Addio alla Regina Elisabetta II, la sovrana più longeva del Regno Unito

Ci ha lasciati, all’età di 96 anni, la Regina Elisabetta II del Regno Unito. A darne la notizia alle 18:30 (ora inglese) sono stati gli account social della Royal Family, confermando i sospetti che avevano iniziato a dilagare durante il pomeriggio.

Attorno alle 13:30 (ora italiana) del pomeriggio, le televisioni inglesi – tra cui la BBC – hanno interrotto le rispettive trasmissioni per comunicare quanto diffuso da Buckingham Palace, cioè che la regina si trovava sotto controllo medico a Balmoral (residenza privata della famiglia reale in Scozia) dopo che i medici si erano preoccupati per la sua salute. La stessa BBC aveva comunicato che la sovrana si trovasse «a proprio agio ed a riposo».

Tuttavia, le apparenti rassicurazioni sono servite a poco. A destare i primi sospetti della morte, oltre alla notizia in sé, il fatto che tutti i conduttori fossero vestiti di nero. Infatti, si sarebbe trattata di una delle fasi del progetto London Bridge, nome in codice dietro cui si cela il piano previsto per il giorno in cui la Regina sarebbe passata a miglior vita. Tuttavia, dal momento che la sovrana è morta nella dimora scozzese, si darà avvio all’Operazione Unicorn: questa ha comportato l’immediata sospensione delle attività presso il parlamento scozzese in modo che le autorità possano prepararsi per un funerale di stato. La sua bara sarà poi portata alla cattedrale di Edimburgo e il suo corpo collocato sul treno reale alla stazione di Waverley per un lungo viaggio lungo la linea principale della costa orientale, che terminerà a Londra.

Una vita dedita al servizio

Non sarebbe dovuta diventare regina. Questa, una delle poche certezze che la principessa Elizabeth aveva avuto per tutta l’infanzia. Poi l’abdicazione di Edoardo VIII e la morte improvvisa del padre Giorgio VI, un passaggio di corona di capo in capo, fino a posarsi sul suo per oltre 70 anni. Aveva da poco festeggiato il Giubileo di Platino, il regno di Elisabetta II, iniziato il 6 febbraio 1952. Da allora, quella della Regina è stata una vita dedita al servizio, al punto tale da diventare un tutt’uno con la propria carica.

Con lei cade anche un ponte tra due epoche: quella del dopoguerra e della guerra fredda e quella del nuovo millennio, della globalizzazione, dell’avvento di Internet e dell’iperconnessione. Dal suo salotto sono infatti passati 15 premier britannici13 Presidenti degli Stati Uniti ed altre importantissime figure politiche.

Una figura istituzionale che ha dovuto affrontare non pochi scandali: da quelli riguardanti la sua famiglia (primo tra tutti lo scandalo di Lady Diana) a quelli riguardanti le politica estera. La Guerra della Falklands, il difficile governo di Margaret Thatcher, il Bloody Sunday irlandese e la resistenza dell’IRA. Tutti eventi di incredibile valore storico, che perdono l’ultima importante testimone (ed attrice) principale.

Poi il 1993, il cosiddetto annus horribilis che ha visto la separazione di tre dei suoi quattro figli e il rogo del Castello di Windsor. Nel 1997 la tragica morte di Lady Diana Spencer, che ha segnato la pagina più buia dell’odierna famiglia Windsor.

Addio all’inno God Save the Queen

La fine del regno di Elisabetta II segna anche l’inizio della propria successione. A prendere il suo posto sarà il figlio Re Carlo III, avuto dal longevo matrimonio con il defunto Principe Filippo (morto il 9 aprile del 2021). Al Re Carlo III, che già ha 73 anni, succederà poi il Principe William, Duca di Cambridge, avuto dal matrimonio con Diana Spencer. Infine, a quest’ultimo succederà il giovane George di Cambridge.

