Il segretario generale della Camera Fabrizio Castaldi ospite al master in Istituzioni parlamentari ad UniMe

Si è tenuta il 6 maggio 2024, in Aula Campagna nel dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina, la lezione del Segretario generale della Camera dei Deputati, dott. Fabrizio Castaldi.

L’incontro, organizzato nell’ambito dei Corsi di Dottorato in Scienze Politiche, Scienze delle Pubbliche Amministrazioni e Scienze Giuridiche è stato introdotto dai saluti istituzionali del prorettore vicario prof. Giuseppe Giordano, del direttore del dipartimento di SCIPOG, prof. Mario Pio Calogero e del Direttore del master in Istituzioni Parlamentari e Assembleari, prof. Giovanni Moschella.

Nel suo intervento, il segretario Fabrizio Castaldi si è soffermato sull’importanza di questi incontri per la formazione della nuova classe dirigente dell’amministrazione, grazie anche al contributo della Camera dei Deputati. L’intento è creare un bacino di laureati e di studiosi con una base adeguata per affrontare al meglio le sfide delle istituzioni parlamentari. Oggetto della lezione è stata la «complessa» figura del presidente della Camera dei deputati, su cui il segretario Castaldi ha più volte ribadito che è «imparziale e non neutrale», ma anche «garante della continuità istituzionale». Inoltre, citando una ricostruzione di Andrea Manzella circa il ruolo del Presidente di Assemblea come «uomo della Costituzione», Castaldi ha evidenziato come il presidente della Camera non è né uomo della maggioranza né uomo super partes, configurando quindi una terza via, in una politicità di tipo costituzionale. Nel corso della lezione, ha arricchito l’intervento con degli esempi pratici nati dall’esperienza sul campo e trattando della struttura amministrativa che supporta il lavoro del presidente.

Chi è Fabrizio Castaldi?

Romano, 52 anni, avvocato, laurea in Giurisprudenza alla Sapienza di Roma con una tesi sul diritto parlamentare, il dott. Castaldi è un conoscitore del funzionamento dell’amministrazione di Montecitorio dove è approdato nel 1999. Ha iniziato la sua carriera proprio negli anni di Ugo Zampetti segretario generale. Castaldi è stato capo della segreteria istituzionale del presidente della Camera e vice segretario generale. Dal 29 dicembre 2021 è segretario generale della Camera dei deputati, con una nomina all’unanimità da parte dell’ufficio di presidenza.

Il master universitario

L’evento si inserisce anche nelle lezioni del master di II livello in Istituzioni parlamentari ed assembleari (IPA_2024), promosso dal Centro Studi in Diritto Parlamentare e delle Assemblee Elettive e cofinanziato dalla Camera dei deputati e dall’Università di Messina, che ha lo scopo far acquisire a laureati magistrali in Giurisprudenza, Scienze politiche e corsi equipollenti le competenze e il profilo professionale necessari a operare nell’ambito delle Camere e delle altre Assemblee rappresentative, nonché a ricoprire ruoli di alto livello negli altri settori della P.A. e a svolgere adeguatamente le attività di giornalista parlamentare e di consulente legislativo.

Referendum e forma di governo: l’incontro con Andrea Morrone

È questo il titolo del seminario, tenutosi giorno 10 novembre 2022, presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Ateneo di Messina.

L’incontro è stato moderato dal Prof. Alberto Randazzo, promotore ed organizzatore dell’iniziativa, con la presenza di un ospite importante: Andrea Morrone, Professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Il seminario ha avuto ad oggetto una recente opera del Prof. Morrone, il suo libro “La Repubblica dei Referendum. Una storia costituzionale e politica (1946-2022)”, che racconta importanti fasi della storia repubblicana attraverso il prisma dell’istituto referendario.

Il Prof. Randazzo, ringraziando i presenti (tra i quali vi erano anche alunni del Collegio Superiore “Sant’Ignazio”), ha introdotto l’oggetto della relazione del Prof. Morrone, che ha discusso del suo Volume.

Nello specifico, ci si è soffermati in via preliminare sul referendum del 1946, che costituisce anche l’avvio della ricerca. Come si sa, in quell’occasione, gli italiani, reduci dal periodo fascista, furono chiamati a scegliere tra due regimi politici: Monarchia e Repubblica, con la vittoria di quest’ultima.

Come ha ricordato il Prof. Randazzo prendendo spunto dal libro, “il dato saliente emerge nel periodo storico che va dal 1970 al 2022, dalle cui statistiche si evince che ci siano state 666 proposte di referendum abrogativi e 23 costituzionali”.

I votati furono 73 e, di questi, ben 34 sono andati a vuoto a causa dell’astensionismo (uno dei limiti del referendum).
Il referendum – come lo definisce Morrone – costituisce il “sottotesto” della storia della Repubblica.
A tal proposito, come ricorda il Prof. Randazzo richiamando l’opera di Morrone, in Assemblea costituente, fu prezioso il contributo di Costantino Mortati, che propose l’introduzione di questo istituto al fine di creare e rafforzare l’interconnessione tra cittadini ed Istituzioni politiche; esso si riteneva necessario, come sostiene Andrea Morrone “contrastare quelle sfasature fra partiti ed opinioni pubbliche”.

