Intervista a Marco Santoro, laureato UniMe vincitore del premio Romanelli

Marco Santoro è un ex studente dell’Università di Messina. Si è laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti e lode accademica con una tesi in Diritto della navigazione, discussa in lingua francese, intitolata “L’Union européenne et la protection du passager maritime”. Marco ha anche vinto il premio di Laurea 2021 in memoria del prof. Romanelli, istituito dall’Associazione Stefano Zunarelli di Bologna.

Oggi Marco continua i suoi studi ed è iscritto al primo anno di un Corso di dottorato della Faculté de droit dell’Universita’ Paris 1 Panthéon-Sorbonne.

Noi di UniVersoMe abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con lui, ecco cosa ci ha raccontato!

Quanto c’è di Messina nei tuoi studi?

Il mio percorso accademico è stato fino ad ora un percorso messinese, orientato verso l’internazionale. Mi sono iscritto in Giurisprudenza all’Università di Messina e durante gli studi ho avuto l’opportunità di svolgere due Erasmus in Francia e un tirocinio in Spagna. Il Dipartimento offre, inoltre, la possibilità di redigere la tesi di laurea in lingua straniera e per questo ho deciso di concludere il mio percorso con un elaborato in lingua francese su un tema di Diritto della Navigazione. Questa materia mi ha da sempre appassionato ed è per questo che ho voluto seguire questo indirizzo attraverso un corso di dottorato.

Cosa hai provato dopo aver saputo del premio?

La vittoria del premio è stata senza dubbio molto emozionante. La redazione della mia tesi è stata motivo di grande arricchimento personale, non solo perché scritta in una lingua diversa, ma soprattutto perché, dopo un soggiorno di ricerca accademica in Francia, mi ha spinto a confrontarmi con posizioni dottrinali diverse e ad attingere a fonti bibliografiche italiane e straniere.

Marco Santoro.

Quanto l’Università di Messina è stata utile nel tuo percorso?

In questi anni, UniMe è stata la mia casa. Sono riuscito a cogliere molte delle opportunità offerte dal nostro Ateneo e sono grato a tutti coloro che, ogni giorno, spingono gli studenti a sviluppare progetti ed opportunità formative in un’ottica internazionale.

Come sta andando la tua esperienza a Parigi e quali sono le differenze principali rispetto a quella messinese?

Ho appena iniziato il mio percorso di dottorato all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne e devo ammettere che c’è ancora tanto da scoprire. La dimensione della città ha un forte impatto sulla vita di tutti i giorni ma mi sto adattando facilmente; anche l’università è molto grande e si trova in un edificio di interesse storico. Per ora sto frequentando principalmente la biblioteca dei dottorandi vicino al Panthéon e sto partecipando a diverse conferenze, alcune in presenza ed altre online. La vita da dottorando è sicuramente diversa dalla vita da studente universitario il che comporta un approccio di per sé diverso alle attività dell’università.

Ci sono degli aspetti positivi dell’esperienza con l’UniMe che ti stanno mancando e quali invece sono le cose che l’Università parigina ha in più secondo te?

Credo che l’aspetto positivo più evidente, e aggiungerei fondamentale, di UniMe, sia stato e sia quello di aiutare gli studenti ad individuare i propri talenti e poi coltivarli. Proprio per questo ho detto che UniMe è stata la mia casa: è dove sono cresciuto e mi sono formato ed ho riunito tutti quegli strumenti che mi hanno consentito di scegliere consapevolmente. É, comunque, un po’ difficile fare un giusto confronto, soprattutto perché ho frequentato l’Università di Messina in qualità di studente universitario e sono appena entrato all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne da dottorando.

Hai già in mente i prossimi passi dopo questa esperienza?

Per il momento ho intenzione di perseguire questo percorso con impegno e passione, certo di poter crescere culturalmente e personalmente per prepararmi al futuro.

Antonio Ardizzone

La giornata del rene spiegata dal professor Domenico Santoro

17 marzo 2019. Messina. Piazza Cairoli.  La Scuola di Nefrologia dell’Università di Messina dalle ore 9:00 alle 17:00, con un gruppo di medici, coordinati dal professor Domenico Santoro, professore associato di Nefrologia nonché dirigente medico dell’UOC Nefrologia e Dialisi presso il Policlinico universitario, per offrire alla città informazioni gratuite e screening sulla funzione dei propri reni, in occasione, appunto, della Giornata mondiale del rene 2019.

Il professore Santoro, per primo, ci ha fornito alcuni dettagli di approfondimento in merito all’evento attraverso un alternarsi di domande e risposte:

Professor Santoro, come mai oggi ci troviamo qui, in piazza?