Ciò vuol dire che per almeno tre generazioni il Regno Unito non avrà più una regina. Proprio per questo l’inno cambierà ed intonerà le parole: God Save the King.

Secondo fonti vicine al principe, egli, quando ascenderà al trono, non avrebbe intenzione di regnare con il nome di Carlo III, preferendogli invece Giorgio VII (Wikipedia). Ed è possibile che la scelta intenda commemorare la memoria del nonno e predecessore al trono Giorgio VI.

Il comunicato del Re

Attorno alle 20 (ora italiana) è stato pubblicato sui social media della Royal Family un comunicato del Re, in occasione della morte della propria madre e Regina.

«La morte della mia amata Madre, Sua Maestà la Regina, rappresenta un momento di immensa tristezza per me e per tutti i membri della mia famiglia.

Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di un’adorata Sovrana ed un’amatissima Madre. So che la sua perdita sarà profondamente sentita dall’intero Paese, dai Regni e dal Commonwealth, e da innumerevoli persone in tutto il mondo.

Durante questo periodo di lutto e cambiamento, io e la mia famiglia saremo confortati e sostenuti dalla consapevolezza del rispetto e del profondo affetto così ampiamente condiviso per la Regina».

I funerali della Regina si svolgeranno una volta terminati i 12 giorni di lutto nazionale.

Valeria Bonaccorso

E tu che Bridgerton sei?

La serie più discussa del momento non poteva di certo passarci inossarvata.

Voto UVM: 4/5 – bellissima e perfetta per il momento, leggera e intrigante ma forse un po’ sopravvalutata

La fabbrica di sogni (e disgrazie) di Shonda Rhimes ha prodotto ancora una volta un grande successo: Bridgerton, una serie tv in cui non c’è nulla di scontato, neanche la durata di un episodio, e nella quale la «vita scandalosa dell’elite di Manhattan» si è trasferita – temporalmente e spazialmente – nell’Inghilterra di Orgoglio e Pregiudizio.

Lady Whistledown e le sue cronache ci rendono partecipi della vita scandalosa delle debuttanti e delle loro famiglie. E noi, un po’ come tutti, adoriamo gli scandali.

Qual è il modo migliore per parlarne se non tramite i protagonisti?

Eloise Bridgerton

La seconda giovane donna di casa Bridgerton – prossima al debutto in alta società – con una discutibile acconciatura e le gonne «troppo corte» è uno dei personaggi più apprezzati; ma perché?

Sicuramente perché lei (come le sottoscritte e il resto del mondo) vuole sapere chi si cela dietro le famose cronache rosa, ma questo non basta. La giovane nobile si considera al di fuori dal contesto della stagione degli eventi mondani e pur con il dovuto rispetto, considera le altre come «pollastre che sbattacchiano le ali in cerca di attenzioni maschili», non le vogliate male, siamo state tutte un po’ come lei.

Che sia Sua Maestà la regina o sua madre, Eloise riesce a sempre tenere testa e non si piega alle convenzioni.

fonte: townandcountrymag.com

Addirittura pare si sia stabilito il “matriarcato di Eloise”: una giovane donna così consapevole delle proprie scelte tanto da non accettare gli stereotipi; una nobile fuori tema ma non per questo meno solidale, meno femminile o meno gentile.

E questo è forse un urlo di femminismo celato dietro lustrini e modiste.

Anthony Bridgerton

Il visconte è un personaggio affascinante e severo, pieno di doveri e di rinunce. Che «da grandi poteri derivano grandi responsabilità» Anthony lo sa benissimo, il primogenito Bridgerton non può permettersi di sbagliare perchè tutti sono sotto la sua protezione; ma forse lui non è ancora pronto.

fonte: popbuzz.com

Protezione, onore e rispetto sono i valori preponderanti e sposteranno con forza amore e sincerità; questi due ideali – che per tutti sono essenziali – qui perdono tono e infine il giovane dovrà rinunciarvi. Il peso della nobiltà si fa parecchio evidente e il  il cliché della bella ma povera verrà perfettamente interpretato dalla cantante d’opera.

