto penale presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Messina.

Dott.ssa Serena Scurria,
Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali, sez. Dipartimentale di medicina legale.

Dott.ssa Costanza Matafù,
Mediatrice linguistico-culturale. Esperta di violenza di genere nei Paesi Arabi.
Laureata in Lingue e Culture dell’Asia e dell’Africapresso l’Università degli Studi di Napoli «L’Orientale».

La conferenza sarà aperta a tutti gli studenti dell’Ateneo e alla cittadinanza.

Saranno riconosciuti 0,25 CFU agli studenti del Dipartimento di Giurisprudenza presso UNIME.

La giornata del rene spiegata dal professor Domenico Santoro

17 marzo 2019. Messina. Piazza Cairoli.  La Scuola di Nefrologia dell’Università di Messina dalle ore 9:00 alle 17:00, con un gruppo di medici, coordinati dal professor Domenico Santoro, professore associato di Nefrologia nonché dirigente medico dell’UOC Nefrologia e Dialisi presso il Policlinico universitario, per offrire alla città informazioni gratuite e screening sulla funzione dei propri reni, in occasione, appunto, della Giornata mondiale del rene 2019.

Il professore Santoro, per primo, ci ha fornito alcuni dettagli di approfondimento in merito all’evento attraverso un alternarsi di domande e risposte:

Professor Santoro, come mai oggi ci troviamo qui, in piazza?

“Come ogni anno, dal 2008, si dedica una giornata al rene, che prende il nome di giornata mondiale del rene, GMR, e ogni anno propone un tema diverso.  Il tema del 2019 è: “Salute per i Reni per ciascuno ed ovunque – Kidney Health for Everyone Everywhere”. Si dedica questa giornata perché le malattie renali sono più comuni di quello che si pensi, e in generale, colpiscono l’8/10% della popolazione. Nel sito internazionale della GMR ci sono numeri interessanti, che dovrebbero far allertare la popolazione, infatti, 825 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di insufficienza renale cronica. Se noi facessimo un confronto con diabete, malattia molto più conosciuta, ci renderemmo conto che colpisce molte meno persone, solo 380 milioni, ma ha comunque un eco maggiore tra la popolazione. L’insufficienza renale è una malattia con una mortalità abbastanza importante, basti pensare, che ogni anno muoiono 2,4 milioni di persone di insufficienza renale cronica. Poi è presente la forma acuta della malattia (IRA): 13 milioni di persone al mondo, ne soffrono. Con una mortalità molto più alta: il 13%. L’85% dei pazienti con questa malattia proviene dai paesi poveri, ergo, con più difficoltà all’accesso all’acqua, poiché i reni funzionano se si ha un determinato apporto idrico. Anche le classi sociali meno abbienti presentano percentuali più alta di rischio di contrarre tale patologia. Il tutto si riallaccia al tema di quest’anno “disuguaglianza in sanità”. L’allerta che noi vogliamo dare è soprattutto di cercare di portare la salute dei reni per ciascuno e ovunque come cita il nostro motto Kidney Health for Everyone Everywhere.”

Cosa fate in piazza per l’esattezza?

“Facciamo dei controlli gratuiti, accessibili a tutti. Per controllare se si è affetti da malattie renali basta veramente poco: controllare la pressione arteriosa, un esame delle urine, la misurazione delle creatinina e un’ecografia ai reni. Per fare uno screening sulle malattie renali ci vuole un attimo. Ricordo che l’8-10% ne soffre. Penso che sia davvero importante farlo annualmente.”

Ha qualche appello da fare?

“Sì. Si dice che la sanità dev’essere uguale per tutti, ma questo non è così. Soprattutto al sud. Ed è un problema. Non qualitativo, il problema non è un’incapacità della classe medica del meridione, ma la questione è di tipo politico nazionale. Un settore che risulta molto carente nel nostro territorio è quello dei trapianti di reni. Il trapianto renale costituisce la migliore arma che abbiamo quando la funzione renale tende a spegnersi e costituisce sicuramente la più valida alternativa alla dialisi. E mentre siamo in grado di affrontare ogni sfida nel nostro territorio per cercare di salvare la salute dei reni quando arriva il momento della terapia sostitutiva, per ottenere un trapianto siamo costretti nuovamente a viaggi della speranza. L’attività dei trapianti si presenta fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Esiste una forte differenza territoriale nella attività di donazione che genera profondi divari regionali.“

Oggi qui con voi c’è il sism?

