Manovra finanziaria 2023 del governo Meloni: stanziati 35 miliardi

Dopo poco più di un mese dall’insediamento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni iniziano i primi bilanci sul futuro del nostro paese. Lo scorso 21 novembre il Consiglio dei ministri si è riunito a Palazzo Chigi per approvare, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 20232025.

Il testo del decreto ancora non è presente per intero, però possiamo cogliere alcune delle tematiche  trattate tramite le parole pronunciate in conferenza stampa dalla premier Meloni, che ritiene questa manovra economica «importante e coraggiosa» affinché l’Italia possa «tornare a correre». Il documento deve essere ancora approvato da ambo le camere prima della fine dell’anno; da quel momento capiremo in che direzione i nostri rappresentanti vorranno condurre il paese.

Dalla teoria alla pratica: STOP al reddito di cittadinanza dal 2024

Fonte: Money.it

«Lo Stato si deve occupare delle persone aiutandole a trovare un lavoro, non mantenendole all’infinito nella loro condizione».

Queste le parole della Meloni su una delle più centrali tematiche nei programmi di riforma dei partiti di centro-destra, ovvero il Reddito di cittadinanza. Tale misura, voluta dal Movimento 5 Stelle durante il primo governo Conte, per una politica attiva nel lavoro per il contrasto della povertà e disuguaglianza, tra poco più di un anno sarà totalmente abolita.

Infatti, dal primo gennaio 2024 chi potrà lavorare, i cosiddetti “occupabili”, perderà completamente questo beneficio. Mentre per chi non potrà lavorare come disabili, anziani e donne in gravidanza, verrà rivisto. Ci sarà per loro un sussidio economico ma con diverse modalità.

«Noi abbiamo sempre detto che il Reddito di cittadinanza era una misura sbagliata, perché uno Stato giusto non mette sullo stesso piano dell’assistenza chi può lavorare e chi non può farlo».

Il Reddito sarà abolito per chi è in condizioni di lavorare alla fine del 2023. Quindi, la paura per molti è che venga tolto senza offrire un’alternativa. Ma sembrerebbe che ancora nell’imminente nuovo anno, chi non potrà lavorare, in quanto soggetto fragile, continuerà a riceverlo come in questi ultimi anni. Per tutti coloro definiti “abili al lavoro tra i 18 e i 59 anni”, che non hanno nel nucleo familiare disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età, entreranno in vigore alcune modifiche. Infatti, il Reddito non potrà essere percepito per più di otto mesi e salterà al primo rifiuto di un’offerta di lavoro. Inoltre, per agevolare fino al 2024 l’ingresso nel mondo del lavoro, sono stati previsti corsi di formazione e altre iniziative.

Allarme caro energia: stanziati 21 miliardi 

La crisi energetica incombe sullo scenario nazionale e internazionale e la guerra in Ucraina è una delle cause. Ad esempio, nel nostro paese circa il 46% del gas utilizzato arriva dalla Russia, per poi produrre circa il 60% dell’energia. È chiaro che questa dipendenza ha portato a delle forti conseguenze, come il caro dei costi sulle bollette.

La premier Meloni in conferenza, Fonte: Leggo.it

«Come avevamo promesso la voce maggiore di spesa di questa manovra di bilancio riguarda il tema del caro bollette. Su una manovra complessiva di 35 miliardi, i provvedimenti destinanti al caro energia sono circa 21 miliardi di euro».

Sul versante delle imprese è stata confermata l’eliminazione degli oneri impropri delle bollette. Si prevede un rifinanziamento fino al 30 marzo 2023 del Credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. «Noi confermiamo e aumentiamo i crediti d’imposta- dichiara la Meloni- che passano dal 40% al 45% per le aziende energivore e gasivore», mentre per bar, ristoranti ed esercizi commerciali  «passeranno dal 30% al 35%». Per il comparto sanità e per gli enti locali, compreso il trasporto pubblico locale, vengono stanziati circa 3,1 miliardi.
Sempre su questo tema a sostegno delle famiglie, lo Stato vuole intervenire con un “bonus sociale bollette”. La platea si allarga e la misura si concretizza sui nuclei più bisognosi, così viene innalzata la soglia ISEE da 12.000 euro a 15.000 euro.

