Famiglia: paure e desideri dei prossimi adulti. Cosa dice la ricerca Istat

La famiglia, l’istruzione, la cittadinanza, il senso di stabilità economica percepito sono solo alcuni dei temi su cui l’Istat ha condotto la sua ultima indagine. I soggetti protagonisti, come di rado accade in un Paese “anziano” quale è l’Italia, sono i giovani, o i giovanissimi (ragazze e ragazzi dagli 11 ai 19 anni).

A un campione degli imberbi di oggi è stata posta una serie di domande per ricavare un disegno utile a leggere i problemi da loro attualmente sentiti, come quelli che domani potrebbero attanagliare una prossima generazione di adulti.

I risultati sono per certi versi sospettabili ma per altri persino controcorrente rispetto alle cristallizzate credenze popolari. Sul tema famiglia, soprattutto, una sfavillante sorpresa. Il luogo comune recita che i giovani non vogliono più fare figli, volendo sostituire questi questi con cani, gatti e insano materialismo; ma sarà davvero così? Quanto c’è di puramente vero e quanto di stereotipato? Le statistiche, la matematica – che mai mente – raccontano qualcosa di diverso.

I giovani e la loro voglia di famiglia

La ricerca Istat è varia, grande, e per spulciarla e commentarla interamente occorrerebbe certamente più di un solo articolo. Per questo, a chi avesse la curiosità di spaziare, qui di seguito si lascia l’originale link da consultare: INDAGINE BAMBINI E RAGAZZI | ANNO 2023 

Ciò scritto, già dal titolo, il focus di questo articolo vuole porsi sul risvolto forse più controintuitivo dell’indagine: ovvero le previsioni, le sensazioni circa l’inverno demografico italiano e la prossima generazione che verrà a confrontarcisi.

Il rapporto ci dice, facendosi ben sperare, che:

  1. ben tre ragazzi su quattro vedono un futuro in coppia e altrettanti pensano al matrimonio, solo il 5,1% invece immagina di vivere da solo, mentre gli indecisi superano di poco il 20%;
  2. il 69,4% dei ragazzi e delle ragazze dice di volere dei figli, il 21,8% è indeciso e l’8,7% dice di non volerne, per di più: pochissimi, secondo il rapporto, pensano al figlio unico, la maggior parte ne vuole almeno due, mentre il 18,2% pensa a tre o più figli.

L’Istat, nel commentare i propri risultati, si spinge ad affermare ottimisticamente che “una ripresa demografica non sembrerebbe impossibile”. Indicando però anche la necessità di “creare le condizioni affinché almeno una parte di indecisi (21,8%) sia portata a cambiare idea in futuro”, per mirare a un esito che non sia semplicemente compensativo ma finanche efficace nel voltare il paradigma culturale sulla natalità.

A proposito di condizioni favorevoli e sfavorevoli, poi, l’indagine dona altri spunti, investigando il grado di sicurezza economica e benessere percepito dai millennials.

Il futuro in Italia preoccupa

Il 41,3% dei giovanissimi dice che il futuro lo affascina, ben il 32,3% ne ha paura e il 26,5% non sa o non pensa al futuro.

Rispetto all’indagine condotta nel 2021, la quota di coloro che si sentono affascinati dal futuro è diminuita di quasi 5 punti percentuali, mentre è cresciuta di 5 punti e mezzo la quota di chi ha paura e, fra le ragazze, è maggioritaria la quota di chi ha paura del futuro (42,1%, addirittura il 56% tra le 17-19enni) rispetto a chi ne sente il fascino (35,9%).

La situazione economica condiziona moltissimo. Tra coloro che dichiarano di avere una “situazione economica molto buona” chi è affascinato dal futuro raggiunge il 48,5%, chi ne ha paura il 26,9%; tra coloro, invece, che percepiscono la situazione economica familiare come “per niente” o “non molto buona” il 32,8% è affascinato dal futuro mentre il 40,8% ne ha paura.

Altrove è la destinazione

In ogni caso l’avvenire è spesso immaginato altrove. Oltre il 34% dei ragazzi tra gli 11 e i 19 anni, infatti, da grande vorrebbe vivere in Paese diverso: negli Stati Uniti, in Spagna o in Gran Bretagna. Nazioni, specialmente le anglofone, simbolo del capitalismo, dell’innovazione e della modernità.

Qui le statistiche forse riaffermano i luoghi comuni. Sarà la continua negative campaigning praticata dal giornalismo nazionale che enfatizza i problemi effettivamente presenti nel Belpaese, saranno i problemi stessi a pesare in una loro misura specifica; quel che scaturisce – tra sensazioni sul reale e dal virtuale – è comunque un pessimismo quasi generalizzato, che porta a credere – chissà se fallacemente – che pressappoco ogni luogo sia migliore da vivere rispetto a quello di nascita.

Che altrove sia sempre superiore a qui, per sentito dire però, e non necessariamente per comprovata esperienza.

Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti sono Paesi perfetti? O sono perfettibili, come è perfettibile l’Italia?

Gabriele Nostro

Roger Waters e “Redux”, il nuovo sguardo al lato oscuro della Luna

Buono l’intento di Roger Waters per celebrare l’anniversario, però sarebbe stato meglio con un po’ più di “Musica” all’interno – Voto UVM: 3/5

 

Era il 1° marzo del 1973 quando nacque l’album che impresse il titolo di “geni musicali” sul volto dei Pink Floyd, The Dark Side Of The Moon. Una dimostrazione autentica e simultanea di tecnicismo e espressionismo. Accompagnata da testi liricamente di livello, con un concept sviluppato linearmente, da brano a brano: una visione della vita. Una, poiché risulta essere quella del bassista del gruppo, Roger Waters, il quale ha curato principalmente i testi di quell’album e di gran parte della discografia floydiana. 

La visione di Roger e la rottura con i Pink Floyd

Roger vedeva la vita come un loop gigantesco, una strada da percorrere in circolo. La vita si preannuncia dagli embrioni, dai battiti di piccoli cuori che crescono nell’utero delle loro madri. Si realizza poi di colpo alla nascita e si evolve in una corsa inesorabile scandita dalle lancette del tempo, diretta alla ricerca del successo e dell’autorealizzazione. Per poi passare a delle riflessioni senili sulla morte, nell’atmosfera eterea di un grande concerto nel cielo, e terminare in un’eclissi. Tutte le fasi scelte da Waters sono splendidamente descritte dai testi e dagli arrangiamenti musicali del gruppo, di David Gilmour, Richard Wright, Nick Mason e di Waters stesso. 

