FRU 2025, la scintilla della comunicazione

Prologo: la radio vista da fuori

Il me stesso di qualche mese fa vedeva la radio come un semplice strumento di trasmissione di tracce musicali, una scatola capace di emettere suoni e diffonderli a scopo commerciale. Chissà cosa direbbe al me stesso di oggi, in treno, che sta tornando dal Festival delle Radio Universitarie (FRU), che si è tenuto a Foggia dal 7 al 9 maggio. Il FRU 2025 è stato un viaggio all’interno del concetto di comunicazione, oltre che delle trasmissioni radiofoniche. E questo è il nostro diario di bordo.

L’arrivo sul pianeta “radio”

Giorno 1.

Nonostante qualche contrattempo nel viaggio in treno, io, Giulia, Giuseppe e Michele arriviamo a Foggia intorno alle 19. Arrivata l’ora di cena, conosciamo decine di ragazzi provenienti dalle università di tutta Italia. Sono decine di mondi a sé stanti, ognuno è diverso dagli altri, ognuno di loro ha delle passioni uniche e singolari, tutti hanno gusti musicali diversi, vite diverse, modi di fare diversi. Eppure tutti sono accomunati da una cosa sola: l’assoluta convinzione che, in una società in cui i fraintendimenti fanno comodo a molti, l’unico mezzo per mettere in contatto pianeti diversi è la comunicazione. Parlare con delle realtà incredibilmente diverse da UVM eppure incredibilmente vicine al nostro concetto di comunicazione è stata un’esperienza per me indimenticabile, un’occasione per crescere e cambiare ogni aspetto della mia persona. Tra una conversazione sugli Sleep Token e una digressione sulla centralità del linguaggio nella cultura di un popolo, la serata è volata via in men che non si dica.

La comunicazione al centro

Giorno 2.

Una volta giunti all’università di Foggia, ci vengono forniti i nostri badge. In aula magna si svolgono i saluti istituzionali. Da subito noto una forte volontà di avvicinarsi a noi da parte di tutti quegli speaker e quei relatori che spesso percepiamo come distanti poiché adulti. Vedere che tra chi spesso si lamenta delle nuove generazioni, chi continua a ripetere che ai suoi tempi le cose andavano meglio, ci sia effettivamente qualcuno animato da una sincera volontà di avere un dialogo con noi, mi rassicura molto. Dopo i saluti istituzionali partecipiamo al workshop di Savino Zaba, speaker di Rai Radio 1, in occasione del centenario dalla nascita della radio. Per un’ora ci siamo immersi in un viaggio nella storia della radio, scoprendo un mondo che affonda le sue radici nei periodi più determinanti nell’Italia moderna. Alla fine del workshop, riusciamo a fermare Zaba e gli facciamo qualche domanda. La nostra conversazione è identica a quella che tutti avremmo con un amico che non vediamo da tempo. Ci confessa la sua simpatia per Messina e ci spiega che gli è capitato di lavorarci e che questa esperienza gli ha lasciato un bellissimo ricordo. Salutato Zaba, seguiamo molti altri workshop programmati per il pomeriggio. Al di là degli argomenti specifici, emerge sempre la centralità della comunicazione e del dialogo.

Mondi in contatto

Giorno 3.

Mi sveglio in tempo per sentire l’assordante sveglia di Michele, il mio compagno di stanza. Siamo entrambi abbastanza stanchi, la sera prima abbiamo fatto tardi. Nonostante tutto il sonno passa subito, balziamo giù dai letti, siamo ansiosi di assistere alla speaker challenge, evento centrale di ogni FRU. Tutti gli speaker sono stati bravissimi. Poco prima di scoprire i vincitori, la nostra tensione raddoppia.