La legge di bilancio e le decisioni d’impatto fiscale 

Questo disegno di legge per il 2023 riporta tre misure che riguardano prettamente le tasse:

  1. Espansione del tetto per il regime forfettario delle partite IVA 
  2. Taglio al cuneo fiscale
  3. Tregua fiscale, condono che prevede la cancellazione di cartelle esattoriali inviate prima del 2015.

Nella manovra si parla di Flat tax come l’equivalente di “tasse piatte”. La più dibattuta è quella che riguarda l’aumento della soglia di ricavi o compensi per i beneficiari del regime agevolato della partita IVA. Quel regime che attualmente permette di versare le tasse con una quota fissa o piatta del 15%. Ad oggi, la soglia sta a 65 mila euro annui, ma con la legge di Bilancio verrebbe alzata a 85 mila euro, per giungere a 100 mila euro nel 2025. Sarà così?

Per quanto riguarda la tregua fiscale, le cartelle esattoriali (atti con i quali la pubblica amministrazione intima ai contribuenti di pagare cifre non ancora pagate) saranno cancellate a due condizioni:

  • In primo luogo, queste devono risalire ad un periodo antecedente al 2015
  • In secondo luogo, devono essere di un importo di massimo mille euro 

Per la riduzione del cuneo fiscale, ovvero delle tasse che il singolo lavoratore paga allo Stato ogni mese in detrazione dal proprio stipendio, la manovra stanzia 4,2 miliardi per aumentare le buste paga dei dipendenti con redditi medio-bassi.

Aiuti mirati con Quota “103” per le pensioni, famiglie e natalità  

In materia di pensioni il decreto prevede l’avvio di un nuovo schema di anticipo pensionistico, che possa consentire di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica e non gli attuali 67. Da “Quota 100” si lasserebbe a “Quota 103”, un punto caro al vicepremier e ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, il quale ha aggiunto che “chi rimarrà a lavoro beneficerà del 10% in più di stipendio”.

Il ministro dell’Economia Giorgetti insieme alla premier, Fonte: QuiFinanza

Il ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato anche che «la più grande riforma delle pensioni è quella che premia la natalità». Infatti, per le famiglie sono previste maggiorazioni sull’assegno unico per i figli, l’aggiunta di un mese di congedo parentale facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita del bambino.

Queste certo sono solo alcune delle tematiche affrontate in conferenza stampa. «In tanti si aspettavano- dichiara il ministro Giorgetti- che facessimo un po’ di follie, mega-scostamenti di bilancio, così non è stato. Anzi abbiamo avuto coraggio anche su scelte impopolari». In un paese come l’Italia in cui l’economia è stagnante, i tassi di disoccupazione sono esorbitanti, queste scelte saranno quelle giuste? Verranno portate a termine?

Marta Ferrato

Legge di bilancio 2022: una manovra per stimolare la crescita

Il 28 ottobre è stata approvata dal Consiglio dei Ministri la bozza relativa al disegno di legge di bilancio 2022. È stato proprio lo stesso premier Draghi ad annunciarlo, con somma soddisfazione dopo settimane di intenso lavoro svolto, ringraziando in primis il ministro dell’economia, Daniele Franco, e il ministro del lavoro, Andrea Orlando. Draghi definisce il disegno di legge “espansivo”, che accompagna la ripresa economica con l’obiettivo di creare debito buono.
La manovra in questione può sicuramente definirsi molto corposa se si fa riferimento ai fondi stanziati che ammontano a ben 30 miliardi, per un totale di 540 miliardi previsti per i prossimi 15 anni.

 

Divisione dei fondi stanziati – Fonte: Il Giornale

 

Riduzione del cuneo fiscale

La parte maggiore di questo capitale messo a disposizione è riservato alla nuova riforma fiscale volta alla riduzione delle imposte. Una buona notizia per lavoratori ed esercenti visto che è in programma un taglio di tasse significative come Irpef e Irap, che per anni hanno gravato sulle tasche degli italiani.