“Sì. Oggi, qui con noi, c’è il Sism. Roberta Minasi, presidentessa del Sism, ci accompagna da alcuni anni insieme al gruppo della Nefrologia. Presente anche la fondazione del rene policistico. Ed il rappresentante della fondazione è qui con noi.”

Le ultime, preziose, informazioni ce le da Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina che si ricollega con il discorso del Dottor D. Santoro ponendo nuovamente l’accento sulle disuguaglianze sociali:

“Oggi di sente tanto parlare di “disuguaglianza in salute”, Lo stato di salute di un individuo o di una popolazione è determinato da molteplici fattori strettamente correlati tra loro, quali istruzione, assistenza sanitaria, reddito, occupazione, tipologia dell’abitazione, situazione familiare, stili di vita. È come se il posto occupato da ciascuno di noi in relazione a tutti gli altri sia rilevante…chi si trova sopra di noi nella scala sociale gode di una salute migliore, chi sta sotto soffre di condizioni peggiori. Avere uguaglianza nell’accessibilità alle cure significa ridurre le disparità dei tenori di vita dei membri della società. Attraverso dunque questa attività di prevenzione “primaria” in piazza, chiunque può avere la possibilità di ricevere informazioni, consigli, chiedere un parere ad un professionista… In fondo, la “mission” che ci proponiamo è proprio questa: Affrontare tematiche di salute in maniera semplice, con linguaggio comune cercando di superare o abbattere totalmente il muro del timore e del disagio che tanto spesso si rileva come altro ostacolo per le proprie cure: l’instaurazione di una proficua relazione tra individuo e professionista sanitario.”

Gabriella Parasiliti Collazzo

 

Il Policlinico di Messina si tinge di Lilla!

Venerdì 15 marzo 2019. Policlinico di Messina. Aula Magna. Padiglione F. Ore 15.00. In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla si è tenuto un congresso sui disturbi alimentari. L’importante evento è stato organizzato dall’ U.O. Disturbi Alimentari Asp di Messina, in collaborazione con il Sism (Segretariato Italiano Studenti Medicina) finalizzato ad informare e sensibilizzare il territorio su tutte le sfaccettature legate alla diffusione delle problematiche psicologiche che concernono il rapporto tra gli individui e il cibo.

La dottoressa Teresa Tricomi, Psicologo-Psicoterapeuta del Centro semiresidenziale il Cerchio d’Oro, ci spiega come e da chi è nata l’idea per la realizzazione di una struttura di tale portata:

Il Cerchio d’oro (Dipartimento salute mentale – Messina) è nato nel 2004 a Messina come progetto sperimentale e nel 2007 è diventato un’unità operativa ambulatoriale. Opera per la diagnosi, la cura e la gestione integrata dei Disturbi del Comportamento Climentare (Dca), offrendo un livello di assistenza di tipo ambulatoriale e, dal 2011, grazie alla vincita di un finanziamento regionale, è diventato un centro semiresidenziale. La struttura è coordinata dalla dottoressa Rossana Mangiapane, dirigente medico e psichiatra: è da lei che è nato tutto, da una sua idea. L’equipe presente è formata da circa 10 figure specializzate suddivise così: un medico psichiatra, un nutrizionista, due psicologi, tre tecnici della riabilitazione psichiatrica, due dietisti e un infermiere professionale. Insieme collaboriamo alla diagnosi e alla stesura dei trattamenti individuali specifici per ciascun paziente e per ciascun disturbo. Le terapie comprendono la riabilitazione nutrizionale progressiva, i pasti assistiti, la psicoterapia individuale e di gruppo, le visite mediche e psichiatriche, i gruppi per i familiari, le attività riabilitative, espressive e occupazionali. L’accesso alla nostra struttura è libero e si può effettuare tramite prenotazione telefonica. Attualmente ospitiamo circa 290 pazienti.

Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina, ci spiega su cosa verte l’intero congresso, quale e perché la scelta del tema principale:

Il fiocchetto lilla ha origine in America e rappresenta da più di 30 anni la lotta contro i disturbi del comportamento alimentare. Come ogni anno, abbiamo deciso di celebrare questa giornata tematica nazionale, ma quest’anno un’attenzione particolare verrà rivolta al mondo dei social. Perché questa scelta? I disturbi alimentari, sono considerati una vera e propria epidemia sociale. Internet è sicuramente un grande dono che offre infinite opportunità, ma, oggi della medaglia del “social” vorremmo anche mostrare l’altra faccia, quella “negativa”. Attraverso i social si può accedere a qualsiasi contenuto, ci si può connettere con chiunque. È così che “Questa malattia” si può “trasmettere” da una pagina all’altra dei social più importanti a livello mondiale, da una foto all’altra, da un hashtag all’altro. È come se a rappresentare una nuova scala dei valori, i social suggerissero: “Dieta-fitness-stile di vita sano-perfezione”. È chiaro che ormai i contenuti mediali possano veicolare e stimolare comportamenti rischiosi caratteristici dei disturbi alimentari. Per farvi un esempio pratico cito la DIETA BLUE JEANS che implica l’assunzione massima di 300 kilocalorie al giorno: è un gruppo chiuso di Facebook, dove ci si scambia consigli per raggiungere la fantomatica “perfezione”.”

Durante il convegno, oltre alle varie esposizioni dei relatori presenti, sono state lette delle testimonianze di persone affette da Dca, e sono stati proposti due laboratori interattivi: “La connessione” e “Lettura attenta”. Sono state selezionate 12 persone volontarie dal pubblico, di entrambi i sessi, che si sono sottoposte ad esperimenti sociali aventi il fine comune di dimostrare come oggigiorno non siamo più abituati ad osservare. Siamo poco attenti e non ci accorgiamo di ciò che ci succede intorno. Troppo spesso viviamo con la testa china sul telefono in uno stato di coma perenne. In questo clima diventa impossibile salvare chi ci sta intorno. Spesso, ai nostri occhi, il problema è invisibile, in quanto non ce ne accorgiamo. Ed è per questo che il dottor Giuseppe Rao, in accordo con la dottoressa Rossana Mangiapane, suggeriscono di fare rete. Rete intesa nel senso più totale del termine.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Grande successo per l’evento del SISM di Messina: “La salute scende in piazza”

 

Sabato 16 febbraio dalle ore 9:30 sino alle 19:30 a Messina, a Piazza Cairoli, si è tenuto un evento fortemente voluto da diverse associazioni no profit messinesi (SISM, Cambiamenti APS, Croce Rossa Messina, Admo, Aido, Avis, Unicef, UICI, AISO, A.G.D. Messina e Nonno Ascoltami).

È Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina, a fornirci delucidazioni in merito all’evento:

“Già da tempo, grazie anche al prezioso aiuto del policlinico di Messina, il SISM Messina organizza iniziative di sensibilizzazione su tematiche specifiche con lo scopo di educare la popolazione alla conoscenza di alcune tematiche attuali di rilievo nell’ambito della salute e della sanità pubblica.

Il SISM, come ogni anno, si è fatto portavoce de “La salute scende in piazza”, un evento di salute pubblica, che si pone l’obiettivo di portare all’attenzione della cittadinanza sia il vero significato di “salute”, sia i suoi principali determinanti. In tal modo si rende la popolazione capace di conoscere e di conseguenza riconoscere eventuali comportamenti nocivi, facendo sì che gli stessi cittadini diventino fautori della diffusione di tale ideale.

Si tratta di un evento dedicato non solo all’intera popolazione, dai progetti per i più piccini agli screening per adulti ed anziani, ma mirato anche alla crescita e formazione degli studenti di medicina, consapevoli dell’importanza della prevenzione.

Numerose le associazioni che, già da tempo, hanno lavorato e lavorano in sinergia con il SISM e che sono scese in piazza, come la Cri Messina, che in occasione della giornata di sensibilizzazione è presente con un importante progetto: “Non sono un bersaglio”.

Il presidente del Comitato di Messina della Cri, Dottor Dario Bagnato, dichiara attraverso un’intervista che:

Sono 3.000 i casi di violenza a operatori sanitari italiani registrati nel 2018, a fronte di sole 1.200 denunce all’Inail: aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali.