Ci viene comunicato che è stato scelto il nuovo Papa. Tutto viene interrotto per assistere alla fumata bianca. Ci colleghiamo su Rai 1. Questo evento ribadisce lo spirito di unità e di collettività di questo FRU. La sensazione è esattamente quella di trovarsi in un gruppo di amici che reagiscono a una notizia di grande importanza storica. Dopo un po’ ci vengono annunciati i nomi dei concorrenti che hanno superato la prima prova. Nessuno di UVM, purtroppo, viene ammesso alla prova successiva, ma siamo comunque contentissimi. Proprio in questi momenti capiamo che non era l’ipotesi della vittoria a renderci entusiasti, ma trovarci in un contesto multiculturale e incredibilmente aperto. Nel pomeriggio ho l’occasione di intervistare Marco Stanzani, colosso nel settore della promozione musicale. La musica è ormai al centro della mia vita da tempo, è un piacere discutere con lui di tematiche come la promozione di realtà prog e sperimentali che fanno fatica ad emergere in Italia. Al termine dell’incontro discuto con i ragazzi di altre radio e ci viene in mente di ideare un’iniziativa che coinvolga moltissimi gruppi o artisti emergenti. Si ribadisce l’importanza del contatto e dello scambio produttivo tra realtà radiofoniche incredibilmente diverse tra loro. Vedere che siamo riusciti a creare una solida connessione tra pianeti estremamente diversi è bellissimo.

Ultimi schizzi sulla tela

Giorno 4.

Ultimo giorno di FRU, ci incamminiamo verso l’università, stavolta per l’ultima volta. Non ci resta che tirare le somme, incontrare i ragazzi delle altre radio, discutere del presente ma soprattutto del futuro. Dalla nostra riunione emerge come il FRU non abbia semplicemente messo in contatto tutti noi: il nostro interesse nell’ideare nuovi progetti è più vivo che mai. Le nostre idee hanno abbellito una tela precedentemente riempita di colore, hanno aggiunto la cornice ad un quadro già magnifico. Il nostro impulso creativo non è mai stato così ardente.  Dopo le conclusioni, abbiamo scambiato i nostri contatti in modo tale da creare una rete di comunicazione tra radio. Non ci resta che trascorrere la nostra ultima serata a Foggia, in un’atmosfera già piena di nostalgia e immersa nei ricordi di ciò che è accaduto soltanto negli ultimi quattro giorni.

Epilogo: la radio vista da dentro

Il me stesso di oggi si trova in treno, nel suo viaggio di ritorno dal FRU 2025. La mia visione del mondo radiofonico è sicuramente stata rivoluzionata, a partire dai suoi fondamenti. Questa esperienza ha rafforzato una convinzione che forse non sapevo nemmeno di avere: la comunicazione, radiofonica e non, è l’unico mezzo che l’uomo ha per essere assolutamente libero. Un linguaggio che possa essere chiaro, onesto e diretto è la base per qualsiasi dialogo. Viviamo in un’epoca in cui le classi dirigenti marciano su fraintendimenti nel linguaggio e disinformazione. La fiamma dell’interesse delle nuove generazioni nei confronti dell’attualità si sta lentamente spegnendo. A noi, però, viene data l’occasione di ravvivare il rogo della nostra passione. Abbiamo l’opportunità di realizzare una rete di comunicazione tra le principali radio universitarie italiane e farci garanti di un nuovo modo di comunicare. Le persone, soprattutto i nostri coetanei, sono stanche di sentirsi comunicare notizie da qualcuno col mignolino alzato e dall’aria saccente. La radio nasce per la gente, dunque va fatta dalla gente, tra la gente, senza troppi formalismi.

Siamo come scintille, e speriamo di riuscire a costruire un percorso che ci porterà a splendere come non abbiamo mai fatto.

Salvatore Pio Andreoli

 

 

 

FRU22. La radio si evolve ma resta evergreen

Il Festival delle Radio Universitarie, conosciuto anche come FRU, è un evento molto speciale per i radiofonici universitari, un appuntamento fisso ogni anno dal 2007 che permette a tantissimi ragazzi, sparsi per tutta l’Italia, di poter si ritrovare e coltivare insieme una grande passione: quella per la radio.

Lo scopo del Festival è quello di analizzare attraverso dibattiti e panel l’esperienza della radiofonia italiana, lasciando la parola agli esperti del settore, che individuano nella comunicazione multimediale un valido strumento per la diffusione di valori culturali. Un Festival che non si rivolge solo agli universitari, ma coinvolge tutti coloro che sono interessati al mondo della radio e della comunicazione.

