Giornata mondiale del rene: cosa c’è da sapere?

Giorno 10 Marzo ricorre la giornata mondiale del rene. La campagna del 2022 partirà consapevole del fatto che c’è ancora molto da fare per raggiungere piena consapevolezza sui comportamenti preventivi,  sui fattori di rischio e  su come convivere con una malattia renale.

Indice dei contenuti

Fonte immagine Società Italiana di Nefrologia

Alcuni numeri

Per capire l’impatto delle malattie renali sulla popolazione, basti pensare che a livello mondiale 1 persona adulta su 10 è affetta da malattia renale cronica che, se non trattata, può essere fatale. La mortalità, correlata alle malattie renali, continua ad aumentare ogni anno e si prevede che sarà la quinta principale causa di morte entro il 2040. Inoltre, i dati  parlano di circa 850 milioni di persone a livello mondiale che soffrono di una malattia renale. Tra queste, circa 13 milioni hanno avuto una malattia renale acuta pericolosa per la vita e 2,6 milioni hanno subito un trapianto o sono sottoposte a dialisi. Informazione, prevenzione e diagnosi precoci possono fare la differenza per un percorso terapeutico ottimale ed una migliore qualità di vita.

Perchè il rene riveste un ruolo così importante?

Il rene è un organo nobile, che fa della sua complessa architettura un crocevia fondamentale per la vita di tutti i giorni. E’ intuibile capire, come i nostri reni siano dei protagonisti tanto silenziosi quanto preziosi per la vita quotidiana. Per cui è importante fare una distinzione delle sue principali funzioni:

  • Escretoria: la produzione dell’urina tramite i processi di filtrazione, riassorbimento, secrezione ed escrezione è fondamentale per lo smaltimento delle scorie azotate, tossiche per il nostro organismo.
  • Regolatoria: tramite la produzione di renina da parte delle cellule iuxtaglomerulari, il rene contribuisce all’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il più importante regolatore della volemia. Rientrano inoltre nelle funzioni regolatorie quella della regolazione dell’osmolarità dei fluidi corporei, bilancio elettrolitico, equilibrio acido-base e pressione arteriosa.
  • Metabolica: idrossilazione e attivazione della vitamina D, produzione di renina, eritropoietina e prostaglandine.

Un danno renale acuto o cronico che minaccia anche singolarmente una di queste funzioni potrebbe essere, nell’immediato se in acuto o a lungo termine se cronico, pericoloso per la vita.

 

Come funziona un rene

Architettura macroscopica e microscopica del rene

Quali sono le principali patologie renali?

Quando si inquadra un paziente nefropatico bisogna distinguere almeno 5 condizioni differenti:

  • Malattia renale cronica: rappresenta il cardine delle nefropatie ed è spesso il punto in cui confluiscono tutte le altre affezioni renali. E’ caratterizzata da un’alterazione della funzione o della struttura renale della durata maggiore di tre mesi, quindi irreversibile.
  • Insufficienza renale acuta: sindrome caratterizzata dalla perdita rapida della funzione renale con ritenzione di tutte le sostanze fisiologicamente eliminate dal rene. Spesso accompagnata da riduzione del volume urinario e rapido aumento della creatinina sierica. Si configurano come complicanze potenzialmente letali un aumento della concentrazione di potassio sierico oltre i 6.5 meq/L e un’acidosi metabolica acuta.
  • Sindrome nefritica: vastissima categoria di patologie che colpiscono l’unità funzionale del rene, quindi il nefrone. Il coinvolgimento della componente vascolare, ovvero il glomerulo, provocherà  rottura del filtro renale. Conseguenze cliniche saranno ipertensione, edemi, iperazotemia e anuria.
  • Sindrome nefrosica: dove per spettro nefrosico si intende aumento della quantità di proteine nelle urine sopra i 3 grammi. La sindrome nefrosica è caratterizzata da un aumento, senza distruzione, della permeabilità del filtro renale e avrà come ripercussioni cliniche proteinuria, ipoprotidemia, edemi e dislipidemia.
  • Malattie genetiche: tra le più importanti e rinomate troviamo rene policistico, nefronoftisi nell’ambito delle ciliopatie mentre la sindrome di Alport nelle collagenopatie. Il soggetto affetto da tali patologie avrà come destino ultimo la dialisi.