Tuttavia, la storia volle che il percorso personale di Roger dovesse allontanarsi da quella degli altri membri, un po’ per il carattere egocentrico che lo rappresentava, un po’ per screzi di natura artistica: dal 1983, anno di The Final Cut, Waters abbandona la band (che sotto la “guida” adesso anche vocale oltre che musicale di Gilmour, apre il suo periodo meno sperimentalista, musicalmente parlando, ma anche più versatile) e diventa cantautore solista.

Insoddisfatto? Auto-rimborsato dopo 50 anni

A cinquanta anni di distanza, quel disco è indiscussamente una pietra miliare del rock psichedelico, degli anni settanta, del 1900 e della musica in generale. Nessuno oserebbe toccarlo, modificarlo, usarlo per farci altra musica, magari con dei sample (i pochissimi casi sono sempre risultati criticabilissimi), se non il gruppo stesso. Ma a gran sorpresa è proprio Waters a voler ‘trafugare’ quell’antico tesoro. Per quale motivo? Avrà avuto il bisogno di svecchiarsi? O forse non è mai stato soddisfatto del vecchio progetto uscito?

Che abbia voluto aspettare davvero tanto solo per cacciarsi un sassolino dalla scarpa, sembra difficile da pensare, ma si parla pur sempre di Roger Waters. Dopo tutte le controversie con i membri della band, anche dopo il suo addio, è diventato famoso per la sua eccentricità.

The Dark Side Of The Moon “Redux”

Quello che Waters si è prefissato di fare è di tornare sui suoi passi, non tanto musicalmente in primo luogo, ma ideologicamente. La vita è ancora un circolo, una strada che il Roger Waters settantanovenne ha però percorso per gran parte ormai. The Dark Side of The Moon Redux lo fa percepire all’orecchio. L’atmosfera è delle più cupe, ma non è assolutamente triste, è più impregnata di nostalgia…dopotutto si guarda indietro di cinquanta anni. Redux ha lo stesso significato di ‘revival’, redivivo, ma ha potuto davvero dare nuova vita a un disco che probabilmente non morirà mai?

Roger waters
Cover di “The Dark Side of The Moon Redux”. Casa discografica: SGB Music LImited-Cooking Vinyl

Chirurgia plastica di un capolavoro 

Waters rimuove il carattere esplosivo da tutto l’album: eliminati gli assoli di chitarra (qualcuno l’avrebbe dato per scontato visto il rapporto con David Gilmour), le tastiere e le batterie sono spogliati completamente e rese quanto più essenziali possibile. Addirittura, non canta più i testi, si limita talvolta a sussurrarne le melodie principali, e interporli fra estratti recitati di sue poesie inedite.

Secondo Waters essi sono adatti a presentare ancora meglio l’album originale, pezzo per pezzo. A primo ascolto, viene spontaneo paragonarlo a un lavoro di Nick Cave and The Bad Seeds. Lo stile è molto vicino causa le parti recitative dei testi e l’impronta elettronica delle produzioni.

Il peso (indifferente) delle aspettative 

Ovviamente viene ancora più spontaneo paragonarlo all’originale: questo è un lavoro che, ed è molto probabile che l’autore stesso lo sapesse in partenza, storce il naso di tutti gli ammiratori del gruppo e delle sonorità del 1973, cresciuti con gli assoli di Gilmour e la potenza vocale del giovane Waters.

Ma se c’è una cosa che i fan hanno oramai compreso, è che Roger è un Liam Gallagher un po’ più pacato, ha sempre visto se stesso come fulcro creativo della musica dei Pink Floyd, quindi, in diritto di fare ciò che più gli aggrada con la sua musica. Si può quindi pensare che Redux sia solo il frutto dell’egocentrismo di un cantautore?

Tanta bellezza si è persa nella nuova versione, l’appiattimento musicale risulta essere fin troppo e Waters avrebbe potuto risparmiarne un poco; d’altro canto, ne acquista a livello poetico grazie alle aggiunte liriche (che tra l’altro illustrerà con un video su youtube). 

Tra Eclissi e Rinascita, un commento di Waters sul circolo della vita

C’era tutto questo bisogno effettivo di una rilavorazione del genere? Personalmente non direi, non è un disco per tutti e si sente. Probabilmente è indirizzato verso il pubblico che ha vissuto gli anni settanta da vicino, proprio perché fa leva sul fattore nostalgia. Un ragazzo adolescente di adesso, pur apprezzando la musica rock psichedelica che il gruppo proponeva cinquanta anni fa, sentirà il bisogno di ascoltare la prima versione di The Dark Side, più accattivante e meno monotona. Sebbene, preso senza paragoni annessi (cosa che consiglio caldamente per darne una giusta valutazione), ha il suo perché.

L’album è un continuo, è un lascito dell’autore, è un commento a fondo pagina scritto mezzo secolo dopo. E’ un anziano che sussurra che la vita è breve e che il tempo scorre. E’ la conferma che ci rivedremo tutti anche dopo cinquanta e più anni on the dark side of the Moon. 

 

Giovanni Calabrò

COVID e adolescenti: la pandemia oltre il virus

L’Italia non è un Paese per giovani, e la pandemia in corso ne da ulteriore conferma.
Scarsa considerazione è stata data a chi rappresenta il futuro, generando una pandemia silenziosa tra i giovanissimi. Affrontiamo insieme la questione! Continua a leggere “COVID e adolescenti: la pandemia oltre il virus”

Teen-power campus

 

La teen-power campus è la settimana dedicati agli studenti delle scuole superiori per il miglioramento delle loro competenze e per un ausilio nella scelta degli studi. 

 

-Destinatari e formula di partecipazione 

Studenti iscritti al IV e V anno delle scuole secondarie superiori, anno scolastico 2018/2019. 

E’ prevista la partecipazione di un numero max di 50 studenti dei quali 10 in formula Full. 