“Come ogni anno, dal 2008, si dedica una giornata al rene, che prende il nome di giornata mondiale del rene, GMR, e ogni anno propone un tema diverso.  Il tema del 2019 è: “Salute per i Reni per ciascuno ed ovunque – Kidney Health for Everyone Everywhere”. Si dedica questa giornata perché le malattie renali sono più comuni di quello che si pensi, e in generale, colpiscono l’8/10% della popolazione. Nel sito internazionale della GMR ci sono numeri interessanti, che dovrebbero far allertare la popolazione, infatti, 825 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di insufficienza renale cronica. Se noi facessimo un confronto con diabete, malattia molto più conosciuta, ci renderemmo conto che colpisce molte meno persone, solo 380 milioni, ma ha comunque un eco maggiore tra la popolazione. L’insufficienza renale è una malattia con una mortalità abbastanza importante, basti pensare, che ogni anno muoiono 2,4 milioni di persone di insufficienza renale cronica. Poi è presente la forma acuta della malattia (IRA): 13 milioni di persone al mondo, ne soffrono. Con una mortalità molto più alta: il 13%. L’85% dei pazienti con questa malattia proviene dai paesi poveri, ergo, con più difficoltà all’accesso all’acqua, poiché i reni funzionano se si ha un determinato apporto idrico. Anche le classi sociali meno abbienti presentano percentuali più alta di rischio di contrarre tale patologia. Il tutto si riallaccia al tema di quest’anno “disuguaglianza in sanità”. L’allerta che noi vogliamo dare è soprattutto di cercare di portare la salute dei reni per ciascuno e ovunque come cita il nostro motto Kidney Health for Everyone Everywhere.”

Cosa fate in piazza per l’esattezza?

“Facciamo dei controlli gratuiti, accessibili a tutti. Per controllare se si è affetti da malattie renali basta veramente poco: controllare la pressione arteriosa, un esame delle urine, la misurazione delle creatinina e un’ecografia ai reni. Per fare uno screening sulle malattie renali ci vuole un attimo. Ricordo che l’8-10% ne soffre. Penso che sia davvero importante farlo annualmente.”

Ha qualche appello da fare?

“Sì. Si dice che la sanità dev’essere uguale per tutti, ma questo non è così. Soprattutto al sud. Ed è un problema. Non qualitativo, il problema non è un’incapacità della classe medica del meridione, ma la questione è di tipo politico nazionale. Un settore che risulta molto carente nel nostro territorio è quello dei trapianti di reni. Il trapianto renale costituisce la migliore arma che abbiamo quando la funzione renale tende a spegnersi e costituisce sicuramente la più valida alternativa alla dialisi. E mentre siamo in grado di affrontare ogni sfida nel nostro territorio per cercare di salvare la salute dei reni quando arriva il momento della terapia sostitutiva, per ottenere un trapianto siamo costretti nuovamente a viaggi della speranza. L’attività dei trapianti si presenta fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Esiste una forte differenza territoriale nella attività di donazione che genera profondi divari regionali.“

Oggi qui con voi c’è il sism?

“Sì. Oggi, qui con noi, c’è il Sism. Roberta Minasi, presidentessa del Sism, ci accompagna da alcuni anni insieme al gruppo della Nefrologia. Presente anche la fondazione del rene policistico. Ed il rappresentante della fondazione è qui con noi.”

Le ultime, preziose, informazioni ce le da Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina che si ricollega con il discorso del Dottor D. Santoro ponendo nuovamente l’accento sulle disuguaglianze sociali:

“Oggi di sente tanto parlare di “disuguaglianza in salute”, Lo stato di salute di un individuo o di una popolazione è determinato da molteplici fattori strettamente correlati tra loro, quali istruzione, assistenza sanitaria, reddito, occupazione, tipologia dell’abitazione, situazione familiare, stili di vita. È come se il posto occupato da ciascuno di noi in relazione a tutti gli altri sia rilevante…chi si trova sopra di noi nella scala sociale gode di una salute migliore, chi sta sotto soffre di condizioni peggiori. Avere uguaglianza nell’accessibilità alle cure significa ridurre le disparità dei tenori di vita dei membri della società. Attraverso dunque questa attività di prevenzione “primaria” in piazza, chiunque può avere la possibilità di ricevere informazioni, consigli, chiedere un parere ad un professionista… In fondo, la “mission” che ci proponiamo è proprio questa: Affrontare tematiche di salute in maniera semplice, con linguaggio comune cercando di superare o abbattere totalmente il muro del timore e del disagio che tanto spesso si rileva come altro ostacolo per le proprie cure: l’instaurazione di una proficua relazione tra individuo e professionista sanitario.”

Gabriella Parasiliti Collazzo