Il Prof. Randazzo ha poi rivolto due domande all’autore:
“Colmare questo gap tra rappresentanti e rappresentati è ancora possibile attraverso il referendum, dal momento che la società è mutata e si è digitalizzata?”. Si fa riferimento al concetto di disintermediazione delle nuove tecnologie.
“Il referendum può, tutt’oggi, svolgere quell’originaria funzione per la quale è stato pensato da Mortati, visti i partiti odierni, lontani da quelli di un tempo?”.

Snodo cruciale e, al contempo, filo conduttore dell’intera opera è il rapporto tra referendum e partiti; questi ultimi temevano che l’istituto referendario, in quanto espressione di democrazia diretta, potesse avere delle ripercussioni in negativo sulla democrazia rappresentativa nel nostro Paese.
Stessa preoccupazione fu manifestata quando Mortati, nella Seconda Sottocommissione, avanzò la sua proposta, che infatti venne molto ridimensionata. Come si sa, si ammise soltanto il referendum abrogativo.

Dunque, al centro del libro vi è questo gioco di forze, questo rapporto complicato tra referendum (espressione di democrazia diretta) e partiti (espressione di democrazia rappresentativa), rapporto che a prima vista potrebbe sembrare connotato da scontri e contrapposizioni. Tuttavia, gli stessi partiti si sono serviti dello strumento referendario, fino ad abusarne.

Come ha affermato il Prof. Morrone, il referendum è stato funzionale e “servente da sempre alla democrazia rappresentativa”. Questo strumento, dunque, è stato recepito ed utilizzato come acquisizione di consensi ad uso partitico (si fa cenno ad una vicenda che coinvolse Berlinguer)
“Qual è il senso più profondo e l’intento di questa ricerca storiografica?”, si chiede l’Autore.

Il Prof. Morrone, illustrando il suo libro, ricorda che quest’ultimo è una prosecuzione di una ricerca condotta con Augusto Barbera nel 2003; nel concreto, trattasi di una storia dei referendum. Lo scopo dei due studiosi era quello di colmare un vuoto, contrapponendo al mero approccio formale dei giuristi – tra i quali, Vittorio Emanuele Orlando – un metodo giuridico, costruito attraverso la contaminazione di altre scienze (sociologia, storia).

Ecco perché il sottotitolo è “Storia costituzionale e politica”, volto a collocare l’istituto referendario nel contesto storico-politico e costituzionale del Paese. La scelta del titolo ha, tuttavia, una duplice funzione: entrare in un rapporto dialogico e al tempo stesso di netta contrapposizione rispetto all’opera “La Repubblica dei Partiti” di Pietro Scoppola, storico della sinistra democristiana.
L’idea è quella di attenuare la centralità dei partiti nella storia della Repubblica italiana, soprattutto del ’900, mettendo in luce il ruolo del referendum. La modernità c’insegna come l’unico modo possibile di concepire la politica sia stato quello di organizzare gli individui (il popolo definito bambino, privo d’identità, “massa informe”) in forme politiche (partiti). Da qui, il referendum concepito solo per abrogare una legge vigente. Benché non vi sia di fatto un referendum propositivo, è emerso come, nel concreto, quello abrogativo abbia indirettamente anche avuto una funzione di stimolo per l’introduzione di nuove leggi.

Benché, come introduceva il Prof. Randazzo, solo alcuni referendum abbiamo raggiunto il quorum di validità, è importante focalizzarsi sul ruolo di questo strumento che ha segnato tappe importanti nella storia del nostro Paese, in termini di innovazioni sul piano sociale e sul piano politico.

Come ha detto Morrone, si è avuto “un processo di costruzione della nostra cultura che è fatto non solo di partiti, ma anche di istanze popolari, cittadini, movimenti, gruppi sociali che si sono fatti promotori di notevoli iniziative”.
Molti gli spunti di riflessione che hanno animato il dibattito finale.

Ylenia Zirilli

Allo SCIPOG seminario su “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”

Lunedì 29 Aprile 2019. Ore 9.00. Messina. Aula Buccisano – via Malpighi, 3. Il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università di Messina, in collaborazione con l’Associazione italiana di Sociologia e l’associazione Alumnime ha organizzato un seminario di studi sul tema “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”.

Dopo i saluti istituzionali del professor Giovanni Moschella, pro-rettore vicario, e del professor Mario Calogero, direttore del Dipartimento promotore, si sono alternati gli interventi dei seguenti relatori: professoressa Lidia Lo Schiavo, Università degli studi di Messina; professor Roberto Serpieri, Università Federico II – Napoli; professoressa Vittoria Calabrò, Università degli studi di Messina; professor Daniele Fazio, Università di Messina e di Alleanza Cattolica; professor Dario Caroniti, Università degli studi di Messina; professor Salvo Torre, Università degli studi di Catania;

I temi principalmente trattati e sviluppati sono stati: la Globalizzazione, la società, le culture – come indicato dal titolo – e particolare enfasi è stata posta sull’analisi della post-democrazia. Con questo termine polemico si intende un’evoluzione in atto nel corso del XXI secolo che sta avvenendo in molte democrazie, dove vige un sistema politico che pur essendo regolato da istituzioni e dalle norme democratiche, viene di fatto governato e pilotato da grandi lobby, come ad esempio le multinazionali e i mass media. Secondo questa teoria politica, le democrazie tradizionali rischierebbero di perdere parte dei loro caratteri costituenti a favore di nuove forme di esercizio del potere, prevalentemente oligarchiche.