Gli studenti interessati possono aderire scegliendo la formula più adatta alle proprie esigenze: 

  • Daily, con attività di studio, ludico ricreative e sportive, il pranzo e il servizio navetta per gli spostamenti trala Cittadella Universitaria e il Porto/Stazione Marittima di Messina. 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:€ 155,00 

  • Full, che prevede, oltre ai servizi della formulaDailyanche il pernottamento (in camere per due o più studenti), la cena, la prima colazione e I’ animazione serale. 

QUOTA DI PARTECIPAZIONE:€ 260,00 

In caso di richieste superiori al numero di posti disponibili, gli studenti verranno ammessi 

tenendo conto, nell’ordine, dei seguenti criteri: 

  • frequenza V anno (anno scolastico 2018/2019);
  • media ottenuta nell’anno scolastico 2017/2018;
  • minore età in caso di posizioni ex aequo.

 

-Quando e dove? 

L’edizione 2019 del Teen-Power Campus si svolgerà dal 22 al 27 luglio presso la Cittadella Universitaria (Polo Annunziata), dove sono ubicati le aule, i servizi ricreativi, di ristoro e residenza, gli impianti sportivi del CUS Unime (piscine, palestre, campi di calcio, basket e tennis) e dove è anche possibile incontrare ogni giorno i giovani delle associazioni studentesche universitarie.  

 

-Cosa prevede? 

  • Incontri di potenziamento disciplinare; 
  • Incontri personalizzati di orientamento; 
  • Seminari; 
  • Laboratori didattici; 
  • Visite guidate e simulazioni dei test di accesso ai corsi universitari a numero chiuso. 

Inoltre, sono previsti momenti di svago (escursioni, cinema, feste) e sport (fitness, nuoto, acquagym, equitazione).  

Ogni studente può creare il proprio Teen-Power Campus, infatti all’interno delle 50 ore totali di attività è possibile scegliere tra tre indirizzi diversi da 30 ore:  

  • medico–scientifico; 
  •  umanistico e linguistico; 
  • economico-giuridico e politico sociale. 

 

-Adesioni

Gli studenti che intendono partecipare potranno mandare un’email all’indirizzo campusorientamento@unime.it, manifestando la propria intenzione di voler partecipare al campus, indicando l’indirizzo di posta elettronica al quale si vogliono ricevere tutte le successive comunicazioni.  

Scadenza per la presentazione delle candidature: 10 Luglio. 

N.B.: E’ necessario specificare a quale percorso tra quelli previsti (Laboratori didattici e di orientamento in ambito medico – scientifico , Laboratori didattici e di orientamento in ambito umanistico e linguistico, Laboratori didattici e di orientamento in ambito economico-giuridico e politico sociale) si intende partecipare. 

Quotidianamente, a conclusione delle attività di laboratorio, saranno svolti colloqui di orientamento individuali o di gruppo finalizzati all’approfondimento alla scelta del corso di studio universitario, a cura del Centro Orientamento e Placement. 

 

-Ammissioni 

Solo agli studenti ammessi a partecipare al Campus verrà data comunicazione. 

Gli studenti ammessi dovranno poi far pervenire la propria accettazione, unitamente al versamento della quota di partecipazione, secondo le modalità ed entro i termini che verranno comunicati. 

UNIME potrà procedere ad idonei controlli sulla veridicità del contenuto delle dichiarazioni 

 

  • Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail a campusorientamento@unime.it o chiamare i numeri 090 6768664 e 090 6768272. 

 

 

Jessica Cardullo

Festa di Pasqua al CAV: si impara giocando

Martedì 16 aprile 2019. Ore 16.30. Policlinico – Locali del Centro Aiuto alla Vita. Messina. L’evento è stato organizzato dall’associazione CESES regionaleun’associazione professionale di docenti, dirigenti scolastici, operatori, cultori e utenti nel campo della cultura, dell’educazione, della formazione iniziale, continua e professionale, che non ha scopo di lucro e si obbliga al reimpiego di ogni eventuale provento derivante dallo svolgimento della proprie attività nel finanziamento della stessa – in collaborazione con i ragazzi che attualmente frequentano il corso OSA Ed3939 avviso 2/2018, coordinati dal Dott. Francesco Puglisi.

I ragazzi hanno animato il pomeriggio per i piccoli del CAV con giochi di varia natura ed hanno distribuito loro dei pensierini realizzati a mano con la tecnica del riciclo creativo. Nello specifico, dei portapenne a forma di coniglietti pasquali con all’interno ovetti di cioccolato.

Dietro ad una “semplice” attività ludico-ricreativa si nascondono grandi gesti e grandi significati. Soprattutto se pensiamo che oggigiorno la luce abbagliante dei tablet assorbe completamente i nostri bambini, estraniandoli dalla realtà. Semplici giochi di squadra, come quelli realizzati martedì, richiedono di partecipare al mondo in modo attivo. Non sono solo un mezzo utilizzato per riuscire ad intrattenere contemporaneamente un vasto numero di bambini, ma un vero e proprio strumento utile per poter educare.

I grandi lavorano divertendosi, i piccoli giocano lavorando su sé stessi inconsciamente. Del resto, giocare è una delle attività più importanti per lo sviluppo dei bambini. «Il gioco è fondamentale perché è il modo in cui i bimbi conoscono il mondo e crescono. Non è qualcosa che riempie dei vuoti tra un’attività e l’altra, ma è l’attività per eccellenza che loro utilizzano per scoprire tutto ciò che li circonda»

Poter giocare alla “vecchia maniera” è importante, significa lavorare sui bambini, aiutandoli a sviluppare il loro senso creativo, si traduce in primis in un investimento per il futuro, finalizzato a coltivare cittadini migliori e non automi.

Ѐ possibile insegnare, in modo implicito, a relazionarsi e a confrontarsi con gli altri e spesso, soprattutto per mezzo dei giochi di squadra, viene anche trasmessa l’importanza di ascoltare il prossimo e di collaborare con i propri compagni. Si insegna come molte volte sia svantaggioso agire e procedere di testa propria senza interpellare gli altri partecipanti, l’importanza di seguire le regole, si mostra anche la rilevanza di aiutarsi a vicenda dal momento in cui all’interno di un team, ciascun individuo, nel suo piccolo, può essere di grande aiuto a tutte le altre “creature” del gruppo stesso.

Alla fine di tutte le attività ludiche, vi è stato uno scambio di auguri con succhi di frutta e Colomba Pasquale.