 

Il nodo pensioni

Un secondo punto molto importante che ha generato pareri contrastanti e contestazioni popolari è la questione pensioni. Si è optato infatti per una soluzione transitoria per quanto riguarda unicamente l’anno 2022: Quota 102, l’espressione usata per intendere la combinazione di età e anni di contributi per poter ottenere i benefici (almeno 64 anni di età e 38 di contributi). La manovra contiene inoltre la proroga fino al 31 dicembre 2022 dell’Ape sociale, con un ampliamento delle tipologie di lavoratori che potrebbero usufruire del provvedimento: sono state aggiunte infatti nuove categorie di lavori gravosi tra cui ad esempio insegnanti di scuola materna e primaria, agricoltori, artigiani, operai, magazzinieri ecc… Estensione della validità per un altro anno anche per quanto riguarda Opzione donna, ma con un inasprimento dei requisiti: se adesso grazie a questo trattamento per raggiungere la pensione sarebbero stati necessari 58 anni di età per lavoratrici dipendenti e 59 per quelle autonome (unitamente a 35 anni di contributi), l’anno prossimo serviranno rispettivamente 60 e 61 anni di età per le medesime categorie. Dal 2023 in poi l’intenzione dello stesso Draghi sarà invece quella di calcolare l’età pensionabile esclusivamente con il metodo contributivo.

 

Il premier Draghi e il ministro Franco – Fonte: Liberoquotidiano.it

 

Reddito di cittadinanza: novità strutturali ma solite polemiche

Fondi decisamente ridotti per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, mai visto di buon occhio dal Governo Draghi. Per l’anno prossimo sarà previsto infatti un “solo” miliardo per tale sostegno economico. Non sarà cancellato, come qualcuno si auspicava, ma saranno presenti alcune novità: un nuovo meccanismo per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, ad esempio l’erogazione andrà a decadere dopo il rifiuto di due offerte lavorative, mentre attualmente è possibile declinare tre proposte. Il tutto condito da controlli più rigorosi nelle richieste, allo scopo di poter eliminare il sussidio a tutti quei precettori non idonei. Questi cambiamenti hanno causato non pochi malumori anche all’interno dello stesso Consiglio dei Ministri, rinnovando lo scontro sul tema tra la destra e il Movimento 5 Stelle.

 

Educazione motoria anche alla scuola primaria

La bozza di governo prevede anche investimenti importanti per quanto riguarda il settore scolastico. Viene infatti introdotto l’insegnamento dell’educazione motoria nella classi quarte e quinte della scuola primaria. L’inizio delle attività è previsto per l’anno scolastico 2022-2023 per le classi quinte e nel 2023-2024 la disciplina verrà estesa alla classi quarte. Senza dubbio un’ottima notizia per i laureati in Scienze Motorie che da anni si trovano nella condizione di far fronte alla saturazione della propria classe di concorso nel mondo scolastico.

 

Il consiglio dei ministri – Fonte: Governo.it

 

Serie di proroghe e qualche modifica per sussidi e incentivi

Degni di nota, senz’altro, sono anche i numerosi incentivi e ammortizzatori sociali. Il Superbonus del 110%, destinato agli interventi di manutenzione e riqualificazione energetica degli edifici, viene prorogato per il 2023. La detrazione scenderà poi al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Per quanto riguarda lavori edilizi in case unifamiliari o villette la validità del bonus viene rinnovata fino al 31 dicembre 2022, ma sarà riservato solo a famiglie dal reddito non superiore a 25 mila euro annui. Prorogato fino al 2024 il bonus di per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma stavolta il tetto di spesa cala di ben due terzi passando da 16 mila euro del 2021 a 5 mila euro. Esteso di un altro anno anche il bonus facciate, ma con una percentuale ridotta che passa dal 90 al 60%. Infine grandi novità per il mondo dei giovani con le agevolazioni sull’acquisto della prima casa per gli under 36 che vengono prorogate per tutto il 2022. Inoltre è previsto uno sconto sull’affitto per i giovani tra i 20 ai 31 anni provvisti di reddito non superiore ai 15.493,71 euro. Aiuto economico valido a prescindere se il locale in questione sia un appartamento o una stanza singola.
Non resta soltanto che attendere l’approvazione in parlamento di questa manovra che potrebbe favorire la ripartenza dell’economia italiana.

 

Sebastiano Morabito