I tre inviati di UVM al FRU di quest’anno. Da sinistra: Roberto Fortugno, Sarah Tandurella e Carmen Nicolino. Foto di Carmen Nicolino

FRU22: si riparte da Catania

L’edizione di quest’anno ha avuto tutto un altro sapore: è stata la prima in presenza dopo due anni di pandemia e si è svolta a Catania per la seconda volta. La manifestazione, tenutasi dal 19 al 22 maggio e organizzata grazie alla sinergia delle radio universitarie che fanno parte del circuito RadUni, ha avuto come sede l’Università degli Studi di Catania, permettendo a tutti i suoi partecipanti di trascorrere un divertentissimo weekend all’insegna della musica, con un’atmosfera tipicamente siciliana. Il capoluogo etneo è stato invaso da oltre 150 giovani che per tre giorni sono stati immersi in momenti di approfondimento, workshop, musica e socializzazione.

Il badge dell’edizione del Festival delle Radio universitarie di quest’anno. Foto di Sarah Tandurella

L’appuntamento più atteso è stato quello della Speaker Challenge: 22 ragazze e ragazzi provenienti da varie radio universitarie si sono sfidati a colpi di sketch radiofonici per eleggere la miglior voce dell’anno. Ad avere la meglio è stato Flebs, nome d’arte di Marco Fleba, studente universitario radiofonico proveniente da Radio 6023, la radio dell’Università del Piemonte Orientale. È stato poi assegnato un secondo premio, quello per il Miglior Format Radiofonico 2022, alla trasmissione Dietro Le Quinte di Unica Radio dell’Università di Cagliari.

 I temi dell’edizione

Temi centrali del FRU di quest’anno sono stati la sostenibilità, l’evoluzione della radio, il ruolo dei giornalisti e ovviamente la musica. I tantissimi panel organizzati da RadUni hanno avuto come moderatori illustri professionisti.

La professoressa Tricomi dell’Università di Catania ha spiegato la necessità di trattare argomenti scientifici anche in radio nonostante la difficoltà di non poter usare immagini, utilizzando un linguaggio semplice, in modo che il pubblico percepisca l’utilità di tali informazioni. Angelo Di Benedetto di RTL 102.5 e il giornalista Stefano Rossini (Gruppo Icaro) hanno affrontato il tema della sostenibilità, riassunto nel concetto di “consumare meglio, non meno”.

Il giornalista Danilo De Biasio ha costruito un dibattito sull’obbligo morale del giornalista di essere imparziale ma – allo stesso tempo – di riuscire ad imporsi con “un intervistato che dice la cosa sbagliata al momento sbagliato”.

Infine il giornalista e fondatore di Igers Roma, Matteo Acitelli, ha illustrato come utilizzare i vari social per fare informazione.

L’inviata e redattrice di UniVersoMe Sarah Tandurella. Foto di Roberto Fortugno

Tra informazione e intrattenimento: un mezzo antico e moderno

Ma la vera, unica e indiscussa protagonista del FRU rimane la radio: potente mezzo di comunicazione, che molti danno per scontato, ma che continua ad essere fonte di informazione e di intrattenimento. Come ogni altro medium, anche la radio si sta evolvendo, dal punto di vista uditivo attraverso i podcast, ma anche attraverso un punto di vista visivo con l’uso di immagini.

La radio continua ad essere uno strumento che si affida esclusivamente alla voce ma – come dicono lo speaker radiofonico Wad e la producer Marta Boffelli di Radio Deejay, ospiti anche loro del festival – «nulla vieta di spostare il materiale su altre piattaforme e diffondere ulteriormente il messaggio che si vuole trasmettere». Basti pensare che ormai da tempo è possibile “ascoltare” un programma radiofonico in televisione, guardando quello che accade dentro uno studio radiofonico durante una puntata, e sono in molti ormai a repostare contenuti radiofonici su social network come Instagram e Tiktok.

Una parte dei partecipanti al FRU e gli ospiti Wad e Marta Boffelli di Radio Deejay. Foto di Radio Frequenza Libera (Politecnico di Bari)

I momenti migliori sono quelli di conoscenza, di confronto e di scambio di idee con gli altri partecipanti. Il FRU permette di apprendere nuovi concetti o di perfezionare quelli che già sono stati assimilati, di accrescere le proprie competenze e di confrontarsi con gli altri. Per questo motivo, per noi studentesse e studenti di Radio UniVersoMe è stato facile conoscere gente con le stesse passioni, con gli stessi sogni e soprattutto con la stessa voglia di fare radio.