Gabriella Parasiliti Collazzo

ArcheoME, ACLI e Panathlon. Tre associazioni: un’unica missione

Mercoledì 3 aprile 2019. Un esempio di rispetto per l’ambiente e cittadinanza attiva arriva da tre associazioni, di natura diametralmente opposta, che si uniscono per restituire dignità e decoro ad una villetta sita in Via principessa Mafalda. Graminacee, rifiuti di ogni natura, deiezioni, abbandono e vandalismo regnavano in ogni dove. I ragazzi di ArcheoMe in collaborazione con gli operatori volontari delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – ACLI, unendo le loro forze, dopo oltre cinque ore di lavoro intenso e costante, sono riusciti a bonificare gran parte degli oltre 600 mq del sito.  Un lavoro duro che non è stato completamente portato a termine ma che vedrà un secondo intervento, subito dopo le festività pasquali.

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

Venticinque ragazzi, coordinati dal presidente di ArcheoMe, Francesco Tirrito, e dalla Responsabile Locale Ente Accreditato delle ACLI, Selene Schirru, con alla mano: zappette, secchi, cesoie, rastrelli, guanti, scope, e tanta buona volontà hanno fatto un’esperienza che va al di là delle aspettative. Momenti di fatica ma che hanno dato gioia e soddisfazione, momenti di aggregazione sociale, momenti di inclusione, collaborazione e crescita personale. Un gesto banale, quasi scontato ma che ha fatto comprendere che  – La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai – come sosteneva Henry David Thoreau.

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il presidente del Panathlon club junior Antonino Monea e il vicepresidente Nunzio De Salvo hanno donato 6 alberi di ibisco che verranno interrati nella seconda parte della bonifica.

il Dottor A. Monea ha precisato che:

“Noi del Panathlon, abbiamo nel nostro DNA associativo un amore per tutto ciò che è sport, quindi, prestiamo particolare attenzione alle villette o ai parchi ove la fascia più tenera della popolazione può praticare attività fisica all’aria aperta nel modo più salutare possibile. Purtroppo, dobbiamo far fronte ad una triste realtà che colpisce soprattutto il sud d’Italia: la scarsa educazione civica dei cittadini. Così ho colto l’occasione per unirmi al presidente di ArcheoMe, che ha in adozione questo piccolo spazio verde, per aiutarlo nel suo progetto. I soci del nostro club si son dichiarati immediatamente entusiasti dell’iniziativa e ci siamo immediatamente attivati. Ringrazio in particolar modo le ACLI che senza di loro non sarei stato a conoscenza di quest’evento e auspico collaborazioni future.”

Francesco Tirrito, che ha in adozione lo spazio da circa un anno, si è manifestato appagato del risultato conseguito:

“Grazie all’impegno degli scorsi mesi e a quello odierno, adesso ci resta l’ultima parte, la più divertente: abbellire la Villetta, piantare gli alberelli regalati dal Panathlon Junior Club Messina, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la generosità, e apporre la targa definitiva! Una targhetta in memoria di Ciccio Corriera, l’ultras messinese, nonché caro amico, tragicamente scomparso in un incidente stradale due anni fa a Roma.
Ringrazio tutti per il supporto. È meraviglioso vedere una comunità rispondere positivamente per riqualificare il proprio territorio.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Due su due per il Cus Unime

Cus Calcio UNIME – ©GiuliaGreco

Con una partita in meno e due gare disputate, il Cus Unime Calcio si trova a punteggio pieno. Dopo la vittoria casalinga alla prima giornata per 2-1 sul Real Zancle e il rinvio del match del secondo turno per maltempo, la squadra di Mister Smedile conquista altri 3 punti sulla Saponarese, nuovamente fra le mura amiche del Bonanno.
Un gol per tempo e zero subiti. Questo sarà il risultato finale della terza giornata di campionato per il Cus Unime, un 2-0 firmato Iamonte e Centorrino. Il centrocampista maglia n. 8 sigla la seconda rete della sua stagione in altrettante partite sempre allo stesso modo: un tiro-cross dalla trequarti che assume un’imprendibile traiettoria per i portieri avversari. Nella ripresa, è il bomber n. 9 a trovare la rete dopo un eccellente rinvio con le mani del portiere under, Picciolo, e una improvvisa e geniale verticalizzazione di prima da parte di Alessi. Servirà tutta l’astuzia e l’esperienza di Centorrino per finalizzare il definitivo 2-0, un pallonetto sull’uscita del portiere che si insacca deliziosamente.
Appuntamento domenica prossima per la trasferta a Mazzara Sant’Andrea, contro la squadra Stefano Catania.

 

Cus Calcio UNIME – ©GiuliaGreco

Pagelle:

Picciolo: Splendida partita del portiere gialloblù. Sicuro nelle uscite, bene tra i pali. Spegne più volte i tiri avversari mostrando una sicurezza e temperamento da “over”. Riesce a mantenere inviolata la porta per tutto il match.
Voto: 6,5 IN CRESCITA

Iacopino: Ormai è ordinaria amministrazione per lui. Non sbaglia un colpo. Chiude i battenti della difesa gialloblù senza far entrare una mosca dalle sue parti. Purtroppo Esce per infortunio alla caviglia, ma speriamo che si rimetterà in sesto al più presto. È il pilastro portante.
Voto 6,5 CHIUSO A CHIAVE
(Costa: entra al posto del capitano facendo il suo esordio stagionale. Bene nei minuti finali, riesce a gestire il ruolo con calma senza eccedere nella foga. Voto 6)

D’Agostino: Bella partita d’esordio del nuovo centrale di difesa. Accompagna Iacopino nelle chiusure difensive, ci mette fisico e tenacia riuscendo a limitare gli attaccanti avversari senza cadere in eccessi di frenesia.
Voto 6,5 ACCIAIO

D’amore: Dà una grossa mano in fase difensiva, ma quando c’è da spingere lo fa in modo perfetto dando gas alla manovra d’attacco. Non perde un contrasto, il fisico sommato alla corsa lo fa diventare un avversario ostico da superare.
Voto 6,5 IMPENETRABILE

Papale: Oggi è parso un po’ sulle gambe, colpa del carico fatto solo mercoledì scorso. Bene in fase difensiva, un po’ meno in fase propositiva, le gambe pesanti si facevano appunto sentire. Non sfigura.
Voto 6 STANCO

