Una sommossa di presunta matrice neofascista a Roma: la protesta contro il Green pass come copertura?

«Giù le mani dal lavoro» gridavano ripetutamente le migliaia di persone scese in strada a Roma, sabato scorso, per protestare contro l’obbligo di Green pass sul posto di lavoro. Poco dopo, la situazione degenera. A causa di infiltrazioni di simpatizzanti di estrema destra, tra cui militanti del partito di Forza Nuova oltre che soggetti indipendenti, il corteo pacifico si trasforma in una vera e propria guerriglia.

 

Scontri con la Polizia (fonte: gazzettadelsud.it)

 

L’organizzazione della protesta generale, aveva come punto di partenza Piazza del Popolo. I manifestanti, avevano poi chiesto ai responsabili dell’ordine pubblico di poter proseguire pacificamente in corteo verso la sede della Cgil, considerata una delle organizzazioni sindacali italiane principali. Permesso negato.

Così, un gruppo di poche centinaia di persone, principalmente simpatizzanti di Forza Nuova, ha preso il sopravvento e trascinato il resto delle migliaia di manifestanti apparentemente pacifici.

Questa mossa, forse pianificata, da questi dimostranti più determinati e insinuatisi nel corteo generale, ha accesso i forti scontri contro gli agenti di polizia.

Decisiva, per i manifestanti di Forza Nuova la “copertura”, complice, di un movimento che, dall’aprile 2020 si è costituito dichiarandosi spontaneo e “di popolo”, apolitico o “politicamente eterogeneo”, ma solo a parole slegato da partiti politici.

“Si è concretizzato quel timore che avevamo comunicato alle istituzioni nelle scorse settimane e di cui il ministro (dell’Interno, ndr) Lamorgese aveva parlato” – dichiara una fonte qualificata dell’intelligence.

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Tra gli arrestati per l’attacco alla Cgil, esponenti di Forza Nuova e non solo

Arrivati di fronte la sede della Cgil, i manifestanti hanno pressato il cordone di agenti di polizia, fino ad entrare dentro, dove hanno devastato gli uffici.

Gli uffici devastati (fonte: Today.it)

L’obiettivo successivo, come anche dichiarato apertamente, sarebbe stato Palazzo Chigi. Volevano replicare le scene viste negli Stati Uniti, a Capital Hill.

Devastate le stanze del dipartimento comunicazione, divelti armadi, scrivanie, pc e una fotocopiatrice usata come ariete per sfondare delle porte. Trentotto gli agenti di polizia rimasti feriti.

Tra la massa, prima di entrare, si scorgono gli esponenti maggiori di Forza Nuova: il leader nazionale Roberto Fiore, appartenente associazioni sovversive nere degli anni Settanta, ricercato e condannato per questo, con pena mai scontata e prescritta, per la latitanza all’estero, poi ritornato in politica negli anni 2000; il leader romano, Giuliano Castellino; presente anche il fondatore di “IoApro” (movimento che raccoglie ristoratori di tutta Italia contrari alle restrizioni per il covid sin dagli inizi), proprietario di una catena di pizzerie, Biagio Passaro, il quale si è filmato una volta all’interno del sindacato.

Questi sono stati arrestati insieme ad altri, in flagranza e con arresto differito, tra cui anche Luigi Aronica, soprannominato “Er Pantera”, ex appartenente ai “Nuclei armati rivoluzionari” (Nar), cresciuto nella sede romana del Fuan (l’organizzazione universitaria del Msi), tornato all’attività politica dopo diversi anni trascorsi in carcere. Aronica, per ironia della sorte, era riuscito ad ottenere il green pass per poter andare a vedere allo stadio la sua amata Roma.

I leader di Forza Nuova, il fondatore di IoApro e un ex dei Nar (fonte: ilcorriere.it)

I fermati sono accusati a vario titolo, per danneggiamento aggravato, devastazione e saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. La Procura di Roma continua a indagare, i filmati ad essere vagliati.

I militanti del partito, che hanno rivendicato tramite i social l’attacco, non lasciando più alcun dubbio, molto agguerriti, sembra, dunque, che abbiano preso in mano la manifestazione principale, pacifica.