Non si tratta di accendere un microfono e parlare, ma di voler comunicare un messaggio importante e di cambiare il mondo attraverso uno strumento che è allo stesso tempo antico e moderno. Ecco cosa trasmette veramente il FRU: un’energia che ti invoglia a dare tutto ciò che sei in un continuo flusso di creatività e innovazione.

Sarah Tandurella

* Articolo pubblicato su Gazzetta del Sud nell’inserto Noi Magazine il 26/05/2022

Maratona “Non Fermiamo Questa Voce” in streaming sui canali RadUni

Ritorna la maratona “Non Fermiamo Questa Voce” organizzata da RadUni ed Europhonica, con contenuti realizzati dalla Fondazione Megalizzi. Dopo la precedente edizione, in data 11 Dicembre 2020 (la quinta), l’Associazione Operatori Radiofonici Universitari continua a dare un segnale forte e di coesione nel ricordo di Antonio Megalizzi, nostro collega prematuramente scomparso nell’attentato di Strasburgo del 11 Dicembre 2018.

Anche la data di oggi ha un forte valore simbolico: nel giorno del compleanno di Antonio, sono dedicate a lui 24 ore continuative di trasmissione, divise in 4 blocchi, ciascuno di 6 ore che si ripeteranno dalla mezzanotte di oggi alle 23.59 sempre di sabato 15 Maggio.

Programmazione e dove ascoltare la maratona

Il palinsesto prevede una scaletta con contributi vari e diversificati, che mettono al centro l’operato di Antonio e i temi ai quali si è ispirato, riattualizzati da chi – da sempre e con convinzione – vuole continuare a portarli avanti. Un rinnovato spirito europeista, una narrazione dell’Europa più vicina alle nuove generazioni che unisce tanti giovani coinvolti nel mondo dell’informazione, con la voglia di fare sentire la propria voce e le proprie opinioni.

Ecco la scaletta completa:

  • Riattualizzazione di contenuti di Antonio Megalizzi da parte di Europhonica;
  • Dibattiti da parte della redazione di Europhonica
  • L’ultima puntata di SETTEGIORNI di Europhonica
  • LIBERI PENSIERI – Dibattiti realizzati dai Soci RadUni
  • Contenuti di Antonio Megalizzi
  • La raccolta #ANTONIOCONME realizzati da Fondazione Megalizzi
  • Contributi con ospiti

Per seguire lo streaming di RadUni clicca sul seguente link.

La nostra voce non può e non deve fermarsi: per Antonio, per i suoi sogni, che poi sono anche i nostri.

Cinque studenti UniMe in trasferta nella caput mundi per il FRU 2019

Il countdown è ufficialmente finito. Tutto pronto per il FRU 2019. Oggi si è dato inizio ai lavori del FRU, il festival delle radio universitarie italiane, che si concluderà il 9 giugno. L’evento è organizzato da RadUni, l’associazione che riunisce gli operatori dei media radiofonici universitari italiani, la cui mission è quella di rispondere a un’esigenza di legame e di condivisione di buone pratiche tra i promotori delle prime esperienze di web radio universitarie italiane. A distanza di un anno, per la seconda volta consecutiva, l’Università degli Studi di Messina rinnova l’adesione al festival giunto alla tredicesima edizione, inviando una delegazione di cinque studenti universitari, membri della redazione UniVersoMe, la testata giornalistica degli studenti UniMe, nonché tutti e cinque speaker radiofonici di Radio UniVersoMe, la web radio di UniVersoMe.

Dopo l’entusiasmante esperienza del FRU 2018 a Cagliari, Radio UVM presenzia ancora all’affezionato appuntamento, ma con diversi partecipanti e in una diversa location. È la capitale, nell’Università Roma Tre, lo scenario scelto per ospitare lo svolgimento dell’edizione 2019 del FRU. Quest’anno tocca agli studenti Francesco Burrascano, Giuseppe Cannistrà, Alessio Caruso, Elena Perrone e Ilaria Piscioneri, che saranno protagonisti attivi, insieme ai rappresentanti di altre emittenti universitarie provenienti da tutta Italia, di quattro intense giornate che prevedono un programma fitto di attività, consultabile nel seguente link al sito: https://www.raduni.org/fru19/.