 

Cus Calcio UNIME – ©GiuliaGreco

Bombaci: Di Ritorno dopo quasi un anno di squalifica, si ritrova in un insolito 442 dove deve combattere gli avversari e le troppe chiamate del mister dalla panchina. Gestisce bene la palla quando funge da play, imposta e richiama l’ordine anche se a volte eccede in foga trovandosi fuori posizione. Deve prendere ancora la giusta confidenza con il terreno di gioco, l’assenza è stata lunga, ma finalmente è tra noi.
Voto 6 BOMBACK
(Amendola: SV)

Maggio: Grande prova di carattere per il nuovo centrale di centrocampo. Bene da fluidificante e bene in fase di contrasto. Mette ordine quando serve, e riesce a tenere bene posizione e tempi del centrocampo per tutti i 90 minuti.
Voto 6,5 CONVINCENTE

Iamonte: Potremmo parlare della solita prova di sacrificio, della corsa e della prestanza fisica a disposizione della squadra. Ma per adesso è coperto da un fascio di luce e tutto quello che tocca si trasforma in goal, che sia un cross, un passaggio o un tiro.
Oggi è toccato ad un lob che si è insaccato in rete; vuoi fortuna, vuoi colpa del portiere, ma un goal è sempre goal.
Voto 7 IN STATO DI GRAZIA
(Lombardo: SV)

Alessi: Oggi in versione esterno di centrocampo è un po’ più distante dall’area di rigore ma sempre in grande spolvero. Funge da stantuffo sulla fascia sinistra giocando con grande sacrificio. Anche se lontano dagli ultimi metri, e anche se non arriva il goal, ci lascia lo stesso lo zampino sfornando un assist al bacio per il raddoppio Gialloblù.
Voto 7 TUTTOFARE
(Creazzo:SV)

Di Bella: Bene nelle sportellate, bene nel dilungare la squadra e nel farla respirare. Sfiora il ritorno al goal ma fallisce clamorosamente un tiro al volo a tu per tu col portiere. Siamo sicuri che si rifarà.
Voto 6 IN ATTESA
(Rizzo: oggi ai box, entra a 25 minuti dalla fine, scalda il sinistro con qualche apertura e qualche tiro da fuori area. Voto 6 VIGILE)

Cus Calcio UNIME – ©GiuliaGreco

Centorrino: Anche per lui tante botte e tanta astuzia. Dialoga bene con i compagni di reparto e riesce a far rifiatare la squadra prendendosi falli di furbizia. Entra in campo con tanta voglia di tornare a timbrare il cartellino e si vede. Prima sbaglia un goal clamoroso davanti al portiere, ma la fame che lo pervade è talmente tanta che non se lo fa ripetere due volte e alla seconda occasione utile punisce il portiere avversario con un pallonetto chirurgico tornando finalmente al goal.
Voto 7 AFFAMATO

 

 

Pagelle ideate e scritte da Luigi Lombardo

Mirko Burrascano

Eventi della settimana

14 febbraio

#innamoratidiME

Dove: Messina

Quando: dalle ore 16:00 del 14 febbraio con iniziative anche il 17 e 18

Cosa:  Un sogno che fluttua con tenerezza infinita sulle ali della Fata Morgana!
Un canto che si diffonde nell’aria limpida di una notte di luna piena sulla bocca delle sirene.
E’ Messina che sussurra: innamorati di me! Si può resistere alla seduzione di una città che si snoda tra i Peloritani e il mare dello Stretto e che si riflette nel cielo con i laghi di Ganzirri e carezza le nuvole e le onde dai colli di Sarrizzo? E perché non cedere alle lusinghe di una città che ti porta per mano alla Badiazza, nella chiesa dei Catalani o di Santa Maria Alemanna e ti trattiene, silente e gioiosa, di fronte a un quadro di Antonello a una scultura di Montorsoli e del Gagini?
Non si può.
E allora rispondiamo alla domanda della città e confessiamole che ne siamo innamorati da sempre.
Innamorati dolenti per le ferite che la città si porta dentro – baracche, povertà, degrado, incuria, istinto di rassegnazione, e poi speculazione edilizia, inquinamento, corruzione.. – ma innamorati decisi a non accettare che la propria amata venga deturpata o abbandonata.

Il 14 febbraio, festa degli innamorati, la vogliamo dedicare alla città di Messina.
Innamorati di ME. Un pensiero, una parola, un gesto d’amore per la città. #innamoratidiME”

Una tre giorni dedicata all’amore per Messina, tante attività e performance per scoprire e amare di più la nostra città, questo e molto altro è “Innamorati di ME” iniziativa promossa da Cambiamo Messina dal Basso, Puli – AMO Messina, Associazione Zaleuco e Assessore Collettivo Antonello.

Un evento che vede la collaborazione di diverse realtà e che accompagnerà per tre giorni le/i messinesi, 14 – 17 e 18 febbraio, tre giorni che saranno un primo gesto di riscoperta di amore per la città.

Una tre giorni che ha già avuto idealmente il suo inizio con la richiesta, fatta tramite social network, a cittadine e cittadini di raccontare la loro “storia d’amore” con la città dello Stretto con una foto o una poesia (anche in dialetto) e di inviare il loro elaborato, edito o inedito, alla mail innamoratidime2018@gmail.com entro sabato 10 febbraio alle ore 10.00 per partecipare gratuitamente ad un contest.

CALENDARIO:

Il 14 febbraio alle ore 16:00 sarà il momento della visita guidata, a cura dell’associazione “Lalleru”, a zona Cammarata e Via Belle Arti; un momento per ricordare ma anche scoprire dei luoghi simbolo della messinesità.

Alle 17:00 presso largo San Giacomo, luogo riportato alla luce e ridonato a cittadine e cittadini, si terrà “Amo Messina perché…” iniziativa a cura di Puli-Amo Messina, che vedrà in contemporanea una performance con i gessetti a cura di Martina Karamazov.

Alle ore 18:00 presso l’atrio di Palazzo Zanca sarà il momento dell’esibizione dei cantastorie Annamaria Pugliese ed Anthony Greco.