Insufficienza renale cronica: una compagna silente

Il motivo per cui la malattia renale cronica è sottovalutata, risiede nel fatto che questa va avanti per anni in maniera asintomatica. Nonostante ciò, basta una condizione patologica che alteri la funzione o la struttura renale per più di tre mesi per trovarci già nel contesto dell’irreversibilità. Come tutte le patologie complesse è possibile stadiare l’IRC in 5 stadi diversi. I primi due stadi di malattia sono assolutamente privi di alterazioni laboratoristiche e biochimiche. Ciò non si può dire per il terzo e il quarto stadio che precedono quello dell’uremia terminale che costringerà il paziente alla dialisi.

Complicanze metaboliche della malattia renale cronica

A causa del perpetuarsi del danno renale, compariranno nel terzo stadio l’iperparatiroidismo secondario con rischio di osteodistrofia renale e l’ anemia da carenza di eritropoietina, mentre l’aggravarsi delle condizioni favorirà al quarto stadio la presenza di acidosi metabolica, iperkaliemia e iperfosforemia, disordini elettrolitici pericolosi per la vita. Ma spesso soltanto quando la velocità di filtrazione glomerulare, principale indice di funzionalità renale, sarà inferiore ai 15 ml/min il paziente avvertirà i primi sintomi. Ciò coinciderà con una necessità di trattamento emodialitico nella speranza di effettuare il prima possibile un trapianto renale. Appare quindi chiaro come l’evoluzione in sordina della malattia renale cronica costituisca il principale problema nell’approccio alla malattia. Per questo motivo un’adeguata informazione e un’adeguata prevenzione, potrebbero ridurre l’incidenza o ritardare il suo esordio.

Malattia renale cronica: approvato nuovo farmaco - MediMagazine

Stadi di progressione dell’insufficienza renale cronica. Fonte: Medimegazine

Come prendersi cura del rene?

Il tema del 2022 è “Salute del rene per tutti”.  In particolare, ci invita a lavorare per colmare le lacune di conoscenza per una migliore cura dei reni e si concentrerà sugli sforzi per aumentare l’ istruzione e la consapevolezza sulla salute dei reni Ciò nasce con la necessità di sottolineare che con un’ identificazione tempestiva e con una cura appropriata, i pazienti interessati da patologia renale possono condurre una vita sana. Esistono infatti le così dette otto regole d’oro che dovrebbero consentire ai soggetti a rischio di prendersi cura del rene. Annoveriamo tra queste l’esercizio fisico accompagnato da una dieta sana ed equilibrata, controllo di glicemia, pressione arteriosa ed introito di liquidi. E’ consigliabile inoltre l’astensione totale dal fumo e dall’assunzione autonoma di farmaci. Inoltre, se si è in presenza di uno o più fattori di rischio è bene controllare regolarmente la funzione renale.

Quali sono gli obiettivi della giornata mondiale del rene?

La Giornata Mondiale del Rene del 10 Marzo 2022 ha come obiettivo quello di aumentare nei pazienti, e nelle loro famiglie, la consapevolezza generale sul  proprio stato di salute così come anche quella delle 850 milioni di persone che convivono con la patologia renale. Tale ha, infatti, un impatto non solo sulla vita del paziente ma anche su coloro che lo circondano, perciò tutti hanno bisogno di essere coinvolti in questo processo.

Saro Pistorìo

Bibliografia

https://sinitaly.org/

Primo trapianto di rene da maiale a uomo. Cosa aspettarci dal futuro?

