L’Italia che trema: cosa succede?

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Tu immagina di svegliarti una mattina. Magari sei uno studente fuori sede. Ascolti il telegiornale, chiami a casa. Il panico che ti invade, fino a dentro le ossa, dai piedi all’ultima punta dei capelli. Prendi un pullman e arrivi in un posto… Ma non hai una casa dove tornare. Casa tua non c’è più.

Oppure ti svegli in piena notte, scappi in strada e la tua casa crolla davanti ai tuoi occhi. Non hai più niente. E le tasse, gli esami, il professore stronzo non sono più i problemi più grandi della tua vita.

E quel ragazzo che ti ha dato buca, la ragazza che non ricambia la cotta, i soldi che non bastano per i weekend alcolici non hanno più senso. Perché, in quel momento, vuoi o non vuoi, non hai una casa dove tornare. Quattro mura tra cui nasconderti, proteggerti, riprenderti, ridere, sognare.

Non hai più niente.

Ma che cosa sta succedendo? La terra è impazzita e basta? Perché tutto continua a tremare?

Scolasticamente, i terremoti sono vibrazioni o assestamenti improvvisi della crosta terrestre, provocati dallo spostamento improvviso di una massa rocciosa nel sottosuolo.

Ogni volta che si sviluppa un terremoto lungo una superficie di faglia, la zona ipocentrale si scarica (rilassamento) e vengono caricati i volumi adiacenti (lateralmente) alla faglia stessa. Tali volumi, sottoposti a un nuovo stato di stress, possono cedere (rompersi) e generare terremoti a loro volta.

Tutto questo sta accadendo in questo momento al nostro Appennino. Paradossalmente noi, zona sismica per eccellenza, siamo più ‘’protetti’’ per le continue micro scosse che si perpetuano nel tempo senza, quindi, causare questi accumuli di volumi.

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Purtroppo, i terremoti sono degli eventi naturali imprevedibili. I sismologi non si ritengono sorpresi, al contrario di noi, da quello che sta succedendo. Semplicemente doveva accadere, prima o poi. Quello che sorprende è come le case continuano a crollare, i luoghi a sparire.

Perché, comunque, l’Italia è un paese ad alto rischio sismico. E, allora, perché le case cadono? Domanda che si stanno ponendo anche Andrea Tertulliani e Carlo Meletti che, spiega, tutto questo processo è dato da un allineamento dell’appennino, è un processo iniziato molto prima anche del terremoto dell’Aquila, è qualcosa iniziato nel 1639. L’ultimo terremoto che ha distrutto Amatrice è, infatti, un ‘’gemello’’ proprio del terremoto accaduto in quell’anno di quel secolo.

Errori di calcolo, errori umani. È facile dare la colpa all’essere umano, il problema è che c’è tanto altro dietro le mura crollate delle nostre case.

Ma, intanto, l’Italia si sta deformando nel vero senso della frase. In particolare, I terremoti del 26 e del 30 ottobre hanno deformato una zona di oltre 600 chilometri quadrati. È quanto emerge dalla prima analisi dei dati del satellite radar Sentinel 1, del programma europeo Copernicus, elaborate dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr). Una prima valutazione delle osservazioni di Sentinel 1 aveva permesso ai tecnici del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di stabilire che in alcune zone il terreno si è abbassato fino a 70 centimetri e che l’area interessata dallo sprofondamento è di circa 130 chilometri quadrati.

In attesa di quello che accadrà, non possiamo fare nulla. Forse solo una cosa: capire, una volta per sempre, che l’uomo è niente in confronto alla forza della Natura che dà ma distrugge.

Elena Anna Andronico

 

Giove e le sue Lune: tra Mito e Astronomia

Arrivate dalla sonda Juno le prime immagini di GioveIl 5 agosto 2011, a bordo di un razzo Atlas V alla Cape Canaveral Air Force Station, è stata lanciata Juno, una sonda della NASA, il cui compito è quello di studiare il campo elettromagnetico di Giove.

Il 4 luglio di questo anno, finalmente, questa piccola sonda è arrivata a destinazione e il 10 luglio ha inviato le prime foto del grande pianeta con le sue 3 lune (la quarta è rimasta nascosta, Callisto): Io, Europa e Ganimede.

Il pianeta si riesce a vedere molto bene, per quanto non si hanno ancora documenti in alta risoluzione, con le sue bande orizzontali e la famosa Grande Macchia Rossa.

Finalmente quindi, Zeus e le sue amanti, possono essere visti da tutti noi. I nomi delle lune, infatti, derivano proprio dalla storia greca, dove Io, Europa e Callisto erano le amanti di Zeus (il corrispettivo greco di Giove), mentre Ganimede era il suo cocchiere (e amante).

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Con altre missioni spaziali si sono potute constatare le caratteristiche delle lune: Callisto è il più grande oggetto solare conosciuto, Ganimede è l’unico con un campo magnetico proprio e formato da ghiacci crateri e distesa oceanica salata, Io è l’oggetto solare più geologicamente attivo con colate laviche che gli danno il caratteristico colore giallo e, infine, Europa avente la superficie più liscia di qualsiasi altro oggetto solare. Quest’ultima, inoltre, sembrerebbe essere giovane e provvista di acqua: la qual cosa ha fatto ipotizzare agli scienziati che potrebbe esserci vita su essa.

Dunque, adesso, tocca al Grande Pianeta Rosso, Giove, svelarci i suoi segreti.

Juno ha compiuto un lungo viaggio di quasi 3 miliardi di chilometri e resterà a ruotare sull’orbita gioviana per avvicinarsi gradualmente all’atmosfera del pianeta, impiegando un totale di 53 giorni: intorno al 27 agosto dovrebbe, dunque, attivare la fotocamera ad alta risoluzione per poter inviare sulla terra altre incredibili foto di Giove.

La sonda, al momento, trasporta 9 strumenti scientifici di cui 3 firmati dalla nostra nazione: l’italia, infatti, ha partecipato al progetto con lo spettrometro Jiram (realizzato da Leonardo-Finmeccanica a Capi Bisenzio ) per lo studio delle aurore polari che si sviluppano dall’incontro delle particelle solari con il campo magnetico del pianeta; il KaT (progettato dall’Università della Sapienza di Roma ), che servirà per la mappatura interna del pianeta e, infine, l’AST (realizzato da Leonardo-Finmeccanica), sensore che dovrà cercare di mantenere la sonda sulla giusta rotta dell’orbita del pianeta.Giove

Ma non sono gli unici ‘’passeggeri’’ italiani sulla sonda Juno: a bordo anche la targa con il ritratto di Galileo Galilei, con la sua firma e il testo in cui, il medesimo scrittore nel 1610, descriveva proprio Giove e le sue 4 lune. Inoltre ci sono anche 3 statuine Lego che raffigurano sempre Galileo e, a fargli compagnia, Giove e Giunone.

Non manca nessuno, quindi, in questa avventura nello spazio. Ora bisogna solo avere la pazienza di aspettare i dati che verranno raccolti, durante questi 20 mesi, dalla sonda Juno e conoscere, finalmente, i segreti del pianeta ‘’Gigante’’ già, appunto, descritto da Galileo ma rimasto, fino ad ora, un vero e proprio mistero.

Elena Anna Andronico