Marefestival Salina: dove cinema e cultura sono di casa

Nel punto dove la cultura si fonde con la bellezza estatica mediterranea, tra spiagge paradisiache e panorami mozzafiato, Salina si fa cornice per uno degli eventi più speciali dell’estate: il Marefestival

Tredici anni di Marefestival

Il Festival, giunto alla XIII edizione, si svolgerà dal 14 al 16 giugno presso il comune di Malfa, anticipato da una serata-anteprima il 13 giugno, sulla terrazza del porto turistico Capo d’Orlando marina, con la partecipazione di Cucinotta, Bouchet, Inaudi e Azzollini.

Durante questa serata, sarà proiettato il film Gli agnelli possono pascolare in pace. Il programma sarà ulteriormente arricchito dalla presentazione del romanzo storico Il grano nero dello sceneggiatore e scrittore Ignazio Rosato, con un dialogo tra Rosato e Fabio Agnello, inviato de Le Iene.

Il Premio Troisi è organizzato dai giornalisti Massimiliano Cavaleri, direttore artistico, e Patrizia Casale, direttrice organizzativa, in collaborazione con Francesco Cappello, Giovanni Pontillo e Nadia La Malfa. La scenografia e l’immagine sono curate da Tina Berenato.

Come ogni anno, la madrina d’eccezione sarà la bravissima attrice siciliana Mariagrazia Cucinotta, la cui storia è legata a Salina e a Troisi, per il suo ruolo nel film il Postino, dove interpretava Beatrice, la musa di Mario (il personaggio di Troisi).

 

Massimo Troisi e Mariagrazia Cucinotta in una scena del film il Postino. Fonte: Cinema amore mio (facebook)

Premio Troisi

 

Voi volete dire allora che il mondo intero è la metafora di qualcosa?

 

Il Premio Troisi, assegnato dal Marefestival Salina, onora figure di spicco del cinema, dello spettacolo e della cultura. Insieme al Festival, questo premio è diventato un tributo significativo, ricco di valore culturale e personale, celebrando le carriere degli artisti.

Nel ricordo di Massimo Troisi, attore straordinario e persona eccezionale, che ha saputo esprimere con semplicità e genialità i  piccoli e grandi problemi  esistenziali, affermandosi come uno dei grandi maestri del cinema italiano.

L’isola di Salina e il film Il Postino, quest’anno particolarmente nel 30° anniversario, rappresentano l’eredità cinematografica di Troisi e il momento della sua definitiva affermazione internazionale.

Ai già 82 premi consegnati in questi ultimi dodici anni, si aggiungono i protagonisti di questa XIII edizione del Festival nelle varie categorie:

Attrici: Barbara Bouchet, Carla Signoris, Francesca Inaudi

Attori: Francesco Pannofino, Alessio Boni, Sergio Friscia

Cantautori: Mario Incudine e Alberto Urso

 Comici: Uccio De Santis

 Produttori: Corrado Azzolini.

 

Marefestival X UniME

Inoltre, quest’anno, è stata stipulata una convenzione per uno stage con l’Associazione “Prima Sicilia” al fine di coinvolgere gli studenti dell’Università di Messina nelle fasi di preparazione e nelle attività del Festival, che si terrà dal 13 al 17 giugno (alla fine della pagina troverete il link per la candidatura).

Gli studenti potranno partecipare a diverse attività, tra cui:

  • Comunicazione, promozione e ufficio stampa
  • Segreteria organizzativa e produzione
  • Direzione artistica

Questa esperienza permetterà agli studenti di acquisire rapidamente competenze specifiche in vari campi, lavorando a stretto contatto con professionisti e personalità di spicco non solo del mondo del cinema. 

 

Gaetano Aspa

 

https://www.unime.it/notizie/marefestival-salina-2024-possibilita-di-stage-studenti-unime

 

Salina Marefestival: un paradiso sul mare

UniVersoMe ci ha dato l’opportunità di recarci a Salina in occasione del Marefestival. Abbiamo preso questa opportunità e l’abbiamo elevata, trasformandola in una splendida esperienza che sarà impossibile da dimenticare. Merito dell’evento e merito anche della cornice: la meravigliosa isola. Possiamo dunque descrivere questi giorni meravigliosi con una frase tratta proprio dalla sigla del Premio Troisi: “Sotto nuvole di sale, un paradiso sul mare”.

Il premio Troisi

La dodicesima edizione del “Marefestival premio Troisi” si è svolta dal 16 al 18 Giugno a Malfa, un comune interno all’isola di Salina. 

Risulta davvero complicato riassumere tre giorni di eventi, interviste, proiezioni di cortometraggi all’interno di poche righe di testo. Per questo abbiamo deciso, per quanto possibile, di aprirvi una piccola finestrella sulla nostra esperienza da cui potete scorgere i momenti salienti del festival, così da incentivarvi ad essere presenti nelle future edizioni.