Risale a poco più di un mese fa la prima e favorevole esecuzione di un trapianto di rene di maiale geneticamente modificato su un essere umano. Questo evento ha rappresentato una svolta epocale nel mondo della trapiantologia, in quanto i precedenti esperimenti si erano rivelati alquanto infruttuosi.

Cenni di storia: il primo trapianto

Il trapianto consiste nell’inserimento di un’unità anatomo-funzionale proveniente da un donatore nell’organismo del ricevente. Risale a dicembre del 1954, a Boston, il primo trapianto di rene tra gemelli omozigoti. Il giovane ricevente, paziente uremico costretto alla dialisi, fu sottoposto al trapianto per mano del trapiantologo Joseph Murray. Questo trapianto andò bene in quanto il ricevente non rigettò l’organo.
La perfetta riuscita dell’intervento valse a Murray, nel 1990, il premio Nobel per la medicina.

Esistono ad oggi diversi tipi di trapianto:

  • Autotrapianto: trapianto di una parte del corpo su di un’altra, come nel caso di cute o vasi
  • Isotrapianto: trapianto tra due membri della stessa specie geneticamente identici
  • Allotrapianto: trapianto tra due membri della stessa specie non geneticamente identici
  • Xenotrapianto: trapianto tra membri di specie diversa ad esempio scimmia o maiale
Fonte immagine: Il Corpo Umano

Complicanze del trapianto

Una volta trapiantato l’organo, inizia una fase di vigile attesa finalizzata a monitorare un eventuale rigetto.
Il rigetto è una delle tre principali complicanze alle quali va incontro un soggetto trapiantato. Si parla di rigetto quando il sistema immunitario di un paziente sottoposto a trapianto attacca il nuovo organo riconoscendolo come non-self.
Si distinguono rigetto iperacuto (qualche minuto, poche ore), acuto (qualche giorno, poche settimane), cronico (alcuni mesi, diversi anni).

L’introduzione della terapia immunosoppressiva per evitare il rigetto ha aperto le porte ad altri due tipi di complicanze. Le complicanze infettive, tra tutte quella da organismi opportunisti quali citomegalovirus e pneumocystis jirovecii. Infine le complicanze neoplastiche tra cui annoveriamo tumori cutanei quali melanoma e spinalioma, sarcoma di Kaposi e linfomi non-Hodking.

Trapianto di rene da uomo a maiale: la svolta

I maiali sono da lungo tempo l’obiettivo della ricerca per fronteggiare la carenza di organi e il problema delle liste d’attesa.
Basti pensare alle sostituzioni valvolari effettuate con valvole provenienti da suini o ai trapianti di cornea. Anche nel caso di uno xenotrapianto, l’intervento non esula da complicanze più o meno gravi. In questo caso, l’equipe guidata dal Dottor Robert Montgomery il mese scorso ha notato come  uno zucchero nelle cellule di maiale, estraneo al corpo umano, provocava il rigetto immediato degli organi. Il rene per questo esperimento proveniva da un animale modificato geneticamente, progettato per eliminare quello zucchero ed evitare un attacco da parte del sistema immunitario.

Maiali da laboratorio. Prospettiva futura rilevante per la trapiantologia. Immagine tratta da https://www.focus.it/

Un passo significativo

Una volta selezionato il maiale, accuratamente modificato dal punto di vista genetico, ha avuto il via l’operazione. I chirurghi hanno attaccato il rene di maiale ad un paio di grandi vasi sanguigni al di fuori del corpo di un destinatario deceduto, in modo da poterlo osservare per due giorni. Altra significativa differenza con un normale trapianto di rene umano, in cui l’organo ricevuto viene impiantato in fossa iliaca senza rimuovere il vecchio rene che rimane, salvo casi eccezionali, in sede. Il rene trapiantato ha svolto normalmente la sua funzione, ovvero il filtraggio delle scorie e la produzione di urina, non provocando alcun rigetto.

