Attentato sfumato a giornalista Report Federico Ruffo

Inchiesta 'ndrangheta, Juventus e tifosi: benzina a casa del giornalista di Report

Una croce con vernice rossa sul muro accanto alla porta di casa e liquido infiammabile in più punti sul pianerottolo dell’appartamento. Avvertimento al giornalista Rai Federico Ruffo, autore di una recente inchiesta per la trasmissione Report su presunti rapporti tra alcuni dirigenti della Juventus, ultrà e ‘ndrangheta. “Se non ci fosse stato il cane avrebbero dato fuoco a casa. Mi ha salvato”. A raccontarlo il giornalista Federico Ruffo. “Ero tornato tardissimo – ricorda in un video pubblicato sulla pagina Facebook della trasmissione Report -. Passo gran parte della settimana a Torino, dovevano sapere che ero a casa. Stavo dormendo quando ho sentito un rumore da fuori, era la ciotola del cane. Il mio cane ha iniziato ad abbaiare tantissimo. Sono uscito a piedi nudi e sono scivolato su un lago di benzina. Sono caduto a terra riempendomi di benzina sulla schiena e le gambe. Poi sono uscito in giardino, sono arrivato al cancello per vedere se stessero scappando ed era pieno di benzina”. Il giornalista ipotizza che i responsabili abbiano scavalcato il muro del giardino per entrare. Quando è rientrato a casa per chiamare i carabinieri ha visto la croce sul muro accanto alla porta.

Non sono mancati i messaggi di solidarietà da parte del presidente Rai Marcello Foa e dal sindaco di Roma Virginia Raggi, che attraverso il suo profilo Twitter scrive “E’ Gravissimo. Solidarietà a lui e la sua famiglia. Grazie a chi racconta la verità con coraggio”. Lo stesso leader pentastellato Luigi Di Maio, esprime la propria vicinanza attraverso i social;  mentre la Procura di Roma ha aperto un’indagine sul caso. Ruffo ha formalizzato la denuncia ai carabinieri di Ostia.
È indispensabile mantenere alta l’attenzione attorno al problema della sicurezza di giornalisti e giornaliste che, lottando in prima linea per l’informazione, sono vittime di un clima di crescente violenza e insofferenza. Attorno a questi colleghi e a eventi così gravi è necessario che la categoria intera faccia quadrato.

 

Santoro Mangeruca

Tra concerti in spiaggia e secret artist: il live report di Indiegeno

Da alcuni anni la distribuzione dei festival di musica attorno ai piccoli centri sta assumendo sempre più dimensione capillare: a una ricerca volta verso le ultime release discografiche si va associando l’attrattiva dei borghi e delle località che pulsano di energia nei luoghi più belli sulla spiaggia. In Sicilia, già solcata da Ortigia Sound System, Ypsigrock e Mish Mash, per dire solo di quelli più noti, è asceso agli onori un festival che costituisce un’esperienza irripetibile a più livelli.

Un tuffo in acqua a Patti, un’escursione tra antiche ville romane e un giro in pedalò fino a nuotare tra le gole di antiche rocce dalle forme di bizzarri mostri marini: Indiegeno è stato il punto di raccolta per sfaccettate immersioni sensoriali, caleidoscopio di suggestioni accese dove la musica ha fatto da  sostegno sonoro a scorpacciate di granite e brioche.

Poco lontano dal centro di Patti, dove tutto è iniziato il 3 agosto, nel suo lungomare il 6 e 7, giovani e giovanissimi con berretti dalla visiera capovolta, scarpe da tennis o infradito, hanno in tantissimi affollato la spiaggia – che è stata opportunamente racchiusa in modo da evitare incursioni “piratesche” – per seguire i concerti. La prima serata ha avuto protagonista rap e derivati. CRLN si è presentata con timidezza, ma è arrivata a trascinare, con un pop dalle tinte soul, un pubblico non facile che  aspettava con trepidazione l’esibizione del suo idolo. A scaldare l’attesa ha provveduto il djset del duo Frenetik&orange3 che ha proposto un vasto repertorio molto amato dai presenti, che sembrava ne conoscessero pressoché ogni canzone. L’apice degli entusiasmi è stato toccato da Gemitaiz, stella in ascesa della trap, che ha coinvolto gli spettatori con testi aggressivi che parlano di vita di strada. Il giorno seguente è stato inaugurato da Giorgieness e da un rock alternative vagamente anni ’90 sostenuto da un solido trio chitarra, basso e batteria e dalla voce graffiante di Giorgia D’Eraclea. Thom Calisto e Fabio Scap hanno proseguito la serata con un djset abbastanza originale che ha toccato il punto massimo nel remix della famosa I fell love di Giorgio Moroder. Per ultimo l’headliner Cosmo ha inscenato la sua doppia personalità: quella da cantautore e quella, diciamo così, da raver. Più interessante nella prima, quando abbina con successo testi indie e musica elettronica, più ripetitivo nelle parti dichiaratamente dance che raramente si discostano dalla usuale cassa dritta. Lo show comunque è stato un grande spettacolo, specie dal punto di vista visivo, grazie ai particolari effetti luminosi tridimensionali a base di lampi, fumi e laser. 

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