Altro drammatico aspetto è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi. Basta leggere i giornali e troviamo frammentate ma cicliche notizie al riguardo, da nord a sud.

Ecco perché, tenendo conto dei logici distinguo, la Croce Rossa Italiana ha deciso di realizzare una campagna per denunciare, oltre a quanto accade in scenari internazionali, una realtà pressoché sconosciuta o spesso sottovalutata che ci coinvolge da vicino e che riguarda anche (e non solo) i volontari CRI: quella delle violenze ai danni dei nostri operatori e/o strutture sanitarie. Così nasce “Non sono un bersaglio”.

Il Dottor Bagnato ricorda che chi aggredisce un operatore socio-sanitario si sta precludendo la possibilità di essere curato. È come se si stesse aggredendo da solo, come suggerisce l’immagine stessa scelta per la loro locandina. Pertanto, fa appello alla coscienza di ogni cittadino onde evitare il perpetuarsi di altre violenze.

I volontari delle varie Onlus partecipanti hanno realizzato dei punti informativi affinché ogni cittadino potesse avere tutte le notizie desiderate sulle attività svolte dai gruppi associativi e più in generale sulla tutela del bene salute. Durante la giornata è stato possibile effettuare vari test di screening come quello dell’HIV (sia ematico sia salivare). È stata inoltre dedicata una particolare attenzione a due progetti, interamente indirizzati ai più piccini: lo Smile-X (progetto dei dottor clown, che effettuano ogni giovedì clown therapy al policlinico), e l’Odp, cioè l’Ospedale Dei Pupazzi: un progetto di sensibilizzazione volto a ridurre il timore dei più piccoli nei confronti del camice bianco e dell’ambiente ospedaliero: la paura viene esorcizzata attraverso dei peluche che vengono curati dai più piccoli su dei tavoli da gioco.

 

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

MOvember… Fratelli di baffi!

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Novembre è quasi finito e con esso si conclude il MOvember, una delle iniziative più importanti dell’anno, diventata sempre più famosa e supportata da testimonial popolari.

Il nome di questo progetto, deriva dalla fusione di due parole inglesi: “moustaches” (baffi) e “November”, nato nel 2003 da un gruppo di quattro amici australiani e che, da allora, è diventato famoso in tutto il mondo.

Grazie al movember, proprio durante questo mese quasi concluso, tutti coloro i quali aderiscono all’iniziativa, i cosiddetti “Mo-bro” e “Mo-sista” (cioè “fratelli e sorelle di baffi”) s’impegnano a raccogliere fondi e a sensibilizzare la popolazione su patologie che riguardano la sfera sessuale maschile, sopratutto il carcinoma della prostata.

Si tratta dunque di un progetto che nasce con l’obiettivo di diminuire il numero di decessi a causa di queste patologie piuttosto diffuse nel mondo maschile, e si propone di far ciò spingendo uomini di tutte le età a prendere parte al movimento / evento, così da favorire la diagnosi precoce del cancro alla prostata e ai testicoli, aumentare l’efficacia dei trattamenti, suggerire dei check-up annuali ed incoraggiare gli uomini ad adottare uno stile di vita più salutare.

Partecipare al Movember è semplicissimo: basta radersi barba o baffi il 1° di novembre; poi registrarsi sul sito ufficiale e personalizzare la pagina di “Mo space” postando una foto al giorno per vedere l’evolversi della crescita dei baffi e poi, a seguire, parlare della salute maschile e diventare una specie di pubblicità ambulante per l’iniziativa.

Questo evento, non solo ha trovato sostenitori tra medici e studenti che si propongono d’informare sempre più la popolazione circa questi temi, con l’organizzazione di banchetti informativi e raccolta fondi per la ricerca; ma vanta tra i suoi fautori anche testimonial e sponsorizzazioni di marchi famosissimi che si occupano di prodotti per uomini.

Da una semplice idea di un piccolo gruppo di amici è nato così un movimento che in poco tempo ha raggiunto più parti del mondo e che, come dice il suo motto, “cambia il volto della salute degli uomini!” in maniera semplice ed accessibile a tutti; non a caso infatti il Global Journal ha inserito nel 2012 il Movember tra le cento più importanti organizzazioni non governative del mondo.

Morgana Casella