“Questa ricerca è un passo significativo”, ha affermato il Dottor Andrew Adams della University of Minnesota Medical School, come riportato dal blog Medicalxpress. Rassicuranti sembrano essere le parole di Montgomery, che ha sottolineato come non si sia verificato alcun rifiuto immediato. Curioso sottolineare come anche Montgomery stesso rientri tra i “fortunati” destinatari di un organo trapiantato: proprio il chirurgo venne salvato tre anni fa da un trapianto di cuore in donazione da un paziente deceduto per epatite C.

Fonte immagine: Euronews  https://it.euronews.com/2021/10/21/la-nuova-frontiera-dei-trapianti-il-rene-di-un-maiale-in-un-essere-umano

Cosa aspettarci dal futuro?

Questo test ha rappresentato un grande salto in avanti nella ricerca per l’utilizzo, un giorno, di organi animali per trapianti salvavita.
Il maiale di per sè ha numerosi vantaggi rispetto alla scimmia. In primis, la questione etica da sempre problematica nell’ambito dello xenotrapianto, sarebbe meno pesante essendo i suini comunemente utilizzati come prodotti per il cibo. Inoltre, i maiali producono cucciolate molto numerose, con periodi gestazionali e organi paragonabili a quelli umani. E’ ormai parere comune degli esperti che i test su primati non umani e l’esperimento del mese scorso danno vita a nuovi scenari incentrati su trapianti di rene di maiale su persone viventi nei prossimi anni. Questo costituirebbe sicuramente un’arma fondamentale dal punto di vista clinico: è infatti risaputo che, nonostante l’efficacia del trattamento dialitico, l’unico intervento capace di sopperire appieno alla complessa funzionalità del rene è il trapianto renale.

Ad oggi, numerose aziende sono in corsa per sviluppare organi di suino adatti al trapianto per attutire la carenza di organi umani. Più di 90.000 persone negli Stati Uniti sono in lista per un trapianto di rene. Ogni giorno, 12 persone muoiono nell’attesa.

Saro Pistorìo

 

Per approfondire:

https://medicalxpress.com/news/2021-10-pig-kidney-human-patient-potential.html

La giornata del rene spiegata dal professor Domenico Santoro

17 marzo 2019. Messina. Piazza Cairoli.  La Scuola di Nefrologia dell’Università di Messina dalle ore 9:00 alle 17:00, con un gruppo di medici, coordinati dal professor Domenico Santoro, professore associato di Nefrologia nonché dirigente medico dell’UOC Nefrologia e Dialisi presso il Policlinico universitario, per offrire alla città informazioni gratuite e screening sulla funzione dei propri reni, in occasione, appunto, della Giornata mondiale del rene 2019.

Il professore Santoro, per primo, ci ha fornito alcuni dettagli di approfondimento in merito all’evento attraverso un alternarsi di domande e risposte:

Professor Santoro, come mai oggi ci troviamo qui, in piazza?

“Come ogni anno, dal 2008, si dedica una giornata al rene, che prende il nome di giornata mondiale del rene, GMR, e ogni anno propone un tema diverso.  Il tema del 2019 è: “Salute per i Reni per ciascuno ed ovunque – Kidney Health for Everyone Everywhere”. Si dedica questa giornata perché le malattie renali sono più comuni di quello che si pensi, e in generale, colpiscono l’8/10% della popolazione. Nel sito internazionale della GMR ci sono numeri interessanti, che dovrebbero far allertare la popolazione, infatti, 825 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di insufficienza renale cronica. Se noi facessimo un confronto con diabete, malattia molto più conosciuta, ci renderemmo conto che colpisce molte meno persone, solo 380 milioni, ma ha comunque un eco maggiore tra la popolazione. L’insufficienza renale è una malattia con una mortalità abbastanza importante, basti pensare, che ogni anno muoiono 2,4 milioni di persone di insufficienza renale cronica. Poi è presente la forma acuta della malattia (IRA): 13 milioni di persone al mondo, ne soffrono. Con una mortalità molto più alta: il 13%. L’85% dei pazienti con questa malattia proviene dai paesi poveri, ergo, con più difficoltà all’accesso all’acqua, poiché i reni funzionano se si ha un determinato apporto idrico. Anche le classi sociali meno abbienti presentano percentuali più alta di rischio di contrarre tale patologia. Il tutto si riallaccia al tema di quest’anno “disuguaglianza in sanità”. L’allerta che noi vogliamo dare è soprattutto di cercare di portare la salute dei reni per ciascuno e ovunque come cita il nostro motto Kidney Health for Everyone Everywhere.”