Salina Marefestival: un paradiso sul mare
Logo MareFestival. Fonte: Unime.it

Enzo Iacchetti e il ricordo di Maurizio Costanzo

Uno degli ospiti più importanti a cui è stato consegnato il premio Troisi è senza dubbio Enzo Iacchetti. Una vita, la sua, consegnata alla tv e allo spettacolo che lo ha portato a diventare uno dei volti storici di “Striscia la notizia“. Sul palco del Marefestival, in un’intervista doppia insieme alla bravissima attrice Vittoria Belvedere, ha intrattenuto il pubblico, ha fatto divertire ma ha anche emozionato. Le sue parole per ricordare Maurizio Costanzo, venuto a mancare da poco, hanno infatti coinvolto a tal punto da creare un’atmosfera magica che vedeva tutti raccolti per onorare la memoria di “uno dei pionieri della televisione italiana”.

Iacchetti e Belvedere sul palco del Marefestival.
Foto di Giuseppe Cannistrà

Massimiliano Bruno e il “politically correct”

Siamo convinti che almeno una volta nella vita, se vi piace guardare film comici italiani, avete visto “Viva l’Italia”  o “Nessuno mi può giudicare” o ancora “Non ci resta che il crimine”. E se vi dicessi che tutti questi film sono diretti da Massimiliano Bruno? Noi di UVM abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di incontrarlo proprio a Salina! 

Tra gli spunti più interessanti del suo intervento vi è sicuramente quello sul linguaggio “politicamente corretto“:

«È un qualcosa di nuovo, non ho mai sentito l’esigenza di controllarmi»

Riferendosi ad uno dei suoi dialoghi presenti all’interno della celebre serie tv “Boris” in cui Bruno ha interpretato il divertentissimo personaggio di Nando Martellone.

Massimiliano Bruno. Fonte: LaRepubblica

UniVersoMe sul palco del Marefestival

Ed infine un’ultima appendice dedicata proprio a noi. Abbiamo avuto l’opportunità di salire sul palco e di gridare al pubblico di Malfa quanto meraviglioso sia il nostro progetto. È stato emozionante, all’inizio la voce tremava, poi però ci siamo sciolti e abbiamo goduto degli sguardi attenti e degli applausi finali del pubblico. L’unica cosa che ci sentiamo di dire è: Grazie!

UVM sul palco del Marefestival.
Foto di Roberta Leone

Salina: alla scoperta dell’isola

Salina è un’isola selvaggia: ti permette di scoprire i paesaggi più incantevoli solo se sei pronto a fare chilometri di scalinate immerse nella natura o se hai il coraggio di camminare su enormi massi pur di raggiungere il mare.

Salina è un’isola che ti mette alla prova, non si accontenta di chi la visita superficialmente attraverso il finestrino di un’auto. Riesce a mostrare le sue meraviglie solo a chi è capace vederle sulle sue gambe.

Salina Marefestival: un paradiso sul mare

Le meravigliose (e rocciose) spiagge

Il primo luogo in cui ci siamo addentrati è stata la spiaggia di Punta Scario, un piccolo paradiso nascosto caratterizzato da grandi pietre al posto della sabbia. Per arrivarci abbiamo percorso un lungo tragitto da cui si poteva ammirare la natura che abbracciava l’acqua del mare.

Per i più temerari del gruppo, è stata una gran bella esperienza visitare il belvedere e la spiaggia di Pravenezia. Si tratta di una lunghissima scalinata immersa nei boschi: abbiamo faticato per arrivare alla spiaggia, anch’essa pericolosissima con le sue enormi rocce pronte a spingerci per terra. Eppure, la vista mozzafiato è impagabile. Qualcuno di noi ha fatto amicizia con i paguri attaccati sulle rocce, qualcun altro è scivolato e li ha visti da più vicino!

Una vista indimenticabile dell’isola

Indimenticabile il punto panoramico di Pollara da cui si vede tutta l’isola. E’ stato il momento in cui ne ho colto la grandezza: eravamo dei punti minuscoli su una terra circondata interamente dal mare: piccoli e insignificanti nell’universo nonostante Salina probabilmente sia solo una scheggia di terra che naviga sull’acqua.

Salina Marefestival: un paradiso sul mare

Granita pesca… e Malvasia

Per i più golosi come la sottoscritta, non potete perdervi la granita Da Alfredo a Lingua: mora, anguria, melone, gelsi… e la famosa “Pesca e Malvasia“! Un sapore a cui noi siciliani siamo ben abituati ma che non ci stufa mai!

Subito dopo, a Lingua, abbiamo visitato il laghetto, scattato qualche foto e registrato uno dei nostri reel per UniVersoMe. La pace che si respirava non aveva nulla a che vedere con la frenesia dei mezzi in città.