 

La matrice dell’attacco e la divisione della politica

Sottolineato quasi subito, l’eterogeneità della massa di manifestanti: c’è chi si è dichiarato d’accordo con la mossa degli estremisti che hanno attaccato la Cgil, chi non condivide l’uso della violenza, pur comprendendo le motivazioni dietro, e chi è convinto che se non fosse successo questo, sarebbe stato organizzato altro inevitabilmente.

I No vax sui social hanno ribadito “niente violenza”, ma c’è una parte di loro che, invece, ha commentato che “far paura serve”.

(fonte: larepubblica.it)

Questa commistione, potrebbe rivelarsi ancor più pericolosa, perché indefinita. Il malcontento, dovuto principalmente alla pandemia, potrebbe essere ancora sfruttata dagli estremisti per veicolare le piazze e dare nuova linfa a quello che sembra un movimento neofascista.

Sull’attacco e sulla matrice di esso si sono tempestivamente espressi, prima il segretario della Cgil, poi diversi politici, dalle opinioni in parte contrastanti che hanno acceso il dibattito.

Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato:

“Quella di ieri è una ferita democratica, un atto di offesa alla Costituzione nata dalla Resistenza, che ha violentato il mondo del lavoro e i suoi diritti.”.

Per Landini, inoltre, l’azione contro il sindacato era premeditata da tempo, ma soprattutto, le motivazioni non riguarderebbero né il Green pass, né le principali motivazioni della protesta generale.

È così, che, nell’immediato, si è accesa la convinzione, largamente condivisa, che si sia trattato di un attacco di matrice neofascista. Il malcontento per le misure adottate per il Covid sarebbe solo la copertura, per riaccendere altri sentimenti.

Landini e i segretari delle altre due Confederazioni sindacali hanno così lanciato un appello al mondo della politica e tutte le forze democratiche del Paese, affinché si passi a provvedimenti decisivi, per rilevare e sciogliere organizzazioni neofasciste e neonaziste e lo stesso partito di Forza Nuova.

Appello ripreso dal leader del Pd, Enrico Letta. Forza Italia ha risposto negativamente: “Da parte di Forza Italia massima dissociazione e severità, al punto che Silvio Berlusconi ha chiamato di primo mattino il segretario della Cgil – è stato dichiarato dal partito – Tuttavia la presa di distanza e sostegno a qualunque iniziativa legale e politica contro chi assalta e picchia i poliziotti non si traduce in sostegno a iniziative e manifestazioni chiaramente strumentali in piena campagna elettorale.”.

Matteo Salvini la pensa allo stesso modo, riguardo l’organizzazione da parte dei sindacati di una manifestazione per il 16 ottobre: “Un corteo sabato? Ma non c’è la pausa elettorale? Noi sabato prossimo saremo nei gazebo della libertà, gazebo della Lega in tutta Italia, per la giustizia, con il sorriso.”.

La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ospite a Madrid, del partito di ultradestra “Vox”, ha dichiarato di non essere a conoscenza della natura della matrice dell’attacco al sindacato e, dunque, non esser d’accordo sullo scioglimento di Forza Nuova. Ciò ha generato clamore tra i suoi avversari politici, che hanno sottolineato l’esistenza di video che testimoniano la presenza dei leader del partito sulle scalinate della sede del sindacato.

L’episodio di sabato, rievoca tanto gli attacchi alle Camere del lavoro del 1920 e 21, da parte dei fascisti. Il passato sembra essersi ripetuto e ora l’allerta è massima. Ci si interroga anche sulle strategie da adottare, da parte delle forze dell’ordine. Si è molto preoccupati di aver sottovalutato la forza di certe correnti politiche e movimenti di estrema desta, forse capaci veramente di trascinare tanti italiani estranei a certe idee, ma deboli per lo sconforto generato dal perdurare della pandemia.

 

Rita Bonaccurso

Messina si dimette da città universitaria

Non è una novità, Messina dopo (soltanto) 470 anni ha ancora difficoltà a pensare come una città universitaria. Il sindaco Cateno De Luca, sta mantenendo fede al suo programma elettorale (almeno in questo) smantellando e risistemando l’Azienda Trasporti Messina

Si leggeva:

  • Liquidazione delle partecipate comunali (quindi anche ATM)
  • Riqualificazione professionale e ricollocazione in base alle risultanze del carico di lavoro
  • Eliminazione della linea tranviaria (sostituita da monorotaia “rialzata”)

Nel mese di ottobre, dalle idee si è passati ai fatti. Tra una domanda di dimissioni ed un comizio in piazza, il sindaco (che lavora come un treno) ha trovato il tempo per occuparsi del trasporto pubblico, stravolgendolo completamente.