Cosa fate in piazza per l’esattezza?

“Facciamo dei controlli gratuiti, accessibili a tutti. Per controllare se si è affetti da malattie renali basta veramente poco: controllare la pressione arteriosa, un esame delle urine, la misurazione delle creatinina e un’ecografia ai reni. Per fare uno screening sulle malattie renali ci vuole un attimo. Ricordo che l’8-10% ne soffre. Penso che sia davvero importante farlo annualmente.”

Ha qualche appello da fare?

“Sì. Si dice che la sanità dev’essere uguale per tutti, ma questo non è così. Soprattutto al sud. Ed è un problema. Non qualitativo, il problema non è un’incapacità della classe medica del meridione, ma la questione è di tipo politico nazionale. Un settore che risulta molto carente nel nostro territorio è quello dei trapianti di reni. Il trapianto renale costituisce la migliore arma che abbiamo quando la funzione renale tende a spegnersi e costituisce sicuramente la più valida alternativa alla dialisi. E mentre siamo in grado di affrontare ogni sfida nel nostro territorio per cercare di salvare la salute dei reni quando arriva il momento della terapia sostitutiva, per ottenere un trapianto siamo costretti nuovamente a viaggi della speranza. L’attività dei trapianti si presenta fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Esiste una forte differenza territoriale nella attività di donazione che genera profondi divari regionali.“

Oggi qui con voi c’è il sism?

“Sì. Oggi, qui con noi, c’è il Sism. Roberta Minasi, presidentessa del Sism, ci accompagna da alcuni anni insieme al gruppo della Nefrologia. Presente anche la fondazione del rene policistico. Ed il rappresentante della fondazione è qui con noi.”

Le ultime, preziose, informazioni ce le da Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina che si ricollega con il discorso del Dottor D. Santoro ponendo nuovamente l’accento sulle disuguaglianze sociali:

“Oggi di sente tanto parlare di “disuguaglianza in salute”, Lo stato di salute di un individuo o di una popolazione è determinato da molteplici fattori strettamente correlati tra loro, quali istruzione, assistenza sanitaria, reddito, occupazione, tipologia dell’abitazione, situazione familiare, stili di vita. È come se il posto occupato da ciascuno di noi in relazione a tutti gli altri sia rilevante…chi si trova sopra di noi nella scala sociale gode di una salute migliore, chi sta sotto soffre di condizioni peggiori. Avere uguaglianza nell’accessibilità alle cure significa ridurre le disparità dei tenori di vita dei membri della società. Attraverso dunque questa attività di prevenzione “primaria” in piazza, chiunque può avere la possibilità di ricevere informazioni, consigli, chiedere un parere ad un professionista… In fondo, la “mission” che ci proponiamo è proprio questa: Affrontare tematiche di salute in maniera semplice, con linguaggio comune cercando di superare o abbattere totalmente il muro del timore e del disagio che tanto spesso si rileva come altro ostacolo per le proprie cure: l’instaurazione di una proficua relazione tra individuo e professionista sanitario.”