I motivi dunque per visitare Salina sono molti, a partire dai cibi tipici come i capperi e la malvasia per poi andare all’immensità dei paradisi che ci offre. L’importante è non avere paura di avventurarsi!

Alessandra Cutrupia e Francesco Pullella

La tavuliata di San Giuseppe, origini e usanze

Il 25 Marzo a Malfa, un piccolo comune a Nord dell’isola di Salina, si svolge un corteo dedicato a San Giuseppe. In paese si respira aria di mare, musica e tradizione! Ma che festa siciliana sarebbe senza del buon cibo?

La tradizione prevede che venga allestita una grande Tavuliata in onore del Santo, arricchita da pietanze dolci e salate preparate e portate in dono dagli isolani. Dalle torte salate alle frittate, dalle cotolette agli arancini per poi concludere in bellezza con biscotti, sfinci e crostate!

Non si poteva sfuggire al richiamo di quell’enorme tavolata imbandita a festa e soprattutto non si poteva sfuggire alla tipica pasta coi ceci!

 

San Giuseppe
Preparazione della pasta con i ceci

 

Il piatto tipico in onore di San Giuseppe

La specialità di questa tradizione è la preparazione della classica pasta coi ceci all’interno di enormi pentole.

Una volta pronta la pietanza, le quaddare verranno issate sulle spalle dei cuochi e di alcuni volontari che le porteranno in cima fino al piazzale della chiesa parrocchiale.

Il corteo viene aperto da tre personaggi che raffigurano la Sacra Famiglia: San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna vestiti con costumi tipici di un tempo.

Le tre figure vengono seguite da donne, uomini e bambini che recano tra le mani i loro doni e da una piccola banda che contribuisce ad abbellire la tradizione con la musica suonata dal vivo!

 

La Quaddara
La Quaddara

 

Origini e storia della Tavuliata

Pare che la tradizione ebbe inizio nel 1835, quando alcuni abitanti di Malfa erano in viaggio per portare a termine alcune attività commerciali.

Avvenuto il commercio con la terraferma in cui i malfitani scambiarono capperi, malvasia e vino, si ritrovarono in mezzo ad una forte tempesta in cui temettero di perdere la vita.

L’imbarcazione non avrebbe resistito alla potenza del mare se non fosse stato per l’aiuto di San Giuseppe.

Lo invocarono, pregando di poter rivedere ancora i propri cari e promisero che se fossero tornati sani e salvi all’isola avrebbero distribuito il carico che portavano ai più bisognosi.

Quando tornarono all’isola tutti interi diedero inizio a questa forma di ringraziamento verso il Santo.

 

La tavuliata
La Tavuliata

 

La celebrazione di San Giuseppe nel comune di Leni

Nel comune di Leni invece, la Tavuliata di San Giuseppe viene allestita l’1 Maggio, analoga a quella di Malfa in quanto a varietà di cibo!

Le origini della festa però differiscono. A Leni si dice che la tradizione abbia avuto inizio alla fine dell’800 attraverso un devoto del Santo: Giuseppe Pittorino.

Egli decise di preparare una tavolata per i poveri ricca di moltissimi cibi, tra cui soprattutto, legumi. Attorno ad essa siederanno, secondo la tradizione, dodici bambini con indosso vestiti multicolori che insieme ai componenti della Sacra Famiglia consumeranno il pranzo dopo la benedizione dei cibi da parte del sacerdote.

Nel pomeriggio poi si svolgerà la processione per le vie del paese, che si concluderà con la celebrazione liturgica e i fuochi d’artificio.

 

La processione
La processione

 

Concludo questo viaggio nella tradizione siciliana sottolineando che le Isole Eolie sono incantevoli d’Estate, dato che i paesaggi sono imparagonabili.

Eppure, non si può fare proprio a meno di vivere una giornata di festa come quella di San Giuseppe. Le nostre isole, infatti, non sono solo ricche di sole e salsedine, ma hanno tante tradizioni, usanze e miti da scoprire!

 

Alessandra Cutrupia

La realtà oltre il turismo: l’altra faccia delle isole Eolie pt.2

Mito e storia sono sempre state due componenti importanti di luoghi come le isole Eolie, centro da secoli di attacchi, conquiste, leggende. Ne abbiamo già parlato nell’articolo precedente, raccontando la storia di Vulcano, Lipari e Panarea; vediamo insieme cosa si nasconde invece dietro le altre quattro isole, anch’esse ricche di racconti e tradizioni che in pochi conoscono.

Stromboli

L’isola di Stromboli è nota per il suo vulcano, uno dei più attivi al mondo, e venne definita per moltissimo tempo “Faro del Tirreno” proprio per i bagliori delle eruzioni e la normale attività vulcanica visibili anche nell’oscurità. Secondo la mitologia, l’isola sarebbe la dimora del dio Eolo e proprio lì si pensa che avvenne l’incontro tra quest’ultimo e Ulisse, narrato nell’Odissea.