Questo rende bene quanto dura sia la vita dell’alta società e ci ricorda che nonostante tutto è vero che non è tutto oro ciò che luccica.

Sua Maestà la regina

E’ vero, non è un Bridgerton però sapete che c’è? È uno dei  personaggi più interessanti e discussi. Apparentemente piena e ricca di ogni cosa ma concretamente povera di affetto e di gioia. È una regina di colore che ha fatto discutere molto, sopratutto circa la veridicità del contesto storico e della sceneggiatura generale, ma che è stata ben inserita.

fonte: wondernetmag.com

La splendida interpretazione rende giustizia ai tratti non convenzionali della sovrana e dietro animali e dame di compagnia, ci mostra come si nasconde una donna sola che si nutre solo dell’etichetta e delle convenzioni.

Daphne Bridgerton

La quarta degli otto Bridgerton: la figlia di mezzo. Anzi, l’esemplare perfetto di figlia di mezzoDaphne è un personaggio che tenta di essere contemporaneamente all’altezza degli standard richiesti dall’alta società ottocentesca ed un modello per la propria famiglia. Nominata «gioiello della stagione» già al suo debutto, incontrerà un forte ostacolo alla realizzazione dell’unico obiettivo della sua vita, il matrimonio: stiamo parlando del suo carattere. 

Infatti, nonostante i chiacchiericci positivi sul suo potenziale, Daphne non riesce a trovare marito. Da un lato sembra essere il fratello maggiore a scacciare via ogni pretendente, d’altro canto è anche vero che Daphne sembra più adatta ad essere un’amica che altro per via della sua socievolezza, della gentilezza e della sottile ironia. Tale tratto, per quanto giochi a suo sfavore, sarà fondamentale nell’avvicinarla al Duca di Hastings.

fonte: looper.com

Il personaggio dovrebbe rispecchiare la classica tipizzazione dei period dramas, una Jane Bennet rivisitata dalla Rhimes che finisce per assumere connotazioni alterate rispetto a quelle della classica signorina: dalla scoperta della sessualità ai raggiri, Daphne finisce per collidere contro sé stessa, creando una discrepanza tra il personaggio della signorina per bene che la società conosce e la ragazzina ingenua e desiderosa di amore che è realmente. Perché sì, Daphne è ingenua. Molto ingenua, ma anche sottilmente subdola come, dopotutto, molte dame del tempo.

Simon, Duca di Hastings

Veniamo a lui: il bello e dannato. Un lavoro di Shonda Rhimes non potrebbe mai sussistere senza il suo Stranamore personalizzato, è proprio la condicio sine qua non.

Ma osserviamo il personaggio ben oltre l’innegabile bellezza offerta dall’interprete Regé Jean-Page. Simon è infatti una persona profondamente traumatizzata: sin dall’infanzia è costretto ad affrontare un immotivato rifiuto del padre dovuto alla sua balbuzie, fatto che lo indurrà a credere di non essere meritevole di essere amato neanche dopo aver superato l’ostacolo della parola. Tali traumi si riverberano, in età adulta, in un desiderio di vendetta accecante al punto tale da mettere in pericolo la sua stessa felicità. Simon è un personaggio rancoroso, ma sotto il rancore vi è una fragilità d’animo ed un bisogno d’amore tipici dei personaggi della Rhimes. Però non lasciatevi intenerire: anche il nostro Duca sa essere testardo e subdolo, a volte detestabile poiché spinto dall’egoismo.

fonte: vanityfair.it

Un punto a favore di Hastings vogliamo però ricordarlo: egli rimane sempre molto umile nei confronti delle persone che gli stanno attorno e lo dimostra il fatto che il suo migliore amico sia un semplice oste/pugile, oltre che il suo odio verso il titolo con cui è nato (ma questo è dovuto sempre e comunque al desiderio di mancare di rispetto al padre).