Gabriella Parasiliti Collazzo

 

Giornata mondiale del rene: La Nefrologia Unime domenica 17 a piazza Cairoli

Al fine di diffondere una cultura sull’importanza della salute dei reni, ogni anno dal 2008 viene celebrata la giornata mondiale del rene, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle patologie renali.

Anche quest’anno, la Scuola di Nefrologia dell’Università di Messina, diretta dal Prof. Buemidomenica 17 marzo 2019 dalle ore 9 alle 17, sarà in Piazza Cairoli con un gruppo di medici, coordinati dal Prof. Domenico Santoro, per offrire ai cittadini informazioni gratuite e controlli sulla funzione dei propri reni.

Il tema del 2019 è “Salute per i Reni per ciascuno ed ovunque (Kidney Health for Everyone Everywhere)”, con l’obiettivo di evidenziare il crescente carico di malattie renali e disparità di salute dei reni e disuguaglianza in tutto il mondo.
Si stima che 850 milioni di persone in tutto il mondo abbiano malattie ai reni per varie cause. La malattia renale cronica causa almeno 2,4 milioni di decessi all’anno ed è ora la sesta causa di morte in più rapida crescita, e si stima che diventi probabilmente la quinta causa principale di anni di vita persi entro il 2040.
L’insufficienza renale acuta (IRA), un importante causa di malattia renale cronica, colpisce oltre 13 milioni di persone in tutto il mondo e l’85% di questi casi si riscontra nei paesi a basso e medio reddito. Si stima che circa 1,7 persone muoiano ogni anno a causa dell’IRA.
Il Prof. Santoro ci spiega che “da parecchi anni i pazienti del territorio messinese non devono più effettuare viaggi della speranza per ottenere una diagnosi di malattia renale né per farsela curare, grazie ad un programma ormai avviato e riconosciuto di biopsia renale, tale da far diventare il reparto di Nefrologia sia dell’Adulto che del Bambino, Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Renali Rare.

Al contrario un settore che risulta molto carente nel nostro territorio è quello dei trapianti di reni. Il trapianto renale costituisce la migliore arma che abbiamo quando la funzione renale tende a spegnersi e costituisce sicuramente la più valida alternativa alla dialisi.
E mentre siamo in grado di affrontare ogni sfida nel nostro territorio per cercare di salvare la salute dei reni quando arriva il momento della terapia sostitutiva, per ottenere un trapianto siamo costretti nuovamente a viaggi della speranza. E questo non perché ci sia un’incapacità della classe medica del meridione ma perché c’è una scarsa attenzione su chi governa i trapianti a livello nazionale e della politica nei riguardi del nostro territorio. Non è giusto che una persona solo perché nasce a Messina, ma oserei dire in tutta l’area dello stretto, abbia meno garanzie e meno opportunità di salute (che dovrebbe da costituzione essere garantita a tutti ed in egual modo).
L’attività dei trapianti è fortemente disomogenea sul territorio nazionale. Esiste una forte differenza territoriale nella attività di donazione che genera profondi divari regionali. Tale sostanziale differenza non è sorprendente per la forte differenza di distribuzione di servizi di trapianto d’organo sul territorio nazionale.
Il 50% dei centri trapianto risiedono nel Nord Italia o fanno parte della associazione Nord-Italia Transplant 19 su 37. Il maggiore numero dei centri è osservato in Lombardia e Veneto, rispettivamente con 7 e 4 centri. Tale distribuzione disomogenea produce un numero di Trapianti di Rene fortemente sbilanciato: Nord il 62.9% (n. 1.133) •Centro il 211.1% (n. 381)•Sud il 16% (n. 288).
L’attività anche nel Trapianto di Rene da Donatore Vivente è maggiormente disomogenea sul territorio nazionale rispetto al trapianto di rene da donatore deceduto. Nel Nord Italia si esegue il 73.1% (n.199) •Al Centro il 16% (n.43 ) •Al Sud l’11% (n. 30 ).