Alle 18:00 ci saranno ben due eventi, il primo sarà un laboratorio di scrittura “I luoghi della mia città nella mia storia” condotto da Mimma Stornanti, a cura dell’Associazione culturale “Intervolumina” presso la Biblioteca dei Cappuccini di Pompei; il secondo una visita guidata a Piazza Duomo a cura di Christian Mangano ed un Minitour su trenino turistico, evento che richiede la prenotazione vista la disponibilità di soli 28 posti, con partenza e arrivo Piazza Duomo e con soste presso Cristo Re e zona Street Art, a cura di Discover Messina.

Alle ore 20:00 la Galleria Vittorio Emanuele si animerà con “Amor de tango: milonga in Galleria”, a cura dell’associazione TangoQuerido e sempre alle 20:00 sarà anche l’isola pedonale di via I° Settembre si svolgerà la Coreografia yoga a cura del Centro Tao Messina.

Alle 21:30 ci sará ” I cuntastorie”, Performance teatrale e Musicale a cura del maestro Nino Pracanica, attore; di Federico Chiofalo e Sebastiano Pietrini, Santino Scardino, musicisti, presso la Chiesa SS. Annunziata dei Catalani ed allo stesso orario sempre in via I° Settembre Performances di arte in strada: alle 22:00 Messaggi damore – perché ogni amore è unico e irripetibile: da unidea di Daniele Gonciaruk con gli allievi della scuola sociale di teatro Officine Dagoruk e alle 22:30 MEmorie, a cura dell’associazione Le Ronde.
Vogliamo valorizzare l’importanza dell’arte di strada e in strada e degli spazi pedonali, luoghi di socializzazione, incontro e cultura.

Sabato, 17 febbraio, appuntamento alle 09:30 sul viale Boccetta per la Passeggiata naturalistica Badiazza – Colli Sarrizzo con pranzo da don Minico a cura di “Cammina con Paolina”; alle ore 16:30 presso la libreria Colapesce si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note dImprovvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

Domenica, 18 Febbraio, alle ore 09:00 Passeggiata naturalistica Forte S.Jachiddu e Monte Ciccia a cura del CAI di Messina e alle 20:00 presso la Galleria Vittorio Emanuele performance di danza di Oltredanza a.s.d. a.p.s. di Claudia Bertuccelli e Tilia Ruggeri ed a seguire performance di “Esostheater- Il teatro degli Esoscheletri” diretto da Sasá Neri. .

Un segno tangibile per le cittadine ed i cittadini verrà lasciato da due interventi di Street Art che come focus avranno l’amore per la Messina che verranno realizzati dalle allieve e dagli allievi del liceo artistico “Ernesto Basile” e dagli street artist MaCa e NessunNettuno.

16 febbraio

PICCOLI CRIMINI CONIUGALI

Dove: Teatro Vittorio Emanuele

Quando: dal 16/02 al 17/02 ore 21:00 ; giorno 18/02 ore 17:30

Cosa: Adattamento teatrale dell’omonimo libro di Eric-Emmanuel Schmitt firma la regia Michele Placido che interpreta uno dei protagonisti insieme ad Anna Bonaiuto.
Sinossi :
Sull’altalena del matrimonio fra impercettibili slittamenti del cuore e tradimenti conclamati si consuma la vita dei due protagonisti. Un sottile, brillante gioco al massacro a due voci inventato dal drammaturgo più amato d’oltralpe.
Gilles e Lisa, una coppia come tante. Da ormai quindici anni si trovano a vivere un, apparentemente, tranquillo menàge familiare.
Lui, scrittore di gialli, in realtà non è un grande fautore della vita a due, convinto che si tratti di un’associazione a delinquere finalizzata alla distruzione del compagno/a.
Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane.
Un piccolo incidente domestico, in cui Gilles, pur mantenendo intatte le proprie facoltà intellettuali, perde completamente la memoria, diventa la causa scatenante di un sottile e distruttivo gioco al massacro.
I tentativi di Lisa di aiutare il compagno a riappropriarsi della sua identità e del loro vissuto comune diventano, un percorso bizzarro, divertente e doloroso, che conferma il sospetto di molti che anche la coppia più affiatata non è che una coppia di estranei. Gilles e Lisa avranno un bel da fare per cancellare l’immagine di sé che ciascuno ha dell’altro, attraverso rivelazioni sorprendenti, scoperte sospettate, ma sempre taciute, rancori, gelosie, fraintendimenti mai chiariti, in una lotta senza esclusioni di colpi, sostenuta, per fortuna loro, da una grande attrazione fisica che li tiene avvinti.
Il testo di Schmitt è un veloce e dinamico confronto verbale tra i due protagonisti, un susseguirsi di battute, ora amorevoli ora feroci, ora ironiche ora taglienti, uno scontro che si genera dove una grande passione inespressa cerca un modo per sfogarsi. Il battibecco è necessario, vitale.
Il confronto incessante, il dire apertamente quello che era percepito da tempo, la consapevolezza chiara ed intelligibile di alcune realtà e verità prima solo intuite sono momenti necessari alla vita di coppia, per permettere a due persone di crescere insieme, di rispettarsi, di convivere.

 

17 febbraio

CUSUNIME-WP CATANIA

Dove: Cittadella sportiva Annunziata

Quando: ore 15:00

Cosa: campionato nazionale di pallanuoto serie B

 

COLAPESCE E #innamoratidiME

Dove: Libreria Colapesce via Mario Giurba 8/10

Quando: ore 16:30

Cosa: all’interno della manifestazione #innamoratidiME  si terrà “Scrivi di Me”: gioco di scrittura creativa a cura di Daniela Orlando e alle 19:00 Note d’Improvvisazione: improvvisazioni musicali a cura di Gianluca Rando.

 

HÅN al Retronouveau

Dove: Retronouveau via Croce rossa 33

Quando: ore 22:30

Cosa: Classe 1996, è una ragazza accompagnata dalla sua chitarra e dal suo computer.
La musica di HÅN si riversa sull’ascoltatore con la delicatezza di un ruscello di acqua limpida, fresca e cristallina.
Anticipato dal singolo The Children in anteprima streaming da The line of best fit e 1986 lanciato dallo statunitense Gorilla vs. Bear, l’EP di debutto è un’intensa creatura synth-pop in cui i tappeti di synth e le chitarre si uniscono ai ritmi pulsanti della drum-machine. Con questi brani HÅN ha superato il milione di ascolti su Spotify.