E voi in quale personaggio della prima stagione di Bridgerton vi rispecchiate di più? Se, invece, ritenete di non riuscire ancora ad immedesimarvi in nessuno di loro, state tranquilli. Sono alte le probabilità che una seconda stagione venga confermata molto presto e che le riprese comincino a marzo 2021. Intanto, possiamo anticiparvi che molto probabilmente la serie seguirà la struttura originale dei libri, concentrando ciascuna stagione su un Bridgerton diverso.

Quale degli otto fratelli dominerà in futuro il palinsesto di Netflix ma, soprattutto, la penna affilata di Lady Whistledown?

Barbara Granata e Valeria Bonaccorso

…la regina Elena di Savoia è stata fortemente legata alla storia della città di Messina?

Il 15 dicembre scorso la salma della penultima Regina d’Italia, Elena del Montenegro, è rientrata in patria da Montpellier, seguita qualche giorno dopo dalle spoglie del marito, Vittorio Emanuele III, che fino a quel momento si trovavano invece ad Alessandria d’Egitto. Subito è scoppiata la polemica: troppe le colpe imputate al Savoia, al punto che, secondo molti, i suoi resti non avrebbero dovuto fare ritorno in Italia.

Se la figura del consorte appare controversa e in generale non particolarmente benvoluta dagli italiani, alla regina Elena, invece, in questi giorni abbiamo sentito e visto accostati epiteti quali: la regina amata dagli italiani, la regina della carità, la regina crocerossina. Definizioni che rimandano al fatto che si tratti della componente di Casa Savoia ricordata con maggiore affetto dall’opinione pubblica, soprattutto per la sua umanità e per la vicinanza ai sofferenti.

Tutto ciò tocca da vicino Messina, inesorabilmente legata alla Sovrana che, in occasione del disastroso terremoto del 28 dicembre del 1908, giunse in soccorso alla città. Le testimonianze e le cronache dell’epoca ci riferiscono che il re e la regina raggiunsero la martoriata città, su una nave militare salpata da Napoli, la mattina del 30 dicembre. Fin da subito la montenegrina Elena prestò assistenza ai superstiti, sulla nave da guerra che portava il suo nome, adibita ad ospedale. I giornali riportavano che la regina in pochi giorni avesse bendato personalmente centinaia di feriti.

Una regina-infermiera, che da simile disgrazia trasse enorme popolarità: veniva celebrato il suo eroismo, reso tale soprattutto dall’umiltà ed anche dall’anonimato con cui operava. Vestita con abiti modesti, infatti, molti la credevano una semplice soccorritrice. Una volta tornata a Roma, poi, non dimenticò la popolazione dello stretto, facendo confezionare e inviare abiti per i sopravvissuti.

La città di Messina ha mostrato tutta la sua riconoscenza ad Elena di Savoia, erigendo un monumento che la raffigura. Inaugurato nel 1960, si trova in largo Seggiola, sulla via Cesare Battisti. La regina appare imponente per la considerevole statura, e semplice allo stesso tempo, grazie all’atteggiamento e agli abiti niente affatto sfarzosi con cui è rappresentata. La statua, in marmo bianco di Carrara, è opera dello scultore Antonio Berti ed è posta su un basamento ai cui lati, tre bassorilievi in bronzo testimoniano l’aiuto portato dalla regina alla città in quelle ore tragiche.

La sovrana avrebbe ripreso la sua attività da “crocerossina” durante la prima guerra mondiale, persino trasformando in ospedali il Quirinale e Villa Margherita. Tutte queste sue opere le valsero non solo l’attribuzione delle definizioni sopracitate, ma anche numerose onorificenze e riconoscimenti, tra cui una laurea in medicina honoris causa e la “Rosa d’oro della cristianità”, la più alta onorificenza prevista a quei tempi per una donna, conferitale da Pio XI.

Addirittura, in occasione del 50esimo anniversario dalla sua morte, il vescovo di Montpellier ha dato ufficialmente inizio alla causa di canonizzazione.

Francesca Giofrè