Data importante per l’isola è l’11 Settembre 1930, quando una disastrosa eruzione del vulcano provocò grandissimi danni al territorio e alla popolazione costringendo moltissimi abitanti a emigrare in America e Australia. Fabio Famularo, autore residente dell’isola, ripercorre nel libro “… E poi Stromboli i ricordi del nonno che visse quest’esperienza e ne sottolinea lo stato d’animo e i sentimenti vissuti:

“Qualcosa nel rapporto col vulcano si era interrotto: si sentivano traditi, come quando un amico ti volge le spalle…”

 

Il vulcano di Stromboli – Fonte: ilsecoloxix.it

 

L’isola è stata anche il set, nel secondo dopoguerra, del film del grande regista italiano Roberto Rossellini, “Stromboli Terra di Dio” (1950). La casa in cui soggiornava il regista con l’attrice Ingrid Bergam (con la quale aveva avuto una relazione particolarmente chiacchierata) è ancora oggi visitabile e presenta una targa commemorativa in ricordo del loro soggiorno sull’isola.

Di particolare interesse è anche Strombolicchio, un piccolo isolotto di origine vulcanica nei pressi di Stromboli, che, secondo alcune leggende, si pensava essere il tappo del vulcano esploso durante un’eruzione. Isolotto inabitabile, è sede oggi di un faro ad energia solare e presenta esemplari in via d’estinzione, come il falco della regina e la lucertola delle Eolie.

 

Strombolicchio – Fonte: liparinet.it

Salina

L’isola, chiamata così perché utilizzata dai Romani come salina per estrarre il sale, è strettamente legate alla storia di Lipari (l’ossidiana da quest’ultima veniva qui esportata per essere poi lavorata). Rimasta disabitata fino al 580 a.C. fu poi popolata dai greci e risulta oggi divisa in tre piccoli comuni autonomi: Santa Marina, Malfa e Leni.

Santa Marina, popolata dai greci e divenuta centro principale dell’isola, presenta luoghi di interesse come le grotte saracene, costruite nel tufo e utilizzate come rifugio dagli attacchi degli arabi.

Martina Galletta© Salina, 2020

Malfa è il nome dato al comune probabilmente dagli amalfitani giunti nell’isola nel dodicesimo secolo. Sui resti di un cratere parzialmente sprofondato troviamo qui Pollara, che è passata alla storia anche per essere stata il set del celebre film con Massimo Troisi, “Il Postino” (Michael Radford, 1994).

 

Spiaggia di Pollara – Martina Galletta© Salina, 2020

Il comune di Leni, nome derivato dal greco Lenoi (termine che indica i contenitori per la pigiatura dell’uva), presenta luoghi di particolare interesse come il Santuario della Madonna del Terzino, realizzato da un eremita sui resti di un modesto edificio sacro. Il piccolo borgo di pescatori di Rinella poi è particolarmente suggestivo e presenta una bellissima spiaggia nera a forma di mezzaluna.

Alicudi e Filicudi

Queste due isole sembrano non avere nulla a che fare con le precedenti: percorribili solo a piedi, popolate oggi da pochissimi abitanti, sembrano davvero luoghi fuori dal tempo e in cui si respira la vera anima delle isole Eolie.

Alicudi, essendo un luogo particolarmente isolato, era anche meta perfetta per scorribande e attacchi dei banditi. Ciò è testimoniato dalla distanza del centro abitato, a 350 metri di altezza, presso San Bartolo, e dalla fortificazione naturale detta “Timpone delle Femmine”, rifugio di donne e bambini.

L’isola viene anche chiamata “Isola delle donne che volano”, nome che trova la sua spiegazione in una leggenda tramandata per anni tra gli abitanti del luogo: dal 1902, per qualche anno, gli isolani affermarono di vedere donne volare. Questa allucinazione collettiva è spiegata dal fatto che questi, vivendo principalmente di agricoltura, si nutrirono per molto tempo della segale cornuta, senza sapere però che questa contenesse un principio attivo (ergotossina) in grado – tra le altre manifestazioni cliniche – di provocare allucinazioni.

Il nuovo pontile di Scalo Palumbo sostituisce oggi il vecchio molo, in cui si approdava con la tecnica del “rollo” che consisteva nel far raggiungere il porto da una piccola imbarcazione, la quale caricava persone e merci per approdare.

Alicudi - Isola di Alicudi - Isole Eolie
Isola di Alicudi – Fonte: isoleolie.me.it

La storia di Filicudi è invece particolarmente legata al villaggio preistorico di Capo Graziano, in cui sono state trovate circa 20 capanne disposte a spina di pesce a 100 metri dal livello del mare, probabilmente per difendersi anche qui da attacchi nemici. Troviamo anche relitti marini di epoca romana.