“Ascoltarlo è d’obbligo, apprezzarlo quasi scontato” (SENTIREASCOLTARE)

“Evocative and atmospheric guitar work and pulsating drum beats cry out Daughter in their influences, met by a minimalism in its airy synth that draws comparisons to The XX”. (When The Horn Blows)

APERTURA PORTE: 22.30
START SHOW: 23.30
INGRESSO: €5

PROMO: BIRRA OMAGGIO per chi entra PRIMA DELLE 23:30

 

Arianna De Arcangelis

 

Non perché, ma come

“Per molto meno, nei secoli scorsi, scoppiavano guerre e rivolte popolari”. Così D’Amico della Gazzetta del Sud la settimana scorsa chiudeva un articolo riguardo l’isolamento e l’arretratezza in cui verte la Città di Messina.

Fondata come colonia greca col nome di Zancle e poi Messana, la città raggiunse l’apice della sua grandezza fra il tardo medioevo e la metà del XVII secolo, periodo in cui contendeva a Palermo il ruolo di capitale siciliana.

Il nome originario Zancle deriva forse dalla forma a falce della penisola di S. Raineri, la quale oltre ad aver stimolato l’immaginazione dei greci attribuendone l’origine al momento in cui Cronos (padre di Zeus) tentò di scacciare dal trono il padre Urano evirandolo con una falce poi lasciata cadere proprio nello stretto, ha costituito un porto naturale che fu alla base dello sviluppo della colonia greca.

Lo stesso che oggi è snodo fondamentale per le imbarcazioni che solcano il mediterraneo e che nel 2016 è stato il primo porto italiano per traffico passeggeri (250mila in più di Napoli). Considerazioni che poco sembrano interessare alla politica nazionale, la quale toglie a Messina la sede dell’Autorità Portuale e poi la lascia fuori dal fondo di 1 miliardo e 397 milioni di euro destinati alle linee metropolitane e filoviarie delle Città metropolitane e altre città.

Sembra quasi ci sia la volontà di punire ed umiliare ogni volta questa splendida città privandola di tutto, spesso anche di diritti fondamentali. La continuità territoriale, in questa zona così cruciale della geografia italiana, viene negata dallo Stato italiano dato il progressivo rincaro dei biglietti aerei per l’Isola da parte delle compagnie aeree, l’assenza di un’alta velocità ferroviaria (per non dire di treni e binari) insieme alle penose condizioni della Messina-Catania il cui versante peloritano non è stato sistemato nemmeno con la venuta del G7 (Tchamp piss no uor).

Caro voli denunciato nei giorni scorsi ancora una volta dall’associazione “Fuori di Me” con il report annuale, da cui si evince un incremento costante dei biglietti aerei per le tratte che servono la nostra zona con picchi sotto Natale a 603 euro per una A/R sulla tratta Linate-Catania. «Come evidenziato dall’ultimo bilancio demografico – sottolinea l’ex presidente dell’associazione Roberto Saglimbeni –, la città di Messina ha subito una perdita pari a 5000 abitanti (-2,2%) solo negli ultimi cinque anni. È quindi ovvio che c’è una sempre più forte esigenza di collegamenti efficienti, soprattutto aerei».

Una realtà quella del fuorisede messinese che cresce quotidianamente, come attestano i dati Istat pubblicati quest’estate sui quotidiani locali secondo cui Quattromila 20enni hanno lasciato Messina dal 2008 ad oggi. Insomma uno stillicidio di giovani più che una fuga di cervelli. Talenti che devono brillare altrove pur essendo nati e cresciuti qui come il chimico-fisico di 25 anni recentemente intervistato da IlFattoQuotidiano.it Fabrizio Creazzo che dopo la tesi magistrale alla Sorbona ha ottenuto il finanziamento del suo PhD sul carburante ecologico del futuro alla Université Paris-Saclay e Ecole Polytechnique. Dopo un 110 e lode in Fisica all’UniMe Fabio è partito per svoltare la sua situazione economica e professionale come si legge nell’articolo del quotidiano nazionale:

“Io vengo dal Sud ma nonostante ciò, con fatica e sacrifici, ho potuto realizzare la mia tesi magistrale in fisica, con il massimo dei voti, all’Università della Sorbona e ottenere un completo finanziamento da un laboratori d’eccellenza per realizzare il mio PhD sempre in Francia”. Ma non solo: in questi pochi anni di vita parigina Fabrizio ha potuto pubblicare ben tre articoli scientifici, conoscere gli esperti mondiali del suo ambito di lavoro e diventare membro del comitato editoriale di una rivista scientifica a soli 25 anni. “E sono partito da Messina. Tutto questo in Italia sarebbe stato impensabile”.

Tutto ciò potrebbe suonare come un commiserare ripetitivo, una lamentela, di quella che è la situazione attuale, ma ciò che deve spaventare davvero è l’assordante silenzio della classe dirigente locale. L’assenza di politiche concrete che rendano Messina capace di richiamare ed attrarre a sé i più giovani, senza i quali questo posto non ha futuro.

Quando ero all’ultimo anno di Liceo, in occasione del 66^ anniversario della nascita della Regione Sicilia (2012), la mia scuola organizzò un incontro con l’autore del libro “I Siciliani” Gaetanno Savatteri, incontro al quale parteciparono anche l’allora sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca e l’allora assessore regionale alla cultura Mario Centorrino. Mi fu richiesto dal comitato organizzativo insieme ad altri compagni di scuola di porre una domanda allo scrittore. I miei coetanei fecero domande inerenti al libro, alla Sicilia ed alla Mafia, io pensai di andare un po’ fuori traccia. Così presa la parola mi rivolsi direttamente all’assessore regionale e chiesi come potessimo noi giovani una volta terminato il liceo costruirci un futuro rimanendo nella nostra terra. Era un professore distinto, molto pacato, e fu piacevole ascoltare la sua risposta sul perché fosse importante rimanere qui, ma una volta averlo lasciato terminare al microfono dissi: “assessore non le chiedo perché, ma come?”. Lui mi sorrise e fu così gentile da rispondermi che era possibile ma difficile. A distanza di cinque anni però, continuo a pormi la stessa domanda: “Non perché, ma come?”.