Dalle conferenze e i dibattiti sui temi della radiofonia, delle nuove tecnologie e della comunicazione, agli workshop interattivi, i nostri inviati avranno modo di confrontarsi con altri appassionati aspiranti radiofonici e giornalisti, e di prendere parte a momenti altamente formativi di incontro con relatori d’eccellenza e professionisti esperti del settore che sveleranno alcuni segreti del mestiere. Ma non finisce qui. La manifestazione rappresenterà anche un banco di prova stimolante in cui poter esercitare e dimostrare le proprie competenze, cimentandosi in delle sfide, le cosiddette speaker challenge. Durante il festival saranno premiati il miglior format radiofonico universitario e la migliore voce. Ultimo ma non meno importante elemento immancabile sarà la musica, componente fondamentale non solo in radio, ma anche come forma di intrattenimento che farà da cornice ad alcune serate, grazie ad artisti del panorama musicale nazionale che si esibiranno in concerti dal vivo.

Le anticipazioni possono bastare. Non si può rivelare troppo. Il resto dovrete scoprirlo leggendoci sul sito https://universome.unime.it. Per restare aggiornati e non perdervi contenuti inediti in diretta da Roma, collegatevi sui canali social di UniVersoMe:

https://www.instagram.com/uvm_universome/

https://www.facebook.com/UniVersoMessina

https://twitter.com/universomessina

Giusy Boccalatte

UniVersoMe e RadUni presenzieranno al IX incontro nazionale dei corsi di scienze della comunicazione

Due portavoce degli studenti di UniVersoMe, la testata multiforme dell’Università di Messina, prenderanno parte, venerdì 14 dicembre 2018, al IX Incontro Nazionale dei Corsi in Scienze della Comunicazione promosso dalla Conferenza Italiana di Scienze della Comunicazione che avrà luogo presso la Sala delle Capriate, Palazzo Chiaramonte-Steri dell’Università degli Studi di Palermo in Piazza Marina, 59, Palermo.

L’incontro, che affronterà numerose tematiche legate al rapporto tra comunicazione e atenei, si terrà dalle 9.30 alle 18.30 e vedrà anche la partecipazione di RadUni, Associazione Operatori Radiofonici Universitari, con un panel dal titolo “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie”.

L’Associazione RadUni sarà rappresentata dal Segretario Nazionale Alice Plata, già direttore responsabile del media web Radio6023 presso UniUPO, che ha curato una presentazione dedicata alle Radio Universitarie, le loro attività e buone pratiche, volto a confermare il grande valore delle college radio all’interno delle Comunità Universitarie Italiane. Potete trovare l’intervento “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie” all’interno del book of abstracts.

Nata nel 1992 come Conferenza Nazionale delle Facoltà e dei Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, per riunire in Coordinamento Nazionale le tante anime che caratterizzano il campo di studi in questo ambito didattico e scientifico, la Conferenza si pone l’obiettivo primario di valorizzare e promuovere le Scienze della Comunicazione quale elemento dinamico e indispensabile per lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese.

La sua mission è produrre e trasferire cultura e conoscenza, sviluppare e formare capacità professionali competenti e critiche.

Per ulteriori informazioni e per sapere nel dettaglio gli scopi dell’iniziativa e gli interventi previsti, si allegano qui di seguito i link della locandina e della brochure:

Locandina – Conferenza 2018 (email-web)

Brochure – Conferenza 2018 (email-web) orari completo

 

FRU18, buona la prima!

“Quando sono in radio è come se attorno a me si formasse una campana di vetro. Tutti i rumori, gli ostacoli e le difficoltà della vita non varcano la soglia dello studio e più che un lavoro sono due ore di terapia…”

 

Esordisce così Gianluca Vitiello, speaker di Radio Deejay, al Festival delle Radio Universitarie italiane tenutosi a Cagliari dal 10 al 12 maggio. Cos’è il FRU? Semplice. Immaginate di poter praticare la vostra professione passando dalla teoria alla pratica; di mettervi in gioco con dei vostri coetanei che condividono la vostra stessa passione; di comprendere, attraverso il confronto con chi questa professione la mastica da anni, quali sono i sacrifici e gli step da percorrere prima di poter dire: “Ce l’ho fatta!”. Questo è il FRU e…no, forse non sarà così semplice spiegarvi cosa è stato per noi. 