Istituzione del sistema a pettine per il trasporto su gomma con inserimento dello shuttle (schuttle, sciattol)

La rivoluzione del trasporto messinese è iniziata con tante critiche (molte a priori), tanti problemi tecnici e non poche difficoltà nella comunicazione. Che la grammatica in ATM sia una delle cose che traballa di più lo sapevamo già (per questo vi rimando al nostro articolo My Cicero ed ATM, splendida combinazione. Peccato per la grammaticaTra SCHUTTLE e LEGGENDA, il sistema pensato per risolvere i problemi del trasporto pubblico ha dato numerosi disagi agli utenti ed ai guidatori, facendo tuonare i consiglieri comunali del M5S: “Categorico fallimento, senza se e senza ma”. Si accodano Filt Cgil e Uiltrasporti dopo aver constatato le riduzioni delle corse dello shuttle per carenza di personale autista: “Un bollettino di guerra che sancisce il fallimento del piano trasporti Atm che, aldilà delle denunce del sindacato, sta nelle proteste degli utenti inferociti che inveiscono contro il personale front line incolpevole , anzi esso stesso vittima della cattiva gestione di questi mesi”.

Insomma, i primi giorni sono stati un vero disastro. È vero che Roma non è stata costruita in un giorno, ma spesso non si capisce la ratio con cui vengono fatti proclami e provvedimenti da questa amministrazione. Non si capisce inoltre perché eliminare la possibilità di comprare direttamente sull’autobus il biglietto, senza aver prima comunicato adeguatamente la modifica ai cittadini.

Il progressivo smantellamento della linea tranviaria

Ce n’è per tutti i gusti. C’è chi lo vuole tenere, chi lo vuol togliere, chi lo vuole ma usando un percorso differente, chi lo vorrebbe sospeso per aria, chi lo vuole fucsia, chi sott’acqua, chi una mezza con panna e così via. Di certo è che questo destriero metallico che quotidianamente fa “le vasche” avanti indietro per la città non passa inosservato. Inaugurato nel 2003, il tram è utilizzatissimo dai cittadini, in particolar modo dagli studenti liceali ed universitari.

L’idea di De Luca è l’inserimento nel Masterplan di una spesa esosa per la dismissione del tram quando, sempre per parlare di ratio, sembrerebbe più logico spenderli per migliorare il servizio esistente. Con il supporto del ministero dei Trasporti infatti, si vorrebbe arrivare a girare una somma intorno ai 200 milioni di euro. Intanto a farne le spese sono gli universitari, ed il conto è salato. Nell’attesa di una dismissione in toto, il tram dal 14 ottobre non passa più la domenica, costringendo centinaia di studenti fuori sede ad arrangiarsi come possono fra colleghi motorizzati, taxi, shuttle fantasma ed i due inserti di base che la natura ci ha dato quali gli arti inferiori (pedi pedi).

Liquidazione dell’Azienda Trasporti Messina

Si è svolto ieri il confronto tra l’amministrazione ed i sindacati riguardo i numerosi provvedimenti presentati da De Luca, tra cui appunto quelli inerenti al futuro dell’ATM. Presenti al tavolo CISL, CISAL, ORSA ed UGL, assenti CGIL e UIL. Una riunione fiume, conclusasi intorno all’ 1:00, in cui sono state spese tantissime parole come: diritti, lavoratori, scivoli, prepensionamenti. Ciò che colpisce è stato l’utilizzo della parola studenti, pronunciata NEMMENO UNA VOLTA. 

Sorge spontaneo chiedersi: ma Messina è una città universitaria? Il comune sposa gli sforzi quotidiani della governance d’ateneo per rendere sempre più gettonata e performante l’Università di Messina? 
Al momento sembrerebbe di no. Nel frattempo in questa situazione di trambusto a Palazzo Zanca, sotto il chiacchiericcio e squillanti dichiarazioni, passano completamente inosservate le esigenze di più di 23mila studenti universitari (dati 2017/2018), di decine di associazioni universitarie, e migliaia di famiglie che, giorno dopo giorno vedono meno appetibile per la formazione dei figli una città così bella, che però non li vuole.

Alessio Gugliotta