Alessio Gugliotta

Dedica di Gaetano Savatteri

 

Sunday in lizza per il David di Donatello: intervista a Danilo Currò

Danilo Currò è un giovane regista italiano, nato a Messina il 6 agosto 1993. Si diploma in Pittura e Decorazioni Pittoriche presso il liceo artistico E. Basile. Approda dapprima alla fotografia, attraverso la quale cura e sviluppa le capacità che lo condurranno ad una più seria ricerca che sfocerà nella scelta della regia come nuovo campo di azione. Nel 2012 la National Geographic Italia seleziona uno dei suoi scatti paesaggistici e in seguito alcune tra le sue fotografie vengono inserite negli album della Leica Talent Italia. Da qui in poi i lavori di regia di Danilo gireranno l’Italia ottenendo vittorie e riconoscimenti vari al Corto Tendenza Festival di Barcellona, al Taormina Film Fest, al Festival di Pordenone ed al Cortona On The Move. Produzione che inoltre sono state trasmesse su Rai 2 e sulla piattaforma online Infinity di Mediaset.

Il 27 novembre del 2015 Currò si è aggiudicato il premio del pubblico, ovvero i lettori de “La Stampa” che hanno votato le fotografie sul web nel concorso fotografico “Sunday Photographers” indetto dal quotidiano nazionale per Photolux Biennale. Nel 2016 ultima il suo primo documentario dal titolo “Sunday”, che segue il filone del progetto fotografico “Black Lips”, raccontando la storia di un giovane migrante. Il documentario è presentato dal regista Gabriele Muccino e partecipa in concorso a numerosi festival internazionali. Dal 2017 vive a Roma e lavora con Palomar al documentario “Indizi di felicità” di Walter Veltroni e nel nuovo film di Gabriele MuccinoA casa tutti bene”. Ci siamo seduti con Danilo a fare due chiacchiere dopo il suo inserimento in concorso al prossimo David di Donatello e lo incontreremo di nuovo il 28 dicembre qui a Messina perchè Sunday verrà proiettato in esclusiva al Cinema Lux alle ore 21:00.

Cosa significa il titolo del documentario “Sunday“? 

Sunday è il nome del protagonista del documentario. Il suo nome completo è Fasasi Sunday Ebenezer.

Sunday sono 23’ di … ?

Sono 23 minuti di respiri spezzati, di parole pesanti e di sorrisi leggeri. 23 minuti in cui un ragazzo non ancora maggiorenne si racconta con semplicità, parlando della sua storia che poi rispecchia quella di molti altri come lui, che è la storia della migrazione. In fuga da un paese che ama ma che lo costringe ad andare via, attraversando il deserto e il mare, per mesi e mesi.

Come nasce la tua passione per il Cinema? 

Nasce in maniera graduale e quasi per caso. Il mio percorso inizia dal disegno, che mi ha portato alla pittura e successivamente alla fotografia. Da lì, dalla fotografia al cinema è stato un attimo. Sentivo il bisogno di muovere le immagini, di unirci altre forme d’arte. L’immagine statica non mi bastava più. E poi quando a 15 anni vedi per caso Arancia Meccanica in tv, o ti disgusti per un qualcosa che non riesci a comprendere e capire, o inizi ad amare quella cosa. E io per fortuna ho iniziato ad amarla.

Che legami hai con la tua città Messina?

Ho un legame profondo e sincero. La amo e la odio, come penso la maggior parte della gente. La odio perché mi ha costretto ad abbandonarla, e la amo perché ogni volta che ci ritorno mi stimola creativamente. Spesso mi piace partire dalla litoranea per arrivare senza sosta fino a su, fino ai Colli. Però diciamo che non riesco mai a ridurre il tutto alla mia città, spesso mi piace parlare di Sicilia. Mi sento siciliano fino al midollo. 

Cosa pensi del tuo inserimento nella categoria cortometraggi al David di Donatello?

Che gran c***! Si può dire? In realtà sono felicissimo perché il documentario ha viaggiato molto durante quest’anno, e sta continuando a farlo. A volte mi porta con se, altre volte sono costretto a lasciarlo andare da solo. E’ la bellezza di un qualcosa che crei e che riesce poi ad essere autonomo, ad essere vista da tanta gente da un punto all’altro dell’Italia. Riguardo ai David non posso che essere orgoglioso del lavoro che siamo riusciti a fare io e gli altri con così pochi mezzi. Per me è già tanto essere in concorso, la candidatura la vedo come una chimera.

Se venissi scelto per la finale quale messaggio vorresti passasse?

Quello della libertà, che poi è l’immagine finale del documentario. Siamo nati liberi in un mondo libero, ed è difficile comprenderne il contrario. Con il mio lavoro cerco di avvicinare al pensiero, alla riflessione di questo. Ma è un messaggio che vorrei passasse ad ogni singola visione, a prescindere dai David.

A cosa stai lavorando per adesso? 

Ho diversi progetti in fase di sviluppo. Diciamo che mi sto dedicando alla scrittura di un lungometraggio, che spero realizzare e di girare anche qui in Sicilia, e perché no, magari a Messina! Ma siccome quando leggo le interviste degli altri a questa domanda si cerca sempre di sviare, prendo esempio da loro e non dico altro!

Ci dici tre personaggi a cui ti ispiri nella tua vita personale e professionale?

In ambito professionale c’è tanta gente a cui mi ispiro, nella forma e nella poetica mi viene da pensare a Bertolucci, Antonioni, Kubrick o Tornatore. Ma è davvero difficile ridurre tutto questo a qualche nome. 

Che consiglio vuoi dare a chi vuole intraprendere la tua stessa strada?

E’ una grossa responsabilità dare consigli, soprattutto di questo tipo. Credo, o almeno è quello che ho imparato finora, che lo studio della storia del cinema sia la base, insieme alla visione di tanti film. E poi c’è la pratica, la tanta pratica che è quella che in ogni cosa ti forma e ti crea artisticamente e professionalmente. Credo che sia importante partire da queste tre cose. E poi ci sono i cliché, costanza e determinazione. Penso che queste due cose facciano la differenza. Il talento possiamo averlo e affinarlo, ma senza quelle due cose lì è veramente difficile farcela. Ci sto provando anch’io, è difficile consigliare cosa è giusto o non giusto. Fate e circondatevi di gente capace.

Alessio Gugliotta