L’isola ospita anche la Biennale d’arte di Jaques Basler, nella casa atelier Basler sita in contrada Pecorini. Durante l’evento vengono mostrate opere che mostrano chiaramente il legame tra gli artisti e l’isola.

La Biennale di Filicudi, la più piccola del mondo – Le Vie dei ...
Foto dalla Biennale d’arte di Filicudi – Fonte: magazine.leviedeitesori.com

Al termine di questo viaggio tra le isole Eolie appare chiaro come ci sia molto da scoprire oltre le bellissime spiagge, apprezzate da sempre dai turisti di tutto il mondo: secoli di storia e tradizione che spesso non conosciamo o non valorizziamo, ma che, al contrario, dovrebbero essere il punto di partenza per poter vivere a pieno un’esperienza indimenticabile in uno dei luoghi più belli del Mediterraneo.

Cristina Lucà

 

Immagine in evidenza: Salina, 2020 – Martina Galletta©

 

 

Cronache del 2 giugno 1946: quale fu l’esito del referendum a Messina?

La data del 2 giugno rappresenta il Natale del “calendario liturgico laico” della Repubblica Italiana, nata proprio in virtù dell’esito del referendum che si tenne in questo giorno, 74 anni fa. La festività del 2 giugno, istituita nel 1949, fu soppressa nel 1977 e ricollocata alla prima domenica del mese di giugno. Nel 2001 però, in considerazione della notevole importanza di questa data, la festa fu ricalendarizzata secondo la previsione iniziale.

La celebre foto che festeggia la nascita della Repubblica

 

L’Italia diventa Repubblica

La scelta delle giornate del 2 e del 3 giugno 1946 fu effettuata dopo che, a quasi un anno dalla fine della guerra, la cosiddetta “seconda costituzione provvisoria“, emanata da Umberto, figlio di Vittorio Emanuele III e luogotenente del Regno, sancì che la questione istituzionale, ossia la scelta tra Monarchia e Repubblica, fosse rimessa direttamente ai cittadini, tramite referendum, e non, come prima si era stabilito, all’Assemblea Costituente.

L’esito è noto a tutti: la Repubblica prevalse di poco con quasi il 55% dei suffragi. Quello che non tutti sanno, invece, è che l’Italia si spaccò in due zone-geopolitiche: a nord prevalse la Repubblica, al sud prevalse la Monarchia. La quinta circoscrizione elettorale più fedele all’istituto monarchico fu quella di Catania, di cui faceva parte anche la città di Messina.

Geografia del voto del referendum istituzionale sul territorio nazionale diviso in circoscrizioni – Fonte: focus.it

Propaganda e scontri a Messina

Nei mesi antecedenti al voto i messinesi sostenitori della Monarchia erano numerosi e ben strutturati, con una massiccia componente di giovani. Dall’altra parte, i fautori della Repubblica, provenienti prevalentemente dai partiti comunista, socialista e repubblicano, nonostante fossero in netta minoranza, si mobilitarono con volantinaggi e attacchinaggio per tutto il territorio cittadino. Entrambe le fazioni organizzavano comizi e dibattiti, spesso improvvisati, che quasi sempre si trasformavano in scontri, sia verbali che fisici.

Uno di questi episodi avvenne il 29 maggio del 1946 in occasione della visita di Umberto di Savoia, da poche settimane divenuto re Umberto II, in seguito all’abdicazione del padre; questa mossa di Vittorio Emanuele III era volta ad incrementare il consenso per il regime monarchico, ma suscitò le polemiche degli avversari di Casa Savoia. Dopo che il “re di maggio” si affacciò dal balcone della Prefettura, salutò i suoi sudditi messinesi e rivolse loro un sorriso: nel silenzio che seguì gli applausi e le grida festose della folla, da un gruppetto di circa  quaranta infiltrati sostenitori della Repubblica si levò a gran voce un coro abbastanza chiaro: “Buf-fo-ne, buf-fo-ne”. Il re smise di sorridere e si ritirò all’interno del palazzo del Governo; i suoi sostenitori, aiutati dai marinari delle navi da guerra ormeggiate, iniziarono a pestare i contestatori: qualcuno riuscì a fuggire, altri meno fortunati furono gettati in mare, oltre la balaustra della passeggiata.

Un volantino a favore della Monarchia che ritrae Umberto II con la sua famiglia – Fonte: messinaora.it

 

L’esito del referendum a Messina e provincia

La fase che precedette le due giornate fu molto turbolenta perché la posta in gioco era molto alta: oltre a scegliere sulla forma di Stato i cittadini erano chiamati ad eleggere i membri dell’Assemblea Costituente, incaricata di redigere la nuova Costituzione. L’esito a livello nazionale, come abbiamo visto, non fu scontato; un po’ più prevedibile fu la schiacciante vittoria della Monarchia nella città dello Stretto, dove ottenne 78.343 (85,35%) voti a favore contro i 13.446 (14,65%) per la Repubblica.