Si son toccate pure le corde dell’inclusione e dell’esclusione sociale e della globalizzazione culturale, vale a dire la diffusione mondiale di un certo tipo di cultura, prevalentemente quella degli U.S.A., e della conseguente “colonizzazione” a dispetto di quella dei paesi più poveri che non riescono ad imporsi. I colossi dell’economia mondiale, cioè i paesi più ricchi e sviluppati come Europa, U.S.A. e Giappone, acquistando quasi tutto il controllo delle telecomunicazioni, hanno privatizzato anche quelle statali. Questo processo permette loro di rafforzarsi e di inglobare nella propria struttura le reti di telecomunicazione di interi paesi. Si sta quindi formando un oligopolio a livello mondiale in cui le maggiori società competono nell’offrire servizi avanzati a una clientela qualificata. Lo scopo di queste società non è, però, quello di collegare ogni villaggio dell’Asia, Africa o America Latina, ma quello di trarre del profitto: quindi si rivolgono solo a quella minoranza di popolazione in grado di pagare i loro servizi. Infine, è stata sollevala la questione della globalizzazione nel magistero sociale della Chiesa Cattolica e delle forme di oppressione delle minoranze religiose.

I lavori dell’intero seminario sono stati moderati dal professor Giuseppe Bottaro dell’Università degli studi di Messina.

Gabriella Parasiliti Collazzo

SCIPOG e COSPECS celebrano la notte Europea della geografia!

Venerdì 5 aprile 2019. I Dipartimenti SCIPOG – Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche e COSPECS – Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli Studi sociali sono stati i protagonisti di una serie di eventi nell’ambito della “Notte Europea della Geografia”. Le attività si sono susseguite a partire dalle ore 10.30 sino alla ore 20.00.

L’iniziativa ideata nel 2016 dal Comitato Francese di Geografia che ha ricevuto il supporto, in Italia, del Comitato Italiano dell’Unione Geografica Internazionale, del Coordinamento SOGEIsocietà di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze , della Rete LabGeoNet – Rete dei Laboratori Geografici Scientifici Italiani e dell’ Associazione Italiana di Geografia fisica e Geomorfologia.

La Notte Europea della Geografia si è prefissata l’obiettivo  di migliorare e accrescere la conoscenza del sistema Terra, dare consapevolezza della ricchezza comune derivante dalla ricerca geografica, sensibilizzare l’uomo verso le discipline geografiche per costruire una spazializzazione sostenibile e percorsi di  cittadinanza attiva, essenziali per una corretta educazione ambientale.

La manifestazione si è svolta in simultanea in quasi tutte le sedi universitarie italiane ed europee, con il fine di aprire alla popolazione i principali Atenei italiani, facendo in modo che i partecipanti potessero scoprire il mondo attraverso gli occhi del geografo. I vari eventi, proprio per questo, erano tutti fruibili a titolo gratuito.

ll programma previsto presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, intitolato Notte Europea della Geografia tra “rema montante e rema scendente” ha avuto lo scopo di presentare la complessità territoriale nei suoi aspetti culturali e di sensibilizzare l’opinione pubblica all’educazione ambientale, presentando la disciplina, i geografi e il loro ‘mestiere’ per coinvolgere cittadine e cittadini di tutte le età nella sperimentazione le diverse forme e metodi di rappresentazione/documentazione del territorio. Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea, del Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, Prof. Mario Calogero e della Prof.ssa Elena Di Blasi, è stata eseguita la premiazione degli alunni delle scuole superiori che hanno aderito al concorso “GEOSELFIE, la tua idea di Geografia”. A questi alunni è stato richiesto di realizzare un selfie attraverso il quale rappresentare in modo originale la propria idea di Geografia e in particolare il rapporto tra l’uomo e il suo ambiente. Map contest, cartografie, proiezioni, percorsi tematici ed espositivi hanno animato l’intera giornata.

Mentre, il programma previsto dal Dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli Studi sociali portava il titolo di “Cinema e Paesaggio in Sicilia. Le attività sono state inaugurate alle ore 16.00, anch’esse dai saluti istituzionali, ed hanno annunciato un percorso sul racconto cinematografico del paesaggio siciliano, finalizzato alla sensibilizzazione nei confronti dei beni ambientali e culturali locali e isolani. Mostre fotografiche, proiezioni, recital, tavole rotonde ed incontri tematici sulla trasposizione fotografica della Messina storica, ed infine, la premiazione del Photo Contest hanno costituito l’intero itinerario della ricorrenza.

Gabriella Parasiliti Collazzo