Un continuo riscoprirsi attraverso gli altri, interfacciarsi con diverse realtà radiofoniche universitarie italiane e stupirsi del fatto che quel tuo sogno nel cassetto, prima irraggiungibile e tanto lontano, è diventato un poco più reale, un poco più vicino. Ed è bello guardarsi intorno e scoprirsi circondati da ragazzi diversi, da ogni dove, ognuno con la propria storia, ma tutti col tuo stesso sogno. Ragazzi a cui viene data anche la possibilità di visitare il Bel Paese poiché trattandosi di un festival itinerante, la location (o per meglio dire lochesscion) viene scelta in base alla radio ospitante. E quest’anno è stata la volta di Unica Radio, web radio dell’Università di Cagliari che ha partecipato attivamente per la riuscita della dodicesima edizione del FRU accogliendo nel capoluogo sardo ben 33 radio universitarie e centinaia di speaker e registi da tutta Italia. Anche RadioUniVersoMe, l’unica radio dell’Università degli Studi di Messina, ha preso parte (per la prima volta!) alla tre-giorni per eccellenza per radioamatori. Un’emozione bellissima esser stati invitati ed accolti come se facessimo parte di questa grande famiglia sin dal principio, integrati in questo mondo ideale, quasi utopico in cui si parla una lingua comune e si venera una stessa divinità: la musica.

I luoghi in cui si sono svolte le svariate attività della manifestazione cagliaritana però esistono veramente. Anzitutto non posso non parlarvi dell’Hostel Marina, alloggio per quasi la totalità dei partecipanti; punto d’incontro ed anche studio radiofonico all’aperto per la diretta condivisa gestita dai ragazzi di Unica Radio. Poi ancora l’Auditorium Comunale, il Terrapieno e la fantastica piazza Yenne. Ma proprio come un viaggio, fil rouge e tema di base della kermesse, il festival è volato via in un battito di ciglia. Un susseguirsi di incontri, workshop e tavole di discussione tematiche ci ha concesso di avere un contatto diretto con professionisti del mestiere come i Vitiello, Michele Wad Caporosso, Luca Viscardi, Anna Piras, speaker e giornalisti di rinomate radio e testate giornalistiche nazionali. Eppure le novità ed i colpi di scena non finiscono di certo qui.

Proprio perché la radio è un mezzo di comunicazione che affianca alla divulgazione informativa intrattenimento e soprattutto musica, alla conferenza d’apertura ha preso parte un cantante sardo di un certo livello della scena rap italiana, Salmo. Il rapper ha presentato il progetto Salmo Academy, una scuola per beatmaker e videomaker, invitando tutti i presenti a non mancare al suo concerto post serata. Il risultato? Spettacolo e divertimento garantito (per quel che ricordo…).

Tante facce nuove, tante le novità e i progetti lanciati durante l’edizione 2018 del FRU, tra cui CineUni, la prima redazione cinema Raduni proclamata punto di incontro per le redazioni e le rubriche che si occupano specificatamente della settima arte, e tante altre iniziative da tradizione che, come tali, vanno sempre portate avanti e rispettate. E anche quest’anno l’eccellenza è stata salvaguardata!

All’interno del Festival sono stati infatti premiati il miglior programma radiofonico prodotto nel circuito delle radio universitarie e la migliore tesi di laurea dedicata al mondo della radiofonia. La scena però se l’è presa lo #SpeakerChallenge! Venti aspiranti speaker di ogni età si sono sfidati a suon di On Air per conquistare il famigerato trono firmato FRU18. Ma è solo una delle molteplici opportunità che Raduni offre ai partecipanti: dalla condivisione di idee ed esperienze, alla possibilità di apprendere nuove tecniche, alla conoscenza di persone che, in qualche modo, faranno sempre parte di te.

Un meeting radiofonico che ci consente di affermare che il ruolo delle radio universitarie è fondamentale per la crescita dei vari atenei e degli stessi studenti, costituendo un luogo di inclusione sociale per i giovani e non solo. Non mi resta che concludere con l’espressione con cui ho iniziato quest’esperienza. Parafrasando Totò “La radio è come una livella: bastano un mixer, un microfono ed un paio di cuffie per ricordarci che, in fondo, siamo tutti uguali”.

Vincenzo Francesco Romeo