Messina fu una dei comuni della nostra provincia in cui la Monarchia ottenne le percentuali maggiori di suffragi, ma non fu la più fedele ai Savoia: questo primato spetta all’ex comune di Lanza, ora inglobato nel comune di Malvagna sito nella valle dell’Alcantara, in cui l’istituto monarchico conquistò il 95,95% dei voti. Altri tre comuni superarono l’elevata soglia del 95%:  Oliveri (95,11%), situato nella costa tirrenica, Malfa (95,06%) e Leni (95,54%), entrambi appartenenti all’isola di Salina.

In controtendenza con la quasi totalità della provincia, solo in nove comuni (su 92) prevalse la Repubblica e in tre di essi i suffragi a favore del nuovo regime superarono la soglia del 60%: San Piero Patti (69,37%), Tusa (62,74%) e Mazzarà Sant’Andrea (60,05%), situati nella zona tirrenica.

In generale, il dato a favore della Monarchia relativo alla provincia intera fu meno netto rispetto a quello registrato in città, ma fu superiore rispetto a quello di tutte le altre province della Sicilia (nella provincia di Trapani addirittura prevalse la Repubblica).

 

La scheda del referendum istituzionale – Fonte: fattiperlastoria.it

Le elezioni dell’Assemblea costituente

Contemporaneamente al referendum istituzionale, come già detto, si tennero le prime elezioni politiche dopo il fascismo, le prime dello Stato unitario alle quali parteciparono le donne. Nella circoscrizione in cui era presente Messina si presentarono dodici liste: i partiti che sostenevano la Repubblica, ossia il Partito Comunista (PCI), il Partito Socialista di Unità Proletaria (PSIUP), il Partito Repubblicano (PRI) e il Partito d’Azione; i partiti filo-monarchici, ossia l’Unione Democratica Nazionale (composta dagli esponenti liberali), il Blocco Nazionale delle Libertà e il Fronte dell’Uomo Qualunque; la Democrazia Cristiana (DC), che non diede una specifica indicazione ai suoi elettori sul referendum istituzionale; e i partiti indipendentisti, fra i quali il più importante era il Movimento Indipendentista Siciliano (MIS).

9 delle 12 liste della circoscrizone di Catania – Fonte: elezionistorico.interno.gov.it

 

Il leader del MIS Andrea Finocchiaro Aprile, da sempre avverso alla monarchia sabauda decise di schierarsi a favore di essa per convenienze politiche; addirittura l’ala destra degli indipendentisti avrebbe avuto in mente la restaurazione, tramite colpo di Stato, della Monarchia in una Sicilia indipendente, in caso di vittoria della Repubblica. Come si sa questa ipotesi naufragò, sia per il blando consenso, al di sotto delle aspettative, ottenuto dagli indipendentisti alle elezioni, sia a causa della partenza per l’esilio della famiglia reale.

Nella provincia di Messina la Democrazia Cristiana ottenne i maggiori suffragi, seguita dai partiti filo-monarchici; in città, invece, fu l’Unione Democratica Nazionale, i cui maggiori esponenti erano legati alla città dello Stretto, ad imporsi come prima lista. Dei 23 deputati eletti nella circoscrizione soltanto cinque erano messinesi (non solo di origine): il democristiano Salvatore Attilio, i liberali Gaetano Martino, Guido Basile, Giuseppe Candela e Uberto Bonino. Ad essi si aggiunse il deputato comunista Umberto Fiore, in seguito alla morte di Antonino d’Agata, il 26 febbraio 1947, che lo precedeva nella lista del PCI.

  Da sinistra: Attilio, Basile, Bonino, Candela, Martino e Fiore – Fonte: camera.it

 

Messina città conservatrice?

L’analisi dei dati elettorali ci ha permesso di comprendere quanto fosse conservatrice la città di Messina. È possibile che questo dato sostenga la tesi per la quale le tendenze conservatrici nella città dello Stretto siano state sempre maggioritarie? Ed è possibile che queste tendenze molto spesso abbiano precluso alla comunità messinese lo slancio verso il progresso e il benessere collettivo?

 

 Mario Antonio Spiritosanto

 

Fonti:

https://elezionistorico.interno.gov.it/

http://www.messinaora.it/notizia/2014/06/02/messina-monarchica-anno-1946-ecco-cosa-accadeva-nei-giorni-che-precedettero-il-referendum/29719

Ganci M., L’Italia antimoderata, socialisti, radicali, repubblicani, autonomisti dall’Unità a oggi (Arnaldo Lombardi Editori)

 

 

Salina Doc Fest: tre giorni sul documentario narrativo

Isolani sì, isolati no” è lo slogan del Salina Doc Fest, festival del documentario narrativo svoltasi nei giorni tra il 13 ed il 15 settembre nell’isola di Salina.
Il festival, giunto alla dodicesima edizione, vuole essere un’omaggio al rimpianto maestro del cinema italiano, Vittorio Taviani, nonché padre di Giovanna Taviani, presidente e direttrice artistica della manifestazione. E’ anche un momento per parlare di un tema importante al giorno d’oggi ovvero la comunità. Comunità intesa a coinvolgere tutti, anche gli stranieri, venuti qui per cercare migliori condizioni di vita.
Ma iniziamo a parlare del festival, che si apre con l’omaggio a Marcella Pedone, classe 1919, fotografa e pioniera del documentario etnografico.

Vengono proiettati alcuni dei suoi documentari che parlano della Sicilia e delle sue tradizioni: Festa dei tre martiri, Mercato dellaglio, Mattanza del tonno, il Giardino incantato di Filippo Bentivegna.
Successivamente, vi è la presentazione dei documentari, che concorrono per due premi: Premio Tasca dAlmerita con la giuria composta da Giorgio Gosetti (giornalista) Marco Spoletini (montatore di Garrone) e Gianfilippo Pedote (produttore e sceneggiatore); il secondo Premio Signum con la giuria del pubblico.

 

Il primo giorno, il 12 settembre, vengono presentati:“Beautiful Things” di Giorgio Ferrero e Federico Biasin (Italia, 2017, 94’); e “Happy Winter” di Giovanni Totaro (Italia, 2017, 91’).
Beautiful Things” racconta del processo della plastica, dalla produzione allo smaltimento. Tramite la vita di uomini che lavorano all’interno di processi diversi, viene presentato il lungo viaggio che fa la plastica dalla materia prima alle nostre case. Tutto è curato nei minimi dettagli, dalle immagini, colori fino alla musica curata dallo stesso Giorgio Ferrero, regista e compositore di colonne sonore.

La seconda opera in concorso è “Happy Winter” di Giovanni Totaro. Diplomato al Centro Sperimentale, realizza questo documentario “pop”, come da egli definito, basandosi sulle cabine da spiaggia di Mondello a Palermo. Racconta la vita di persone comuni che per sfuggire alla crisi economica si rifugiano in spiaggia.

Evento speciale è Amos Gitai, in video intervista, ci presenta il suo ultimo lavoro “A letter to a Gaza”. Durante il suo intervento parla della necessità per gli artisti di raccontare la realtà, indagando su di essa e per farlo bisogna conoscere la propria.
In questo momento ci sono diverse manifestazioni a Gaza, purtroppo con il silenzio dei media passano inosservate.
Il suo documentario rende omaggio ad Albert Camus e ad altri; parla di Gaza e di com’è adesso. Tema centrale è un dibattito tra due donne, che parlano rispettivamente arabo e lingua ebraica, rappresentano le due fazioni che si sono da sempre fatte la guerra.

Nel pomeriggio, nonostante le scarse condizioni meteorologiche, si è svolta una rappresentazione di cunti, tra le vie di Malfa con Mario Incudine, Gaspare Balsamo e Giovanni Calcagno. Sono di tre narratori orali che hanno messo in scena il dialogo tra Ulisse e Polifemo da angolazioni diverse.

Segue l’omaggio a Vittorio Taviani e Gian Maria Volontè, svoltasi nella sala congressi di Malfa. Ha visto protagonisti la figlia Giovanna che ha raccontato del padre e della collaborazione importante con Gian Maria Volonté, che ha segnato il successo dei fratelli registi. Continuano i cunti e racconti orali, da parte di Mario Incudine che interpreta un monologo di Gian Maria Volonté tratto dalla sceneggiatura originale del film; Yousif Iaralla presenta un cunto “Il sogno di mio padre” e Gaspare Balsamo legge “U Lamentu di Turiddu Carnevale“.

Il film dei fratelli Taviani che è stato proiettato è il loro film d’esordio, ovvero “Un uomo da bruciare”, che racconta la storia di un sindacalista siciliano, Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia nel 1955, vicino Palermo, per aver appoggiato l’occupazione delle terre da parte dei contadini. I registi si erano già occupati della Sicilia e di tematiche politiche.

Durante la giornata di venerdì, vengono presentati i documentari partecipanti al concorso: “Iuventa”(Italia, 2018, 84’) di Michele Cinque e La Strada dei Samouni”(Italia, Francia, 2018, 128’) di Stefano Savona.

Michele Cinque racconta un anno cruciale della vita di un gruppo di giovani europei coinvolti nel progetto umanitario “Jugend Rettet” fino alle pesanti accuse che hanno portato il sequestro della nave l’anno successivo. Il tema centrale è il viaggio della nave, finanziata da dei ragazzi tedeschi e salpata da Malta, per salvare le vite di duemila persone emigrate dal loro paese.

Stefano Savona, archeologo e antropologo, ci presenta la sua opera divisa tra immagini reali e animazione, dove mostra le storie raccontate dalla famiglia Samouni, verso la ricostruzione dopo che ventinove membri sono stati uccisi in seguito ad un attacco a Gaza.

Nel pomeriggio, per il premio Ravesi abbiamo un collegamento skype con il regista Abderrahmane Sissako, regista di Timbuktu, il quale è stato presentato a Cannes e ha avuto una nomination agli Oscar nel 2014 per miglior film straniero.

Durante il suo intervento ha parlato della necessità degli artisti, di parlare di problemi sociali, invece che occuparsi di film volti esclusivamente all’intrattenimento. Il suo è un invito: ogni artista dovrebbe avere il dovere morale di raccontare dei problemi che affliggono la nostra società, per portare il pubblico ad una conoscenza maggiore.

La sera presso Santa Marina, si è svolta la proiezione di “Lazzaro Felice” di Alice Rohrwacher, seguito da un incontro dei protagonisti del film, Adriano Tardiolo (Lazzaro) e Luca Chikovani (Tancredi giovane) che hanno ricevuto il premio SIAE.

Parlando di emigrazione, non possiamo ricordare la nostra verso l’America alla ricerca di condizioni di vita più agiate. A tal proposito, durante la giornata di sabato viene presentato il documentario in concorso di Salvo Cuccia, “La Spartenza” (Italia, 2018, 60’). A presentarlo la sceneggiatrice, Federica Cuccia. Questo film è basato sul romanzo autobiografico di Tommaso Bordonaro, che emigrò dalla Sicilia a Garfield nel New Jersey nel 1948. Nel film si racconta la sua vita familiare e i suoi viaggi.

Sempre sabato viene presentato il documentario concorrente “Amal” (Danimarca, Francia, Germania, Libano, Norvegia, 2017, 83’) di Mohammed Siam. Il film è un racconto di formazione di un popolo intero, rappresentato dalla protagonista, Amal.

 

La sera in piazza di Santa Marina si è svolta la premiazione Tasca d’Almerita e Signum dove per entrambi premi vince Stefano Savona con “La Strada dei Samouni“.

Invece, Giorgio Ferrero e Federico Biasin hanno ricevuto una menzione speciale regia per il documentario “Beautiful Things”.
Durante la serata è stato proiettato il documentario del fotografo Francesco Zizola, As if we were tuna” e parla della brutalità della pesca dei tonni.

Infine, lo spettacolo di Fiorello con “Lettere a mio padre” con i musicisti Daniele Bonaviri e Fabrizio Palma ha concluso il festival.

 

Tutti i documentari presenti, provenienti anche da oltre il Mediterraneo, parlano di argomenti veri, attuali, che fanno riflettere su temi odierni. Ci viene mostrato lo sguardo di chi vive queste realtà, che è diverso dal nostro e per questo ci fa riflettere.

 

Marina Fulco

MareFestival – Premio Troisi. Il cinema a Salina.

Giunge alla sua VI edizione il Marefestival – Premio Troisi che si svolgerà a Salina , con qualche incontro a Milazzo dal 18 al 23 luglio.

Nel sito del festival si legge “Cinema, musica, cultura e moda nella magica atmosfera dell’isola in cui fu girato il capolavoro “Il Postino” fanno di MareFestival un appuntamento imperdibile rivolto a un target eterogeneo e un’occasione preziosa per conoscere da vicino attori e registi pronti a raccontare la loro vita, la loro carriera, presentare film, libri e prossimi progetti.
Lungometraggi, corti, documentari, CineAperitivi, concerti, fashion party, esposizioni, eventi collaterali animeranno anche quest’anno suggestive location” .


Fra gli ospiti di quest’anno troviamo: Edoardo Leo, Barbara Bobulova, Sabrina Impacciatore, Mariagrazia Cucinotta, Francesca Reggiani, Alessandro Haber, Gabriella Germani, Chiara Taigi, Ninni Bruschetta ed Ezio Greggio. La scrittrice Catena Fiorello. Spicca il nome anche del duo comico i Soldi Spicci.

MareFestival è promosso dall’Associazione Prima Sicilia con sede a Messina; patrocinato dai Comuni di Santa Marina Salina e Malfa; sostenuto prevalentemente da imprenditori sensibili alla cultura e alla promozione turistica del territorio. L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito.

Il direttore artistico è il giornalista Massimiliano Cavaleri, l’organizzatrice la collega Patrizia Casale, il responsabile della logistica Francesco Cappello.

Di seguito trovate il link del programma http://www.marefestivalsalina.it/wp-content/uploads/2017/07/PROGRAMMA-MAREFESTIVAL-2017.pdf

Arianna De Arcangelis